Aiuto Biblico

Efesini 4:25-27 - Parlare con verità, non peccare quando ci si adira.

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 18 aprile, 2010
parole chiave: Efesini, come vivere in santità, la verità, la menzogna, mentire, ira, essere onesti.

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La salvezza: dal tormento eterno, da una vita senza Dio e senza speranza, dalla schiavitù del peccato, all'adozione come figli di Dio, ad un'eredità celeste riservata per noi, all'amore di Dio dal quale nulla può separarci, all'avere libero accesso al trono di grazia per mezzo di Gesù Cristo.

E, tutto questo, come stiamo imparando in Efesini, è per grazia, per la scelta sovrana di Dio nell'eternità passata! Noi eravamo morti nei nostri peccati, ma Egli ci ha vivificati in Cristo Gesù!

Essendo stati fatti nuove creature, Dio ci chiama a camminare in novità di vita. In Efesini 4:17-24, abbiamo visto il comandamento di non camminare più come camminano ancora gli altri gentili. Piuttosto, dobbiamo spogliarci dell'uomo vecchio, per rivestirci dell'uomo nuovo. Leggiamo assieme Efesini 4:20-24:

“20 Voi però non è così che avete conosciuto Cristo, 21 se pure gli avete dato ascolto e siete stati ammaestrati in lui secondo la verità che è in Gesù 22 per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione, 23 per essere rinnovati nello spirito della vostra mente, 24 e per essere rivestiti dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.” (Efesini 4:20-24).

Dobbiamo spogliarci della condotta di prima, dell'uomo vecchio, per essere rivestiti dell'uomo nuovo, con un comportamento di giustizia e santità nella verità.

Ora, con l'aiuto di Dio, vogliamo riprendere il nostro studio di Efesini 4 e considerare i versetti 25-27. A questo punto del brano, iniziando dal v.25, si passa dal principio all'applicazione. In questi versetti e quelli se seguono, Dio ci dà dei comandamenti specifici di come spogliarci del vecchio uomo e vestirsi del nuovo uomo. I versetti di oggi ci insegnano che bisogna parlare con verità e a non peccare d'ira o quando siamo adirati. Consideriamo questi versetti, in modo da poter camminare in giustizia e santità.

Parlare con verità (v.25)

Il v.25 inizia con un comandamento estremamente importante: parlare con verità. Leggo il versetto:

25 Perciò, messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. (Efesini 4:25 LND).

Dobbiamo mettere da parte ogni menzogna e, piuttosto, parlare con verità! La frase “mettere da parte” è la stessa parola in greco che troviamo nel v.22 tradotta come “spogliarvi”. Leggo il v.22:

“per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione,” (Efesini 4:22).

Una parte dello spogliarci del vecchio uomo consiste nello spogliarci di ogni forma di menzogna. Per camminare come veri credenti, dobbiamo togliere ogni forma di menzogna dalla nostra vita e dire sempre la verità.

--- al suo prossimo: a chi dobbiamo dire la verità? Il brano ci comanda di dire la verità al nostro prossimo. Chi è il nostro prossimo? Gesù usa la stessa parola nella parabola del buon samaritano in Luca 10, nella quale è chiaro che il prossimo è qualsiasi persona con cui abbiamo a che fare. Perciò questo comandamento riguarda i nostri rapporti con tutte le persone che incontriamo nella nostra vita. Dobbiamo dire la verità a tutti.

Dobbiamo parlare con verità perché il nostro Signore, Gesù Cristo, parla con verità, anzi, ancor di più, Egli è la Verità. Perciò, un aspetto fondamentale della vita cristiana è di parlare sempre con verità e, quindi, di non mentire mai.

Dobbiamo spogliarci dalla menzogna e dire solo la verità, perché, nella salvezza, siamo passati dalla menzogna del peccato alla verità di Cristo. In altre parole, prima della salvezza, credevamo alle menzogne del peccato e in esso vivevamo. Dio ci ha aperto gli occhi alla verità del Vangelo e abbiamo abbandonato la menzogna del peccato per abbracciare e seguire la verità in Cristo.

