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La chiesa che è in Cristo - 1 Tessalonicesi 1:2-10

filename: 52-0101b.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - studio su 1 Tess 1:1, parte B, di Marco deFelice, per Rovigo, 2/4/1995, revisione principale per 6 maggio, 2001, per Rovigo

Riassunto dell’introduzione:

Oggi, siamo arrivati al secondo sermone sul libro dei Tessalonicesi. Nel primo sermone, abbiamo considerato molto la vita di Paolo. Abbiamo visto che già da prima della sua nascita, Dio lo stava preparando per il ministerio che Dio aveva prestabilito per lui. Dio aveva operato in modo che Paolo nascesse cittadino romano, e poi fosse cresciuto con una grande cultura greca e con la migliore istruzione possibile nella legge di Dio, come Giudeo. Questi fatti ci aiutano a capire che Dio è all’opera, molto prima che è visibile a noi.

La chiamata di Paolo e il suo vangelo, non gli erano stati trasmessi da uomini, ma direttamente da Cristo. Questo è importante, perché ci conferma che quello che abbiamo è il messaggio di Dio.

Abbiamo visto che la città di Tessalonica era una citta romana molto importante in quella zona. I Giudei della città avevano ascoltato Paolo quando era appena arrivato, ma poi, dopo poche settimane, avevano preso una posizione talmente ostile verso Paolo che non solo lo forzarono a lasciare la città, ma poi andarono fino a Berea per ostacolarlo anche là.

Poco tempo dopo che Paolo era stato costretto a lasciare questa giovane chiesa, scrisse questa lettera, per fortificare la loro fede. Quindi, gli argomenti che Paolo tratta nella sua lettera sono verità fondamentali nella vita di ogni credente. Perciò, sono importanti per noi.

alla chiesa dei Tessalonicesi

Iniziamo ora a considerare la lettera, iniziando col primo versetto.

Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace. (1 Tessalonicesi 1:1)

Nel primo sermone, abbiamo visto che Paolo scriveva anche in nome di Sila, detto anche Silvano, e Timoteo, perché anch’essi avevano evangelizzato la città insieme a lui. Ora, voglio considerare una parola molto importante: la parola “chiesa”. Paolo scrive “alla chiesa” dei Tessalonicesi.

Anche noi siamo una chiesa. Cos’è una chiesa? Oggi, la parola viene usata in tanti modi, da tanti gruppi diversi. Tante persone si dichiarono “di chiesa”. Qual è il vero significanto di questa parola così importante?

La parola chiesa è la traduzione della parola greca “ecclesia”, che viene usato 118 volte nel NT. “Ecclesia” è composta da due parola: “ek”, una preposizione che vuol dire fuori, e “kaleo”, un verbo che vuol dire “chiamare”. Il significato di “ecclesia” è “un’assemblea chiamata fuori dalla moltitudine.”

Nei secoli prima del NT, le città greche erano spesso città independenti. Solamente le persone che erano cittadini potevano votare nelle assemblee di città. Quando era necessario avere un incontro di cittadini, per discuttere e votare qualche facenda importante, chiamavano l’ecclesia, cioè, chiamavano fuori dalla moltitudine l’assemblea di quelli che avevano il diritto di votare. Quindi, “ecclesia” indica quell’assemblea privilegiata chiamata fuori della moltitudine.

Nella Bibbia, la parola “ecclesia” ha preso il significato di un gruppo di persone chiamate fuori dal mondo, per appartenere a Dio e non più al mondo. Il termine “chiamato fuori” indica che prima, queste persone facevano parte del mondo.

Di solito, nella Bibbia italiana, la parola “ecclesia”, viene tradotta come “chiesa”, tranne alcuni versetti in cui viene tradotta “assemblea”. Essa ha tre sensi nella Bibbia.

la chiesa universale

In alcuni brani, “ecclesia” indica la chiesa universale, cioè, tutti i veri salvati nel mondo, in tutte le età. Per esempio, Efesini 1:22 spiega ciò che ha fatto Dio Padre per Gesù Cristo Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa. Quindi, un significato è la chiesa universale, composta da tutti coloro che sono veramente salvati.

la chiesa locale

Un secondo significato della parola "ecclesia" quello usato la maggior parte delle volte, è una chiesa locale, vale a dire, tutti i veri credenti di un certo luogo, che si incontrano insieme. Questo è il senso usato qui, in 1 Tess. 1:1, quando Paolo scrive: “alla chiesa dei Tessalonicesi.” Ecco alcuni esempi fra i tanti di questo uso.

Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. (Atti 13:1)
Dopo aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa, e aver pregato e digiunato, li raccomandarono al Signore, nel quale avevano creduto. (Atti 14:23)
Giunti là e riunita la chiesa, riferirono tutte le cose che Dio aveva compiute per mezzo di loro, e come aveva aperto la porta della fede agli stranieri. (Atti 14:27)
E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese. (Atti 15:41)

un’assemblea

Poi, in qualche brano, la parola ecclesia viene tradotta come “assemblea”, che può indicare sia l’assemblea di chiesa, che l’assemblea di cittadini di una città. Ecco un esempio di entrambi gli usi.

Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi, e in parte lo credo; (1 Corinzi 11:18)

In questo versetto, l’assemblea cui ci si riferisce è l’assemblea dei credenti.

Poi, in Atti 19:39 e 41, la parola ecclesia viene usata due volte per indicare un’assemblea di cittadini. In questi versetti, un ufficiale della città parla alla folla:

39 Se poi volete ottenere qualcos’altro, la questione si risolverà in un’assemblea regolare. 40 Infatti corriamo il rischio di essere accusati di sedizione per la riunione di oggi, non essendovi ragione alcuna con la quale poter giustificare questo tumulto». 41 Detto questo, sciolse l’assemblea. (Atti 19:39-41)

Quindi, qui al v.1, Paolo scrive alla chiesa locale, all’assemblea di veri credenti in questa città, a coloro che sono stati chiamati fuori dalle tenebre.

Se ci fermiamo a pensare, il significato di questa parola è ricchissimo. Queste persone erano state chiamate da Dio fuori dalle tenebre. Prima della chiamata di Dio, erano sotto la condanna eterna. Ascoltiamo ancora Atti 17:4 per ricordare i vari tipi di persone che costituivano la chiesa dei Tessalonicesi.

1 Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era una sinagoga dei Giudei; 2 e Paolo, com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture, 3 spiegando e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti. «E il Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annunzio». 4 Alcuni di loro furono convinti, e si unirono a Paolo e Sila; e così una gran folla di Greci pii, e non poche donne delle famiglie più importanti. (Atti 17:1-4)

In questo brano, vediamo elencati tre gruppi di persone:

1) C’erano dei Giudei che credettero e furono salvati.

2) C’era anche una gran folla di greci pii. Cioè, questi greci da tempo avevano conosciuto la verità dalle Scritture, e perciò, riconoscevano che il Dio d’Israele era l’unico vero Dio. Non erano convertiti completamente al Giudaismo, ma venivano alla sinagoga per ascoltare le Scritture. Quando udirono il messaggio del Vangelo, Dio aprì il cuore di un gran numero di loro. Probabilmente la maggior parte dei credenti di questa chiesa veniva da questo gruppo.

3) Dio aveva anche salvato non poche donne delle famiglie più importanti. Queste donne provenivano dalle famiglie ricche e importanti della città. Dio aveva chiamato fuori dalle tenebre anche un gran numero di esse.

4) In 1 Tess 1:9 leggiamo:

perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, (1 Tessalonicesi 1:9)

Quindi, ovviamente, vari dei credenti in questa chiesa prima della salvezza erano pagani che adoravano idoli.

Fratelli, è una cosa incredibile che Dio aveva chiamato queste persone fuori dalla perdizione, alla salvezza. Alcuni erano religiosi, e sapevano qualcosa del vero Dio, però, erano comunque perduti. Altri addirittura adoravano gli idoli. Però tutti erano perduti e facevano parte del mondo. Furono chiamati dalle tenebre alla luce. I loro antenati avevano vissuto nelle tenebre per secoli. La stragrande maggioranza di tutte le altre città nel mondo erano ancora nelle tenebre. La grazia di Dio e la sua misericordia verso queste persone fece arrivare il vangelo proprio a loro, e Dio aveva aperto i loro cuori affinché credessero. Perciò, il termine “ecclesia”, ovvero, “coloro che sono stati chiamati fuori” esprime la meravigliosa realtà spirituale di queste persone, che prima camminavano nelle tenebre, e ora, camminavano nella luce in Cristo Gesù.

Fratelli e sorelle, per la grazia di Dio, anche noi che siamo figli di Dio, siamo stati chiamati fuori del mondo. Anche noi eravamo ciechi, nemici di Dio, sotto la condanna eterna. Dio ci ha rivolto una santa chiamata, ci ha aperto il cuore, ci ha portato a Sé. Perciò, per la grazia di Dio, anche noi siamo una vera ecclesia. Perciò, le verità di questa lettera sono per noi, come erano anche per i credenti di Tessalonica. Quindi, prestiamo molta attenzione a quello che Dio vuole insegnarci tramite questa lettera.

che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo:

Continuiamo al v.1:

Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace. (1 Tessalonicesi 1:1)

Alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo:

Notiamo la posizione di queste persone. Come persone salvate, erano diventate figli di Dio, e perciò, erano “in” Dio Padre e “nel” Signore Gesù Cristo. La frase “in Cristo” viene usata circa 80 volte nel NT, per indicare la nostra posizione. Siamo in Gesù Cristo, in quanto, tramite il battesimo spirituale al momento della nostra salvezza, siamo stati uniti con Cristo. Egli ha preso il nostro peccato, e noi abbiamo ricevuto la sua giustizia. Chi è salvato è spiritualmente “IN” Gesù Cristo.

