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Considerare Gesù: Ebrei 3:1

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 29 novembre, 2009 ---- cmd dv -----
Parole chiave: Gesù Cristo, la nostra vocazione, sacerdote, salvezza, come avere più fede

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Qual è il cuore della vita cristiana? Non è difficile rispondere: Gesù Cristo. Lo sappiamo, eppure spesso, pensiamo poco a Gesù. In realtà, la vita cristiana vittoriosa, gioiosa e ricca è vissuta pensando a Cristo in ogni circostanza. Quanto ci serve riempire le nostre menti con Gesù Cristo. Basta che leggiate in qualunque parte del Nuovo Testamento, e noterete quanto Cristo sia il centro del discorso.

Oggi, vogliamo guardare insieme un versetto che ci comanda di fissare i nostri pensieri su Gesù Cristo! Il versetto è Ebrei 3:1.

Ebrei come Epistola dimostra la superiorità di Gesù Cristo rispetto a tutto ciò che la religione potrebbe presentare come importante. Gesù è pienamente Dio, e quindi, superiore agli angeli, Egli è superiore agli uomini di Dio più importanti, è superiore ad ogni rito e sacramento, è superiore ad ogni rivelazione. Gesù Cristo è la via che ci porta a Dio. Gesù Cristo è la nostra vita, e la nostra salvezza.

Tenendo questo in mente, leggiamo Ebrei 3:1.

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

Perciò: (v.1)

Questo versetto inizia con la parola “perciò”. Quindi, il versetto è una conseguenza di quanto è stato detto prima, nel capitolo 2. In quel capitolo, abbiamo visto che Gesù è pronto a soccorrere coloro che si trovano nel bisogno e che sono deboli; questo perché Egli diventando uomo ha preso la nostra natura umana per essere un fedele sommo sacerdote per noi. Tu hai mai bisogno di soccorso? Il capitolo 2 parla di altri aspetti di Gesù che Lo rendono il nostro grande Salvatore, l'amico dei peccatori. Leggo alcuni versetti dal capitolo 2 che parlano di chi è Cristo per noi.

Prima, ricordiamo che Gesù ha lasciato la sua gloria per venire sulla terra e diventare il nostro Salvatore.

2:7 “Tu lo hai fatto per un po’ di tempo inferiore agli angeli, tu lo hai coronato di gloria e di onore e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani” (Ebrei 2:7)

Gesù, che è glorioso al di sopra di tutto, abbassandosi, ha portato noi in gloria. Leggo i vv.9-11

“9 ma vediamo coronato di gloria e d’onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po’ di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti. 10 Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l’autore della salvezza. “Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli” (Ebrei 2:9-11)

Gesù è l'autore della nostra salvezza, essendo morto per noi, per redimerci. La salvezza comprata da Cristo ci fa diventare figli di Dio, e fratelli gli uni degli altri, parte della famiglia di Dio.

I vv. 14-15 spiegano che Cristo ci ha liberato dal potere della morte.

Leggo i vv.17-18, che dichiarano che Egli diventò il nostro Sommo Sacerdote, ed e che ora è un aiuto per quelli che sono tentati. Leggo.

“17 Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l’espiazione dei peccati del popolo. 18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati.” (Ebrei 2:17-18 LND)

Quindi, il fatto che il nostro versetto di oggi inizi con la parola “perciò”, vuol dire che quello che ci comanda, ce lo comanda alla luce di tutte queste verità meravigliose. Perciò, guardiamo Ebrei 3:1, e consideriamo come dobbiamo vivere, alla luce di chi è Cristo e di quello che Egli ha fatto per noi.

Fratelli

Leggo ancora il v.3

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

Prima di arrivare al punto della questione, l'autore scrive “fratelli santi”. Consideriamo il significato di questo titolo.

