Aiuto Biblico

Importa cosa pensano gli altri?

filename: glialtri.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per Rovigo, 30 aprile, 2004 - questo sermone è un adattamento di una meditazione del Pastore John Piper. Si possono trovare i suoi sermoni, in Inglese, sul sito www.desiringGod.org>

Voglio farvi una domanda importante: Importa quello che pensano gli altri di noi? Dovremmo prendere le nostre decisioni ogni giorno tenendo conto di quello che potrebbero pensare gli altri?

Prima di considerare la risposta a questa domanda, ovvero, prima di considerare quello che Dio ci insegna a riguardo, voglio considerare quella che è la situazione attuale, nella grande maggioranza dei casi.

Nel nostro mondo, si considera come estremamente importante ciò che gli altri pensano, almeno certi altri. In italiano, il termine “bella figura” vuol dire proprio cercare di apparire belli o bravi davanti agli altri. Moltissimo di quello che si fa, lo si fa in vista di come sarà visto dagli altri. Chiaramente, ogni persona sa chi sono gli altri davanti ai quali vuole fare una bella figura. I ragazzi che si riempiono di buchi per il piercing, o si vestono stile punk, non stanno cercando certamente l’approvazione dei genitori, ma stanno cercando l’approvazione dei loro coetani.

È naturale cercare l’approvazione degli altri. In tutto il mondo, dai bambini ai vecchi, è normale che le persone basino molte delle loro decisioni e azioni su ciò che pensano gli altri. Per la maggioranza delle persone, quello che pensano gli altri importa moltissimo.

Domanda: Cosa ne dice la Bibbia?

Però, in questo come in ogni altro campo della vita, ogni vero figlio di Dio non deve seguire l’andazzo del mondo, né deve fare quello che gli viene in mente naturalmente. Invece, ogni vero credente è chiamato ad ascoltare la Parola del Buon Pastore, e poi a seguirLo, in tutto. Perciò, come credenti, vogliamo capire cosa ci insegna Dio in questo campo importante, e poi, vogliamo vivere alla luce della verità di Dio.

NON badare a quello che pensano gli altri

Leggendo la Bibbia, troviamo tanti brani che ci insegnano a NON badare a quello che gli altri pensano di noi.

Luca 6:26

Per esempio, in Luca 6, Gesù ammonisce duramente i farisei. Leggiamo:

“Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché i padri loro facevano lo stesso con i falsi profeti.” (Lu 6:26 NRV)

Quando consideriamo questo brano nel contesto di tutto quello che Gesù diceva ai farisei, possiamo capire che il motivo per cui tutti gli uomini dicevano bene di loro era che cercavano l’approvazione degli uomini anziché l’approvazione di Dio. Per questo, nel giorno di giudizio, saranno veramente guai per loro. Quindi, questo brano mette in evidenza il contrasto fra il cercare l’approvazione degli uomini, e il cercare l’approvazione di Dio. Anziché badare a quello che gli altri pensano di noi, dobbiamo preoccuparci di quello che Dio pensa di noi.

Marco 12:14

In un’altra occasione, i nemici di Gesù stavano parlando con Lui. Notiamo quello che gli dicono.

“Essi andarono da lui e gli dissero: «Maestro, noi sappiamo che tu sei sincero, e che non hai riguardi per nessuno, perché non badi all’apparenza delle persone, ma insegni la via di Dio secondo verità. É lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Dobbiamo darlo o non darlo?»” (Mr 12:14 NRV)

Questi uomini cercavano l’approvazione degli uomini. Perciò, per loro, era strano che Gesù non faceva così. Riconoscevano che Egli faceva quello che era giusto davanti a Dio, senza tener conto di quello che avrebbero detto gli altri.

Visto che dobbiamo imitare Gesù, questo è un esempio per noi, e ci insegna che non dobbiamo preoccuparci degli altri, ma dobbiamo piuttosto impegnarci sempre a fare quello che è giusto agli occhi di Dio.

Galati 1:10

In un altro brano, l’Apostolo Paolo descrive la sua motivazione per tutto quello che faceva. Leggiamo Galati 1:10.

“Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.” (Ga 1:10 NRV)

Il punto importante qua è che Paolo non cercava il favore degli uomini. Non cercava la loro approvazione. Cercava invece il favore di Dio. Questo è per noi un esempio da seguire.