Nel greco, questo versetto contiene la parola “in” solamente una volta, cioè, tradotta letteralmente, sarebbe: “alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e Signore Gesù Cristo.” Dicendo così, Paolo mette Gesù Cristo al pari di Dio Padre.

Notiamo che Paolo usa il titolo completo di Gesù Cristo: Signore Gesù Cristo. Consideriamo il significato di ciascuno di questi nomi, perché quello che Gesù è, Lo è anche per noi!

Signore

Alla sua conversione, sulla via per Damasco, Paolo riconobbe Gesù come il SIGNORE. Questa parola, Signore, è “Kurios” in Greco. Questa è la parola che viene usata nella Bibbia greca, ovvero, ciò che noi conosciamo come Antico Testamento, di quel periodo per tradurre la parola Ebraica “YaHWeH”, che è il nome di Dio. Nelle sue lettere, Paolo usa la parola “Kurios” sia per Dio Padre sia per Gesù Cristo. Quindi, questa parola identifica Gesù Cristo con Dio Padre, e indica la piena divinità di Gesù. Gesù è DIO, il Signore. Perciò, Egli è potente da poterci salvare!

Gesù

Paolo usa anche il nome Gesù. Cosa vuol dire Gesù? Gesù viene dal greco “Iesous”, che viene dall’ebraico: Jehoshua, da Giosuè. In Ebraico, questo nome vuole dire: “Yahweh Salva!”

Il nome “Gesù” mostra anche che Gesù era vera uomo. Dio diventato uomo, in modo che potesse veramente identificarsi con noi per caricarsi dei nostri peccati. Gesù: Yahweh Salva.

Ricordiamo che è stato Dio che ha scelto il nome Gesù per il nostro Salvatore. L’angelo Gabriele ha comunicato questo sia a Maria che a Giuseppe.

Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». (Matteo 1:21)
Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. (Luca 1:31)

Che significato troviamo in questo grande nome: Gesù, ovvero, Yahweh Salva? Cosa ci indica?

Innanzitutto, questo nome ci ricorda che ogni uomo ha bisogno della salvezza. Dio è venuto per salvare, perché avevamo bisogno della salvezza! Senza la salvezza da parte di Yahweh, ogni uomo è perduto.

Secondo, il nome Gesù ci ricorda che la salvezza viene da Dio. Non esiste salvezza fuorché in Dio.

Io, io sono il SIGNORE, e fuori di me non c’è salvatore. (Isaia 43:11)

Yahweh Salva. Non esiste altro Salvatore.

Terzo, il nome “Gesù” ci ricorda che la salvezza viene soltanto tramite Gesù Cristo. Solo Egli può salvare. Non esiste altra via per andare al Padre. Non esiste altro nome per il quale possiamo essere salvati.

Leggiamo quest’insegnamento in Atti 4, quando Pietro sta predicando a Gerusalemme.

10 sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest’uomo compare guarito, in presenza vostra. 11 Egli è “la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare”. 12 In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati». (Atti 4:10-12)

Non esiste alcun altro nome per il quale si può essere salvati, all’infuori del nome di Gesù.

In Giovanni 14:6

Gesù parla di Sé: Io sono la via, la verità, la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di ME.

Quindi, nel nome “Gesù, troviamo la profonda verità che Gesù è Colui che ci salva. Egli è il nostro Salvatore!

Cristo

Al titolo Signore, e al nome Gesù, Paolo aggiunge il nome “Cristo”. La parola Cristo è dal greco Cristos, che è la traduzione dell’ebraico Messia. Messia vuol dire “unto da Dio, colui scelto e mandato da Dio”.

Il Signore Gesù è il Messia promesso. Ricordiamo che il Messia è il vero Profeta, Sacerdote e Re.

Gesù è il vero Profeta perché Egli è la Parola di Dio, e ci rivela le verità di Dio. Per vedere il Padre, basta guardare a Gesù Cristo.

Gesù è il vero Sacerdote. Egli ha fatto un’offerta unica e perfetta, presentando Se stesso come sacrificio al Padre, per espirare il nostro peccato. Il suo sacrificio è stato pienamente accettato, e ha pagato completamente il prezzo per il nostro peccato.

Gesù è anche il grande RE. Egli ha conquistato il nostro cuore ribelle, e ora Egli è Colui che ci protegge e ci guida, e regna su di noi con bontà e benevolenza.

