Aiuto Biblico

Consolatevi

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 9 ottobre, 2011 ---- cmd na -----
Parole chiave: consolazione, conforto, cura di Dio, i mezzi e le persone tramite cui Dio provvede consolazione.

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Per quanto la vita comprende tante cose belle, essa è pure caratterizzata da tanti dolori che possono veramente affliggere i nostri cuori. Quando siamo afflitti, quando siamo scoraggiati, quando siamo abbattuti, è di grande aiuto che qualcuno ci consoli. Ogni persona ha bisogno di consolazione.

Grazie a Dio, Egli è pronto a consolarci, sia direttamente, sia tramite altri. Lo Spirito Santo è chiamato il Consolatore.

Oggi vogliamo considerare un versetto che ci aiuta a considerare la consolazione che Dio ha stabilito per noi. Trovate con me Isaia 40:1. Questo versetto fa parte di una profezia che Dio ha mandato al Suo popolo quando si trovava in mezzo ad una terribile guerra contro Babilonia. Gli israeliti stavano soffrendo terribilmente e tutto sembrava irrimediabilmente perso. Perciò, le verità in questo versetto valgono per qualsiasi prova in cui ci troviamo. Leggiamo Isaia 40:1.

“"consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro DIO.” (Isaia 40:1 LND)

Anzitutto, notate le due frasi meravigliose contenute in esso. Prima Dio chiama gli israeliti “il mio popolo” e poi, riferendosi a Se stesso, dice “ il vostro Dio”.

Pensate alla ricchezza delle parole “il mio popolo” quando è Dio che le dice! Il significato di queste parole è incredibile! Cioè, tutto il mondo appartiene a Dio, i cieli sono di Dio, come anche i cieli dei cieli, ed Egli regna sopra tutti gli uomini. Eppure, Egli etichetta certi uomini con l'appellativo di "mio popolo". Di loro, Egli parla diversamente da come parla degli altri. Egli ha scelto questo popolo, lo ha comprato a caro prezzo. Riferendosi ad altri uomini, Egli parla di nazioni e popoli, ma di loro dice che sono il Suo popolo. Questo termine ci insegna che siamo il possesso particolare di Dio, proprio come leggiamo in Deuteronomio 32:9:

“poiché la parte dell’Eterno è il suo popolo, Giacobbe è la porzione della sua eredità.” (Deuteronomio 32:9)

Tutte le nazioni della terra sono Sue, però il Suo popolo, scelto da Lui, favorito da Lui, è il Suo possesso in modo speciale. Per loro Egli ha fatto molto di più di quanto ha fatto per gli altri, ovvero li ha comprati con il Suo sangue, li ha avvicinati a Sé, ha fissato il Suo cuore su di loro, li ha amati con un amore eterno, un amore che le grandi acque non possono estinguere e che non diminuirà in tutte le epoche a venire.

Che belle parole, "mio popolo"! Voi che mi ascoltate potete dire per fede che fate parte di quel numero che credono che Dio parla di loro quando dice "il mio popolo"? Potete guardare su nel cielo stanotte e dire: "mio Signore e mio Dio, Tu sei mio in base a quel meraviglioso rapporto che mi permette di chiamarTi Padre, per mezzo di quel rapporto prezioso che ho con Te perché Tu hai scelto di rivelarti a Me in modo diverso di come Ti riveli al mondo?" Potete dire così per fede?

Puoi tu, o credente amato da Dio, riconoscere nel tuo cuore le catene d'amore e il nuovo patto che ti legano a Cristo? Vedi per fede che il Suo sangue è stato sparso per te? Puoi tu, per fede, aggrapparti con umiltà all'orlo del vestito di Gesù e dire: "Mio Cristo"?

Se tu puoi fare queste cose, allora Dio sta parlando anche di te quando dichiara "il Mio popolo", perché, se Dio è il tuo Dio e Cristo è il tuo Cristo, allora il Signore ha un favore particolare e speciale per te; tu sei l'oggetto della Sua scelta, tu sarai accettato per tutta l'eternità nel Suo amato Figlio.

