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La Caduta di Pietro - Luca 22:54-62

filename: 42-22-54.07f.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org, domenica 10 giugno, 2007, RO, cmd
Parole chiave: impulsività, vacillare, orgoglio, brutta compagnia, paura, misericordia.

Cadere da una grande altezza fa molto, molto male! Quanto facilmente il nostro orgoglio ci spinge ad innalzarci, per poi ritrovarci a cadere duramente! Quanto facilmente crediamo di essere più forti di quello che siamo! Quanto facilmente togliamo i nostri occhi dal Signore, e cominciamo a guardare a noi stessi! Quando facciamo così, prima o poi cadremo!

Il più forte credente è ben capace a cadere terribilmente, se comincia a essere troppo sicuro di sé.

Cadere può causare grandi sofferenze: porta obbrobrio sul nostro Signore, danneggia le persone che amiamo, ci fa perdere preziose benedizioni, può farci diventare strumenti nelle mani di Satana.

Nessuno di noi è esente da questo pericolo. Siamo tutti capaci a cadere velocemente, se cominciamo ad essere troppo sicuri di noi stessi. Perciò, ascoltate attentamente quello che ho da dire oggi. Oggi, vogliamo considerare la caduta di un grande uomo di Dio, che può aiutarci a riconoscere dei pericoli che potrebbero indurre anche noi a cadere.

Oggi, vogliamo considerare alcuni aspetti della caduta dell'Apostolo Pietro, quando negò di conoscere Gesù, dopo il Suo arresto.

Il carattere di Pietro

Per capire meglio la caduta di Pietro, e come possiamo evitare noi di cadere, consideriamo qualcosa del suo carattere. Pietro era impulsivo e sicuro di sé. Era il primo discepolo a parlare e ad agire, il più della volte.

Per esempio, quando Gesù, andando verso gli apostoli di notte, camminò sull'acqua, essi furono tutti spaventati. Notiamo quello che fece Pietro appena riconobbe che era Gesù. Leggo da Matteo 14:

25 Alla quarta vigilia, della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. 26 I discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: "è un fantasma!". E si misero a gridare dalla paura; 27 ma subito Gesù parlò loro, dicendo: "Rassicuratevi; sono io, non temete!". 28 E Pietro, rispondendogli disse: "Signore, se sei tu, comandami di venire da te sulle acque". 29 Egli disse: "Vieni!" E Pietro, sceso dalla barca, camminò sulle acque, per venire da Gesù. 30 Ma, vedendo il vento forte, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò dicendo: "Signore, salvami!". 31 E subito Gesù stese la mano, lo prese e gli disse: "O uomo di poca fede, perché hai dubitato?". 32 Poi, quando salirono in barca, il vento si acquetò.” (Mat 14:25-32 LND)

Appena Pietro vide che era Gesù, subito Gli chiese di andare da Lui sulle acque. E così, finché guardò a Gesù, Pietro poté camminare sull'acqua.

Dopo la risurrezione di Gesù, ma prima che fosse salito in cielo, i discepoli non sapevano bene cosa fare mentre aspettavano Gesù. In Giovanni 21, il risorto Gesù apparve agli apostoli. Notiamo che fu Pietro che prese la guida suggerendo di andare a pescare, e poi notate come fu sempre Pietro a gettarsi nel mare per arrivare per primo da Gesù sulla riva. Leggo da Giovanni 21.

1 Dopo queste cose, Gesù si fece vedere di nuovo dai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si fece vedere in questa maniera. 2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele da Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: "Io vado a pescare". Essi gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Così uscirono e salirono subito sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4 Al mattino presto, Gesù si presentò sulla riva, i discepoli tuttavia non si resero conto che era Gesù. 5 E Gesù disse loro: "Figlioli, avete qualcosa da mangiare?". Essi gli risposero: "No!". 6 Ed egli disse loro: "Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete". Essi dunque la gettarono e non potevano più tirarla su per la quantità di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "E il Signore". Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse con la veste (perché era nudo) e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece andarono con la barca (non erano infatti molto lontani da terra, solo circa duecento cubiti), trascinando la rete piena di pesci.” (Gv 21:1-8 LND)

Anche qua, vediamo Pietro che guidò gli altri, dichiarando che sarebbe andato a pescare, e vediamo l'impulsività di Pietro, quando si gettò nell'acqua per arrivare per primo alla riva, vicino a Gesù. L'essere impulsivi spesso è legato all'essere troppo sicuri di sé.