A chi sta parlando l'autore? Egli sta parlando a coloro che hanno ricevuto la salvezza e il perdono in Gesù Cristo, e per mezzo di Lui sono diventati figli di Dio. Quindi, queste parole non sono per tutti, ma per i figli di Dio, che sono benedetti eternamente.

La parola “fratelli” ci ricorda l'incredibile verità che siamo parte della famiglia di Dio, siamo figli di Dio, per mezzo della nuova nascita. Eravamo estranei a Dio, ma ora in Cristo, siamo figli amati di Dio.

Siamo fratelli SANTI! La parola “santo” significa messo da parte, separato per Dio, separato per un uso speciale, per Dio. Siamo santificati: da Dio e per Dio.

Noi siamo santi perché siamo stati giustificati e santificati in Cristo, Egli è la nostra santificazione, come leggiamo in 1Corinzi 1:30.

“Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1Corinzi 1:30 LND)

Siamo santi davanti a Dio a causa di Cristo, e questo è il motivo per cui Dio ci esorta a camminare in santità, per rispecchiare quella che è la nostra posizione in Cristo.

Partecipi della celeste vocazione

Leggiamo ancora il nostro versetto, Ebrei 3.1:

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

Consideriamo ora la frase “che siete partecipi della celeste vocazione”. In un solo sermone, sarebbe veramente impossibile sondare le ricchezze a cui si riferiscono queste poche parole. Faccio qualche commento, pregando che ognuno si prenderà del tempo, per tutta la vita, per meditare sulla verità che abbiamo una vocazione, ed è celeste.

La parola vocazione si riferisce alla nostra chiamata. È stato DIO a chiamare noi, quando eravamo lontani. Egli ci ha chiamato dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. L'iniziativa è stata tutta di Dio.

Vediamo un chiaro esempio di questo quando Gesù chiamò Lazzaro dalla tomba. Lazzaro era morto, perciò non poteva chiedere aiuto a Gesù. Un morto non può chiedere aiuto. È stato Gesù ad andare a Lazzaro. Gesù ha chiamato Lazzaro, dalla morte alla vita. L'iniziativa è stata tutta di Gesù.

Ed è stato così anche con la nostra vocazione. È Dio che chiama un morto alla vita in Cristo!

Perciò, o caro figlio di Dio, quanto è importante che tu ti renda conto che Dio ti ha chiamato alla vita eterna. Ci ha chiamato ad un'eredità eterna, una verità gloriosa, un'eredità nella sua presenza!

La tua vocazione non è ad una vita migliore sulla terra, vita che in ogni caso passerebbe ben presto. Invece, o credente, la tua chiamata è una vocazione celeste, è una chiamata all'eternità con Dio in cielo. Nessuna chiamata terrena è paragonabile alla vocazione celeste che ogni persona che Dio salva riceve per mezzo di Gesù Cristo.

Riceviamo questa vocazione celeste per mezzo di Gesù Cristo, e anche per merito di Gesù Cristo. È stato Gesù Cristo stesso, con il suo sacrificio, il giusto che si è caricato dei nostri peccati per acquistare la nostra vocazione celeste.

In Cristo Gesù, siamo partecipi della vocazione celeste. Siamo partecipi del regno della luce, il regno di Cristo, redenti dalla potestà delle tenebre, come leggiamo in Colossesi 1:12, 13.

“rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:12,13 LND)

Dio ci ha fatto degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce, avendoci riscossi, ovvero redenti, dalla potestà delle tenebre!

I problemi più gravi della vita terrena non sono nulla in confronto alla benedizione della vocazione celeste, che durerà per tutta l'eternità, cioè, stare nella presenza di Dio, con un cuore pienamente soddisfatto in Lui, nei secoli dei secoli.

Quindi, il comandamento che l'autore di Ebrei sta per dare, lo dà a coloro che sono stati fatti partecipi della vocazione celeste.

Considerare Gesù

Avendo pensato all'introduzione del versetto, arriviamo all'esortazione valida per ciascuno di noi che è un figlio di Dio. Leggo ancora il versetto, poi consideriamo questa esortazione.

