Aiuto Biblico

Rapporti nella società - 1Pietro 2:13-17

15° sermone nella serie su 1Pietro

filename: 60-02-13.06f.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per 25 giugno, 2006 cmd
parole chiave: governo, sottomissione, comportamento santo, libertà

Audio:

Quando Dio sceglie, per grazia, di salvare una persona, questo è l'avvenimento più grande di tutta la sua vita! Trasforma la sua vita e anche la sua eternità. Quella persona diventa un figlio di Dio, un cittadino del cielo, una nuova creatura.

Però Dio, quando salva una persona, la lascia quasi sempre sulla terra, spesso per tanti anni, prima di portarla in cielo.

Noi che siamo stati salvati da Dio, come dobbiamo vivere mentre siamo in questo cammino verso la nostra eredità eterna in cielo?

Ci sono tanti brani nella Bibbia che parlano di come dovremmo comportarci come credenti gli uni verso gli altri. Allora, ci potrebbe essere il rischio che un credente possa pensare che visto che non apparteniamo più al mondo, non ha alcuna importanza se ci comportiamo male verso i non credenti. Ma così non deve mai essere! Infatti più volte nella Bibbia, come anche in 1Pietro, Dio ci comanda di comportarci bene nei confronti dei non credenti. Questo buon comportamento è un aspetto dell'essere una luce nel mondo.

Nella Prima Epistola di Pietro, egli ci spiega come dobbiamo comportarci mentre viviamo come stranieri in questo mondo. Nell'ultimo sermone, in 1Pietro 2:11,12, abbiamo visto che dobbiamo comportarci bene fra i gentili, ovvero fra i non credenti intorno a noi. Vi leggo.

“11 Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che guerreggiano contro l’anima. 12 Comportatevi bene fra i gentili affinché, là dove vi accusano di essere dei malfattori, a motivo delle buone opere che osservano in voi, possano glorificare Dio nel giorno della visitazione.” (1Pi 2:11-12 LND)

Dio non solo ci comanda di comportarci bene verso i non credenti, ma ci dà degli esempi specifici in vari campi della vita di cosa significa avere un buon comportamento. Non basta solamente capire i principi biblici, ma dobbiamo arrivare anche a capire come applicarli nella vita di tutti i giorni.

Quindi, oggi vogliamo considerare 1Pietro 2:13-17, in cui Pietro inizia a spiegare alcuni aspetti di un buon comportamento fra i non credenti. Preghiamo di capire bene queste verità, in modo da poter vivere di più come Dio vuole.

La sottomissione alle autorità umane

Iniziando con i vv.13, 14, troviamo subito un modo specifico per aver un buon comportamento fra i non credenti. Pietro parla del nostro comportamento nei riguardi di tutte le varie istituzioni umane. Leggo.

“13 Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita: sia al re come al sovrano, 14 sia ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per lodare quelli che fanno il bene,” (1Piet 2:13-14 LND)

Dio comanda che ogni credente sia sottomesso ad ogni autorità costituita. Questo brano parla del nostro comportamento e del motivo che abbiamo di comportarci così. Consideriamo prima di tutto cosa sono le autorità costituite.

Autorità costituita

Dobbiamo essere sottomessi alle autorità costituite. La NRV traduce questo termine con “ogni umana istituzione”.

Dio ha stabilito che in ogni società ci sia qualche forma di autorità stabilita. Dove non esiste un'autorità, con le sue leggi o regole, esiste l'anarchia, il disordine. In una condizione così, non c'è freno al peccato dell'uomo. È ovvio che nessuna istituzione o autorità segue Dio perfettamente, e infatti la maggioranza non segue Dio per nulla, ma questo fatto non cambia il comandamento di essere sottomessi alle autorità.

Le autorità possono variare di tanti tipi, e possono riguardare tanti campi della vita. Un brano che ci aiuta a capire il piano di Dio a questo riguardo è Romani 13:1-7.

