Aiuto Biblico

Saluti finali - Filippesi 4:20-23

filename:50-0420.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone di Marco deFelice, per RO, 1-aprile-2001, trentaquattresimo sermone in una serie su Filippesi; oggi Fil 4:20-23

Intro: il segreto della vita

Dio Nostro Padre

In tutta la storia del mondo, in quasi ogni epoca e ogni società, le persone hanno capito che esiste un Dio sovrano, Creatore di tutto. Nella storia, gli uomini, riconoscendo di aver bisogno di questo Dio, hanno creato tante religioni. Hanno inventato tanti modi per cercare di raggiungere questo Dio. Però, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno cercato di raggiungere questo Dio indirettamente, tramite mediatori. Hanno cercato di raggiungerLo per mezzo di sacrifici e altri mezzi. Hanno inventato tanti tipi di mediatori, perché capivano che esiste una voragine fra l’uomo e Dio.

Quasi ogni religione vede Dio come un Dio lontano, un Dio severo, il più delle volte un Dio crudele, che non ha l’uomo a cuore. Perciò, gli uomini cercano mediatori che raggiungano Dio per loro, perché credono che non si possa raggiungere Dio da soli. Credono che ci siano tanti mediatori che hanno l’uomo a cuore, e che questi mediatori abbiano libero accesso a Dio.

NOI: privilegio d’avere Dio come Padre

Invece, chi ha ricevuto il perdono e la salvezza in Gesù Cristo, sa di avere un rapporto diretto con Dio per mezzo di Cristo Gesù. Però, cosa ancora più incredibile, in questo rapporto, che si riceve come dono, Dio è un Padre per la persona che ha ricevuto la salvezza. Il rapporto è più che solamente diretto, bensì è un rapporto di Padre – figlio.

È incredibile pensare che una creatura, piena di peccato, potrebbe veramente essere adottata come figlio dal santo Creatore di tutto il mondo. Invece è proprio così!

Nascere spiritualmente per diventare un figlio di Dio, e perciò, avere Dio come Padre, è un’opera che solo Dio può compiere. Giovanni 1:12,13 parla di questa nascita.

12 ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; 13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. (Giov. 1:12-13)

Avere Dio come Padre vuol dire essere amato da Dio e curato da Dio. Per esempio, in Matteo 6:32, Gesù spiega come Dio provvede ai bisogni materiali dei suoi figli.

Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. (Matteo 6:32 NRV)

In Romani 8:32, spiega come Dio cura i suoi figli in ogni cosa.

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? (Romani 8:32 NRV)

Avere Dio come Padre vuol dire avere libero accesso a Lui. La Bibbia dichiara che possiamo chiamarLo Abbà, che è la parola aramaica che vuol dire “Papà”

infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. 15 E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito d’adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» 16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. (Romani 8:14-16 NRV)

Quindi, prima di terminare questa lettera, Paolo ci ricorda una meravigliosa verità. Avere la salvezza in Gesù Cristo vuol dire avere Dio come Padre. Questa realtà ci permette d’avere fede e pace in mezzo a qualsiasi prova e difficoltà. Inoltre, questa meravigliosa verità ci dà una speranza sicura.

A Dio la gloria

In Cristo Gesù, abbiamo Dio come nostro Padre. Ascoltiamo ciò che Paolo dichiara riguardo al nostro Padre celeste.

Al Dio e Padre nostro sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (Filippesi 4:20 NRV)

Paolo proclama una verità importantissima in questa preghiera. “Al Dio e Padre nostro sia la gloria.” Al DIO nostro sia la gloria.

In altre parole, Paolo sta pregando che in ogni cosa, a DIO Padre sia la gloria. Vale a dire, SOLO Dio dovrebbe ricevere gloria. Tutta la gloria appartiene a Dio.

esempio del mondo oggi

Nel mondo d’oggi, come sempre, anziché dare la gloria a Dio, gli uomini danno gloria gli uni agli altri e cercano gloria gli uni dagli altri.

