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Il pericolo di non avere tempo per Dio - Aggeo 1:1-11

filename: 37-01-01.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - Sermone 2 su Aggeo, di Marco deFelice, per 9 giugno, 2002

Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato la situazione dei Giudei che erano tornati dall’Esilio. Dio aveva gestito tutte le circostanze in modo che l’esilio durasse settant’anni, come Egli aveva dichiarato tramite il profeta Geremia. Alla fine di quel periodo, come Egli stesso aveva annunciato tramite Isaia, Dio diede a Ciro di Persia la vittoria sui babilonesi; così Ciro fece un editto con il quale permise al popolo giudeo di tornare in Gerusalemme, per ricostruire il Tempio.

Un primo gruppo di circa 50.000 Giudei tornò dopo quel proclama, intorno all’anno 538 A.C. Appena si furono stabiliti, eressero l’altare, per poter iniziare di nuovo ad offrire sacrifici al Signore. Poi, posero le fondamenta del Tempio.

Quando i popoli circostanti iniziarono a porre ostacoli all’opera, i Giudei abbandonarono i lavori di ricostruzione del tempio. Il lavoro restò fermo per circa sedici anni. A quel punto, il SIGNORE mandò dapprima Aggeo, poi Zaccaria, per far capire al popolo giudeo qual’era la propria condizione spirituale.

Dio inviò cinque messaggi tramite Aggeo, in un periodo di quattro mesi.

Messaggio 1: Aggeo 1:1-11

Troviamo il primo messaggio di Aggeo in Aggeo 1:1-11. Leggiamo il v.1.

Il secondo anno del re Dario, il primo giorno del sesto mese, la parola del SIGNORE fu rivolta, per mezzo del profeta Aggeo, a Zorobabel, figlio di Sealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figlio di Iosadac, sommo sacerdote, in questi termini (Aggeo 1:1 NRV)

Notiamo qualche fatto che ci aiuterà a capire meglio questo versetto.

In questo brano, Aggeo va da Zorobabel e poi da Giosuè, per proclamare loro la parola di Dio, ovviamente in modo che poi tutti i tre potessero recarsi dal popolo. Il governatore, Zorobabel, era un discendente diretto del re Davide. Suo nonno era il re Ieconia, di cui leggiamo in 1 Cronache 3:17-19. Il nome Zorobabel vuol dire “uno che è nato in Babilonia”.

17 I figli di Ieconia, il prigioniero, furono: suo figlio Sealtiel, 18 Malchiram, Pedaia, Senassar, Iecamia, Osama e Nedabia. 19 I figli di Pedaia furono: Zorobabele e Simei. I figli di Zorobabele furono: Mesullam e Anania, e Selomit, loro sorella; (1 Cronache 3:17-19 NRV)

Giosuè, il sommo sacerdote, viene chiamato anche Iesua in Esdra 3:2. Egli era un discendente di Iosadac che era, a sua volta, un discendente diretta di Eliezar, figlio di Aarone. Giosuè, quindi, discendeva in linea diretta dai sacerdoti che Dio aveva stabilito al tempo di Mosè.

Quindi, il profeta Aggeo si rivolge sia al capo civile (che svolgeva le funzioni del re, visto che non c’era un re in tale momento storico) sia al capo spirituale; quindi queti tre andarono insieme dal popolo. Qui vediamo i tre uffici che successivamente saranno adempiuti dal Cristo: il profeta, il re ed il sacerdote.

v.2 non è ancora il tempo

Ora consideriamo il contenuto di questo primo messaggio che Dio diede ad Aggeo per questi Giudei. Leggiamo i vv.2-4

2 Così parla il SIGNORE degli eserciti: “Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo in cui si deve ricostruire la casa del SIGNORE””. 3 Per questo la parola del SIGNORE fu rivolta loro per mezzo del profeta Aggeo, in questi termini: 4 “Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?” (Aggeo 1:2-4 NRV)

Notiamo, prima di tutto, come Dio si identifica. Egli dichiara: 2 Così parla il SIGNORE degli eserciti: “il SIGNORE degli eserciti” è quel nome di Dio che sottolinea la sua autorità ed il suo potere e, quindi, sottolinea la necessità di prestargli ubbidienza. Quanto è importante ricordare che Dio è il nostro CREATORE e, quindi, il nostro SOVRANO SIGNORE, che merita la nostra obbedienza. È fondamentale avere un chiaro concetto della persona di Dio.