“1 Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c’è autorità se non da Dio, e le autorità che esistono sono istituite da Dio. 2 Perciò chi resiste all’autorità, resiste all’ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna. 3 I magistrati infatti non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie; ora vuoi non temere l’autorità? Fa’ ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa, 4 perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male. 5 Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell’ira ma anche per ragione di coscienza. 6 Infatti per questo motivo pagate anche i tributi, perché essi sono ministri di Dio, dediti continuamente a questo servizio. 7 Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l’imposta a chi dovete l’imposta, il timore a chi dovete il timore, l’onore a chi l’onore.” (Rom 13:1-7 LND)

Questo brano ci aiuta a capire che esistono tante forme di autorità. Ci sono autorità nazionali, ci sono autorità che riguardano il comune, ci sono autorità che riguardano le scuole, ci sono autorità in quasi ogni campo della vita.

Essendo costituite da uomini peccatori, ogni autorità e ogni istituzione sono imperfette. Però, sono state istituite da Dio, e bisogna ubbidire a loro, a patto che non contraddicano direttamente un comandamento di Dio.

Quindi, quando parliamo delle autorità costituite, ricordiamoci che esse riguardano qualsiasi tipo di istituzione che ha autorità in qualche campo della vita. Per uno studente, la sua autorità costituita è la scuola, per chi ha una casa da ristrutturare è l'ufficio tecnico, per chi guida l'autorità è chi ha stabilito il codice stradale, per tutti è lo Stato, e così per ogni altro campo.

Il nostro comportamento: la sottomissione

Abbiamo tante autorità. In questo versetto, Dio ci comanda di esserne sottomessi. Vi leggo ancora la prima parte del v. 13:

“Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita” (1Pi 2:13 LND)

Dio ci comanda di sottometterci ad ogni autorità costituita.

Dobbiamo ricordarci che questo comandamento non è limitato a quelle autorità che sono buone e che non sbagliano, così come i comandamenti che riguardano il comportamento di un marito o di una moglie non sono limitati solamente a quei mariti o a quelle mogli che non peccano mai. Ogni marito sbaglia, ogni moglie sbaglia, e ogni autorità costituita sbaglia. Noi siamo responsabili di vivere secondo i comandamenti di Dio, indipendentemente da come le autorità si comportano. E per quanto riguarda le autorità, Dio ci comanda di essere loro sottomessi.

Ricordiamoci che l'essere sottomessi riguarda non solo il nostro comportamento, ma anche il nostro atteggiamento. Se per esempio lo Stato stabilisce che bisogna seguire una certa procedura, ed io la faccio ma brontolando che è una cosa assurda, io non sono veramente sottomesso. Non solo, ma non sto onorando Dio, e non sono una luce nel mondo.

Faccio una piccola parentesi. A ciascuno di voi chiedo: è possibile avere vera gioia se ti stai lamentando di qualcosa? Uno che brontola può avere grande pace nel cuore? Quando pecchiamo, lamentandoci o brontolando, non solo siamo una brutta testimonianza, ma perdiamo la pace e la gioia che possiamo avere quando guardiamo a Cristo.

Tornando alla sottomissione, dovremmo seguire la legge e le regole attentamente, e con un buon atteggiamento. Facendo così, un credente sarà un cittadino modello. Uno studente dovrebbe essere uno studente modello. Dovremmo essere esemplari nel nostro modo di vivere.

Nel v.14, Pietro ci dà qualche esempio di autorità. Vi leggo:

“sia al re, come al sovrano, sia ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dare lode a quelli che fanno il bene.”

Ci sono vari livelli di autorità nella società, ognuna sopra un campo diverso. Noi dovremmo essere sottomessi ad ogni autorità.

Non solo, ma dovremmo capire che l'autorità esiste per dei buoni scopi: punisce i malfattori e loda coloro che fanno del bene. Certamente, in un mondo di peccato, nessuna autorità è perfetta. Certamente ci sono tanti esempi di corruzione. Ma ricordiamoci che è sempre stato così da quando il mondo è mondo, e perciò, era così anche quando Dio ha guidato Pietro a scrivere queste parole, e quando ha guidato Paolo a scrivere parole simili in Romani 13. Perciò, Dio vuole che noi siamo sottomessi alle autorità, nonostante che esse siano ingiuste o corrotte. Come dicevo prima, questa sottomissione non ci deve indurre a disubbidire a dei chiari comandamenti di Dio.