Chi si aggrappa alla verità della salvezza deve parlare con verità e deve, quindi, abbandonare ogni forma di menzogna.

Ricordiamoci che la menzogna è contraria alla verità, la menzogna è contraria a Dio ed è il contrario della giustizia.

Modi di mentire.

Per mettere da parte la menzogna, ovvero spogliarci di essa, dobbiamo riconoscere che cos'è la menzogna.

Chiaramente, dire una cosa falsa in modo diretto è dire una menzogna. Però esistono anche tante altre forme di menzogna. Oltre al mentire in forma diretta, si può anche mentire in modo indiretto, per esempio, con un parlare e un agire furbo, oppure ingannando qualcuno, oppure sembrando di essere quello che non siamo, oppure essendo ipocriti. Vi do qualche esempio più specifico:

--- Chi vende qualcosa ad un prezzo superiore al suo reale valore, mente nel modo di descrivere o presentare il prodotto che commercia.

--- Chi dice o chiede a qualcun altro di dire per lui, che non è a casa quando è a casa o che è impegnato perché non vuol parlare o che sta facendo qualcosa che non sta facendo, per esempio, un figlio che dice che sta studiando quando in realtà non lo sta facendo, sta mentendo.

--- Chi racconta un avvenimento e fa sembrare la cosa quello che non è realmente, per esempio trascurando volutamente certi dettagli della vicenda, sta mentendo.

--- In modo simile,esagerare è un modo di mentire.

--- Sentire qualcosa riguardo a qualcuno e poi, senza assicurarsi che essa sia la verità, raccontarla ad altri come se fosse la verità, quando in realtà non si sa che lo è o meno, è un forma di menzogna, sia perché, in realtà, spesso si arriva a raccontare cose non vere, sia perché non si ha certezza che siano cose vere quelle che si raccontano.

--- Un altro modo in cui si mentisce è quando si dà una parola, si fa una promessa, si prende un impegno verbale e poi non lo si mantiene.

Essendo nuove creature, mettiamo da parte ogni forma di menzogna e diciamo solo la verità a tutti.

Motivo per parlare con verità:

Questo versetto descrive un motivo per cui dobbiamo parlare con verità. Esso dichiara:

“Perciò, messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.” (Efesini 4:25 LND).

Siamo membri gli uni degli altri. A livello umano, siamo tutti discendenti di Adamo. In quel senso, siamo tutti creature di Dio. Poi, fra noi che siamo stati salvati, siamo tutti figli di Dio, membri dello stesso corpo.

Perciò, la prima applicazione di cosa vuol dire spogliarci del vecchio uomo per rivestirci dell'uomo nuovo, in modo da camminare in giustizia e in santità nella verità, è di spogliarci totalmente di ogni forma di menzogna, per dire solamente la verità. Viviamo così e, se in qualche campo della nostra vita non stiamo vivendo così, confessiamo il nostro peccato e abbandoniamolo!

Via l'ira

Ora passiamo ai vv. 26,27, che descrivono un altro aspetto di una vita vissuta secondo giustizia. Questi versetti parlano dell'ira, di un sentimento che così facilmente fa parte della vita di un uomo senza Dio e che può facilmente trovare posto anche nella vita di un figlio di Dio. Leggo i vv. 26,27:

26 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 27 e non date luogo al diavolo. (Efesini 4:26-27 LND).

Questo comandamento viene dal Salmo 4:4, che dichiara:

“Adiratevi e non peccate; sul vostro letto meditate nel vostro cuore e state in silenzio.” (Salmo 4:4 LND).

Il fatto che questo versetto dichiara “Adiratevi e non peccate” implica che esiste una forma d'ira che non è peccato; però è indubbiamente facile peccare quando diamo luogo all'ira, anche quando essa non è di per sé un peccato.

