Aiuto Biblico

Atti 16:1-5 - Paolo Sceglie Timoteo

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org, per domenica, 3 novembre, 2013 -- cmd apb --
parole chiavi: Paolo, Timoteo, chiamata, ministero, guida di Dio.

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Due domande da considerare oggi, entrambe estremamente importanti.

Prima di tutto: Qual è la tua reputazione? Cioè, quando le persone ti descrivono, cosa dicono? Che profumo lasci dopo che sei stato con altre persone? Più di ogni altra cosa, parlerebbero di te come una persona zelante per Dio? Direbbero che rispecchi il cuore di Cristo? Oppure, direbbero altre cose?

E poi, una domanda importante per ogni credente: come possiamo conoscere la guida di Dio nella nostra vita? Come posso sapere come e dove investire il mio tempo e i miei impegni? Questo vale sia per grandi decisioni, e anche per come investire oggi. In che modo Dio ci mostra quello che ha progettato per noi?

Troppo spesso, abbiamo i nostri traguardi. Troppo spesso, cerchiamo di decidere quello che vogliamo fare noi, sia oggi, sia per la vita. Abbiamo i nostri traguardi.

Onestamente, se tu sei un figlio di Dio, la vera domanda non dovrebbe essere qual è il tuo traguardo, ma piuttosto qual è il traguardo che Dio ha per la tua vita, e per te oggi.

Infatti, solo se conosciamo la volontà di Dio per noi e viviamo quella che è la sua volontà per noi, anziché i nostri sogni, la nostra vita avrà senso.

C'è anche da dire che se tu vivi la tua vita per i tuoi sogni, anziché scoprire qual è la volontà di Dio per te, in realtà, anche se la tua vita sembra ordinata, sarai in ribellione. Giona non voleva seguire la volontà di Dio, ed era in ribellione.

Ricordate che la nostra vita appartiene a Dio. Cioè, quando Dio salva una persona, quella persona appartiene pienamente a Dio. Conosciamo bene 1Corinzi 6:20

“Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.” (1Corinzi 6:20 LND)

Quindi, abbiamo bisogno di capire la volontà di Dio per noi. Qual è la volontà di Dio per la tua vita? Come puoi capire quello che Dio ha per te?

Questa è una domanda importante. Come possiamo sapere quello che Dio vuole per noi?

Ricordate che da una parte, Dio guida ogni credente in modo specifico. Abbiamo tanti ruoli e incarichi diversi. Però, ricordate anche che Dio comanda a tutti i credenti le stesse cose in certi aspetti della vita.

Per esempio, Dio chiama ogni credente a viver per la gloria di Dio. Ci chiama a fare tutto per la sua gloria, sia quello che facciamo che quello che diciamo. Ci chiama a abbondare nel ringraziamento, e a gioire sempre nel Signore. Ci chiama ad essere luce nel mondo, e a abbondare nelle buone opere, e a proclamare le meraviglie di Dio agli altri. Chiama ogni credente ad una vita di santità. Queste cose sono la guida di Dio per ogni credente.

Però, c'è anche una guida individuale per ogni credente. Ogni credente ha bisogno di capire la volontà di Dio riguardo a dove lavorare, dove vivere, e altre decisioni pratiche. E ogni credente ha bisogno di capire in qual ruolo o ministero Dio lo vuole.

Come possiamo sapere qual è il ministero per noi, sia per la vita, sia per oggi? Dio guida in modi diversi.

Oggi, voglio riprendere il nostro studio in Atti 16, e vogliamo notare uno dei modi che Dio usa spesso per guidare le persone. Se ricordate, alla fine di Atti 15, Paolo e Barnaba decisero di separarsi, Barnaba prese Marco e andò a Cipro, e Paolo prese Sila, ed partì per la Siria e la Cilicia. Da quel punto, l'autore di Atti, Luca, si concentra su ministero di Paolo.

Paolo Sceglie Timoteo

Riprendiamo la storia leggendo Atti 15:40 e 41, e poi Atti 16:1-3.

