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Affaticarsi per il vero tesoro

filename: affaticare-tesoro.06j.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org domenica, 22 ottobre, 2006 cmd
parole chiavi: tesoro, traguardo, traguardi, fatica, impegno, scopo della vita

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Chi vuole affaticarsi? Forse penseresti nessuno, ma in realtà, noi tutti scegliamo di affaticarci.

Basta guardare intorno a noi, e vediamo questa realtà. Quando io e mia moglie giriamo in bicicletta durante la nostra vacanza, scegliamo quasi sempre qualche durissima salita, che ci è estremamente difficile.

Basta pensare ai tanti sport, come il calcio o il tennis, e puoi riconoscere subito che richiedono una grande fatica.

Ma non solo chi fa uno sport sceglie di affaticarsi.

Ci sono donne che tengono le loro case così belle che sembrano di essere prese da una rivista di Case Belle. Una casa tenuta in quel modo richiede molta fatica.

Tanti uomini si affaticano molto per fare progresso nella carriera. Tanti studenti si affaticano per prendere buoni voti.

Questi sono tutti esempi facili da riconoscere. Però, in realtà, ci sono tanti altri modi in cui ci si può affaticare.

Per esempio: una persona pigra si affatica moltissimo per evitare di lavorare: pensate a qualche figlio in casa, o a qualche dipendente, che si impegna tanto per nascondere al genitore o al capo che lavora poco.

Tante persone si affaticano molto per avere i piaceri della vita che vogliono.

Tantissime persone si affaticano molto per ottenere l'approvazione degli altri. Spesso si arriva perfino a fare grandi sacrifici per cercare di ricevere l'approvazione degli altri.

Perfino ci sono le persone che si affaticano per non doversi affaticare. Cioè, tante persone vogliono una vita facile, e si impegnano molto per non doversi affaticare.

Voglio incoraggiare ciascuno di voi a considerare in quale campo della vita vi affaticate.

In realtà, quello per cui uno si affatica, si rivela, tramite le sue fatiche, di essere il suo tesoro.

Voglio ripetere questo, perché è importante per aiutare ciascuno di voi a conoscere il proprio cuore.

Quello per cui ci affatichiamo rivela quello che è il nostro tesoro.

Il tesoro giusto

Quale dovrebbe essere il nostro tesoro? E quindi, per che cosa dovremmo affaticarci?

La vita è fatta per affaticarsi. La domanda è: ti affatichi per un tesoro che perderai per sempre, o ti affatichi per un tesoro che durerà per tutta l'eternità?

Qual è un tesoro eterno, che durerà per sempre e che non possiamo perdere?

Certamente, la risposta giusta è la gloria di Dio. Quando Dio e la sua gloria sono il nostro tesoro,allora abbiamo scelto il vero tesoro della vita e dell'eternità.

Ma, voglio arrivare più al pratico. Gesù ci comanda di farci dei tesori in cielo. Potremmo anche dire: Gesù ci comanda di affaticarci per dei tesori in cielo.

“19 "Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, 20 anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. 21 Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.” (Mat 6:19-21 LND)

Qualsiasi tipo di tesoro terreno sarà perso. Quindi, è vera stoltezza impegnarsi per ciò che alla fine sarà perso per sempre.

Piuttosto, dobbiamo impegnarci, anzi, affaticarci, per un tesoro in cielo, perché quel tesoro durerà per tutta l'eternità.

Non solo, ma dobbiamo ricordare che dove facciamo il nostro tesoro, là sarà anche il nostro cuore. Se facciamo come nostro tesoro qualsiasi cosa o situazione sulla terra, il nostro cuore sarà sulla terra, e quindi, sarà lontano da Dio.

Invece, se facciamo il nostro tesoro in cielo, il nostro cuore sarà in cielo, e così, saremo vicini a Dio.

Quindi, dobbiamo fare il nostro tesoro in cielo.

A livello pratico, come possiamo adoperarci, ovvero affaticarci, sulla terra, per avere un tesoro in cielo? Che investimento terreno cambierà qualcosa in cielo?

L'esempio di Paolo

Oggi, vogliamo considerare un brano in Colossesi in cui l'Apostolo Paolo spiega per che cosa lui si affaticava. Tramite il suo esempio, possiamo capire come possiamo affaticarci anche noi, per avere un tesoro in cielo.

