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La Risurrezione di Cristo: Pasqua 13 - Giovanni 20:24-29

filename: pasqua13.c04 - sermone sulle sofferenze di Cristo, mini-serie per pasqua, 2003,2004, per RO, di Marco deFelice, per domenica, 21 marzo, 2004 corretto da Renato Giliberti>

Introduzione: ripasso

Oggi, vogliamo continuare a considerare gli avvenimenti intorno alla Pasqua, e specificamente gli avvenimenti dopo la risurrezione di Cristo Gesù. Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato l’apparizione di Gesù ai discepoli la domenica sera della risurrezione. Che gioia ineffabile fu per i discepoli vedere il loro Signore vivente! Dopo che Gesù Cristo si manifestò a loro in modo convincente, diede loro il mandato di essere testimoni della sua morte e della sua risurrezione, per proclamare il vangelo al mondo. Comandò loro di aspettare di essere rivestiti di potenza dall’alto, in altre parole, di aspettare di aver ricevuto lo Spirito Santo. Anche noi che siamo stati salvati siamo chiamati a essere testimoni di Gesù Cristo al mondo, e anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Egli è la nostra forza per compiere l’opera di Dio.

Ora, riprendiamo a considerare gli avvenimenti di quei giorni dopo la risurrezione. Aprite insieme a me la Bibbia nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 20. Vogliamo leggere i versetti 24,25.

“24 Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».” (Giovanni 20:24-25 NRV)

Quella domenica sera della risurrezione, quando Gesù apparve agli apostoli, Tommaso non era con loro. Quando poi Tommaso si trovò con gli altri discepoli in un secondo tempo, probabilmente più tardi in quella stessa sera, gli altri apostoli gli testimoniarono che avevano visto il Signore. Tommaso non gli credeva.

Prima di considerare il fatto che Tommaso non credeva alla loro testimonianza, cerchiamo di capire qualcosa di lui dal racconto biblico. Troviamo due brani che parlano di lui nel Vangelo di Giovanni.

Nel primo di questi brani, Gesù aveva appena ricevuto la notizia della grave malattia di Lazzaro. Annunciò ai discepoli che dovevano tornare alla città in cui abitava Lazzaro. Visto che i capi dei Giudei stavano cercando di uccidere Gesù, e che Lazzaro abitava vicino a Gerusalemme, era pericoloso tornare là. Tommaso era molto devoto a Gesù, però era anche pessimista, e perciò immaginava il peggio. Sentendo la notizia che Gesù voleva tornare in Giudea, presumeva che Gesù sarebbe stato ucciso, ma era pronto a morire con lui, come leggiamo in Giovanni 11.16

“Allora Tommaso, detto Didimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi, per morire con lui!»” (Giovanni 11:16 NRV)

Vediamo qua che Tommaso era pessimista. Troviamo un altro brano che ci mostra qualcosa di lui in Giovanni 14, che racconta l’insegnamento di Gesù agli Apostoli la sera prima della crocifissione. Gesù aveva annunciato che stava per andare in cielo, ovvero, nella casa del Padre. Disse loro che conoscevano la via. Leggiamo la risposta di Tommaso, nel versetto 5.

“Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?»” (Giovanni 14:5 NRV)

Questo suo commento rivela un uomo pieno di dubbi, uno che ha difficoltà ad accettare quello che a lui sembra impossibile.

Ora, capendo un po’ di più il carattere di Tommaso, consideriamo il fatto che egli dubitava della risurrezione di Gesù. Tommaso non era stato con gli altri la domenica sera quando avevano visto Gesù, e quindi non aveva ricevuto la pace che loro avevano ricevuto da Cristo. Non credendo ancora nella risurrezione di Gesù, Tommaso non aveva la grande gioia di cui gli altri apostoli godevano. Perciò, Tommaso era un uomo veramente miserabile. Lui si trovava in quella terribile condizione descritta in 1 Corinzi 15:19. In quel brano, l’apostolo Paolo parla di come sarebbe se non ci fosse la risurrezione.

“Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.” (1 Corinzi 15:19 NRV)

Tommaso, non credendo ancora nella resurrezione di Gesù Cristo, era l’uomo più misero fra tutti gli uomini. Aveva posto la sua speranza in un uomo che per quanto sapeva lui, era morto.

Nonostante gli altri apostoli gli avessero testimoniato di aver visto Gesù, egli rifiutò di crederci.

