Aiuto Biblico

Può la donna parlare al culto?

filename:donna01.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - per RO, 8 novembre, 2000

intro

Mentre si legge la Bibbia, si possono trovare cose difficile da capire. Questo non è strano. Notiamo il commento di Pietro:

15 e considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture. (2 Pietro 3:15-16 NRV)

Dio stesso, in questo brano, ci fa sapere che certe cose delle Scritture sono difficili da capire.

Allora, quando trovi un brano che sembra di contraddire quello che avevi capito prima, non lasciarti subito cadere nella condizione di avere dei dubbi. In Efesini, si parla del fatto che NON si dovrebbe essere come bambini sballottai qua e là da ogni vento di dottrina. Invece, è importante capire bene un brano prima di arrivare a dubitare l’insegnamento che hai già ricevuto.

Leggendo la Bibbia, si trovano un paio di brani che dichiarano che la donna deve stare in silenzio in chiesa. Cosa vuol dire? In questo studio, consideriamo attentamente i vari brani che possono aiutarci a capire l’insegnamento da Dio su questo argomento.

La domanda per cui vogliamo capire la risosta biblica è: Può la donna parlare durante il culto? Consideriamo i vari brani.

1Tim 2:11,12

8 Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute. 9 Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d’oro o di perle o di vesti lussuose, 10 ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà. 11 La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. 12 Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. 13 Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; 14 e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; 15 tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia. (1 Timoteo 2:8-15 NRV)

Notiamo i verbi principali: v.11 impari in silenzio. La parola qui tradotta come “silenzio” è la parola Greca “hesuchia”.

La definizione di “hesuchia” è tranquillità o silenzioso. Nella prima definizione, descrive la vita di chi sta a casa, facendo il proprio lavoro, senza immischiarsi in modo invadente negli affari degli altri.

Nella seconda definizione, descrive chi sta in silenzio.

Nottiamo gli altre volte in cui questa stessa parola Greca viene usata nella Bibbia.

Quand’ebbero udito che egli parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse: (Atti 22:2 NRV)

In questo caso, la parola indica silenzio, in quanto, la folla smetteva di gridare, per poter ascoltare Paolo.

Questa stessa parola viene usata ancora in 2Tessalonicesi:

Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente. (2 Tessalonicesi 3:12 NRV)

In questo uso, la parola non vuol dire silenzio, nel senso di assenza di rumore, ma indica tranquillità, senza agitazione, con calma. Il senso principale di questa parola è tranquillità, nel senso dell’assenza di agitazione, piuttosto che silenzio nel senso di nessun rumore.

Per capire meglio questa parola, “hesuchia”, che è un sostantivo, notiamo anche l’uso dell’aggettivo analogo, “hesuchios”.

“(pregate) per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.” (1 Timoteo 2:2 NRV)

Qua, hesuchios viene tradotta come “quieta”, e vuol dire una vita tranquilla, senza agitazione. Non indica una mancanza di parlare, ma una mancanza di agitazione.

Troviamo l’altro uso di questa parola in 1Pietro 3, in cui descrive l’ornamento giusto per una donna di Dio:

“3 Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, 4 ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.” (1 Pietro 3:3-4 NRV)

Qua, la parola “pacifico” è la traduzione di hesuchios. Anche qua, vediamo che il senso non è mancanza di parole, ma mancanza di agitazione. Questo è il senso principale di questa parola, come lo è anche del sostantivo.

Perciò, la parola “silenzio” in 1Timoteo 2:11 NON indica una mancanza di parole, nel senso che la donna non deve dire alcuna parola, ma piuttosto un atteggiamento quieto, tranquillo. Una persona tranquilla può parlare, ma parla in modo controllato, in modo tranquillo, senza essere prepotente, senza essere agitata. Rimane sottomessa.

Avendo capito questo, possiamo anche capire il resto del versetto.: “impari in silenzio, con ogni sottomissione”! Sottomissione qui non è un cosa aggiunta, ma, come avviene spesso in greco, è un sinonimo per la parola “silenzio”. Parla di un atteggiamento. In altre parole, la donna dovrebbe essere tranquilla nella chiesa, e non agitarsi, deve comportarsi in modo da manifestare la sua sottomissione. Comportandosi così, impara molto.

Il v.12 continua questo pensiero. Non è un pensiero nuovo, quanto una spiegazione più profondo dello stesso insegnamento del v.11.

Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.

Notiamo la traduzione della Nuovo Diodati:

Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio. (1 Timothy 2:12 LND)

Notiamo prima alcune parole principali:

Insegnare

La donna non deve insegnare, e non deve usare autorià sul marito. Le parole “insegnare” e “avere autorità” riguardano lo stesso argomento, cioè, non due cose separate. L’insegnamento indicato qua è l’insegnamento autorevole della chiesa. Infatti, la parola usata qua, “didaskalos”, è il verbo il cui sostantivo è didasko.

Guardiamo l’uso di didasko: Viene tradotto come “dottori”.

Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. (Atti 13:1 NRV)
E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. (1 Corinzi 12:28 NRV)
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, (Efesini 4:11 NRV)

È chiaro che l’uso di questa parola si riferisce agli insegnanti ufficiali della chiesa. È importante tenere questo presente per capire 1Tim 2:11,12.

Tornando a 1Tim 2:12.

“Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.”

Paolo, usando la sua autorità di Apostolo, dichiara: “non permetto”. Quello che dichiara è una dichiarazione ufficiale, da parte di Cristo, tramite un suo Apostolo, quindi potremmo giustamente dire: “Dio non permette.” Cos’è che Dio non permette?

Qua, dobbiamo capire che la grammatica lega queste due cose insieme, cioè:

“non permetto alla donna d’insegnare né di usare autorità sull’ uomo, ma che stia in silenzio.”

Abbiamo visto che la parola usata qua per insegnare è una parola che indica la posizione di insegnante ufficale della chiesa. Questo diventa più chiaro quando osserviamo il secondo verbo: usare autorità. Infatti, la posizione di insegnante della chiesa, come abbiamo visto nel brani sopracitati, è una posizione di autorità. Quindi, insegnare e usare autorità sono strettamente legati. Il tipo di insegnamento qui indicato è quell’insegnamento autorevole che fanno i dottori, cioè, gli insegnanti, della chiesa. Paolo poi ripete il comandamento: “stia in silenzio”. La parola “silenzio” è al stessa parola che abbiamo visto in in v.11, e che vuol dire tranquillo, quieto, cioè, è il contrario di essere autonomo e resistente all’autorità.

Se ricordiamo quanto scritto in Genesi 1-3, la donna fu creata per essere sottomessa all’uomo. Però, dopo il peccato, Dio ha dichiarato che la tendenza della donna sarebbe di cercare di dominare il marito, o in senso generale, di dominare l’uomo. Nella chiesa, prendere il ruolo di insegnante, cercare di essere uno degli insegnati, è assumersi autorità sulla chiesa. Questo è chiaramente vietato da Dio.

Quindi, un resoconto di 1Tim 2:11,12 è che la donna deve avere lo stesso ruolo nella chiesa che ha nella famiglia, cioè,

11 La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. 12 Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.

Quindi, la donna non deve prendere una posizione di guida o autorità nella chiesa. Deve restare in silenzio, che NON vuol dire non parlare, ma vuol dire rimanere tranquilla, non avere la voce che si sente più degli altri, ovvero, non avere la voce dell’insegnante.

Questo brano NON dice che la donna non può dire qualsiasi cosa in chiesa. Parla della posizione di insegnamento ufficiale che è un ruolo di autorità, quale la donna non deve mai avere.

1Corinzi 14:34-38

Ora, consideriamo un altro brano importante. Questo brano è ritenuto uno dei più difficile da capire.

34 Come si fa in tutte le chiese dei santi, le donne tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano sottomesse, come dice anche la legge. 35 Se vogliono imparare qualcosa, interroghino i loro mariti a casa; perché è vergognoso per una donna parlare in assemblea. 36 La parola di Dio è forse proceduta da voi? O è forse pervenuta a voi soli? 37 Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore. 38 E se qualcuno lo vuole ignorare, lo ignori. (1 Corinzi 14:34-38 NRV)

Fratelli e sorelle, consideriamo questo brano. Però, prima, voglio ricordarvi un importantissimo principio da tenere a mente qualunque volta incontriate un brano non chiaro. Bisogna sempre confrontare Scrittura con Scrittura. Quando un brano non è chiaro, si usano altri brani simili per comprendere quello non chiaro. Ricordiamo che la Bibbia non si contraddice.

Per esempio, se uno legge Giacomo 2:24, quando dichiara:

Dunque vedete che l’uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto.