Ognuno di noi conosce, per esperienza, che cos'è l'ira: è un'agitazione della propria mente che può colpirci quando si percepisce un vero o un presunto pericolo, una ferita o un'offesa. Spesso è accompagnata dal desiderio di vendetta anche se la vendetta in sé non è necessariamente una parte dell'ira.

L'ira può essere giusta, così come può essere un peccato. In quali casi è giusta l'ira?

L'ira può essere giusta quando è per una motivazione giusta e quando è vissuta secondo i principi di Dio.

L'ira è giusta quando è per la gloria di Dio e per il bene degli altri, senza interessi personali.

L'esempio più chiaro di ira giusta è l'ira di Gesù Cristo. Vediamo questa ira, per esempio, quando Gesù entrò nel Tempio a Gerusalemme e scacciò coloro che vendevano gli animali. Leggo Giovanni 2:13-17:

“13 Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. 14 E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore, di colombi, e i cambiamonete seduti; 15 fatta quindi una frusta di cordicelle, li scacciò tutti fuori del tempio insieme con i buoi e le pecore, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò le tavole, 16 e ai venditori di colombi disse: "Portate via da qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato". 17 Così i suoi discepoli si ricordarono che stava scritto: "Lo zelo della tua casa mi ha divorato".” (Giovanni 2:13-17 LND).

In questo brano, la giusta ira di Gesù Lo ha spinto a scacciare questi uomini fuori dal Tempio. È importante notare che la Sua ira non era dovuta a qualche offesa che Lui stesso aveva subito. Infatti, quando Gesù fu ingiustamente oltraggiato, rimase tranquillo e non reagì con ira al torto subito. Leggiamo della reazione di Gesù agli oltraggi in 1Pietro 2:23:

“Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente.” (1Pietro 2:23 LND).

Vediamo in questo che Gesù si accese d'ira quando la santità di Dio fu oltraggiata, ma non quando fu oltraggiato personalmente.

Questo rispecchia l'insegnamento che Gesù ci impartisce in Matteo 5:39. Ve lo leggo:

“Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra,” (Matteo 5:39 LND).

Quindi, l'ira giusta non è il risultato di un'offesa contro la nostra persona stessa ma, piuttosto, fa parte di un desiderio di difendere l'onore di Dio e del Suo popolo.

Vediamo un esempio di ira giusta anche nell'Apostolo Paolo. Egli subì molti attacchi contro la sua persona, senza mai rispondere con ira. Però, nell'Epistola ai Galati, parlando degli uomini che cercavano di allontanare i Galati dalla verità, uomini che insegnavano che i Galati dovevano farsi circoncidere, Paolo mostra la sua ira giusta, scrivendo, in Galati 5:12:

“Oh, fossero pur recisi coloro che vi turbano!” (Galati 5:12 LND).

Paolo voleva che questi lupi rapaci fossero recisi via dal popolo di Dio, se ne avevano mai fatto davvero parte. Paolo aveva una giusta ira contro questi lupi rapaci che stavano danneggiando il popolo di Dio. La sua non era un'ira dovuta a qualche male da lui stesso subito, ma era conseguenza del voler proteggere il gregge di Dio.

Quindi, un'ira giusta è un'ira che non è dovuta a qualche torto che la persona stessa ha subito, ma riguarda qualcosa che va contro Dio e contro il Suo popolo.

Anche in questi casi è importante che quell'ira non vada oltre i limiti stabiliti. Per esempio, essa non deve mai portarci a cercare vendetta. Per esempio, nell'Epistola di Giuda, leggiamo la dichiarazione dell'angelo Michele contro Satana. Ve la leggo:

“8 allo stesso modo questi sognatori contaminano anch’essi la carne, respingono l’autorità e parlano male delle dignità. 9 Invece l’arcangelo Michele, quando in contesa col diavolo disputava intorno al corpo di Mosé, non osò lanciargli contro un giudizio oltraggioso, ma disse: "Ti sgridi il Signore!".” (Giuda 1:8-9 LND).