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

In questo versetto, Dio ci comanda di considerare l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo! Ogni vero credente è chiamato a considerare Gesù Cristo. E se tu non sei credenti, ti esorto a considerare Gesù, perché è il modo con il quale puoi arrivare alla fede!

Che cosa vuol dire considerare? Per ubbidire a questo comandamento, dobbiamo capire il significato di considerare. La parola qui tradotta “considerate” è una parola che vuol dire “considerare attentamente, fissare i propri occhi o la propria mente su una cosa.”

Perciò, il significato va molto oltre il sapere solamente qualcosa, o conoscere qualcuno. Vuol dire tenere Gesù Cristo ben presente nella nostra mente. Vuol dire pensare a Cristo durante tutta la giornata, in ogni tipo di situazione, in ogni circostanza.

Anche se ci sono tante cose da fare nella giornata che richiedono concentrazione, è anche vero che ci sono tantissimi momenti durante il giorno in cui fissiamo i nostri pensieri su quello che è più importante per noi. Per esempio, una persona che ha come tesoro le cose materiali, fissa i suoi pensieri sul prossimo acquisto che vorrebbe fare. Una persona che ha come tesoro i piaceri fissa i suoi pensieri su quello che gli procurerebbe piacere. Una persona che ha come tesoro il successo nel suo lavoro fissa i suoi pensieri su come ottenere quel successo.

Altri ancora hanno come tesoro l'avere il controllo della propria vita, il poter gestire tutto loro. Chi è così, quando le cose vanno male fissa i suoi pensieri sui problemi, e spesso sta in ansia, pensando a tutto quello che potrebbe andare male e che lui non può controllare.

Altri non hanno traguardi chiari, e perciò, fissano i loro pensieri prima su una cosa e poi su un’altra, vivendo una vita senza direzione, senza un chiaro traguardo.

Dio ci comanda di cambiare direzione, e considerare, ovvero, fissare i nostri pensieri, su Gesù Cristo! Come credenti, Gesù dovrebbe essere il nostro pensiero principale, ogni giorno, tutto il giorno! Egli dovrebbe essere il nostro tesoro, quello che dà più soddisfazione al nostro cuore di qualsiasi altra cosa o persona o circostanza.

Tristemente, tanti credenti non riconoscono a fondo Gesù come loro tesoro tutti i giorni. Questo non perché Egli non meriti questa posizione, ma perché queste persone si lasciano trascinare da cose che non hanno alcun valore se paragonate a Gesù Cristo.

Questo sarebbe un po' come un padre che non riconoscesse la meraviglia di avere un figlio. Pur avendo ricevuto un'immensa benedizione da Dio, non fissa i suoi pensieri e la sua attenzione sul proprio figlio, e perciò non riconosce quanto è grande il tesoro che ha.

Similmente, ma molto, molto di più, chi è stato salvato e appartiene a Dio per mezzo di Gesù Cristo ha, in Gesù, un tesoro assolutamente senza paragone nel mondo. Però, per poter godere questo tesoro, uno deve fissare i propri pensieri su Gesù. Allora, egli vedrà sempre di più la grandezza di quello che ha in Cristo.

Quando arriviamo alla fine di questo brano, vorrei menzionare alcuni modi pratici per aiutarci a fare questo di più.

Descrizione di Gesù Cristo

Per ora, rendiamoci conto che alla luce della maestà e gloria di Gesù, considerarLo è un impegno che dovrebbe riempire tutta la vita, e riempirà tutta l'eternità.

Prendiamo alcuni minuti per valutare Gesù Cristo in base ai termini che vengono usati in questo versetto. Leggo ancora il versetto.

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

Consideriamo le parole: Gesù, Cristo, apostolo e Sommo sacerdote.

Gesù

La parola “Gesù” è una parola che vuol dire “Yahweh Salva”, o l'Eterno salva. Gesù è il nostro Salvatore.