In Giovanni 5, Gesù critica gli uomini perché cercano gloria gli uni dagli altri. Egli dichiara:

“Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?” (Giovanni 5:44 NRV)

Quando prendiamo gloria gli uni dagli altri, non possiamo credere veramente in Dio. Cioè, il desiderio di ricevere gloria dagli uomini, oppure, di dare gloria ad altri, ci ostacola dal credere veramente in Dio.

In Giovanni 12, vediamo che il desiderio di ricevere gloria dagli uomini ostacolava alcuni, che avevano creduto solo intelletualmente in Cristo, dal credere in Lui di cuore per ricevere la salvezza.

42 Ciò nonostante, molti, anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; 43 perché preferirono la gloria degli uomini alla gloria di Dio. (Giovanni 12:42-43 NRV)

Non si può credere veramente in Dio e cercare la gloria dagli uomini. Le due cose sono opposte fra loro.

Dio c’insegna nella Bibbia che tutta la gloria va a Dio. Fratelli e sorelle, è un grave peccato cercare gloria per noi stessi. È peccato anche dare gloria agli altri uomini. Dobbiamo dare tutta la gloria a Dio.

Uno dei motivi per cui non dovremmo dare gloria agli altri, è perché nessun uomo ha delle qualità in sé per le quali meriti di ricevere gloria, perché qualunque qualità noi abbiamo viene da Dio.

Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto? (1 Corinzi 4:7 NRV)

In 1 Corinzi 1, Dio ci comanda di non vantarci, tranne che nel Signore.

«Chi si vanta, si vanti nel Signore». (1 Corinzi 1:31 NRV)

Vantarsi è un modo di cercare gloria. Questo è un peccato. Ogni gloria appartiene a Dio.

applicazione

Consideriamo il contesto di questa preghiera di Paolo.

I Filippesi avevano dato un gran dono a Paolo. Paolo aveva spiegato come quel dono gli aveva dato gioia. Però egli era stato attento a spiegare le cose in modo da non innalzare quei credenti. La sua gioia era dovuta al fatto che il loro dono era un frutto spirituale e portava gloria a Dio.

Paolo aveva spiegato le cose in modo da non dare gloria a loro. Tutta la gloria appartiene a Dio. Se qualcuno dà un dono economico, o esercita qualsiasi dono spirituale, o qualsiasi capacità naturale, non merita la gloria degli uomini, perché qualunque cosa abbia fatto, le capacità per farla le ha ricevute dal SIGNORE.

Quindi, oltre ad insegnarci tramite la sua preghiera: “Al Dio e Padre nostro sia la gloria”, Paolo c’insegna con il suo esempio. Avrebbe potuto fare tanti complimenti a questi credenti per il loro gran dono. Invece, i suoi commenti, pur essendo molto incoraggianti, non li misero su un piedistallo. Paolo non diede gloria ai credenti, nonostante la grandezza del loro dono. Paolo ci mostra che dobbiamo dare gloria solamente a Dio.

Nei secoli dei secoli

Nella sua preghiera, Paolo non solo dichiara che a Dio va la gloria, ma che a Lui va la gloria nei secoli dei secoli. Dio è degno di tutta la gloria, ora e per tutta l’eternità. Uno dei privilegi più grandi che i veri figli di Dio avranno sarà di glorificare Dio per tutta l’eternità.

Molto di quello che gli uomini onorano sulla terra dura poco. La cosa che oggi è la più grande, la più bella, la più nuova o la migliore, domani sarà superata da qualcosa di ancora migliore, o più veloce, o superiore in qualche modo.

A voler ascoltare il mondo, si penserebbe che il meglio di oggi sia quanto di meglio ci sia in assoluto. Basta leggere le pubblicità di qualsiasi prodotto, e sembra che non ci sia niente di superiore a quel prodotto. Invece, nel giro di poco tempo, fa la sua comparsa un prodotto nuovo, reclamizzato come talmente superiore al vecchio che ci si chiede come mai la ditta avrebbe osato pubblicizzare quello vecchio.

