Aiuto Biblico

ai Santi in Cristo - Filippesi 1:1 – parte 2

filename: 50-0101b.e00 - sermone di Marco deFelice, per RO, 21-5-2000, terzo sermone in una seria su Filippesi

Intro: ripasso

Stiamo studiando la lettera ai Filippesi, scritta dall’Apostolo Paolo ai credenti di Filippi. La chiesa dei Filippesi sapeva amare molto bene. Già dall’inizio, era una chiesa generosa, sempre pronta a dare offerte generose per sostenere l’opera del ministerio e per aiutare fratelli nel bisogno.

Questa lettera fu scritta da Paolo quando si trovava in prigione a Roma. Epafrodito era stato mandato dalla chiesa a Roma, da Paolo, per portargli un 'offerta e rendergli assistenza. Epafrodito si era ammalato seriamente, ma poi si era ripreso. Paolo lo mandava a casa, e scrisse questa lettera da inviare assieme a lui.

La settimana scorsa abbiamo notato che Paolo non lavorava da solo. Infatti, Paolo aveva tanti uomini e qualche donna che collaborava con lui nel ministerio. È facile pensare a tutto quello che Dio ha compiuto tramite Paolo, ma in realtà, Dio si è servito di tante persone. Quando tante persone si mettono a lavorare alacremente, solo per la gloria di Dio, Dio si serve di loro.

Abbiamo anche visto che Paolo e Timoteo erano servi di Cristo. La nostra tendenza umana è di avere un ruolo importante, invece, Gesù ci insegna che chi vuole essere grande nel regno di Dio deve essere un servo. Ogni vero figlio di Dio dovrebbe valutare seriamente la sua vita per vedere se è un servo di Cristo.

a tutti i Santi

Ora, vogliamo continuare a considerare questo brano, per imparare quello che Dio ci insegna.

Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi, (Filippesi 1:1)

Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi,

Chi sono i santi a cui Paolo si riferiva? Chi sono i santi?

La parola “Santi”, nel singolare, “santo”, è una parola biblica molto importante. Abbiamo detto in altre occasione che la qualità di Dio più nominata nella Bibbia è la sua santità, cioè, Dio è Santo.

La parola santo e sacro vengono usati più di 500 volte nella Bibbia! Questo concetto riempia tutta la Bibbia.

Cosa vuol dire “santo”?

Santo è una parola che vuole dire “speciale, messo da parte per un uso speciale.” Si usa per indicare qualcosa di grande valore, strettamente riservato per un uso molto speciale. Una cosa santa è da usarsi unicamente per glorificare Dio.

Nell’AT, vediamo tanti comandamenti in cui Dio spiega che certe cose dovevano essere riservate ad un uso santo. Cioè, riservate per il Signore.

Quando Salomone costruì il Tempo, la gloria del Signore riempì il Tempio, per dimostrare che era per suo uso.

Mentre i sacerdoti uscivano dal luogo santo, la nuvola riempì la casa del SIGNORE, (1 Re 8:10)

Quando Dio diede gli ordine a Mosè su come costruire il Tabernacolo, spiegò che c’era un posto santissimo, riservato per la sua presenza.

Metterai il velo sotto i fermagli; e lì, di là dal velo, introdurrai l’arca della testimonianza; quel velo sarà per voi la separazione del luogo santo dal santissimo. (Esodo 26:33)

Dio ordinò che le decime della terra fossero riservate per lui. Questo ci aiuta a capire il senso di santo.

Ogni decima della terra, sia delle raccolte del suolo, sia dei frutti degli alberi, appartiene al SIGNORE; è cosa consacrata al SIGNORE. (Levitico 27:30)

Il luogo intorno al pruno che bruciava senza consumarsi era santo, cioè, riservato al Signore.

2 L’angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava. 3 Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!» 4 Il SIGNORE vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!» Ed egli rispose: «Eccomi». 5 Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». (Esodo 3:2-5 NRV)

L’arca e i Leviti erano santi, cioè, erano riservati al Signore.

Disse ai Leviti che insegnavano a tutto Israele ed erano consacrati al SIGNORE: «Collocate pure l’arca santa nella casa che Salomone, figlio di Davide, re d’Israele, ha costruita; voi non dovete più portarla sulle spalle; ora servite il SIGNORE, vostro Dio, e il suo popolo Israele; (2 Cronache 35:3)

I sacerdoti di Israele erano santi, cioè, riservati a Dio.

