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Venite a Me - Matteo 11:28-30

filename: 40-11-28.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su Matteo 11:28-30 Venite a me; per RO, di Marco deFelice, per domenica, 30 novembre, 2003

Affaticati e oppressi

Avete mai pensato alle persone che vivono in condizioni di grande afflizione, che sono affaticate e oppresse? Vi fermate mai a pensare alla situazioni dei Giudei, quando erano schiavi in Egitto, sotto il terribile giogo della schiavitù, maltrattati? Erano molto affaticati, ed erano oppressi. Però, non era così solo secoli fa. Anche oggi, in tanti posti nel mondo, ci sono persone affaticate e oppresse, per esempio, ci sono posti in cui le persone lavorano lunghe ore, per pochissimi soldi, e non hanno alternative. Ricordiamo che circa metà delle persone nel mondo vivono con meno di un euro al giorno! Quello che noi potremmo spendere in un serata di divertimento, potrebbe portare avanti una famiglia per un mese. Quando uno nasce e cresce in un posto così, ha per la sua vita e per la sua famiglia gli stessi desideri che abbiamo noi, però, la sua situazione non gli permette di adempiere i suoi desideri. Rimane affaticato e oppresso per tutta la vita.

Però, essere affaticato e oppresso non è limitato solamente alla fatica fisica e all’oppressione economica. Anzi, per quanto quello sia un giogo pesante, esiste una fatica molto peggiore, e un’oppressione molto più terribile, che non è limitata ai luoghi con problemi economici.

Sto parlando della fatica e dell’oppressione che vengono dal peso dell’ansia, e della paura, e del senso di colpa, e dalle preoccupazioni, incertezze e dubbi. Tutte queste cose sono legate al peccato.

Avere queste cose nella vita la rende molto pesante, e porta afflizione al cuore. Non si può avere vera pace, non c’è riposo per l’anima, quando uno è oppresso da queste cose.

Vivere così vuol dire che anche se si riesce ad avere tutte le cose materiali che si cercano, comunque, si sta male, perché il cuore non è tranquillo.

Dove possiamo trovare il riposo per l’anima affaticata e oppressa? La nostra tendenza naturale è di buttarci in tante cose superficiali, che non danno il riposo che serve. Consideriamo l’unica fonte dalla quale possiamo trovare vero riposo.

Venite a me (Gesù Cristo)

L’unica vera soluzione di questo problema è di venire a Gesù Cristo. Leggiamo Matteo 11:28-30

28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; 30 poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».” (Matteo 11:28-30 NRV)

Consideriamo ogni parte di questo brano, per capire l’offerta di Gesù. Vogliamo considerare cosa vuol dire venire veramente a Gesù, e poi vogliamo considerare come è il riposo che Egli dà a coloro che vengono a Lui.

Venite a Me

Non solo in questo brano Gesù invita le persone a venire a Lui. Leggiamo qualche brano in cui Gesù rivolge questo invito alle persone.

E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini».” (Matteo 4:19 NRV)

Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi».” (Matteo 19:21 NRV)

Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva.” (Giovanni 7:37 NRV)

Che cosa intende Gesù con le parole “venite a me”? Comprendiamo il senso di venire a Gesù da Giovanni 6:35:

Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.” (Giovanni 6:35 NRV)

Venire a Gesù vuol dire credere veramente in Gesù. La Bibbia è chiara nell’affermare che credere in Gesù è molto di più del solo credere in modo intellettuale. Credere in Gesù, e quindi, venire a Gesù, vuol dire porre la propria fiducia in Lui, vuol dire confidare in Lui, vuol dire abbandonare le altre speranze, e fare di LUI la tua speranza.

Infatti, in Giovanni 6, Gesù fa un paragone fra il credere e il mangiare, perché mangiare qualcosa è molto più che limitarsi a tenerla in bocca. Vuol dire assimilarla completamente, farla diventare totalmente parte di te. Similmente, credere in Gesù vuol dire confidare totalmente in Lui, porre tutta la fede in Lui.

Gesù ci chiama a venire a LUI, non alla religione, non alla dottrina, non alla Chiesa. Bisogna venire a Lui. Gesù stesso deve essere l’oggetto della fede.

