Aiuto Biblico

Era necessario

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 18 dicembre, 2011 ---- cmd ag -----
Parole chiave: salvezza, morte di Gesù Cristo, giudizio, eternità, libro della vita.

Audio:

Perché è venuto Gesù? Perché è morto sulla croce? Perché era necessario sia la sua morte che la sua risurrezione? Cosa c'entra con te?

Gesù Cristo è Dio incarnato. Da secoli, Dio aveva annunciato che sarebbe venuto in forma umana. Però, gli uomini non avevano capito le profezie. Per esempio, in Isaia 35:4-6 leggiamo:

“4 dite a quelli che hanno il cuore smarrito: "siate forti, non temete!". ecco il vostro DIO verrà con la vendetta e la retribuzione di DIO; verrà egli stesso a salvarvi. 5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi; 6 allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine.” (Isa 35:4-6 LND)

Quando Gesù era sulla terra, dal giorno del suo battesimo ha iniziato a manifestarsi come il Cristo. Però, per molto tempo, le persone, e perfino i suoi discepoli, non capivano che Gesù era il Cristo.

Perciò, fu un giorno molto, molto importante, quando finalmente gli occhi dei discepoli furono aperti da Dio, e riconobbero che Gesù, il loro Maestro, è il Cristo. Leggiamo di questo in Matteo 16.

“13 poi Gesù, giunto dalle parti di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "chi dicono gli uomini che io, il figlio dell’uomo, sia?". 14 Ed essi dissero: "alcuni, Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia, o uno dei profeti". 15 egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia?". 16 E Simon Pietro, rispondendo, disse: "tu sei il Cristo, il figlio del dio vivente". 17 E Gesù, rispondendo, gli disse: "tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il padre mio che è nei cieli. 18 Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere. 19 Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli," 20 allora egli ordinò ai suoi discepoli di non dire ad alcuno che egli era Gesù, il Cristo.” (Mat 16:13-20 LND)

Serviva un'opera di Dio in loro affinché riconoscessero che Gesù era il Cristo. Riconoscere veramente che Gesù è il Cristo è la base della salvezza.

Potremmo pensare che noi tutti sappiamo che Gesù è il Cristo, infatti, il nome che usiamo per indicarlo è Gesù Cristo, quasi come se fosse il cognome.

Però, in realtà, nonostante che conosciamo la parola “Cristo” come un nome di Gesù, anche noi abbiamo bisogno di un'opera di Dio affinché siamo capaci di veramente riconoscere Gesù Cristo come il Cristo, Colui che può salvarci. Veramente capire che Gesù è il Cristo vuol dire capire che siamo perduti, e vuol dire capire che l'unica possibilità di salvezza è quella che solo il Cristo può fare per noi. Riconoscere che Gesù è il Cristo vuol dire riconoscerLo come l'Unico che può salvarci.

Per mezzo di un'opera di Dio, quel giorno, i discepoli riconobbero Gesù come il Cristo.

Solo allora furono pronti per capire qual era la vera missione del Cristo. Leggiamo ciò che Gesù iniziò ad insegnare loro quel giorno.

“20 allora egli ordinò ai suoi discepoli di non dire ad alcuno che egli era Gesù, il Cristo. 21 Da quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario per lui andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e risuscitare il terzo giorno.” (Mat 16:20-21 LND)

Notate la parola “necessario”. Dopo che i discepoli avevano capito che Gesù è il Cristo, Egli cominciò ad insegnare loro che era necessario per lui di andare a Gerusalemme, era necessario per lui di soffrire nelle mani degli uomini malvagi, e poi, il terzo giorno, di risuscitare.

Andando avanti nei Vangeli, vediamo che Gesù continuava ad insegnare questa verità ai discepoli, qui in Matteo 16 per la prima volta. Troviamo questo insegnamento ancora in Matteo 17, e poi in Matteo 20.

