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Alla Chiesa di Sardi - Apocalisse 3:1-6

filename: 66-03-b.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su Apocalisse 3:1-6, parte di una serie su Apocalisse, per RO, 29 novembre, 1998, di Marco deFelice

Lettera alla chiesa di Sardi

In queste settimane, stiamo studiando le lettere che Cristo ha mandato, tramite Giovanni, alle sette chiese dell’Asia. Abbiamo notato, all’inizio, che queste sette chiese erano chiese realmente esistite, ma che rappresentano anche tutte le vere chiese nel corso della storia. Dunque, ciò che Cristo dichiara a loro è valido anche per noi. Dobbiamo esaminarci, per riconoscere a che punto assomigliamo alle qualità che Cristo menziona. Se non abbiamo le qualità positive di cui Egli parla, oppure, se siamo mancanti in una di queste qualità, allora, sappiamo dove dobbiamo impegnarci. Se invece riconosciamo di avere una o più delle qualità negative elencate, allora, dobbiamo ravvederci e cambiare direzione.

Oggi, vogliamo studiare quello che Cristo ha da dire alla chiesa di Sardi. Io prego che non possiamo mai assomigliare questa chiesa. Purtroppo, tante chiese oggi hanno le stesse qualità che aveva Sardi. Il pericolo di diventare come loro è un pericolo molto reale, e dobbiamo stare in guardia, perché la loro condizione è eternamente pericolosa.

Allora, consideriamo il messaggio di Cristo alla Chiesa di Sardi, e a qualsiasi chiesa che le assomiglia.

Come Cristo si identifica

Consideriamo prima il modo in cui Cristo si identifica. Ricordiamo che, in ogni lettera, Cristo si identifica con qualità diverse, in base a ciò che ha da dire a quella chiesa. Ascoltiamo le sue parole:

Apocalisse 3:1 «All’angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.

Cristo è Colui che ha i sette spiriti di Dio, e ha le sette stelle.

Se ricordiamo, i sette spiriti di Dio rappresentano lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è anche chiamato lo Spirito di Cristo, ad esempio in Romani e in 1 Pietro.

Romani 8:9 Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.
1 Pietro 1:11 Essi cercavano di sapere l’epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle.

Cristo è Dio, ed è ripieno dello Spirito di Dio, che è veramente il suo spirito. Visto che la qualità specifica dello Spirito Santo è che è SANTO, Cristo sta mettendo enfasi sulla sua Santità. Egli è puro e Santo.

In più, Cristo è colui che ha le sette stelle. Come abbiamo visto in Apoc. 1, ciò rappresenta il potere di Cristo sulle sue chiese. Cioè, una chiesa può essere più o meno fedele a Cristo, ma non può scampare al giudizio e al controllo di Cristo.

Perciò, Cristo si presenta come il Santo Sovrano sulle Chiese. Ascoltiamo adesso quello che ha da dire a tutte le chiese che assomigliono alla chiesa di Sardi.

Quello che Cristo trova in loro

Cosa trova Cristo in questa chiesa? In ogni chiesa, Cristo menziona gli aspetti più importanti, in bene o in male. Cosa dichiara a Sardi?

Apocalisse 3:1 «All’angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.

Cristo dichiara: Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.

Che condanna terribile! Cristo dichiara che questa chiesa aveva fama di vivere, ma in realtà, era morta.

La fama di cui Cristo parlava era la fama di cui essa godeva agli occhi degli uomini. Non credo che sia stata fama davanti ai non credenti, ma anzi, era fama agli occhi di altre chiese. La triste realtà è che non è tanto difficile per una chiesa far credere agli altri, e anche a se stessa, che è piena di vita, quando invece è morta.

Cosa vuol dire che una chiesa è morta? Vuol dire che pur mantenendo un ministerio attivo, pur avendo tante attività, e avendo tante persone coinvolte attivamente, in realtà, è soltanto attività umana, non c’è veramente la presenza di Cristo in mezzo a loro.

Come mai è possibile far credere agli altri che sei vivente quando in realtà sei morto? Peggio ancora, come mai una chiesa può credere questo di se stessa? Questo è estremamente pericoloso. È possibile per una chiesa, o per una persona, essere convinto di camminare bene con Dio, quando in realtà, non cammina affatto con Dio?

