Aiuto Biblico

Gioia per la salvezza degli altri - Filippesi 1:3-6

filename:50-0103a.g00 - sermone di Marco deFelice, per RO, 16-luglio-2000, nono sermone in una serie su Filippesi; oggi Fil 1:3-6

intro

Quali sono le cose che apprezzi di più, cioè, le cose che ti portano più gioia, le cose per cui ringrazi Dio più spontaneamente? Potrei chiedere, quali sono i desideri del tuo cuore, perché quando riceviamo quello che desideriamo più, siamo più grati a Dio.

Nel mondo, le persone desiderano tante cose. Alcuni desiderano grande cose, come le ricchezze, o grande avventure, o qualcos’altro di grande ma tante altre persone desiderano cose molto più semplici. Per tante persone, basta una vita abbastanza tranquilla, basta abbastanza soldi per pagare il necessario, e una salute discreta.

Quali sono i tuoi desideri? È molto importante capire cosa desideriamo, perché se stiamo cercando nel posto sbagliato, non avremmo mai la gioia del Signore. Oggi vogliamo riflettere su questo.

E unito a questo argomento, vorrei anche considerare che sentimenti nutriamo l’uno per l’altro. Quando Dio salva qualcuno, lo fa diventare parte della famiglia di Dio. Lo fa diventare membro del corpo di Cristo, e perciò, una parte degli altri credenti. Che sentimenti abbiamo l’uno per l’altro?

il Brano

Per considerare queste cose, consideriamo la prossima parte della lettera ai Filippesi. Leggiamo ora vv. 1-6

“1 Paolo e Timoteo, servi di Gesù Cristo, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: 2 grazia a voi e pace a da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 3 Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi, 4 pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia orazione, 5 per la vostra collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora, 6 essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.” (Fl 1:1-6)

In questo brano, possiamo vedere qualcosa dell'affetto di Paolo verso questi credenti. Pensiamo ai suoi sentimenti per aiutarci a valutare i nostri, nei confronti dei credenti che Dio mette nella nostra vita, soprattutto l’uno l’altro, e anche verso altri credenti con cui abbiamo a che fare.

Notiamo in quali cose Paolo trovava la sua gioia, per capire dove noi cerchiamo la nostra. Consideriamo adesso questo brano, iniziando con v.3.

vv.3-5

3 Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi; 4 e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia 5 a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino a ora. (Filippesi 1:3-5)

Dio è la fonte di ogni nostra benedizione. Di solito, ringraziamo Dio per le benedizioni che noi riceviamo. Per esempio, ringraziamo Dio per la nostra salvezza, per la nostra buona salute, per la sua cura per noi, per tante altre benedizioni che noi riceviamo.

Avete notato una cosa diversa nella preghiera di Paolo? Per che cosa ringrazia Dio Paolo? Non è quello per cui ringraziamo di solito noi! Paolo ringrazia Dio per la loro partecipazione al vangelo, cioè, la loro salvezza.

Non solo, ma in ogni sua preghiera per loro, egli prega con gioia! Cioè, la salvezza di questi credenti è motivo di grande gioia per Paolo!

Fratelli e sorelle, qui troviamo una lezione molto importante per noi. Sapete perché delle volte ci sfugge la gioia? Perché certe volte abbiamo il muso lungo, pieno dei nostri pensieri, pieno dei nostri problemi, perdendo la gioia? Quando ci troviamo senza gioia, forse la stiamo cercando nel posto sbagliato. Forse non prestiamo attenzione alle benedizioni che il Signore ci ha già dato.

Esempio: avete mai visto un figlio, diciamo da 14 a 18 anni, con buoni genitori che lo amano tanto, che però rimane molto scontento della sua vita? Se il figlio fissa il suo sguardo sul fatto che i genitori non gli comprano il motorino che egli tanto desidera, allora, è possibile che si concentri tanto su quello che non può avere da dimenticare tutte le grandi benedizioni che già ha. A quel punto, nonostante abbia una famiglia buona che lo ama tanto, il figlio sarà scontento. Non avrà gioia. Tutto questo non perché manchino motivi validi per avere gioia, ma perché sceglie di non ricordarsi delle benedizioni Di cui già gode.

Qual' è il posto giusto ove noi possiamo cercare la gioia? Se prendiamo l’esempio di Paolo, vediamo che Egli pregava con gioia a causa della partecipazione di altri al vangelo, dal primo giorno fino ad ora. In altre parole, Paolo trovava gioiva del fatto che altre persone erano salvate.

Quindi, la salvezza di questi credenti, salvati già da molto tempo, era causa di grande gioia per Paolo. Voglio ripetere questa verità. La salvezza dei credenti a Filippi portava gioia a Paolo.