Quando Gesù portò i tre discepoli intimi sul monte della trasfigurazione, Pietro, Giovanni e Giacomo, ed essi videro Gesù nella Sua gloria, fu Pietro che parlò, come leggiamo in Matteo.

1 Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte; 2 e fu trasfigurato alla loro presenza: la sua faccia risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco, apparvero loro Mosé ed Elia, che conversavano con lui. 4 Pietro allora, prendendo la parola disse a Gesù: "Signore, è bene che noi stiamo qui; se vuoi, faremo qui tre tende: una per te, una per Mosé e una per Elia".” (Mat 17:1-4 LND)

Quando Gesù chiese ai discepoli chi Egli fosse, fu Pietro che rispose per primo.

15 Egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia?". 16 E Simon Pietro, rispondendo, disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17 E Gesù, rispondendo, gli disse: "Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.” (Mat 16:15-17 LND)

Ci sono tanti altri esempi, ma già questi ci aiutano a capire che Pietro era molto impetuoso. Spesso, egli agiva prima di aver riflettuto. In più, egli era molto sicuro di sé. Per questo, mancava di cautela.

Facilmente, una persona impetuosa può credere troppo in se stessa, senza meditare a fondo prima di prendere una qualsiasi decisione. E quando crediamo in noi stessi, cadiamo.

Ora, tenendo tutto questo in mente, seguiamo gli avvenimenti della notte in cui Gesù fu arrestato.

Gesù annuncia: tutti saranno scandalizzati

Se ricordate, la notte prima della croce, Gesù fece la cena pasquale con i suoi discepoli, che viene chiamata l'ultima cena.

Dopo la cena, andando verso il monte degli Ulivi, Gesù disse ai suoi discepoli che tutti loro Lo avrebbero abbandonato quella notte, ovvero che si sarebbero scandalizzati, ma che dopo la risurrezione Egli li avrebbe ancora visti in Galilea. Gesù disse questo per fortificare la loro fede in vista della sua morte imminente.

Però, l'impetuoso Pietro, tanto sicuro di sé, non volle accettare l'avvertimento di Gesù e dichiarò che forse gli altri si sarebbero scandalizzati di Gesù, ma lui no! Anzi, lui era pronto a morire con Cristo! Vi leggo da Matteo 26;

30 E, dopo aver cantato l’inno, se ne uscirono verso il monte degli Ulivi. 31 Allora Gesù disse loro: "Voi tutti questa notte sarete scandalizzati per causa mia, perché sta scritto: "Percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse". 32 Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea," 33 Allora Pietro, rispondendo, gli disse: "Quand’anche tutti si scandalizzassero per causa tua, io non mi scandalizzerò mai!". 34 Gesù gli disse: "In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". 35 Pietro gli disse: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò in alcun modo". Lo stesso dissero anche tutti i discepoli.” (Mt 26:30-35 LND)

Pietro era così sicuro di sé che anche quando Gesù dichiarò esplicitamente che egli Lo avrebbe rinnegato. Pietro rifiutò di crederci, e continuò ad affermare che sarebbe sempre stato fedele a Gesù. Pietro aveva tanta fede, ma fede in se stesso. Il suo orgoglio lo stava preparando ad una brutta caduta.

Allora, tenendo in mente quanto Pietro era impetuoso e quando era sicuro di sé, che è una forma di orgoglio, avendo perfino rifiutato di credere all'avvertimento di Gesù che tutti i discepoli si sarebbero scandalizzati di Lui, ora, leggiamo di quando Pietro negò di conoscere Gesù, proprio come Gesù gli aveva preavvisato.

