Aiuto Biblico

L’Amicizia con il Mondo - Giacomo 4:1-10

filename: 59-04a-a.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su Giacomo. Oggi, Giacomo 4:1-12 Parte di una serie di Sermoni. Per Rovigo, 27 giugno 1999, di Marco deFelice>

Introduzione

Stiamo considerando i vari modi di esaminare la nostra fede, per vedere se è una fede vera e genuina.

Il messaggio che Dio ha per noi oggi tramite Giacomo è un messaggio indirizzato a coloro che si dichiarano credenti, ma nella cui vita non c’è vero frutto. Questo messaggio è un tipo di avvertimento, affinché possiamo tutti esaminarci, per assicurarci che il frutto della nostra salvezza è un buon frutto. Se dovessimo trovarci mancanti di tali frutti, allora, dobbiamo subito ravvederci e chiedere al Signore di cambiarci. Ci saranno volte in cui potremo trovarci con qualcuno che si dichiara credente, mentre non lo è.

Noi siamo una giovane chiesa. Siamo ancora in pochi. Però, già nella nostra esperienza qua in provincia, abbiamo visto che può accadere che qualcuno si dichiari credente, e che per un po’ di tempo partecipi, e sembri che tutto vada bene, e solo dopo, dichiari che non vuole seguire questa strada, cioè, la strada di Cristo, e così, si capisce che non c’è mai stato vero frutto. Ricordo almeno dieci persone qui a Rovigo che hanno detto di credere, ma poi ci hanno lasciato. Dieci persone che hanno fatto parte della chiesa per un tempo, e poi si sono ritirate.

Come vediamo in tanti brani biblici, è normale che ci siano persone che dicono di credere in Cristo, ma solo dopo del tempo diventerà chiaro che non sono veramente salvate. Il brano di oggi ci aiuta a riconoscere queste persone per mezzo del frutto delle loro vite.

Allora, leggiamo il brano di oggi, Giacomo 4:1-10.

1 Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? 2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5 Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: «Lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia»? 6 Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili». 7 Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8 Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo! 9 Siate afflitti, fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristezza! 10 Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà. 11 Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o chi giudica il fratello, parla male della legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la legge, non sei uno che la mette in pratica, ma un giudice. 12 Uno soltanto è legislatore e giudice, colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?

la situazione

Questa parte della lettera di Giacomo fu scritta in risposta ad una situazione che si era verificata in quella chiesa. In essa, c’erano guerre e conteste tra fratelli. Cioè, fra i membri di chiesa, c’erano delle “guerre” che si manifestavano nelle contese, nelle lotte. Tristemente, in tante chiese, ci sono guerre fra due o più persone. Spesso, Satana riesce ad infiltrarsi in una chiesa, e a creare molta tensione fra vari membri. Quando si arriva a questo punto, si comincia a vedere l’altra persona sotto una luce molto negativa. Si cominciano ad additare anche i più piccoli sbagli, e a dare fastidio. Ascoltiamo quello che Dio ha da dirci tramite Giacomo.

v.1-5 il cuore dell’uomo

Leggiamo ancora i vv.1-5.

1 Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? 2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5 Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: «Lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia»?

Giacomo comincia con una domanda: da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Ci sono questi problemi in certe situazioni, in certe chiese, in certi momenti. Da dove vengono? Sono del tutto normali? Sono cose che dobbiamo aspettarci, sono da accettare?

Da dove vengono? Ascoltiamo: Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra?

La parola per “passioni” è una parola che nella Bibbia è usata solamente per parlare del peccato. Questo è un frutto di chi non è un vero credente. Ascoltiamo qualche brano:

invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. (Giacomo 1:14 NRV)
Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri. (Efesini 2:3 NRV)
traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, (2 Timoteo 3:4 NRV)
quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni». (Giuda 1:18 NRV)

Quando è scritto che le guerre vengono dalle passioni che si agitano nelle membra dell’uomo, la parola “membra” vuol dire le membra della carne, cioè, quegli aspetti della natura umana che possono portarci a peccare. Troviamo la stessa parola in Romani 6:13 non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d’iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio;

Giacomo sta descrivendo delle persone che non sono salvate. Fanno parte di una chiesa, ma non sono veramente salvate. Queste persone, separate da Dio, portano dentro la chiesa guerre e contese. Se ci troviamo con delle lotte fra noi, è una cosa estrememente grave, da non prendere con leggerezza.