“22 ora, mentre essi s’intrattenevano nella Galilea, Gesù disse loro: "il figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini, 23 ed essi l’uccideranno; ma il terzo giorno egli risusciterà". ed essi ne furono grandemente contristati.” (Mat 17:22-23 LND)

Gesù continuava ad annunciare ai discepoli del fatto che Egli doveva essere ucciso e poi risuscitare. Leggo ora da Matteo 20:

“17 poi, mentre Gesù saliva a Gerusalemme, strada facendo, prese in disparte i dodici discepoli e disse loro: 18 "ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il figlio dell’uomo sarà dato in mano dei capi dei sacerdoti e degli scribi, ed essi lo condanneranno a morte. 19 lo consegneranno poi nelle mani dei gentili perché sia schernito, flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno egli risusciterà".” (Mat 20:17-19 LND)

Vediamo ripetutamente questo stesso discorso. E ora leggo da Matteo 26, poco prima della croce:

“voi sapete che fra due giorni è la pasqua, e il figlio dell’uomo sarà consegnato per esser crocifisso.” (Mat 26:2 LND)

In Luca 17, Gesù insegna ai suoi discepoli del suo ritorno in gloria, e dichiara che era necessario che prima di ritornare al mondo gloriosamente, doveva soffrire e poi risuscitare. Leggo Luca 17:22-25.

“22 poi disse ai suoi discepoli: "verranno i giorni in cui desidererete vedere uno dei giorni del figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 23 E vi si dirà: "eccolo qui" o: "eccolo là" non vi andate e non li seguite. 24 Perché come il lampo che, guizzando da una estremità all’altra del cielo, illumina ogni cosa, così sarà anche il figlio dell’uomo nel suo giorno. 25 Ma prima è necessario che egli soffra molte cose e sia rigettato da questa generazione.” (Luca 17:22-25 LND)

Questa realtà, ancora futura nel momento in cui Gesù l'aveva annunciata, parla della assoluta necessità per Gesù di andare alla croce, e poi, di risuscitare.

Vogliamo considerare il motivo per cui era necessario per Gesù Cristo di morire e risuscitare. Però, leggiamo prima qualche altro brano.

Finora, abbiamo letto brani che erano tutti delle dichiarazioni fatte prima della croce. Iniziamo a leggere ciò che è successo subito dopo la croce, precisamente, il terzo giorno dopo la sua morte, che era la domenica, il giorno in cui Gesù Cristo risuscitò.

Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, all'inizio, i discepoli dubitavano la testimonianza delle donne che erano state alla tomba, che raccontavano che l'angelo aveva dichiarato che Gesù era risorto, come Gesù aveva insegnato loro. Leggiamo da Luca 24:

Le donne alla tomba: Luca 24:1-8

“1 ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del signore Gesù. 4 E, mentre erano grandemente perplesse a questo riguardo, ecco presentarsi loro due uomini in vesti sfolgoranti. 5 ora, essendo esse impaurite e tenendo la faccia chinata a terra, quelli dissero loro: "perché cercate il vivente tra i morti? 6 egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, 7 dicendo che il figlio dell’uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno". 8 ed esse si ricordarono delle sue parole.” (Luca 24:1-8 LND)

Notate che l'angelo stava ricordando alle donne le parole che Gesù aveva dichiarato tempo prima ai discepoli, ovvero, che era necessario che Lui fosse crocifisso e poi che resuscitasse. Doveva essere così!