“40 Paolo invece, sceltosi per compagno Sila, partì, raccomandato dai fratelli alla grazia di Dio. 41 E attraversò la Siria e la Cilicia, confermando le chiese.” (Atti 15:40-41 LND)
“1 Or egli giunse a Derbe e a Listra; qui c’era un discepolo, di nome Timoteo, figlio di una donna giudea credente, ma di padre greco, 2 di cui rendevano buona testimonianza i fratelli di Listra e di Iconio. 3 Paolo volle che questi andasse con lui; così presolo con sé, lo circoncise a motivo dei Giudei che erano in quei luoghi, perché tutti sapevano che suo padre era greco.

Paolo, insieme a Sila, ripassano le chiese che lui e Barnaba avevano fondato nel loro primo viaggio. Confermavano le chiese, insegnando loro altre verità. Siamo fortificati quando conosciamo Dio e le sue verità di più, in modo da avere più fede in Lui.

Quando arrivarono a Derbe e Listra, Paolo volle Timoteo come collaboratore. In questo, vediamo un modo che Dio usa spesso per guidare le persone al ministero che vuole affidare loro.

Notate che era Paolo che voleva che Timoteo andasse con lui. Non era Timoteo che si offri a, fu Paolo che scelse Timoteo come collaboratore.

Capire questo può aiutarci a capire come Dio ci guida spesso anche oggi. Notate che abbiamo letto una cosa simile in Atti 15:40, che dichiara: “Paolo invece, sceltosi per compagno Sila, parti raccomandato dai fratelli alla grazia di Dio.”

Non fu solo Paolo a scegliere Timoteo. Sembra piuttosto che fosse una pratica normale. Barnaba era andato a prendere Paolo, allora Saulo, per avere il suo aiuto in Antiochia. Quindi, consideriamo questi versetti di Atti 16, per capire meglio come Paolo scelse Timoteo. Come sapeva che Timoteo era adatto per il ministero? Aveva appena rifiutato di portare Marco con sé.

Prima di tutto, notiamo che Paolo e Sila stavano ripassando le chiese che Paolo, insieme a Barnaba, aveva fondato nel suo primo viaggio. Quindi, essendo stato lui a fondare queste chiese, Paolo conosceva molto bene la provenienza di queste chiese, conosceva l'insegnamento che avevano ricevuto, e già conosceva tanti credenti in queste chiese. Quindi, conosceva la dottrina e la provenienza di Timoteo. È molto probabile che Paolo stesso avesse spiegato l'Evangelo a Timoteo in quel viaggio precedente, circa due o tre anni prima.

Notiamo poi quello che questo brano dichiara di Timoteo, per capire il motivo per cui Paolo lo voleva come collaboratore. In questo, possiamo riconoscere quali sono le qualità a cui tutti dovremmo mirare.

Prima di tutto, il brano dichiara che Timoteo era un discepolo, quindi era un credente in Gesù Cristo. Poi, menziona che egli era figlio di una donna Giudea credente, ma di padre greco. Sappiamo da altri brani che sua madre erano una donna di fede. Vi leggo quello che Paolo scrive a Timoteo in 2 Timoteo, in cui parla della madre e anche della nonna di Timoteo. Vi leggo 2Timoteo 1:4,5.

“4 ripensando alle tue lacrime, desidero vivamente di vederti per essere ripieno di gioia, 5 mentre ricordo la fede non finta che è in te, e che abitò prima in Loide tua nonna ed in Eunice tua madre, e sono persuaso che abita anche in te.” (2Timoteo 1:4-5 LND).

È chiaro che la fede di Timoteo era una fede vera, sincera e forte. E vediamo che aveva avuto un esempio di questa stessa fede sia in sua madre, Loide, che in sua nonna Eunice. Possiamo capire da questo che Timoteo crebbe in una casa dove aveva imparato le verità di Dio dalla madre e dalla nonna che erano timorate di Dio.

In più, sappiamo che Timoteo conosceva le Scritture da quando era piccolo, da quello che Paolo gli scrive in 2Timoteo 3:15

“e che sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù.” (2Timoteo 3:15 LND)

La parola “bambino” qua vuol dire neo-nato. Quindi, sappiamo che dalla più tenera età, Timoteo fu allevato con le Scritture e con l'esempio della fede. Quindi, prima di sentire di Gesù, Timoteo era già ben fondato nelle Scritture, e aveva una forte fede in Dio

Quando Timoteo, e chiaramente anche sua madre e sua nonna, sentirono l'Evangelo, probabilmente da Paolo stesso nel suo primo viaggio con Barnaba, credettero, e furono salvati per la fede in Gesù Cristo.