La risposta è sì e no, dipende da che punto di vista si considera la cosa. Se una persona non esamina veramente il proprio cuore, se una persona sta cercando l’approvazione degli uomini, anziché l’approvazione di Dio, allora, quella persona, usando il metro sbagliato, potrebbe sentirsi a posto, quando in realtà è morta. Però, quella persona, nel proprio intimo, non si chiede se Dio è contento, si chiede solo se ha l’approvazione degli uomini. Nei momenti più intimi e nel privato, quella persona pensa all’approvazione degli uomini.

Invece, se una persona o una chiesa vuole veramente conoscere la propria condizione, e si esamina seriamente, chiedendo a Dio di rivelare ogni peccato nascosto, e misurandosi con l’insegnamento biblico, Dio rivelerà a quella chiesa o a quella persona la sua vera condizione. Certo, in particolari momenti può essere tentata e può cercare l’approvazione degli uomini. Ma poi, quando sarà sola, lo Spirito di Dio opererà, e quella persona considererà sinceramente il proprio stato davanti a Dio.

Quindi, non dobbiamo avere paura di stare illudendoci di essere in buona condizione spirituale, per poi scoprire che in realtà siamo morti. Basta avere un cuore umile, e chiedere veramente a Dio di mostrarci il nostro stato, e leggere attentamente e credere le Scritture, e Cristo ci farà vedere qual è la nostra condizione.

Però, come la chiesa di Sardi, ci sono tante chiese, e tanti credenti solo di nome, che in realtà, non hanno vera vita spirituale. Essi non vogliono conoscere davvero la verità.

Si può dire che questa chiesa era morta, in quanto conteneva molte persone che ne erano membri, ma non erano veramente salvati. Però, non era del tutto morta, come vediamo nel v.4

Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

Infatti, se fosse stata una chiesa interamente morta, cioè, senza veri credenti, Cristo non si sarebbe interessato a lei. Invece, essendo stata una chiesa che una volta era vivente, ma che poi, nel tempo, aveva cominciato a riempirsi con persone non veramente salvate, Cristo interviene, perché Dio è geloso di quello che è suo.

il comandamento di Cristo

Allora, Cristo si rivolge a questa chiesa, perché nonostante la maggior parte di essa fosse morta, c’era ancora della vita in lei. Cosa dichiara Cristo a questa chiesa, e a qualsiasi chiesa che si trova in una situazione simile?

vv.2,3 2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.

Sii vigilante

L’esortazione che Cristo ha rivolto a questa chiesa è di essere vigilante! Che parola importante! Infatti, questo concetto è un concetto centrale nella Bibbia. La Bibbia è la Parola da Dio al mondo. Egli dichiara che verrà per giudicare il mondo. Egli avvisa l’uomo di non ignorare questa realtà, ma di essere vigilante, per essere pronto.

In questo brano, Gesù non parla del giudizio finale, ma Egli parla di un giudizio, una disciplina, severa, che Egli farà su questa chiesa, se non si ravvede.

Essere vigilante vuol dire essere attento, attivamente, stare in guardia, riconoscere il pericolo ed essere pronto e badare a non cadere. Dunque, vuol dire concentrarsi, impegnarsi totalmente, per non subire il pericolo che incombe.

Molte volte, il Signore ci chiama ad essere vigilanti. Ascoltiamo qualche esempio.

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Matteo 24:42
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. Matteo 25:13
Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina; Marco 13:35
Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. Luca 12:37
Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi. 1 Corinzi 16:13
Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie. Colossesi 4:2
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 1 Tessalonicesi 5:6

Allora, il discorso di essere vigilanti non è indirizzato soltanto a una chiesa che cammina male, ma è rivolto a tutti. Dobbiamo essere vigilanti, perché Cristo ritornerà, ed Egli giudicherà la sua Chiesa, e purificherà con il fuoco quello che Egli trova non puro.