Dio è tanto attento al Suo popolo, cioè a coloro che chiama "Il Mio popolo". Notate che Egli è premuroso non solo a tenerlo in vita, ma a consolarlo. In questo versetto non dichiara: “Fortificate, fortificate il Mio popolo”, non chiede ai Suoi angeli di proteggerli , non comanda ai cieli di far cadere la manna per dargli da mangiare. Certamente, Egli fa anche tutte queste cose e si prende cura di loro in tutte queste cose. Però, in questa occasione, per mostrarci più del Suo cuore, Dio dimostra che non ci cura solo fisicamente, ma ci dà molto di più; Egli dichiara: "Consolate, consolate il Mio popolo”.

Pertanto, Egli non solo si impegna a tenerci in vita protetti da quello che ci farebbe morire prima del momento da Lui stabilito, ma si adopera pure per farci essere un popolo consolato e perciò gioioso! Egli vuole che i nostri cuori siano soddisfatti e vuole darci del Suo amore in abbondanza!

Perciò la Sua cura non riguarda solamente le cose grandi, né tanto meno solo i grandi problemi ed i grandi pericoli, ma riguarda anche le piccole cose. Come buon Padre, Egli manda consolazione a chi ha il cuore abbattuto, manda consolazione a chi è rattristato, manda consolazione a chi è ferito. A ciascuno dei Suoi figli, il Padre celeste dichiara: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio.”

Considerando questo versetto di Isaia 40, voglio soffermarmi su di esso ed evidenziare, per prima cosa, a chi il comandamento in esso contenuto è indirizzato, poi il motivo per cui Dio dà questo comandamento ed, infine, i mezzi che Dio ci dà per poterci consolare.

Per chi è questo comandamento

A chi è indirizzato questo comandamento? Allora, sappiamo che lo Spirito Santo è il Consolatore e che Egli solo può veramente consolare il cuore dei Suoi santi. Però Egli usa degli strumenti per risollevare il cuore di un afflitto e per dare gioia dove prima c'era la disperazione. Perciò consideriamo a chi è indirizzato questo comandamento, perché da questo si evince pure chi sono gli strumenti che lo Spirito Santo usa per consolarci.

Dio usa gli angeli

Non ne parliamo spesso, ma c'è un aspetto di tale consolazione per il quale questo comandamento è indirizzato agli angeli. Noi sappiamo che Satana può metterci pensieri sbagliati in testa e che dobbiamo sempre confrontare i nostri pensieri con la verità. Probabilmente, a far questo, non è Satana stesso, ma spiriti maligni che, come lui, sono angeli che si sono ribellati a Dio. Nello stesso modo che gli angeli di Satana vengono mandati per cercare di sviarci, gli angeli di Dio sono Suoi servi che Lui usa per il nostro bene.

In Ebrei 1:14, parlando degli angeli, leggiamo:

“non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza?” (Ebrei 1:14 LND)

Gli angeli servitori di Dio sono appunto coloro che Egli manda per servire al bene del popolo di Dio. Troviamo vari esempi di questo nella Bibbia. In Genesi 19, angeli hanno portato Lot e la sua famiglia fuori da Sodoma prima che fosse distrutta. In Atti 5, un angelo ha aperto la porta della prigione per liberare Pietro e Giovanni. Ancora, in Atti 12, un angelo libera Pietro dalla prigione. E, in Matteo 4, dopo che Gesù aveva passato 40 giorni nel deserto per essere tentato, gli angeli sono andati presso di Lui per servirLo.

In Ebrei 13:2 leggiamo:

“non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli.” (Ebrei 13:2 LND)

Anche se noi non dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sugli angeli, è giusto sapere che essi sono servi di Dio che Egli usa per curarci. E, quindi, come degli spiriti cattivi possono mettere pensieri sbagliati nella nostra mente, immagino che Dio si serva degli angeli per sussurrarci parole di consolazione e conforto nei momenti di bisogno. Ci sono tanti esempi della Bibbia dove gli angeli sono usati da Dio per curare il Suo popolo. Solitamente la loro opera è invisibile, ma non per questo è meno importante. Quindi, questo comandamento di consolare il popolo di Dio è probabilmente indirizzato, per lo meno in parte, agli angeli.

