Aiuto Biblico

Salmo 15: Chi può stare nella presenza di Dio?

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org, 26 aprile, 2009
parole chiavi: salvezza, cammino, santità, comportamento del credente, il nostro parlare
predicato originalmente 2003, molto revisionato 2009.

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La vita è piena di tante domande. Ma, fra tutte le domande che possiamo farci, qual è la domanda più importante di tutte? Alla luce del fatto che abbiamo l'eternità davanti a noi, la domanda più importante da porre è la seguente: chi sarà con l'eterno Dio per tutta l'eternità?

In altre parole, chi sarà con il Signore, in una gioia infinita ed eterna, anziché lontano da Lui, in un tormento totale ed eterno? Questa è la domanda più importante della vita perché riguarda la nostra eternità. Non è una domanda teorica, perché la sua risposta determina l'eternità di ogni persona. Perciò, ogni essere umano ha bisogno di riflettere su questa domanda e di scoprire da Dio stesso la risposta.

Dio ci rivela ripetutamente nella Bibbia che nessun uomo può mai arrivare a Lui per conto proprio. L'unico modo di stare con Dio è per mezzo di Gesù Cristo.

Per chi è in Cristo, sorge una domanda simile, ed estremamente importante: chi può dimorare con il Signore Gesù Cristo oggi? Gesù dichiara in Giovanni 15 che se non dimoriamo in Lui, non possiamo portare alcun frutto, e saremo gettati via e bruciati, il che dimostrerà che non eravamo veramente in Cristo, ovvero, che non eravamo veramente salvati.

Quindi, per il credente, la domanda più importante è: come si può dimorare in Cristo? Se non dimoriamo in Cristo, non avremo il frutto dello Spirito, non potremo compiere nulla di valore eterno, e verrà messa in dubbio la realtà della nostra salvezza.

Allora, è estremamente importante capire come possiamo dimorare in Cristo, il Signore, se siamo salvati, e come si può dimorare con Dio, per chi non è ancora salvato.

Nel suo amore, Dio ci ha dato, nella Bibbia, le risposte a queste due domande. Oggi, vogliamo considerare insieme un Salmo che ci rivela la risposta a queste due domande. Trovate con me il Salmo 15.

Il Problema

Questo Salmo è stato scritto da Davide, un uomo molto gradito a Dio. Eppure, più di una volta, Davide aveva dovuto portare il terribile peso della disciplina di Dio, a causa dei suoi peccati. Perciò, Davide capiva che Dio è un Dio tre volte santo, che odia il peccato. Egli capiva che Dio è un fuoco consumante, e che l’uomo non può stare nella presenza di Dio finché rimane colpevole per il peccato che non ha veramente confessato.

Chi non è salvato è del tutto colpevole del proprio peccato, è senza il Salvatore, e non potrà mai stare con Dio. Chi è salvato ma non sta confessando e abbandonando un peccato, non può dimorare in Cristo. Chi vive in questo modo sta sprecando la sua vita e, se continua così, mette in dubbio di essere salvato. Le verità di questo Salmo si applicano sia al non credente che al credente.

La domanda

In questo Salmo, guidato dallo Spirito di Dio, Davide pone la domanda seguente: come può un uomo dimorare nella presenza di Dio? Leggo il v.1:

“O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte?” (Sal 15:1 LND)

Chi può dimorare con Dio? Colui che è veramente salvato, e sta camminando in santità, in modo irreprensibile.

La risposta

È Dio stesso a darci la risposta a questa domanda, nei versetti successivi. Leggo tutto il Salmo.

“1 Salmo di Davide. O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? 2 Colui che cammina in modo irreprensibile e fa ciò che è giusto, e dice la verità come l’ha nel cuore, 3 che non calunnia con la sua lingua, non fa alcun male al suo compagno, non lancia alcun insulto contro il suo prossimo. 4 Ai suoi occhi è disprezzata la persona spregevole, ma egli onora quelli che temono l’Eterno; anche se ha giurato a suo danno, egli non ritratta; 5 non dà il suo denaro ad usura e non accetta doni contro l’innocente. Chi fa queste cose non sarà mai smosso.” (Sal 15:1-5 LND)

La prima cosa da notare è che solamente Gesù Cristo corrisponde a questa descrizione in senso assoluto. Solo Gesù Cristo cammina in un modo assolutamente irreprensibile, dice sempre la verità assoluta, e non fa mai alcun male. Quindi, per entrare nella presenza di Dio, dobbiamo essere ricoperti della giustizia di Gesù Cristo. È questa la giustificazione che Dio compie in una persona quando la salva, per grazia.

