Aiuto Biblico

Una stirpe eletta - 1Pietro 2:11-12

14° sermone nella serie su 1Pietro

filename: 60-02-11.06f.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per 11 giugno, 2006 cmd
parole chiave: santità, comportamento, persecuzione, cittadinanza

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Nella vita, è tanto importante ricordare chi siamo!

Per esempio, è importante che uno studente si ricordi qual è il suo compito principale, proprio per non dimenticarsi di studiare.

Un marito, quando è lontano da casa, deve sempre ricordarsi che è un marito, per svolgere bene questo ruolo importante.

Chiaramente, un genitore che ha dei figli a casa non deve neanche mai dimenticare che è un genitore.

Più importante è il nostro ruolo, più è importante ricordare chi siamo.

Oggi, vogliamo considerare l'importanza di ricordare il nostro ruolo più importante: il fatto che siamo figli di Dio, cittadini del cielo. Continuiamo il nostro studio dell'Epistola di 1Pietro. Siamo arrivati a 1Pietro 2:11,12, in cui Pietro ci esorta a vivere come figli di Dio. Prima ci spiega cosa dobbiamo evitare totalmente nella nostra vita, poi ci spiega quello che dobbiamo metterci al suo posto. Infine, ci spiega un risultato stupendo che Dio può produrre se viviamo così.

Il contesto del brano

Iniziamo, leggendo 1Pietro 2:11.

“Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima,”

Per capire questo brano, è importante esaminarlo nel contesto di tutta questa Epistola. Fino a questo punto, Pietro ha maggiormente spiegato le immense benedizioni che abbiamo in Cristo. Ora che Dio ci ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, è importante che camminiamo nella luce. Perciò, da questo punto dell'Epistola in poi, Pietro inizia a spiegare come dobbiamo vivere, essendo cittadini del cielo, e quindi, stranieri in questo mondo.

Pietro, mentre parla del modo in cui dobbiamo vivere ora che siamo figli di Dio, continua a menzionare anche altri aspetti dell'opera di Cristo. Però, soprattutto da questo punto in poi, Pietro ci esorta ad avere un comportamento conforme all'immenso privilegio che abbiamo ricevuto in Cristo.

Quindi, il brano che vogliamo esaminare oggi è un aspetto dell'esortazione di come dobbiamo vivere ora che Dio ci ha fatto diventare cittadini del cielo, aventi un'eredità eterna in Cristo.

Carissimi:

Allora, ricordando il contesto, consideriamo questo brano.

Se quando leggiamo la Bibbia non siamo attenti, è facile che manchiamo di riconoscere delle verità meravigliose. C'è una stupenda verità proprio all'inizio di questo brano. Leggiamo ancora il versetto 11:

“Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima,”

Consideriamo la meravigliosa verità che è nascosta dietro la parola “carissimi”. Questa è la traduzione della parola greca “agapetoi”, che significa “grandemente amati”. Deriva dalla parola “agapao” che è la parola Greca usata per descrivere l'amore di Dio Padre per il Figlio, l'amore di Dio per l'uomo, e l'amore che l'uomo è chiamato ad avere verso Dio e gli uni verso gli altri. È un amore che è molto più profondo di un semplice amore sentimentale, perché l'amore agapao non può vacillare, come invece lo può fare un amore sentimentale. L'amore agapao è costante, ed è una decisione della volontà che produce un impegno di fare del bene alla persona amata. È una cosa meravigliosa essere amati da Dio con questo tipo di amore.

Quindi, la parola “carissimi” indica “coloro che sono grandemente amati” con l'amore agape, da Dio! Troviamo la stessa parola, nel singolare, in Luca 3:22, in cui Dio Padre parla a Gesù, al suo battesimo:

“e lo Spirito Santo scese sopra di lui in forma corporea come di colomba; e dal cielo venne una voce, che diceva: "Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto!".” (Luca 3:22 LND)

“Tu sei il mio figlio amato.” La parola “amato” qui è la stessa parola che viene tradotta con “carissimi” nel nostro brano.

