Aiuto Biblico

Salmo 51 --- il vero ravvedimento

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 7 febbraio, 2010
parole chiave: perdono, confessione, ravvedimento, pentimento.

Audio:

Quando cadi in qualche brutto peccato e arrivi a confessarlo a Dio con cuore afflitto, hai poi voglia di parlarne con altre persone?

Di natura, non vogliamo parlare delle nostre cadute. Questo è generalmente dovuto al nostro orgoglio, che vuole che gli altri ci vedano migliori di quello che siamo. Però, il cuore veramente ravveduto e umile è pronto a parlare delle sue cadute e del perdono di Dio. Nel salmo 51, Dio guidò Davide a parlare della sua caduta peggiore e del suo ravvedimento. Questo salmo è scritto per tutti, pur essendo strettamente personale, e ciò perché serve a tutti; serve a me e serve a te. Esso ci fa capire meglio il vero ravvedimento. Prego che possiamo anche noi avere il cuore che Davide esprime in questo suo scritto. Leggiamo assieme il salmo 51, cominciando con il v.1:

“1 «Al maestro del coro. Salmo di Davide, quando il profeta Nathan venne a lui, dopo che egli aveva peccato con Bathsceba.»

Tanti considerano questo come il salmo più sentito, che si applica ad ogni persona e che rivela la gravità del nostro peccato. Lo Spirito Santo ci dà questo salmo perché ogni persona ha bisogno di avere questo tipo di cuore per poter ottenere il perdono da Dio dopo aver peccato. Il perdono è un dono gratuito per chi si ravvede di cuore. Non basta solo chiedere perdono in modo formale, Dio vuole un cuore rotto, come il cuore che vediamo in questo salmo. Dio vuole che abbiamo un cuore come il cuore che troviamo qui in Davide. Quindi, questo salmo serve a me e a te.

Perciò, mentre iniziamo a considerare questo salmo, faccio una domanda a ciascuno di voi: TU hai questo cuore? Finché non hai questo cuore quando pecchi, non conoscerai il perdono di Dio.

Che Dio ci guidi mentre consideriamo questo salmo!

Davide inizia chiedendo pietà, non giustizia.

Il salmo stesso inizia con le parole “abbi pietà”. Leggo il v.1:

Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti.

Davide inizia rivolgendosi a Dio, chiedendo pietà, in base alla compassione di Dio.

Non dice “mio Dio”, ma solamente “o Dio”, perché sa che il suo peccato è così grave che non osa identificarsi con Dio.

L'atteggiamento di Davide è simile a quello che leggiamo nella parabola che si trova in Luca 18, parabola nella quale Gesù parla di due uomini che sono andati a pregare nel tempio. Notate quello che Gesù dice del pubblicano che era veramente ravveduto per il suo peccato:

“Il pubblicano invece, stando lontano, non ardiva neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: "O Dio, sii placato verso me peccatore,"” (Luca 18:13 LND).

Quell'uomo, pur essendo giudeo, non osava nemmeno guardare verso il cielo, per quanto era aggravato, sapendo di essere terribilmente colpevole davanti a Dio.

E lo stesso si può dire riguardo a Davide in questo salmo. Davide si presenta davanti a Dio veramente umile, sapendo di non meritare nulla da Dio. Quindi, guarda alla benignità e alla compassione di Dio, desiderando solamente pietà da parte Sua.

Davide capiva che è solamente in base alla compassione di Dio che possiamo chiedere perdono e che non lo meritiamo in alcun modo.

Questo è perché il peccato è infinitamente terribile agli occhi di Dio. Per capire meglio la gravità del peccato, dobbiamo capire di più della santità di Dio. Il nostro peccato è un'infinita offesa contro l'infinita santità di Dio. Meritiamo chiaramente la punizione eterna! Noi non abbiamo nulla da offrire a Dio se non solo il nostro peccato e, quindi, l'unico modo di ottenere perdono è per mezzo della pietà e della compassione di Dio.