Il motivo: per amore del Signore

Il v. 13 contiene una frase molto importante, che ci può incoraggiare molto, soprattutto quando è difficile sottometterci ad un'autorità cattiva ed ingiusta. Leggo di nuovo il v.13

“Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita,” (1Pi 2:13 LND)

Questo versetto ci ricorda il motivo per cui dobbiamo sottometterci ad ogni autorità costituita. Dobbiamo farlo “per amore del Signore”. Il MOTIVO per cui dobbiamo sottometterci non è perché le autorità sono buone o meritano la nostra sottomissione, ma lo dobbiamo fare per amore del Signore.

Nel Greco, non troviamo la parola “amore”, ed una traduzione più letterale è: “a motivo del Signore”. Cioè, quello che facciamo, lo dobbiamo fare per Dio. Se vuoi avere tanta gioia, non devi fare la cosa giusta per gli altri, perché se loro ti dovessero trattare male, ti diventerebbe molto pesante riuscire a fare la cosa giusta. Piuttosto, devi fare la cosa giusta per il Signore, allora sì che puoi avere grande gioia.

Troviamo questo principio in Colossesi 3, in cui Paolo esorta i servi a lavorare nel modo giusto per il Signore. Egli dice:

“22 Servi, ubbidite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non servendo solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con semplicità di cuore, temendo Dio. 23 E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, 24 sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa a dell’eredità, poiché voi servite a Cristo, il Signore.” (Col 3:22-24 LND)

Il datore di lavoro è un esempio di autorità costituita, come lo sono le autorità della scuola, le autorità dello stato, e quelle del comune. La nostra sottomissione deve essere fatta a motivo del Signore, per la sua gloria, per ricevere la sua approvazione, per portare gloria a Lui. Oh che possiamo ricordarci di questa verità, per arrivare nella sua presenza con gioia, e non con vergogna!

v.15 Un risultato

Il v.15 ci spiega qual'è la volontà di Dio per noi per quanto riguarda la nostra sottomissione alle autorità costituite. Leggiamolo.

“perché questa è la volontà di Dio, che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti.” (1Pi 2:15 LND)

Dio ci ha lasciato su questo terra per essere luce e sale. Cioè, noi siamo la luce di Dio per i non credenti intorno a noi. Gesù dichiara:

“14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. 15 Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa.” (Mat 5:14-15 LND)

Essendo la luce del mondo, Dio ci chiama ad avere un comportamento così buono che i non credenti, che vorrebbero sparlare di noi, non abbiano nulla da ridire sul nostro presunto cattivo comportamento che sia minimamente vero.

Vediamo un buon esempio di come dobbiamo vivere in Daniele, nell'Antico Testamento. Leggiamo Daniele 6:1-5

“1 Piacque a Dario di stabilire sul regno centoventi satrapi, i quali fossero preposti su tutto il regno, 2 e sopra di loro tre prefetti, di cui uno era Daniele, ai quali quei satrapi dovevano render conto, perché il re non ne soffrisse alcun danno. 3 Ora questo Daniele eccelleva sugli altri prefetti e satrapi, perché in lui c’era uno spirito superiore, e il re pensava di stabilirlo sopra tutto il regno. 4 Allora i prefetti e i satrapi cercarono di trovare un pretesto contro Daniele riguardo l’amministrazione del regno, ma non poterono trovare alcun pretesto o corruzione, perché egli era fedele e non si poté trovare in lui alcun errore o corruzione. 5 Allora quegli uomini dissero: "Non troveremo mai nessun pretesto contro questo Daniele, eccetto che lo troviamo contro di lui nella legge stessa del suo Dio".” (Dan 6:1-5 LND)

Nonostante che questi uomini malvagi odiassero Daniele e volessero criticarlo, non riuscirono a trovare nulla da criticare per quanto riguarda il suo comportamento! È proprio così che Dio ci chiama a vivere! In ogni situazione, specificatamente in quelle situazioni in cui siamo sotto a delle autorità, che perciò possono anche essere difficili od ingiuste, Dio ci chiama a comportarci in modo talmente buono, che gli uomini stolti, cioè gli uomini che non temono Dio, non potranno avere nulla da ridire contro di noi.