6 Saranno santi per il loro Dio e non profaneranno il nome del loro Dio, poiché offrono al SIGNORE i sacrifici consumati dal fuoco, il pane del loro Dio; perciò saranno santi. 7 Non sposeranno una prostituta, né una donna disonorata; non sposeranno una donna ripudiata da suo marito, perché sono santi per il loro Dio. (Levitico 21:6-7)

Il popolo stesso di Israele era stato scelto da Dio per essere santo, cioè, un tesoro particolare, fra tutti i popoli della terra. Cioè, dovevano tenersi puri e sempre riservati a Dio, come una donna dove mantenersi pura per suo marito, e un marito deve mantenersi puro per sua moglie. Ascoltiamo qualche brano che parla di questo ruolo speciale di Israele, come il santo popolo di Dio.

Deuteronomio 7:6 Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.
e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa". Queste sono le parole che dirai ai figli d’Israele». (Esodo 19:6)
Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei. (Levitico 20:26)

Allora, spero che questi brani ci aiutino a capire di più cosa vuol dire essere santo. Vuol dire messo da parte per appartenere in modo speciale a Dio.

Immaginiamo il musicista di un re di una volta. Questo musiscista suona il violino per il re. Egli ha un violino buono che usa tutti i giorni e poi ha un violino molto speciale, molto raro, che usa solo quando suona per il re. Non lo suona mai per altre persone. Quel violino sarebbe santo, in quanto, è speciale, ed è riservato esclusivamente per il re.

Allora, quando nell'AT Dio insegna che certe cose erano sante per Lui, voleva dire che quelle cose dovevano essere curate con la massima attenzione, per riservarle esclusivamente per Dio. Era assolutamente indispensabile non contaminarle con il peccato, perché Dio è Santo, separato dal peccato.

Abbiamo visto che non solo c’erano certi oggetti santi e riservati per Dio, per esempio, l’arca, il Tabernacolo, ecc, ma anche i sacerdoti erano santi, e il popolo di Israele stesso era santo, scelto per glorificare Dio.

la gelosia di Dio

Nell’AT, impariamo che Dio è assai geloso della sua santità.

Esodo 3:5 Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro».

Quando il Giudei erano accanto al monte Sinai, Mosè doveva salirvi per incontrare Dio. Notiamo gli ordini di Dio a Mosè, per mostrare la sua santità al popolo.

Esodo 19:12 Tu fisserai tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: “Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte.
Esodo 19:22 Anche i sacerdoti che si avvicinano al SIGNORE, si santifichino, affinché il SIGNORE non si avventi contro di loro».

Ad un certo punto, due dei figli di Aaronne volevano offrire fuoco al Signore a modo loro, diversamente da come il Signore aveva ordinato. Leggiamo di quello che è successo che ci mostra quanto Dio sia geloso della la sua santità.

Nadab e Abiu figli d’Aaronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra dell’incenso, e offrirono davanti al SIGNORE del fuoco estraneo, diverso da ciò che egli aveva loro ordinato. 2 Allora un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e li divorò; così morirono davanti al SIGNORE. 3 Allora Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il SIGNORE ha parlato, quando ha detto: “Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo”». Aaronne tacque. Levitico 10:1-3

Quando re Davide stava facendo trasportare l’arca di Dio a Gerusalemme, non stava attento a farlo nel modo ordinato da Dio. Ad un certo punto durante il viaggio, uno dei sacerdoti che accompagnava l’arca vide che il carrello che portava l’arca si era inclinato e stese la mano per reggerla. Sentiamo ciò che è successo.

3 Misero l’arca di Dio sopra un carro nuovo e la portarono via dalla casa di Abinadab, che era sul colle; Uzza e Aio, figli di Abinadab, conducevano il carro nuovo 4 con l’arca di Dio, e Aio precedeva l’arca. 5 Davide e tutta la casa d’Israele sonavano davanti al SIGNORE ogni sorta di strumenti di legno di cipresso, e cetre, saltèri, timpani, sistri e cembali. 6 Quando giunsero all’aia di Nacon, Uzza stese la mano verso l’arca di Dio per reggerla, perché i buoi la facevano inclinare. 7 L’ira del SIGNORE si accese contro Uzza; Dio lo colpì lì per la sua empietà ed egli morì in quel luogo vicino all’arca di Dio.. (2 Samuele 6:3-7)

Dio è un Dio santo. Chi si avvicina a Dio, deve essere santo, altrimenti sarà distrutto.

Leggiamo questo in Ebrei 12:14

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore;
1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. 3 E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro. (1 Giovanni 3:1-3)

Riassunto

Allora, cosa vuol dire “santo”? Santo vuol dire separato dal peccato, riservato esclusivamente per Dio. Quindi essere santo vuol dire essere tanto diverso da quello che è naturale e normale, perché di natura, siamo tutti peccatori. Di natura, l’uomo è peccatore, e si trova sotto la condanna di Dio. Di natura, l’uomo non è in grado di piacere a Dio, e non potrebbe mai essere santo.