Che verità immensa! La stessa Parola che il Padre usa nei confronti del Figlio Gesù Cristo, la usa anche nei nostri confronti! Noi che siamo stati salvati, che siamo figli di Dio, siamo grandemente amati da Dio, dal sovrano Creatore dell'universo! Non solo Dio ci cura come semplici creature. Non solo ha benevolenza nei nostri confronti. Dio ci ama. Siamo preziosi a Lui. Egli ama noi come ama il suo unigenito Figlio, Gesù Cristo. Ci ama con un amore eterno!

Quindi, ora che iniziamo a considerare le varie esortazioni nel resto di questa epistola, ricordiamoci sempre che queste sono esortazioni che ci arrivano da un Padre misericordioso, che ci ama con un amore eterno. Dio ci esorta perché ci ha salvato, ci ha fatto diventare i suoi figli amati, ci ha donato una eredità che è conservata per noi in cielo con Lui. Gloria a Dio!

Vi esorto

Ricordando che siamo amati da Dio, che è il senso della parola “carissimi”, leggiamo ancora il versetto.

“Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima,”

Tramite Pietro, Dio ci esorta, come stranieri e pellegrini, ad astenerci dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto contro le nostre anime.

Consideriamo per primo il fatto che siamo stranieri e pellegrini, secondo che cosa sono queste carnali concupiscenze, poi in che modo assalgono le nostre anime, ed infine, come dobbiamo astenerci da queste concupiscenze.

Siamo stranieri e pellegrini

Iniziamo considerando il fatto che siamo stranieri e pellegrini. In sé, è una cosa bella o brutta essere stranieri e pellegrini? Dipende!

Se si tratta di essere uno straniero in un paese benestante, in cui c'è grande libertà politica, che però limita moltissimo i diritti e le possibilità per chi è straniero, allora essere straniero è una cosa brutta.

Però, se si tratta di essere straniero un paese in cui c'è grande povertà, guerra e oppressione politica e religiosa, dove però si ha la possibilità di uscire e tornare in patria per stare molto meglio mentre nessun cittadino del posto può scappare, allora, essere straniero diventa una grande benedizione.

Perciò, qual è la nostra situazione? Cosa significa che siamo stranieri e pellegrini?

Noi siamo stranieri in questo mondo perché da quando Dio ci ha salvato la nostra cittadinanza non è più qui. Ora, la nostra cittadinanza è in cielo, come leggiamo in Filippesi 3:20.

“Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore,” (Fl 3:20 NRV)

Quando Dio ci ha salvato, ha trasferito la nostra cittadinanza dal mondo e dalle tenebre al cielo, al regno di luce, in Cristo Gesù.

Anche Efesini 2:19 ci aiuta a capire chi siamo in Cristo.

“Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio.” (Efe 2:19 NRV)

Prima della salvezza, eravamo stranieri per quanto riguarda il regno di Dio. Eravamo stranieri nel regno di Dio, perché eravamo cittadini del mondo. Allora non avevamo alcun diritto alle cose di Dio, non avevamo i benefici che hanno i cittadini del cielo, eravamo totalmente esclusi da quelle cose.

Ora invece, essendo stati riconciliati con Dio per mezzo di Gesù Cristo, ora, essendo figli di Dio, ora, per grazia, siamo cittadini del regno di Dio e membri della famiglia di Dio.

Perciò, in Cristo, abbiamo una nuova cittadinanza. Essendoci aggrappati a Cristo, Dio ha trasferito la nostra cittadinanza dal mondo al regno di Dio. Non esiste la doppia cittadinanza!

Quindi, ora che siamo cittadini del cielo, siamo stranieri in questo mondo, non abbiamo più i diritti dei cittadini del mondo. Non apparteniamo più a questo mondo.

Certamente, esistono delle situazioni in cui può essere pesante essere degli stranieri qui. Però, dobbiamo ricordare che tutti coloro che sono cittadini del mondo sono sotto condanna. In Giovanni 3:36, parlando di chi non crede in Cristo, leggiamo che “l’ira di Dio rimane su di lui».” Perciò, quando consideriamo le benedizioni e i benefici e i diritti che abbiamo come cittadini del cielo, allora, diventa chiaro che il fatto di essere stranieri in questo mondo è un privilegio assolutamente stupendo.

Per quanto riguarda la parola “pellegrini”, questa parola indica uno che è in viaggio, che si trova in un posto che non è casa sua. Un pellegrino sa di essere lontano da casa, e sa di essere in viaggio per ritornarci.