Il SIGNORE ripete quello che i Giudei dicevano come scusante per non aver ripreso l’opera di ricostruzione del Tempio.

“Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo in cui si deve ricostruire la casa del SIGNORE””

Queste persone non si rifiutavano di ricostruire il Tempio. Non parlavano contro quel lavoro, anzi, dalle loro parole, si capisce che erano daccordo sulla necessità di eseguire quell’opera. Non si opponevano. Essi dichiaravano, invece, che non era ancora venuto il tempo adatto.

Sicuramente, avevano tante ragioni che potevano sembrare valide. Sappiamo che c’era ancora l’opposizione dei popoli confinanti. Poi c’erano anche altre attività da svolgere per mettere a posto la loro città, le loro case ed i loro campi. Queste attività erano certamente importanti, e potrebbero sembrare validi motivi per non trovare il tempo per impegnarsi al grande lavoro di ricostruizione del Santuario.

Però, dietro l’apparenza di questi ragionamenti c’era il vero motivo. La vera ragione per la quale essi non avevano ancora trovato il tempo per ricostruire il Tempio, era che la ricerca della gloria di Dio non era la loro vera priorità.

Quanto spesso accade anche a noi di non rifiutare in modo diretto la ricerca della gloria di Dio, ma di trovare delle scuse per rimandarla.

Vediamo un esempio di un uomo che rimanda la sua ricerca di Dio, senza rifiutarLo direttamente. In Atti 24, Paolo si trovava in prigione, ai tempi del governatore Felice. Un giorno, Felice chiamò Paolo per ascoltare la spiegazione del vangelo. Felice non rifiutò il messaggio del Vangelo, ma trovò delle scuse per rimandare.

24 Dopo alcuni giorni Felice, venuto con sua moglie Drusilla, che era ebrea, mandò a chiamare Paolo, e lo ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. 25 Siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: “Per ora va’; e quando ne avrò l’opportunità, ti manderò a chiamare”. (Atti 24:24-25 NRV)

Felice non rifiutava in modo diretto, diceva che se avesse avuto l’opportunità, ovvero il tempo, avrebbe ascoltato ancora.

In realtà questo era un vero e proprio rifiuto, perché non dire sì equivale a dire no. Se non troviamo tempo di mettere Dio al primo posto, stiamo trascurando Dio, e dimostriamo che Egli è meno importante di altre cose.

Si potrebbe cercare di giustificare questi Giudei per il fatto che essi non avevano ripreso la ricostruzione del Tempio, peoichè c’era ancora l’opposizione dei popoli confinanti. Ma, in realtà, è sbagliato considerare le prove come se fossero necessariamente degli avvertimenti da parte di Dio di abbandonare l’opera. Piuttosto, dovremmo vedere le prove come un’opportunità di crescere nella fede e di vedere meglio la potenza di Dio in azione.

Nel v.4, Dio dimostra che il vero problema era che essi avevano le priorità sbagliate. Ascoltiamo v.4

“Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?” (Aggeo 1:4 NRV)

Il Tempio di Dio era in rovina, mentre le loro case erano messe molto bene. Il termine usato nel versetto indica un rivestimento di lusso, qualcosa che superava di molto il minimo necessario. Avevano lavorato tanto per loro stessi.

Non è sbagliato in sé l’avere una casa rivestita, ma questo dimostra che costoro si erano impegnati molto per avere molto più del necessario, mentre avevano trascurato grandemente l’opera di Dio. In questo vediamo le priorità del loro cuore. La gloria di Dio non era la loro priorità.

Riflettete bene

A questo punto, il SIGNORE chiede a loro di riflettere, per valutare se la loro condotta era veramente appropriata. Leggiamo vv.4-6

4 “Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?” 5 Ora così parla il SIGNORE degli eserciti: “Riflettete bene sulla vostra condotta! 6 Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata”. (Aggeo 1:4-6 NRV)

Spesse volte, Dio ci chiama a riflettere ed a giudicare se le nostre scelte di vita siano veramente di valore, e se ci portano quei risultati che effettivamente soddisfano i nostri cuori.