Voglio notare attentamente quello che Tommaso dice nel v.25.

“Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».” (Giovanni 20:25 NRV)

Tommaso stava ponendo le sue condizioni, che dovevano essere soddisfatte prima di poter credere che Gesù era veramente risuscitato. In realtà, stava ponendo condizioni a Dio. Amici, in realtà, questo era un grave peccato. Non spetta all’uomo di porre condizioni a Dio. In questo caso, come vedremo, Dio ha avuto misericordia di Tommaso. Però, sarebbe anche potuta andare in modo molto diverso, infatti, molto spesso, chi si comporta così, si trova lontano da Dio.

Gesù si rivela a Tommaso

Nel piano di Dio, Tommaso, essendo un Apostolo, doveva essere un testimone oculare del Cristo risuscitato. Gesù lo aveva già scelto come Apostolo, e quindi, il fatto che Gesù apparve a Tommaso dopo questo avvenimento, non era dovuto alle condizioni stabilite da Tommaso, ma al piano di Dio già prestabilito.

Leggiamo ciò che accadde la domenica successiva.

“26 Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:26-29 NRV)

Gesù aspettò una settimana prima di apparire di nuovo ai discepoli. Quindi, il fatto che Tommaso non aveva creduto alla chiara testimonianza degli altri discepoli, gli fece passare una settimana terribile, di tristezza, quando invece avrebbe potuto avere gioia. Ogni volta che manchiamo di fede in Dio, perdiamo la pace e la gioia di Dio.

Comunque, la domenica successiva, i discepoli erano di nuovo in casa, e questa volta, Tommaso era con loro. Questo faceva parte del sovrano controllo di Dio. Di nuovo, come la domenica precedente, Gesù apparve in mezzo a loro, nonostante le porte fossero chiuse. Di nuovo, Gesù mandò su di loro la sua pace, la pace che solamente Dio può dare.

Poi, Gesù si rivolse direttamente a Tommaso. Gesù non era stato fisicamente presente quando Tommaso aveva detto agli altri discepoli ciò che lui richiedeva prima di poter credere che Gesù era risuscitato, però, Gesù sapeva esattamente le parole che lui aveva detto. Dio sa tutto quello che l’uomo fa, dice, e pensa. Dio conosce perfino quello che è nascosto nell’intimo del cuore dell’uomo. Perciò, Gesù, essendo Dio, sapeva esattamente quello che Tommaso aveva detto. È buono per noi ricordare che Dio sa tutto di noi.

Rivolgendosi a Tommaso, Gesù gli diede un comandamento. Leggiamo il v. 27

“Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».” (Giovanni 20:27 NRV)

Se confrontiamo quello che Tommaso aveva detto, con quello che Gesù gli comandò di fare, vediamo che Gesù gli diede piena risposta per ognuna delle sue condizioni. Tommaso aveva detto: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi”, e Gesù gli comandò: vedi le mie mani. Tommaso aveva detto: “Se non metto il mio dito nel segno dei chiodi”, e Gesù gli comandò: “porgi qua il dito”. Tommaso aveva detto “se non metto la mia mano nel suo costato”, e Gesù gli comandò “porgi la mano e mettila nel mio costato”.

Tommaso aveva anche detto: “se non faccio tutto questo, io non crederò”. Allora Gesù, dopo avergli comandato di vederlo e di toccarlo, per dimostrargli che era veramente Lui, gli comandò: fai queste cose, e non essere incredulo, ma credente.

In realtà, Gesù stava riprendendo Tommaso. Tommaso, essendo stato incredulo quella settimana, aveva mancato delle preziose benedizioni. Ora, Gesù veniva incontro alla fede debole di Tommaso, perché anche Tommaso doveva essere un testimone oculare che aveva visto Gesù risuscitato. Però, avrebbe avuto una benedizione maggiore se avesse creduto alla chiara testimonianza degli altri discepoli. E dopo, avrebbe comunque visto Gesù risuscitato, in quanto questo era nel piano di Dio per lui.

la reazione di Tommaso

Quella domenica sera, quando Gesù apparve anche a Tommaso, lui, vedendo Cristo, ricevendo la pace di Dio, e avendo queste chiare prove davanti ai suoi occhi, credette pienamente nella risurrezione di Cristo. Però, per mezzo dell’opera di Dio nel suo cuore, andò oltre, ed arrivò anche a capire che Gesù Cristo è veramente Dio. Ascoltiamo la dichiarazione di Tommaso, nel v.28, dopo che Gesù gli ebbe detto di credere.

“Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!»” (Giovanni 20:28 NRV)

Tommaso riconobbe la piena divinità di Gesù! Ricordiamo che i Giudei, e tutti gli Apostoli poiché erano Giudei, sanno che esiste un solo Dio. Quindi, attribuire ad un uomo gli attributi di Dio era impensabile per un Giudeo. Eppure, Tommaso, senza esitazione, chiamò Gesù Dio suo. Dio aprì gli occhi di Tommaso, in modo che riconoscendo che Gesù era veramente risuscitato, riconobbe anche che Gesù è anche veramente Dio! Tommaso riconobbe la verità che chi ha visto Gesù, ha visto il Padre.

Ora, per Tommaso, tutti i miracoli che Gesù aveva compiuto avevano un chiaro senso. Ora, Tommaso capiva perché Gesù era capace di controllare il vento e le onde del mare, e capiva perché riusciva a guarire le malattie, e perfino a risuscitare i morti, e come poteva moltiplicare il pane e il pesce, e come poteva perdonare i peccati. Inoltre, Tommaso capiva perché Gesù aveva il potere, come Egli aveva annunciato loro, di deporre la propria vita per riprenderla poi. Gesù poteva fare tutto questo perché Gesù è il SIGNORE, Gesù è pienamente Dio. Ora Tommaso sapeva questo, e accoglieva Gesù come suo Dio.

Infatti, tutti gli Apostoli accolsero Gesù come Dio. È l’unico modo di accogliere Gesù. Anche oggi, solamente chi accoglie Gesù nella propria vita come Signore e Dio crede veramente in Gesù.

Chi può essere beato oggi

Consideriamo ora la risposta che Gesù diede a Tommaso a questo punto. Avremmo potuto immaginare che avrebbe detto qualcosa di molto positivo a Tommaso, visto che Tommaso Lo aveva riconosciuto come Dio. Invece, in realtà, Gesù mette in evidenza che Tommaso aveva mancato della fede che avrebbe dovuto avere. Leggiamo il v.29.

“Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:29 NRV)

Certamente, Tommaso era arrivato a comprendere una verità meravigliosa, cioè, che Gesù è pienamente divino. Però, Gesù gli fece chiaramente capire che la sua fede era stata troppo debole, e perciò, aveva mancato di una benedizione. La fede di Tommaso era una fede debole. Invece, la persona veramente beata è chi ha una fede più forte, che confida in Dio.

In realtà, tutti noi poniamo fede in altre persone, senza chiedergli prove, perché basiamo la fede nel carattere della persona stessa. Chi fra di noi non ha fede, quando un amico stretto, di fiducia, gli dice qualcosa? Se un amico stretto ti dice che c’è uno sciopero dei treni, vai alla stazione comunque per prendere il treno? Se un amico ti dice che sta per andare in centro, e che ti porterà con sé, perché sa che hai bisogno di un passaggio, esiti forse ad accettare un passaggio da lui perché non hai chiare prove che lui ti porterà veramente in centro? Se qualcuno che conosci bene ti dice che è appena stato in America, o a Milano, o in qualche altro posto, non gli credi senza chiedergli tante prove tangibili di ciò che dice? Certamente abbiamo fede in tutti questi casi, non in base alle prove, ma in base al carattere della persona che ci testimonia di qualcosa.

In realtà, abbiamo fede senza chiedere chiare prove anche in tanti altri casi. Se compri qualche cibo in un contenitore chiuso, tipo una lattina o un barattolo chiuso, non sei certo che quando aprirai il contenitore, troverai quello che è scritto sull’etichetta? Oppure, quando lo apri, dubiti finché non hai fatto fare delle analisi di laboratorio, per assicurarti che sia veramente il prodotto che è scritto sull’etichetta?

Amici, abbiamo fede in tante persone, crediamo a tante cose, e a tante persone, senza dover vedere le prove con i nostri occhi. Non credere alla parola di qualcuno senza avere le prove, è un modo di dire che non ci fidiamo della parola di quella persona. Credere qualcosa solamente dopo che abbiamo avuto tutte le prove, vuol dire non avere fede nella persona.