Come si comporta un pellegrino che ama la sua patria e non vede l'ora di poter arrivare finalmente a casa? Consideriamo il suo atteggiamento, perché così dovremmo vivere anche noi.

Prima di tutto, un pellegrino non dovrebbe considerare questo mondo come casa sua, perché NON è casa sua. Per chi è senza Cristo, questo mondo è casa sua. Ma per noi che siamo in Cristo, questo mondo ERA casa nostra e, per la grazia di Dio, adesso non lo è più. Quanto è importante ricordare e vivere questa verità! Non dobbiamo considerare questo mondo come casa nostra. Un pellegrino non si scoraggia quando le cose intorno a sé vanno male, perché sa che un domani lascerà tutto per andare a casa.

Un pellegrino non cerca una casa permanente durante il suo viaggio. Certamente, ha bisogno di un alloggio mentre soggiorna in un posto. Però, sapendo che ha una casa che lo aspetta nella sua patria, considera il posto dove vive attualmente per quello che è, solo un posto temporaneo. Quindi, non trova la sua gioia nell'ambiente in cui vive, perchè sa che è un soggiorno solo per un tempo limitato. Similmente, non si agita se le cose vanno male. Voi, considerate le vostre case solamente come soggiorni temporanei?

Inoltre, un pellegrino saggio evita qualsiasi legame o situazione che potrebbe impedire o rallentare il suo cammino verso la patria. Quindi, valuta ogni decisione alla luce del suo viaggio: evita stretti legami con le persone del posto, perché sa che questi legami potrebbero diventare un ostacolo al suo pellegrinaggio, visto che chi non è un pellegrino non vuole camminare verso la stessa meta. Voi, evitate legami stretti con persone che non sono in cammino verso il cielo? Evitate quelle situazioni che potrebbero ostacolare il vostro cammino?

Un'altra caratteristica di un pellegrino è che anche se deve occuparsi della vita quotidiana nel posto dove sta vivendo in quel momento, i suoi pensieri e i desideri del suo cuore non sono incentrati sulle cose intorno a lui, ma sulle cose che riguardano la sua patria. Quindi, egli fa il necessario per vivere nel posto in cui vive al momento, ma il suo cuore resta sempre rivolto verso la patria. Voi, avete il cuore rivolto verso le cose di questo mondo, desiderate le cose di questo mondo, oppure, il vostro cuore è fissato sulle cose di Dio?

Un pellegrino evita di accumulare tanti beni di questo mondo, perché sa che più beni accumula, più difficile gli sarà fare buon progresso nel suo viaggio. In realtà, anche nel nostro pellegrinaggio verso il cielo succede molto spesso così: i beni di questo mondo possono ostacolarci molto. Infatti, leggiamo in 1Giovanni 2:15

“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui.” (1Gv 2:15)

Se Cristo Gesù è il vostro vero tesoro, e quindi, se non amate le cose del mondo, non desidererete accumularle. Se invece vi rendete conto che il vostro cuore è preso dalle cose di questo mondo, siete in grave pericolo e il vostro cammino verso il cielo sarà grandemente rallentato. Se è così, dovete lottare contro la tendenza di trovare gioia nelle cose. Un pellegrino non vuole rallentare la sua corsa in alcun modo.

Un versetto che ci aiuta a capire come vivere è Ebrei 12:1,2

“1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, 2 fissando lo sguardo su Gesù,” (Ebrei 12:1-2 NRV)

Questo brano ci comanda di deporre ogni peso, e anche il peccato che così facilmente ci ostacola. Cioè, i pesi in sé non sono peccati, ma se ci rallentano bisogna abbandonarli! Un pellegrino saggio vuole fare progresso il più possibile, perciò depone ogni peso per essere il più leggero possibile e per fare più strada possibile.

Voi, amate le cose del mondo? Trovate grande piacere nelle cose del mondo, oppure, l'amore di Dio è la vostra gioia? Valutate bene, perché ci saranno conseguenze eterne!

