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Giudici 16:5-31: Sansone raccoglie il male

sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica 17 febbraio, 2008 cmd - parole chiave: Sansone, fornicazione, peccato, stoltezza, - altri brani: Giacomo 1:13-15; 1Cor 10:13;

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Se un tumore terribile comincia a crescere in una persona, quella persona sa sempre già dall'inizio di avere quel tumore?

Tristemente, spesso, una persona non si rende conto di avere un tumore finché non è troppo tardi. Magari, ci sono i sintomi, però se la persona non sa riconoscerli, oppure, se non le interessa riconoscerli, anche se avrebbe potuto essere guarita, e se si rende conto del tumore troppo tardi, allora, le arriva il peggio.

Non è così solo per quanto riguarda la salute fisica. Anche spiritualmente, uno può avere un grave malattia spirituale, in senso figurato, e ignorarne i sintomi finché non è troppo tardi.

Nell'ultimo sermone, abbiamo considerato il brano in Giudici 16 in cui Sansone si era allontanato da Dio, andando a Gaza, una città pagana, dove aveva visto una prostituta, ed era entrato da lei.

Gli uomini della città volevano catturare Sansone per ucciderlo, ma lui era riuscito a scappare, e non solo, ma aveva mostrato loro la sua forza sovrannaturale, portando le pesanti porte della città sopra una collina.

A Sansone sembrava che nulla fosse cambiato, gli sembrava di essere l'eroe di prima. Però, quando lui ha scelto di andare a Gaza, ha iniziato un cammino lontano da Dio. Quando ha lasciato Gaza, dopo essere stato dalla prostituta, Sansone era già uomo sconfitto, schiavo del suo peccato. È impossibile liberarsi da solo dalla schiavitù del peccato. L'unica liberazione è la liberazione da parte di Dio, che avviene quando uno si umilia, confessa i suoi peccati, e si ravvede. Ma Sansone non lo aveva fatto. Era troppo pieno di orgoglio.

Oggi, vogliamo continuare a considerare la sua vita. Il brano che vogliamo considerare, Giudici 16:5, tratta l'episodio in cui Sansone si lascia ingannare da Delilah. Questa storia è molto conosciuta, ma troppo spesso, leggendola, non la applichiamo a noi. Consideriamola attentamente, per riconoscere le lezioni che Dio ha per noi.

Troppo sicuro di sé, e così cade

Quando inizia questa storia, Sansone era già stato a Gaza, dalla prostituta. È chiaro, da quello che il brano dichiara e non dichiara, che Sansone non si era ravveduto dal suo grave peccato. È molto importante tenere questo in mente mentre leggiamo.

Quindi, quando Sansone va nella valle di Sorek, e conosce Delilah, crede di poter giocare con il fuoco senza bruciarsi. Ovvero, crede di poter giocare con il peccato, senza essere vinto dal peccato. Oltre ad essere grande stoltezza, questa è anche una posizione di grande orgoglio. Chi pensa di poter giocare con il peccato e vincere ha una stolta fede in se stesso, e cadrà disastrosamente! Seguiamo la storia, e vedremo la caduta di Sansone.

Ricordiamo che Sansone era stato chiamato da Dio ad essere consacrato a Lui, che vuol dire, separato da ogni tipo di peccato, per essere dedicato totalmente a Dio. Però, almeno da quando era andato a Gaza, Sansone aveva abbandonato la via della santità. Non era più consacrato a Dio. Piuttosto, Sansone era consacrato ai piaceri.

Questo è gravissimo per qualsiasi credente, ma ancora di più per Sansone, perché egli era un Nazireo, consacrato a Dio in modo particolare, ed era anche stato scelto da Dio per essere una guida per il popolo di Dio.

Però ormai, Sansone aveva gustato il piacere del peccato, e perciò, era come un ratto che assapora l'esca nella trappola, e torna volta dopo volta, finché non viene preso.

Quindi, dopo la sua esperienza con la prostituta di Gaza, Sansone era ancora più sicuro di sé, non avendo riconosciuto le brutte conseguenze del suo terribile peccato.