Prego che possiamo afferrare il significato completo del nome di Cristo. Non è solamente un titolo, è un nome che rivela l’identità e l’opera di Colui che ci salva ed è il nostro Signore.

grazia a voi e pace

Concludiamo col v.1.

Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace. (1 Tessalonicesi 1:1)

In ogni sua lettera, Paolo inizia con un saluto che è una forma di preghiera, in cui prega che il lettore possa ricevere grazia tramite la lettera. Gli insegnamenti di Paolo venivano da Cristo Gesù. Le verità di Dio nella Bibbia sono uno dei mezzi principali per ottenere la grazia di Dio. La Bibbia non è magica. Solo leggere la Bibbia, in sé, non dà la grazia. Però, quando si legge o si ascolta la Bibbia con cuore aperto, Dio si serve delle Scritture per trasmettere la sua grazia.

Qui, Paolo, sapendo che il lettore sta per ascoltare la Scrittura, prega per la grazia di Dio, e anche per la pace di Dio.

Cos’è la grazia? La parola grazia viene dal greco “Xaris.” Questa parola viene usata da Paolo circa 100 volte. Grazia vuol dire il favore di Dio, non meritato, che viene dato ad una persona. La vera grazia è una qualità che solamente Dio può dare. Egli ci dà la sua grazia per mezzo di Cristo Gesù. Ogni benedizione che riceviamo è per grazia.

Un esempio dell’uso della parola "Grazia" è in Romani 5:2, dove descrive la nostra salvezza.

1 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 2 mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; (Romani 5:1-2)

Anche i versi in Efesini 2:8,9 parlano della salvezza che abbiamo ricevuto per grazia.

8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; (Efesini 2:8-9)

Quando riconosciamo la grazia di Dio, abbiamo anche la pace di Dio. Il concetto biblico della pace è molto più che solamente l’assenza di guerra. La vera pace è piena riconciliazione con Dio. L’unico modo di avere pace con Dio è tramite Gesù Cristo. Chi cerca di ottenere pace con Dio per un’altra via, non la troverà mai.

Non si può trovare vera pace nella religione, non si può trovare vera pace in una cosiddetta “vita tranquilla”, non si può trovare vera pace nel successo, né in alcun’altra cosa. L’unica vera pace si può trovare solamente in Dio per mezzo di Gesù Cristo. Perciò, parlando ai Tessalonicesi che erano in Cristo Gesù, Paolo dichiara: grazia e pace a voi. Questa preghiera vale anche per noi.

Conclusione:

Perciò, cari fratelli, questa lettera che Paolo scrisse sotto la guida diretta dello Spirito Santo è anche una lettera per noi. Per la grazia di Dio, come loro, anche noi siamo una vera chiesa. Ricordiamo che il senso della parola chiesa, Ecclesia in greco, è quell’assemblea chiamata fuori dal mondo. NOI eravamo nel mondo, ed eravamo DEL mondo. Eravamo peccatori, perduti. Dio ci ha chiamati fuori. Dio ci ha chiamato a Sé. O fratelli e sorelle, ricordiamo il meraviglioso significato di questa parola, di questa realtà! Come quelli di Tessalonica, eravamo perduti, separati da Dio, facevamo parte della massa degli uomini. Eravamo sotto condanna. Dio ci ha chiamati fuori dalle tenebre, e ci ha trasportati nel suo regno di Luce.

Ricordiamo che siamo IN Gesù Cristo. Siamo uniti a Lui, ora e per l’eternità.

Ricordiamo che i nomi di Cristo hanno un ricco significato per NOI. Il nome Gesù ci ricorda che Egli diventò vero uomo, per poter caricarsi del nostro peccato. Come nome, vuol dire Yahweh Salva, e ci ricorda che abbiamo bisogno della salvezza, e che la salvezza viene solamente da Dio.

Il nome SIGNORE è il titolo per Dio, e ci ricorda che Gesù è pienamente Dio. Solo Dio POTEVA salvarci. Gesù è il Signore, e perciò, è potente da salvarci.

Gesù è anche Cristo: il Messia, il profeta, Sacerdote e Re. Egli ci rivela Dio, ci fa conoscere Dio. Egli si è offerto come sacrificio per il nostro peccato. Ed Egli è il grande Re che ha conquistato i nostri cuori con il suo amore, ed ora regna su di noi con bontà e benevolenza.

Per mezzo di Cristo, abbiamo ricevuto grazia sopra grazia, e tramite lo studio di questo libro, riceveremo ancora più della preziosa grazia di Dio. Per mezzo di Cristo, abbiamo vera pace con Dio. Rallegriamoci, mentre continuiamo il nostro cammino in attesa di quel meraviglioso giorno in cui vedremo il Signore!