1 Tessalonicesi 2:4

Passiamo ad un altro insegnamento che Dio ci dà tramite Paolo. In 1 Tessalonicesi, Paolo parla della sua motivazione, e più precisamente, parla di quale non era la sua motivazione.

“ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.” (1Tess 2:4 NRV)

Paolo, che è un esempio che dovremmo seguire, cercava di piacere a Dio, non agli uomini. Non si può avere due padroni. Una donna che cerca di piacere a suo marito nel suo modo di vestirsi, non può cercare di piacere anche agli altri. Similmente, non possiamo cercare di piacere sia agli uomini sia a Dio. Dobbiamo scegliere, o l’uno, o l’altro.

Quindi, da questi brani, è chiaro che la Bibbia ci insegna, di non vivere cercando l’approvazione degli altri. In un certo senso, il loro parere, valutazione e approvazione non dovrebbe influenzare il nostro comportamento e le nostre decisioni.

L’importanza della reputazione

Però, come succede spesso, ci sono anche dei brani che parlano da un altro punto di vista, cioè parlano dell’importanza della nostra reputazione davanti gli altri, e di come gli altri ci vedono. Leggiamo alcuni di questi brani.

Proverbi 22:1

Inizio leggendo Proverbi 22:1.

“La buona riputazione è da preferirsi alle molte ricchezze; e la stima, all’argento e all’oro.” (Pr 22:1 NRV)

Questo brano parla dell’importanza di essere stimati dagli altri, e di avere una buona reputazione davanti a loro.

2 Corinzi 8:20,21

Un altro brano fa riferimento alla volta in cui l’Apostolo Paolo stava raccogliendo un’offerta da varie chiese per i credenti bisognosi di Gerusalemme. Egli era molto attento a fare le cose in modo da non dare la possibilità a nessuno di screditarlo per quell’opera. Leggiamo quello che egli dice a proposito in 2Corinzi 8:20,21, in cui stava spiegando perché voleva che ci fossero vari altri uomini ad accompagnarlo.

“20 Evitiamo così che qualcuno possa biasimarci per quest’abbondante colletta che noi amministriamo; 21 perché ci preoccupiamo di agire onestamente non solo davanti al Signore, ma anche di fronte agli uomini.” (2Co 8:20-21 NRV)

È ovvio da questo che in qualche senso Paolo teneva in considerazione quello che gli uomini pensavano di lui. Si impegnava ad agire in modo che nessuno poteva accusarlo di essersi comportato in modo disonesto. In quel senso, Paolo faceva attenzione alla sua testimonianza davanti agli altri.

1 Timoteo 3:2

In 1 Timoteo, leggiamo le qualifiche per chi può essere un anziano di chiesa. Vediamo che deve avere una reputazione irreprensibile, e deve avere una buona testimonianza, anche davanti a quelli fuori della chiesa, ovvero, anche ai non credenti.

“Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,” (1Ti 3:2 NRV)
“Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.” (1Ti 3:7 NRV)

Quindi, un anziano deve vivere in modo tale che perfino i non credenti riconoscano che è un uomo onesto e giusto. È importante che abbia una buona testimonianza.

Equilibrio

Abbiamo visto una serie di versetti. I primi brani che abbiamo considerato dimostrano che non dobbiamo cercare l’approvazione degli uomini. Non dobbiamo cercare di piacere agli uomini. In altre parole, potremmo dire che non importa quello che pensano gli altri.

Però il secondo gruppo di versetti che abbiamo visto parlavano del fatto che in qualche senso, è importante quello che gli altri pensano di noi. A prima vista, il primo gruppo potrebbe sembrare di contraddire il secondo gruppo. Come possiamo mantenere un equilibrio fra questi due gruppi di brani?

Dobbiamo sempre ricordare che la Bibbia non si contraddice mai. Quindi, in un caso così, in cui potrebbe sembrare che ci sia una contraddizione, il problema è che non abbiamo ancora capito bene i brani. Quindi, vogliamo capire come mettere insieme questi vari insegnamenti.

Per capire questi brani, dobbiamo capire qual è lo scopo della nostra vita. Nel piano di Dio, quale deve essere il traguardo di ogni credente? Capire questo ci permette di valutare ogni decisione in base al fatto che ci porta più vicino al nostro traguardo o no. Così, possiamo anche capire in che senso importa come gli altri ci vedono.

lo scopo della vita

Allora, qual è lo scopo della nostra vita? Non spetta a noi decidere, Dio ce lo spiega nella sua Parola.