Dobbiamo anche capire che l’atto di venire a Gesù implica, necessariamente, lasciare qualcos’altro. In termini geografici, quando vengo in un luogo, devo prima lasciare il luogo dove ero prima. Pensando alla fede, quando uno pone tutta la sua fede in Gesù, deve smettere di confidare in quello che prima era l’oggetto della sua fede. Ogni persona pone la propria fede in qualcosa, forse nella religione, forse nei soldi, spesso in se stesso. Venire a Gesù vuol dire abbandonare la fede che uno aveva prima.

Quando Gesù era sulla terra, chiamava gli uomini a seguirLo letteralmente, per diventare veri discepoli. Dovevano letteralmente abbandonare la loro vita di prima, e porre la fede in Lui. Oggi, seguire Gesù è un atto di cuore, ma non è meno drastico che seguirLo fisicamente.

Quindi, quando Gesù parla di venire a Lui, parla di abbandonare quello che prima era l’oggetto della nostra fede, e di venire proprio a Lui, di tutto cuore, aggrappandoci totalmente a Lui.

Chi può venire a Gesù?

Gesù dichiara: Venite a me. È giusto chiederci: Chi può venire a Gesù? Egli dichiara: “28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.

Gesù invita tutti a venire da Lui, ovvero, invita tutti a porre la propria fede in Lui. Notiamo però che l’invito è per coloro che sono affaticati e oppressi. In Giovanni 7, Gesù dichiara: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva.” (Giovanni 7:37 NRV)

L’offerta di venire a Gesù è per coloro che sanno di essere affaticati e oppressi, per coloro che sanno di avere sete, e sanno di poter trovare in Gesù l’acqua viva.

Gesù dichiara, più volte: “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento».” (Luca 5:32 NRV)

La Bibbia dichiara molto chiaramente che tutti, nessuno escluso, sono peccatori, però, non tutti si riconoscono come veri peccatori. Non tutti hanno sete di Gesù. Non tutti sentono il peso dei loro peccati, e quindi, non si sentono oppressi.

Quindi, l’invito di Gesù è per coloro che veramente sentono il peso del loro peccato, e hanno sete di Gesù, riconoscendo in Lui l’unico Salvatore. Queste sono le persone che sono invitate a venire a Gesù.

Vi darò Riposo

Che cosa succede quando una persona viene di cuore a Gesù? Quando una persona che è oppressa del peso del proprio peccato viene a Cristo, che cosa riceve da Cristo? Leggiamo ancora il brano.

28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;” (Matteo 11:28-29 NRV)

Chi viene a Gesù di cuore, troverà riposo. Riceverà vero riposo da Cristo. Questo riposo è una cosa meravigliosa, che non si può trovare tranne che in Cristo. Solamente il riposo di Cristo può dare pace al cuore affaticato e oppresso. Ho altro da dire su questo riposo, ma per ora, andiamo avanti con il brano per capire meglio il senso di venire a Gesù.

Prendete il mio giogo

Come tanti altri brani, dobbiamo leggere più di un versetto per capire correttamente il brano. Il v.29 ci aiuta a capire meglio il senso del v.28, cioè, ci spiega meglio che cosa vuol dire venire a Gesù.

Leggiamo ancora questi versetti.

28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;” (Matteo 11:28-29 NRV)

Per ricevere il riposo che Gesù offre, bisogna deve venire a Gesù; questo vuol dire anche prendere su di sé il giogo di Gesù, e imparare da Lui.

Tante persone dicono di credere in Gesù, ma in realtà, non hanno mai preso il suo giogo, e non imparano da Lui. Quindi, consideriamo il senso di questa dichiarazione.

Tante persone giovani oggi non hanno mai visto un giogo, e non sanno bene cosa sia. Un giogo è una trave sagomata di legno, che si mette sul collo di un bue, o di due buoi, per attaccarli al carro o all’aratro.

Se un giogo è fatto bene, distribuisce bene il peso, ed il carro è leggero da portare. Se invece è fatto male, o è attaccato ad un carro troppo pesante, è molto pesante da portare, e può anche far molto male alle spalle.