Letto da solo, potrebbe sembrare che dica che la salvezza non è solamente per fede. Questo è un esempio di un brano difficile da capire.

La chiave per capire questo brano è di considerare gli altri brani che parlano della salvezza. Questi altri brano dichiarano che la salvezza è per sola fede, senza le opere. Questi altri brani ci aiutano a capire correttamente il senso di Giacomo 2:24. (per capire quel brano, si vede il sermone su Giacomo 2 nella serie su Giacomo, sul sito www.aiutobiblico.org)

Un altro esempio: Giovanni 14:28

Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me.

Letto da solo, questo brano potrebbe sembrare che dica che Gesù è inferiore al Padre. Infatti, tante sette usano questo brano proprio per arrivare a tale conclusione. Però, ci sono altri brani che ci mostrano che Gesù è pienamente uguale al Padre.

Un altro esempio:

Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono battezzati per loro? (1 Corinzi 15:29 NRV)

Analizzato da solo, questo versetto sembra insegnare che in qualche modo, uno può battezzarsi per conto di persone morte. Anche qua, questo versetto deve essere considerato alla luce di altri versetti.

Se consideriamo poi tanti versetti che parlano della responsabilità dell’uomo per la sua salvezza, leggerli senza tenera conto dei versetti che parlano dell’opera di Dio, potrebbe indurre a credere che la salvezza dipende totalmente dall’uomo, senza l’intervento di Dio.

Ci sono tanti altri esempi di questo, cioè, di brani difficili da capire, se non li consideriamo assieme ad altri brani che parlano dello stesso soggetto. Allora, il principio da ricordare è di non considerare un brano in modo isolato da altri brani che parlano dello stesso soggetto. La Bibbia non si contraddice mai quindi se ci sono più brani che parlano della stessa cosa, bisogna considerarli tutti insieme, per capire il senso che Dio intende.

Torniamo a 1Corinzi 14, tenendo a mente gli altri brani che parlano di questo argomento. Prima, per capire questo brano, è essenziale considerare attentamente la grammatica. Qui, non ci sono più insegnamenti, ma un insegnamento che viene descritto in vari modi. Questo è normale nel Greco della Bibbia, cioè, si dice la stessa cosa in più modi.

Allora, in questo brano, non parlare, tacere nella assemblea, e essere sottomesso, sono tutte modi di spiegare la stessa condizione, come lo è anche interrogare i mariti a casa, anziché parlare nell’assemblea.

Cioè, per poter considerare cosa vuol dire specificamente la parola “tacere” qua, e “non è permesso loro parlare”, dobbiamo capire il contrasto grammaticale che c’è in questo brano.

Il non parlare, e il tacere, rappresentano modi in cui le donne dovrebbero essere sottomesse nella chiesa. Allora, abbiamo visto in 1Timoteo 2 che insegnare nel senso ufficiale, è una posizione di autorità. Quando un insegnante della chiesa parla, cioè, quando i pastori presentano un insegnamento, svolgono un ruolo di autorità. Anche guidare il culto è un ruolo riservato agli uomini qualificati.

Allora, la donna, non solo nella chiesa, ma in ogni situazione della vita, deve comportarsi con quell’atteggiamento di mitezza e sottomissione che porta gloria a Dio. Perciò, la donna deve evitare qualsiasi tipo di ruolo nella chiesa, sia parlare che altro, che ha a che fare con autorità, o che non sarebbe conforme al suo atteggiamento di sottomissione.

In questo contesto, la donna deve rimanere in silenzio. Anche qua, non si tratta di un silenzio verbale assoluto, ma un silenzio in quelle cose che non sarebbero condizione di sottomissione.

Un esempio di questo è fare domande. Se l’insegnamento non è chiaro a una donna, non dovrebbe interrompere l’incontro per fare domande. Invece, dovrebbe aspettare, e fare domande dopo a suo marito. Vedo qualche verità in questo contesto.. Ovviamente, quelle donne che sono senza marito possono chiedere alla guida della chiesa, in un altro momento. Se una ragazza abita con genitori credenti, lei potrebbe interrogare suo padre più tardi. Chiaramente, neanche gli uomini dovrebbero creare confusione e disordine con le loro domande.