Ed è così che Davide si rivolge a Dio. Davide chiede a Dio, in base al Suo carattere, di cancellare i suoi misfatti. Visto che non usiamo spesso la parola misfatti, forse non la conoscete bene. Secondo il vocabolario, la parola misfatto identifica“un'azione gravemente delittuosa” ed anche “un delitto, un crimine, una scelleratezza”. Perciò, essa rappresenta qualcosa di estremamente grave! Davide chiede a Dio di cancellare le cose terribili che aveva fatto. Davide sa che, se dovesse arrivare al giudizio di Dio con questi misfatti ancora sul Suo registro, non avrebbe alcuna speranza. Notate anche che Davide identifica questi misfatti come i suoi misfatti. Egli chiede a Dio: “cancella i miei misfatti!”.

Quanto è diverso questo modo di parlare di Davide da come Adamo rispose a Dio quando Egli gli chiese riguardo al suo peccato per aver mangiato il frutto proibito. Adamo cercava di giustificarsi scaricando la sua colpa su Eva la quale, a sua volta, la scaricò sul serpente. Invece Davide attribuisce quello che ha fatto solamente a se stesso! Egli riconosce di essere pienamente colpevole per i suoi peccati ed egli vuole che siano perdonati e così cancellati.

Tu hai questo tipo di cuore per quanto riguarda i tuoi peccati? Riconosci che la colpa è tutta tua?

Ciò che Davide chiede

Andando avanti, nel versetto 2, Davide chiede a Dio di lavarlo e purificarlo. Leggo il v.2:

2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato.

Chiedendo di essere lavato e purificato, Davide riconosce che è contaminato dal suo peccato. Sa che il suo cuore è macchiato dal suo peccato. È estremamente aggravato da questa macchia e sa che essa lo separa da Dio.

Quando tu hai peccato, sentì così il peso del tuo peccato? Riconosci che l'anima tua è macchiata? Vuoi, più di qualsiasi altra cosa, essere lavato e purificato dal tuo peccato? Chi ha questo tipo di cuore conoscerà il perdono di Dio. Questo è il cuore che sarà lavato!

Davide non pensa che al suo peccato

Ora, passando ai versetti 3-6, arriviamo ad una delle descrizioni più chiare presenti in tutta la Bibbia di che cosa vuol dire essere veramente ravveduto per un peccato. Qui vediamo la condizione del cuore di Davide che dimostra quanto è veramente pentito e ravveduto. Vedrete che Davide è schiacciato dal peso del suo peccato e non riesce a pensare ad altro. Leggo i vv. 3-6:

3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi. 5 Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato. 6 Ma a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore.

Davide dichiara: “riconosco i miei misfatti”. Abbiamo già visto che la parola misfatti sta ad indicare un grave delitto. Davide riconosce a fondo la gravità del suo peccato!

Poi dichiara: “il mio peccato mi sta sempre davanti”. Davide non poteva pensare ad altro, se non alla sua colpa davanti a Dio, al suo peccato davanti ad un Dio santo. Non aveva alcuna pace nella sua anima perché era afflitto dal suo peccato e dalla separazione che esso provocava fra lui e Dio. Il suo peccato era sempre davanti a lui.

Notate, nel versetto 4, che Davide dichiara “ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi”. Davide capiva che il suo peccato era contro Dio! Dobbiamo capire che, prima di ogni cosa, il nostro peccato è sempre contro Dio. Anche quando pecchiamo contro qualcun altro, lo facciamo anzitutto e sempre contro Dio, perché il peccato è disubbidienza alla legge stabilita da Dio.

Davide aveva fatto ciò che è male agli occhi di Dio perché Davide aveva peccato proprio nella presenza di Dio! Spesso a noi sembra che pecchiamo di nascosto. E può darsi che qualche nostro peccato è nascosto agli altri uomini, ma nulla è nascosto a Dio. Ogni volta che pecchiamo, anche se siamo nascosti in un luogo segreto agli altri, siamo pienamente visti da Dio e il nostro peccato è proprio davanti a Lui. I Suoi occhi vedono chiaramente ogni dettaglio di ogni nostro peccato. Leggiamo di questo in Ebrei 4:13:

“E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.” (Ebrei 4:13 LND).