Essere vigilanti vuol dire di più che essere solo a conoscenza di una situazione, vuol dire essere preparati attivamente. Così dobbiamo vivere, perché Cristo ritornerà, non sappiamo quando, e dobbiamo essere pronti. Non dobbiamo essere distratti dagli eventi di questa vita.

Esempio: una guardia in prigione. Quest’uomo è armato, ma è circondato da tanti prigionieri malvagi. Se lui dovesse non essere vigilante, se dovesse concentrarsi troppo su qualcos’altro, e non essere cauto, potrebbe ritrovarsi come ostaggio, o peggio, potrebbe trovarsi ferito o in pericolo di vita. Essere vigilante vuol dire che nonostante io stia facendo altre cose, non devo dimenticare neppure per un momento che prima di tutto vivo per Dio.

Rafforza il resto...

Allora, ogni credente e ogni chiesa dovrebbe essere vigilante. Ma non basta. Bisogna anche reagire. Ascoltiamo Cristo nei vv.2,3. Notiamo le istruzioni di Cristo su come la chiesa doveva tornare indietro dal precipizio in cui si trovava.

Apocalisse 3:2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.

Dovevano rafforzare il resto che stava per morire. Ma prima di quello, dovevano ricordare il modo in cui avevano ricevuto e ascoltato la parola. In altre parole, il primo passo era di tornare a ricordare le verità spirituali che avevano ascoltato all’inizio.

Molto spesso, con il passare del tempo, succede che si comincia a dimenticare le verità che Dio ha rivelato all’inizio. I pensieri si rivolgono a tante altre cose, e così, senza rendersene conto, ci si può allontanare dalla verità, e dalla vera vita. Ovviamente, in questa chiesa a Sardi, la chiesa aveva tralasciato le verità che avevano appreso all’inizio. Così, un passo essenziale per rafforzare quello che rimaneva e che stava per morire, era ricordare quello che avevano ascoltato della Parola di Dio, e anche ricordare come avevano ricevuto quella parola di verità. Cioè, dovevano ricordare come erano stati convinti dai loro peccati, e come avevano avuto grande gioia per quanto riguarda il perdono. Dovevano ricordare quanto grande era la verità che Dio offre vero perdono e vita eterna per mezzo di Gesù Cristo.

Questo principio è valido per le verità spirituali, ed è anche vero in altri campi della vita. Per esempio, in un matrimonio, o in un rapporto fra genitori e figli, o fra amici, se arriva un punto in cui tutto sembra nero, se arriva un punto in cui c’è molto negativismo, una parte della cura è ricordare il modo in cui quel rapporto era visto all’inizio. Questo è importante per avere la motivazione e la base per impegnarsi a rafforzare quello che rimane, che potrebbe anche rischiare di morire.

Spiritualmente parlando, se troviamo una chiesa che sta morendo, cioè, che forse è ancora attiva, ma in essa c’è sempre meno vera vita spirituale, è essenziale ritornare alle origini. Bisogna pensare e meditare sulle verità che erano riconosciute così importanti all’inizio.

Individualmente: se una persona che si era dichiarata credente comincia ad allontanarsi dalla fede, la cosa più importante è incoraggiare quella persona a ricordare le verità che aveva sentito all’inizio, e ricordare l’effetto che quelle verità avevano prodotto nel suo cuore.

Gesù chiama questa chiesa non solo a ricordare la parola, ma anche a serbare la parola. In altre parole, dovevano impegnarsi a ritornare ad aggrapparsi alle verità del Vangelo. Non bastava ricordare queste verità, dovevano anche aggrapparsi fortemente alle dottrine del Vangelo. Troppo spesso, è facile accettare le verità di Dio, senza aggrapparsi ad esse. Infatti, tante chiese muoiono proprio perché continuano a credere solo intellettualmente alle verità del vangelo, ma non sono più radicate in esse. Altre cose prendono il primo posto per loro.

Cioè, è facile credere intellettualmente alle verità di Dio, ma in pratica, il nostro impegno può essere tutt’altro. Dobbiamo comprendere quanto ciò sia pericoloso. Non basta assumere una posizione intellettuale. Non basta conoscere e credere la verità, se la verità non ci trasforma. Dobbiamo serbare le verità di Dio. Queste verità devono controllare la nostra vita.