Mentre leggiamo questo avvenimento, ricordiamoci che nel momento in cui Sansone era andato nella valle di Sorek, dove aveva conosciuto Delilah, era già un uomo sconfitto. Mentre leggiamo, teniamo in mente che Sansone non è stato ingannato da Delilah. Sansone è stato ingannato dal suo orgoglio, avendo creduto che poteva giocare con il peccato senza essere vinto da esso.

Tenendo questa verità in mente, leggiamo Giudici 16:4

4 Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Delilah.

Dopo essere stato a Gaza, e aver gustato i piaceri del peccato, anziché essere afflitto per il suo grande peccato, e per il fatto che si era allontanato da Dio, cosa che lo avrebbe portato al ravvedimento, come fece Davide, Sansone continuò a pensare al peccato. Era talmente raffreddato spiritualmente che non si rendeva conto che non aveva più comunione con Dio. Credeva di stare bene, quando in realtà, stava molto male.

Come era andato a Gaza, sapendo di andare in un luogo di peccato, Sansone ora va nella valle di Sorek. Non sappiamo per sicuro dov'è questa valle. Però, sembra chiaro che faceva parte del territorio controllato dai Filistei. È anche molto probabile che questa donna era una pagana, probabilmente una Filistea.

Sansone si innamorò di una donna non credente.

Sansone, in un'epoca in cui pochi seguivano Dio, aveva avuto la benedizione di avere dei genitori che erano entrambi timorati di Dio. Egli era consacrato a Dio. Perciò, non doveva assolutamente entrare in un rapporto sentimentale con questa donna. Ma ormai, Sansone aveva preso la via di cercare di soddisfare il suo cuore con quello che il mondo gli offriva, in questo caso i piaceri del mondo.

Questa via è ancora molto attraente oggi, però, oggi come allora, è una via che ti trascina sempre più lontano da Dio, e ti porta alla distruzione. Quando inizi a camminare in questa via, all'inizio, non sembra che ti porti tanto lontano da dove eri prima. Però, è un discesa che diventa sempre più ripida.

Quindi, a questo punto, troviamo Sansone pienamente immerso nel peccato. Era già un uomo spiritualmente sconfitto quando aveva lasciato Gaza. Ora che si lascia innamorare di questa donna pagana, tutto il resto che leggeremo è solamente il racconto di come il peccato, una volta seminato, prima o poi porta le sue conseguenze terribili.

Visto che troviamo scritto che Sansone si innamorò di questa donna, Delilah, vuol dire che non solo andò da lei una volta, come era andato dalla prostituta a Gaza, ma che era tornato da lei spesso, o addirittura era rimasto da lei. Si era legato a lei sentimentalmente. Quindi, fra poco, la gente della zona avrebbe saputo che Sansone rimaneva spesso da quella donna. E così, mentre con la prostituta di Gaza Sansone era riuscito a scappare dal pericolo, qui, Sansone si mette in una condizione dalla quale non può scappare, senza un ravvedimento profondo.

La trappola è preparata

Sapendo che Sansone passava del tempo da questa donna, i principi dei Filistei inventarono una trappola per domarlo. In questo loro piano, offrirono a Delilah una grande somma di denaro per tradire Sansone. Leggiamo il v.5

Allora i principi dei Filistei salirono da lei e le dissero: "Seducilo e scopri dove risiede la sua grande forza e come riuscire a sopraffarlo per poterlo legare e domare; poi ti daremo ciascuno millecento sicli d’argento.

Sansone era andato in una zona nemica, e chiaramente, i suoi nemici volevano fargli del male. Volevano domare Sansone, e renderlo loro schiavo.

Però, non avrebbero potuto fare nulla contro di lui se Sansone non avesse scelto di allontanarsi dall'Eterno. Finché Sansone fosse rimasto fedele a Dio, era al sicuro. Invece ora, lontano da Dio, Sansone non aveva più la protezione e la cura di Dio.

Come allontanarsi da Dio senza rendersene conto

Qui, vogliamo considerare: pensate che Sansone abbia detto fra sé “voglio allontanarmi da Dio”? Sicuramente no!

