Aiuto Biblico

Filippesi 1:1 – parte 1

filename:50-0101a.e00 - sermone di Marco deFelice, per RO, 14-5-2000, secondo sermone in una serie su Filippesi

Intro: ripasso

La settimana scorsa, abbiamo visto un po’ della città di Filippi, e come fosse una città romana. È qua che Dio fece nascere una chiesa tramite Paolo ed altri. Proprio all’inizio della vita della chiesa, i giovani credenti hanno sono stati vittime di grandi persecuzioni. Paolo e Sila, che avevano fondato la chiesa, furono arrestati, picchiati, e gettati in prigione. Pensate come sarebbe per voi, se proprio all’inizio della vostra salvezza, io, come pastore, fossi arrestato e colpito. Però, Dio ha compiuto un miracolo, liberando Paolo e Sila che il giorno dopo, furono costretti a lasciare la città. I due fondatori di questa chiesa furono obbligati a lasciare la chiesa proprio quando questa aveva pochi mesi o poche settimane. Quindi, ricordiamo che questa chiesa nacque durante una grande persecuzione.

Ricordiamo che questa chiesa, già dall’inizio, provvedeva sostegno a Paolo. Cioè, questi giovani credenti mostravano grande zelo nel promuovere la predicazione del vangelo altrove. Già dall’inizio del loro cammino come figli di Dio, si sono impegnati per spargere il messaggio di Dio altrove.

La settimana scorsa, abbiamo anche considerato brevemente chi è Paolo, l’autore di questa lettera. Abbiamo visto che Paolo è stato preparato da Dio, molto prima della sua salvezza, per il ministerio che Dio gli avrebbe dato. Paolo era un Giudeo zelante che diava i credenti. Però, Paolo, trasformato da Dio, è diventato uno strumento nelle mani di Dio per promuovere l’opera di Dio.

l’inizio della lettera

Vogliamo ora considerare il contenuto di questa lettera. Questa lettera, come tutta la Bibbia, fu scritta a certe persone, ma fu ispirata da Dio, e in questo modo è anche per noi. Perciò, ascoltiamo dunque attentamente tutto ciò che Dio ha da dirci in questa lettera.

Leggiamo il primo versetto.

1 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi, 2 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. (Filippesi 1:1-2)

La prima cosa che notiamo è che Paolo include - Timoteo nel saluto iniziale di questa lettera. Però, è chiaro dal contenuto della lettera che solo Paolo è stato l’autore perché in tutta la lettera, Paolo parla sempre in prima persona singolare. Non solo, ma quando parla di Timoteo, usa la terza persona singolare.

Per esempio:

Filippesi 1:3 Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi; 4 e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia
Filippesi 2:19 Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie.
Filippesi 2:20 Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne.

Ci sono tanti altri simili esempi, ed è perciò chiaro che solo Paolo ha scritto questa lettera. Nonostante questo, ci sono vari motivi per cui Paolo avrebbe incluso il nome di Timoteo nel saluto. Timoteo, che aveva un cuore simile a Paolo, era pienamente d’accordo con il contenuto della lettera. Poi, come abbiamo visto in Fil. 2:19, Timoteo aveva grandemente a cuore i Filippesi. Probabilmente Timoteo era stato più volte da loro, e probabilmente doveva tornare ancora da loro. E' molto possibile che Timoteo sia stato il segretario di Paolo nello scrivere questa lettera. Sappiamo da Romani 16:22 che Paolo si serviva di segretari per scrivere le sue lettere, cioè Paolo dettava e il segretario scriveva le sue parole. Questi sono vari motivi per cui Paolo avrebbe potuto includere Timoteo nel saluto di questa lettera. Egli faceva spesso questo, in varie delle sue lettere, e,. sempre in varie lettere, Paolo manda saluti da parte di altri collaboratori. Ovviamente, aveva molti collaboratori.