Prego che questo sia un incoraggiamento per ogni genitore per non stancarsi di trasmettere le verità di Dio ai propri figli, e per essere un esempio di fede in Dio per loro. Se poi Dio salva tuo figlio o figlia, una crescita così sarà di immenso valore. Non stancatevi, genitori. Investite nei vostri figli, per la gloria di Dio. Date a loro una buona conoscenza della Parola di Dio.

Timoteo: conosciuto per la sua fede

Quindi, Paolo sapeva che Timoteo era cresciuto con un' ottima base spirituale.

La seconda cosa che il nostro brano menziona di Timoteo era che due chiese rendevano buona testimonianza di lui. Il versetto dichiara: “un discepolo, di nome Timoteo, di cui rendevano buona testimonianza i fratelli di Listra e di Iconio.”

Queste due città si trovavano abbastanza vicine. Il fatto che due chiese in due città diverse parlassero bene di Timoteo rende evidente che il suo cammino cristiano era talmente esemplare che gli altri lo notavano, e erano pronti a testimoniare di lui.

Alla luce di questo, potremmo pensare che Timoteo fosse un giovane molto estroverso. Invece, leggendo le lettere di Paolo, scopriamo che Timoteo era timoroso e Paolo doveva esortarlo ad avere coraggio. Per esempio, in 1Timoteo 4 Paolo scrive a Timoteo:

“Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell’amore, nello Spirito, nella fede e nella castità.” (1Timoteo 4:12 LND)

Poi, in 1Corinzi 16:10,11 lo comprendiamo da quello che Paolo dice ai credenti in merito al timore di Timoteo. Leggo quei versetti.

“10 Ora, se viene Timoteo, fate in modo che rimanga con voi senza timore, perché si adopera nell’opera del Signore, come faccio io stesso. 11 Nessuno dunque lo disprezzi, ma fatelo proseguire in pace per venire da me, perché lo aspetto con i fratelli.” (1Corinzi 16:10-11 LND)

Notiamo perciò che Timoteo non era un giovane con un forte carattere e non era sicuro di sé. Per lui, non era facile stare davanti agli altri, guidare e insegnare. Piuttosto Timoteo si sentiva debole, timoroso, e aveva bisogno di essere spronato e incoraggiato. Però, aveva così tanto a cuore la gloria di Dio, e desiderava tanto parlare del suo Signore, che superò il suo timore. Infatti, i credenti delle chiese di due città erano pronti a rendere una buona testimonianza di lui. La testimonianza di Timoteo era forte e chiara.

Paolo, capendo come Timoteo era cresciuto, e sentendo la testimonianza di tutti questi credenti, capi che Timoteo sarebbe stato un ottimo aiuto nel ministero. Così volle che Timoteo andasse con loro.

Consideriamo la nostra Testimonianza

Voglio fermarmi qua, e chiedo a ciascuno di noi di considerare la propria vita, e la testimonianza che ha davanti agli altri.

Timoteo aveva una vita così zelante che tanti altri credenti erano pronti a rendere una buona testimonianza di lui. Era conosciuto per il suo cuore per il Signore, e per la sua vita vissuta alla gloria di Dio.

Tu, per che cosa sei conosciuto?

Sarebbe buono se ogni tanto, per esempio ogni anno intorno al tuo compleanno, facessi una vera analisi della tua vita davanti a Dio. Qual è la tua testimonianza davanti gli altri, sia credenti che non credenti che ti conoscono?

Quando le persone parlano di te, cosa possono dire? Altri credenti possono rendere una buona testimonianza di te? Avrebbero tanto da dire di buono del tuo cuore, del tuo zelo, del tuo amore per Dio, del tuo impegno per la sua gloria?

Oppure, sei conosciuto per altre cose? Sei conosciuto come una persona che aspira al successo, e quindi che si impegna per se stesso? Sei una persona conosciuta perché apprezza l'attenzione degli altri, che vuole essere vista bene dagli altri? Sei conosciuto perché ami parlare di te stesso, e di quello che fai tu, oppure, sei conosciuto come colui che ascolta gli altri, e li aiuta a vedere più di Dio?