I discepoli dubitano: Luca 24:9-12

Le donne tornarono dalla tomba, raccontando ai discepoli ciò che era accaduto. Nonostante il fatto che Gesù avesse preannunciato quello che sarebbe successo, i discepoli dubitarono:

“9 al loro ritorno dal sepolcro, raccontarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10 or quelle che riferirono queste cose agli apostoli erano Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro. 11 ma queste parole parvero loro come un’assurdità; ed essi non credettero loro. 12 Pietro tuttavia, alzatosi, corse al sepolcro e, chinatosi a guardare, non vide altro che le lenzuola che giacevano da sole, poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé di quanto era accaduto.” (Lu 24:9-12 LND)

Sulla strada per Emmaus: Luca 24:13-27

Più tardi quel giorno, la domenica, due discepoli stavano camminando da Gerusalemme ad Emmaus, che dista circa 11 chilometri. Durante il cammino, Gesù, risuscitato, si avvicinò e camminò con loro. I discepoli non lo riconoscevano. Leggo questo brano. Notate che anche qua, Gesù insegna che era necessario che il Figlio dell'uomo fosse crocifisso e poi risuscitasse. Leggiamo dal v.13 a 27.

“13 In quello stesso giorno, due di loro se ne andavano verso un villaggio, di nome Emmaus, distante sessanta stadi da Gerusalemme. 14 Ed essi parlavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15 Or avvenne che, mentre parlavano e discorrevano insieme, Gesù stesso si accostò e si mise a camminare con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo. 17 Egli disse loro: "che discorsi sono questi che vi scambiate l’un l’altro, cammin facendo? E perché siete mesti?". 18 E uno di loro, di nome Cleopa, rispondendo, gli disse: "sei tu l’unico forestiero in Gerusalemme, che non conosca le cose che vi sono accadute in questi giorni?". 19 Ed egli disse loro: "quali?". essi gli dissero: "le cose di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e parole davanti a dio e davanti a tutto il popolo. 20 E come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno consegnato per essere condannato a morte e l’hanno crocifisso 21 Or noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto questo, siamo già al terzo giorno da quando sono avvenute queste cose. 22 Ma anche alcune donne tra di noi ci hanno fatto stupire perché, essendo andate di buon mattino al sepolcro, 23 e non avendo trovato il suo corpo, sono tornate dicendo di aver avuto una visione di angeli, i quali dicono che egli vive. 24 E alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato le cose come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto".
25 Allora egli disse loro: "O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! 26 non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?". 27 E cominciando da Mosé e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.” (Lu 24:13-27 LND)

Avete notato quello che Gesù dichiara loro: “Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?” ? Gesù riprese i discepoli per la loro durezza, perché non avevano creduto a ciò che Egli aveva dichiarato prima della croce.

La morte e poi la risurrezione di Gesù Cristo erano necessarie.

Dopo, in Atti, notiamo l'insegnamento di Paolo, quando andava nelle sinagoghe. Che cosa insegnava? Usando quello che noi chiamiamo l'Antico Testamento, Paolo dimostrava che era necessario che il Cristo soffrisse, e poi che entrasse nella sua gloria, ovvero, che resuscitasse. Leggo da Atti 17:1-3.

“1 Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era la sinagoga dei Giudei. 2 E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti tratti dalle Scritture, 3 dichiarando e dimostrando loro, che era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti, e dicendo: "questo Gesù che vi annunzio è il Cristo".” (Atti 17:1-3 LND)

Quindi, ripetutamente vediamo questa stessa dichiarazione: era necessario per il Cristo di soffrire, morire, e poi risuscitare.

Perché era necessario, e che cosa c'entra con te e con me?

La nostra condizione

Noi viviamo tanto presi dalla nostra vita quotidiana. C'è molto di bello in questa vita, e poi, ci sono anche tanti problemi e difficoltà.

Spesso, con il mondo che ci circonda, è difficile ricordare le verità infinitamente più grandi di ciò che ci circonda. È difficile ricordarsi dell'eternità.

Vediamo un parallelo di questa realtà nella vita quotidiana. Molto spesso, i bambini e i ragazzi hanno difficoltà di capire l'importanza di impegnarsi a scuola e in altri campi in cui dovrebbero prepararsi per la vita. A loro sembra molto più importante ciò che vedono davanti a loro oggi. Il domani sembra lontano e poco importante. Invece, per chi è già un adulto, è molto più facile capire che ciò che viene dopo è più importante di quanto lo sono i piaceri che attirano il bambino.