Parlando delle persone, in ogni campo, si parla di questo o di quell’altro come il massimo. Si usano termini molto grandi per dare gloria alle persone. Ormai si usa il termine “stelle” per descrivere persone che sono molto più “in alto” delle persone comuni.

Però, nel giro di poco tempo, quelle persone che erano “stelle” vengono scartate per delle nuove stelle. In pratica, la gloria che viene data è una gloria che di solito, dura poco. Anche se dura tanti anni, è sempre una gloria sbagliata, perché le qualità che vengono glorificate sono state date alla persone da Dio, e perciò, è sempre Dio che merita la gloria.

In contrasto con la gloria degli uomini, la gloria di Dio è una gloria vera e assoluta, che non diminuisce nei secoli. Dio non avrà mai meno gloria. La gloria di Dio è una gloria eterna. Nei secoli dei secoli - termine che vuol dire per tutta l’eternità - Dio sarà degno di tutta la gloria.

Applicazione a noi

Allora, come dovremmo vivere alla luce di questo? Dobbiamo capire che cercare gloria per noi stessi, oppure, dare gloria ad altre persone, vuol dire rubare gloria da Dio. Cioè, siccome tutta la gloria appartiene a Dio, dare gloria a qualunque uomo è sbagliato. Cercare gloria per noi stessi è sbagliato.

L’uomo inizia a cercare gloria già da piccolo. Anche i bambini piccoli vogliono la gloria. Vogliono essere più bravi degli altri, vogliono credere di avere in sé una certa gloria.

Man mano che un bambino cresce, diventa più sofisticato nel suo modo di cercare la gloria. Basta guardare i ragazzi intorno a noi, per vedere che cercano gloria in tanti modi. Tanti maschi cercano gloria nell’avere un motorino più bello degli altri. Oppure, cercano d’essere più bravi nel guidare la moto. Tante ragazze cercano gloria nel modo di vestirsi. Certe persone cercano la gloria tramite lo sport, o qualche altra capacità. Alcuni cercano la gloria con una bella macchina, altri con bei vestiti. Si cerca la gloria nell’essere più bravi degli altri in qualcosa.

Si può anche cercare la gloria per sé identificandosi con qualcosa o qualcuno che dimostra gloria. Per esempio, nello sport, un tifoso si identifica con la sua squadra, e quando la squadra vince, il tifoso si sente glorificato. Va a parlare con gli amici nel bar, orgoglioso che la “sua” squadra ha vinto.

Oltre a cercare la gloria, l’uomo ama dare gloria ad altre persone, piuttosto che a Dio. Basta guardare quanta gloria e onore la società dà alle stelle dello sport, del cinema, e di altri campi. Probabilmente ogni città in Italia ha un negozio dove si possono comprare trofei e altri simboli usati per onorare qualcuno che è più bravo degli altri in quasi qualsiasi campo.

Eppure, nonostante quanto gli uomini amino glorificare gli uni gli altri, e ricevere gloria, l’uomo ha grande difficoltà a onorare veramente Dio.

Però, come abbiamo letto in 1 Corinzi 4:7, tutto quello che l’uomo ha, gli è stato dato. Invece, ogni qualità che ha Dio fa parte della sua stessa natura, e non Gli è stata data.

Perciò, impariamo a dare tutta la gloria a Dio solo. Non diamo gloria gli uni agli altri, e non cerchiamo gloria per noi stessi.

Dovremmo anche noi pregare questa preghiera di Paolo, e anche viverla nella nostra vita.

Vorrei solo menzionare qui che NON è sbagliato mostrare riconoscenza l’uno all’altro. Non è sbagliato dire “bravo” ad un bambino che si impegna. Non è sbagliato apprezzare un lavoro ben fatto da qualcuno. Quello non è dare gloria. Ma la gloria dobbiamo darla solamente a Dio.

Saluto ad ognuno dei santi

Proseguiamo per considerare il resto di questo brano. Leggiamo i vv.21,22.

21 Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù. 22 I fratelli che sono con me vi salutano. Tutti i santi vi salutano e specialmente quelli della casa di Cesare. (Filippesi 4:21-22 NRV)

Questo brano ci aiuta a capire il legame che esiste fra ogni credente.