Voglio leggere le parole di Paolo in Colossesi 1:27-29. In questo brano, Paolo spiega qual era il suo traguardo della vita, e come si impegnava a raggiungerlo. Egli inizia, parlando del mistero ora rivelato, cioè, della salvezza in Gesù Cristo valida anche per i Gentili come noi.

“27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:27-29 LND)

Consideriamo, prima, quale era il traguardo di Paolo, e poi, che cosa faceva per raggiungere questo traguardo.

Il traguardo di Paolo

Nel v.27, Paolo sta parlando del mistero ora rivelato, che è Cristo nei gentili credenti, la speranza della gloria.

In altre parole, Paolo sta parlando della stupenda verità della salvezza eterna in Cristo Gesù. Questa è la speranza viva dell'eternità nella presenza di Dio stesso, godendo la sua gloria. Quindi, questa promessa supera qualsiasi cosa che questo mondo può offrirci.

Chi ha Cristo, ha la certezza di avere un'eternità di gioia infinita, nella presenza di Dio!

Allora, notiamo quello che era il traguardo di Paolo. Lo troviamo nel v.28. “che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Col 1:28 LND)

Il traguardo di Paolo era di “presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù”.

La parola “perfetto” è una parola che significa “completamente maturo, completo, di nulla mancante”. Si tratta di un credente che è arrivato alla piena maturità, che assomiglia a Cristo. Si tratta di un credente che ha vittoria su ogni tipo di peccato nella sua vita.

In altre parole, il traguardo di Paolo nella sua vita sulla terra era di poter essere uno strumento nelle mani di Dio per edificare e maturare altri credenti.

Questo traguardo era solo per Paolo, o è per tutti noi?

È importante sapere: il traguardo di Paolo era solo per lui, e forse per degli altri che sono chiamati in modo particolare a dedicarsi all'opera di Dio, per esempio, i pastori? Oppure, il traguardo di Paolo dovrebbe essere anche il nostro traguardo? Dovremmo anche noi avere come traguardo l'edificazione degli altri credenti?

Sarebbe assurdo avere solamente un nostro parere. Piuttosto, dobbiamo sempre impegnarci a capire quello che Dio ci dichiara al riguardo nella Parola di Dio.

Allora, abbiamo già visto che Gesù ci comanda di impegnarci per un tesoro in cielo, e non per un tesoro sulla terra. Quando un credente viene edificato, quello è un frutto eterno! Cioè, porta un frutto che dura nell'eternità. Perciò, edificare gli altri equivale a farci un tesoro eterno!

La responsabilità di noi tutti

Come possiamo edificare altri? Spetta a noi tutti edificare altri, o solamente ai pastori e a chi insegna?

Vi leggo alcuni brani che spiegano che a ciascuno di noi sono stati dati dei doni spirituali, e spiegano anche come dobbiamo usare questi doni. In altre parole, vogliamo notare in che cosa dobbiamo impegnarci, in che cosa dobbiamo affaticarci.

In 1Corinzi 12:7, leggiamo che tutti i credenti hanno dei doni spirituali, qui chiamati “la manifestazione dello Spirito”.

“Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune.” (1Cor 12:7 LND)

In 1Corinzi 14:12, Dio ci comanda di impegnarci ad abbondare nei doni per l'edificazione della chiesa.

“Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa.” (1Cor 14:12 LND)

Anche in 1Pietro 4:10, Dio ci comanda di utilizzare i nostri doni per l'edificazione degli altri.

“Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio.” (1Piet 4:10 LND)

Noi dobbiamo usare i nostri doni spirituali per l'edificazione degli altri. In altre parole, dobbiamo impegnarci ad edificare gli altri. Infatti, siamo un corpo, e cresciamo bene solamente tramite l'impegno di ogni parte del corpo. Il corpo, e quindi i membri individuali del corpo, diventeranno uomini perfetti, come Paolo descriveva il suo traguardo, solamente tramite l'impegno di ogni membro del corpo.

L'esempio di un corpo

Un brano che ci aiuta a capire questo principio è Efesini 4:11-16. Paolo inizia spiegando che Gesù Cristo, il Capo della Chiesa, ha dato diversi uomini come doni, per preparare i santi, ovvero i credenti, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo. Seguitemi, mentre leggo questo brano, e notate specificatamente come il corpo cresce quando ogni membro fa la sua parte.

“11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, 13 fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; 14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; 15 ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore.” (Ef 4:11-16 NRV)

Notiamo soprattutto il v.16.

“Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore.” (Ef 4:16 NRV)

Il corpo è ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture. Ogni giuntura, ovvero ogni persona, ha un aiuto da poter dare al resto del corpo.

Inoltre, il corpo trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte.

Ogni singola parte, ogni membro del corpo, ogni credente, dal più piccolo al più grande, ha da Dio qualcosa da dare al resto del corpo, che è necessario per la crescita del corpo. Nessuno deve solamente ricevere, ognuno deve anche dare, altrimenti il corpo non avrà buona salute e non crescerà come dovrebbe.

Quando invece ogni singola parte, ogni membro del corpo, si impegna a far crescere il corpo, allora diventa vero quello che dichiara l'ultima parte del versetto: il corpo edifica sé stesso nell'amore.

Mettendo il tutto insieme

Allora, mettendo insieme quello che abbiamo considerato in questo versetti, vediamo che abbiamo tutti da Dio dei doni spirituali, che sono da usare per l'edificazione degli altri. Infatti, tutti i doni spirituali servono per la crescita della chiesa.

Lo sviluppo della chiesa dipende dall'impegno che ogni credente avrà di usare il suo vigore, per il bene degli altri.

Però, visto che siamo tutti membri del corpo, la salute di ogni membro e la crescita da ogni membro dipendono dalla salute e dalla crescita di tutta la chiesa.

E così, dobbiamo affaticarci per il traguardo dell'edificazione del corpo. Questo corpo, che è il corpo di Cristo, dura nell'eternità, ed è un tesoro in cielo, pur essendo ora in terra.

L'esempio di Paolo

Torniamo ora al brano in Colossesi 1 in cui Paolo parla del suo impegno e del suo traguardo.

“28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Cl 1:28-29 LND)

Abbiamo già visto che il traguardo di Paolo era di presentare ogni uomo perfetto, ovvero maturo, in Cristo. In altre parole, l'impegno di Paolo era di edificare gli altri credenti, lo stesso impegno che dobbiamo avere noi.

Avete visto come questo c'entra con il nostro discorso all'inizio, cioè, di come possiamo impegnarci sulla terra per poter avere dei risultati eterni?

Qualunque opera terrena sarà persa per sempre, quando Dio distruggerà il mondo. Qualunque fama, qualunque approvazione degli uomini, qualunque piacere, qualunque oggetto o ricchezza materiale, qualunque cosa che riusciamo ad ottenere in questa vita sarà persa.

Però, quando ci impegniamo ad edificare gli altri, il che comprende evangelizzare in modo che nuove persone possano essere salvate, oltre che edificare coloro che sono già salvati, il risultato del nostro impegno durerà per tutta l'eternità.

Questo è come possiamo impegnarci per un tesoro in cielo.

Questo è ciò che faceva l'Apostolo Paolo. Questo è ciò che dovremmo fare noi, per non sprecare la nostra vita.

Ora, vogliamo considerare alcuni altri aspetti di questo brano, perché ci aiuteranno a capire COME impegnarci.

“28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:28-29 LND)

Non tutti avremo un impegno esattamente come quello di Paolo. Paolo, che non era sposato e che lavorava a tempo pieno nel ministero, annunciava il Vangelo e predicava quasi come se fosse l'unica attività della sua vita. Ma un credente che ha un lavoro normale, o per esempio una moglie, non può dedicarsi ventiquattro ore al giorno a questo.

Però, anche se ci sono variazioni nel tempo che uno può dedicare all'edificare, possiamo comunque avere lo stesso cuore e lo stesso impegno di Paolo. Il v.29 ci spiega con quale impegno Paolo si dedicava ad edificare gli altri.

“per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.”

Le parole “per questo” si riferiscono allo scopo per cui Paolo si impegnava, cioè quello di presentare ogni credente maturo: il suo scopo era di edificare ogni credente.

Notiamo come lo faceva: “mi affatico”. Paolo si affaticava. Non tutti possiamo dedicarci a tempo pieno come Paolo, ma possiamo tutti affaticarci per edificare gli uni gli altri.

Infatti, ho iniziato parlando di come ognuno di noi già si affatica per qualcosa. Quindi, la domanda non è se ti stai affaticando o no. La domanda è: in che cosa ti affatichi?

Per avere un tesoro in cielo, bisogna scegliere di affaticarsi nell'edificare gli uni gli altri.

