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Introduzione all’Epistola di Giacomo

filename: 59intro1.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su Giacomo. Inizio di una serie di Sermoni. Per Rovigo, 11/aprile/1999, di Marco deFelice

Oggi, vogliamo iniziare lo studio di un libro molto importante: il libro di Giacomo, nel NT. Nel NT, ci sono tredici epistole scritte da Paolo, due di Pietro, tre di Giovanni, una di Giuda, e quella di Giacomo. Quest’ultima è abbastanza diversa dalle altre lettere. Contiene più insegnamenti pratici che dottrina. Parla di peccati che facilmente troviamo in noi stessi. Perciò, studiare Giacomo ci convince dei nostri peccati. Questa è una buona cosa, perché solo quando riconosciamo il nostro peccato possiamo confessarlo a Dio per ricevere il perdono ed essere purificati da ogni iniquità. Perciò, credo che il tempo che dedicheremo al libro di Giacomo sarà un tempo ricco e utile per la nostra crescita.

Prima di studiare il libro, vogliamo considerare chi era l’autore e chi era il destinatario.

Nel primo versetto leggiamo: Giacomo 1:1

Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.

Chi è Giacomo, e chi sono le dodici tribù disperse nel mondo?

Consideriamo prima chi era l’autore. Nel NT, ci sono due uomini di nome Giacomo che avrebbero potuto essere l’autore dell’epistola. Uno era l’Apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni. Giovanni e Giacomo, insieme a Pietro, erano i tre apostoli più vicini a Gesù. Però, leggendo questa lettera, non sembra possibile che questo Giacomo ne possa essere l’autore, perché egli fu ucciso da Erode, nel 44 D.C. circa. Leggiamo di questo in Atti 12:1,2

1 In quel periodo, il re Erode cominciò a maltrattare alcuni della chiesa; 2 e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.

I dettagli di questa lettera indicano che essa fu scritta dopo questa persecuzione. Gli avvenimenti descritti in questa lettera indicano che i credenti erano già dispersi nel mondo. Sappiamo che c’era una persecuzione in atto nel 44. D.C., quella di cui leggiamo in Atti 12, cioè, la persecuzione in cui l’apostolo Giacomo fu ucciso. Il Consiglio di Gerusalemme, che si tenne nel 49 D.C. circa, non viene menzionato, e ciò ci fa pensare che questo libro fu scritto prima di quell’avvenimento. Perciò, sembra probabile che fu scritto fra il 44 e il 49 D.C.

Allora, visto che Giacomo, fratello di Giovanni, fu ucciso durante la persecuzione di Erode, non è verosimile che egli possa essere l’autore dell’epistola.

Allora, è quasi certo che questa lettera fu scritta dall’altro Giacomo di cui parla la Bibbia: Giacomo, fratellastro di Gesù, e fratello di Giuda.

Giacomo: uomo trasformato

Sarebbe utile riflettere alcuni minuti sulla persona di Giacomo. Cosa sappiamo di quest’uomo?

Sappiamo dalle Scritture che Maria aveva altri figli. Leggiamo da Matteo 1:20:

20 Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. 21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». 22 Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». 24 Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; 25 e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.

Altri brani ci dicono anche i nomi dei fratelli di Gesù. Giacomo ne era uno.

In Marco 6:3 le persone stanno parlando di Gesù:

Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui.

Leggiamo la stessa cosa ancora di loro in Matteo 13:55

Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?

Abbiamo già letto che Giacomo era un fratellastro di Gesù. Era fratellastro perché avevano la stessa madre, Maria. Gesù non aveva un padre umano, essendo stato concepito miracolosamente.

Un altro brano che ci aiuta a conoscere Giacomo è Matteo 12:46

Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. 47 E uno gli disse: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti». 48 Ma egli rispose a colui che gli parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?» 49 E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 50 Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre».

Non è difficile immaginare che i fratelli di Gesù fossero offesi dal suo atteggiamento. Non solo, ma se ricordiamo in Giovanni 2, poco tempo prima di questo avvenimento, quando Gesù aveva iniziato il suo ministerio, si era rivolto in modo duro verso sua madre. Ascoltiamo quel brano.

Giovanni 2: 1 Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. 2 E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. 3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 Gesù le disse: «Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta». 5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà».

