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Sempre felici - Filippesi 4:11-13

filename:50-0411.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone di Marco deFelice, per RO, 18-marzo-2001, trentatreesimo sermone in una serie su Filippesi; oggi Fil 4:11-13

Intro: il segreto della vita

Cosa vuole ogni persona? Cioè, le persone cercano tante cose diverse, ma in fin dei conti, tutti cercano la stessa cosa. Cos’è che vogliono tutti?

Non credo di sbagliare nell’affermare che ciò che ogni uomo cerca è essere felice. La vita è una ricerca continua per qualcosa che possa soddisfare veramente. Uno cerca in una cosa, altri cercano in qualcos’altro. Tutti cercano qualcosa che possa soddisfare il cuore.

Esempi di modi di cercare la felicità.

1) modi estremi

Ci sono alcuni che cercano la felicità in cose estreme. Per esempio, cercano tramite una vita sfrenata di divertimento, di droga, o d’immoralità.

Altri la cercano negli sporti estremi, come ad esempio, saltare da una torre alta 100 metri, con una grande corda elastica attaccata al piede. Esistono anche altri tipi di sport estremi.

Altre persone cercano la felicità in cose meno estreme, ma comunque fuori dall’ordinario. Per esempio, c’è chi la cerca nei viaggi in luoghi esotici.

Viaggiare: oggi, il turismo è la più grande spesa per il divertimento nel mondo.

Chi può permetterselo cerca la contentezza in cose dispendiose: case miliardarie, auto del valore di più di 100 milioni, vestiti che costano milioni.

2) modi più ragionevoli

Ci sono anche persone che cercano la felicità in tante cose meno costose, ma comunque con lo stesso desiderio di trovare qualcosa per accontentarsi.

Per esempio, spesso chi abita in un appartamento in affitto vuole un appartamento di proprietà. Non è per niente sbagliato in sé cercare un appartamento di proprietà. Però, non è solo una questione di buona gestione. È una questione di ricerca della felicità.

Tanti uomini cercano la felicità in una bella macchina. Per uno che guadagna poco, una macchina bella potrebbe costare 5 milioni. Per un altro, potrebbe costare 10 milioni. Chi potrebbe permettersi di più potrebbe spendere 15 o 20 milioni. La quantità di soldi non è il punto. Il punto è che tanti cercano la felicità in un’auto.

Tante persone, specialmente donne, cercano la felicità nell’avere dei bei vestiti. Non è una questione di avere tantissimi o pochi vestiti. Sto parlando di cercare la felicità tramite cose o esperienze.

Tante persone cercano felicità in qualche apparecchio tecnologico. Per esempio, da qualche anno c’è il boom del telefonino, e anche del computer. Tante persone hanno tanta voglia di avere un nuovo telefonino, o un nuovo computer, per poter fare più cose. C’è chi può permettersi di spendere molto, e chi invece può spendere poco. Però, che spendano poco o tanto, il discorso rimane: chi vive così cerca la felicità nelle cose.

Ora, pensate con me: qual è la differenza fra questi due tipi di persone? Il primo tipo cerca la felicità nelle cose estreme, le cose più costose, gli sport che danno più brividi, le esperienze più insolite. L’altro tipo di persona cerca la felicità nelle cose semplici, nelle cose di ogni giorno, non necessariamente in qualcosa che serva a farsi notare.

Cosa hanno in comune questi due tipi di persone? Sia l’uno che l’altro tipo cerca la felicità in qualcosa di esteriore, qualcosa di questo mondo, nelle circostanze. Cercano circostanze diverse, ovviamente, però è in esse che cercano la felicità. Dipendono dalle circostanze per trovare la felicità.

Quando si vive così, cosa succede quando le circostanze non sono quello che si vuole? Si è scontenti. Infatti, vediamo che c’è molta scontentezza nel mondo. Vediamo scontentezza nei bambini, nei giovani, e negli adulti.

Sapete che Dio ci insegna a non dipendere dalle nostre circostanze per trovare la nostra felicità? Dio ci insegna ad avere felicità, indipendentemente dalle nostre circostanze.

Oggi, vogliamo continuare il nostro studio in Filippesi, e vogliamo vedere il segreto per avere la vera felicità, indipendentemente dalle circostanze. Potremmo dire che questa è una chiave per la vita cristiana.

il brano

Leggiamo di nuovo il brano che stiamo studiando. Oggi, vogliamo considerare i vv.11-13.