Inoltre, per mezzo dell'opera dello Spirito Santo, ogni vero credente ha, in una certa misura, la santità di Cristo, e deve camminare in questa santità per poter dimorare in Cristo. Chi non cammina nel modo descritto in questo Salmo non dimora in Cristo, non manifesta alcun frutto della vera salvezza e deve ravvedersi e cercare Dio mentre c’è tempo.

Consideriamo allora le qualità descritte nel Salmo, riconoscendo che sono fondamentali.

Colui che cammina in modo irreprensibile

La prima qualità che troviamo è che la persona che può dimorare in Cristo cammina in modo irreprensibile. Leggo ancora il v.2:

“1 Salmo di Davide O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? 2 Colui che cammina in modo irreprensibile e fa ciò che è giusto, e dice la verità come l’ha nel cuore,” (Sl 15:1-2 LND)

La prima qualità che caratterizza una persona veramente salvata è che cammina in modo irreprensibile. Un vero credente cammina in modo irreprensibile. La parola “irreprensibile” vuol dire “senza macchia”, “integro”, “spiritualmente sano”. Non significa che quella persona non pecchi mai ma che, quando pecca, confessa il suo peccato e ritorna a camminare secondo giustizia.

La seconda parte del versetto continua a descrivere la persona che può dimorare in Cristo, e dichiara: chi fa ciò che è giusto. Chi è veramente salvato si comporta con giustizia, ovvero, secondo la giustizia di Dio. Fa ciò che è giusto.

Notate che l'enfasi è su come una persona vive, e ciò è visibile in quello che essa fa. Il modo di comportarsi viene reso qui con le parole “camminare” e “fare”. Un vero credente non solo crede le verità di Dio, ma ha anche un comportamento che è conforme alla giustizia di Dio, in ogni campo della sua vita.

Ci vengono subito in mente tante applicazioni a questo riguardo. Per esempio, mariti, state crescendo ogni giorno, in senso pratico, nell'amare le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa? Vi sacrificate per loro e ne prendete cura teneramente? Curate le vostre mogli come Dio comanda? Questo è un esempio attinente al “fare ciò che è giusto”.

Per la moglie, camminare in modo irreprensibile implica, fra l'altro, essere veramente sottomessa al marito, anche quando non è d'accordo con lui. Vuol dire anche essere dedita alla cura della famiglia e ai lavori domestici. Questo è un esempio di come agire con giustizia, per quanto concerne la moglie.

Fare ciò che è giusto vuol anche dire che il nostro modo di parlare sarà senza cattiveria, vuol dire abbondare in ringraziamento, vuol dire amare i nostri nemici.

Camminare in modo irreprensibile significa inoltre essere un dipendente che fa del suo meglio e paga tutte le tasse. Significa anche non stare in compagnia con quelli che vivono nel peccato.

Ci sarebbero tanti altri esempi da citare, ma il punto importante da capire è che un frutto essenziale della vera salvezza è che agiamo con giustizia in ogni campo della nostra vita. Solo così possiamo dimorare in Cristo. Quando pecchiamo, dobbiamo confessare e abbandonare quel peccato.

Dice la verità come l’ha nel cuore

Questo versetto descrive una terza qualità presente in chi può dimorare con Dio. Oltre a camminare in giustizia e a fare ciò che è giusto, chi dimora in Cristo “dice la verità come l’ha nel cuore,” (Sal 15:2 LND)

Il vero credente deve avere la verità nel cuore, e poi dire la verità che ha nel cuore.

Molto spesso abbiamo pensieri e ragionamenti sbagliati, che non sono conformi alla verità. Dobbiamo rendere prigioniero ogni pensiero, dobbiamo demolire i ragionamenti sbagliati, dobbiamo rendere ogni pensiero ubbidiente a Cristo. Solo così possiamo avere la verità nel cuore. Dobbiamo avere la verità nel cuore!