Abbiamo visto in altri sermoni che la chiesa dei Filippesi aveva un rapporto molto stretto con Paolo. Però, è anche vero che ormai, erano passati vari anni da quando Paolo aveva visitato questa chiesa. Quasi sicuramente, c’erano vari credenti là che egli non aveva mai conosciuto personalmente. Non solo, ma in una chiesa di una certa grandezza, Paolo non avrebbe conosciuto personalmente nemmeno tutti quelli che erano già salvati dalla sua ultima visita a quella chiesa.

Perciò, possiamo presumere che Paolo non conosceva tutti questi credenti personalmente.

Nonostante ciò, vediamo in questo brano che Paolo mandava un saluto ad ognuno dei credenti. “Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù!” Paolo aveva affetto cristiano per ciascuno dei credenti, perché Dio aveva salvato ciascuno di loro. Non amava solamente alcuni che erano i suoi preferiti. Paolo aveva un amore cristiano per tutti i credenti.

È importante capire la ragione di questo. Paolo capiva il legame che esiste in Cristo fra tutti i salvati.

Ogni credente è prezioso agli occhi di Dio. Basta considerare il gran valore che Dio ha pagato, nel sacrificio di Cristo Gesù, per poter salvare ogni credente. Se una persona è preziosa per Dio, è giusto che sia preziosa anche per gli altri figli di Dio.

Dio ci comanda di amarci gli uni gli altri. Ci comanda d’amare tutti quelli che sono figli di Dio. Non possiamo amare veramente Dio se non amiamo i figli di Dio.

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato. (1 Giovanni 3:23)

7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. (1 Giovanni 4:7-8 NRV)
Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. (1 Giovanni 4:20)

Volta dopo volta nelle lettere di Paolo, vediamo che egli amava i credenti. Questa è la ragione per cui a questo punto, egli manda saluti ad ognuno dei credenti nella chiesa dei Filippi. Anche noi dobbiamo amare gli altri credenti.

tutti i santi vi salutano

Non solo Paolo aveva mandato i saluti, ma tutti i santi che erano con lui mandavano saluti ai credenti di Efeso. Sappiamo che Paolo aveva visitato Filippi, ma probabilmente la maggioranza di questi altri credenti non era mai stata là. Nonostante ciò, anche questi credenti avevano un legame in Cristo, e volevano mandare saluti ai credenti di Filippi.

I santi, ovvero, i credenti, dalla casa di Cesare mandavano un saluto speciale. Ricordiamo che Paolo si trovava in prigione, o per meglio dire, egli era un prigioniero, custodito dalla guardia imperiale. Ovviamente, Dio aveva salvato alcuni di questi soldati. Se ci pensiamo, questo è un altro esempio della potenza di Dio. Paolo fu portato a Roma sotto sorveglianza, custodito come prigioniero. Egli fu ingiustamente chiuso in una casa, e tenuto sotto sorveglianza. Non poteva liberamente andare qua e là predicando. Però, in questo tempo a Roma, che durò almeno due anni, Dio lo usò molto per il suo Regno. Sarebbe stato molto difficile per i credenti di Roma evangelizzare la guardia imperiale. Invece, nel piano di Dio, ogni giorno diversi soldati imperiali erano in casa con Paolo come guardie. Alcuni di loro furono salvati. Sicuramente, avevano conosciuto molto bene anche Epafrodito, il fratello da Filippi che aveva assistito Paolo probabilmente per vari mesi. Perciò, avendo sentito della chiesa di Filippi da Epafrodito, i credenti della casa di Cesare mandavano loro un saluto speciale.

Dobbiamo avere amore cristiano per tutti i credenti. Però, Dio permette che ci siano rapporti speciali. Nella vita, Dio fa sì che il nostro sentiero s’incroci con quello di altri credenti. È una benedizione speciale stabilire un rapporto e incoraggiarci, anche a distanza, gli uni gli altri.