10 Ho avuto una grande gioia nel Signore, perché finalmente avete rinnovato le vostre cure per me; ci pensavate sì, ma vi mancava l’opportunità. 11 Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. 12 So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. 13 Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica. (Filippesi 4:10-13)

In questo brano, vediamo un’importante verità nel v.11.

Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. (Filippesi 4:11)

Paolo aveva imparato il segreto di essere contento in qualsiasi stato egli si trovava.

Vogliamo capire qual è questo segreto, perché anche noi vogliamo essere contenti in ogni situazione.

non lo dico perché mi trovo nel bisogno

Prima di considerare il segreto per essere sempre contenti, voglio notare la frase di Paolo: “non lo dico perché mi trovi nel bisogno.” Paolo aveva menzionato che era gioioso perché questi credenti gli avevano mandato un gran dono. Però, egli vuole specificare che non lo dice perché si trovava nel bisogno. Prima di ricevere quel loro dono, Paolo era nel bisogno. Infatti, al v.14 apprendiamo che quel dono aveva aiutato Paolo nella sua afflizione. Però, la ragione per cui Paolo si rallegrava del loro dono NON era perché avesse diminuito la sua afflizione. Egli era gioioso perché il loro dono era un segno della loro crescita spirituale. Il loro dono era un’offerta gradita a Dio. È per questo che Paolo era gioioso per il loro dono.

Vediamo questo stesso atteggiamento nei buoni genitori. Un buon genitore vuole aiutare il proprio figlio a maturare, per il bene del figlio. Perciò, vuole che il figlio impari ad aiutare in casa e a servire gli altri. Un buon genitore non vuole questo perché vuole essere servito e vuole l’aiuto, ma lo vuole perché desidera il meglio per il figlio.

Similmente, Paolo non voleva il loro dono perché pensava a se stesso. Egli voleva il loro dono perché desiderava il meglio per loro.

contento in ogni stato

Ascoltiamo ancora il v.11.

“Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo.” (Filippesi 4:11)

Paolo aveva imparato ad essere contento in qualsiasi stato si trovava. Questa è una cosa meravigliosa, che non vale solo per Paolo, ma è per ogni vero figlio di Dio.

Qualcuno che non conosce bene la Bibbia potrebbe immaginare che forse Paolo aveva avuto una vita facile, con poche difficoltà, e perciò era facile per lui essere contento. Invece, non era così. Ascoltiamo alcune delle condizioni in cui Paolo aveva vissuto.

So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. (Filippesi 4:12)

Voglio notare le situazione difficili che Paolo elenca qui. Egli sapeva vivere con contentezza nella povertà, nella fame, e nell’indigenza.

La parola qui tradotta come “povertà” è una parola che vuol dire “in condizioni molto basse”. Si potrebbe tradurre: “so essere abbassato”. So vivere in condizioni tanto difficili da essere molto in basso.

Poi Paolo parla di sapere avere fame. Egli non sta parlando di avere fame nel senso di dover aspettare qualche ora in più prima di mangiare. Egli sta parlando di quella situazione in cui una persona sta per giorni senza avere di che nutrirsi. Nessuno di noi conosce questo tipo di fame.

Finalmente, Paolo parla dell’indigenza. Questa parola indica uno stato di estrema povertà, in cui manca quasi di tutto.

Per capire meglio quello che Paolo aveva affrontato, ascoltiamo la sua descrizione delle sue sofferenze da 2 Corinzi 11.

23 Sono servitori di Cristo? Io (parlo come uno fuori di sé), lo sono più di loro; più di loro per le fatiche, più di loro per le prigionie, assai più di loro per le percosse subite. Spesso sono stato in pericolo di morte. 24 Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; 25 tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. 26 Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; 27 in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità. 28 Oltre a tutto il resto, sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese. (2 Corinzi 11:23-28)

Senza studiare a fondo questo brano da 2 Corinzi, voglio solamente notare alcune delle situazioni difficili che Paolo ha vissuto. Quando egli parla di aver imparato ad essere contento in ogni situazione, egli sta parlando di situazioni difficili.

Per esempio, in questo elenco egli menziona le fatiche. Forse anche noi abbiamo conosciuto le fatiche. Poi menziona le prigionie. Nessuno di noi ha conosciuto la sofferenza di essere un prigioniero. Paolo sì. Poi menziona le percosse subite. Egli specifica: cinque volte ha ricevuto quaranta colpi meno uno. Si trattava di una terribile punizione inflitta con le verghe. Poi Paolo menziona di essere stato lapidato, cioè, avevano cercato di ucciderlo con le pietre. Tre volte aveva fatto naufragio, e una volta aveva passato un giorno e una notte intera negli abissi marini. Aveva subito anche tante altre difficoltà terribili e tanti pericoli. Aveva subìto la fame, la sete, le veglie, il freddo e la nudità.