Uno che non è salvato vive secondo le passioni naturali, come ad esempio l’orgoglio, l’egoismo, e simili.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, (Galati 5:19, 20).

Queste cose producono guerre e contese.

chiedere male

Leggiamo i vv.2,3

2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.

Voi bramate: Questa frase descrive il desiderio di uno che è ancora schiavo del suo peccato. Brama, cioè, desidera fortemente, le cose che non riesce ad avere, e ciò crea grande insoddisfazione nella persona. Qui, parliamo di una persona non salvata, che è ancora sotto il potere del peccato. Brama, cioè, desidera, secondo la carne. Questo forte desiderio spinge la persona ad avere invidia, a litigare, a fare guerra, e nei casi estremi, perfino all’omicidio.

Infatti, se pensiamo alle guerre vere, cioè, quelle condotte con le armi, in cui le persone muoiono, esse sono fatte a causa dei loro desideri. Uno ha qualcosa che vuole dall’altro, e a sua volta l’altro è disposto ad uccidere per ottenere quello che vuole.

Sul piano personale, spesso non si arriva a questo punto, ma comunque, si arriva ad un punto in cui ci sono guerre e invidie. Questi sono frutti di chi non è salvato, che non segue lo Spirito di Dio.

Perché non avete

Notiamo bene la frase: non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.

Non avete perché non domandate. Di solito, l’uomo non salvato non vuole umiliarsi davanti a Dio per chiedere quello che veramente gli manca. Preferisce ottenerlo con le proprie forze. Preferisce chiedere a qualcun altro. C’è qualcosa dentro l’uomo che lo spinge a non voler chiedere a Dio. Credo che sia perché l’uomo sa, nel cuore, che solo Dio è Dio, e non vuole sentirsi obbligato a dipendere da Lui. L’uomo vuole essere libero da Dio. Non vuole riconoscere Dio come sovrano, e perciò, riconoscere se stesso come inferiore. Però, di solito, non chiede a Dio. Chiede ben volentieri a qualcun altro. Chiede a qualche santo. Chiede alla fortuna. Ma non vuole chiedere a Dio. Non vuole riconoscere Dio come Dio. Così, di solito accade che non chiede a Dio. Ma ci sono volte in cui chiede a Dio. In questi casi, domanda qualcosa, ma non domanda le cose giuste. Non chiede che sia fatta la volontà di Dio. Non chiede che possa venire il regno di Dio. Invece, chiede male, chiede quello che vuole nella carne. In questo caso, Dio non risponde. Domanda qualcosa a Dio per spendere per i propri piaceri. Chiede per motivi egoistici, perché vuole stare bene, vuole evitare problemi.

Se pensiamo a come Gesù ci ha insegnato a pregare, nell’esempio del Padre Nostro, e se pensiamo ad altre preghiere nella Bibbia, vediamo che il modo giusto di pregare è di presentare la nostra situazione a Dio, ma di chiedere che la Sua volontà sia fatta, e che Egli sia glorificato. Chi non è salvato non fa così. Le preghiere di un non credente, anche un non credente che finge di essere credente, sono per la propria volontà, non per la volontà di Dio.

Amicizia con il mondo

Seguiamo come Giacomo descrive queste persone che si trovano all’interno della chiesa. Leggiamo il v.4:

O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.

Qui troviamo una verità biblica molto importante, che dobbiamo capire. L’amicizia del mondo, cioè, cercare l’approvazione del mondo, cercare di essere amico del mondo, è inimicizia verso Dio.

Per il mondo, si intende il mondo che non segue Dio, cioè, il mondo che non è salvato. Questo mondo è sotto il controllo di Satana.

Giacomo chiama chiunque vuole essere amico del mondo un adultero. Questo perché il nostro rapporto con Dio è come un matrimonio. Essere amici del mondo significa cercare l’approvazione del mondo.Quando siamo amici di qualcuno, ci vogliamo molto bene l’un l’altro. Gli amici si approvano l’un l’altro. Si può avere rispetto per qualcuno, eppure non esserne amico. L’amicizia parla di un rapporto stretto, di confidenza.

Allora, quando Giacomo dichiara che essere amico del mondo è inimicizia con Dio, ci mostra che non possiamo trovare la nostra soddisfazione nel mondo, e allo stesso tempo, in Dio. Non possiamo cercare sia l’approvazione del mondo, che l’approvazione di Dio. Non possiamo trovare la nostra comunione con il mondo, e allo stesso tempo con Dio. Le due cose non sono compatibili. Chi cerca l’amicizia del mondo, è un adultero spirituale, e non è con Dio. L’amicizia del mondo è inimicizia con Dio. Non c’è una via di mezzo.