Essere santo vuol dire essere puro, e essere dedicato totalmente a Dio. Essere santo vuol dire essere un possesso speciale di Dio.

Nel NT, impariamo che chi è un vero figlio di Dio è proprietà speciale di Dio, riservato per la Sua gloria. Non appartiene a sé. Appartiene a Dio, perché è stato acquistato da Dio. Leggiamo un brano che dichiara questa verità.

Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; (1 Pietro 2:9)

Siamo stati acquistati da Dio come gente santa, possesso speciale di Dio.

Posizione legale

Allora, cosa vuol dire che i veri credenti sono santi? Prima di tutto è una posizione legale. Cioè, nel Tribunale di Dio, essere un santo vuol dire essere giustificato, dichiarato innocente.

Chiaramente, nessun uomo, per conto suo, potrebbe mai meritare questa posizione. L’unico modo in cui una persona può avere questa posizione legale è con l'essere coperto con la giustizia e la santità di Cristo.

Questo infatti è il cuore del Vangelo. È impossibile per l’uomo essere santo da solo, perché è macchiato dal proprio peccato. La salvezza è lo scambio della giustizia e la santità di Cristo con il peccato e l’ingiustizia dell’uomo.

2 Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.

Allora, quando Paolo parla ai “santi in Cristo Gesù”, intende coloro che sono stati legalmente dichiarati santi, essendo stati coperti con la santità di Cristo.

i Diritti e i Privilegi

Perciò, essere coperti con la santità di Cristo vuol dire godere di un grande, enorme privilegio.

Chi è santo ha il privilegio di avere libero accesso a Dio. Nessuno può avvicinarsi a Dio se è coperto dei propri peccati. Dio è un fuoco che consuma. Dio nella sua santità non accetta l’uomo peccatore.

Tristemente, tante persone non sante vivono una menzogna, credendo che Dio ascolti tutti. Anche questa settimana, ho parlato con una persona che prega Dio affinchè lo aiuti in questo o quell'altro problema, non sapendo che senza Cristo, non può neppure avvicinarsi a Dio. Chi non è un santo in Cristo, è ancora coperto dalla condanna del suo peccato, e perciò, le sue preghiere non arrivano a Dio.

Invece chi ha Cristo, per nessuno merito proprio, ha libero accesso a Dio, ed è amato da Dio, perché è coperto con la santità di Cristo. Può liberalmente avvicinarsi a Dio.

19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, 20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, 21 e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, 22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. (Ebrei 10:19-22 NRV)

Non esiste privilegio al mondo paragonabile al privilegio di avere libero accesso al SIGNORE Dio. Ricevere tanta gloria dagli uomini non dà alcun beneficio vero né eterno.. Gli uomini non possono benedire. Solo Dio può benedire. Solo Dio può salvare. Solo Dio può dare la vera vita. Questi sono tutti benefici di cui gode chi è santo. . Sono benefici infinitamente grandi, sono eterni. Valgono più di qualsiasi cosa che il mondo possa offrire.

Ricordiamo: chi non ha Cristo, no può rivolgersi a Dio. Non può conoscere l’amore di Dio. Resta sotto la condanna di Dio. Invece, chi è un santo ha le benedizioni di Dio.

eredità eterna

Chi è un santo gode di un ' eredità eterna. In Efesini 1, Paolo prega per i credenti una preghiera valida anche per noi, e prega che possano conoscere quello che hanno in Cristo. Leggiamo quello che chiede a Dio per loro.

18 egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 19 e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. (Efesini 1:18-19)

Allora, chi è un santo ha, oltre al libero accesso a Dio, un tesoro eterno come eredità, riservato ai santi.

Santi “in Cristo”

Quindi, i benefici e l’eredità di un santo sono meravigliosi. Questi benefici sono riservati per i Santi, cioè, quelli che sono veramente santi.

Allora, qui, dobbiamo capire che secondo il metro di un Dio tre volte Santo, nessuno uomo è mai veramente santo per merito proprio. Uno è santo solamente e unicamente per merito della sua unione con Cristo Gesù. Solamente quando uno è “in Cristo”, può avere i benefici della santità di Cristo, e allora può essere un santo, agli occhi di Dio. Per questo Paolo scrive “a tutti i santi in Cristo Gesù”, perché sono santi in virtù del loro unione con Cristo.

Dobbiamo capire questa unione con Cristo, perché la salvezza dipende da essere in unione con Cristo.

L’unione con Cristo è il cuore del Vangelo. Una persona viene unita a Cristo per mezzo della fede. Il battesimo spirituale è quello che unisce una persona a Cristo.