Leggendo questo brano, dovremmo chiederci se la salvezza di altri è anche per noi una fonte di gioia. Dovrebbe essere una fonte di grande gioia per noi.

Quando consideriamo che la salvezza di altri vuol dire che il nostro Dio e Padre celeste viene glorificato, e ricordiamo che noi condividiamo la sua gloria, allora, possiamo cominciare a capire che la salvezza degli altri è veramente un motivo di grande gioia per noi.

Esempio: Nel Campionato Europeo di Calcio, in 2000, l’Italia è arrivato alla finale. Poi, la Francia ha vinto. Quando la Francia ha vinto, milioni di Francesi hanno avuto grande gioia. Però, queste persone non avevano giocato. Allora, perché tutta la loro gioia? Avevano gioia perché la loro squadra aveva vinto.

Anche noi partecipiamo alle vittorie di altri, anche noi facciamo parte di qualcosa, cioè, facciamo parte del regno di Dio. Più vittorie ci sono per il regno di Dio, più abbiamo motivi per avere gioia. In più, i motivi che noi abbiamo per gioire sono motivi eterni. Tutto le cose terrene che portano gioia passano, e perciò, chi basa la sua gioia sulle cose della terra perderà tale gioia. Chi trova la propria gioia nelle cose eterne non la perderà mai. La salvezza di anime è una vittoria eterna per il regno di Dio.

Paolo scrisse questa lettera circa 1940 anni fa. Egli trovava gioia a motivo della salvezza di queste persone. Dopo quasi 2.000 anni, la loro salvezza è ancora attuale ed è ancora un motivo di gioia.

Fratelli, possiamo dire, come Paolo, che troviamo grande gioia nella salvezza di altri? Non solo all’inizio, quando uno viene salvato, ma anche quando uno è salvato già da tempo? Ricordiamo le parole di Paolo: “prego con gioia a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino ad oggi.”

Tanti di questi credenti erano salvati già da molti anni, ma Paolo trovava ancora gioia nella loro partecipazione al vangelo! Ed era giusto che fosse così. Paolo capiva l’eterno valore della salvezza di una persona. Sarà probabile che né i tifosi francesi, né i giocatori francesi stessi che hanno giocato negli Europei in 2000 troveranno gioia fra 10 anni per la loro vittoria di quel anno. Sicuramente, non troveranno alcuna gioia per quella vittoria nella eternità. Le cose di questa terra producono un po’ di gioia che dura poco. Invece, la salvezza di qualcuno è motivo di gioia che perdura negli anni, anzi, dura per tutta la vita, e anche per tutta l’eternità.

Allora, Paolo, che aveva capito le cose dal punto di vista eterno, trovava grande gioia. Ricordiamo che Paolo si trovava in prigione. Infatti, si trovava in prigione già da qualche anno. Delle volte, credo che dobbiamo vergognarci davanti a Dio quando ci lamentiamo della nostra condizione, come se non avessimo motivo di avere gioia. Paolo era in prigione, e nonostante questo, guardando le cose dal punto di vista eterno, aveva grande gioia. Anche noi, qualsiasi sia la nostra situazione, abbiamo motivo di grande gioia.

la fiducia di Paolo

Adesso, cambiamo leggermente argomento.

Quanto sono le cose di questa vita che possiamo ritenere certe e sicure? Le persone immaginano che certe cose siano garantite, scontate, però, in realtà il mondo può cambiare molto velocemente. Negli anni intorno al 1926, 1927 e 1928, la Borsa in America andava molto bene, e tante persone diventavano ricche, come avviene oggi. Poi, in pochissimi giorni, è crollato tutto, e tante persone si trovarono in disperate condizioni economiche. Ci sono tante cose che possono succedere che possono fare crollare qualcosa che sembrava sicura. Personalmente, ho conosciuto tante persone le cui vite sono crollate in un attimo, con qualche incidente, o qualche malattia, o qualche grave problema famigliare. Quando la nostra gioia è fondata sulle cose di questa terra, nulla è sicuro. Tutto può sembrare sotto controllo oggi, e domani, tutto può crollare.

Voglio notare che la gioia di cui Paolo godeva a causa della salvezza di queste persone era fondata su qualcosa di sicuro, qualcosa che non poteva crollare. Leggiamo vv 4-6. 4

“e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia 5 a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino a ora. 6 E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.”

Paolo trovava gioia, anche mentre era in prigione, nella salvezza di queste persone, perché Paolo sapeva che la loro salvezza era una cosa sicura, perché non dipendeva da loro. Se la salvezza dovesse dipendere da noi, sarebbe tutt’altro che una cosa sicura. Invece, la salvezza è una cosa sicura perché è fondata in Cristo Gesù. La salvezza NON è fondata sulle opere dell’uomo, ma sull’opera di Dio. Perciò, la vera salvezza è sicura, perché è Dio stesso che la porta avanti.