Le difficoltà

Certamente, essendo pellegrini e stranieri in questo mondo, ci possono essere delle situazioni in cui è molto difficile non essere come gli altri e non essere accettati da loro. È difficile accettare i pregiudizi e le cattiverie nei nostro confronti. Infatti, più in avanti in questa Epistola, Pietro parlerà molto delle sofferenze che dovremo a volte subire, essendo degli stranieri in questo mondo.

Però, se ci riflettiamo, le difficoltà possono anche ricordarci le immense benedizioni che abbiamo ricevuto da Dio, essendo cittadini del cielo. Il fatto che non apparteniamo più a questo mondo, che non siamo più suoi cittadini, è proprio perché la nostra cittadinanza è in cielo. Perciò, quando ci sono delle difficoltà, quando il mondo ci odia, ricordiamoci che queste cose ci succedono perché non apparteniamo più al mondo, e perciò dobbiamo rallegrarcene grandemente!

Quindi, per la grazia di Dio, in questa terra siamo degli stranieri e pellegrini, perché per mezzo di Cristo, siamo diventati cittadini del cielo. Siamo pellegrini, in viaggio verso la nostra casa eterna, nella presenza di Dio. Questa è la base dell'esortazione che Pietro ci fa!

Le carnali concupiscenze

Pietro ci esorta ad astenerci dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto all'anima nostra.

Che cosa sono queste carnali concupiscenze?

Nella Bibbia, la carne rappresenta l'aspetto peccaminoso della natura umana. Per esempio, in Galati 5:16,17 leggiamo:

“16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.” (Galati 5:16-17 NRV)

Quindi tutto ciò che è carnale è peccaminoso. Inoltre, la parola “concupiscenze” descrive un forte desiderio malvagio per quello che è vietato, per quello che non è lecito avere.

Quindi, il termine “carnali concupiscenze” descrive il forte desiderio per qualsiasi cosa che Dio non ci ha dato. Può essere qualcosa di immorale, qualche rapporto fuori dal matrimonio, può essere una passione di avere potere o soldi, può essere la passione che spinge ad agire con orgoglio, può essere l'odio, o l'ira, o la pigrizia, o l'egoismo, può essere qualsiasi passione peccaminosa. Può essere la cattiveria, o la passione di sparlare, o la passione di criticare.

Come assalgono le nostre anime

È importante capire che le carnali concupiscenze danno l'assalto contro l'anima. Nulla può danneggiare le nostre anime quanto le nostre concupiscenze! Infatti, quello che danneggia di più un credente non sono le persecuzioni e le eventuali ingiustizie che si potrebbero subire da altri, ma sono i propri peccati.

Tendiamo a pensare che siano i problemi e le persone che ce li creano che danneggiano la nostra fede. A volte, crediamo che se potessimo avere meno difficoltà, allora potremmo crescere di più, perché potremmo concentrarci e leggere di più la Bibbia e servire il Signore di più.

Questo modo di pensare è totalmente sbagliato. Coloro che si oppongono alla nostra fede, o si oppongono alla chiesa intera, non possono ostacolare la nostra crescita. Anzi, spesso, Dio ci fa crescere di più proprio tramite le prove e l'opposizione.

Quello che può danneggiare la nostra fede sono i nostri desideri peccaminosi. Le nostre carnali concupiscenze assalgono le nostre anime. Quando lasciamo spazio alle nostre carnali concupiscenze, queste ci allontanano da Dio, e fanno sì che non siamo ripieni dello Spirito Santo, e quindi, ostacolano il frutto dello Spirito in noi. Rovinano i nostri rapporti con gli altri. Ostacolano la nostra adorazione. Ci fanno avere pensieri sbagliati.

Le nostre carnali concupiscenze danneggiano le nostre anime, cosa che i nemici non possono fare. Le nostre carnali concupiscenze assalgono la nostra anima.

Dobbiamo astenerci

Quindi, considerando quanto le carnali concupiscenze sono terribili, quanto male ci fanno, e come ci allontanano da Dio, dobbiamo astenerci da esse.

La parola “astenetevi” significa evitare totalmente. Ogni carnale concupiscenza, di qualsiasi tipo essa sia, fa male gravemente all'anima. Il peccato è come il cancro. Se non lo combattiamo costantemente, cresce e ci fa terribilmente male.