Pietro nega Gesù

Dopo l'ultima cena, Gesù portò i discepoli al giardino sul monte degli Ulivi. Là, Gesù pregò al Padre, e là, dopo la preghiera, arrivò Giuda con una folla di guardie e soldati, che Lo arrestarono. Seguiamo gli avvenimenti, fino a quando Pietro lo rinnega tre volte.

54 Dopo averlo catturato, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote. E Pietro seguiva da lontano. 55 Quando essi accesero un fuoco in mezzo al cortile e si posero a sedere attorno, Pietro si sedette in mezzo a loro. 56 Una serva lo vide seduto presso il fuoco, lo guardò attentamente e disse: "Anche costui era con lui". 57 Ma egli lo negò, dicendo: "Donna, non lo conosco". 58 Poco dopo lo vide un altro e disse: "Anche tu sei di quelli". Ma Pietro disse: "O uomo, non lo sono". 59 Passata circa un’ora, un altro affermava con insistenza, dicendo: "In verità anche costui era con lui, perché è Galileo". 60 Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E subito, mentre ancora parlava, il gallo cantò. 61 E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". 62 Allora Pietro uscì fuori e pianse amaramente.” (Luca 22:54-62 LND)

Questo è uno degli avvenimenti più tristi in tutta la Bibbia. Che tristezza negare Gesù, il tuo Signore e Salvatore! Pietro cadde, proprio nel peccato nel quale credeva di non poter mai cadere!

In realtà, la caduta di Pietro fu solamente il punto finale di una serie di peccati. Visto che abbiamo tutti la tendenza di cadere, consideriamo la sua caduta, affinché possiamo sapere come evitare i passi che portano alla caduta.

Piccoli passi portano a grandi peccati

La prima lezione importante da capire dalla caduta di Pietro è che spesso sono i passi piccoli che portano, man mano, ad arrivare a peccati grandi. I Vangeli ci elencano chiaramente i piccoli passi che portarono Pietro a cadere. Notiamoli attentamente, perché sono passi in cui possiamo facilmente incamminarci anche noi.

1. orgoglio, fiducia in se stesso, era sicuro di sé

Il primo passo che portò Pietro alla sua caduta di negare Gesù Cristo fu che Pietro era troppo sicuro di sé. Quando Gesù dichiarò agli apostoli che tutti loro si sarebbero scandalizzati per causa Sua, Pietro insisté che egli non si sarebbe mai scandalizzato di Cristo, nonostante che Gesù lo avesse appena dichiarato. Anzi, il suo orgoglio spinse Pietro a dichiarare che se anche gli altri si fossero scandalizzati di Cristo, lui era pronto perfino a morire con Cristo. Pietro era tanto sicuro di se stesso.

Amici, quando siamo sicuri di noi stessi, siamo sulla via che porta alla caduta!

2. mancanza di perseverare nella preghiera

Il secondo passo che portò Pietro a cadere fu il fatto che egli trascurò la preghiera. Nel giardino, Gesù lo avvertì della necessità di pregare, per non cadere in tentazione. Però, anziché pregare, egli si lasciò vincere dalla stanchezza, e dormì. Leggo ancora da Matteo 26:

36 Allora Gesù andò con loro in un luogo, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e grande angoscia. 38 Allora egli disse loro: "L’anima mia è profondamente triste, fino alla morte; restate qui e vegliate con me". 39 E andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu". 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: "Così non avete potuto vegliare neppure un’ora con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione, poiché lo spirito è pronto ma la carne è debole".” (Mat 26:36-41 LND)

Quanto è facile non pregare! Possiamo essere stanchi, come lo era Pietro. Possiamo credere che c'è troppo da fare. Possiamo pensare che non sia importante. Però, quando manchiamo la preghiera, siamo sulla strada che porta alla caduta. Impariamo dalla caduta di Pietro! Abbiamo bisogno di pregare, perché non siamo forti in noi stessi!