La fede in Cristo è un dono che ci viene da Dio e che l’uomo esercita per essere salvato. Quando una persona veramente crede in Cristo, viene unita a Cristo, e diventa “in Cristo”.

Solo “in Cristo” si può essere santo.

Gesù parlava del fatto di essere “in Cristo” come essenziale per la salvezza. Gesù usava il termine: “dimorare in me” per descrivere la condizione di essere “in Cristo”.

Giovanni 15:1-6 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.

Quanto è chiaro! Chi non dimora in Cristo, chi non è veramente “in Cristo”, al giudizio finale sarà gettato e bruciato, cioè, mandato nel lago di fuoco. Non esiste la vera salvezza senza essere “in Cristo”. Solo in Cristo possiamo essere santi, e solamente essendo santi siamo salvi. Allora, tutto il merito di essere un santo viene da Gesù Cristo. È Lui che rende un peccatore “un santo”. È “in Cristo” che abbiamo la sua giustizia, e “in Cristo” che Dio opera giorno per giorno per trasformarci realmente in quello che siamo legalmente.

la responsabilità per chi è “in Cristo”

Abbiamo parlato dei meravigliosi benefici per chi è un santo. Abbiamo visto che l’unico modo di essere un santo è di essere “in Cristo”, cioè, uniti a Cristo. Solo dimorando in Cristo si può essere un santo.

Allora, quando consideriamo che una persona è un santo, tutto il merito va a Cristo.

Però, ciò non vuol dire che la persona non è responsabile davanti a Dio. Infatti, se il privilegio di essere un santo è grande, è anche grande la responsabilità che comporta davanti a Dio.

Infatti, quando una persona è veramente in Cristo, ci saranno dei chiari frutti. Senza questi frutti, è molto probabile che la persona non sia veramente in Cristo. Cioè, è molto probabile che la persona non sia veramente salvata.

Ecco i comandamenti di Dio per quelli che sono “in Cristo”.

15 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, 16 poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo». (1 Pietro 1:15-16)
1 Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3 Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, 4 affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito. 5 Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. 6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; 7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; 8 e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:1-8)
16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. 18 Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. 19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. 22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; 23 contro queste cose non c’è legge. 24 Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. (Galati 5:16-24 NRV)
Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l’ha visto, né conosciuto. (1Giovanni 3:6)
9 Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio. 10 In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello. (1Giovanni 3:9-10)

Fratelli, è tanto chiaro. Chi è veramente in Cristo non rimane nel peccato. Chi rimane nel peccato non è veramente in Cristo. La santità, per uno che è in Cristo, è essenziale, non è facoltativa. Chi non cresce nella santità dimostra di non essere veramente in Cristo.

Quindi, essere in Cristo è un privilegio enorme, ma anche un' enorme responsabilità. Chiaramente, nessuno sarebbe capace di crescere da solo in santità. Però, chi è in Cristo non è solo, è realmente “in Cristo”, e troverà in Cristo la capacità di crescere nella santità.

conclusione

Allora, riflettiamo spesso e a lungo sul fatto di essere santi, in Cristo. Consideriamo il grande, enorme privilegio di essere santi. Non esiste alcun privilegio nel mondo paragonabile al privilegio di essere un santo in Cristo Gesù. Tutto l’onore e tutta la gloria che il mondo può dare non vale nulla in eterno. Invece, essere un santo in Cristo offre benefici e benedizioni in questa vita e per tutta l’eternità.

Quali sono i tuoi problemi in questi giorni? Dio ci chiama ad osservare i nostri privilegi in Cristo. Se non stai abbondando in ringraziamento, allora, stai tenendo gli occhi sulle cose che durano poco, e importano poco, e non le cose che durano eternamente.

Ciò mi fa pensare ad un bambino, in zona di guerra, per esempio, in Eritrea. Dopo anni di sofferenza, viene adottato da una famiglia benestante e piena d’amore da un altro paese. Mentro lo stanno portando a casa con un lungo viaggio, egli occupa un posto scomodo in macchina e il cibo non è tutto di suo gradimento. Appena arriva alla nuova casa però, avrà un posto meraviglioso, e i cibi più buoni possibile. Allora, se egli si sofferma sui problemi del momento, può lamentarsi e avere poca gioia. Se invece egli volge lo sguardo a quello che lo aspetta, può avere tanta gioia, nonostante i problemi del momento.

Dove stai guardando? Ricordiamo che siamo santi. Viviamo la gioia di quello che siamo. Impegniamoci ad essere santo in tutta la nostra vita, perché solo così abbiamo il frutto di chi è veramente santo.