Sarebbe segno di grande stoltezza se un paziente con un tumore dicesse ai dottori che gli avevano asportato la maggioranza del suo cancro di non esser più disposto a fare le ultime cure per uccidere le ultime cellule cancerose, solamente perchè non vuole più avere disturbo. Quelle poche cellule crescerebbero e farebbero un terribile danno a quel paziente.

Similmente, dobbiamo capire che anche le nostre carnali concupiscenze sono così dannose. Dobbiamo astenercene totalmente. Dobbiamo combattere contro ogni peccato nella nostra vita. Dobbiamo resistere e rifiutare ogni carnale concupiscenza. Solo così, la nostra anima crescerà in modo sano!

Avendo una buona condotta fra gli stranieri

Allora, qui nel v.11 Pietro ci ha esortato ad avere un vita di santità, non solo nel nostro comportamento, ma anche nei nostri pensieri, davanti a Dio, perché le concupiscenze riguardano non solo quello che facciamo e diciamo, ma anche i nostri pensieri.

Ora, nel v.12, ci Pietro ci esorta a vivere nel modo giusto nei confronti dei non credenti intorno a noi. Leggiamo i vv. 11 e 12.

“11 Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima, 12 avendo una buona condotta fra gli stranieri, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà.” (1Pietro 2:11-12)

Ricordiamoci che i credenti di allora furono giudicati male da tanti non credenti, spesso furono perfino odiati per il fatto di essere cristiani. Il libro degli Atti ci racconta di come i credenti furono odiati e spesso accusati falsamente.

È così anche oggi. In certi posti nel mondo, i non credenti odiano i credenti al punto di perseguitarli e perfino ucciderli. In altri posti, come qui in Italia, c'è spesso un disprezzo, e tanti sparlano dei veri credenti. Tanti di noi abbiamo vissuto delle situazioni in cui delle persone hanno sparlato della nostra fede in Cristo.

Allora nel v.12, Pietro parla di una situazione in cui i non credenti sparlano di noi, chiamandoci malfattori.

Pietro dà per scontato che il nostro comportamento è santo, e che quindi, NON siamo malfattori. È estremamente importante che non diamo veri motivi agli altri di sparlare di noi. Pietro ci parlerà di questa necessità più in avanti in questa Epistola.

Per ora, presumendo che il nostro comportamento sia giusto e santo e che i non credenti sparlano contro di noi ingiustamente: come dobbiamo rispondere? Come dobbiamo comportarci quando le persone parlano male di noi in modo falso?

La nostra tendenza naturale è di agitarci, di essere turbati, e di arrabbiarci a causa dell'ingiustizia di un tale comportamento nei nostri riguardi. Però, una reazione così è una reazione della carne, non guidata da Dio. E' una reazione di carnale concupiscenza.

Invece, tramite Pietro, Dio ci esorta ad avere un comportamento veramente buono fra gli stranieri.

La parola greca tradotta qui con “buone” descrive una bontà molto più profonda del senso che ha solitamente la parola “buono” in Italiano. Il senso biblico descrive qualcosa di una tale purezza morale che si potrebbe descriverla come una bellezza morale. Questo tipo di bontà è degna di lode. Quindi, è qualcosa di molto gradevole, che risplende come una luce in mezzo alle tenebre di questo mondo.

La nostra condotta fra i non credenti deve essere così. Certamente, è difficile reagire con questa bontà quando i non credenti ci disapprovano, sparlano di noi, e ci trattano in modo ingiusto. Infatti, con le nostre sole forze, non siamo capaci. Possiamo vivere così solamente quanto dimoriamo in Cristo, e camminiamo umilmente per fede.

Se il nostro comportamento NON è buono, questo rovina totalmente la nostra testimonianza davanti ai non credenti.

Quindi, quando siamo falsamente criticati, quando gli altri sparlano di noi, Dio ci chiama, anziché a reagire con agitazione o con rabbia, ad avere una condotta buona, pura e santa. Deve essere così buona che quand'anche sparlassero di noi, chiamandoci malfattori, osservino le nostre opere buone, e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà.