Allora, quando rifiutiamo di credere alle prove e alle testimonianze che Dio ci dà, e chiediamo ancora più prove prima di essere disposti a credere, stiamo offendendo Dio. Ecco perché Gesù non lodò Tommaso per la sua fede, ma piuttosto, gli spiegò che coloro che credono senza vedere saranno benedetti veramente. Beati quelli che non hanno visto, e credono. In altre parole, beati tutte quelle persone nella storia che pur non potendo vedere Gesù risuscitato fisicamente con i loro occhi, credono, per mezzo della testimonianza che Dio ci ha lasciato.

Pochi hanno visto Gesù

Quante persone hanno visto Gesù risuscitato? Dopo la risurrezione di Gesù, Egli fu visto da circa cinquecento persone, come l’Apostolo Paolo ci dichiara in 1 Corinzi 15. In questo brano, Paolo menziona che Cristo apparve anche a lui, sebbene del tempo dopo la risurrezione.

“3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto” (1 Corinzi 15:3-8 NRV)

Circa cinquecento persone hanno visto Gesù dopo la risurrezione, prima che fosse ritornato in cielo. Visto che Dio aveva predestinato Paolo ad essere un Apostolo, ed era necessario che gli apostoli fossero testimoni oculari di Gesù risorto, Gesù dopo apparve anche a Paolo. Però, da allora, Gesù è in cielo, alla destra del Padre, e sulla terra c’è lo Spirito Santo. Tutti coloro che credono in Gesù da allora fino ad oggi, devono credere in Gesù senza vederlo fisicamente.

Era necessario che gli apostoli fossero testimoni oculari del fatto che Gesù è veramente risorto, affinché per mezzo della loro testimonianza, gli uomini di tutti i secoli potessero credere in Cristo, pur senza vederLo personalmente. Infatti, oltre a quelle cinquecento persone, tutte le persone nella storia che hanno creduto in Gesù Cristo per la salvezza, hanno creduto senza vederLo personalmente.

Vediamo un chiaro esempio di questo quando Pietro parla del fatto che i credenti a cui scriveva credevano in Cristo senza averLo visto. Vi leggo 1 Pietro 1:6

“6 Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, 7 affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. 8 Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, 9 ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.” (1 Pietro 1:6-9 NRV)

Notiamo particolarmente il v.8: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa”

La fede in Cristo è una fede fondata sulla testimonianza che Dio ci ha lasciato tramite gli Apostoli. Non è fondata sull’aver visto Gesù personalmente. Quindi, beati coloro che credono senza vedere Cristo. Infatti, l’unico modo di credere è per fede, credendo alla Parola che Dio ci ha lasciato.

Ricordiamo sempre che Dio ci ha lasciato una parola sicura e chiara. Abbiamo la testimonianza degli Apostoli, e poi, alla loro testimonianza, Dio ha aggiunto anche la sua testimonianza. Leggiamo in Ebrei 2.

“1 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. 2 Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, 3 come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, 4 mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con distribuzione dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.” (Ebrei 2:1-4 NRV)

Questo brano ci aiuta a capire che per confermare la testimonianza degli Apostoli, Dio aggiungeva alle loro parole segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere, e con distribuzioni dello Spirito Santo. In altre parole, quando gli Apostoli cominciavano a predicare il Vangelo, e quindi anche la risurrezione di Gesù, Dio operava miracoli e prodigi tramite loro, per confermare che la loro parola era vera ed era da Dio. Leggiamo un esempio di questo in Atti 19, che parla del ministerio di Paolo, quando era ad Efeso.

“10 Questo durò due anni. Così tutti coloro che abitavano nell’Asia, Giudei e Greci, udirono la Parola del Signore. 11 Dio intanto faceva miracoli straordinari per mezzo di Paolo; 12 al punto che si mettevano sopra i malati dei fazzoletti e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie scomparivano e gli spiriti maligni uscivano.” (Atti 19:10-12 NRV)

Dio operava miracoli e segni anche tramite gli altri Apostoli, per aggiungere la sua testimonianza alla loro. È utile notare che dal racconto biblico, sembra chiaro che c’erano molti più miracoli proprio all’inizio della predicazione degli Apostoli, e che ben presto, non ce ne erano più. I miracoli servivano all’inizio per confermare la testimonianza degli Apostoli. Poi, una volta che il Nuovo Testamento fu scritto, non servirono più i miracoli. La prima generazione di ascoltatori aveva solamente la parola verbale degli Apostoli. Non tutti potevano conoscere gli Apostoli personalmente. Quindi, i miracoli avevano un’importanza notevole. Invece, da quando Dio ha ispirato il Nuovo Testamento, ogni generazione ha tutto quello che serve per avere fede in Cristo, leggendo le prove e le testimonianze che troviamo scritte nella Bibbia.

il senso delle parole di Gesù a Tommaso

Torniamo ora alle parole di Cristo a Tommaso. Leggiamo ancora il v.29, e poi consideriamo il loro senso.

“Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:29 NRV)

Il senso di quello che Gesù dice qua è: Tommaso, tu, essendo stato scelto come Apostolo, hai potuto vedermi. Però, hai mancato una benedizione. Tu avevi sentito dagli altri Apostoli che ero risuscitato. Hai avuto tanti testimoni oculari che ti avevano confermato di avermi visto con i loro occhi. Io ti avevo annunciato prima della croce che sarei stato risuscitato. Tu, non credendo finché non mi hai visto e mi hai toccato, rifiutando la chiara testimonianza che ti ho provveduto tramite loro, hai mancato una benedizione. Beati coloro, in tutti i secoli a venire, che pur non potendo vedermi fisicamente, crederanno, in base alla testimonianza di voi che mi avete visto, che sarà poi scritta nella Bibbia.

Come questo si applica a noi oggi

Fermiamoci a considerare come questo si applica a noi oggi. Noi abbiamo la Bibbia, quindi, noi abbiamo sotto mano la chiara testimonianza degli Apostoli di Gesù, la testimonianza della sua vita, della sua morte, e della sua risurrezione. Quella prima generazione era limitata a poter ascoltare gli Apostoli solamente quando un apostolo si trovava nel loro paese. Invece noi oggi, tramite le Scritture, possiamo leggere e rileggere la testimonianza ispirata da Dio volta dopo volta, in qualsiasi momento, tutti i giorni.

Non solo, ma abbiamo tante chiare conferme che Dio mantiene sempre la sua parola. Abbiamo parlato prima del fatto che è naturale fidarci di persone che conosciamo, quando vediamo che sono affidabili. Quanto di più possiamo fidarci totalmente di Dio.

Quando perciò ci troviamo in una situazione difficile, o una dura prova, e non sappiamo come Dio provvederà una soluzione o la sua grazia, non dobbiamo dubitare, come se fosse necessario vedere la sua cura prima di godere la sua pace. Basta credere alla chiara parola di Dio, e possiamo già godere la pace di Dio, prima ancora di sapere come Egli avrà cura di noi. Questo perché Dio ci ha dato la sua parola che Lui non ci lascerà e non ci abbandonerà. Dio ci ha dato la sua parola che Lui non permetterà che siamo provati oltre le nostre forze. Abbiamo la chiara promessa che tutte le cose cooperano per il bene di coloro che amano Dio. Abbiamo la promessa che Dio ha iniziato un’opera in noi, e la porterà a compimento. Abbiamo tante altre preziose promesse.

Avendo tutte queste promesse, non pecchiamo come Tommaso, dubitando di Dio, rifiutando la sua pace finché non vediamo la sua cura con i nostri occhi. Invece, viviamo per fede, fede che Dio mantiene sempre la sua parola, e sa quello che sta facendo in noi.

Ricordiamo come Tommaso si sentì inutilmente miserabile per una settimana, perché aveva rifiutato di credere la chiara testimonianza degli altri Apostoli. Ogni volta che noi rifiutiamo di credere al chiaro insegnamento della Bibbia, ogni volta che non ci fidiamo di Dio, manchiamo la gioia e la pace di Dio inutilmente. Quanta sofferenza inutile abbiamo. Dio ci offre così tante benedizioni, ma molto spesso, le manchiamo perché la nostra fede è debole. Camminiamo per fede! Impariamo dallo sbaglio di Tommaso. Accettiamo la testimonianza che Dio ci ha già dato, nel nostro caso, nella Bibbia. Non restiamo nel dubbio, ponendo le nostre condizioni prima di credere. Facciamo parte anche noi di quei credenti beati, che credono alla Parola di Dio, senza vedere, fidandoci della fedeltà di Dio. Dio è fedele, e mantiene sempre la sua Parola. Grazie a Dio per un Dio così!