Chiedo a ciascuno di voi: tu vivi così? Il tuo comportamento con i non credenti, specificatamente in situazioni che riguardano le varie autorità che ti sono stabilite, è un comportamento così corretto e così buono che essi non hanno nulla di vero da ridire contro di te?

Oh che possiamo vivere così, perché questa è la volontà del nostro Dio e Salvatore!

v.16 un pericolo da evitare

Arriviamo ora al v.16, che ci avverta di un grave pericolo da evitare. Leggiamolo:

“Comportatevi come uomini liberi, non facendo uso della libertà come di un pretesto per coprire la malvagità, ma come servi di Dio.” (1Pi 2:16 LND)

È estremamente importante capire le verità di questo versetto, quindi, analizziamole attentamente.

Se siamo in Cristo, se siamo salvati, siamo uomini e donne liberi. Abbiamo la vera libertà in Cristo Gesù, come Gesù dichiara in Giovanni 8:33.

“31 Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: "Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".” (Giov 8:31-32 LND)

Anche Galati 5 parla della nostra libertà in Cristo Gesù.

“State dunque saldi nella libertà con la quale Cristo ci ha liberati, e non siate di nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù.” (Ga 5:1 LND)

Chi non è in Cristo, è sotto la schiavitù del peccato. Inoltre, senza Cristo, uno è sotto il giogo della legge, in quanto, non avendo la giustizia di Cristo, sarà giudicato in base alla legge, e quindi, sarà condannato. Infatti, in Galati 5, quando Paolo esorta di non essere sotto il giogo della schiavitù, parla del fatto di non ritornare sotto il giogo della legge.

Essendo perciò liberi in Cristo, il pericolo che corriamo è di credere, in modo sbagliato, che la nostra libertà ci autorizza a non essere sottomessi alle autorità costituite. Il fatto che siamo cittadini del cielo, e liberi in Cristo, non ci esenta dal dover essere sottomessi alle autorità umane.

Chi invece non si sottomette alle autorità, dicendo di esserne esente perché è libero in Cristo, usa la sua libertà come un velo, come un pretesto, per coprire la malvagità.

È importante capire questo. Se noi usiamo la libertà che abbiamo in Cristo per non essere sottomessi a coloro che sono sopra di noi, stiamo peccando e stiamo usando la nostra libertà come pretesto di malvagità. La libertà in Cristo non è la libertà di vivere come vogliamo noi!

Oggi, quando certi credenti vengono ammoniti per certi loro comportamenti sbagliati, rispondono dicendo qualcosa come: “Siamo liberi in Cristo, e tu non puoi dirmi come devo vivere!”. Essi stanno usando la loro libertà per vivere come vogliono, e così, stanno coprendo la loro malvagità con un pretesto, un velo, di libertà.

La vera libertà in Cristo non è la libertà di fare quello che vogliamo. È la libertà dal potere del peccato. Anziché servire il peccato, abbiamo il dovere, che è anche un privilegio, di essere servi di Dio. Leggo ancora.

“Comportatevi come uomini liberi, non facendo uso della libertà come di un pretesto per coprire la malvagità, ma come servi di Dio.” (1Pi 2:16 LND)

Servi di Dio

Siamo servi di Dio, comportiamoci come tali! Uno dei privilegi della salvezza è di essere servi di Dio. La parola Greca che è tradotta con “servi”, è la stessa parola che altrove viene tradotta con “schiavo”, come, per esempio, in Giovanni 8:34.

“Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato.” (Gv 8:34 LND)

Troviamo la stessa parola anche in 2Pietro 2:19

“mentre promettono loro libertà, essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno diventa schiavo di ciò che lo ha vinto.” (2Pi 2:19 LND)

Questa parola descrive una condizione permanente di servizio ad un padrone. Chi è salvato, è libero dal peccato, per servire Dio.

Nelle loro epistole, Paolo, Giacomo e Pietro dichiarano di essere schiavi di Dio, usando questa stessa parola Greca. In tutti questi brani, la parola tradotta con “servo” potrebbe essere tradotta anche con “schiavo”, come viene tradotta altrove.

“Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo, appartato per l’evangelo di Dio,” (Ro 1:1 LND)
“Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo, secondo la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è secondo pietà,” (Tt 1:1 LND)
“Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.” (Gm 1:1 LND)
“Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo:” (2Pi 1:1 LND)

In Romani 6.22, Paolo dichiara che, essendo stati liberati dal peccato, siamo servi di Dio.

“Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna.” (Ro 6:22 LND)

Dobbiamo capire che essere servi di Dio non è un qualcosa di pesante, né di negativo, e non è neanche un ostacolo alla nostra gioia. Al contrario, è la via che porta alle benedizioni più profonde.

Camminando in questa vita, stiamo seguendo le orme di Gesù Cristo. In Filippesi 2:7 Paolo, avendo parlato di come Gesù si è spogliato della sua gloria, dichiara che Gesù ha preso forma di servo, di schiavo:

“ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini;” (Fil 2:7 LND)

Gesù, il Sovrano Creatore dell'Universo, ha preso forma di un servo, di uno schiavo. Abbiamo l'immenso onore di seguire le sue orme!

Che terribile peccato, credere che avere il diritto di non servire Dio! Quindi, è estremamente importante che ogni credente si ricordi, giorno per giorno, che non esiste la libertà assoluta, nel senso che uno può fare quello che vuole. O siamo schiavi del peccato, o siamo schiavi di Dio. La differenza è eterna. Essere schiavo del peccato porta alla condanna eterna. Essere schiavo del peccato significa essere sotto un giogo molto duro e pesante. Invece, essere sotto il giogo di Cristo significa avere riposo per l'anima nostra. Infatti, Gesù dichiara:

“28 Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. 30 Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!".” (Mat 11:28-30 LND)

Quindi, la verità principale del v.16 nel nostro brano di oggi è che non dobbiamo mai usare la nostra libertà in Cristo come scusa per non camminare in santità e in ubbidienza in ogni campo della vita. Specificatamente, non dobbiamo mai credere che essendo liberi in Cristo, possiamo non sottometterci alle autorità costituite nella società in cui viviamo. Piuttosto, dobbiamo sottometterci, come servi di Dio.

v.17, esempi delle autorità

Arrivando al v. 17, Pietro, per riassumere il suo punto, ci fa un'esortazione che tocca vari rapporti nella vita. Leggiamo insieme il v.17.

“Onorate tutti, amate la fratellanza, temete Dio, rendete onore al re.”

Qui troviamo quattro comandamenti. Esaminiamo ciascuno brevemente.

Onorate tutti

Il primo è di onorare tutti. Questo è simile al comandamento in Romani 13:7

“Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l’imposta a chi dovete l’imposta, il timore a chi dovete il timore, l’onore a chi l’onore.” (Ro 13:7 LND)

Dobbiamo onorare tutti, rendendolo a ciascuno in base a quello che gli è dovuto. Dobbiamo ricordare che ogni persona è stata creata nell'immagine di Dio. Dobbiamo avere rispetto, un certo onore, per tutti. Un credente deve essere mansueto e gentile con tutti. Nella società, è normale essere prepotente, è normale sparlare e criticare. Invece, un credente deve avere onore per tutti, per i grandi e per i piccoli, con coloro che sono gentili e con coloro che sono cattivi.

Amate la fratellanza

Poi, ci comanda di amare la fratellanza. La parola “fratellanza” significa tutti i credenti. Dobbiamo onorare tutte le persone con cui abbiamo a che fare, ma con i credenti dobbiamo andare oltre: dobbiamo amarli. Siamo fratelli e sorelle di tutti i credenti. Quindi, non dobbiamo mai creare una barriera perché un altro credente non ci è simpatico. Non dobbiamo mai permettere nulla che possa ostacolare il nostro vero amore per ogni altro credente.