Senza la salvezza, siamo eternamente perduti, in attesa del tormento eterno. Senza la salvezza, nessun'altra benedizione importa, perché tutto sarà perso per sempre. La salvezza ci toglie dalla condanna eterna, e ci apre la porta all'eternità con Dio. Per avere la salvezza, abbiamo bisogno di un Salvatore, e Gesù Cristo è quel Salvatore.

Gesù Cristo salva totalmente ed eternamente. Quando pensiamo a Gesù, non dobbiamo mai dimenticare che senza di Lui, saremmo eternamente perduti. Con Lui, siamo eternamente salvati, sicuri nelle mani di Dio. Gesù è la Salvezza di Dio. Fissiamo i nostri pensieri su Gesù, il nostro Salvatore!

Cristo

Gesù è anche il nostro Cristo. Cristo è la parola che vuol dire Unto. Gesù è l'unto, Colui che Dio aveva annunciato che sarebbe venuto, sin dal tempo di Adamo ed Eva. Gesù è il Cristo, che vuol dire il Profeta, il Sacerdote e il Re.

Egli è il Profeta che ci fa conoscere Dio. Non dobbiamo vagare nelle tenebre, Gesù è la luce che ci illumina con la verità, perché Gesù è la verità, in Cristo vediamo il Padre.

Gesù è il Sacerdote che ha acquistato la nostra salvezza con il suo sacrificio ed è il nostro accesso a Dio. Parlerò ancora di questo più avanti.

Gesù è anche il Re, il Sovrano, che regna sull'universo, e perciò, ha il potere e l'autorità di salvarci e di presentarci santi e immacolati davanti al Padre nell'ultimo giorno.

Fissiamo i nostri pensieri su Colui che è il nostro Cristo.

Apostolo

Il nostro versetto ci comanda di considerare l'Apostolo e Sommo Sacerdote della nostra fede, dando a Cristo il titolo “Apostolo”, e poi “Sommo sacerdote”. Consideriamo per primo la parola apostolo. In che senso Gesù è Apostolo?

La parola “apostolo” è il sostantivo che viene dal verbo “apostello”, che vuol dire “mandare”. Quindi, “apostolo” vuol dire “uno che è mandato”, uno che viene mandato con una missione specifica. In questo senso, Gesù è il grande Apostolo, perché fu mandato dal cielo e dalla presenza del Padre, nel mondo, per compiere la nostra salvezza, per salvare noi e tutti coloro che il Padre Gli aveva dato.

Ascoltiamo le parole di Gesù in Giovanni 17, quando stava pregando, poco prima di andare alla croce.

“4 Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuta l’opera che tu mi hai dato da fare. 5 Ora dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.” (Giovanni 17:4-5 LND)

Gesù era con il Padre, in cielo, pieno di gloria, prima che il mondo esistesse. Da lì, è stato mandato, per compiere l’opera della salvezza. Perciò Egli poteva dire: “avendo compiuto l’opera che tu mi hai dato da fare.”

Quindi, eravamo schiavi del nostro peccato, sotto condanna, senza possibilità di scampare. Gesù Cristo è stato mandato dal cielo, con la missione di salvarci dalla condanna eterna. Gesù è un Apostolo per noi. Meditare sulla meravigliosa verità che Gesù è stato mandato per salvarci ci porterà grande gioia! Rallegriamoci in questa stupenda verità!

Sommo Sacerdote

Il nostro versetto dà a Gesù anche il titolo di sommo sacerdote. Non possiamo mai sondare a fondo le ricchezze di questa verità. Prego che ciascuno di voi vorrà approfondire di più il ricco significato del titolo di “sommo sacerdote”.