Perciò, come un bambino cresce, e diventa adulto, e i pochi anni dell'infanzia diventano un vago ricordo, similmente, ma molto di più, i pochi anni della vita su questa terra passeranno molto presto, e poi, ci troveremo davanti a Dio, al giudizio. Da lì, o entreremo nella presenza di Dio per stare con Lui in gioia per tutta l'eternità, oppure, entreremo nel tormento del lago di fuoco, un tormento che sarà giorno e notte nei secoli dei secoli.

Sappiamo tutto questo intellettualmente, ma quanto spesso dimentichiamo che davanti a noi c'è il giudizio, come l'Apostolo Paolo annuncia ad Atene in Atti 17:

“30 ma ora, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. 31 poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti".” (At 17:30-31 LND)

Il giudizio sta arrivando! Dopo, ci sarà l'eternità!

Alla luce dell'eternità, questa vita è come i pochi giorni che un neonato trascorre in ospedale, prima di andare a casa per iniziare la vita in famiglia. Importa ben poco com'è l'ambiente in ospedale. Importa come sarà la famiglia in cui andrà a vivere. Se il piccolo entrerà a fare parte di una famiglia piena di amore e bontà, sarà bello. Se invece avrà una famiglia piena di odio e cattiveria, sarà brutto.

Quei pochi giorni in ospedale all'inizio della vita non sono nulla in confronto con la vita che segue.

Ed è così, ma in senso infinitamente più grande, il confronto fra i pochi anni di questa vita e l'eternità. Noi abbiamo davanti a noi l'eternità. O possiamo passarla nel tormento, nel lago di fuoco, o possiamo passarla nella gioia, alla presenza di Dio.

E ora arriviamo al motivo per cui era proprio necessario che Gesù Cristo soffrisse, morisse e poi resuscitasse. Era necessario per TE, per poter offrirti la salvezza eterna, anziché il tormento eterno.

Il metro di Dio

Abbiamo già detto che è stabilito che tutti gli uomini saranno giudicati. Questa è una della verità che si ripete più volte nella Bibbia.

Quale sarà il metro che Dio userà per giudicarci?

Al giudizio, ognuno sarà giudicato in base a ciò che ha fatto, in base alle opere che ha fatto durante la vita in questa terra, misurando tutto con la perfetta santità di Dio. Leggiamo di questo giudizio in Apocalisse 20:11-15. Notate che per le opere, nessuno verrà salvato.

“11 poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri secondo le loro opere. 13 E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 14 poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. questa è la morte seconda. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apocalisse 20:11-15 LND)

Avete notato che per quanto riguardano le opere che ognuno ha fatto, tutti quanti vengono condannati? Solamente chi è scritto nel libro della vita verrà salvato. Quindi, tutti sono condannati per quanto riguarda le opere. La salvezza dipende dall'essere scritto nel libro della vita.

Nessuno salvato per le opere

Se conosci la Bibbia, sai molto bene che nessuno sarà salvato per le opere. Per mezzo delle opere, siamo tutti colpevoli. Il minimo peccato è sufficiente per condannarti al tormento eterno. Nessuno sarà salvato per mezzo delle opere, ovvero, per mezzo dell'ubbidienza a Dio.

Dio non confronta uomo con uomo, salvando i più buoni. Dio ci confronta con la sua santità, e con la legge di Dio. Qualsiasi peccato ci renderà colpevoli. E perciò, per mezzo delle opere, siamo tutti sotto condanna. Leggo da Romani 3:

“19 or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di dio, 20 perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato.” (Rom 3:19-20 LND)

C'è anche Galati 2:15,16 e Efesini 2:8,9

Da Giacomo 2:10 impariamo che anche un peccato ci rende colpevoli.