Quindi, quando Paolo parla del fatto che aveva imparato ad accontentarsi in ogni situazione, non dobbiamo immaginare che la sua vita fosse stata più facile della nostra. Al contrario, credo che potremmo dire, senza esitazione, che Paolo aveva subìto circostanze molto peggiori di quelle che abbiamo subìto noi, e probabilmente peggiori di quanto avremo mai da sopportare.

Il punto in tutto questo è che la verità di come possiamo imparare ad essere contenti in ogni situazione è valida per ogni tipo di circostanza in cui potremmo mai trovarci. È possibile essere veramente contenti in ogni tipo di circostanza.

anche nell’abbondanza

Prima di considerare la chiave per essere contenti in ogni circostanza, vogliamo considerare brevemente un altro tipo di circostanza. Cioè, finora, abbiamo considerato delle circostanze molto pesanti, che sono viste negativamente. Però, Paolo parla anche di un altro tipo di circostanza. Egli menziona anche di accontentarsi nell’abbondanza.

Si potrebbe pensare che sia naturale essere contenti nell’abbondanza. Invece, non lo è. Il fatto che uno possa avere tutto ciò che gli serve, non vuol dire che sarà contento. Infatti, se si pensa alle persone in un paese moderno come l’Italia, pochissime di esse non hanno le cose necessarie. Infatti, la maggior parte delle persone ha molto di più di quello che serve. Però, c’è molta scontentezza tanto tra i benestanti quanto tra i poveri. Dunque, avere tutto il necessario non produce automaticamente la contentezza.

Allora, proseguiamo in questo brano, per scoprire il segreto di come essere contenti in ogni situazione. Chi di noi non vorrebbe essere veramente contento in ogni situazione? Grazie e Dio, questo è realmente possibile. Come?

la chiave per essere contento in tutto

Troviamo la chiave per essere contenti in ogni situazione al v.13.

Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica. (Filippesi 4:13)

Per capire questo versetto, dobbiamo innanzitutto capire quello che NON sta dicendo. Quando Paolo dice: “io posso ogni cosa”, egli non intende “ogni cosa” in senso assoluto. Egli non intende che egli può creare il mondo, o fare qualche altra cosa che il Signore non ha permesso all’uomo di fare. Egli sta parlando delle cose del contesto di questo brano. Paolo sta dicendo che egli può essere contento in qualsiasi stato si possa trovare.

“Io posso ogni cosa” vuol dire che lui poteva star bene nell’abbondanza come nell’indigenza. Egli poteva essere contento nella fame come nell’essere sazio. Egli poteva ogni cosa.

Come poteva fare questo? Paolo non era un credente diverso da noi, con maggiori capacità spirituali. La capacità di Paolo non era in se stesso. Egli spiega:

“Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica!” Paolo poteva ogni cosa, ovvero, Paolo poteva essere contento in ogni circostanza, in qualsiasi stato, in Colui che lo fortificava.

Ciò che permetteva a Paolo di essere contento in ogni situazione era il fatto che Cristo lo fortificava.

La potenza di Cristo non è limitata solo ad alcuni credenti. Cristo fortifica ogni vero credente. Paolo parlava spesso di questo.

1 Timoteo 1:12 Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me,

Paolo ringraziava Colui che lo aveva reso forte, Gesù Cristo. Cristo ha reso anche noi forti.

In Efesini 1:19, Paolo sta pregando per i credenti. Uno delle cose per cui prega è che Dio faccia capire loro la potenza di Dio che opera in essi. Ascoltiamo.
17 affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; 18 egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 19 e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. (Efesini 1:17-19)

Avete notato l’ultima frase? Paolo pregava che potessero sapere qual è l’immensità della potenza di Dio verso di loro. Cioè, è importante per noi capire quanto immensa è la potenza di Dio che opera in noi.

20 Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:20-21)
Colossesi 1:29 A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.

Cari fratelli, dobbiamo capire che quando Dio ci salva, Egli inizia a lavorare in noi con potenza. Troppo spesso, cerchiamo di compiere delle cose nella nostra debolezza. Troppo spesso, crediamo di dover fare opere spirituali con la forza che avevamo prima della salvezza. Quando Dio ci salva, la sua potenza entra in noi. Quello che Dio ci comanda di fare, Egli ci dà la capacità e la forza spirituale di farlo. Ecco perché 1 Corinzi 10:13 dichiara:

Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare. (1 Corinzi 10:13)

La ragione per cui non saremo tentati oltre le nostre forze è che Cristo ci fortifica per poter superare ogni tentazione e ogni prova.