Per capire il significato e l'importanza del ruolo di sommo sacerdote, dobbiamo iniziare ricordando che nell'Antico Testamento impariamo che Dio è Santo e perciò separato dall’uomo peccatore. Il peccato rende impossibile all'uomo di avvicinarsi a Dio per conto proprio. Dio stabilì la figura del Sommo Sacerdote con il ruolo di presentare il sacrificio per il nostro peccato, e per fare da mediatore fra l'uomo e Dio. Però, i sacrifici di animali non potevano veramente pagare il nostro peccato, e i sacerdoti umani erano peccatori anche loro.

A NOI serviva un vero Sommo Sacerdote, con un vero sacrificio.

Al tempo stabilito da Dio, venne Gesù, Sacerdote perfetto, senza macchia, Egli offrì se stesso, come sacrificio vero. Il suo sacrificio pagò la condanna per il peccato. Avendo pagato il prezzo completo per il peccato, Egli si è seduto alla destra di Dio, dove rimane per intercedere per i salvati. Non servono più altri sacerdoti, né altri sacrifici. Gesù ha aperto la porta per andare a Dio.

Quindi, chi è veramente salvato ha Gesù Cristo come Sommo Sacerdote, e quindi, ha libero accesso a Dio, come leggiamo in Ebrei 4

“14 Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede. 15 Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno.” (Ebrei 4:14-16 LND)

Tramite Gesù Cristo, abbiamo libertà di avvicinarci al trono della grazia, abbiamo un Sommo Sacerdote che può simpatizzare con noi in ogni prova e tentazione, abbiamo Colui che ci fa ottenere la grazia di Dio secondo il nostro bisogno.

Cari, amati fratelli e sorelle: considerate Gesù, il nostro Sommo Sacerdote. Considerate ogni giorno quanto Dio è santo, ma che avendo Gesù Cristo come Sommo Sacerdote, avete libero accesso al trono della grazia per ottenere sempre l'aiuto giusto al momento giusto. Fissate i pensieri su questa realtà, e vi cambierà la vita!

La fede che professiamo

Il nostro versetto ci dichiara che Gesù Cristo è l'Apostolo e sommo sacerdote della nostra confessione. Leggo ancora Ebrei 3:1

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo” (Ebrei 3:1 LND)

Gesù Cristo è l’Apostolo e il Sommo Sacerdote della nostra confessione di fede, Egli è l'oggetto di quello che confessiamo, Egli è Colui in cui crediamo, è Colui che proclamiamo Signore e Salvatore.

Gesù è il cuore della salvezza, in ogni senso della parola. Egli è la nostra salvezza. Perciò, fissiamo i nostri pensieri su Cristo Gesù.

Come Considerare di più Gesù in pratica

Ora che siamo arrivati alla fine di questo versetto, voglio considerare i benefici che avremo fissando i nostri pensieri su Cristo, in più voglio fare qualche commento su come vivere così in pratica.

Risultati di fissare i pensieri su Gesù Cristo

Carissimi, se c’è una cosa che può trasformare la vostra vita, che può aiutarvi ad avere vittoria sul peccato, che può fortificare la vostra fede in modo da non avere ansia anche nelle tempeste più profonde, che può darvi una profonda gioia e pace qualsiasi siano le vostre circostanze, è ubbidire a questo comandamento e perciò di fissare i vostri pensieri su Cristo Gesù. Più uno considera Gesù Cristo, più riconoscerà quanto Cristo è potente, quanto è misericordioso, quanto è tenero verso i suoi, quanto grande è il suo amore, quanto infinita la sua saggezza, quanto perfetta la sua cura.

I tesori che abbiamo in Cristo sono infiniti; più ne scopriamo, più ce ne sono da scoprire. Solo Cristo Gesù può soddisfare le nostre anime, totalmente ed eternamente. Però, per goderLo, dobbiamo fissare i nostri pensieri su di Lui. Per fortificare la nostra fede, per ricevere tutti i benefici che Dio ha riservato per noi in Cristo, dobbiamo fissare i nostri pensieri su di LUI, ora per ora, giorno per giorno. Allora avremo tutti questi meravigliosi benefici.