3. indecisioni, vacillava

Il terzo passo che portò Pietro a negare Cristo fu la sua indecisione e il fatto che vacillò. Quando arrivarono le persone guidate da Giuda, armate con bastoni e spade per arrestare Gesù, all'inizio Pietro combatté, tagliando via l'orecchio di uno di loro. Poi, scappò. Poi, tornò per seguire Gesù, ma ad una certa distanza. Pietro spesso vacillava così.

Leggo prima dal Vangelo di Giovanni, e poi continuo in Matteo. Iniziamo la storia da quando i soldati cercarono di arrestare Gesù. Notiamo come Pietro vacillò.

10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco. 11 Ma Gesù disse a Pietro: "Riponi la tua spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?".” (Giov 18:10-11 LND)

Ora, continuo dal Vangelo di Matteo:

55 In quello stesso momento Gesù disse alle turbe: "Voi siete usciti a prendermi con spade e bastoni, come contro un brigante; eppure ogni giorno ero seduto in mezzo a voi nel tempio ad insegnare, e non mi avete preso. 56 Ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli, lasciatolo, se ne fuggirono. 57 Or quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58 E Pietro lo seguì da lontano fino al cortile del sommo sacerdote, e, entrato dentro, si pose a sedere con le guardie per vedere la fine.” (Mat 26:51-58 LND)

Pietro vacillò qui, come lo vediamo vacillare volta dopo volta nei Vangeli.

Si vacilla quando si guarda prima in una direzione e poi nell'altra. Uno che vacilla non è convinto di quello che fa. Vacilliamo quando non guardiamo sempre a Cristo. Per esempio, quando Pietro camminò sull'acqua, per andare da Gesù, all'inizio guardò a Gesù, e tutto andò bene. Poi, non guardò più a Gesù, e cominciò ad affondare. Se guardiamo a Gesù in un momento, e poi in un altro momento guardiamo ai problemi, o guardiamo a quello che il mondo ci offre, anche noi vacilleremo. Chi vacilla, cade! Impariamo a prendere le nostre decisioni con prudenza, capendo bene quale sia la volontà di Dio, e poi, una volta presa, non guardiamo né a destra né a sinistra, ma sempre in avanti!

4. brutta compagnia

Il quarto passo che portò Pietro a cadere fu di avere una brutta compagnia. Andò nella casa del Sommo Sacerdote e si sedette con i servi, cercando di nascondere la sua fede in Cristo. In quella situazione, avendo quella brutta compagnia, dovette ascoltare tante brutte cose.

Quanto è facile per noi riuscire a trovare delle scuse per giustificare quando abbiamo una brutta compagnia! Però, volta dopo volta, la Bibbia ci avverte, con insegnamento e con tanti esempi, del pericolo di avere una brutta compagnia perchè, prima o poi, la brutta compagnia ci porterà a cadere. Ricordiamoci che la “compagnia” può indicare delle persone con cui passiamo del tempo, può essere delle cose che leggiamo o che guardiamo, o può essere la musica che ascoltiamo. Riconosciamo che la brutta compagnia è un grave pericolo!

5. preso dalla paura

Il quinto ed ultimo passo che portò Pietro a cadere, negando Gesù, fu di essere preso dalla paura. In realtà, questo passo fu solo la conseguenza naturale dei passi precedenti. Cioè, quando ci incamminiamo in certi passi, quasi per forza questi passi ci porteranno a farne altri più gravi.

Pietro si trovò con un cuore che prima era pieno di orgoglio, ed ora era pieno di paura. Si trovò nel posto sbagliato, al momento sbagliato, perché aveva vacillato ed agito con impulsività, essendo stato troppo sicuro di sé, anziché avendo fede e prudenza e umiltà.

Perciò, quando fu riconosciuto come un discepolo di Gesù, la paura fu così forte che negò di conoscere Gesù. Negare Gesù fu semplicemente il risultato di tutti gli altri passi sbagliati che aveva preso.

E succede così anche a noi! Quando prendiamo la via sbagliata, facendo un passo sbagliato dopo l'altro, essa ci porterà ad una grande caduta!