In Filippesi 4:8, tramite Paolo, Dio ci ordina quali sono le cose a cui dobbiamo pensare:

“Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose.” (Fil 4:8 LND)

Solamente quando pensiamo alle cose vere, anziché ai nostri falsi ragionamenti, possiamo dimorare in Cristo. Solo così, mostriamo un chiaro frutto di essere salvati.

Tu hai la verità nel cuore? Confronti i tuoi pensieri e i tuoi ragionamenti con la verità di Dio?

Il nostro comportamento verso gli altri

Ora, passiamo al v.3, che parla del nostro comportamento verso gli altri. Alla domanda: “chi avrà comunione con Dio?”, il v.3 risponde che sarà l’uomo

“che non calunnia con la sua lingua, non fa alcun male al suo compagno, non lancia alcun insulto contro il suo prossimo.” (Sal 15:3 LND)

Consideriamo questi aspetti del nostro comportamento verso gli altri.

Non calunnia con la sua lingua

La prima qualità elencata è che chi dimora con Dio non calunnia con la sua lingua. La parola “calunniare” vuol dire diffamare qualcuno, ovvero, parlare male di qualcuno, creare una brutta fama a quella persona.

Calunniare significa parlare male di qualcuno, è un parlare che danneggia quella persona.

Ci sono casi in cui è necessario parlare del male che qualcuno ha commesso, ma ciò non lo danneggia, anzi gli reca del bene. Per esempio, quando i genitori parlano fra di loro della disubbidienza del figlio, è per capire come aiutarlo a superare questo peccato. Quando la chiesa parla del peccato di qualcuno che occorre scomunicare, è per incoraggiarlo a ravvedersi.

Calunniare è un fatto diverso, perché non ha come scopo di fare del bene a una persona né quello di dare gloria a Dio. Significa parlare male per recare un danno o per innalzare se stessi.

È molto facile cadere nel peccato della calunnia, perché viviamo in una società in cui calunniare è considerato assolutamente normale ed è estremamente diffuso. Si parla male dello stato, si parla male dei datori di lavoro, si parla male dei vicini, oppure tanti parlano male del proprio coniuge. Vivendo in questa melma di calunnia, è facile cadere in questo grave peccato senza rendercene conto.

Per poter dimorare in Cristo, dobbiamo bandire la calunnia dalle nostre labbra. Perciò, dobbiamo pregare e chiedere a Dio di aiutarci a capire quanto è grave questo peccato. Occorre porre una guardia alle nostre labbra e, se dovessimo cadere in questo peccato, confessarlo umilmente. Non fa male alcuno al suo compagno

Proseguendo, il versetto ci spiega che chi può dimorare con Dio è colui che non fa male alcuno al suo compagno, cioè, al suo prossimo.

Gesù ci insegna che il nostro prossimo è chiunque Dio mette sul sentiero della nostra vita. Di conseguenza, il vero credente non deve commettere alcun tipo di male contro altre persone, chiunque siano. Non dobbiamo fare del male a quelli di casa nostra, né alle persone della chiesa, né ai nostri vicini, ai nostri colleghi di lavori, ai clienti o ai nostri datori di lavoro. Non dobbiamo fare del male a nessuno.

Tuttavia è possibile che facciamo del male anche in modo indiretto. Per esempio, se non pago l’IVA su un acquisto, qualcun altro dovrà pagare quella che era la mia parte di tasse al governo, e faccio del male a quella persona. Se non faccio del mio meglio al lavoro, il mio capo guadagnerà di meno e i miei colleghi dovranno lavorare di più: faccio dunque del male. Se il marito non aiuta la moglie in casa, lei non avrà il riposo che le serve; agendo così, lui le fa del male. Se, ad esempio, non si impegna nei lavori domestici, la moglie aggrava la situazione del marito e gli fa del male.

Commettiamo qualcosa di male anche quando trascuriamo di fare il bene che avremmo potuto fare. Per esempio, nel racconto del “Buon Samaritano”, Gesù ci fa capire che coloro che non si sono fermati per aiutare l’uomo per strada non hanno mostrato amore per il prossimo. Quindi, fare del male comprende anche non fare il bene che avremmo potuto fare. Leggo in Giacomo:

“Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.” (Giacomo 4:17 LND)

Quindi, un vero figlio di Dio non deve fare alcun male agli altri. Soltanto così può dimorare in Cristo.