Prendere su di sé il giogo di qualcuno vuol dire sottomettersi totalmente a quella persona. Chi porta il giogo si sottomette al padrone di quel giogo. Chi viene a Gesù, deve vedere in Gesù l’unico Salvatore, e l’unico Signore. Perciò, venire veramente a Gesù vuol dire prendere Gesù come Signore della propria vita.

Non si può venire a Gesù senza prendere su di sé il suo giogo. Notiamo le parole di Gesù in Giovanni 10:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono;” (Giovanni 10:27 NRV)

Le vere pecore di Gesù ascoltano Lui e lo seguono. Vanno dove Egli le dirige. Lo ascoltano attentamente per capire qual è la sua volontà, e poi, camminano in base alla sua guida.

Ci sono tante persone che si dichiarano pecore di Gesù Cristo, però, non ascoltano e non seguono Gesù, oppure, Lo ascoltano, ma non Lo seguono. Secondo la parole di Gesù, queste persone non sono vere pecore. Non hanno veramente preso su di loro il giogo di Cristo, e non imparano da Lui. Non sono veramente venuti a Gesù. E non avranno il vero riposo di Gesù.

imparate da me, perché sono mansueto e umile

Una parte del prendere il giogo di Cristo è di imparare da Lui. Gesù cerca discepoli, persone che diventano come pecore, che Lo ascoltano attentamente, e che poi Lo seguono in tutto quello che dice.

Quando uno viene a Gesù, Lo ascolta, e impara da Lui. Gesù ci invita ad imparare da Lui, perché Gesù è mansueto e umile di cuore.

La parola “mansueto” è un concetto che è poco compreso oggi. Il concetto biblico di mansuetudine descrive lo stato d’animo di uno che sta soffrendo, però non è ansioso, non è scontento, non ha rancore, ma piuttosto, è tranquillo, gioioso, e accetta senza lamentarsi la propria sofferenza, perché confida completamente in Dio.

La mansuetudine di una persona è soprattutto nei riguardi di quelli che causano la sua sofferenza. Se pensiamo a Cristo quando fu maltrattato e oltraggiato, e poi crocifisso, Gesù rimase tranquillo e accettò senza lamentarsi tutta la sua sofferenza, senza avere il minimo rancore verso coloro che Lo trattarono in modo così terribile.

La mansuetudine vera è impossibile da avere, se non è fondata sulla fede in Dio, una fede che sa per certo che Dio ha pienamente il controllo, e che Egli fa cooperare tutto per il bene dei suoi figli.

Venire a Gesù vuol dire confidare in Gesù. Per imparare come fare questo, abbiamo il Suo stesso esempio, perché Egli è mansueto e umile di cuore. Nella sofferenza più terribile, Egli è rimasto umile. Non rendeva oltraggio per oltraggio. Avere veramente fede in Cristo Gesù, che fa parte del venire a Cristo, vuol dire imparare dal suo esempio di essere mansueto e umile di cuore.

il suo giogo è dolce

Prima di parlare dei meravigliosi benefici per chi viene a Gesù, consideriamo ancora il giogo. Leggiamo i vv. 29-30.

29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; 30 poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».” (Matteo 11:29-30 NRV)

Il giogo di Gesù è un giogo dolce, e il suo carico è leggero.

Si potrebbe pensare che qualsiasi giogo è pesante, e la cosa migliore sarebbe quella di essere senza nessun giogo. Dobbiamo capire invece che ogni persona è sotto un giogo: o il giogo del peccato, o il giogo di Cristo. Leggiamo alcuni brani che parlano del giogo, anzi della schiavitù, del peccato.

Colossesi 1:13 Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio.

promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.” (2 Pietro 2:19 NRV)

Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato.” (Giovanni 8:34 NRV)

Quindi, nessuno è senza giogo. O si ha addosso il giogo del peccato, e si è schiavo del peccato, e il peccato è il padrone, oppure, si ha addosso il giogo di Cristo, e Cristo è il proprio Signore. Che Dio ci aiuti a capire questa verità!

Però, che differenza fra l’avere Cristo come Padrone, e avere invece il peccato come padrone. Il peccato è un padrone malvagio, senza pietà, che cerca il male di coloro che sono sotto il suo controllo. Il giogo del peccato è un giogo pesante e duro. Il peccato promette belle cose, ma sono solo un inganno il cui fine è quello di distruggere la persona.