Una delle cose che ostacola l'amore più di qualsiasi altra è quando abbiamo qualcosa contro qualcuno, ma non andiamo subito da lui o da lei per metterci a posto. Molto spesso, succede che per vari motivi, abbiamo qualcosa contro qualcuno, ma evitiamo di andare da quella persona. Questo crea una barriera e ostacola il vero amore. Quindi, non lasciate che una qualsiasi cosa vi ostacoli ad amare veramente tutta la fratellanza!

Temete Dio

A questo punto, tramite Pietro, Dio ci comanda: temete Dio. Ogni persona teme qualcosa o qualcuno. Noi temiamo di perdere quello che ci è più prezioso, quello che consideriamo essere più importante. Per esempio, tante persone considerano l'approvazione degli altri essere la cosa più importante, e così, temono gli altri, nel senso che fanno qualsiasi cosa per non perdere la loro approvazione. Altre persone considerano che sono i soldi la cosa più importante, e quindi, temono di ritrovarsi senza soldi, e basano la loro vita su come possono non restarne senza. Altre persone considerano che è una vita con pochi problemi la cosa più importante, e si può dire che temono i problemi, e così, vivono in modo da avere meno problemi possibili. Questo diventa la base delle loro decisioni.

A differenza da tutti i non credenti, un vero credente deve assolutamente considerare Dio come il suo tesoro più grande. Quindi, più di qualsiasi cosa, deve temere di perdere la comunione con Dio e l'approvazione di Dio. Questo timore diventa la base che guida ogni sua decisione. Questo è il significato di temere Dio.

Rendete onore al re

Pietro conclude con il comandamento di onorare il re. Il re di allora era l'Imperatore Romano. Oggi, abbiamo altre forme di governo. Dobbiamo onorare qualsiasi autorità sotto la quale ci troviamo.

Viviamo in una società in cui le persone non rendono onore alle autorità, anzi, molto spesso le disprezzano e sparlano di loro. Questo è il contrario di quello che Dio ci comanda. Perciò, non partecipate a questo tipo di peccato. Abbiate onore e rispetto per tutti coloro che sono sopra di voi nella società!

Applicazione

Allora, oggi abbiamo iniziato a considerare i modi specifici in cui dobbiamo comportarci bene con i non credenti. Ricordiamoci le importanti verità che abbiamo visto in questi versetti.

Dobbiamo essere sottomessi ad ogni autorità costituita. Queste comprendono le autorità al lavoro, a scuola, riguardano i vari uffici del comune, riguardano ogni autorità costituita. Essere sottomessi è un modo per essere luce in questo mondo di tenebre. NON essere sottomessi equivale a camminare nelle tenebre. Ricordiamoci che dobbiamo vivere in questo modo, non perché tutte le autorità sono buone, ma per il Signore.

Viviamo con un comportamento talmente buono che nessuno avrà da accusarci di qualcosa di male di noi!

Qualcuno può dire qualcosa contro di te? Il tuo comportamento è esemplare? Sei un esempio di sottomissione e mansuetudine?

Non date spazio alla vostra carne! Certamente, ci sono situazioni in cui è difficile, a causa della nostra carne, essere sottomessi. Però, sono proprio in questi casi che impariamo a camminare per fede! Viviamo come Dio ci comanda, per essere una luce di Dio e per portare gloria a Lui!

Ringraziamo Dio che siamo liberi in Cristo, ma non usiamo questa libertà come pretesto della malvagità! Siamo liberi, ma non per fare qualunque cosa che vogliamo noi, ma piuttosto siamo liberi dal peccato per servire Dio!

Onorate tutti. Dovreste essere delle persone che gli altri notano, per quanto siete gentili e rispettosi verso tutti. Amate la fratellanza, non permettete a nulla di creare una barriera fra voi ed un altro credente. Temete Dio. Più di qualsiasi cosa, temete di offendere Dio, o di non avere intima comunione con Lui. Prendete ogni decisione ricordando come potete piacere a Dio. Infine, onorate il re, ovvero, onorate le autorità che Dio ha messo sopra di voi nella società. Certamente, esse sbagliano. Ma il motivo per cui bisogna onorarle non è perché lo meritano, ma perché questa è la volontà di Dio!

Viviamo così, alla gloria di Dio, liberati dal nostro peccato, per essere servi del nostro Dio e Salvatore. Amen!