Dio usa i pastori

Tuttavia, il comandamento di cui stiamo parlando è indirizzato molto di più ed in modo particolare ai servitori di Dio, agli uomini stabiliti per curare le chiese di Gesù Cristo, i pastori. La parola angelo vuol dire messaggero ed anche i pastori sono messaggeri di Dio, con la responsabilità di annunciare le verità di Dio al Suo popolo . Dio usa le Sue verità per consolare ed incoraggiare il Suo popolo. Quindi, è importantissimo che i pastori proclamino la Parola di Dio secondo il bisogno.

È responsabilità dei pastori di rimproverare, ammonire, esortare ed insegnare. Ma è anche loro responsabilità quella di consolare. Ogni pastore ha bisogno di chiedere a Dio di dargli dello Spirito Santo, affinché possa esserne ripieno per poter consolare. Non abbiamo in noi stessi la capacità di poter consolare gli altri. Però, quando attingiamo dalla fonte della verità guidati dallo Spirito Santo, veniamo messi in grado di dare grande consolazione ai santi che possono trovarsi nelle più svariate difficoltà e che stanno attraversando momenti difficili.

Che bello quando i santi vengono al culto con tutti i pesi della settimana, pronti a sentire le parole che saranno proclamate, parole di verità che possono consolare il cuore afflitto! Che bello quando i credenti possono vedere il culto come un tempo speciale, un tempo che aspettano con gioia tutta la settimana, sapendo che sarà un momento in cui possono sentire di più della verità di Dio, parole che, di certo, non sentono nel mondo!

Quello che può consolare il cuore non è una bella predica fatta con eloquenza, non è una sala bella e ben allestita, ma sono le verità di Dio, verità che sono efficaci per ogni bisogno anche se vengono proclamate con un parlare semplice. La vera consolazione viene dalle verità di Dio e non dalle capacità umane di supplire e porre rimedio ai bisogni interiori dell'uomo. Preghiamo per i nostri pastori affinché possano essere fedeli nel proclamare la Parola e che possano farlo guidati dalla potenza dello Spirito Santo!

Dio usa tutti i credenti

Però, Dio non si serve solamente dei pastori per consolare i santi, Dio usa tutti i credenti per consolare chi ha bisogno di consolazione! Il versetto in Isaia, come tanti altri brani della Bibbia, è indirizzato a tutto il popolo di Dio. Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio! Noi tutti che siamo salvati dobbiamo impegnarci a consolarci gli uni gli altri.

Qual è quel credente che non ha gustato della grazia e della bontà che vengono dal cuore di Dio? Allora, quel credente ha da Dio la capacità di poter consolare anche gli altri.

Anche un credente che si trova in mezzo a prove profonde, quando viene consolato da Dio, da qualunque fonte da Lui usata provenga quella consolazione, può consolare anche altri. Anzi, a volte, Dio si serve delle prove che permette nostra vita affinché, dopo averle noi affrontate ed avendo ricevuto da Lui la consolazione necessaria, possiamo a nostra volta consolare chi, al tempo presente, sta affrontando analoghe e simili difficoltà. Sta infatti scritto:

3 Benedetto sia Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione. 5 Poiché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda pure la nostra consolazione. 6 Ora se siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione e salvezza, che operano efficacemente nel sostenere le medesime sofferenze che patiamo anche noi. 7 La nostra speranza a vostro riguardo è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, così sarete anche partecipi della consolazione. (2 Corinzi 1:3-7)


Quando tu, o credente, sei pieno di gioia, sappi che c'è chi è triste ed ha bisogno di quello che tu hai. Quando la tua coppa trabocca, cerca qualcuno con una coppa vuota, che può prendere da ciò che trabocca dalla tua. Quando tu sei allegro, cerca uno che piange e lasciagli gustare la tua allegrezza o siediti accanto a lui e parla della gioia che si trova in Cristo. Forse lo Spirito Santo userà le tue parole per incoraggiare e consolare il suo cuore.

Però, forse tu mi dirai che in questo momento sei debole, forse proprio tu adesso sei rattristato; allora cosa devi fare? Presentati al grande Consolatore, chiedi a Lui di alleggerire il tuo peso e poi vai a consolare altri.