Solo una piccola ma importante parentesi. Quando Gesù condannava i farisei pubblicamente, egli non stava facendo loro del male. Allo stesso modo, disciplinare o anche scomunicare un membro della chiesa che rifiuta di ravvedersi non è un male, ma è un bene perché serve per spingerlo al ravvedimento, affinché possa essere perdonato

Per poter dimorare con Dio, occorre non fare alcun male agli altri.

Non lancia alcun insulto contro il suo prossimo

Il v.3 menziona un terzo aspetto di colui che può dimorare con Cristo: non lancia alcun insulto contro il prossimo. Una traduzione che rispecchia di più l’ebraico è: “non accetta un disprezzo contro il suo vicino.” Il significato di questa frase implica non solo che non si parla male di altri, punto già trattato nella prima parte del versetto, ma che non si accetta nemmeno di ascoltare il male detto contro qualcun altro.

È un gravissimo peccato parlare male di un altro, ma lo è altrettanto ascoltare calunnie.

Facciamo un paragone: così come rubare è un peccato, lo è anche accettare ciò che è stato rubato. Similmente, come calunniare è un peccato, allo stesso modo lo è anche ascoltare chi calunnia.

Un pastore puritano diceva: “Chi calunnia porta il diavolo nella sua lingua, chi ascolta la calunnia porta il diavolo nel suo orecchio”.

Per dimorare in Cristo, non dobbiamo né calunniare, né ascoltare calunnie e insulti.

Come va nella tua vita? Vivi così?

Il v.4: onorare le persone giuste

Il v.4 continua la descrizione di come deve essere una persona per poter dimorare in Cristo. Leggo la prima parte del v.4:

“Ai suoi occhi è disprezzata la persona spregevole, ma egli onora quelli che temono l’Eterno;” (Sal 15:4)

Non dobbiamo mai onorare una persona spregevole, proprio per il fatto che è spregevole.

Questo è diverso quello che si fa nel mondo! Il mondo onora chi ha successo, a prescindere da come l'ha ottenuto. Perciò, spesso il mondo onora chi è più furbo o chi riesce ad ottenere quello che vuole. Il mondo onora chi vince, anche se il cuore del vincente è pieno di orgoglio e di altri peccati. Onora chi è sicuro di sé anziché chi teme Dio.

Chi dimora in Cristo non deve onorare ciò che è spregevole agli occhi di Dio, ma deve piuttosto vederlo come una cosa spregevole.

Per dimorare in Cristo, dobbiamo considerare spregevole ogni malvagità. Ad esempio, non dobbiamo mai reputare il peccato come qualcosa di cui ridere. Dobbiamo disprezzare ogni peccato. Oppure, se un uomo malvagio ha una posizione di autorità, dobbiamo rispettarlo per il suo ruolo, ma non per la sua malvagità.

Allo stesso tempo, dobbiamo onorare coloro che temono Dio, anche se spesso essi sono disprezzati dal mondo. Per esempio, una persona che teme Dio e quindi paga sempre l’IVA è considerata stolta dal mondo. Invece, noi dobbiamo onorarla perché teme Dio e perciò mostra vera saggezza.

Onorare qualcuno inizia dal nostro cuore ma ha anche delle ripercussioni sul nostro modo di parlare di quella persona e con quella persona. Probabilmente, il modo in cui si onora maggiormente qualcuno è imitandolo. Il modo di onorare di più Gesù Cristo è nel modellare il nostro comportamento sul suo esempio. Onoriamo coloro che temono veramente Dio, e consideriamo spregevole ogni peccato! Questo è un frutto della vera salvezza. Solo se viviamo così possiamo dimorare in Cristo.

v.4 b; mantiene la parola

Il v. 4 continua menzionando un’altra qualità che serve avere per poter dimorare in Cristo. Dichiara:

“... anche se ha giurato a suo danno, egli non ritratta;” (Sal 15:4 LND)

Per dimorare in Cristo, dobbiamo sempre mantenere la nostra parola, anche se questo ci reca un danno.

Nel NT, impariamo che non dovremmo giurare, ma che il nostro sì deve essere “sì” e che il nostro “no” deve essere “no”. Quando un vero credente dà la sua parola, anche se gli costa caro mantenerla, egli è pronto a pagarne il prezzo, e la mantiene.