Quando una chiesa morente si ricorda delle verità che aveva sentito all’inizio, quando comincia di nuovo ad aggrapparsi a quelle verità, bisogna anche rafforzare il resto che sta per morire. Questa è la parola di Cristo.

Rafforza il resto che sta per morire. Da questo, possiamo comprendere che anche se gran parte di quella chiesa era morta, c’era ancora della vita rimasta in essa. Cioè, c’erano molti membri che non erano salvati, ovvero, che erano spiritualmente morti; ma c’erano anche alcuni ancora in vita. Però, la vita non era una vita forte e sana, ma era molto debole. Quel poco della chiesa che era ancora in vita rischiava di morire.

Infatti, quando un credente si trova in una chiesa dove c’è poca vita, anche se il credente vuole crescere, ciò diventa molto difficile, e di solito, quel credente sarà molto, molto debole. Può darsi che alcuni che sono veramente salvati possono rimanere, ma quella chiesa diventerà sempre più debole, e il messaggio del vangelo sarà sempre meno chiaro, al punto che la chiesa sarà interamente morta. Può rimanere presa dalle sue attività, ma non avrà più la vera vita.

Per questo, Cristo esorta quella piccola parte della chiesa di Sardi che era ancora in vita a rafforzarsi. Dovevano prendere delle misure drastiche, per riaccendere la scintilla, e farla diventare di nuovo un fuoco.

Ravvediti: oltre a tutto il resto, Cristo comanda a questa chiesa di ravvedersi. Prima di poter riprendere la strada giusta, bisogna anche riconoscere e confessare il proprio peccato a Dio. Bisogna cambiare direzione. Fino a questo punto, questa chiesa stava trascurando le verità del vangelo. Fino a questo punto, stavano andando avanti cercando l’approvazione degli uomini, anziché l’approvazione di Dio. Quando i nostri occhi sono fissi su qualcosa diverso da Dio, dovremmo ravvederci, e rafforzare quello che ancora va bene.

L’avviso di Cristo

Dopo aver annunciato a questa chiesa il loro peccato, e il modo in cui dovevano comportarsi per uscire della loro condizione, Cristo avverte loro, e qualsiasi chiesa che si trova in una condizione simile alla loro, di ciò che accadrà se non si ravvedono e non seguono la via che Cristo ha appena spiegato loro.

Apocalisse 3:3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.

Cristo comanda loro quello che devono fare, poi annuncia: Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti

Se non cambiano direzione di vita, Cristo li avverte che Egli verrà, come un ladro, a sorprenderli.

Questo venire non è il giudizio finale, ma è Cristo che cammina in mezzo alle sue chiese, con piedi come bronzo arroventato, cioè, è un simbolo per indicare Cristo che viene per disciplinare severamente la sua chiesa.

La disciplina di Cristo può essere molto severa e anche dolorosa. Non è mai una cosa piacevole. La disciplina può essere così severa da comprendere anche gravi malattie, e anche la morte fisica.

Leggiamo 1 Corinzi 11:23-31. In questo brano, Cristo, tramite Paolo, ci dà delle istruzioni che riguardano la cena del Signore, e l’importanza per ogni credente di esaminarsi prima di parteciparvi. Notiamo le gravi conseguenze scaturite dalla disciplina del Signore per chi non si esamina attentamente.

Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati;

Avete visto l’esempio della disciplina di Cristo sulla sua chiesa? Egli aveva mandato malattie e anche la morte su vari credenti in quella chiesa, perché essi non si erano esaminati attentamente.

Vorrei suggerirvi di non prendere la cena del Signore con leggerezza. Esaminiamoci per vedere se stiamo veramente seguendo Cristo totalmente. Infatti, il problema non è la cena in sé. Il problema sorge quando si vive la vita cristiana lasciando dei peccati nella propria vita. Anzi, anche se non si prende la cena, se si continua a non abbandonare il peccato, il problema rimane.