Sei conosciuto come uno che si impegna per cercare l'attenzione, forse essendo bravo, forse scherzando spesso, o per il tuo mondo di comportarti o di vestirti? Sei conosciuto come una persona orgogliosa, o egoista? Sei conosciuto come una persona che si impegna per questa o quella causa, come per esempio lo sport, o la giustizia sociale, o i diritti dei quelli più emarginati della società, o per la tecnologia? Forse sei conosciuto come una persona sempre presa dai suoi problemi e situazioni. Come sei conosciuto dagli altri?

In realtà, abbiamo tutti una reputazione. Gli altri ci vedono in un certo modo, in base a quello che hanno visto in noi nell'arco del tempo. E quindi, dobbiamo chiederci: se coloro che ci conoscono dovessero descriverci, NON per farci un favore, non per cercare di aiutarci, ma se dovessero descriverci onestamente, potrebbero dare una buona testimonianza di noi? Possono gli altri parlare di quanto vedono Cristo in noi, e di come il nostro modo di parlare li edifica, e come mostriamo l'amore di Cristo, e di quanto è chiaro che noi desideriamo la gloria di Dio e il bene degli altri?

Ascoltami attentamente. Se le altre persone nella tua vita non possono dire onestamente queste cose di te, se questo non è come potrebbero descriverti, allora, non stai camminando bene davanti a Dio. Non stai vedendo l'immensità della grazia di Dio verso di te in Gesù Cristo. Non stai vedendo che tutto quello che ci circonda passerà, e che ben presto ci troveremo davanti a Dio per tutta l'eternità per lodarLo e gioire nella sua presenza. Se gli altri non potrebbero rendere una buona testimonianza di te, allora, stai dimenticando quanto vale il perdono che hai in Gesù Cristo.

In realtà, se non hai una buona testimonianza da parte degli altri, se essi non potrebbero descriverti come una persona veramente presa dalle cose di Dio, e piena di amore per gli altri, allora tu sei in grave pericolo, perché se noi non stiamo crescendo, se non siamo veramente colpiti della immensità dell'amore di Dio per noi in Gesù Cristo, e della sua grazia nel perdono, allora siamo in pericolo, e facilmente possiamo cadere ancora di più.

Andiamo avanti con questo brano, ma prego che ognuno di noi rifletterà onestamente e seriamente per considerare per che cosa sta vivendo. Prego che se troviamo che in realtà non stiamo veramente vivendo per la gloria di Dio, e non stiamo vedendo la grazia di Dio, che confesseremo il nostro peccato, e riprenderemo l'unica vita che veramente vale. Preghiamo che vivremo in tal modo che gli altri possono veramente rendere una buona testimonianza di noi, perché rispecchia chi siamo. Solo così non sprecheremo le nostre vite.

Paolo volle Timoteo

Voglio rileggere il versetto 3, per considerare più a fondo il fatto che Paolo sceglie Timoteo, e non Timoteo Paolo.

3 Paolo volle che questi andasse con lui; così presolo con sé, lo circoncise a motivo dei Giudei che erano in quei luoghi, perché tutti sapevano che suo padre era greco.

Era Paolo che volle che Timoteo andasse con lui. All'inizio di questo sermone abbiamo visto in Atti 15:40 che Paolo aveva scelto Sila come collaboratore. Non leggiamo che lo Spirito Santo chiamò Sila e Timoteo, ma piuttosto leggiamo che Paolo li voleva come collaboratori.

Certamente, è evidente che sia Sila che Timoteo erano d'accordo con la richiesta di Paolo. Però, da quello che leggiamo qui, è stato Paolo ad avere l'iniziativa.

Ricordate che anche Gesù scelse i suoi Apostoli. Barnaba aveva scelto Paolo per aiutarlo ad Antiochia. Allora, in tutto questo, vediamo un principio. Vediamo che a volte, anche spesso, Dio chiama qualcuno ad un ministero tramite qualcun altro. Questo è diverso da quando lo Spirito Santo chiama una persona direttamente, come lo Spirito Santo chiamò Paolo e Barnaba direttamente. Ma furono loro a prendere Marco con sè in quel viaggio, e in questo viaggio, Paolo scelse Sila e Timoteo.

Quindi, a volte, Dio chiama qualcuno ad un ministero tramite qualcun altro. Dio guidò Sila e Timoteo a servirLo tramite la richiesta di qualcun altro, in questo caso Paolo.