I migliori consolatori sono coloro che erano per un tempo senza consolazione. Se io fossi senza casa e povero, non cercherei conforto da uno che è sempre stato ricco da quand'era piccolo. Piuttosto, cercherei uno che conosceva la povertà e che, per la provvidenza di Dio, è riuscito ad arrivare a stare meglio. Vedrei un individuo del genere molto più capace ad avere un cuore per me e la capacità di consolarmi.

Tu che stai passando una valle difficile di tenebre, canta di cuore al Signore, attingi dalle parole del Salmo 23 riconoscendo la cura di Dio e può darsi che qualche fratello che sta attraversando anche lui una valle di tenebre sentirà il tuo canto e ne sarà consolato ed incoraggiato.

Ogniqualvolta tu ricevi qualsiasi bene da Dio, cerca di trasmettere quel bene anche ad altri. Quando hai pace nel tuo cuore, spiega agli altri come hai trovato quella pace in Dio. Quando hai gioia, parla con gli altri per spiegare da dove viene la tua gioia. Allora adempirai questo comandamento di Dio che ci comanda: “Consolate, consolate il Mio popolo, dice il vostro Dio!”.

Quindi, per riassumere in breve quali sono gli strumenti dei quali Dio si usa per consolare il Suo popolo, possiamo dire che la consolazione proviene a volte dagli angeli, molto più spesso dai pastori e molto, molto spesso dagli altri credenti.

Perché a volte ci manca la consolazione?

Nonostante che nella Chiesa ci sia tutto quello che serve affinché tutti vengano consolati, non ci vuole tanto per capire che spesso non ci sentiamo molto consolati. In breve, manchiamo di ricevere la consolazione che potremmo avere. Come mai avviene questa cosa?

Spesso, ciò è dovuto al semplice fatto che non utilizziamo i mezzi che Dio ci dà. Non preghiamo nel modo giusto, non ascoltiamo le parole dei pastori, non lasciamo agli altri di parlarci di cuore.

Però, un altro motivo per cui la consolazione manca nella Chiesa è perché non ci comportiamo gli uni con gli altri come dovremmo. Questo è spesso dovuto al nostro egoismo ed al nostro orgoglio. Non sempre vogliamo seguire le orme di Cristo Gesù che dichiarò di non essere venuto per essere servito, ma per servire. Nella carne, non vogliamo servire. Non è di certo una cosa facile e spesso non è piacevole cercare di consolare gli altri. Consolare gli altri richiede tempo ed impegno, tempo che non possiamo più usare per le nostre cose. Infatti, per me il confortare gli altri mi porta a dover rinnegare la mia carne. Se sto bene, cercare di aiutare qualcuno che sta male non è piacevole per la carne, che vuole pensare a se stessa ed al suo star bene. Se la persona accetta l'aiuto, è una cosa bella, ma se non lo accetta, può essere una cosa molto pesante.

Quante benedizioni manchiamo di ricevere perché non ci impegniamo a consolarci gli uni gli altri. Vi esorto quindi ad ubbidire a questo comandamento. Qualunque volta sentite parlare di qualcuno che ha bisogno di consolazione, mettete da parte l'egoismo, mettete da parte l'orgoglio, seguite le orme di Gesù Cristo e cercate di consolare la persona che ne ha bisogno. Riconoscete, fra l'altro, l'immenso privilegio di essere strumenti nelle mani di Dio per la consolazione dei Suoi figli, vostri fratelli nello Spirito.

Perciò, per chi è questo comandamento? È certamente per ogni credente nella Chiesa di Gesù Cristo! Ogni credente dovrebbe impegnarsi a cercare di consolare gli altri. Vivendo così, tutta la Chiesa avrebbe grande consolazione e tutti starebbero meglio. Non solo, ma, comportandoci in questo modo, i non credenti vedrebbero di più l'amore che abbiamo gli uni per gli altri.

Il motivo per cui Dio dà questo comandamento

Consideriamo ora il motivo per cui Dio dà questo comandamento. Perché Dio comanda la consolazione? Perché Dio vuole che il Suo popolo consoli e sia consolato?