Paolo spiega lo scopo della vita, parlando di sé, in Filippesi 1:19,20.

“19 so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l’assistenza dello Spirito di Gesù Cristo, 20 secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte.” (Fl 1:19-20 NRV)

Lo scopo della vita di un credente dev’essere che Cristo sia glorificato nel credente, sia con la vita, sia con la morte.

Un altro brano che ci spiega questo con altri termini è in 1 Pietro 2, dove troviamo il motivo per cui Dio ci ha salvati, che qui è descritto come ci ha “acquistato”.

“Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa;” (1Pi 2:9 NRV)

Dio ci ha acquistati salvandoci dalla condanna eterna, affinché proclamiamo le sue virtù. Proclamare le virtù di Dio, ovvero, far conoscere le virtù di Dio, o come diceva Paolo prima, glorificare Cristo con la propria vita, è lo stesso traguardo.

Lo scopo della vita di un vero credente dev’essere quello di glorificare Cristo con ogni aspetto della propria vita. Si fa questo, facendo conoscere le virtù di Dio.

Per glorificare Cristo, la nostra vita deve rispecchiare la santità di Dio. Dobbiamo essere luce in un mondo di tenebre. Questo è l’insegnamento di Gesù in Matteo 5.

“14 Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, 15 e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Mt 5:14-16 NRV)

Dio ci chiama ad essere luce nel mondo, per portare gloria a Lui. Gesù parlava della stessa cosa in Giovanni 15, dove leggiamo:

“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.” (Giov 15:8 NRV)

Dio viene glorificato in noi quando portiamo molto frutto. Portiamo frutto quando camminiamo in santità, per fede in Dio, essendo zelanti nelle opere buone.

Quindi, mettendo insieme questi brani, possiamo vedere che lo scopo della nostra vita, in tutto quello che facciamo e in ogni decisione, dovrebbe quello di glorificare Cristo Gesù. La nostra vita dovrebbe rispecchiare la luce di Gesù Cristo in questo mondo di tenebre. Le persone intorno a noi dovrebbero vedere Cristo in noi.

Allora, qua cominciamo ad arrivare alla risposta della nostra domanda iniziale. La domanda era: importa quello che gli altri pensano di noi?

La risposta è: sì, importa, ma non per quanto riguarda come vedono noi, né se ci vedono bravi, o belli, o con una certa importanza. Quello che importa è se guardando noi, le persone vedono Cristo, ed Egli viene glorificato da quello che vedono in noi.

Quando le persone osservano la nostra vita, e il modo in cui parliamo, e come prendiamo le nostre decisioni, e il nostro comportamento, e come spendiamo il nostro tempo e i nostri soldi, e come ci vestiamo, e tutto il resto di quello che possono vedere in noi, la domanda importante è: mettiamo Cristo in una buona luce davanti a loro? Cristo viene glorificato davanti a loro con la nostra vita?

Non importa quello che pensano gli altri

Non importa se le persone ci vedono bravi, o belli o intelligenti. La cosa importante è che Cristo sia glorificato in noi. Cristo viene glorificato in noi quando le persone intorno a noi possono vedere Gesù Cristo in noi, nelle nostre parole, nelle nostre decisioni, e nel nostro comportamento.

In ogni nostra decisione, dovremmo tenere come prima considerazione se il nostro comportamento aiuterà gli altri a vedere Cristo in noi. Vogliamo esaltare Cristo, in modo che più persone possono vederLo, e amarLo.

Quando una persona vede Cristo in noi, e viene attirata a Cristo, allora, quella persona ci vedrà in una buona luce.

Quando invece una persona vede Cristo in noi, e rifiuta Cristo, è molto probabile che rifiuterà anche noi.

Gesù ci avverte di questo in Matteo 10:25, parlando ai suoi discepoli, di coloro che Lo avevano rifiutato.

“Basti al discepolo essere come il suo maestro e al servo essere come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone, quanto più chiameranno così quelli di casa sua!” (Mat 10:25 NRV)

Vediamo una verità simile in Giovanni 15, in cui Gesù ci avverte del fatto che coloro che seguono Cristo saranno odiati dal mondo.

“18 «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.” (Giov 15:18-19 NRV)

Ricordiamo che Gesù faceva sempre quello che era giusto davanti a Dio. Non cercava mai l’approvazione degli uomini. Coloro che avevano i loro cuori aperti a Dio Lo vedevano bene. Coloro che erano contro di Lui Lo vedevano male.