Giovanni dichiara la stessa verità in 1 Giovanni 2:15,16

Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
Giovanni 15:19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.
Romani 8:7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo

Quindi, l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio. Essere amico del mondo vuol dire essere nemico di Dio. Allora, inimicizia verso Dio, ed essere nemico di Dio, non sono parole che possono descrivere un vero credente. Chi è nemico di Dio non è salvato. Può fare parte di una chiesa, umanamente parlando, in quanto può ingannare gli uomini. Ma non si può ingannare Dio. Se qualcuno è amico del mondo, è nemico di Dio, e non è salvato.

Questo non vuol dire che chi è un figlio di Dio sarà visto male in ogni circostanza e da ogni persona. Se per esempio un credente si comporta bene, può essere apprezzato e rispettato anche dalle persone del mondo. Ricordiamo che per il mondo, intendiamo il mondo del peccato. Allora, quando un credente mostra amore cristiano, e aiuta una persona bisognosa, quella persona può vedere il credente in buona luce. In questo caso, non si tratta di amicizia del mondo.

Invece, quando una persona, che si dichiara credente, cerca l’approvazione del mondo, non può avere l’approvazione di Dio, infatti, si rende nemico di Dio. A quel punto, il frutto della sua vita mostra che non appartiene a Dio.

Tutto questo, allora, è per mettere in guardia chiunque cerca l’amicizia del mondo. Chi è così deve rendersi conto del pericolo eterno della sua condizione, per ravvedersi e trovare il vero perdono e la salvezza in Cristo Gesù.

v.5 lo spirito in noi

Adesso, arriviamo ad un versetto un po’ difficile da capire, ma importante. Leggiamo il v.5

Giacomo 4:5 Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: «Lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia»?

LND - Pensate che la Scrittura dica invano: “Lo Spirito che abita in noi ci brama fino alla gelosia”?

Letteralmente, il testo greco di questo versetto dice così:

Pensate che invano la Scrittura dica: lo spirito che è dimorato in noi ci brama fino alla gelosia?

Questo è uno dei versetti più difficili da tradurre nel NT. Non è chiaro se lo spirito in questo versetto indichi lo spirito di Dio, o lo spirito dell’uomo. Se è lo spirito di Dio, vuol dire che Dio ci brama fino alla gelosia, ovvero, quando non camminiamo vicini a Dio, Egli è geloso di noi, in senso positivo, come un marito è geloso se la propria moglie non è fedele.

Se invece “lo spirito” indica lo spirito dell’uomo, allora, questo brano vuol dire che lo spirito del uomo brama gelosamente le cose sbagliate. Lo spirito dell’uomo è portato al male. Fin da quando è piccolo, l’uomo ha il desiderio di fare il male, ovvero, di peccare. Basta dire ad un bambino che non può fare una certa cosa, o toccare qualcosa, e per natura diventa ossessionato da quella cosa. La Scrittura dichiara che il cuore del uomo è fatto così, e non lo dice invano, perché è veramente così.

Io credo che il senso di questo versetto sia quello di avvisarci di quanto fortemente lo spirito del uomo sia portato al male. Allora, questo versetto diventa un avvertimento, per farci capire la tendenza dei nostri cuori, affinché possiamo rivolgerci pienamente a Dio per il perdono e per ricevere un nuovo cuore.

v.6 la grazia maggiore

Infatti, quando leggiamo il v.6, il senso del v.5 diventa più chiaro. Consideriamo che per natura, ogni uomo ha un cuore con un forte desiderio verso il male, verso il peccato. L’uomo non è capace di liberarsi da solo da questa propensione a peccare. Però, Dio ci offre la sua grazia.

v.6 Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».

Il peccato è più forte di noi. Ma Dio ci accorda una grazia maggiore. La grazia di Dio supera il potere del peccato. Infatti, mediante la grazia di Dio, possiamo resistere al peccato. Chi riceve la grazia di Dio, ovvero, chi viene salvato, non è più schiavo del peccato.

Qui c’è la vera libertà. Quando parliamo di libertà, dobbiamo capire che la vera schiavitù è la schiavitù al peccato. La vera libertà allora diventa la libertà dei nostri peccati. Questa è la libertà che abbiamo quando riceviamo la grazia di Dio, per mezzo della salvezza.