Sansone non aveva scelto di allontanarsi da Dio, piuttosto, aveva scelto di avvicinarsi al peccato.

Però, sono due lati della stessa moneta. Scegliere di avvicinarsi al peccato, automaticamente vuol dire scegliere di allontanarsi dall'Eterno. Qualunque volta che scegliamo il peccato, stiamo scegliendo di allontanarci da Dio.

Quando ci allontaniamo dall'Eterno, ci allontaniamo dal suo amore, ci allontaniamo dalla sua cura, ci allontaniamo dalla sua protezione, ci allontaniamo dalla sua guida.

Che stoltezza! Per che cosa? Cosa riceviamo, se scegliamo di allontanarci da Dio e da questi meravigliosi benefici?

Riceviamo le false promesse del peccato. Il peccato promette di soddisfarci, ovvero, promette di benedirci. Promette di curarci più di quanto Dio ci cura. Invece, è tutto un inganno, una menzogna, per farci del male. Il peccato non benedice mai. In realtà, ci fa solo del male.

Continuiamo con la storia di Sansone, per vedere come le false promesse del peccato gli hanno fatto tanto male.

Delilah cerca il male di Sansone

A Delilah vennero offerti millecento sicli di argento per tradire Sansone in modo che i Filistei avrebbero potuto domarlo. Lei amava il denaro, e così, non ebbe problemi a cercare di fare ciò che avrebbe fatto un terribile male a Sansone. Leggiamo i vv. 6-9

6 Così Delilah disse a Sansone: "Dimmi, ti prego, dove risiede la tua grande forza, e in che modo ti si potrebbe legare per domarti". 7 Sansone le rispose: "Se mi legano con sette corde d’arco fresche, non ancora asciutte, io diventerei debole e sarei come un qualsiasi altro uomo". 8 Allora i principi dei Filistei le portarono sette corde d’arco fresche, non ancora asciutte, ed ella lo legò con esse. 9 Or c’erano degli uomini in agguato presso di lei, in una camera interna. Ella gli disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli ruppe le corde, come si rompe un fil di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza rimase sconosciuto.

Che cuore malvagio aveva questa donna! Era pronta a tradire l'uomo che la amava. Però, quello che dovrebbe colpirci molto di più della malvagità di questa donna, è la stoltezza di Sansone. Nessuno lo aveva costretto a cercarsi una donna pagana e ad innamorarsi di lei! Ora, era ovvio che lei stava cercando il suo male. Nessuno stava costringendo Sansone a rimanere con lei. Eppure, egli ci rimaneva. Oh quanto il peccato ci fa agire con stoltezza!

Potremmo credere che a questo punto della storia, Sansone non era ancora stato sconfitto da Delilah, e perciò, nemmeno dai Filistei. Ma in realtà, Sansone era già sconfitto. Il fatto che Sansone si era allontanato da Dio, e si era innamorato di una donna pagana, e ora, restava con lei mentre era palese che lei stava cercando il suo male, vuol dire che Sansone era già sconfitto.

Ricordiamoci che Sansone non è stato sconfitto da Delilah. Sansone è stato sconfitto dal suo proprio peccato.

Questo è molto importante da capire. Non sono le tentazioni esterne che ci sconfiggono. È la nostra concupiscenza! Vi leggo Giacomo 1:13-15

“13 Nessuno, quando è tentato dica: "Io sono tentato da Dio," perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno. 14 Ciascuno invece è tentato quando è trascinato e adescato dalla propria concupiscenza. 15 Poi quando la concupiscenza ha concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato, genera la morte.” (Giacomo 1:13-15 LND)

Nessuno può forzare un altro a peccare. Anzi, è importante ricordare la verità di 1Corinzi 10:13

“Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere.” (1Cor 10:13 LND)

Sansone non è stato tentato oltre le sue forze. Sansone ha scelto di sua volontà di peccare, andando prima a Gaza, e poi a Sorek e di innamorarsi di una donna pagana. Avendo peccato, gravemente, in quella decisione, il resto erano solamente le conseguenze naturali.