“10 chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti. 11 Difatti, colui che ha detto: "non commettere adulterio," ha anche detto: "non uccidere". per cui se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge.” (Giacomo 2:10-11 LND)

Abbiamo già visto in Apocalisse 20 che gli unici che non vengono mandati al lago di fuoco sono coloro che sono scritti nel libro della vita.

Ora arriviamo a capire il motivo per cui era necessario che Gesù Cristo morisse e resuscitasse. Serviva perché di natura, ogni uomo è un peccatore, ogni uomo è colpevole davanti a Dio. Ognuno di noi merita la condanna eterna. Le nostre buone opere non tolgono la condanna dovuta ai nostri tanti peccati.

Nei libri in cielo, sono scritti tutti i peccati di ognuno di noi. A causa di ciò che è scritto nei libri delle nostre opere, siamo tutti condannati.

Era necessario che Cristo morisse e resuscitasse per poter offrire la salvezza agli uomini peccatori. Solamente così potevamo essere salvati. Solo così potevamo evitare il tormento eterno nel lago di fuoco. Solo così possiamo entrare nella presenza di Dio per gioire per tutta l'eternità.

Solamente con il sacrificio di Gesù al posto di uomini peccatori Dio poteva offrire la salvezza.

Dio è santo, e Dio è giusto, e deve assolutamente punire i peccati degli uomini. Visto che ogni uomo è un peccatore, è impossibile per qualsiasi uomo di essere salvato per le proprie opere, ovvero, per il proprio merito.

Serviva un sostituto, uno perfetto che poteva subire l'ira di Dio al posto dell'uomo peccatore.

Visto che nel piano di Dio Egli aveva stabilito di salvare degli uomini, allora, era necessario che il Cristo morisse e resuscitasse. Era necessario, perché solo così l'uomo potrebbe essere salvato.

La morte e la risurrezione di Gesù erano necessarie per poter offrire a TE e a me la salvezza. Non esiste alcun'altra via che può salvarci.

Il salario del peccato è la morte, che è la separazione da Dio.

SOLAMENTE la morte di Gesù, al posto della tua, potrebbe salvarti dal tormento eterno.

Grazie a Dio che Gesù, il Cristo, era disposto a subire l'ira di Dio per salvare uomini peccatori.

Se tu riconosci i tuoi peccati, e credi veramente nell'opera di Cristo sulla croce per te, allora, la tua condanna viene pagata da Cristo, e tu sarai giustificato e salvato in Cristo. Gesù è morto e risorto per salvare.

Cosa cambia capendo questo?

Capire questo, e tenere in mente che questa vita è un vapore, e che dopo ci sarà tutta l'eternità, cambia il modo in cui viviamo la vita in questa terra.

Se tu hai ricevuto la salvezza in Gesù Cristo, se la sua morte e risurrezione valgono per te, allora, puoi capire che tutti i pesi e le difficoltà di questa vita sono di poca importanza, e poco peso, a confronto con l'eterno peso di gloria che ti aspetta. L'Apostolo Paolo sapeva queste verità molto bene. Ricordate che Paolo aveva subito terribili sofferenze. Aveva subito molte ingiustizie, era stato ferito e battuto più volte per il Vangelo. Conosceva la fame e la nudità, conosceva il pericolo. Fu odiato, e più volte gli uomini hanno cercato di ucciderlo.

Alla luce di tutta questa sofferenza, notate quello che egli dichiara in 2Corinzi 4, ricordando l'eredità con Dio che attende chi è stato salvato per mezzo della morte e della risurrezione di Gesù Cristo.

“16 perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; 18 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2Corinzi 4:16-18 LND)

Certamente le sofferenze sono difficili, però, se teniamo in mente l'eterno peso di gloria che sta per arrivare, possiamo vedere le sofferenze e le difficoltà in un'altra luce.