Lezioni per noi

A questo punto, voglio notare alcuni lezioni importanti, che possono aiutarci a non seguire l'esempio di Pietro. Quando leggiamo la Bibbia, non basta capire correttamente il brano che stiamo leggendo. Per trarre beneficio, dobbiamo arrivare ad applicare le verità che leggiamo alla nostra vita. Perciò, avendo visto come Pietro cadde così profondamente nel peccato, consideriamo ora alcune lezioni per noi.

1. il pericolo di prendere i primi passi verso una caduta

Oh che possiamo imparare a non prendere i primi passi verso una caduta. Sono i primi passi che sono pericolosi, perché sono facili da ignorare, e non sembrano gravi!

Non sappiamo mai fino a che punto potremmo arrivare, se lasciamo la via che il Signore ha designato per noi! Colui che si dichiara credente, che pensa però che un peccato non sia poi così grave, sta in serio pericolo. Quel credente sta seminando, e quei semi porteranno un frutto molto amaro. Per non cadere in grossi peccati, dobbiamo stare in guardia nelle piccole cose.

2. quanto è possibile cadere in grandi peccati

Una seconda lezione da trarre dalla caduta di Pietro è di riconoscere quanto un credente sia capace a cadere in gravi peccati.

Dobbiamo sempre capire che anche il miglior credente può cadere in terribili peccati se cammina nella via sbagliata.

Ricordiamo chi era Pietro. Non solo fu uno dei dodici apostoli scelti da Cristo, ma fece parte anche del circolo intimo dei tre discepoli. Ebbe più privilegi spirituali della grandissima parte di tutti i credenti nei secoli. Aveva appena celebrato l'ultima cena con Gesù. Aveva appena sentito da Gesù le incredibili verità che troviamo in Giovanni 14,15 e 16. Gesù lo aveva avvertito del pericolo di cadere. Pietro aveva dichiarato di essere pronto per qualsiasi prova. Eppure, dopo tutto questo, Pietro negò il suo Signore, non solo, ma lo negò tre volte, con del tempo fra una volta e l'altra in cui avrebbe potuto riflettere.

Da questo, impariamo che il miglior credente è debole per conto suo, anche quando è al suo meglio. Un credente, sia che si renda conto o meno, ha dentro di sé la capacità di peccare gravemente, anche se esternamente può essere santo. Se un credente non rimane sobrio e vigilante, se non prega, se la grazia di Dio non lo regge, può cadere nei peccati peggiori!

Basta leggere delle cadute di Noè, di Lot, e di Pietro, e comprendiamo quanto anche noi siamo capaci a cadere.

Dalla storia di Pietro, impariamo che non dobbiamo mai essere sicuri di noi stessi, pensando di essere così forti da riuscire a non cadere. Non dobbiamo mai disprezzare gli altri, come se noi fossimo superiori a loro. Soprattutto, preghiamo di camminare umilmente con Dio.

3. la grande misericordia di Gesù Cristo

Un'altra lezione che impariamo dalla storia della caduta di Pietro, una lezione estremamente importante, è che nonostante la profondità del peccato di Pietro, Gesù lo amava ancora. Questa è pura grazia! Che immensa misericordia vediamo in Gesù!

La caduta di Pietro ci insegna della misericordia infinita di Gesù Cristo. Vediamo questa misericordia in un dettaglio che Luca ci racconta, in Luca 22:59 in poi. Pietro aveva già negato Gesù due volte, e stava per negarlo la terza volta.

59 Passata circa un’ora, un altro affermava con insistenza, dicendo: "In verità anche costui era con lui, perché è Galileo". 60 Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E subito, mentre ancora parlava, il gallo cantò. 61 E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". 62 Allora Pietro uscì fuori e pianse amaramente.” (Luca 22:59-62 LND)

Avete notato che Gesù guardò Pietro, appena dopo che il gallo cantò?