Quindi, Sansone non è stato sconfitto da Delilah. Sansone si era arreso al peccato, scegliendo di passare del tempo con una donna pagana, per poi innamorarsi di lei.

Quindi, l'esito del rapporto fra Sansone e Delilah era scontato. L'unico modo che Sansone avrebbe potuto evitare di cadere in questa trappola sarebbe stato per lui di ravvedersi del suo peccato, il peccato di essersi allontanato da Dio.

Ma Sansone non si è ravveduto, e perciò, il resto della storia è solo una spiegazione dei dettagli dell'ovvia conseguenza del suo peccato.

Sansone aveva già visto palesemente che Delilah voleva fargli del male, in quanto, lei aveva subito provato a renderlo debole.

Però, la scelta di Sansone di rimanere nel suo peccato e di non ravvedersi, lo rendeva cieco. Non riusciva a vedere l'ovvio.

Delilah, non avendo scoperto il segreto di Sansone la prima volta, ci provava ancora. Sapendo dell'amore di Sansone per lei, usò la tattica dei sentimenti, facendo sentire Sansone colpevole. Leggiamo i vv.

10 Poi Delilah disse a Sansone: "Ecco, ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie; or dunque, ti prego, dimmi con che ti si potrebbe legare". 11 Egli le rispose: "Se mi legano con funi nuove che non sono mai state adoperate, io diventerei debole e sarei come qualsiasi altro uomo". 12 Perciò Delilah prese delle funi nuove, lo legò e gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". Or c’erano degli uomini in agguato nella camera interna. Ma egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.

Delilah ci aveva provato ancora, e di nuovo, Sansone non le disse la verità. Era ovvio che lei stava cercando il male di Sansone, ma ancora, egli rimaneva con lei. Che incredibile stoltezza! Anche noi siamo stolti, qualunque volta continuiamo a rimanere nel peccato.

Avete notato che Sansone stava mentendo a Delilah? Cioè, per proteggersi dal peccato di lei, Sansone stava peccando. Essendosi allontanato da Dio, Sansone non poteva chiedere l'aiuto di Dio per proteggersi. Perciò, cercava l'aiuto nel peccato. La scelta di continuare in un peccato ti porta a peccare ancora di più in altri modi.

Delilah, non avendo ancora potuto scoprire il segreto della forza di Sansone e riscuotere i soldi che le erano stati promessi, continuava a tormentarlo. Leggiamo dal v.13.

13 Allora Delilah disse a Sansone: "Fino ad ora ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie; dimmi con che ti si potrebbe legare". Ed egli le rispose: "Non dovresti che intrecciare le sette trecce del mio capo con l’ordito". 14 Essa le intrecciò e le fissò al subbio, poi gli disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso". Ma egli si svegliò dal sonno e strappò via il subbio dal telaio e l’ordito. 15 Allora ella gli disse: Come puoi dirmi: "Ti amo," mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei preso gioco di me e non mi hai detto dove risiede la tua grande forza". 16 Ora, poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo sollecitava con insistenza, egli ne fu irritato a morte, 17 e le aperse tutto il cuore e le disse: "Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un Nazireo a Dio, dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come qualsiasi altro uomo".

Come abbiamo già visto, Delilah stava usando la tattica di far sentire Sansone colpevole, dicendogli che non l'amava veramente. Lei disse che un segno del suo vero amore verso di lei sarebbe stato di rivelarle il suo segreto.

Voglio fermarmi un attimo e considerare: Sansone amava veramente Delilah? Il suo amore era un amore puro, un amore che veniva da Dio, un amore in cui cercava veramente il bene di Delilah?

Chiaramente, e tristemente, la risposta è assolutamente no! Sansone non aveva un vero amore per Delilah. Sansone amava i piaceri. Sansone amava la sensazione di stare nelle braccia di questa donna. Questo non è vero amore! Il vero amore è veramente desiderare il bene di una persona. Quindi, se Sansone avesse desiderato il bene di Delilah, non avrebbe iniziato un rapporto con lei al di fuori del matrimonio. Anzi, essendo lei una pagana, non avrebbe nemmeno iniziato un rapporto con lei. Al massimo, avrebbe desiderato la sua salvezza, che lei potesse riconoscere il suo bisogno del Dio d'Israele.