Affaticare vuol dire proprio quello, affaticarsi. L'impegno che serve per accumulare un vero tesoro è un grande impegno, un impegno che porta alla stanchezza, un impegno che è anche un sacrificio. Ognuno di noi si sacrifica tutti i giorni per cercare di ottenere quello che è il suo tesoro. Quanto è importante che impariamo a valutare le nostre scelte, in modo da affaticarci in quello che porta ad avere un tesoro eterno!

La difficoltà

So benissimo che è difficile cambiare modo di vivere. Vivere per le cose eterne è difficile!

Le cose di questo mondo sono visibili, possiamo vederle, possiamo toccarle, possiamo vedere dei risultati quasi immediatamente.

Invece, quando ci impegniamo per le cose eterne, certamente ci potranno essere alcuni risultati già in questa vita, anzi, ce ne sono tanti. Però, la maggioranza dei risultati NON saranno in questa vita, ma saranno dei risultati che avremo in cielo per tutta l'eternità.

Quindi, è difficile tenere la mente fissata su quello che non possiamo vedere, oltretutto quando siamo circondati da quello che possiamo vedere.

Un'altra difficoltà è che siamo già tutti molto indaffarati. Abbiamo tante cose da fare, e poco tempo libero. Non solo, ma quando facciamo tutto quello che dobbiamo fare, siamo stanchi, ed è difficile trovare la forza di affaticarci ancora di più, nell'edificare gli uni gli altri.

La forza per vivere così

Il problema è reale. Ciò che ci serve è capire la meravigliosa verità che Paolo dichiara nella seconda parte del versetto 29.

“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Cl 1:29 LND)

Notiamo le parole: combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.

Noi dobbiamo affaticarci, combattendo. La parola “combattere” vuol dire “lottare in mezzo a grandi difficoltà”. Richiede un immenso impegno. La lotta è dura. Infatti, impegnarci per il Signore è un vero combattimento. Dobbiamo combattere soprattutto contro la nostra carne. Dobbiamo combattere contro la pressione di tutti gli altri impegni della vita. Dobbiamo combattere contro la pressione del mondo. E a volte, dobbiamo combattere contro le forze del male che non vogliono che noi edifichiamo gli uni gli altri.

Se siamo onesti, dobbiamo ammettere che spesso siamo stanchi, non principalmente fisicamente, ma soprattutto mentalmente, e a volte anche spiritualmente. Quando siamo così, riuscire a combattere sembra qualcosa di impossibile. Sembra una montagna da scalare che è troppo alta. Sembra una battaglia che non vogliamo nemmeno iniziare.

Però, Paolo non finisce il versetto così. Non dice: e per questo mi affatico combattendo con la MIA forza.

Piuttosto, Paolo dichiara:

“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:29 LND)

Paolo combatteva con la forza di DIO. Anche noi dobbiamo combattere con la forza di Dio, e non con la nostra forza.

Ma notiamo quello che Paolo dichiara della forza di Dio:

“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:29 LND)

La forza di Dio operava in Paolo con potenza.

Nel Greco, la parola “forza” e la parola “opera” sono entrambe derivate dalla stessa parola Greca “energes”, da cui prendiamo la nostra parola “energia”. Questa parola significa “attivo, in azione”.

Noi combattiamo con la forza di Dio, che è all'opera in noi, con potenza. Il suo operare opera in noi!

Certamente siamo deboli per conto nostro, ma non dobbiamo combattere nella nostra forza. Dio è potentemente all'opera in noi. Ripetutamente, la Bibbia ci ricorda di questa meravigliosa verità.

Per esempio, in Efesini 1, pregando per i credenti, Paolo chiede a Dio di rivelare loro la forza di Dio che operava in loro. Efe 1:19

“qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza” (Efe 1:19 )

Quanto è importante che noi preghiamo di comprendere sempre di più la potenza di Dio che opera in noi!

In Efesini 3, in un'altra preghiera, parlando di Dio, notiamo quello che Paolo dichiara per quanto riguarda la potenza di Dio in noi:

“Or a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo” (Efe 3:20)

Dio è all'opera in noi con la sua infinita potenza. Perciò, Dio può fare infinitamente più di quanto potremmo chiedere o immaginare. Oh che possiamo comprendere meglio la grandezza della potenza di Dio all'opera in noi!

In Filippesi 2, Paolo ci esorta ad adoperarci, quindi ad operare, al compimento della nostra salvezza. Però, notiamo che è Dio che opera il nostro operare.