Solo una parentesi: Se Dio intende che le donne chiedano spiegazioni ai loro mariti a casa, è ovvio che Dio intende che ogni marito si impegni per essere in grado di rispondere alle domande della donna. Perciò a voi uomini dico: impegnatevi, per non mancare in questo.

qualche altro brano per capire meglio questo

Quando Paolo dice: “è vergognoso per la donna parlare nell’assemblea” cosa intende? Questo è uno di quei brani che bisogna considerare alla luce di altri brani.

Notiamo qualche altro brano, e poi torniamo a questo Colossesi La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. (Colossesi 3:15-16)

Allora, qui, fra l’altro, si dice che dovremmo istruirci l’uno l’altro. Aggiungiamo a questo anche Romani 15:14 Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi a vicenda. Quando Paolo parla a tutta la chiesa, dice “fratelli”. Il punto che dobbiamo notare qua è che questo insegnamento, l’uno all’altro, non è la stessa cosa dell’insegnamento che fanno gli insegnanti ufficiali della chiesa. Quando abbiamo letto che Paolo e Sila erano fra gli insegnanti a Antiochia, ovviamente non era nel senso che tutti possono insegnare l’uno all’altro. Era in un senso autorevole.

L’insegnamento reciproco che troviamo in Colossesi 3:16, e altri brani, è un insegnamento da un membro della chiesa agli altri. Non è autorevole. Non ha a che fare con autorità.

Perciò, capendo questa importante distinzione, e ricordando 1Timoteo 2:11,12, possiamo vedere che il senso che la donna non deve parlare nella chiesa è nel senso di insegnamento ufficiale, cioè, quell’ insegnamento autorevole.

Una donna non dovrebbe mai predicare, né guidare un culto.

Vediamo ancora un altro brano.

1Corinzi 11

Leggiamo 1Corinzi 11:1-11 Non vogliamo tutto il brano, ma solamente la parte che ci aiuta a capire il discorso che stiamo studiando.

1 Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo. 2 Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa, e conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse. 3 Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto fa disonore al suo capo; 5 ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa. 6 Perché se la donna non ha il capo coperto, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se per una donna è cosa vergognosa farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo. 7 Poiché, quanto all’uomo, egli non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo; 8 perché l’uomo non viene dalla donna, ma la donna dall’uomo; 9 e l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. 10 Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità. 11 D’altronde, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna. (1 Corinzi 11:1-11 NRV)

L’insegnamento qua tratta della sottomissione della donna. Dio insegna che la donna deve avere un ruolo di sottomissione. In questo brano, Dio parla specificamente di un certo aspetto della sottomissione della Donna. Dio parla, tramite Paolo, del fatto che è importante che nella chiesa, quando la donna prega o profetizza, cioè, proclama le verità di Dio, dovrebbe avere sul capo un segno di autorità, cioè, un velo.

Allora, già qua, considerando questo brano insieme con gli altri, alcune cose diventano chiare immediatamente.

Prima di vedere i vari aspetti di questo brano, è importante notare che la parola “profetizzare” vuol dire “proclamare le verità di Dio”. Può essere usato nel senso di predicare, ma non necessariamente.

Allora, in questo brano, prima di tutto è chiaro che la donna prega e profetizza. Se questo non fosse permesso da Dio, non avrebbe alcun senso dare un regolamento. Se Dio vieta qualcosa, non spiega come fare la stessa cosa vietata.

Però, considerando gli altri brani, specificamente 1Timoteo 2:11,12, è chiaro che questo profetizzare NON può essere insegnare al livello ufficiale, cioè, questo brano non contraddice l’istruzione che la donna non può essere uno degli insegnanti ufficiali della chiesa. Questo brano non dà permesso alla donna di predicare.

Però, il tutto diventa più chiaro quando consideriamo questo brano insieme a Colossesi 3:16, che abbiamo letto, che dichiara che dobbiamo istruire e esortare l’uno l’altro, e cantare di cuore a Dio, inni, salmi e cantici spirituali.

Allora, notiamo che istruirsi, in questo senso, è una forma di profettizzare. Infatti, è quella che è permesso a tutti i credenti, perché non è l’insegnamento autorevole. Questo tipo di parlare non ha a che fare con autorità.

Cantare è anche una forma sia di profetizzare, che di pregare, in base a quale canto si intoni. Chiaramente, le donne possono fare questo, perché non è una forma di parlare con autorità.

l’esempio biblico

Vorrei menzionare qualche brano biblico, che non sono decisivi, ma aiutano la nostra maggior comprensione..