Notiamo che Pietro dà per scontato che ci saranno le volte che i non credenti sparleranno falsamente di noi. Ce lo dobbiamo aspettare, visto anche che Gesù dichiara in Giovanni 15:

“18 «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.” (Giov 15:18-19 NRV)

Dobbiamo aspettarci che il mondo ci odierà, se camminiamo palesemente nella luce! Dio ci chiama a comportarci con una condotta talmente buona che i non credenti che ci osservano, vedranno le nostre opere buone. Vedranno che siamo dedicati a promuovere la gloria di Dio e il bene degli uomini. Vedranno che viviamo in modo da non cercare il nostro vantaggio, ma cercando il bene degli altri.

Affinché diano gloria a Dio

Vedendo questa nostra condotta buona, saranno colpiti. Infatti, Pietro dichiara che questo nostro buon comportamento li potrà anche spingere a dare gloria a Dio nel giorno in cui Dio li visiterà.

Il Signore li visiterà in due occasioni: o nel giorno del giudizio, quando tutti saranno giudicati da Gesù Cristo. In quel giorno, sarà fatto loro presente che avevano sparlato di voi, pur avendo visto la vostra buona condotta. In questo modo, Dio sarà glorificato per la giustizia del suo giudizio contro di loro. Oppure quando Dio la salverà, perchè si può dire anche che Dio l'ha visitata arrivando nella sua vita.

La nostra buona condotta può essere uno strumento potente nelle mani di Dio per convincere gli altri dei loro peccati. Infatti, una condotta buona, una condotta di luce, denuncia il peccato. Leggo in Efesini 5:11-13

“11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. 13 Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste;” (Efe 5:11-13)

Se abbiamo una buona condotta, siamo una luce che Dio può usare come strumento per aprire gli occhi ai ciechi, in modo che vedano la gloria di Gesù Cristo tramite noi, e così, si ravvedano e credano per ricevere il perdono dei loro peccati, e per dare così gloria a Dio.

Infatti, nel libro degli Atti, leggiamo che i primi credenti ebbero un comportamento talmente buono che il popolo li elogiò e Dio, tramite le loro chiara testimonianza, ne salvò tanti. Prego che vivremo proprio così!

Conclusione ed applicazione

A questo punto, avendo considerato questo brano, voglio chiedere a ciascuno di voi che è un figlio di Dio: tu vivi come uno straniero e pellegrino in questo mondo? Sei pienamente cosciente del fatto che la tua cittadinanza non è qui, ma è in cielo, e quindi, vivi con i tuoi desideri rivolti alla tua vera patria? Ti impegni in quello che è necessario per vivere, evitando però di fare cose che potrebbero rallentarti nel tuo cammino verso il cielo?

I tuoi desideri sono indirizzati verso le cose di questo mondo, oppure, verso le cose del cielo?

Quando gli altri ti trattano ingiustamente, quando sparlano di te in modo ingiusto soprattutto per la tua fede in Cristo, trovi tanta gioia, ricordando che non sei cittadino di questo mondo ma appartieni al regno di Dio? Ti ricordi, giorno dopo giorno, che sei straniero su questa terra?

Ti rendi conto che i tuoi veri nemici non sono gli altri intorno a te, ma sono la tue carnali concupiscenze? Ti rendi conto, giorno dopo giorno, che le tue concupiscenze fanno guerra contro l'anima tua?

E così, combatti di cuore contro la tua carne, contro le tue concupiscenze? Combatti senza tregua contro i tuoi desideri peccaminosi?

Ti impegni, con tutto il tuo cuore, ad avere una buona condotta con tutti? Quindi, ti impegni a non reagire nella carne, ma ad essere una luce per tutti coloro che stanno intorno a te, anche per coloro che ti accusano falsamente, e che sparlano di te, chiamandoti malfattore, proprio quando hai fatto del bene?

Oh quanto prego che possiamo tutti vivere proprio così, aspettando e affrettando il ritorno di Cristo, per entrare nella nostra patria, che sarà alla presenza di Dio stesso! Prego che possiamo avere grande gioia, anche in mezzo alle sofferenze, sapendo che siamo solo pellegrini in questo mondo e che abbiamo un'eternità con Dio che ci aspetta.

Prego che il nostro comportamento sarà così buono, così simile a Cristo, che tanti non credenti saranno colpiti dallo Spirito Santo, si ravvederanno, e crederanno in Cristo, per mezzo nostro!

Tutto questo per mezzo della grazia di Dio e per la gloria di Dio! Amen!