Maria era la madre di Gesù, in quanto Gesù era uomo. Ma a questo punto, Gesù aveva appena iniziato a manifestarsi come il Messia, Dio incarnato. Allora, come Dio, Gesù non aveva madre. Per 30 anni, Maria aveva avuto un rapporto materno con Gesù. Adesso, quel rapporto era finito. Da questo punto in avanti, Gesù si manifestava come il Messia, e come Messia, non aveva madre. Perciò, doveva comunicare a Maria che ella non aveva più diritti speciali su di lui.

Dicevo che potremmo immaginare che i fratelli di Gesù pensassero male di Gesù. Per loro, egli era un fratello. Certamente, era un fratello speciale. Egli non aveva mai peccato. Infatti, visto che Giacomo, Giuda e gli altri fratelli erano peccatori come gli altri uomini, è molto probabile che essi provassero una certa gelosia, in quanto egli non sbagliava, egli non peccava. Questo metteva più in evidenza i loro peccati.

La Bibbia non dice chiaramente che erano gelosi, ma mostra chiaramente il loro atteggiamento negativo nei confronti di Gesù. Leggiamo Giovanni 7

1 Dopo queste cose, Gesù se ne andava per la Galilea, non volendo fare altrettanto in Giudea perché i Giudei cercavano di ucciderlo. 2 Or la festa dei Giudei, detta delle Capanne, era vicina. 3 Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va’ in Giudea, affinché i tuoi discepoli vedano anch’essi le opere che tu fai. 4 Poiché nessuno agisce in segreto, quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». 5 Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. 6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto. 7 Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. 8 Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9 Dette queste cose, rimase in Galilea.

Questa brano rivela molto su che tipo di persone erano Giacomo e Giuda, e gli altri fratelli di Gesù. Non credevano in lui, infatti, a questo punto, non erano salvati, erano del mondo, non di Dio. Gesù aveva già tanti discepoli, ma fra questi non c’era né Giacomo né Giuda. Infatti, vediamo che essi disprezzavano Gesù.

Allora, prima della crocifissione e la risurrezione di Gesù, egli era disprezzato dai suoi fratelli, incluso Giacomo. Invece, dopo la risurrezione, apprendiamo che Giacomo è stato trasformato.

1 Corinzi 15:3-7 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto;

Cristo risorto apparve personalmente e privatamente a Giacomo. Probabilmente, Paolo l’aveva appreso da Giacomo stesso, quando si incontrarono a Gerusalemme. Galati 1:18,19

18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; 19 e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore.

Giacomo diventò uno dei responsabili della chiesa a Gerusalemme. Vediamo un esempio di questo dopo che Pietro fu liberato miracolosamente dalla prigione da un angelo, e andò a trovare i fratelli, che erano tutti chiusi in casa. Ascoltiamo la storia:

16 Pietro intanto continuava a bussare e, quand’ebbero aperto, lo videro e rimasero stupiti. 17 Ma egli, con la mano, fece loro cenno di tacere e raccontò in che modo il Signore lo aveva fatto uscire dal carcere. Poi disse: «Fate sapere queste cose a Giacomo e ai fratelli». Quindi uscì e se ne andò in un altro luogo.

Atti 15:12-15 racconta del consiglio di Gerusalemme, quando la chiesa stava cercando di risolvere la questione se fosse necessario per le persone diventare prima Giudei per essere salvati. Anche qui vediamo che Giacomo aveva un ruolo importante nella chiesa.

12 Tutta l’assemblea tacque e stava ad ascoltare Barnaba e Paolo, che raccontavano quali segni e prodigi Dio aveva fatti per mezzo di loro tra i pagani. 13 Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: 14 «Fratelli, ascoltatemi: Simone ha riferito come Dio all’inizio ha voluto scegliersi tra gli stranieri un popolo consacrato al suo nome. 15 E con ciò si accordano le parole dei profeti, come sta scritto :

Un altro brano che mostra l’importante posizione di Giacomo è quello in cui si parla di quando Paolo andò a Gerusalemme, dopo i suoi viaggi missionari. Atti 21:17-19

17 Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18 Il giorno seguente, Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani. 19 Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare dettagliatamente quello che Dio aveva fatto tra i pagani, per mezzo del suo servizio.
Galati 2:6-9 6 Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m’imposero nulla; 7 anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi 8 colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), 9 riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi;

Anche qui, il Giacomo di cui si parla è quasi sicuramente Giacomo il fratello di Gesù, e l’autore della lettera di Giacomo.