Dio chiama anche noi a vivere così. Dobbiamo comportarci in un modo che porti gloria a Dio, e che glorifichi Gesù Cristo.

Certamente, è naturale desiderare che gli altri ci vedano bene quando stiamo vivendo alla gloria di Cristo.

Vorremmo questo, ma non dobbiamo mai usare le opinioni degli altri come metro del nostro comportamento. Infatti, molto spesso i non credenti non saranno d’accordo con le nostre scelte. A volte, ci possono essere anche altri credenti che non sono d’accordo con noi.

Dobbiamo misurare le nostre azioni, le nostre decisioni e le nostre parole in base ai principi di Dio, cercando di glorificare Cristo.

Come glorificare Cristo

Voglio considerare brevemente che cos’è che glorifica Cristo nella nostra vita.

Cristo viene glorificato quando la nostra vita Lo rispecchia, e così, le persone vedono più di Cristo tramite noi.

Cristo viene glorificato quando la nostra vita edifica gli altri credenti, e fortifica la loro fede, e li aiuta a conoscere Cristo di più.

Cristo viene glorificato in noi quando tramite noi più persone sentono il messaggio del Vangelo.

negare la carne

Chiaramente, quando consideriamo questo, diventa chiaro che per avere una vita che glorifica Cristo, dobbiamo rinnegare noi stessi, ovvero, dobbiamo dire “no” alla nostra carne, giorno per giorno.

Gesù ci dichiara:

“34 Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà.” (Marco 8:34-35 NRV)

Rinunciare a sé stesso vuol dire dire “no” alla carne, “no” alla nostra voglia, per poter dire “sì” a quello che porterà più gloria a Dio ed edificherà di più il nostro prossimo.

Quindi, quando diciamo che non dobbiamo badare a quello che gli altri pensano di noi, non vuol dire che possiamo essere egoisti, e fare come vogliamo noi.

Invece, vuol dire che dobbiamo seguire l’esempio di Cristo Gesù, che ha sacrificato i suoi diritti e le sue preferenze, per portare gloria a Dio, e per edificare più persone possibili, e per promuovere la diffusione del messaggio del Vangelo.

il discorso del vergognarsi

Spero che questo insegnamento sia chiaro. Vorrei fare qualche applicazione, per aiutarci a vedere come dovrebbe cambiare il nostro modo di vivere giorno per giorno.

Per esempio, consideriamo il fatto di vergognarci. Alla luce dell’insegnamento di oggi, quando dovremmo vergognarci, e quando non dovremmo vergognarci?

il vergognarsi sbagliato

Prima di tutto, consideriamo in quale tipo di situazione una persona si vergogna, tipicamente. Pensiamo a qualche esempio.

Solitamente, se un donna sta servendo i suoi ospiti, e capita che il cibo non è venuto bene, proverà vergogna. Se un ragazzo si dimostra incapace di giocare bene a calcio, si vergogna davanti agli amici. Se una ragazza sta cantando davanti agli altri, e sbaglia la melodia in modo notevole, solitamente può vergognarsi. Se un ragazzino deve portare vestiti totalmente fuori moda a scuola, spesso ne ha vergogna davanti ai compagni di scuola.

Cosa c’è di simile in tutti questi esempi? In ognuno di questi casi, la persona ha vergogna perché non è visto bene dagli altri. In altre parole, la vergogna in questi casi è una vergogna fondata sull’orgoglio. Vergognarsi in casi così è sbagliato, ed è peccato, perché è una forma di orgoglio.

il vergognarsi giusto

Però, c’è un altro tipo di vergogna, completamente diversa. E’ la vergogna che abbiamo quando riconosciamo che abbiamo messo in cattiva luce il nostro Signore Gesù Cristo. Cioè, è giusto vergognarci, non quando il nostro orgoglio viene ferito, ma quando il nostro comportamento è indegno di un figlio di Dio. Un vero credente dovrebbe vergognarsi, ogni volta pensa ai suoi peccati.

Ci sono tanti brani che parlano di questo tipo di vergogna.

“20 Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. 21 Quale frutto dunque avevate allora? Di queste cose ora vi vergognate, poiché la loro fine è la morte.” (Rom 6:20-21 NRV)
“Ridiventate sobri per davvero e non peccate; perché alcuni non hanno conoscenza di Dio; lo dico a vostra vergogna.” 1Cor 15:34
“11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.” (Efe 5:11-12 NRV)
“E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand’egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna.” (1Giov 2:28 NRV)

Tutti questi brani parlano della vergogna per il peccato.