Pensate a Gesù! In mezzo ai suoi nemici, subendo schiaffi, bastonate e disprezzi, sapendo del tormento che lo aspettava, Gesù prese il tempo di pensare a Pietro, il suo amato discepolo, ora caduto profondamente nel peccato. Anche in questo momento, Gesù voleva che Pietro sapesse che Egli non si era dimenticato di lui. Quello sguardo era molto profondo, e comunicò tantissimo.

Quello sguardo fu un sermone che Pietro avrebbe ricordato per tutta la vita!

L'amore di Gesù per il suo popolo è un mare che non finisce mai! Non possiamo mai confrontare l'amore di qualsiasi persona con l'amore di Gesù Cristo. Il suo amore supera ogni amore umano, come la luce del sole supera la luce di un fiammifero.

L'amore di Gesù è una miniera di compassione, di pazienza, e di prontezza a perdonare, una miniera le cui ricchezze comprendiamo pochissimo.

Nessun peccatore deve esitare a fidarsi dell'amore di Cristo, appena si rende conto di essere un peccatore perduto. Gesù è pronto ad accogliere il peggior peccatore, affinché si ravveda. Anche dopo la salvezza, non dobbiamo mai dubitare dell'amore di Cristo, né smettere di fidarci di Lui. Non importa quanto profondo è il nostro peccato, basta ravvederci e rivolgerci a Cristo. Se il cuore di Gesù fu così tenero quando era prigioniero e Lo stavano maltrattando, non dobbiamo mai immaginare che ora che è seduto alla destra di Dio Egli sia meno pieno di grazia e misericordia. Quindi, dalla caduta di Pietro, impariamo di più quanto è profondo l'amore di Cristo.

4. La profonda tristezza quando un credente cade

Vediamo la profonda tristezza che il peccato causa in un credente nella storia di Pietro. Appena sentì il gallo cantare, Pietro si ricordò dell'avvertimento di Gesù, si ricordò del suo vanto, e perciò, andò fuori a piangere amaramente.

C'è un'ultima lezione per noi nella storia della caduta di Pietro che vorrei menzionare. Notiamo quanto profonda è la tristezza di un credente quando cade nel peccato. Una caduta porta ad una tristezza amara. Una caduta è qualcosa di terribile, da evitare a tutti i costi.

Pietro imparò per esperienza la verità delle parole di Geremia 2:19

La tua stessa malvagità ti castigherà e i tuoi sviamenti ti puniranno. Riconosci perciò e vedi quanto cattivo e amaro sia per te l’abbandonare l’Eterno, il tuo DIO, e il non avere in te alcun timore di me," dice il Signore, l’Eterno degli eserciti.” (Ger 2:19 LND)

Immagino che Pietro poteva dire le parole di Giobbe:

Perciò provo disgusto nei miei confronti e mi pento sulla polvere e sulla cenere".” (Giobbe 42:6 LND)

Ricordiamoci che la vera tristezza fa parte del vero ravvedimento. Qua vediamo la grande differenza fra la tristezza che porta al ravvedimento, e la tristezza del mondo. La tristezza del mondo può rendere un uomo miserabile, come vediamo in Giuda, dopo che ebbe tradito Gesù. Però, la tristezza del mondo non porta al ravvedimento e non porta a Dio.

Il vero ravvedimento, invece, rende il cuore e la coscienza teneri, e spinge quella persona a tornare a Dio. Quando uno che finge di essere un credente cade, non si rialza. Ma quando un vero credente cade, prima o poi arriverà ad una tristezza da Dio, allora si umilierà, e tornerà sulla via giusta.

Applicazione per noi

Perciò, prima di lasciare questo brano, stiamo in guardia di usare correttamente l'esempio della caduta di Pietro. Mai dobbiamo scusare un nostro peccato, perché Pietro è caduto. Piuttosto, impariamo dalla sua esperienza così triste ad essere sobri ed a pregare sempre. Poi, se dovessimo cadere, ricordiamoci che c'è speranza per noi, nella misericordia di Cristo, come ci fu speranza per Pietro. Però, ricordiamoci che se cadiamo, come anche Pietro cadde, dobbiamo ravvederci, come Pietro si ravvide, per avere il perdono che ebbe Pietro.