Anche in quelle rare circostanze in cui l'ira è giusta, essa non deve portarci a cercare noi la vendetta. La vendetta appartiene a Dio solo, come leggiamo in Ebrei 10:30:

“Noi infatti conosciamo colui che ha detto: "A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione," dice il Signore. E altrove: "Il Signore giudicherà il suo popolo".” (Ebrei 10:30 LND).

Un'ira giusta arriva per motivi giusti e non porta alla vendetta. Solo così si può avere ira senza peccare.

L'ira come peccato

Il nostro versetto ci comanda di non peccare quando abbiamo ira. Quindi, mentre è possibile avere un'ira giusta, è altrettanto molto possibile peccare quando ci adiriamo. Vi menziono tre situazioni in cui l'ira è peccato.

La prima è quando l'ira è una reazione a qualche offesa personale o a qualcosa che non è veramente grave.

Il secondo caso è quando l'ira va oltre quello che è giusto e ci porta ad esagerare nel modo in cui reagiamo.

Il terzo caso in cui l'ira ci porta a peccare è quando abbiamo peccato in qualcosa e, invece di adirarci contro noi stessi e il nostro peccato, ci arrabbiamo contro le circostanze o contro qualcun altro, per esempio, contro chi ci parla del nostro peccato.

Lasciatemi spiegare meglio quest'ultimo punto. Quando pecchiamo, dovremmo odiare il nostro peccato e combattere contro di esso. Se qualcuno ci parla del nostro peccato, dovremmo vedere quella persona come un nostro alleato nella guerra contro il peccato. Tristemente, spesso, anziché apprezzare la persona che ci ha parlato del nostro peccato, ci adiriamo contro quella persona e, così, aggiungiamo al primo peccato il peccato di un'ira ingiusta.

Ci sono tanti altri casi in cui la nostra ira è peccato.

Per esempio, se qualcuno fa qualcosa contro di te e tu ti arrabbi, quella è un'ira peccaminosa, dovuta al tuo orgoglio.

Quando ti arrabbi per qualcosa che non è di vera importanza eterna, stai peccando. Gli esempio di ira giusta che abbiamo visto nella Bibbia riguardano situazioni di grande importanza, riguardano la gloria di Dio e la protezione del Suo popolo. Arrabbiarsi per quello che è in realtà una sciocchezza alla luce dell'eternità è peccato.

Tuttavia, anche se ci si adira per un motivo valido, però quell'ira porta ad agire male, si commette peccato. La reazione non deve andare oltre i principi stabiliti da Dio. Quindi, perdere il controllo, parlare con cattiveria, disprezzare e cose simili sono tutte evidenze che la tua ira è arrivata al punto da partorire peccato.

Quando l'ira è contro la persona e non contro il peccato che la persona ha commesso, è peccato.

Quando si medita sulla causa che ha provocato l'ira, quando viene passata e ripassata nella mente la ragione che conduce all'ira e la alimenta, allora quel tipo di ira è peccato.

Infine, quando non c'è prontezza nel perdonare chi ci ha condotti ad adirarci, allora è evidente che quell'ira è un peccato.

Questi sono alcuni esempi di come l'ira può essere un peccato.

In quei rari casi in cui l'ira è giusta, si può comunque cadere nel peccato se si serba l'ira nel proprio cuore per troppo tempo.

Leggo ancora il v.26:

“Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio;” (Efesini 4:26 LND).

Anche in quei pochi casi in cui l'ira è giustificata, non dobbiamo portarla dentro di noi oltre il giorno in cui ci siamo adirati. Non dobbiamo lasciare che il sole tramonti sul nostro cruccio, sulla nostra ira.

Un'ira che si porta avanti giorno dopo giorno è peccato e diventa come un tumore nell'anima. Contamina il cuore e fa molto male.