In contrasto, come Padrone, Gesù Cristo ama e cura coloro che portano il suo giogo. Il giogo di Gesù è dolce, anziché duro, e il suo carico è leggero, anziché pesante. Il giogo è dolce, perché è fatto con amore, per adattarsi perfettamente alle nostre spalle. Il carico è leggero, perché Dio non permette che siamo provati oltre le nostre forze, e non permette alcun peso che non è per il nostro bene. Infatti, quando uno viene a Gesù e prende su di sé il suo giogo, Dio opera in modo che tutte le cose cooperano per il bene eterno di quella persona.

Quando uno viene a Gesù, e prende su di sé il giogo di Cristo, quella persona viene liberata dal giogo del peccato, e dal potere delle tenebre. Leggiamo di questo in Colossesi 1:13.

13 Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. (Colossesi 1:13 NRV)

Chi non viene a Cristo resta schiavo del potere delle tenebre. Ha addosso uno giogo di condanna eterna, ed è schiavo del suo peccato. Quando una persona viene a Cristo, viene liberato da tutto questo, la sua condanna viene perdonata, e diventa un figlio amato di Dio.

Quindi, venire veramente a Cristo vuol dire abbandonare tutto quello in cui si poneva la propria fede, per porre la fede totalmente in Cristo. Vuol dire prendere su di sé il giogo di Cristo, che vuol dire accettare Cristo come Padrone della propria vita. Le vere pecore ascoltano Gesù, e lo seguono, ovunque Egli le guida. Seguire veramente Gesù vuol dire seguirLo giorno per giorno, in ogni campo della vita.

il riposo di Cristo

Fermiamoci qui, e ricordiamo che abbiamo iniziato questo sermone parlando di come le difficoltà della vita, ma soprattutto il peso del peccato, portano ad essere affaticati e oppressi. Il peccato rende pesante la vita per tutti, ma quando Dio apre gli occhi di una persona in modo che cominci a capire la propria situazione spirituale, allora, il peso del peccato diventa insopportabile.

L’unica cura e liberazione da questo peso e da questa oppressione è Gesù Cristo. Per ricevere questa liberazione, bisogna venire a Gesù, ovvero, bisogna lasciare tutto quello a cui ci si aggrappava prima, e prendere su di sé il suo giogo.

Quando Gesù annunciava il Vangelo, parlava di ravvedersi e di credere. Il ravvedimento vuol dire cambiare direzione. Prima, ognuno cercava salvezza e vita in qualcosa. Per alcuni, questo qualcosa era la religione, per altri, qualche cosiddetto santo, per altri, la carriera, tanti invece ponevano la fede in loro stessi, per altri, era la scienza.

Venire a Gesù vuol dire ravvedersi, voltare le spalle a ciò in cui prima si poneva la fede, per porre tutta la propria fede in Cristo Gesù.

Prendere il giogo di Cristo su di sé vuol dire porre la propria fede in Cristo in modo tale da aggrapparsi a Lui come Signore della vita.

Quindi, venire a Gesù e prendere il suo giogo è la stessa cosa che ravvedersi e credere. E quando uno fa questo, con tutto il proprio cuore, che cosa succede? Che fa Cristo nella sua vita?

Leggiamo ancora il brano.

28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; 30 poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».” (Matteo 11:28-30 NRV)

Quando qualcuno viene a Cristo, Gesù gli dà il suo risposo. Per un cuore affaticato e oppresso, non c’è nulla più meraviglioso del riposo di Cristo.

Ricordando che senza Cristo, il cuore è affaticato e oppresso, vorrei descrivere qualche qualità del riposo che Cristo dà a coloro che vengono a Lui e prendono il suo giogo.

L’aspetto più grande e meraviglioso del riposo di Cristo è che Egli libera la persona dalla sua condanna eterna. Viene liberata dal peso del peccato, e non è più schiavo del peccato. Questa benedizione dura per tutta l’eternità!