Il primo motivo è perché Dio vuole che il Suo popolo sia gioioso. Ci sono tante religioni che immaginano un Dio duro che trova piacere nel mandare grandi sofferenze e sacrifici sugli uomini. Ma nella Bibbia troviamo che Dio prova piacere nel benedire il Suo popolo. In 1 Timoteo 6, leggiamo:

“ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne” (1Timoteo 6:17 LND)

Dio ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne. Tutte le cose belle del mondo vengono da Dio! In Genesi, leggiamo che Dio ha creato il giardino per Adamo ed Eva pieno di cose belle da mangiare e di cose belle da vedere. Il mondo è una sinfonia di colori, profumi e suoni belli. C'è un'immensa quantità di cibi che si può mettere insieme in innumerevoli combinazioni per provvedere quei sapori che ci danno piacere. Camminare davvero con Dio vuol dire essere in armonia con il mondo naturale, in armonia con tutto quello che dà gloria a Dio. Perciò, Dio vuole che godiamo di queste cose. Non dobbiamo vivere per i piaceri del mondo, ma Dio vuole che godiamo di quello che Lui ci provvede.

Tenendo conto di questo, comprendiamo che, se viviamo con cuore sempre afflitto, la nostra condizione non dà gloria a Dio. Piuttosto, dobbiamo godere dei buoni doni che provengono da Dio e benedirLo come buon donatore.

Leggiamo in Ecclesiaste 9:7-9:

“7 Va', mangia il tuo pane con gioia e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché DIO ha già gradito le tue opere. 8 Le tue vesti siano bianche in ogni tempo, e l’olio non manchi mai sul tuo capo. 9 Godi la vita con la moglie che ami per tutti i giorni della tua vita di vanità, che egli ti ha concesso sotto il sole per tutti i giorni della tua vanità, perché questa è la tua parte nella vita e nella fatica che compi sotto il sole.” (Ecclesiaste 9:7-9 LND)

Dio vuole che abbiamo gioia e, per poter avere gioia, ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di consolazione. Perciò, un motivo per cui Dio ci comanda di consolarci gli uni gli altri è perché vuole che il nostro cuore sia pieno di gioia.

Credo che un altro motivo per cui Dio ci comanda questo sia perché un credente abbattuto spesso disonora la sua fede. Quando siamo abbattuti, non stiamo veramente guardando a Dio e trovando in Lui la grazia che ci offre. Quando stiamo male, non stiamo utilizzando tutta la grazia che Dio ha preparato per noi. Il Vangelo è la buona notizia. Quando viviamo aggravati, non siamo un granché di luce nel mondo.

E non è vero che non si può stare bene perché i problemi sono troppo pesanti. Ascoltiamo le parole Habacuc, quando Dio gli ha rivelato che stava per mandare una terribile disciplina sul Suo popolo. Habacuc parla della gioia che si può provare pur stando in mezzo a terribili sofferenze. Leggo da Habacuc 3:

“17 Anche se il fico non fiorirà e non ci sarà alcun frutto sulle viti, anche se il lavoro dell’ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, anche se le greggi scompariranno dagli ovili e non ci saranno più buoi nelle stalle, 18 esulterò nell’Eterno e mi rallegrerò nel DIO della mia salvezza. 19 L’Eterno, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle mie alture".” (Habacuc 3:17-19 LND)

In Cristo Gesù possiamo gioire ed esultare in ogni circostanza. Ma, per farlo, spesso abbiamo bisogno di consolazione, come anche gli altri hanno bisogno della nostra consolazione. Perciò, quando vedi un altro credente che è triste o è abbattuto, vai da lui, appoggialo, sostienilo, dagli qualche parola di incoraggiamento, aiutalo a vedere di nuovo Cristo. Fai così per il suo bene e fai così affinché Cristo possa essere più visibile agli altri.

Un altro motivo per cui Dio ci comanda di consolarci gli uni gli altri è perché un credente abbattuto non può compiere tanto per Dio, cioè non può portare molto frutto per la gloria di Dio. E' per noi molto difficile parlare con gli altri di Dio, siano questi altri credenti o non credenti, quando il nostro cuore è tutto afflitto ed aggravato a causa dei nostri problemi. Invece, quando il nostro cuore è pieno di gioia, allora possiamo lavorare giorno e notte per la gloria di Dio. Perciò, per promuovere il regno di Dio, impegniamoci a consolarci gli uni gli altri.