Ascoltiamo ancora v.6

6 E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

La fiducia di Paolo, la sua certezza, fondava solidamente sulla persona di Dio stesso. Era DIO che aveva cominciato una buona opera, cioè, la salvezza, in loro, e sarebbe stato Dio a portare questa opera a termine. Quello che Dio inizia, Dio porta a compimento.

Ricordiamo le parole di Dio in Isaia 55:10,11

“10 Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata.”

Leggiamo simile parole in Efesini 1:11

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,

Dio compie ogni cosa secondo la decisione della sua propria volontà. Nulla può ostacolare l’opera e il piano di Dio. Quando Dio ci manda la sua parola, cioè, quando Dio dichiara che farà una cosa, quella parola non torna mai vuota, cioè, compie sempre tutto quello che Dio intendeva compiere. Quando Dio inizia l’opera della salvezza in qualcuno, Dio porta quell’opera a compimento, fino in fondo.

Esempi della parola di Dio:

Veramente, tutta la Bibbia è un racconto dall’inizio alla fine di come tutto quello che Dio inizia, Dio porta a compimento. Guardiamo solo qualche esempio.

la Creazione: Se vogliamo un esempio della potenza della Parola di Dio, leggiamo il racconto biblico della creazione:

1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. 6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. (Genesi 1:1-12)

Ricordiamo anche i Miracoli di Gesù. Gesù è Dio.

35 Mentre egli parlava ancora, vennero dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «Tua figlia è morta; perché incomodare ancora il Maestro?» 36 Ma Gesù, udito quel che si diceva, disse al capo della sinagoga: «Non temere; soltanto continua ad aver fede!» 37 E non permise a nessuno di accompagnarlo, tranne che a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero a casa del capo della sinagoga; ed egli vide una gran confusione e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 Ed essi ridevano di lui. Ma egli li mise tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui, ed entrò là dove era la bambina. 41 E, presala per mano, le disse: «Talità cum!» che tradotto vuol dire: «Ragazza, ti dico: àlzati!» 42 Subito la ragazza si alzò e camminava, perché aveva dodici anni. E furono subito presi da grande stupore; (Marco 5:35-42)
22 Un giorno egli salì su una barca con i suoi discepoli, e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. 23 Mentre navigavano, egli si addormentò; e si abbattè sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d’acqua, ed essi erano in pericolo. 24 I discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, Maestro, noi periamo!» Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti che si calmarono, e si fece bonaccia. 25 Poi disse loro: «Dov’è la vostra fede?» Ma essi, impauriti e meravigliati, dicevano l’uno all’altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli ubbidiscono?» (Luca 8:22-25)

Quanti altri esempi ci sono nella Bibbia!!

Fratelli, o che possiamo comprendere ancora di più che ciò che Dio dichiara da farsi, lo fa esattamente come dichiara. Ciò che Dio inizia, Dio porta a compimento. Nulla e nessuno può ostacolare Dio. Perciò, quando Dio inizia l’opera della salvezza in una persona, Dio la porta a compimento.

Questa verità è la base della fiducia di Paolo. Paolo non poneva la sua fede in questi credenti, ma in Dio. Anche noi dobbiamo fondare la nostra fede totalmente in Dio, sia per l’inizio della salvezza, sia per il compimento della salvezza.

Equilibrio

Detto questo, è importante che si abbia equilibrio nel comprendere l’insegnamento biblico. Tante delle decisioni di Dio non ci sono rivelate. È senza dubbio possibile che una persona possa dire di credere in Cristo, quando in realtà non ha una vera fede. Perciò, la Bibbia ci comanda di impegnarci per rendere sicura la nostra salvezza. Questo comandamento non vuol dire che la salvezza non è sicura senza il nostro impegno. La salvezza è un dono di Dio per grazia. Il comandamento di impegnarci per rendere sicura la nostra salvezza vuol dire che senza un impegno nostro, non è visibile dal punto di vista umano che siamo veramente salvati. Cioè, il frutto visibile che la nostra salvezza produce è l’evidenza che rende visibile la nostra salvezza. Se non c’è frutto visibile, allora non abbiamo alcuna conferma per essere sicuri che siamo salvati.

In altre parole: Dio sa chi sono coloro che Egli salva. Egli non ha mai dei dubbi. Quando Dio salva una persona, è una cosa sicura agli occhi a Dio.