Pertanto ogni nostro peccato è commesso davanti agli occhi di Dio. Davide capiva questo e perciò dichiara: “ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi”.

Ogni peccato nostro è un terribile disprezzo nei confronti di Dio. Alla luce della santità di Dio, alla luce del fatto che siamo le Sue creature e dipendiamo da Lui per ogni respiro, ragion per cui Egli merita assolutamente tutto da noi, ogni nostro peccato è un grave disprezzo nei Suoi confronti!

Infatti, Dio è giusto quando parla contro il nostro peccato, è retto quando ci giudica e quando ci condanna, perché meritiamo la condanna ed una punizione eterna.

Il problema del peccato non è principalmente il male che ci provoca in questa vita, quanto piuttosto il fatto che esso rappresenta un'offesa a Dio! Questa è la verità che Davide comprendeva e questa è la verità che dobbiamo capire noi per essere veramente ravveduti.

Davide sapeva che era peccatore.

Nel versetto 5, Davide riconosce che il peccato fa parte di ciò che lui è! Egli peccava, non perché le circostanze lo facevano peccare, ma perché il peccato faceva parte di lui. Leggo ancora il v.5:.

“Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato.” (Salmo 51:5 LND).

i Davide riconosce apertamente che è peccatore dal suo concepimento. Non è nato puro per poi essere stato influenzato male dal mondo, bensì il peccato viene trasmesso da generazione a generazioni. Infatti, la Bibbia dichiara chiaramente che, da Adamo, il peccato si è esteso su tutti gli uomini, perché Adamo è l'antenato di tutti. Leggo Romani 5:12-13:

“12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato; 13 perché, fino a che fu promulgata la legge, il peccato era nel mondo; ora il peccato non è imputato se non vi è legge;” (Romani 5:12-13 LND).

Da Adamo, cioè da un solo uomo, il peccato è entrato nel mondo, si è esteso a tutti gli uomini e viene trasmesso da generazione a generazione. L'unico uomo che è nato puro e senza peccato è Gesù Cristo, nato da Maria quando lei era ancora vergine. Solo Gesù non era peccatore di natura. Davide riconosceva di essere un peccatore di natura. Pertanto egli non era peccatore perché peccava, bensì peccava perché era un peccatore.

Quant'è drasticamente diversa la realtà dei fatti da quella che noi facciamo così spesso comprendere quando cerchiamo di scusare il nostro peccato facendo sembrare che esso è avvenuto a causa di qualche fattore esterno a noi. Infatti, quando confessiamo i nostri peccati, qualunque volta che noi aggiungiamo i motivi per cui abbiamo peccato, motivi che si trovano al di fuori del nostro cuore, stiamo volendo dire che il nostro peccato non è venuto veramente dal nostro cuore. Fare così non è confessare il peccato e ci ostacola dall'ottenere il perdono di cui abbiamo bisogno.

Ciò che ci serve è fare come Davide e riconoscere che noi pecchiamo perché siamo peccatori!

Ciò che Dio vuole

Nel versetto 6, Davide dichiara ciò che piace a Dio. Leggo questo versetto:

“Ma a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore.” (Salmo 51:6 LND).

A Dio piace la verità, che risiede nell'intimo, al posto del peccato.

Gli uomini guardano all'esterno, guardano a come uno si comporta esternamente fermandosi spesso all'apparenza delle cose. Al contrario, Dio guarda soprattutto al cuore. Dio vuole un cuore puro, Dio vuole un cuore attaccato alla Sua verità anziché alla menzogna del peccato.