Allora, da tutti questi brani, possiamo capire che prima della sua salvezza, Giacomo disprezzava Gesù, pur conoscendolo. Poi, a un certo punto, forse quando vide Gesù crocifisso, oppure forse quando Cristo gli apparve dopo la risurrezione, Giacomo fu salvato, e il suo cuore fu trasformato. Colui che prima era stato un nemico di Cristo, fu trasformato in uno dei credenti più importanti della chiesa di Gerusalemme. Dio trasformò la sua vita, e ancora oggi Dio trasforma le persone!

Leggendo il primo versetto della lettera di Giacomo, possiamo capire qualcosa di molto importante su Giacomo. Leggiamo il v.1

Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.

Qui, vediamo qual era il cuore di Giacomo. Non lo vediamo da quello che dice, ma da quello che NON dice.

Notiamo che egli non fa riferimento al fatto che era un fratello di Gesù. Egli si presenta come “servo di Dio e del Signore Gesù Cristo”! Per Giacomo, basta essere visto come servo di Cristo. Non cercava di farsi più grande o più importante in base al fatto che era fratello carnale di Gesù. Che differenza dal modo in cui si comportano la maggioranza delle persone! Di solito, le persone cercano di darsi importanza. Se hanno conoscenze importanti o famose, cercano di sfruttare quelle conoscenze per mettersi in risalto davanti agli altri. Ma non Giacomo. Nonostante egli fosse fratello di Gesù, non sentiamo questa dichiarazione dalla sua bocca, ma solamente dalla bocca di altri. Egli non cercava di elevarsi agli occhi degli altri. Questo è uno dei segni fondamentali che contraddistinguono ogni vero servitore di Dio. Giacomo, come tutti gli uomini di Dio che sono esempi da seguire, non cercava gloria per sé, ma cercava unicamente di glorificare Gesù Cristo.

Se ricordiamo, Giovanni il Battista aveva questa umiltà. Ascoltiamo la sua risposta quando uno dei suoi discepoli mostrò gelosia a causa della crescente fama di Gesù.

Giovanni 3:25-30 25 Nacque dunque una discussione sulla purificazione, tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo. 26 E andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno da lui». 27 Giovanni rispose: «L’uomo non può ricever nulla se non gli è dato dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: “Io non sono il Cristo, ma sono mandato davanti a lui”. 29 Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. 30 Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca.

Prima della morte e della risurrezione di Gesù, anche i suoi apostoli cercavano gloria per se stessi. Vediamo questo quando discutevano tra di loro su chi di loro sarebbe stato il più grande nel regno di Dio.

Troppo spesso ci troviamo con l’atteggiamento dei discepoli di Giovanni, e anche dei discepoli di Gesù, cioè, cerchiamo gloria per noi stessi. Io ringrazio Dio per l’esempio di Giovanni il battista, e anche di Giacomo, fratello di Gesù, che mostrano come camminare in umiltà, anche quando Dio ci mette in una posizione di grande responsabilità. Ringrazio Dio che vediamo anche una trasformazione nella vita dei discepoli di Gesù. Prima della morte e della risurrezione di Gesù, li vediamo cercare gloria per se stessi, li vediamo pieni di timore. Dopo la risurrezione, e dopo che furono riempiti di Spirito Santo, li vediamo pieni di coraggio e d’umiltà. Allora, se osserviamo gli Apostoli, o se osserviamo Giacomo, il fratello di Gesù, vediamo lo stesso esempio, un esempio da seguire. Vediamo come svolgere un ministerio per Cristo senza cercare gloria per noi. Questo è il Giacomo che scrive questa lettera.

i destinatari della lettera

Vorrei considerare brevemente chi erano i destinatari di questa lettera. Leggiamo ancora il v.1

Giacomo 1:1 Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.

Questa lettera fu scritto alle dodici tribù, che erano disperse nel mondo. Chi erano costoro?