Infatti, molto spesso, si pensa a quanto Paolo ha compiuto nel suo ministerio, considerando a quanto fatto da lui stesso. Tuttavia, se leggi attentamente gli Atti e le lettere di Paolo, scopri che Paolo aveva tanti collaboratori. In un certo senso, Paolo aveva alla sua disposizione un piccolo esercito da dirigere per promuovere l’opera di Dio.

Sentiamo Ascoltiamo solo alcuni fra vari brani in cui leggiamo vediamo come Paolo mandava uomini qua e là per l’opera del ministerio.

1 Corinzi 4:17 Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.
2 Corinzi 8:18 Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizio nel vangelo è apprezzato in tutte le chiese;
2 Corinzi 9:3 Ma ho mandato i fratelli affinché il nostro vantarci di voi non abbia ad essere smentito a questo riguardo; e affinché, come dicevo, siate pronti;
2 Corinzi 12:18 Ho pregato Tito di venire da voi e ho mandato quell’altro fratello con lui. Tito ha forse approfittato di voi? Non abbiamo noi camminato con il medesimo spirito e seguito le medesime orme?
Efesini 6:21,22 Affinché anche voi sappiate come sto e quello che faccio, Tichico, il caro fratello e fedele servitore nel Signore, vi informerà di tutto. Ve l’ho mandato apposta perché abbiate conoscenza del nostro stato ed egli consoli i vostri cuori.
25 Però ho ritenuto necessario mandarvi Epafròdito, mio fratello, mio compagno di lavoro e di lotta, inviatomi da voi per provvedere alle mie necessità; 26 egli aveva un gran desiderio di vedervi tutti ed era preoccupato perché avevate saputo della sua malattia. 27 É stato ammalato, infatti, e ben vicino alla morte; ma Dio ha avuto pietà di lui; e non soltanto di lui, ma anche di me, perché io non avessi dolore su dolore. 28 Perciò ve l’ho mandato con gran premura, affinché vedendolo di nuovo vi rallegriate, e anch’io sia meno afflitto. (Filippesi 2:25-28)
7 Tutto ciò che mi riguarda ve lo farà sapere Tichico, il caro fratello e fedele servitore, mio compagno di servizio nel Signore. 8 Ve l’ho mandato appunto perché conosciate la nostra situazione ed egli consoli i vostri cuori; 9 e con lui ho mandato il fedele e caro fratello Onesimo, che è dei vostri. Essi vi faranno sapere tutto ciò che accade qui. (Colossesi 4:7-9 NRV)
9 Cerca di venir presto da me, 10 perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica. Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11 Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero. 12 Tichico l’ho mandato a Efeso. 13 Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene. (2 Timoteo 4:9-13)
Tito 3:12 Quando ti avrò mandato Artemas o Tichico, fa’ il possibile per venire da me a Nicopoli, perché ho deciso di passarci l’inverno.

Ci sono tanti altri brani che ci aiutano a capire che Paolo non lavorava da solo e aveva. tanti collaboratori. Egli è il più conosciuto, ma l’opera è stato un opera di tanta collaborazione. Infatti, quasi sempre, il Signore si serve di più persone che si danno da fare, senza cercare gloria o riconoscimento, per promuovere l’opera di Dio.

Questo è uno di quei dettagli che spesso non si nota, ma è molto importante osservarlo per capire come Dio opera. È facile notare che Paolo è stato usato molto da Dio. Quello che è anche importante notare è che insieme a Paolo, c’erano tanti altri uomini che erano pronti ad essere mandati ovunque serviva, per promuovere il regno di Dio. Questo è una chiave che spiega come Dio abbia compiuto così tanto tramite Paolo. Quando ci sono tanti servi, Dio compie molto.

Servi di Cristo Gesù

Infatti, continuiamo in questo versetto, e notiamo la prossima frase.

1 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi,

Avete sentito la prossima frase: “Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù…” Voglio fermarci a considerare l’importante parola: “servi”.