Qui Davide sta riconoscendo che, quando aveva peccato, la condizione del suo cuore era opposta a quella che Dio voleva. Perciò, anche con questa dichiarazione, Davide sta vedendo e manifestando la gravità del suo peccato e quanto esso andava contro la persona di Dio. Egli vuole che Dio lo ammaestri alla sapienza nel segreto del cuore. In altre parole, Davide voleva vedere se stesso secondo il metro di Dio e non secondo il metro umano.

Solo Dio può purificare

Avendo riconosciuto la gravità del suo peccato, essendo estremamente aggravato per quanto aveva peccato contro Dio al punto che il suo peccato era sempre davanti ai suoi occhi, Davide ora si rivolge a Dio nella sua preghiera, con una richiesta che viene dal profondo del suo cuore.

Nel v. 1, Davide aveva già chiesto a Dio di cancellare i suoi misfatti. La richiesta di Davide nel v.7 dimostra il suo cuore: egli non vuole solo il perdono da Dio ma, ancora di più, vuole essere purificato, come ha già detto nel versetto 1.Uno potrebbe desiderare il perdono solo perché non vuole pagare la condanna per il peccato. Invece, Davide vuole essere purificato perché vuole godere della comunione con Dio.

Dio è Santo e solamente se abbiamo un cuore purificato e siamo lavati, tutto per opera di Dio, possiamo avere comunione con Dio. Il v.7 dimostra che Davide voleva essere puro:

7 Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve.

Davide voleva essere purificato per poter stare in comunione con Dio, in quanto solamente così poteva avere la gioia che si trova solamente in Dio. Leggo anche i versetti 8 e 9:

8 Fammi sentire gioia e allegrezza, fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino. 9 Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità.

Davide vuole che Dio nasconda la sua faccia dai suoi peccati. In altre parole, vuole che i suoi peccati siano pagati e coperti al punto che non sono più visibili a Dio, perché così Dio può di nuovo guardare a Davide con favore e questi può avere comunione con Lui. Questo è quello che Davide desidera!

Allora chiedo a ciascuno di voi: quando tu hai peccato, quanto ti grava il fatto che non hai comunione con Dio? È un peso insopportabile? Il tuo cuore è afflitto perché non puoi godere la presenza di Dio nella tua vita? Questo è il frutto del vero ravvedimento!

Andando avanti nei versetti 10-12, vediamo che questo è proprio il cuore di Davide. Leggo:

10 O DIO crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. 11 Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso.

Davide desidera e chiede a Dio un cuore puro e uno spirito saldo per non essere rigettato dalla presenza di Dio. Davide vuole che lo Spirito Santo sia in Lui.

Chiedo di nuovo a ciascuno di voi: tu hai questo tipo di cuore? Desideri sopra ogni altra cosa di stare nella presenza di Dio? Avere questo cuore cambia drasticamente il modo in cui chiedi a Dio perdono e per che cosa preghi quando hai peccato.

Gratitudine per il perdono che arriverà ed
impegno per la gloria di Dio

A questo punto, Davide guarda avanti e, per fede, riconosce il perdono che riceverà da Dio. Nei versetti 13-15, Davide parla di quello che vuole fare quando avrà ottenuto il perdono da parte di Dio e sarà di nuovo in comunione con Dio. Notate che il desiderio del suo cuore non è di avere benefici per se stesso, ma piuttosto che Dio sia conosciuto e glorificato. Leggo i versetti 13-15:

13 Allora insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te. 14 Liberami dal sangue versato, o DIO, DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia. 15 O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode.

Qui Davide descrive quello che farà, pensando già al perdono che avrà da Dio, confidando nella compassione di Dio. Davide sa che Dio è pronto a perdonare chi veramente ha il cuore rotto e perciò Davide già pensa a come vivrà.

Egli insegnerà le vie dell'Eterno ai trasgressori! Davide, che conosce molto bene cosa vuol dire essere un trasgressore, è pronto a parlare con altri trasgressori delle vie dell'Eterno, per aiutarli a vedere la gravità del peccato, affinché anche loro possano ravvedersi.

Infatti Davide ha fede che i peccatori si convertiranno a Dio quando la Verità sarà loro proclamata. Egli desidera profondamente che più persone possibili si convertano a Dio.