Quindi, mentre è chiaro che Delilah non amava Sansone, in realtà, nemmeno Sansone la amava. Sansone voleva continuare questo rapporto per i piaceri carnali che egli riceveva. Delilah voleva continuare questo rapporto per i benefici economici che sperava di avere. Entrambi nascondevano le loro motivazioni egoistiche sotto la bandiera dell'amore.

Non era solamente a quei tempi che si usava la bandiera dell'amore, quando vero amore non c'era, per cercare di nascondere l'egoismo. C'è questa tendenza anche oggi.

Comunque, visto che Sansone non era disposto ad abbandonare il suo peccato, per quanto la tattica di Delilah era ovvia, Sansone non scappava, ma continuava a stare con lei. Perciò, era solo una questione di tempo prima che i tentativi di Delilah avrebbero funzionato. E infatti, alla fine, Sansone ha ceduto, e le ha spiegato tutto.

Delilah aveva capito subito che questa volta Sansone aveva detto la verità. Ormai, i Filistei erano andati via. Quindi, subito, Delilah mandò a chiamarli, per farli ritornare. Ormai, lei aveva i suoi occhi fissati su quei millecento sicli d'argento. Quello che sarebbe successo a Sansone non le importava nulla.

Questo mi fa pensare a quante volte coppie di fidanzati, e anche di sposati, parlano di quanto si amano, però poi, lasciano fallire il rapporto, si dividono, e non hanno più alcun sentimento per l'altra persona. In questi casi, non c'era il vero amore! Oh che possiamo imparare ad amare veramente!

Tornando a Sansone, ormai stava per raccogliere quello che aveva seminato quando aveva scelto di andare a Gaza, dove era entrato dalla prostituta. Cioè, tutto quello che succede adesso, è solo il raccolto. Oh che possiamo capire che non ci si può beffare di Dio, l'uomo raccoglie quello che semina!

Ora, andiamo avanti, e leggiamo della triste raccolta di Sansone, raccolta che avrebbe potuto evitare totalmente, se non avesse scelto di andare a Gaza, e anche se si fosse stato veramente ravveduto dopo di quella caduta. La raccolta di cui stiamo per leggere è il risultato dell'ostinazione di Sansone di continuare nel suo peccato. Leggiamo dal v.18

18 Quando Delilah si rese conto che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i principi dei Filistei e fece dir loro: "Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore". Allora i principi dei Filistei salirono da lei e portarono con sé il denaro. 19 Ella lo addormentò quindi sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce della testa di Sansone; poi cominciò a maltrattarlo, e la sua forza lo lasciò. 20 Allora ella gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". Egli si svegliò dal sonno e disse: "Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò". Ma non sapeva che l’Eterno si era ritirato da lui.

Mi fermo qua per notare forse la cosa più triste di tutto questo avvenimento. Avete notato la condizione spirituale di Sansone, nel v.20? Ve lo leggo ancora.

20 Allora ella gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". Egli si svegliò dal sonno e disse: "Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò". Ma non sapeva che l’Eterno si era ritirato da lui.

Ormai Sansone era talmente raffreddato spiritualmente che non si rendeva conto della gravità della sua condizione. Ormai, Sansone aveva fede in se stesso. Egli credeva di potersi liberare da solo. Non si rendeva conto che l'Eterno si era ritirato da lui.

Vediamo questa stessa fiducia in se stesso nel modo in cui aveva portato via gli stipiti delle porte di Gaza, dopo essere stato dalla prostituta. Dio si era servito di Sansone molto, ma ormai, Sansone non attribuiva più la sua forza all'Eterno, ma a se stesso. Credeva che fosse qualcosa di suo.

Perciò, Dio, che è geloso per la sua gloria, a causa dei peccati di Sansone, si era ritirato da lui.