Paolo, e tutti i suoi collaboratori, si consideravano “servi” di Cristo Gesù. È molto importante che noi capiamo ciò che Dio ci insegna riguardo il nostro ruolo. Cosa insegna Dio per quanto riguarda il discorso che dovremmo essere servi? La Bibbia ne parla molto o poco? Ne parla moltissimo. Però, prima di vedere alcuni brani dalla Bibbia, consideriamo quello che Dio ci insegna sulla natura. Tanti principi biblici ci sono già evidenti nella natura.

Esempio della natura

Quando pensiamo ad una famiglia, con genitori e figli, una famiglia abbastanza normale, chiaramente i genitori sono più maturi dei figli.

Allora, facendo il confronto fra un bambino piccolo, da 2 a 8 anni, e la mamma, quali sono alcune delle differenze fra loro? Perché la mamma è matura e il bimbo no?

Non è perché il bimbo pensa quasi sempre a se stesso, e a quello che vuole, e a come vuole giocare, tutto il giorno? Mentre la mamma, quasi tutto il giorno, pensa alla famiglia, al marito, al bimbo. La mamma pensa alla pulizia, la mamma pensa ai pasti, la mamma pensa al bucato, e alla stiratura. La mamma pensa a come curare il bimbo quando sta male. La mamma pensa alle cose che il bimbo deve imparare. La mamma pensa a preparare le cose che servono al marito e al bimbo. In altre parole, una buona mamma, come un buon padre, è un servo. Invece, i figli, di natura, essendo ancora immaturi, pensano solo a loro stessi. Non vogliono essere servi.

L’altro giorno io e Serena stavamo parlando delle vacanze che abbiamo fatti da bambini, io con la mia famiglia, lei con la sua. Mi sono reso conto che quando andavamo in vacanza, anche facendo un viaggio di quasi 10.000 km, io non pensavo a come potevo essere d'aiuto. Pensavo solo alle mie cose. Invece, Mamma e Papà pensavano a tutti noi. Avevano un cuore di servi. Quando ci fermavamo in qualche bel posto, noi bambini correvamo a vedere tutto e invece la mamma stava là, a preparare i panini per il pranzo, o ad organizzando altre cose.

Allora, una parte principale della crescita e la maturità di un bambino è che egli diventa sempre più un servo, pensando a come servire gli altri. Infatti, quando vediamo un adulto che pensa solo a sé, lo vediamo come immaturo mentre vediamo come più matura una persona che pensa molto agli altri.

Vediamo questo negli uomini e lo vediamo anche negli animali. Dio ha creato la natura in modo che ci insegni che la maturità vuol dire essere un servo. Ripeto: la vera maturità è essere un servo.

L’esempio di Gesù Cristo

La natura ci insegna ad essere servi. Cosa ci insegna la Bibbia?

Per primo, guardiamo l’esempio di Gesù Cristo che è l’esempio che dobbiamo seguire in ogni cosa. Allora, cosa vediamo nell’esempio di Gesù per quanto riguarda essere un servo?

11 Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. 12 Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga, e il lupo le rapisce e disperde. 13 Il mercenario si dà alla fuga perché è mercenario e non si cura delle pecore. 14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, 15 come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. (Giov. 10:11-15)

Gesù, che è l’esempio perfetto di maturità, e l’esempio perfetto da imitare, ha dato sé stesso per noi. Però, se questo brano non è chiaro abbastanza, leggiamo le parole di Cristo in Matteo 20:25.

25 Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. 26 Ma non è così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; 27 e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo; 28 appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti». (Matteo 20:25-28 NRV)

Qui, Gesù intima specificamente che il nostro ruolo è quello di servire. Questo è il vero modo di essere grandi nel regno di Dio. Cioè, la vera maturità spirituale vuole dire essere un servo, pensando ai bisogni e al bene degli altri. Più maturo è un credente, più quel credente si impegnerà a cercare sempre il bene degli altri.