Questo è il tuo desiderio? Riconoscendo la grandezza del tuo perdono, quanto ti impegni ad insegnare le vie di Dio ad altri peccatori? Quando comprendiamo quanto è terribile il nostro peccato e, da quello, cominciamo a capire quanto è grande il perdono, è naturale che vogliamo insegnare queste verità agli altri. Il tuo cuore è così? Se non lo è, forse è perché non hai ancora compreso veramente la gravità del tuo peccato!

Nel v.14, Davide dichiara che, una volta liberato dal sangue che aveva versato, celebrerà con giubilo la giustizia di Dio. Quando tu capisci davvero quanto è grave il peccato e arrivi ad esserne realmente ravveduto, allora comprendi di più dell'immensità del perdono e ti sarà naturale celebrare con giubilo la grande giustizia di Dio che ha reso giusto il tuo cuore.

Ecco perché dobbiamo entrare nei cortili di Dio con celebrazioni e ringraziamenti!

A questo punto è giusto per ciascuno chiedersi: io celebro con giubilo la giustizia di Dio? Io ho grande gioia nel mio perdono?

Se non hai grande gioia nel perdono di Dio, forse è perché, finora, non hai avuto un cuore veramente ravveduto.

Tornando a Davide, nel v.15, egli dichiara:

15 O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode.

Davide vuole proclamare la lode dell'Eterno, ma riconosce che può farlo solamente se Dio apre le sue labbra. Non possiamo fare nulla di veramente buono da soli.

Alla luce di questo, chiedo a ciascuno: ti rendi conto che dipendi da Dio per tutto quello che riesci a fare? Riconosci che per fare qualsiasi cosa con valore eterno, occorre che Dio stia all'opera in te? Perciò, quando ti metti a fare qualcosa per Dio, un'opera buona, evangelizzare, dare una parola di esortazione o di incoraggiamento come faceva Davide, anche tu preghi e chiedi a Dio di aprirti le labbra e darti la forza?

Non pregare questo vuol dire non tenere veramente a mente quanto dipendiamo da Dio. O che possiamo crescere nel capire che dipendiamo da Dio per ogni opera che facciamo e che ha un vero valore! O che possiamo avere il cuore di Davide e desiderare profondamente di proclamare la lode di Dio ad altri, guardando a Dio per la forza di farlo!

Ciò che Dio vuole

Arriviamo ora ai versetti 16-19, in cui Davide proclama l'essenza della salvezza, cioè che l'uomo non può fare nulla per meritarla e che il perdono e quindi la salvezza stessa sono un dono di Dio dal Lui fatto con grazia, cioè senza merito alcuno da parte di chi lo riceve. Leggo i vv.16-17:

16 Tu infatti non prendi piacere nel sacrificio altrimenti te l’offrirei, né gradisci l’olocausto. 17 I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO tu non disprezzi il cuore rotto e contrito. 18 Fa’ del bene a Sion per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. 19 Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente, allora si offriranno torelli sul tuo altare.”.

Dio non prende piacere nel sacrificio. In altre parole, noi non possiamo fare alcun sacrificio per pagare la condanna del nostro peccato. Infatti, quando abbiamo peccato, la nostra condizione davanti a Dio è così grave che, se dovessimo tentare di togliere la nostra colpa con un sacrificio fatto da noi, sarebbe una grande offesa a Dio. Sarebbe un disprezzo alla Sua Santità, come se un semplice sacrificio potrebbe placare la Sua giusta ira contro il nostro peccato.

No, Dio non prende nessun piacere in alcun sacrificio che potremmo fare noi per cercare in qualche modo di pagare il nostro peccato. Il salario del peccato è la morte, la separazione da Dio. Se noi cercassimo di offrire qualche sacrificio, ciò implicherebbe che il nostro peccato non è così grave. Al contrario, invece, esso è gravissimo!