Non dare luogo al diavolo

Il v.27 ci spiega uno dei motivi per cui dobbiamo togliere l'ira sbagliata dalla nostra vita. Leggo i vv.26,27:

“26 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 27 e non date luogo al diavolo.” (Efesini 4:26-27 LND).

Quando noi abbiamo il peccato dell'ira nella nostra vita, stiamo lasciando la possibilità al diavolo di farci tanto male. Cioè, il nostro peccato non confessato è come una porta aperta che permette a Satana accesso alla nostra vita per farci del male.

Gesù, non avendo peccato, evitava questo pericolo, come Egli dichiara in Giovanni 14:30:

“Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo e non ha nulla in me;” (Giovanni 14:30 LND).

Il principe di questo mondo è Satana. Egli non aveva nulla di suo in Gesù. In altre parole, non c'era alcun aspetto della vita di Gesù in cui Egli aveva un peccato e, perciò, Satana non aveva posto alcuno in Lui.

Quando lasciamo un peccato nella nostra vita, diamo luogo al diavolo, gli diamo spazio per entrare e farci del male. Solamente quando camminiamo in santità e in novità di vita siamo al sicuro. Quando invece pecchiamo, allora lasciamo a Satana la possibilità di farci del male. Lasciare un peccato agire nella nostra vita lascia pure una porta aperta per l'ingresso in essa di altri peccati.

Quindi, applicando questo al discorso dell'ira, ogniqualvolta abbiamo un'ira sbagliata, un'ira che è peccato, stiamo dando luogo a Satana. È per tale ragione che, in questo versetto, Dio ci comanda di non peccare quando ci adiriamo e di non lasciare agire una giusta ira oltre il giorno in cui essa è maturata nella nostra vita. Vivendo così non daremo luogo al diavolo.

Applicare questo alla nostra vita

Come possiamo applicare questo insegnamento alla nostra vita? Prima di tutto dobbiamo riconoscere che la maggioranza delle volte che ci adiriamo, stiamo peccando. Perciò dobbiamo riconoscere questo peccato, dobbiamo essere pronti a confessarlo e abbandonarlo.

Adirarci in modo sbagliato fa parte della vecchia vita. Dobbiamo spogliarci di quella vita anche sotto questo aspetto e vestirci dell'uomo nuovo, nella giustizia e nella santità, parlando ed agendo sempre con verità. Perciò, quell'ira che così facilmente faceva parte della nostra vita non deve più trovare spazio nel nostro cuore e nel nostro cammino.

Per tanti di noi questo vuol dire riconoscere quanto spesso cadiamo in questo peccato e significa essere pronti a ravvederci ogni volta che cadiamo.

Tenete in mente che adirarsi dà una certa soddisfazione alla carne. Però, cosa molto importante per noi, nuove creature, essa danneggia terribilmente l'anima. O che possiamo diventare un popolo che cammina in santità in questo campo così importante!

Applichiamo tutto questo a noi

A questo punto, fermiamoci per valutare se stiamo applicando questi insegnamenti alla nostra vita.

Se tu sei stato salvato, sei una nuova creatura. Nei vv.17-24, abbiamo visto che Dio ci comanda di spogliarci del vecchio uomo, del vecchio modo di vivere, per rivestirci del nuovo uomo che vive in giustizia e santità nella verità. Questa nuova vita, questa vita di santità e giustizia, tocca ogni aspetto della vita stessa.

Oggi abbiamo iniziato a considerare i versetti dal 25 al 27, versetti che parlano di come vivere con giustizia e santità in due campi della vita.