Direi che molto spesso, Dio guida qualcuno a intraprendere un ministero per mezzo di qualcuno altro che glielo chiede.

Ed è facile capire che questo ha senso. Spesso, la persona che svolge già un certo ministero conosce quali sono i doni e le qualità che servono, e quindi, può riconoscere quando qualcuno ha quei doni e quelle qualità.

Invece, la persona che non è in quel ministero spesso non sa quello che serve, e non sa se è qualificata per un ministero che non conosce bene.

Vi do un esempio pratico di questo.

Se tu non hai mai avuto un contatto stretto con un certo tipo di ministero, non sapresti veramente ciò che serve in quel ministero. Difficilmente ti sentiresti chiamato a quel ministero. Inoltre, anche se fossi qualificato, probabilmente non riconosceresti di esserlo.

Invece, uno che è già coinvolto in quel ministero potrebbe riconoscere che Dio ti ha preparato proprio per quel tipo di ministero. Conoscerebbe i bisogni, e potrebbe riconoscere che tu hai i doni necessari.

E quindi, anche oggi spesso succede proprio così. Uno che è già coinvolto in un ministero riconosce che una persona è molto qualificata e idonea per quel ministero, e così gli chiede di entrare a fare parte di quel ministero.

Questo principio vale, non solo per ministeri a tempo pieno, come nel caso di Paolo che voleva portare Timoteo con sé, ma anche per ministeri di altro tipo nella chiesa locale.

Spesso, sorgono ministeri, forse di aiutare qualcuno, o evangelizzare un contatto, o seguire un giovane credente, o qualcosa altro. Forse qualcuno che guida, che conosce bene il bisogno, riconoscerà che tu sei idoneo per quel ministero. Forse, come Timoteo, avrai timore, e non ti sentirai all'altezza. Fidati di Dio, e impegnati per la gloria di Dio.

Paolo fa circoncidere Timoteo

Tornando al brano, mi colpisce il fatto che Paolo fece circoncidere Timoteo. In Atti 15 abbiamo letto di come Paolo combatteva strenuamente per opporsi a coloro che insistevano che i credenti gentili dovevano essere circoncisi. E poi, in Galati 2:3 leggiamo che Paolo insiste che Tito non doveva essere circonciso. Ve lo leggo.

“Ma neppure Tito che era con me benché fosse Greco, fu costretto a farsi circoncidere;” (Galati 2:3)

Allora, come mai qui Paolo stesso ha fatto circoncidere Timoteo? Non vediamo questo in alcun altro caso. Quindi, questa non era la pratica di Paolo. Inoltre, sappiamo dai brani che ho menzionato che non era necessario che Timoteo fosse circonciso. Non c'entrava nulla con la sua salvezza.

Per capire la motivazione, ricordate che spesso, quando Paolo arrivava in una nuova città, iniziava ad evangelizzare andando nella sinagoga, e insegnando là. Mentre Tito era un gentile, e non avrebbe mai potuto insegnare in una sinagoga, Timoteo era figlio di una donna Giudea, e conosceva bene le Scritture. Perciò, se fosse stato circonciso sarebbe stato pienamente accettato come giudeo, e ciò gli avrebbe aperto la porta per insegnare nella sinagoga, per spiegare che Gesù è il Cristo che i Giudei aspettavano.

Quindi, nonostante non fosse necessario per Timoteo essere circonciso, avrebbe potuto essere utile.

Quando Paolo descriveva il suo ministero, diceva che in quello che era lecito, si adattava alle persone che stava cercando di conquistare per il Signore. Vi leggo 1Corinzi 9:19-22:

“19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero. 20 Mi sono così fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; mi sono fatto come uno che è sotto la legge con coloro che sono sotto la legge, per guadagnare quelli che sono sotto la legge; 21 tra quanti sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza la legge (benché non sia senza la legge di Dio, anzi sotto la legge di Cristo), per guadagnare quanti sono senza la legge. 22 Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per poterne salvare in qualche modo alcuni.” (1Corinzi 9:19-22 LND)

È importante capire quello che Paolo sta dicendo qui. Prima di tutto, Paolo parla del fatto che si fa servo di tutti. In altre parole, è sempre pronto a rinunciare alle sue preferenze, e perfino ai suoi diritti, per poter guadagnare altri per l'Evangelo.