Allora, in qualsiasi circostanza ci veniamo a trovare, e in qualunque stato Dio permette nella nostra vita, possiamo essere contenti, perché Cristo ci fortificherà al punto di poter sopportare la prova e anche trovare contentezza.

Chiaramente, questo non è automatico. Basta che ognuno pensi a se stesso, e potremo riconoscere volte in cui non siamo stati contenti.

Allora, se Dio ci provvede tutto ciò che ci serve per essere contenti in ogni situazione, perché spesso non siamo contenti?

Ascoltiamo bene, fratelli e sorelle, perché questo è molto importante.

Dio ci dà tutto quello che ci serve per vivere una vita cristiana vittoriosa e gioiosa. Se non siamo gioiosi, se non siamo contenti, se non siamo vittoriosi, è perché non stiamo utilizzando i mezzi che Dio ci ha dato.

esempio di un padre con il figlio

Per esempio, facciamo un paragone. Immaginiamo un padre che è un uomo molto ricco e ha una grande ditta di edilizia. Egli sta aiutando il figlio a imparare a gestire la ditta. Quest’uomo ha dei bravi operai, ha ottimi attrezzi, ha tanti soldi per comprare i materiali migliori.

Il padre dice al figlio di costruire un grande palazzo. Lascia tutto il necessario a disposizione del figlio. Se il figlio utilizza tutti i mezzi e tutte le cose che il padre gli ha lasciato, sarà in grado di superare ogni difficoltà e costruire un ottimo palazzo. Invece, se il figlio trascura qualche istruzione del padre, o non utilizza uno degli attrezzi, e non si avvale di certi operai specializzati, non sarà in grado di completare con successo il suo incarico.

Tutto questo per dire che il figlio ha tutto ciò che gli serve. Il problema non è che gli manca qualcosa che gli serve. Il problema è che può non seguire le istruzioni del padre, e perciò, può non utilizzare tutto quello che il padre gli aveva dato. In questo caso, avrà dei problemi che non sarà in grado di superare. Però, non sarà in grado di farlo in quanto non ha usato tutto quello che ha a sua disposizione.

Noi e Cristo

Consideriamo come questo esempio si applica alla nostra vita. Nella nostra vita, abbiamo ricevuto tutto quello che ci serve da Dio. Abbiamo promesse sicure alle quali aggrapparci. Sappiamo come finirà tutto. Dio ci comanda di riempire i nostri pensieri con le cose vere, le cose degne di lode. Dio ci dà la sua Parola, la Bibbia, che ci insegna queste cose. Abbiamo lo Spirito Santo, che opera in noi. Abbiamo la potenza di Dio che opera potentemente in noi. Abbiamo ampi motivi di rallegrarci sempre, in ogni situazione, in Cristo Gesù.

Allora, possiamo essere contenti in ogni situazione. Dobbiamo utilizzare i mezzi che abbiamo da Dio. Dobbiamo abbondare nel ringraziamento. Dobbiamo scegliere di pensare alle cose vere, alle cose degne di lode, e alle cose pure, ovvero, alle cose di Dio. Quando ci troviamo con i pensieri fissati sulle cose sbagliati, o sui problemi, dobbiamo riconoscere che abbiamo peccato contro Dio, pensando alle cose sbagliate, e così, possiamo confessare il nostro peccato e riprendere la strada.

Fratelli e sorelle, non sappiamo quale circostanze il Signore permetterà nella nostra vita. Sicuramente, avremo ancora delle prove e delle difficoltà. Possono essere anche dure. Però, molto più grandi dei problemi che possiamo avere, sono le benedizioni che abbiamo in Gesù Cristo. Abbiamo una speranza sicura, che non possiamo perdere. Siamo amati da Dio in Cristo Gesù, e nessun problema può separarci da quell’amore. Abbiamo la potenza di Dio che opera in noi, una potenza che supera ogni difficoltà. Abbiamo la promessa di Dio che Egli non ci lascerà mai. Abbiamo tutto ciò che ci serve. Perciò, abbiamo tutto per essere veramente contenti in ogni circostanza. Non pecchiamo, dimenticando queste benedizioni per fissare lo sguardo sui problemi. Fissiamo i nostri occhi su Cristo Gesù, il nostro Signore. Così, anche noi impareremo ad essere contenti in qualsiasi stato ci troveremo! Così anche noi potremo abbondare nel ringraziamento mentre aspettiamo il ritorno di Gesù Cristo.