Un aiuto nelle difficoltà

Infatti, se confrontiamo i nostri pesi e problemi attuali con la sofferenza del lago di fuoco, sofferenza che era nostra, ma che è stata tolta da Cristo, e se poi confrontiamo i pesi temporanei di oggi con la gloria che ci aspetta per tutta l'eternità, allora, possiamo capire che i pesi che abbiamo sono in realtà leggeri e brevi.

Alla luce di questo, valutiamo i nostri pesi.

Spesso, abbiamo dei pesi legati ad altre persone. Però, tutti moriranno, noi compresi, e perciò, è garantito che i problemi con gli altri passeranno.

Forse per te, un peso che hai è un lavoro stressante, o la scuola che è stressante. Anche questo passerà, e non solo, chi ha Gesù Cristo, ha la promessa che Dio non lo lascerà e non lo abbandonerà.

Forse soffri la solitudine, perché non hai rapporti profondi con altri. Grazie a Dio, anche questo passerà. Però, nel frattempo, ti incoraggio a pregare di poter essere una benedizione per qualcuno altro che è abbattuto. Tu che hai Gesù Cristo, prega di poter essere uno strumento di benedizione per gli altri.

Una difficoltà che spesso accade mentre siamo in questo corpo di carne sono i dolori fisici. Quando l'apostolo Paolo aveva terribili dolori, e pregò tre volte a Dio di togliergli quei dolori, la risposta di Cristo, che troviamo in 2Corinzi 12, è una grande verità, che vale per noi:

“8 A questo riguardo ho pregato tre volte il signore che lo allontanasse da me. 9 ma egli mi ha detto: "la mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza". perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.” (2Corinzi 12:8-10 LND)

In Cristo, possiamo trovare la grazia di gioire nei nostri dolori, trovando in Cristo la nostra forza.

Qualsiasi sia il tuo problema o la tua difficoltà, ricordati che è temporanea, e che per mezzo di Gesù Cristo, hai davanti a te la vita eterna.

Questo perché Gesù Cristo ha fatto ciò che era necessario per darci il perdono e la vera vita eterna in cielo.

Rallegratevi

Cosa ti fa rallegrare? Il motivo di gioia più grande, che nessun problema può togliere, è il fatto di avere il tuo nome scritto nel libro della vita in cielo. È il motivo per gioire più grande di qualsiasi benedizione sulla terra.

Quando Gesù era sulla terra, mandò i settanta discepoli a predicare e a compiere miracoli e diede loro il potere di compiere miracoli. Quando tornarono da Gesù, si rallegrarono molto per i miracoli che avevano potuto compiere.

Certamente, era un immenso privilegio poter compiere miracoli. Però, Gesù spiegò loro che dovevano rallegrarsi per qualcosa di molto più grande. Leggiamo le parole di Gesù rivolte ai discepoli in Luca 10:

“17 Or i settanta tornarono con allegrezza, dicendo: "Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel nome tuo". 18 Ed egli disse loro: "io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico, e nulla potrà farvi del male. 20 Tuttavia non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli".” (Luca 10:17-20 LND)

La benedizione più grande, quella che supera qualunque benedizione sulla terra, è di avere il tuo nome scritto nei cieli.

Per rendere questo possibile, era necessario che Gesù, il Cristo, morisse sulla croce, subendo l'ira di Dio che doveva cadere su tutti coloro che sarebbero stati salvati. Poi doveva anche risuscitare. Egli ha fatto tutto questo, per poterti offrire la salvezza eterna.

Ora, se tu già hai questa salvezza, non sprecare la tua vita, aggravandoti a causa dei problemi che hai oggi, quando ben presto saranno tutti dimenticati per sempre. Guarda in avanti! Rallegrati nella fatto che il tuo nome è scritto nel libro della vita. Trova grande gioia in questo!

Se invece NON hai Gesù Cristo come il tuo Salvatore e Signore, non rimandare! Oggi è il giorno della salvezza. Non lasciarti ingannare, nulla importa quanto la tua salvezza eterna. Ravvediti, e credi in Gesù Cristo. Allora, la sua morte sarà anche per te.