Applicazione

Sansone era talmente addormentato spiritualmente che non si rendeva conto che l'Eterno non era più con lui. Che triste, quando la condizione spirituale di uno è tale che non si rende più conto della sua gravità, finché non arriva il disastro! Quanto è importante ravvedersi e tornare al Signore appena cadiamo nel peccato, quando la coscienza è ancora tenera!

Sansone non aveva fatto questo, perciò, andava diritto verso la rovina, senza rendersene conto. Come una bestia che è troppo stolta da capire la trappola, così Sansone correva verso il disastro, sicuro di sé, anziché confidare in Dio. E così, il disastro arrivò! Leggiamo dal v.21

21 E i Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. E fu posto a girare la macina nella prigione.

Questo uomo che da anni aveva avuto una forza sovrannaturale fu preso, e gli cavarono gli occhi, che è una cosa in sé terribile e umiliante. Gli fecero questo, affinché così, la sua forza non fosse più pericolosa. Avrebbero potuto ucciderlo, ma preferirono farlo schiavo, per umiliarlo, per tutto quello che aveva fatto contro i Filistei. Per un Giudeo, questo era molto peggio della morte. Era il raccolto di ciò che Sansone aveva seminato prima. Sansone aveva peccato con due donne Filistee, facendosi schiavo del suo peccato, e così, ora Sansone si ritrovava schiavo dei Filistei.

Dio aveva dato l'opportunità a Sansone di sconfiggere i Filistei, finché fosse rimasto fedele a Dio. Ora, non essendo più fedele a Dio, Sansone diventò schiavo di coloro che egli avrebbe dovuto dominare.

Dio dimostra misericordia

Ormai, la vita di Sansone era quasi finita. Era uno schiavo, cieco, che viveva in prigione, macinando grano come una bestia.

La Bibbia non ce lo spiega, ma è abbastanza ovvio che in questa condizione, Sansone aveva tantissimo tempo per pensare, e per riflettere sulla sua vita e sul suo rapporto con Dio. Possiamo presumere che Sansone aveva capito il perché di tutte le cose che gli erano successe. Egli sapeva di aver peccato contro Dio. Quindi, aveva molto tempo, giorno dopo giorno, per rendersi conto del suo peccato, e della santità di Dio. Quando noi ci allontaniamo da Dio, Dio farà il necessario, anche se questo implica una dura disciplina, per portarci a lasciare il nostro peccato.

Sansone aveva scelto la via dei piaceri carnali, e Dio ha operato in modo che non fosse più capace di cadere in quel peccato, perché in prigione, era impossibile camminare in quella via.

Un giorno, senza preavviso, Dio mostrò misericordia nei confronti di Sansone, dandogli un'ultima opportunità di vittoria. Liberando Sansone dalla prigione, Dio si mostrava misericordioso, ma allo stesso tempo anche glorioso.

Leggiamo dal v.22.

22 Intanto i capelli del capo, dopo essere stati rasati, cominciavano nuovamente a crescere. 23 Ora i principi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi. Dicevano: "Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico". 24 Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: "Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico, colui che devastava il nostro paese e che ha ucciso tanti di noi".

Questo popolo pagano stava lodando il loro falso dio per quello che era successo a Sansone. Però, non era il loro falso dio che aveva dato loro vittoria, ma era l'Eterno che aveva disciplinato Sansone! Dio è geloso per la sua gloria, e perciò, operò in modo da glorificare Se stesso. Leggo dal v.25.