Poi, un cuore che ha il riposo di Cristo non ha ansia. L’ansia è come un tarlo, che ci distrugge da dentro. Chi viene a Cristo e pone la sua fede in Cristo non ha più ansia, perché la fede in Cristo la toglie.

«Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!” (Giovanni 14:1 NRV)

Inoltre, il riposo di Cristo toglie la disperazione, e l’incertezza.

Invece di ansia, e incertezza e disperazione, il riposo di Cristo dà pace, e tranquillità, e certezza. Ascoltiamo alcuni versetti che parlano del riposo di Cristo.

6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6-7 NRV)

La pace di Dio, che fa parte del riposo che Cristo dà, custodisce il cuore e la mente. Ascoltiamo altri brani che descrivono il riposo che troviamo in Cristo.

1 Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. 2 Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, 3 se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti. [Pausa]” (Salmi 46:1-3 NRV)

1 Salmo di lode. Mandate grida di gioia al SIGNORE, abitanti di tutta la terra! 2 Servite il SIGNORE con letizia, presentatevi gioiosi a lui! 3 Riconoscete che il SIGNORE è Dio; è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi; siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura. 4 Entrate nelle sue porte con ringraziamento, nei suoi cortili con lode; celebratelo, benedite il suo nome. 5 Poiché il SIGNORE è buono; la sua bontà dura in eterno, la sua fedeltà per ogni generazione.” (Salmi 100:1-5 NRV)

1 Canto dei pellegrinaggi. Di Davide. SIGNORE, il mio cuore non è orgoglioso e i miei occhi non sono altèri; non aspiro a cose troppo grandi e troppo alte per me. 2 In verità l’anima mia è calma e tranquilla. Come un bimbo divezzato sul seno di sua madre, così è tranquilla in me l’anima mia. 3 O Israele, spera nel SIGNORE, ora e per sempre.” (Salmi 131:1-3 NRV)

conclusione

Quindi, questo brano è un invito, un invito che possiamo rivolgere a tutti coloro che sono lontani da Cristo, sotto la schiavitù del peccato. Venite a Cristo, abbandonate quello che è stata finora la vostra speranza, quello in cui avete posto la vostra fede, ravvedetevi e ponete la vostra fede in Cristo.

Per dare questo invito, dobbiamo aiutare le persone a comprendere la loro condizione spirituale, perché l’invito di Gesù è per chi è afflitto e oppresso. Quindi, una parte importante dell’annunciare la buona notizia di Cristo Gesù, è annunciare la cattiva notizia del giudizio.

Per chi comprende la propria condizione di perdizione spirituale, per chi è oppresso per i propri peccati, possiamo annunciare la buona notizia del riposo che Cristo offre.

Poi, per noi che siamo già venuti a Cristo, una domanda: stiamo accettando, giorno per giorno, il giogo di Cristo? Abbiamo un cuore umile, pronto ad ascoltare e seguire Gesù in tutto? Siamo pronti ad abbandonare ogni peccato, e a camminare in santità? Queste sono le condizioni per poter godere del vero riposo che Cristo ci offre.

Infatti, se tu non stai conoscendo il vero riposo di Cristo, e forse il tuo cuore è turbato da qualcosa nella tua vita, e forse hai qualche ansia, e forse hai qualche incertezza, allora esaminati, davanti a Dio, per vedere se sei nella verità, se stai camminando in ubbidienza, e stai portando veramente il giogo di Cristo, e se Lo stai seguendo in tutto. Infatti, quando non abbiamo la pace di Dio, è un segno che qualcosa non va nella nostra vita.

Grazie e Dio, quando qualcosa non va, non è detto che debba rimanere così. Quando riconosciamo di avere un peccato nella nostra vita, Dio ci chiama a confessare, e quindi, ad abbandonare, quel peccato. Dio è pronto a perdonarci completamente, e a purificarci! Così, possiamo tornare a godere il riposo meraviglioso di Gesù Cristo!

Ricordiamo anche che oggi possiamo godere il riposo di Cristo, anche in mezzo alle prove e alle difficoltà. Però sta per arrivare quel bel giorno in cui Cristo ritornerà per noi, e in quel giorno, godremo il riposo di Cristo, nella presenza di Dio, per tutta l’eternità!

Alleluia!