La grazia di Dio è superiore al potere del peccato. Questa verità viene dichiarata anche in Romani 5:20

La legge poi è intervenuta a moltiplicare la trasgressione; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata,

Allora, la grazia di Dio è quella che libera del peccato. Chi riceve la grazia di Dio? Troviamo la risposta in questo versetto: “Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili.”

Solo gli umili ricevono la grazia di Dio. L’umiltà è una condizione necessaria per poter ricevere la grazia di Dio, ovvero, la salvezza. L’uomo per natura è superbo. Ci sono tanti modi di essere superbi. Una persona può essere superba in modo più o meno palese. Poi, essere superbi non vuol dire necessariamente superbi nei confronti degli uomini, ma superbi nei confronti di Dio. Cioè, una persona potrebbe essere abbastanza umile nei confronti degli altri uomini, ma ancora superbo nei confronti di Dio.

Se vogliamo l’abbondante grazia di Dio, dobbiamo umiliarci nei suoi confronti.

sottomettervi a Dio

Infatti, i prossimi versetti ci parlano di come ciascuno deve presentarsi a Dio. Leggiamo i vv. 7,8,9,10.

7 Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8 Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo! 9 Siate afflitti, fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristezza! 10 Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà.

In questi 4 versetti, ci sono 10 comandi, 10 imperativi. Questi sono indirizzati ad una persona non salvata. In questo brano, si spiega come una persona deve arrivare a Cristo. La spiegazione qua è molto simile a quello che Gesù insegnò in Matteo 5, il sermone sul Monte.

Notiamo questi 10 verbi: Sottomettevi, resistete, avvicinatevi, pulite, purificate, siate afflitti, fate cordoglio, piangete. Il vostro riso sia convertito in lutto, umiliatevi.

Il vero credente sarà sottomesso a Dio. Gesù dichiara:

Giovanni 10:27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono;

Se uno non segue Gesù, se non ubbidisce ai comandamenti di Gesù, allora, non ha frutto della vera salvezza. La vera salvezza porta ad una vita di ubbidienza a Cristo. Costoro sono le vere pecore di Cristo. Essere sottomesso a Dio non è facoltativo per un vero credente.

Resistete al diavolo: se siamo sottomessi a Dio, vuol dire che seguiamo la sua guida. In questo caso, per forza, non seguiamo la guida di Satana, ma anzi gli resistiamo. Non c’è via di mezzo. O ci sottomettiamo a Dio, e resistiamo a Satana, o ci sottomettiamo a Satana, e resistiamo a Dio. Il vero credente si sottomette a Dio, e resiste a Satana. Quando resistiamo a Satana, egli proverà a tentarci, ma poi fuggirà. Se guardiamo l’esempio di Cristo, Satana ha tentato Gesù, ma poi, vedendo che Gesù gli resisteva, Satana è fuggito, fino ad un’altra occasione. Satana farà la stessa cosa con noi, cioè, quando gli resistiamo, egli fuggirà per il momento.

Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi. Quando uno è perduto, deve cercare Dio con tutto il cuore. Quando fa questo, Dio si avvicinerà a questa persona. Allora, questa verità rispecchia la verità di cercare Dio con tutto il cuore.

La frase “avvicinatevi a Dio" descrive un rapporto intimo di amore. Cioè, il rapporto con Dio non è un rapporto distante, di compiere certi doveri, e poi avere le benedizioni di un Dio lontano. Invece, la Bibbia ci insegna della necessità di avvicinarci a Dio. Il rapporto con Dio è un rapporto intimo, e personale. È un rapporto di amore. Ascoltiamo qualche brano che ci parla di questo aspetto del rapporto con Dio.

Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue. (Salmi 73:28 NRV)
Il Signore ha detto: «Poiché questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini, (Isaia 29:13 NRV)
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4:16 NRV)
la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è altresì l’introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio. (Ebrei 7:19 NRV)
avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. (Ebrei 10:22 NRV)

Chi è veramente salvato desidera comunione con Dio.