Quando pensiamo ai doni spirituali che Dio dà a ciascun credente, è importante capire il perché Dio ci dà dei doni. Leggiamo 1Corinzi 12:4-7

4 Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. 5 Vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore. 6 Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. 7 Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. (1 Corinzi 12:4-7)

Avete notato che lo scopo dei doni spirituali che riceviamo da Dio è per il bene comune? Cioè, dobbiamo adoperare i nostri doni per gli altri. Leggiamo la stessa cosa in 1Pietro 4:10

“Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio.” (1Pi 4:10)

Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri.

Qua, Dio ci comanda di mettere i nostri doni a servizio degli altri. Perciò, sia dalla natura, sia dall' esempio biblico, vediamo che Dio vuole che siamo servi, che ci dedichiamo a servire. Paolo e Timoteo era servi di Cristo Gesù.

Risultati per chi è un Servo

Come sarà la vita di chi è un servo? Chi penserà a lui? Il mondo dice che se non pensi a te stesso, non ci penserà nessuno. Cosa ne dice Dio?

Ricordiamo che di natura, siamo tutti egoisti. La società di oggi insegna che è normale essere veramente egoisti. Forse si vede questo più palesemente nelle famiglie. Da secoli, era normali, anche fra non credenti, desiderare di avere tanti figli. Certamente, nella vita di allora, senza la lavatrice, senza elettricità, avere tanti figli voleva dire tanto, ma tanto lavoro per la mamma. Però, era considerato normale servire. Oggi, l’Italia ha il livello di nascite più basso nel mondo. Le persone non vogliono tanti figli. Vedono i figli come un disturbo, un peso. Vogliono tempo per se stessi. Non vogliono servire. Preferiscono divertirsi, e avere più tempo per fare quello che piace a loro.

Infatti, oggi, l’economia dipende moltissimo da tutto il settore del divertimento e consumismo. Oggi, non c’è più la voglia di essere un servo.

Quando qualcuno diventa un figlio di Dio, porta con sé la tendenza naturale, e anche il modo di pensare del mondo in cui è cresciuto. Deve lottare contro questi vecchi modi da pensare.

Cosa succede, quando un figlio di Dio veramente mette a morte la sua tendenza naturale di essere egoista, e assume un nuovo modo di pensare, cioè, si vede come un servo. Cosa succede? Cosa succede quando anziché impegnarmi in quello che voglio io, mi impegno a cercare il bene degli altri? Cosa succede quando anziché cercare di ricevere il più possibile, mi dedico a dare, senza contare il costo?

Troviamo la risposta in tanti posti. Per uno, ascoltiamo le parole di Atti 20:35 In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».

Per avere la massima gioia, bisogna dare, anziché ricevere. Bisogna essere un servo! Quando uno serve, quando uno dà, di cuore, senza calcolarne il costo, sarà il Signore a colmare la sua vita di benedizioni.

Un brano che mostra questo chiaramente è Matteo 25, quando Gesù sta spiegando come sarà il giudizio finale. Notiamo che le cose che Gesù elenca sono tutti modi pratici in cui uno può essere servo. La vera fede in Cristo porta a dedicarsi veramente a servire, nel nome di Gesù. Ascoltiamo cosa succederà nel giorno del Giudizio per coloro che veramente avranno vissuto come servi di Cristo.

31 «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” 40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25:31-40 NRV)

O fratelli e sorelle, sappiamo che è importante insegnare ai nostri figli a non pensare solo a se stessi, ma a imparare a servire gli altri. Così li aiutiamo a diventare maturi. Nello stesso modo, dobbiamo noi stessi impegnarci a veramente essere servi di Cristo, cercando il bene degli altri, dedicandoci all' edificazione della chiesa e il progresso del regno di Dio. Per fare questo, naturalmente, bisogna avere chiari traguardi. Bisogna avere autodisciplina. Tutto questo non è facoltativo. Essere sempre più servi di Cristo è una parte centrale della vera vita cristiana.