Le dodici tribù era un modo per riferirsi ai Giudei, cioè, i discendenti di Abraamo tramite Isacco. I Giudei ai quali Giacomo scrisse erano credenti in Gesù Cristo, il Messia che era annunciato nell’AT. Erano dispersi nel mondo. Sappiamo che Dio aveva salvato migliaia di Giudei a Gerusalemme nei primi mesi della chiesa. Poi, dopo la morte di Stefano, nel 31-34 D.C. circa, alcuni dei Giudei furono dispersi. Nel 44 D.C. circa, sotto Erode Agrippa, ci fu una persecuzione ancora più dura, e ancora più Giudei furano dispersi nel mondo.

Probabilmente, questa lettera fu scritta a quei Giudei credenti dispersi nel 44 D.C. La lettera fu scritta poco tempo dopo quella terribile persecuzione. Questi credenti avevano tanti problemi e grandi difficoltà. Stavano attraversando svariate e dure prove a causa della loro fede in Cristo. Guidato dallo Spirito Santo, Giacomo scrisse a quei credenti, e a noi tutti, per incoraggiare loro, e noi oggi, ad avere pazienza nelle prove, e ad aspettare la venuta di Gesù Cristo. Egli scrisse anche per avvertirli di non pensare di avere una vera fede se non portavano frutto nelle loro vite. In più, Giacomo insegnò ai lettori diversi aspetti pratici della vita cristiana, affinché potessero comportarsi in modo degno della vita cristiana mentre aspettavano Cristo.

Schema della lettera

Prima di iniziare questa lettera, notiamo un po’ i soggetti che sono trattati in essa.

Questo libro contiene tante dichiarazioni molto dirette, che spiegano come vivere con vera saggezza. In questo senso, rispecchiano il libro dei Proverbi. Anziché dottrina, esso contiene maggiormente istruzioni su come vivere una vita santa. Giacomo incoraggia molto i lettori ad essere ubbidienti alla Parola di Dio senza compromessi. Poi, Giacomo parla della fede in modo complementare a Paolo, cioè, dove Paolo parla della giustificazione per fede, e fede soltanto, Giacomo parla della necessità che la vera fede produca opere buone. Non c’è alcuna contraddizione qui. Vedremo molto più a fondo questo argomento quando arriveremo a quei brani.

Ci sono tanti modi per organizzare una schema di questo libro. Un modo è guardare i vari esami che si possono fare per misurare se la propria fede è una vera fede.

In questo modo, una schema potrebbe essere il seguente:

1. Introduzione (1:1)

2. L’esame della perseveranza nella sofferenza (1:2-12)

3. L’esame di accusare Dio delle tentazioni a peccare (1:13-18)

4. L’esame di come si risponde alla Parola di Dio (1:19-27)

5. L’esame di amare senza favoritismi (2:1-13)

6. L’esame delle opere buone come risultato della fede (2:14-26)

7. L’esame di un’umile saggezza (3:1-12)

8. L’esame dell’amicizia con il mondo (4:1-12)

9. L’esame di riconoscersi dipendenti da Dio (4:13-17)

10. L’esame di aspettare pazientemente Cristo (5:1-11)

11. L’esame di parlare con onestà (5:12)

12. L’esame di come preghiamo (5:13-18)

13. L’esame della vera fede (5:19,20)

Conclusione

La mia preghiera è che nelle prossime settimane, possiamo ascoltare la voce di Dio che ci parlerà tramite questa lettera. Come ogni libro della Bibbia, questa lettera contiene tanti insegnamenti importanti per noi come chiesa.

Un versetto di questo libro che spiega esattamente con quale atteggiamento dovremmo leggere la Parola di Dio è Giacomo 1:21 Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.

Che ciascuno di noi possa ricevere con dolcezza la parola di Dio che è stata piantata in noi. Cioè, chi è salvato continui a ricevere insegnamenti dalla Parola di Dio per tutta la vita. Riceviamo insegnamenti tramite la nostra lettura biblica personale, ogni giorno, e tramite gli insegnamenti della chiesa.

La Parola di Dio che riceviamo ha varie funzioni nella nostra vita. Leggiamo di queste in 2 Timoteo 3:16

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

Da soli, non è difficile ricevere insegnamenti. Qualche volta sì, ma solitamente no. Invece, è più difficile essere ripresi. Ed è poco piacevole ricevere la correzione. Però, la Parola fa anche questo. La mia preghiera è che tutti noi possiamo ricevere con dolcezza tutto quello che Dio ci insegna mentre studiamo la Sua Parola. Che gioia è ascoltare e seguire tutto quello che Cristo ci insegna tramite la Sua Parola.