Il mio cuore mi dice da parte tua: «Cercate il mio volto!» Io cerco il tuo volto, o SIGNORE. (Salmi 27:8 NRV)
1 Al direttore del coro. Cantico dei figli di Core. Come la cerva desidera i corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. 2 L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente; quando verrò e comparirò in presenza di Dio? (Salmi 42:1-2 NRV)
1 Salmo di Davide, quand’era nel deserto di Giuda. O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall’alba; di te è assetata l’anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz’acqua. 2 Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua gloria. (Salmi 63:1-2 NRV)
L’anima mia langue e vien meno, sospirando i cortili del SIGNORE; il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al Dio vivente. (Salmi 84:2 NRV)
Tendo le mani verso di te; l’anima mia, come arida terra, è assetata di te. [Pausa] (Salmi 143:6 NRV)
Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". (Matteo 22:37 NRV)

Pulite le vostre mani, o peccatori. Qui, è chiaro che Giacomo sta parlando con persone ancora non salvate. Egli sta parlando di come arrivare alla salvezza. Per essere salvata, una persona deve ravvedersi. Ravvedersi vuol dire voltare le spalle ai peccati, per rivolgersi a Dio. Questo è l’idea di “pulirsi le mani”.

Purificate i vostri cuori. Pulire le mani parla del comportamento. Purificate i vostri cuori parla del cuore. Chi viene a Dio deve venire di tutto cuore. Non è solamente un atto esterno. Coinvolge tutta la persona.

Siate afflitti, fate cordoglio, piangete. Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristeza.

Questo versetto rispecchia Matteo 5:3-6

3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. 4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. 6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.

Quando una persona capisce veramente la gravità del suo peccato, e la sua condanna, e la sua separazione da Dio, sarà afflitto, farà cordoglio, piangerà. Quando una persona non salvata vede il proprio stato spirituale, non può ridere in modo sciocco, non può avere allegria. Desidera disperatamente il perdono dai suoi peccati. Questo è il cuore di chi sta veramente cercando Dio.

Giacomo conclude questo pensiero con v.10:

Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà.

Questo è un riassunto dei vv. 7-9. L’unico modo per ricevere veramente la salvezza è di umiliarsi davanti a Dio.

conclusione

Allora, il brano che abbiamo visto oggi è una chiamata, da parte di Dio, per coloro che sono dentro la chiesa, ad esaminarsi, per vedere se sono veramente salvati. Se ci sono frutti sbagliati, per esempio guerre e contese, se bramano cose sbagliate, se chiedono a Dio per poter soddisfare i loro piaceri, allora, il frutto non è buono. Questo tipo di frutto mostra un cuore non trasformato. Questo tipo di persona non è salvata.

Dio ci avverte che l’amicizia del mondo significa essere nemico di Dio. Non si può cercare l’approvazione sia del mondo che di Dio. Chi vuole l’approvazione di Dio non può cercare l’approvazione del mondo. Non c’è una via di mezzo. Scegliamo di essere amici di Dio. Chi appartiene a Dio non appartiene al mondo.

Genitori, questa è una verità importante da insegnare ai vostri figli. Dobbiamo scegliere se vogliamo l’amicizia del mondo o l’amicizia con Dio. Dobbiamo scegliere fra l’approvazione del mondo e l’approvazione di Dio. Non possiamo avere entrambi. O saremo nemici del mondo, o saremo nemici di Dio. Se scegliamo di essere amici con uno, automaticamente saremo nemici dell’altro. È importante che sappiamo questo, per poter scegliere con chi vogliamo stabilire la nostra amicizia.

Il brano di oggi è anche una chiamata a coloro che si trovano nella chiesa, ma che non sono veramente salvati. Se riconosciamo i frutti elencati qui - guerre, litigi, contese - dobbiamo riconoscere che tipo di frutto è, per capire lo stato spirituale. Chi si trova con questo tipo di frutto è chiamato a umiliarsi davanti a Dio, ad abbandonare il suo peccato, a purificare il suo cuore, e a fare cordoglio per il suo peccato.

Infine, ricordiamo che il rapporto con Dio non è un rapporto meccanico, non è un rapporto come un cittadino con lo stato. È un rapporto intimo, un rapporto di amore, un rapporto prezioso. Quanto è importante che comprendiamo quello che è veramente il nostro rapporto con Dio, in modo da godere dell’amore di Dio. Quanto è triste quando uno ubbidisce come dovere, senza godere di Dio come Padre. Avviciniamoci sempre di più a Dio, e conosceremo sempre di più il Suo amore per noi.

Per concludere, prego che possiamo tutti ricordare che per avvicinarci a Dio, dobbiamo umiliarci. L’unico modo di avvicinarci a Dio è con umiltà. Umiliamoci davanti a Dio, e sarà Dio stesso ad innalzarci.