Perciò, mentre studiamo questo libro di Filippesi, e in tutto il nostro studio della Bibbia, teniamo in mente l’importanza di non vivere per noi stessi, ma per la gloria di Dio. Notiamo l’esempio che Dio ci dà dei personaggi della Bibbia, affinché possiamo seguire il loro esempio, come loro seguono Cristo. Vedremo che gli uomini e le donne di Dio che sono stati più vicini a Cristo erano tutti servi di Cristo. O che possiamo noi essere sempre di più servi, e non essere di quelli che vogliono essere serviti.

Come puoi riconoscere come stai andando in questo aspetto della maturità cristiana? Ti organizzi per poter servire altri? C’è un detto che le cose da fare hanno la tendenza di allungarsi in modo da occupare tutto il tempo che abbiamo a disposizione. Cioè, non importa quanto tempo libero hai, troverai sempre tante cose da fare da riempire tutto il tempo che hai. Perciò, se non ti organizzi a prendere tempo per servire, non servirai quasi mai. Riempirai le tue giornate con le tue cose. Farai poco per il regno di Dio. Chiaramente, servire vuol dire non fare quello che potrebbe piacere alla mia carne. Servire vuol dire non fare quello che potrebbe servire a me. Servire vuol dire pensare ai bisogni degli altri, vuol dire pensare al bene comune, non il mio bene.

Un passo utile per imparare a servire di più è di non lasciare che gli altri pensino a te quando puoi pensarci tu stesso. Cioè, un bimbo lascia che la mamma faccia quasi tutto. Però, un bambino può facilmente mettere via i suoi vestiti sporchi, può facilmente mettere via i suoi giocattoli, e non lasciare alla mamma anche questi compiti. Anche noi grandi abbiamo spesso la tendenza di lasciare che gli altri pensino a noi. Invece, sarebbe giusto per ognuno cercare di essere responsabile per se. Voi di Padova, quando avete bisogno di un passaggio della stazione, non lasciate ad altri il compito di organizzare tutto. Prendetevi la responsabilità di chiamare e organizzare chi vi da un passaggio. Questo non è ancora essere uno servo, è solo assumersi le proprie responsabilità. Ma è già un passo nella direzione giusta. E così dobbiamo fare tutti.

Conclusione

Ringrazio Dio per Paolo, per Timoteo, e Tichico, e Sila, e Luca, e tanti altri, i cui nomi sappiamo e non sappiamo, che avevano un vero cuore di servo, e hanno dato la loro vita, anno dopo anno, per diffondere il vangelo. Tramite loro, il vangelo è giunto fino a noi.

Pensando a servi, ringrazio Dio per i fratelli e qualche sorella che sono venuti qua per servire, e hanno lavorato tanto, ma proprio tanto, per portare avanti l’opera di Dio qua. Sono stati veri servi di Cristo. Oltre al lavoro che hanno fatto per noi, sono stati di grande esempio per noi, di come possiamo vivere come servi di Cristo.

Ringrazio Dio per le persone, spesso sconosciuti a noi, che sono stati servi di Dio, e hanno lavorato per tradurre la Bibbia, per stampare libri, e per portare avanti il lavoro in tanti modi. Se ci pensate, anche le tante persone che hanno lavorato per scrivere e produrre libri inglesi sono stati un aiuto per voi. Come? Perché io, che vi insegno, ho imparato e imparo molto anche da quei libri. Perciò, voi siete un frutto del servizio di quelle persone. È meraviglioso pensare che i nostri impegni possono portare frutto anche per generazioni.

Grazie a Dio che Gesù Cristo, pur meritando tutta la gloria, era disposto a lasciare la gloria, per venire e servire. Il suo cuore Lo ha portato alla croce, e ci ha acquistato la salvezza. Seguiamo le sue orme. Impegniamoci ad essere servi di Cristo. Diventiamo collaboratori per promuovere l’opera di Cristo, alla gloria di Dio.