È importante capire anche che Paolo NON sta parlando di fare cose peccaminose. Egli sta parlando di fare quelle cose che sono legittime, ma che non è necessario fare. Per esempio, con i Giudei, lui faceva come se fosse sotto la legge giudaica, pur essendo libero da quella legge. E perciò, quando era con i Giudei non mangiava quei cibi che ormai poteva mangiare. Invece quando era con i gentili, mangiava quel tipo di cibo.

Quando era con i gentili, viveva come se fosse senza la legge, cioè la legge di Mosè. Notate che Paolo specifica che era sempre sotto la legge di Dio e la legge di Cristo. In questo modo, rende chiaro che in nessun modo parla di fare qualunque cosa che è illecito o vietato da Dio. Sta parlando della legge di Mosè che i Giudei seguivano.

Perciò, quel brano in nessun modo implica che un credente può decidere per conto suo quello che è legittimo o non legittimo. Né insegna che un credente può partecipare ad alcuna attività che è peccato. Un credente è sempre sotto la legge di Dio, e non deve mai adeguarsi al comportamento degli altri se in qualunque modo quel comportamento va contro qualunque comandamento di Dio. Però, può adeguarsi in quello che Dio permette.

Il punto di Paolo è che possiamo rinunciare alla nostra libertà per poter raggiungere altri.

Quindi, per esempio, se uno vuole evangelizzare un musulmano, potrebbe rinunciare a mangiare carne di maiale quando sta con quel musulmano. Potrebbe accettare di mangiare con gli uomini in una stanza separata dalle donne. Questo sarebbe un esempio di quello che Paolo sta dicendo in questo brano.

Tornando a Timoteo, non era necessario per Timoteo essere circonciso. Ma per poter permettergli di essere riconosciuto dai Giudei in modo che poteva evangelizzarli, Paolo lo fece circoncidere. Chiaramente, Timoteo era d'accordo, e così vediamo che erano entrambi pronti a sacrificare i loro diritti e le loro preferenze per poter raggiungere più persone con l'evangelo di Gesù Cristo. Prego che anche noi saremo pronti a sacrificare i nostri diritti e le nostre preferenze per aggiungere altri con l'evangelo. Dio ci chiama a questo. Questo è un cuore che arde per la gloria di Dio e la salvezza le altre persone.

Edificano le Chiese

4 E, come essi attraversavano le città, ordinavano loro di osservare le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani a Gerusalemme.

Ripassando le chiese che avevano fondato nel primo viaggio ordinavano loro di osservare le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme. Ricordate che a questo punto, nessuna parte del Nuovo Testamento era scritto ancora. Perciò l'insegnamento degli apostoli avveniva così in quel periodo transitorio.

Come abbiamo visto volta dopo volta, Dio era all'opera, fortificando le chiese. Chiudiamo, leggendo il v.5.

5 Le chiese dunque erano fortificate nella fede e crescevano di numero ogni giorno.

Dio continuava a far crescere la Chiesa, come continua oggi a far crescere la Chiesa. Anche noi facciamo parte di quello che Dio sta facendo. Impegniamoci, nell'unica opera che durerà per l'eternità.

Ripassare le Verità

Vorrei chiudere, ripassando le due verità principali che abbiamo visto oggi.

Prima di tutto, abbiamo visto che è importante la testimonianza che abbiamo, perché ci aiuta a riconoscere il nostro cuore. Chiedo a ciascuno di voi di prendere tempo e impegno per considerare veramente quella che è la propria testimonianza. Gli altri vedono Cristo in te, veramente, più di qualsiasi altra cosa? Vedono in te una vita focalizzata su Cristo, e vedono una persona che si impegna per la gloria di Dio? Se non è così, riconosci che il tuo amore per Dio si è raffreddato, e ravvediti.

Secondo, riconosciamo che spesso, Dio ci mostra quello che ha per noi tramite la richiesta di altri di entrare a far parte di un ministero. Non è sempre così, e dobbiamo valutare bene. Però, spesso, Dio ci guida così. Però, quando qualcuno ci invita ad adempiere un bisogno nella chiesa o nella vita, non chiudiamo la porta. Consideriamo attentamente se non potrebbe essere Dio che ci sta guidando in quella direzione.