Perciò, se la tua situazione di vita ti sembra molto pesante, sarebbe importante valutare se potrebbe trattarsi della disciplina del Signore. Cioè, se un credente (o una chiesa, ma per il momento parliamo dei credenti) nota che la propria vita è molto dura, vale la pena valutare attentamente se c’è qualche peccato non confessato ancora nella vita. Se esiste un peccato, allora, i problemi che ci sono potrebbero essere la disciplina di Dio. La soluzione è semplice, ma unica: ravvedersi e confessare il peccato a Dio.

Cristo avvisa questa chiesa che se non si ravvede, Egli verrà come un ladro. Egli verrà per portare la sua dura disciplina, perché Cristo vuole una chiesa pura. Cristo vuole credenti puri. Dobbiamo stare in guardia, per non allontanarci da Cristo e dalla Sua Verità, altrimenti potremmo trovarci anche noi sotto la severa disciplina di Cristo.

parole di incoraggiamento

Abbiamo già letto il verso di Apocalisse 3:4

Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

Nonostante i gravi problemi di questa chiesa, c’erano alcuni che ancora seguivano Dio. Non avevano contaminato le loro vesti, cioè, avevano evitato i vari peccati che erano presenti nella chiesa. Non aver contaminato le vesti è un modo biblico per dire che si erano tenuti puri dal peccato. Questi pochi credenti vivevano per fede, e camminavano rettamente, nonostante la condizione della chiesa in quella città. Per questi credenti puri, Cristo prometteva che avrebbero camminato con Lui in bianche vesti. Nella Bibbia, bianche vesti è un modo per descrivere la giustizia di Cristo. In altre parole, Gesù promette a quei credenti che camminano per fede e in purezza, che saranno coperti con la Giustizia di Cristo nel regno eterno. Erano degni di questo, non per merito loro, ma per il merito di Cristo.

la promessa

Come ogni lettera, Cristo conclude questa lettera con una promessa indirizzata a tutti i veri credenti:

Leggiamo Apocalisse 3:5

Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.

Chi vince: chi, in mezzo ai peccati che si trovano anche in tante chiese, chi vive per fede, camminando in purezza, tenendo gli occhi sul Cristo, chi vince, riceverà un premio meraviglioso:

Chi vince sarà vestito di vesti bianche. Vesti bianche rappresentavano grande gioia. Rappresentano la giustizia di Cristo. Rappresentano grande vittoria spirituale. Che benedizione essere vestiti di vesti bianche per tutta l’eternità!

il libro della vita

Io non cancellerò il suo nome dal libro della vita.

Il libro della vita è il libro dove, in cielo, sono scritti i nomi degli eletti di Dio, cioè, di quelle persone che Dio Padre diede a Cristo, e che Cristo ha salvato durante la storia. Chi viene salvato, rimane salvato. Il suo nome non sarà mai cancellato dal libro della vita. La salvezza non è qualcosa che si può avere per un tempo e che poi si perde. La salvezza è eterna. Che motivo per gioire!

confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli

Un altro aspetto della salvezza è che Cristo promette di confessare il nome dei salvati davanti a Dio Padre e davanti agli angeli di Dio nel giorno del giudizio.

Se ricordiamo, in vari brani, Gesù ci avverte dell’importanza di non vergognarci di Lui davanti agli uomini.

Matteo 10:32 Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.
Marco 8:38 Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli».

Chi vince, perciò, chi non si vergogna di prendere una chiara posizione pubblica per Cristo, avrà la gioia eterna di essere riconosciuto da Cristo davanti al Padre. Che benedizione. Non vergognamoci di Cristo in questa vita.

Chi ha orecchi

Come tutte le altre lettere, Cristo conclude con l’avvertimento: Chi ha orecchi, ascolta ciò che lo Spirito dice alle chiese.

Quanto è importante che ascoltiamo attentamente ciò che Cristo ci dichiara nella Bibbia. Non ascoltare di cuore, ossia non mettere in pratica ciò che Cristo ci insegna, è un pericolo eterno. Chi ascolta di cuore avrà le benedizioni eterne che Gesù promette a coloro che vincono.

Io prego che possiamo essere una chiesa sempre viva, non in base al metro umano, ma agli occhi di Colui che guarda il cuore.

O che possiamo uno spirito sensibile a quello che Cristo ha da dirci, sia personalmente, sia come chiesa.