Un altro motivo per cui Dio ci comanda di consolarci gli uni gli altri è perché ciò fa parte dell'amarci gli uni gli altri. Il vero amore non può chiudere la porta in faccia a chi si trova nel bisogno ed è inoltre capace di aiutare e sostenere. Certamente questo è vero per un aiuto materiale, ma è anche altrettanto vero per un aiuto spirituale. Quando uno è abbattuto, ha bisogno di consolazione. Chi sta vedendo più di Dio, ha da dare, e sicuramente non poco, a quel fratello abbattuto. L'amore lo spinge a farlo, lo spinge a consolare, lo spinge ad incoraggiare.

Forse tu pensi di non essere capace di aiutare un altro. Forse tu immagini che non sapresti cosa dire. Non credere a questi pensieri falsi. Non bisogna essere un grande studioso o un eminente oratore per poter aiutare un altro fratello o una sorella che non sta vedendo Dio. Nella tua debolezza, vai da chi è abbattuto e, già solo con questo gesto, mostrerai il semplice ma importantissimo fatto che hai a cuore il suo bene. Dopo di ciò, condividi con lui delle verità di Dio, attingendole ovviamente dalla Sua preziosissima Parola e ricordagli che Dio ci ama, che Dio è sovrano e che ha promesso di non abbandonarci e di non lasciarci mai!

Fare questo è senza dubbio un grande atto d'amore. Se siamo veri credenti, dobbiamo amarci gli uni gli altri ed il consolarci gli uni gli altri è un aspetto fondamentale di questo amore.

Perciò, riassumendo, abbiamo visto vari motivi per cui Dio ci dà il comandamento di consolarci gli uni gli altri. Dobbiamo consolarci a vicenda perché Dio vuole che abbiamo gioia. Dobbiamo consolarci perché, quando stiamo male, disprezziamo la nostra fede e, quando siamo abbattuti, non riusciamo a portare frutto per il regno di Dio. Ed è importante consolarci gli uni gli altri perché è un aspetto fondamentale del vero amore che dobbiamo avere gli uni per gli altri.

I mezzi che Dio ci dà per poter consolare

Ora consideriamo i mezzi che Dio ci dà per poterci consolare a vicenda. Dio non ci dà mai un comandamento senza provvederci i mezzi per potervi ubbidire. Dio non è come il Faraone, che comandò agli israeliti di fabbricare mattoni senza però provvedere per loro la paglia. Quando Dio ci comanda di consolare il popolo di Dio, possiamo essere sicuri che Egli ci ha provveduto anche tanti mezzi con i quali possiamo consolarlo. Non prenderò del tempo adesso per esaminare tutti a fondo i tanti mezzi di cui ho detto, ma voglio solo menzionarne alcuni che abbiamo e con i quali possiamo consolare nella potenza dello Spirito Santo. La chiave per poter consolare è di parlare delle verità di Dio. Chi è abbattuto ha bisogno di ricordare le verità di Dio!

Se ti senti incapace o insicuro su cosa dire ad uno che ha il cuore rotto o che è scoraggiato, allora parla delle benedizioni che risalgono ai tempi passati, ma che valgono tuttora. Parla della grazia dell'elezione di Dio, parla della misericordia che ha provveduto la redenzione che ci salva, parla dell'amore di Cristo nell'andare alla croce per poterci salvare. Quando ti trovi davanti ad uno che è abbattuto o sofferente, parla con lui del nuovo patto che ci lega a Dio per mezzo del sangue di Gesù Cristo. Parla con lui delle grandi opere di Dio nel passato, come ha diviso il Mar Rosso per far arrivare il Suo popolo al sicuro e ricorda a quel fratello che anche oggi Dio può condurre il Suo popolo attraverso le profonde acque delle sofferenze. Ricorda a chi è nella difficoltà di come Dio ha protetto i tre uomini nella fornace ardente al tempo di Daniele, sottolineandogli che, parimenti, Dio sosterrà lui nella fornace delle tribolazioni. Raccontagli pure delle tante e grandi opere che Dio ha fatto per curare il Suo popolo, rammentandogli poi che Dio non cambia mai. Ricordagli che Dio ha sempre gestito perfettamente le prove del Suo popolo e che continua a farlo anche oggi con le nostre.