Allora, come possiamo vivere così, in pratica?

Questa ci porta alla domanda: in mezzo a giornate piene, con tanti impegni, e tante cose a cui pensare, come possiamo vivere così in pratica? Come possiamo fissare i nostri pensieri su Cristo?

La chiave non sta in un metodo, sta nell'avere un desiderio di cuore di vedere più di Cristo. Questo ci porterà a impegnarci di più a pensare a Lui durante il giorno.

Avendo questo desiderio, ci sono dei passi pratici che possono aiutarci a vivere di più così. Vi menziono i più fondamentali.

Uno è quello di memorizzare la Scrittura, non come fine in sé, ma per poi ripassare quelle verità nella mente più volte al giorno, meditando sul loro significato. Solo memorizzare dei brani in sé porta pochi benefici, è quando meditiamo sulle verità memorizzate che queste ci aiutano tanto, e ci fanno vedere più di Cristo.

Secondo, per chi vive con altri credenti, o chi può avere un contatto almeno telefonico con altri credenti, la scelta di parlare di Cristo e della salvezza ogni giorno con altri credenti è di grande aiuto. Impegnati, con quelli di casa, o con qualcun altro, a parlare delle cose di Dio insieme, ogni giorno.

Terzo, leggi sistematicamente e medita sulle Scritture. Leggi sistematicamente, perché questo ti aiuterà a capire correttamente il senso. Medita, perché non basta leggere, serve meditare su quello che hai letto. Sarebbe meglio leggere poco, e meditare tanto, piuttosto che leggere tanto, ma meditare poco.

Per vedere più di Cristo, e fissare i tuoi pensieri su di Lui, impegnati a pregare molto, non in qualsiasi modo, ma seguendo gli esempi che troviamo nella Bibbia. Perciò, nella preghiera, riconosci la sovranità, la potenza e la maestà di Dio. Riconosci i tuoi peccati. Non chiedere per ricevere soluzioni ai tuoi problemi, prega perché Dio sia glorificato.

Per vedere più di Cristo, impegnati a vivere in modo da far vedere più di Cristo agli altri che non Lo conoscono. Poche cose possono aiutarti a vedere di più di Cristo del parlare di Lui ad altri che non Lo conoscono.

Infine, per fissare i tuoi pensieri di più su Cristo, riempi la tua vita con buon insegnamento. Trova una chiesa che ha un vero impegno di predicare Gesù Cristo. Prega fedelmente per coloro che ti insegnano. Trova buoni libri, magari suggeriti dalle tue guide spirituali, e leggili.

Conclusione

Carissimi, prego che il tempo che abbiamo preso per considerare questo brano abbia stimolato ciascuno di noi a meditare di più sul nostro Signore, Salvatore, Apostolo e Sommo Sacerdote, Gesù Cristo.

Per mezzo di Gesù Cristo, abbiamo una celeste vocazione, l'eredità eterna nella presenza di Dio per sempre.

Alla luce di questa eredità eterna, i problemi di questa vita sono veramente leggeri e brevi, alla luce se paragonati al peso eterno di gloria che ci aspetta.

Quindi, anche se Dio ci comanda di fissare i nostri pensieri su Cristo, molto più che un comandamento, è un immenso privilegio, perché Gesù è il nostro Salvatore!!! Vi esorto, nel nome di Dio, di impegnarvi, con tutto il vostro cuore, a pensare molto di più alla persona di Gesù Cristo. Considerate tutti i suoi attributi, considerate tutto quello che Egli è per noi che siamo salvati.

E se tu non hai Cristo come Salvatore, fissa i tuoi pensieri su di Lui, e così, la fede ti arriverà. Fissando i tuoi pensieri su Cristo, Egli può diventare anche per te Salvatore e Signore.

O che possiamo vedere di più del nostro Signore, Gesù Cristo!