Se uno si impegna in un certo affare,, per esempio, accordandosi con qualcuno di vendergli la macchina ad un determinato prezzo, ma poi scopre che essa vale di più, poiché ha dato la sua parola, dovrebbe mantenerla. Se dice di fare un lavoro per un certo prezzo, lo fa in base a ciò che è stato concordato, anche se perde soldi.

Chiaramente, alla luce di tutto ciò, dobbiamo soppesare bene le nostre parole prima di parlare. Un credente dovrebbe valutare bene i vari impegni che già ha prima di dare la sua parola. Poi, una volta data la sua parola, dovrebbe mantenerla. Mantenere la parola, anche quando questo ci costa, è un frutto della vera salvezza, ed è un impegno necessario per poter dimorare in Cristo. Tu, vivi così?

il v.5: non sfrutta gli altri

Il v.5 continua descrivendo altri frutti che saranno presenti nella vita di coloro che possono dimorare in Cristo. Vi leggo la prima parte.

“non dà il suo denaro ad usura e non accetta doni contro l’innocente.” (Sal 15:5 LND)

Per dimorare in Cristo, non bisogna prestare ad usura, ovvero, non bisogna sfruttare gli altri.

“Prestare ad usura” vuol dire prestare ad un alto tasso di interesse. Per esempio, se una persona si trova in un grande bisogno economico, e rischia di perdere la casa o la macchina, prestarle dei soldi ad un alto tasso di interesse equivarrebbe a prestarle denaro ad usura, il che sarebbe inoltre un modo di approfittarsi del suo momento difficile Non bisogna mai fare questo.

Però, il principio esposto qua va oltre il solo prestare soldi ad un alto tasso di interesse. Il principio è che un vero credente non si approfitta mai quando qualcuno si trova in una situazione difficile e ha bisogno di aiuto. Ad esempio, se qualcuno è molto bisognoso, e il suo datore di lavoro gli dà una paga minore rispetto al dovuto, perché sa che quell'uomo non ha altre possibilità lavorative, quel padrone commette un tipo di peccato simile al prestito ad usura.

Anche cercare di svolgere meno lavoro degli altri costituisce un peccato dello stesso genere, che è proprio l'opposto dell'amare il prossimo come se stessi.

Per poter dimorare in Cristo, non dobbiamo fare le cose per interesse. Non dobbiamo in alcun modo cercare di sfruttare gli altri per il nostro bene. Se ti ritrovi ad agire così, confessa e abbandona questo peccato.

Non accetta doni contro l'innocente

Questo versetto menziona un altro comportamento che ci ostacola dal dimorare in Cristo. Per dimorare in Cristo, non bisogna mai accettare doni contro l'innocente. In altre parole, non bisogna mai usare un metro preferenziale con qualcuno, sperando di ottenere qualcosa. Non bisogna mai trascurare di fare la cosa giusta per motivo di interesse.

Il concetto di regalo non si limita ad un regalo materiale. Per esempio, se acconsentiamo a chiudere un occhio sul comportamento sbagliato di qualcuno, sperando che colui che sbaglia ci aiuterà a raggiungere un nostro traguardo, è come se stessimo accettando un regalo a danno dell’innocente, perché se una persona ha un comportamento sbagliato, danneggia le persone intorno a sé.

Oppure, se qualcuno parla bene di me, in un modo esagerato, al punto di far sembrare che io abbia un merito che in realtà spetta ad un'altra persona, se io non dico niente, sto accettando un regalo (la lode) a danno di un innocente. Anche questo è un altro esempio di quel peccato.

Lo stesso principio riguarda tante altre situazioni. Un vero credente non deve mai applicare misure di favoritismo verso qualcuno. Deve trattare tutti in modo equo. In Giacomo, leggiamo di una chiesa che trattava con riguardo il ricco che vi entrava, mentre trattava male il povero. Anche questo è un altro esempio del peccato descritto nel versetto che stiamo analizzando. Non possiamo dimorare in Cristo se viviamo così.