36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Luca 2:38 NRV)
8 Ripartiti il giorno dopo, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei sette, restammo da lui. 9 Egli aveva quattro figlie non sposate, le quali profetizzavano. (Atti 21:8-9 NRV)
Allora Maria, la profetessa, sorella d’Aaronne, prese in mano il timpano e tutte le donne uscirono dietro a lei, con timpani e danze. (Esodo 15:20 NRV)
Chilchia e quelli che il re aveva designati andarono dalla profetessa Culda, moglie di Sallum, figlio di Tocat, figlio di Casra, il custode del vestiario. Lei abitava a Gerusalemme, nel secondo quartiere; e quelli le parlarono nel senso indicato dal re. (2 Cronache 34:22 NRV)
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio. (Atti 18:26 NRV)

Questi brani in se non bastano per capire la posizione biblica però ci aiutano a capire cosa intende Dio nei vari brani che abbiamo considerato. Infatti, notiamo che Filippo avevano quattro figlie che profetizzavano. La profezia nel NT è una cosa che si fa fra credenti in quanto è proclamare le verità di Dio. Allora, questi brani non spiegano tutto, ma ci fanno capire chiaramente che Dio si serve anche di donne per proclamare le sue verità. Anche se non è detto, si capisce che non sarebbe in un senso autorevole, cioè, non di guida. Però, chiaramente le donne erano usate da Dio per annunciare verità. Quindi, c’è un senso in cui le donne profetizzano, chiaramente alla presenza di altri credenti, in quanto, vengono riconosciute per questo ruolo.

Arriviamo ad una conclusione

Allora, tenendo tutto questo a mente, e guardando i vari brani tutti insieme, diventa possibile capire quello che avrebbe potuto sembrare una contraddizione, se avessimo solo guardato alcuni dei brani separatamente. Ma in realtà, non ci sono vere contraddizioni nella Bibbia. Se non stiamo attenti, possiamo arrivare a qualche conclusione sbagliata. Quanto è importante considerare tutti i brani che trattano un argomento, e considerare tutti molto attentamente.

Perciò, quello che io ho visto, come pastore, analizzando le Scritture, è che le donne non dovrebbero avere alcun ruolo di autorità nella chiesa. Non devono mai parlare in modo autorevole, anzi, non solo nella chiesa, ma nemmeno in casa. Infatti, i vari insegnamenti che hanno a che fare con la donna sono perfettamente coerenti fra di loro.

Perciò, per quanto riguarda un parlare autorevole, la donna deve stare in silenzio, cioè, deve stare tranquilla, e accettare il suo ruolo, che è un ruolo di grande onore. Se ricordiamo, il ruolo dell’uomo è di sacrificarsi per la donna, come Cristo si è sacrificato per la Chiesa. L’uomo è chiamato a onorare la donna, e a curarla teneramente. Perciò, quando consideriamo il ruolo della donna, è importante considerare anche il ruolo dell’uomo.

Per quanto alla donna NON sia permesso di parlare con autorità, che ha che fare con l’insegnamento ufficiale della chiesa, e la guida della chiesa, la donna PUO’ parlare nel senso di condividere, che sarebbe l’istruire e esortare l’uno l’altro, e cantare e pregare insieme. Quel tipo di parlare non è autorevole, perché quell’ insegnare è tutta un altra cosa di quella vietata alla donna, e onestamente, a qualsiasi uomo che non sia qualificato è riconosciuto dalla guida (gli Anziani) di chiesa.

Quando la donna parla durante il culto della chiesa, sia per condividere, o cantare, o pregare, dovrebbe avere sulla testa un segno di autorità, cioè, tipo il velo. Questo è un simbolo che il Signore ci dà, come ci dà il simbolo del pane e del vino, per ricordarci di un’importante verità.

ulteriore pensiero

Credo che questo studio ci sia stato utile, sia per capire la volontà di Dio per quanto riguarda la donna, sia per riconoscere l’importanza di considerare tutti i brani che hanno a che fare con un dato argomento, per capire chiaramente quello che Dio ci insegna nella sua parola. O che possiamo essere una chiesa che divide rettamente la Parola di Dio, e poi, che si sottomette a tutto quello che Dio insegna. Non è il nostro traguado avere l’approvazione degli uomini, ma quella di Dio.