Ciò che Dio vuole non è qualche sacrificio che noi potremmo offrire per cancellare il nostro peccato, piuttosto, Egli vuole uno spirito rotto ed un cuore rotto e contrito.

In altre parole, l'unico sacrificio che Dio vuole da noi è lo stesso cuore che Davide dimostra di avere in questo salmo. Dio vuole un cuore che riconosce la gravità del peccato, al punto che quel cuore è terribilmente aggravato dal proprio peccato. Dio vuole un cuore che riconosce che il peccato è contro Dio, contro Dio solo. Egli vuole un cuore che è così aggravato da non poter pensare ad altro che all'essere liberato dal peccato.

Questo è ciò che Dio desidera da noi quando abbiamo peccato. Allora, chiedo a ciascuno di voi: che cosa offri tu a Dio quando hai peccato? Cerchi di camminare meglio e di fare qualche opera buona in più? Se fai così, sappi che, anziché migliorare la situazione, stai disprezzando la santità di Dio.

No, non è così che dobbiamo comportarci quando abbiamo peccato! Non dobbiamo cercare di essere più buoni e magari fare più cose per Dio, perfino sacrificarci per Lui. Piuttosto, dobbiamo avere un cuore rotto ed essere veramente afflitti a causa del nostro peccato. Quello è il sacrificio che Dio gradisce!

Quando abbiamo un cuore così, un cuore rotto, un cuore contrito, allora Dio applica il sacrificio di Gesù Cristo al nostro peccato e ci perdona. Allora Dio ci tratta con compassione e, per mezzo di Gesù Cristo, ci perdona e ci purifica.

Nei versetti 18 e 19, Davide si rivolge di nuovo a Dio, fidandosi della Sua benevolenza. Quello che chiediamo a Dio, lo chiediamo e lo dobbiamo sempre chiedere in base al Suo carattere. Leggo questi versi:

“18 Fa’ del bene a Sion per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. 19 Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente, allora si offriranno torelli sul tuo altare.” (Salmo 51:18-19 LND).

In tutto questo salmo, Davide si rivolge a Dio in base ai Suoi attributi e, in particolare, qui lo fa in base alla benevolenza di Dio. Mai, ma proprio mai dobbiamo rivolgerci a Dio in base a qualche presunto merito nostro. L'unico modo di ottenere favore e grazia da Dio è in base alla Sua bontà, alla Sua compassione e alla Sua misericordia.

Ecco spiegato il perché Davide chiede qui a Dio “fa del bene a Sion per la tua benevolenza; Edifica le mura di Gerusalemme”. Come all'inizio di questo salmo, Davide si sta rivolgendo al cuore di Dio. Davide riconosce il cuore misericordioso di Dio, riconosce che Dio è pieno di benevolenza verso coloro che hanno il cuore rotto e sono umili.

Quando ci presentiamo a Dio, è fondamentale che ci presentiamo a Dio riconoscendo il Suo cuore e tenendo presente che non abbiamo alcun merito nostro.

Vediamo questo principio in tutta la Bibbia. Chi cerca di avvicinarsi a Dio per qualche presunto merito, non arriverà mai a Lui. Chi invece si presenta a Dio, sapendo di dover dipendere totalmente dalla Sua bontà e dalla Sua grazia, sarà accolto. Dobbiamo porre la nostra fede in Dio, non in qualche merito nostro. Leggiamo questo, per esempio, in Ebrei 11:6:

“Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.” (Ebrei 11:6).

Quando ci presentiamo a Dio dobbiamo credere che Egli è il rimuneratore di quelli che Lo cercano. Si cerca Dio con un cuore contrito e rotto, si cerca Dio con umiltà, fidandosi della benevolenza e della compassione di Dio. Chi cerca Dio così, conoscerà il perdono e la benedizione da parte di Dio.

Allora Davide conclude questo salmo dichiarando:

“Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente, allora si offriranno torelli sul tuo altare.” (Salmo 51:19 LND).