Invece, dal punto di vista umana, noi non possiamo sapere con sicurezza chi Dio ha salvato, finché non vediamo chiaro frutto. Il frutto non salva la persona. Il frutto rende più chiaro che la persona è salvata.

Ascoltiamo qualche versetto che parla della necessità di mostrare frutto, non per ricevere né per mantenere la salvezza, ma per rendere evidente e chiara la nostra salvezza.

la Bibbia dice:

impegnatevi a rendere sicura la vostra vocazione e elezione (2Piet 1:10)
adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore; 13 infatti è Dio che produce in voi il volere e l’agire, secondo il suo disegno benevolo. (Filippesi 2:12-13)
21 E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, 22 ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, 23 se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato (Colossesi 1:21-23)

Giacomo 2 spiega che la fede senza opere è una fede morta.

Allora, per avere la sicurezza che siamo veramente salvati, dobbiamo vedere chiari frutti della salvezza. Questo frutto non salva, ma è un risultato della vera salvezza. Allora, il nostro impegno ci permette di avere evidenze dell’opera di Dio in noi.

Dico questo per aiutarci ad avere un sano equilibrio nel modo di vedere la cosa. Il brano che stiamo considerando, Filippesi 1:6, dichiara. 6 E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Dobbiamo fidarci di Dio, e della SUA opera, mai della nostra opera, mai del nostro impegno. Ciò che rende sicura la salvezza è che è un opera di Dio. Il nostro impegno serve per dimostrare la realtà dell’opera di Dio in noi.

Come tante cose nella vita, è importante tenere un buon equilibrio biblico. La nostra fiducia non deve mai essere riposta in noi stessi, perché il nostro meglio non basterebbe mai. Quello che ci dà tranquillità riguarda la nostra salvezza, e la salvezza degli altri, non è che siamo noi tanto forti da non vacillare, ma perché è Dio stesso che inizia e porta a compimento l’opera della salvezza.

Egli compia tutto quello che inizia.

il punto del tutto

Mettendo il tutto insieme, cosa possiamo capire di Filippesi 1:6?

Il chiaro frutto della nostra salvezza è molto importante. Ma la nostra fiducia non deve essere mai riposta nel frutto della nostra salvezza, né nel nostro impegno. La nostra fiducia, sia per la nostra salvezza che per la salvezza di altri, deve sempre essere in Dio stesso, Colui che salva. Egli è la Rocca della nostra salvezza! Ecco perché la salvezza è sicura. Ecco perché possiamo avere una fiducia che non vacilla. Dio è la nostra fiducia, sia per la nostra salvezza, sia per la salvezza degli altri. Ecco perché là possiamo avere una gioia sicura.

Conclusione

Allora fratelli, quando consideriamo questi versetti, vediamo delle verità molto importanti.

Paolo trovava motivo di ringraziare Dio per la gioia di conoscere e avere legami con questi credenti. Quando ci chiediamo per cosa possiamo ringraziare Dio, quanto spesso pensiamo al fatto di avere altri credenti intorno a noi, cioè, l’uno l’altro? Quanto spesso pensiamo agli altri credenti che Dio ci ha fatto conoscere, per esempio, i credenti a Santa Maria di Sala, e i credenti a Three Rivers. Se tu non stai ringraziando Dio per gli altri credenti nella tua vita, allora, stai mancando nei suoi confronti. Hai bisogno di comprender di più quanto grande è la benedizione di avere legami con altri credenti.

Similmente, riconoscere il grande privilegio e valore di avere altri credenti con i quali hai dei legami, ti dà motivo di avere gioia, qualsiasi siano le tue circostanze.

Qualsiasi situazione della vita in cui ti trovi oggi, passerà ma fatto di avere legami con altri credenti non passerà. Dio ti ha fatto parte della squadra vincente. La vittoria è nostra, in Cristo Gesù. Abbiamo grande motivo di avere gioia. Possiamo anche noi pregare con gioia. Se non abbiamo gioia, allora, stiamo guardando troppo a noi stessi, e troppo poco alle cose di Dio.

Infine ricordiamo che possiamo avere gioia perché la nostra fiducia può essere in Dio. La salvezza è sicura perché è un’opera di Dio. Se la salvezza dovesse dipendere da noi, non potremmo mai avere pace. Invece, la salvezza è fermamente fondata su Dio stesso. Questo non toglie l’importanza di impegnarci, per mostrare la realtà della nostra salvezza. Però, la nostra fiducia non deve mai essere nel nostro impegno, né nel frutto che produciamo nella nostra vita. La nostra fiducia deve sempre essere in Dio.

Allora fratelli: quanta gioia provi trovi per la salvezza di altri? Dov’è riposta la tua fiducia? Usiamo queste verità per esaminare noi stessi.