25 Così nella gioia del loro cuore, dissero: "Fate venire Sansone, perché ci faccia divertire!". Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione, ed egli fece il buffone avanti a loro. Poi lo misero fra le colonne. 26 Allora Sansone disse al fanciullo, che lo teneva per la mano: "Lasciami toccare le colonne sulle quali posa la casa, 27 perché possa appoggiarmi ad esse". Or la casa era gremita di uomini e donne vi erano tutti i principi dei Filistei, e sul tetto c’erano tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare mentre Sansone faceva il buffone. 28 Allora Sansone invocò l’Eterno e disse: "O Signore, o Eterno ti prego ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o DIO, perché possa vendicarmi con un sol colpo dei Filistei per la perdita dei miei due occhi". 29 Sansone afferrò quindi le due colonne centrali, che sostenevano il tempio e si appoggiò ad esse, a una con la destra, e all’altra con la sinistra; 30 poi Sansone disse: "Che io muoia insieme ai Filistei!". Si curvò poi con tutta la sua forza, e la casa crollò addosso ai principi e a tutto il popolo che vi era dentro; e furono più quelli che egli uccise morendo di quelli che aveva ucciso in vita. 31 Poi suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; e andarono a seppellirlo fra Tsorah ed Eshtaol nel sepolcro di Manoah suo padre. Egli era stato giudice d’Israele per vent’anni.”

Anche nella sua morte, Sansone voleva ancora vendetta. Se ricordate, era proprio la vendetta che Sansone aveva cercato volta dopo volta con i Filistei.

E così, Sansone venne usato da Dio, per l'ultima volta, per rendere più deboli i Filistei, liberando così Israele dal loro giogo. In questa occasione, Sansone stesso morì.

Lezioni per noi

In realtà, Sansone è uno degli esempi più chiari nella Bibbia della stoltezza di allontanarsi da Dio. A volte, le conseguenze del peccato non sono così visibili immediatamente. Però, nel caso di Sansone, vediamo quasi subito il brutto raccolto di quello che egli aveva seminato.

Applicazione per noi

Oh che possiamo capire che Dio ci ha raccontato queste cose per aiutarci a capire come anche noi possiamo cadere, se ci allontaniamo da Dio!

Certamente, i modi con cui possiamo allontanarci da Dio sono tanti. Se ricordate l'ultimo sermone, ogni persona può avere una sua “Gaza” diversa dalla “Gaza” degli altri, ovvero, ognuno può avere qualcosa che lo tenta. Per alcune persone, la tentazione può essere i piaceri del mondo. Per altri, può essere la concupiscenza degli occhi, il desiderio di avere cose. Non vuol dire necessariamente che uno vuole tante cose, forse fissa i suoi occhi su poche cose. Però, quelle cose sono per lui un idolo. Per un'altra persona, la tentazione può essere la superbia della vita in qualche modo. Forse vuole essere vista come importante o brava. Forse un marito vuole comandare per il piacere di comandare. Forse una moglie vuole costringere il marito a fare le cose come vuole lei, anziché trovare gioia nel suo ruolo di sottomissione stabilito da Dio.

Per tanti credenti, l'avere l'approvazione degli altri è la Gaza che tenta di più. Per altri, può essere l'avere sempre ragione.

Il punto importante è che dobbiamo capire, ciascuno di noi individualmente, quali sono le nostre Gaza, e poi, avere la posizione ferma di non volerci andare, nemmeno di iniziare quel cammino.

Ricordiamoci che prima di andarci veramente, ci si va con i pensieri. Non iniziate in quella via!

Se poi ti trovi già in cammino verso la tua Gaza, anche solo pensandoci, fermati, torna subito indietro, confessando il tuo peccato a Dio! Torna a Dio, prima che sia troppo tardi per riuscire ad evitare i disastri che i nostri peccati causano.

Sansone non è stato sconfitto da Delilah. Sansone è stato sconfitto dalla sua concupiscenza, già nel momento in cui è andato a Gaza. Quello che è successo con Delilah è stato solo il risultato del suo peccato precedente.

Se semini male, raccoglierai male! Il peccato non confessato ti rende stolto e schiavo. L'unica liberazione dal peccato è il ravvedimento.

Oh che possiamo imparare le benedizioni di stare vicini a Dio. Non allontanatevi mai da Lui! Abbiamo l'amore di Dio in Gesù Cristo, abbiamo la promessa che Egli non ci lascerà e non ci abbandonerà! Solo Lui può soddisfare i nostri cuori!

Il peccato non ha nulla di vero da offrirci. Restiamo vicini a Dio! Andiamo avanti, verso il premio celeste!