A questo punto, vorrei solo fare un commento importante per non trasmettere un’idea sbagliata. Abolire il favoritismo non implica che non possiamo fare per una persona qualcosa che invece non facciamo per altri, sempre che a motivarci non sia l'interesse. Un genitore non deve comprare esattamente le stesse cose per tutti i figli, ma è libero di acquistarle in base al bisogno di ciascuno. Ed è la stessa cosa per quanto riguarda il tempo che si dedica a ciascuno. Può variare, in base al bisogno. Se un credente vuole regalare qualcosa ad un altro credente, come atto di amicizia, o di apprezzamento, non è necessario dare un regalo anche a tutti gli altri credenti nella chiesa. Il senso del versetto è che non bisogna fare cose per interesse, le quali potrebbero inoltre danneggiare in qualche modo gli altri.

Chi si comporta così non sarà mai smosso

Davide conclude questo Salmo con una verità meravigliosa, alla fine del v.5:

“Chi fa queste cose non sarà mai smosso.” (Sal 15:5)

Chi si comporta nel modo descritto in questo Salmo non sarà mai smosso. Non sarà mai scosso nelle tempeste della vita, perché dimorerà in Cristo Gesù tutti i giorni, e starà al sicuro in ogni situazione difficile e in ogni prova della vita.

Quindi, viviamo così!

Per vivere così, prima di tutto, è necessario essere veramente salvati. Solamente se siamo coperti con la giustizia di Cristo e abbiamo un nuovo cuore, possiamo camminare in santità. Quindi, per vivere così, abbiamo bisogno di Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e come nostra giustizia.

Se si ha Gesù Cristo come Salvatore, bisogna vivere così, e camminare in giustizia. Notate che il v.5 dichiara: “chi fa queste cose non sarà mai smosso.” Non dice: “chi pensa così, o chi crede questo insegnamento”. Tante persone che dichiarano di essere figli di Dio parlano bene, ma il loro comportamento non rispecchia le loro parole. Solo chi FA queste cose, ovvero, chi VIVE così non sarà mai smosso. È il nostro comportamento che dimostra veramente la condizione del nostro cuore.

Solamente chi VIVE in base agli insegnamenti della Bibbia dimostra un chiaro frutto della vera salvezza, e può dimorare in Cristo. Chi VIVE veramente così non sarà mai smosso.

Non essere mai smosso è qualcosa di meraviglioso. Vuol dire che nessuna tempesta della vita farà cadere quella persona. Camminerà nel fuoco delle prove, ma non sarà consumata. Dio sarà con lei in ogni momento della vita, in ogni prova, in ogni difficoltà. Questo è il risultato del dimorare in Cristo.

Però, non solo quella persona non sarà smossa durante le prove della vita, ma nemmeno al giorno del giudizio, lo sarà. Potrà restare in piedi, perché il suo nome sarà trovato scritto nel libro della vita.

Inoltre, dimorando in Cristo, porterà molto frutto, un frutto che durerà per tutta l'eternità.

Che stoltezza non riconoscere, confessare e abbandonare i nostri peccati! Che benedizione, invece, per chi lo fa tutti i giorni!

Allora, alla luce di tutto questo, chiedo a ciascuno di voi:

Prima di tutto: tu hai Gesù Cristo come Signore e Salvatore? Ti sei aggrappato a Lui per la tua salvezza? Se no, cercaLo oggi, mentre c'è tempo. CercaLo con tutto il tuo cuore.

Se tu hai Gesù Cristo come Signore e Salvatore, stai dimorando in Cristo? Questo Salmo ci spiega che possiamo dimorare in Cristo solamente se viviamo come viene descritto qua. Vivi così? Stai riconoscendo i tuoi peccati?

Stai camminando in santità, stai parlando con verità? Stai evitando di parlare con cattiveria? Stai cercando il bene degli altri, iniziando con quelli di casa tua, anziché cercare i tuoi interessi a danno degli altri? Stai vedendo il peccato come peccato, e onorando chi teme Dio?

Esaminatevi: ogni volta che riconoscete un peccato, confessatelo subito, e tornate a camminare nella via giusta, in modo da dimorare in Cristo, e godere i meravigliosi benefici della salvezza.

Quindi, se tu ti chiami figlio di Dio, impegnati, con tutto il tuo cuore, a vivere secondo le verità di questo Salmo, trovando in Dio la forza per conformarti alle sue verità. Ravvediti da qualunque cosa che non è conforme alla santità di Dio.

Ringraziamo Dio per il privilegio di camminare nella verità! Camminiamo in un modo degno della nostra vocazione!