Se parlare delle benedizioni che risalgono ai tempi passati non basta, allora parla dall'abbondante grazia di Dio nel tempo presente. Per quanto colui che è abbattuto possa sentirsi perso, in verità egli è ancora ricchissimo di benedizioni. Per esempio, raccontagli che, in Cristo, non c'è più condanna. Ricordagli che ha libero accesso al trono della grazia per mezzo di Gesù Cristo. Spiegagli che lui è un vero figlio di Dio, adottato per grazia, e perciò la sua posizione è sicura. Rammentagli che Gesù Cristo sta alla destra del Padre, intercedendo proprio per lui. Digli che, anche se la terra e le montagne tremano, Dio è il suo rifugio, quel Dio che non cambia mai. Per quanto lui si sente debole, digli che Dio è forte e non si stanca mai.

Le benedizione presenti sono di grande incoraggiamento. Però, se non bastano quelle, allora parla con lui delle benedizioni future che sono nostre in Gesù Cristo. Spiegagli che, per quanto le prove sembrano lunghe, esse sono brevi in confronto alla gioia eterna che ci aspetta. Digli che Cristo sta per ritornare e che lo farà presto, come ci ha promesso. Spiegagli che, quando Cristo ritornerà, saremo trasformati, con corpi glorificati, per poi stare sempre con il Signore. Raccontagli del cielo, dove non ci sono più lacrime e dove Dio stesso sarà la nostra luce.

Se è ancora abbattuto, parla molto di Dio che è diventato uomo ed è morto per salvarlo. Portalo al calvario, raccontagli delle Sue mani, del Suo fianco e dei Suoi piedi che sono stati forati per lui. Racconta tutto quello che Cristo ha sofferto per prendere la sua condanna e soffrire l'ira di Dio al suo posto.

Se tutto questo non basta, mettiti a leggere ancora di più la Bibbia, pregando Dio di guidarti verso altre verità ancora che possono incoraggiare questo fratello abbattuto. Parla con lui delle meravigliose promesse di Dio e, parlando di tutte queste cose, puoi essere uno strumento nelle Sue mani per consolare quel fratello o quella sorella che ne ha bisogno.

Una parola per chi non ha ancora Cristo

Prima di chiudere, voglio dire una parola a voi che non potete ricevere la consolazione di Dio perché non siete parte del Suo popolo. Ci sono alcuni di voi che non hanno mai creduto veramente in Gesù Cristo; per voi Gesù Cristo non è il vostro Signore e Salvatore e non avete in Lui il rifugio dall'ira di Dio.

Senza Cristo, non è possibile avere la consolazione che viene da Dio, ma, molto peggio, avete davanti un'eternità di tormento, un destino eterno di separazione dalla presenza di Dio.

Per avere Dio, ciascuno di voi deve capire che è colpevole! Dio è giusto e Lui vi punirà per i vostri peccati. Esiste solamente una via per mezzo della quale potete scampare a questo terribile destino e la via è Gesù Cristo. In breve, ciascuno di voi deve avere Gesù Cristo come il proprio sostituto. O sei tu che devi subire l'ira di Dio o Cristo l'ha subita per te a suo tempo. L'unico rifugio dall'ira di Dio è in Gesù Cristo. Solo credendo che Gesù è veramente morto e risuscitato per te puoi essere salvato. E se tu credi veramente in Gesù così, comincerai ad odiare il tuo peccato, a cercare Cristo giorno per giorno e ad amarlo, una volta che avrai conosciuto il Suo amore per te. Prego che ognuno che è senza Cristo si ravveda per aggrapparsi a Cristo come Salvatore.

Quindi, voglio ringraziare Dio per la consolazione che abbiamo dallo Spirito Santo, spesso tramite altri credenti. Impegniamoci a consolarci gli uni gli altri, al bene degli altri e per la gloria di Dio.