“12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore, 13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” (Fil 2:12-13 LND)

La nostra forza di operare viene dalla forza di Dio che opera in noi!

In Ebrei 13, in una preghiera per i credenti, l'autore chiede a Dio che ci perfezioni in ogni buona opera. Poi, dichiara che è Dio che opera in noi ciò che è gradito davanti a Lui. Vi leggo Ebrei 13:21

“vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (Ebrei 13:21)

Da tutti questi versetti, diventa molto chiaro che quello che facciamo, lo dobbiamo fare noi. Dobbiamo affaticarci, dobbiamo combattere. Dobbiamo arrivare fino alla stanchezza per poter compiere la volontà di Dio. Dobbiamo combattere per poter edificare gli uni gli altri. Non è né automatico, né facile.

Però, in realtà, quando ci affatichiamo, quando combattiamo, quando ci adoperiamo per avere un tesoro in cielo, impegnandoci ad edificare gli altri, in realtà, la forza che abbiamo per compiere le cose che dureranno in eterno, viene da Dio.

Dio è all'opera in noi potentemente!

L'importanza di pregare e guardare a Dio

Quindi, non dobbiamo stancarci! Non dobbiamo scoraggiarci! Non dobbiamo arrenderci!

Piuttosto, dobbiamo pregare di riconoscere di più la potenza di Dio che opera in noi. Dobbiamo pregare di avere più fede.

Dio non ci dà la sua forza tutta in una volta. Anzi, a volte ci lascia arrivare ad essere sfiniti, in noi stessi, prima di rinnovare le nostre forze. Facendo così, ci aiuta a riconoscere la Sua potenza che opera in noi.

Isaia 40 ci aiuta a capire questa verità, dal v.28

“28 Non lo sai tu? Non l’hai mai udito? Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. 29 Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. 30 I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; 31 ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.” (Isa 40:28-31 NRV)

Il SIGNORE dà forza allo stanco. Spesso Dio ci permette di arrivare alla stanchezza. Ci lascia arrivare al punto di non avere più forze nostre. Poi, Egli rinnova le nostre forze, e così, riconosciamo che tutto viene da Lui, e Lui viene glorificato.

Ascoltiamo anche le parole dell'Apostolo Paolo, in 2Corinzi 12, mentre parlava di una prova che per lui era troppo pesante da sopportare con le sue sole forze.

“7 Inoltre, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi affinché non m’insuperbisca. 8 A questo riguardo ho pregato tre volte il Signore che lo allontanasse da me. 9 Ma egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza". Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.” (2Co 12:7-10 LND)

Paolo aveva imparato a gloriare nelle sue debolezze, perché quando era debole in se stesso, allora era forte in Cristo.

Cari amici, se vogliamo affaticarci per quello che durerà per l'eternità, dobbiamo imparare a confidare nella forza di Dio che opera in noi.

Dobbiamo smettere di dire “non posso”, e piuttosto, dire “io posso ogni cosa in Cristo Gesù che mi fortifica.”

Dobbiamo tenere sempre in mente la nostra chiamata ad adoperarci per la crescita gli uni degli altri. Dobbiamo impegnarci a usare i nostri doni spirituali per il bene comune, che comprende sia l'evangelizzazione sia l'edificazione degli altri.

E tutto questo lo dobbiamo fare nella forza di Dio che opera potentemente in noi.

Facendo così, possiamo tenere sempre in mente che è la forza di Dio in noi che ci permette di compiere opere buone, e così, possiamo dare tutta la gloria a Dio. Così, Dio riceve la gloria, e noi troviamo in Lui la forza di continuare.

Conclusione

Quindi, voglio incoraggiare ciascuno di voi ad esaminare la propria vita. Per che cosa ti stai affaticando? Ti stai impegnando ad edificare i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo? Ti stai affaticando in quello che porterà frutto eterno?

Non dimentichiamoci i bisogni particolari delle vedove e degli orfani, di cui fanno parte anche quelle donne credenti con mariti non credenti, e quei giovani che non vivono in una famiglia cristiana. Queste persone hanno bisogno di una cura maggiore.

Impariamo a gestire bene il nostro tempo, e ad essere autodisciplinati, per poter impegnarci ancora di più nell'edificare gli uni gli altri e nell'evangelizzare. Facciamo tutto per la gloria di Dio, per avere un tesoro eterno in cielo con Lui! Amen.