Questo richiede impegno, ma può portare frutto spirituale.

la grazia sia con voi

Arriviamo ora alla conclusione di questa lettera. Paolo fa molto più che solamente dare un vago saluto finale. Invece, egli esprime una profonda preghiera per i lettori di questa lettera.

La grazia del Signore Gesù Cristo sia con lo spirito vostro. (Filippesi 4:23 NRV)

Se notiamo, Paolo conclude tutte le sue lettere con questa preghiera. Amici, la vita cristiana è una vita per grazia. Siamo salvati per grazia, perché per merito nessuno potrebbe arrivare alla salvezza. Siamo santificati per la grazia di Dio. Cresciamo per la grazia. La nostra speranza è sicura a causa della grazia di Dio. Ogni meraviglioso beneficio che abbiamo da Dio, lo abbiamo in Cristo per grazia.

La grazia di Dio è ciò che ci fortifica nelle prove, fino al giorno in cui lasceremo questo corpo ed entreremo nella presenza di Dio.

Paolo, sapendo quanto la grazia sia essenziale, fa questa preghiera per i lettori di questa lettera.

All’inizio della lettera, come faceva in ogni sua lettera, Paolo aveva scritto la preghiera:

1 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi, 2 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. (Filippesi 1:1-2 NRV)

Là, in mezzo al suo saluto iniziale, c’è la preghiera: “Grazia A voi.” Vale a dire che, tramite le Sacre Scritture, riceviamo grazia. Poi, quando finiamo la lettura, e serbiamo le verità nel nostro cuore, la grazia di Cristo rimane CON noi. Questa è la preghiera di Paolo alla fine di ogni sua lettera: “Grazia CON voi”.

Fratelli, non c’è preghiera più grande che chiedere che la grazia di Cristo sia con qualcuno. Quando abbiamo la grazia di Cristo, abbiamo tutto. Possiamo superare ogni prova, possiamo avere gioia in mezzo a qualsiasi difficoltà. La grazia di Cristo ci permette di superare il peccato e diventare sempre più come Cristo.

In Filippesi 4:8, abbiamo letto:

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. (Filippesi 4:8 NRV)

Abbiamo visto che le cose che hanno queste qualità sono le cose di Dio. Le impariamo dalla Parola di Dio. Quando leggiamo e meditiamo sulle verità della Bibbia, tramite esse, riceviamo la grazia di Cristo. Quando riempiamo i nostri pensieri e i nostri cuori con le verità di Dio, riceviamo la grazia di Dio in abbondanza.

Conclusione

Fratelli, abbiamo investito tanti mesi nel studiare attentamente la lettera ai Filippesi. Il nostro Padre celeste ci ha mostrato tante verità preziose in essa.

Oggi, nella conclusione di questa lettera, abbiamo considerato la preghiera di Paolo che la gloria vada al nostro Dio e Padre. Quanto è importante che viviamo in modo da non cercare la gloria per noi stessi, né da dare gloria ad altre persone. Invece, viviamo in modo da dare tutta la gloria a Dio solo. Solo Egli è degno della gloria e dell’onore.

Riconosciamo il meraviglioso privilegio di avere Dio, il Creatore di tutto, come nostro Padre. Poi, riconosciamo il privilegio che abbiamo, come figli di Dio, d’essere fratelli con tutti i veri figli di Dio nel mondo e la nostra responsabilità di amare gli altri figli di Dio. Quando Dio ce ne dà la possibilità, mostriamo quest’amore. Come questi credenti di Roma mandavano calorosi saluti ai loro fratelli in Cristo a Filippi, anche noi possiamo mantenere legami con coloro che Dio mette nella nostra vita.

Finalmente, ricordiamo il prezioso dono della grazia di Dio in Cristo Gesù. La nostra vita dipende totalmente dalla grazia. Impegniamoci a ricordare che ogni capacità e dono che abbiamo, è per grazia. Ogni benedizione e ogni beneficio è per grazia. La Parola di Dio è una gran fonte di grazia per noi. Impegniamoci a leggere, a studiare, a conoscere, a credere e a seguire la Parola di Dio, affinché la grazia di Dio in Cristo Gesù rimanga con noi.