Per prima cosa, abbiamo visto l'importanza di spogliarci di ogni forma di menzogna. Chiaramente, questo comprende le menzogne dirette ma comprende anche ogni altra forma di dire o anche solo implicare qualcosa di falso. Perciò non dobbiamo esagerare, non dobbiamo far intendere cose che non sono, non dobbiamo raccontare cose di altri se non sappiamo che sono vere e, anche in quei casi, ci deve essere un motivo buono per raccontarle. Non dobbiamo dare una parola che non manteniamo o sappiamo di non poter mantenere. Dobbiamo spogliarci di ogni forma di menzogna, per dire la verità in tutto e con tutti. Dobbiamo parlare sempre con verità perché Gesù Cristo è Verità e noi, nuove creature, siamo in Cristo. Dobbiamo parlare con verità perché siamo membra gli uni degli altri e mentire è il contrario di amare. Dobbiamo parlare con verità perché abbiamo abbandonato la menzogna del peccato per aggrapparci alla verità del Vangelo.

Ti chiedo: tu parli sempre con verità, sia in modo diretto che in modo indiretto? O che possiamo essere un popolo conosciuto perché parliamo sempre con verità, per rispecchiare il nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo!

Abbiamo anche visto l'importanza di non nutrire ira ingiusta. Esiste un'ira giusta, però, in realtà, è molto rara. La maggior parte delle volte che ci adiriamo, la nostra è un'ira peccaminosa. Come nuove creature in Cristo, è molto importante che riconosciamo questa ira come peccato ogni volta che la nutriamo, sia che essa resta nascosta agli altri, sia che venga esternata.

Quando abbiamo ira causata da qualche offesa che abbiamo subito o perché sono stati trattati male o perché qualcuno ci ha rimproverato per un peccato nostro, dobbiamo essere consci del fatto che la nostra ira ci ha condotto a peccare. Riconosciamo quanto è grave questo tipo d'ira e confessiamola come peccato.

Nei casi in cui abbiamo un'ira giusta, non dobbiamo lasciarla durare a lungo. Piuttosto, come sta scritto, dobbiamo toglierla dal nostro cuore prima di andare a letto. Nessuna ira dovrebbe durare più di un giorno. Se tu stai portando dentro di te un'ira o un rancore da tempo, sappi che è un veleno nel tuo cuore. Ravvediti, confessalo come peccato e chiedi a Dio di purificare il tuo cuore.

Conclusione

Prego che possiamo comprendere sempre di più la grandezza della nostra salvezza. Siamo stati salvati dalla morte eterna e, in Cristo, abbiamo la vita eterna. Abbiamo comunione con Dio e la promessa dell'eternità con Lui.

Dio ci ha liberati dalla condanna dell'uomo vecchio e pertanto Egli ci comanda di spogliarci di tutto quello che apparteneva all'uomo vecchio, per rivestirci dell'uomo nuovo, con un comportamento di giustizia e santità nella verità.

Camminiamo in santità in ogni campo della vita. Oggi abbiamo considerato due aspetti di una vita santa, ovvero quelli che riguardano il campo del nostro parlare con verità e il campo dell'ira. O che possiamo camminare in santità in questi campi, ed essere pronti a confessare il nostro peccato ogni volta che pecchiamo! Grazie a Dio per il perdono in Gesù Cristo e per l'opera dello Spirito Santo che ci permette di ricevere il perdono e di riprendere il cammino!

Camminiamo in santità, il nostro Signore sta per arrivare. Le cose intorno a noi passeranno. Aspettiamo la Sua apparizione, tenendoci puri, camminando in novità di vita!

Preghiamo: Padre celeste, aiutaci ad esaminare perfettamente la nostra condotta per gettare via dalla nostra vita, con il Tuo santo aiuto, ogni cosa che non ti appartiene e, come figli di luce, come nuove creature in Cristo, per poter camminare secondo i principi che Tu ci dai, quelli dell'uomo nuovo che si va rinnovando di giorno in giorno in santità e in giustizia nella verità, per crescere ad immagine di Cristo! Fai che possiamo bandire dal nostro cuore, dalle nostre labbra e da ogni nostro comportamento ogni forma di menzogna e di parola o atteggiamento ingannevole e che, nell'ira, tanto quando essa è giusta quanto quando essa non lo è, non pecchiamo per non dare posto alcuno all'avversario nelle nostre vite e restare sempre in perfetta comunione con te. Amen!