Quando siamo stati perdonati, allora possiamo offrire sacrifici a Dio. Questi sacrifici non servono per ottenere il perdono, perdono che possiamo avere solamente in Gesù Cristo, ma servono come sacrifici di lode e di ringraziamento.

In Ebrei 13:15 leggiamo di quello che offriamo a Dio per mezzo di Cristo:

“Per mezzo di lui dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.” (Ebrei 13:15 LND).

Quando siamo stati perdonati, è giusto che la nostra vita sia un sacrificio vivente a Dio. Offriamo noi stessi, tutto quello che siamo, a Dio, come sacrifici viventi. Viviamo totalmente per Dio.

Romani 12:1 parla di questo, descrivendo quello che è il nostro servizio accettevole a Dio, alla luce della grande misericordia che abbiamo ricevuto nel perdono e nella giustificazione per la fede in Gesù Cristo. Leggo Romani 12:1:

“1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio.” (Romani 12:1 LND).

Il nostro servizio ragionevole a Dio, alla luce delle compassione di Dio, è di presentare i nostri corpi, cioè tutto quello che siamo, come sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio.

Quindi, per chi ha ottenuto il perdono, l'unica vita giusta è quella di vivere totalmente per la gloria di Dio. Questa è la vita di chi è veramente ravveduto.

Applicazioni

Alla luce di tutto questo, è giusto per ciascuno di noi valutare la propria condizione davanti a Dio. Questo salmo ci insegna come vivere quando cadiamo nel peccato.

Ricordiamoci che Davide si è ravveduto dopo la nascita del figlio che era frutto del suo adulterio. Quindi erano passati almeno 9 mesi, forse uno o due anni. Davide aveva vissuto tutto quel tempo senza essere ravveduto, ovvero cercando di non pensare al suo peccato. Però non aveva pace nel cuore, non aveva la gioia della sua salvezza.

Tu hai qualche peccato che, come Davide prima di confessarlo, stai cercando di ignorare? Stai cercando di coprire qualche tuo peccato non pensandoci, oppure cercando di fare grandi sacrifici per il Signore?

Ricordati: l'unico modo di rapportarci con Dio quando abbiamo peccato è con un cuore contrito, un cuore rotto, tenendo sempre presente che il nostro peccato è contro Dio stesso! Il nostro peccato è sempre contro Dio ed è un grande disprezzo alla Sua Santità.

Quindi, quando pecchiamo, preghiamo che Dio ci porti a sentire il pieno peso del nostro peccato. Preghiamo che Dio ci faccia capire che ogni nostro peccato è commesso proprio davanti ai Suoi occhi! Nulla è nascosto a Dio!

Non potremmo mai ottenere il perdono tramite alcun impegno da parte nostra; l'unico perdono è quello che si ottiene per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo, per quel dono che Dio stesso ha provveduto. Solo riconoscendo la gravità del nostro peccato e credendo nel sacrificio di Cristo, possiamo ricevere il perdono e i nostri peccati saranno cancellati. Solo così possiamo avere di nuovo la gioia della nostra salvezza.

Se tu hai davvero un peccato non confessato, con cuore rotto, ti esorto a non rimandare ancora il tuo pentimento e a ravvederti da esso. Riconosci oggi che hai peccato, che hai peccato contro Dio solo, che hai fatto ciò che è male ai Suoi occhi. Riconosci la gravità della tua situazione e prega di avere un cuore come quello di Davide, in modo che potrai conoscere il perdono e la gioia della tua salvezza.

Facciamo assieme questa preghiera: Padre eterno, per la Tua misericordia e compassione, aiutaci a riconoscere i nostri peccati, a confessarli e a ravvederci da essi con un cuore rotto e con uno spirito contrito. Per i meriti di Cristo nel quale riponiamo tutta la nostra fede, perdonaci e purificaci da ogni nostro peccato e dacci la gioia di godere di nuovo di una perfetta e duratura comunione con Te affinché, liberati da ogni colpa e sgravati da ogni peso, possiamo parlare con giubilo della tua giustizia e celebrare le tue lodi. Amen!