Quindi, NON è buono vergognarci per cose che non sono peccati e feriscono solo il nostro orgoglio. Invece, dovremmo vergognarci di quello che è legato al peccato.

Vi dò qualche esempio pratico: se un ragazzo sta con i suoi amici, ed essi vogliono fare qualcosa che lui sa essere peccato, e rifiuta di farlo, e gli amici lo prendono in giro e lo disprezzano, egli non deve minimamente vergognarsi. Oppure se una ragazza si veste in modo modesto, e gli altri compagni di scuola la disprezzano perché non è vestita secondo la moda, non deve vergognarsi. Se un uomo guida una macchina vecchia, perché preferisce usare i suoi soldi per il regno di Dio, e qualche amico o parente gli dice che l’auto è troppo vecchia, non deve vergognarsi. Se una donna non si trucca e non si tinge i capelli perché è contenta di dimostrare gli anni che ha, e qualche amica le dice che sembra una vecchia, non deve minimamente vergognarsi. In tutti questi esempi, il fatto di vergognarsi è legato all’orgoglio, ed è legato al volere l’approvazione degli altri. Questi sono tutti esempi di situazioni in cui NON dovremmo vergognarci.

Se invece un credente si comporta male, e pecca in qualche modo, dovrebbe vergognarsi, per la brutta testimonianza che è stato riguardo al suo Signore, Gesù Cristo.

non siamo costretti ad accontentare sempre gli altri

C’è un altro discorso da fare, per quanto riguarda questo argomento di non dover cercare l’approvazione degli altri, ma di dover cercare di glorificare Cristo.

Una domanda che uno potrebbe farsi è: un credente dovrebbe cercare di accontentare gli altri credenti nelle sue decisioni?

Non c’è una regola fissa. Però, ci sono alcuni principi da tenere in considerazione.

Nella Bibbia, troviamo spesso il principio di cercare quello che edificherà il mio prossimo.

Un esempio di un brano che insegna questo è Romani 15:1,2. Ve lo leggo.

“1 Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. 2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione.” (Rom 15:1-2 NRV)

Questo brano parla dell’importanza di compiacere al prossimo, nel bene. Notiamo che i più forti, spiritualmente, devono supportare le debolezze dei deboli.

Se un credente vede male qualcosa, che non è peccato, ma non è tentato lui stesso a fare quella cosa, non dovrebbe insistere che un altro non lo faccia. Per esempio, se un credente pensa che non sia buono per gli uomini e le donne della chiesa di salutarsi, ma lui stesso non è tentato a farlo, non dovrebbe fare pressione sugli altri a non farlo.

Se invece c’è un fratello che è debole, ovvero, egli pensa che un certo comportamento sia peccato, mentre coloro che sono più forti sanno che non è peccato, secondo questo brano i più forti dovrebbero sopportare la debolezza del debole, e quindi, potrebbe essere il caso, in certe situazioni, per i forti di sacrificare i loro diritti, per non portare il credente debole ad inciampare.

In ogni caso, quello che importa è la nostra motivazione. Dovremmo cercare quello che porta più gloria a Cristo.

Conclusione, riassunta

Allora, cerchiamo di riassumere tutto brevemente. Importa quello che gli altri pensano di noi? No, nel senso che non importa come vedono noi. Importa solo che vedono Cristo in noi. Perciò, non dobbiamo cercare di essere visti bene da loro, né dobbiamo preoccuparci di quello che pensano di noi. Dobbiamo vivere per glorificare Cristo.

Dobbiamo valutare quello che facciamo, e come parliamo, e come spendiamo il nostro tempo e i nostri soldi, e come ci vestiamo, alla luce di come possiamo glorificare Cristo di più.

Chiaramente, per glorificare Cristo, dobbiamo avere una vita in cui conformiamo ogni aspetto della nostra vita agli insegnamenti di Cristo.

Quando mettiamo questo insegnamento in pratica, cambia moltissimo il modo in cui viviamo. Cambia moltissimo quanta pace abbiamo. Cambiamo il nostro impegno, cambia quello che è importante per noi.

Che Dio ci aiuti a capire il grande valore nel cercare l’approvazione di Dio in tutto! A Lui sia la Gloria, in Cristo. Amen.