Non è necessari trascurare noi stessi per seguire il Signore e darGli gloria. Seguire Dio è percorrere un cammino di fede, in cui scegliamo di glorificare Dio, credendo che la sua cura per noi sia superiore alla nostra cura verso noi stessi, e credendo che la più grande benedizione possibile sia una stretta comunione con Dio.

Infatti, quando trascuriamo Dio, quasi sempre lo fsacciamo perché non stiamo valutando molto bene la nostra vita, e come conseguenza, stiamo scegliendo male.

Queste persone vivevano come spesso viviamo noi. Avevano smesso di credere veramente che la comunione con Dio fosse la benedizione più grande, e stavano cercando per conto loro di ottenere una vita che portasse vera benedizione. Dio invitò loro a riflettere bene se questa era veramente una buona scelta. Dio aiutava loro a riconoscere che i tanti problemi che avevano erano il risultato della disciplina da Dio.

la disciplina di Dio vv.5,6

Consideriamo la disciplina di Dio nei vv. 5,6

5 Ora così parla il SIGNORE degli eserciti: “Riflettete bene sulla vostra condotta! 6 Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata”. (Aggeo 1:5-6 NRV)

In questi versetti, vediamo alcuni esempi della disciplina di Dio.

Avete seminato molto e avete raccolto poco; solo Dio può fare crescere le piante, che servono agli uomini per cibo. Vediamo nel v.10 come Dio ostacolava che essi avessero buoni raccolti.

Perciò il cielo, sopra di voi, è rimasto chiuso; non c’è stata rugiada e la terra ha trattenuto il suo prodotto. (Aggeo 1:10 NRV)

L’uomo può piantare, ma solamente Dio può fare crescere. In ogni campo della vita, un buon esito dipende da Dio. Dio controlla la pioggia, controlla tutto.

Perciò, trascurare le cose di Dio per cercare di curarci da soli è stoltezza. Questo ci ricorda il principio che Gesù insegnò in Matt 6:33 cercate per primo il regno di Dio e queste cose vi saranno aggiunte. Queste persone NON avevano fatto questo.

la disciplina di Dio

I vv.9-11 parlano ancora dei loro peccati e della disciplina di Dio. Notiamo prima v.9 in cui, di nuovo, Dio mostra a questi il loro peccato.

“Voi vi aspettavate molto ed ecco c’è poco; ciò che avete portato in casa, io l’ho soffiato via. Perché?” dice il SIGNORE degli eserciti. “A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa.

Queste persone non avevano premura per le cose di Dio, avevano premura per le loro cose.

Attenzione: questi Giudei non stavano servendo degli idoli, come avevano fatto tanti altri Giudei nei secoli precedenti. Non avevano abbandonato i sacrifici stabiliti da Dio, e continuavano ad offrirli sull’altare, che avevano ricostruito appena tornati dall’esilio. Però, Dio non guarda solamente gli atti esteriori, Egli guarda il cuore. Il loro cuore, la loro premura, non erano per le questioni di Dio ma per le loro faccende. Le cose di Dio erano meno importante delle loro impegni terreni.

Amici, attenzione, perché è facile cadere in questo peccato, ed è difficile riconoscerlo. È facile notare certi grossi peccati che gli altri commettono e che noi non facciamo. Invece, dovremmo preoccuparci del nostro cuore, perché anche quando la nostra vita sembra andare bene, nel nostro cuore può nascondersi il grave peccato di non avere vera premura per le cose di Dio.

Visto che questi Giudei commettevano il peccato di avere più premura per le loro faccende che per le questioni riguardanti Dio, Dio li aveva colpiti con la sua disciplina. Leggiamo ancora dai vv.9 –11, notando la disciplina di Dio.

“Voi vi aspettavate molto ed ecco c’è poco; ciò che avete portato in casa, io l’ho soffiato via. Perché?” dice il SIGNORE degli eserciti. “A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa. 10 Perciò il cielo, sopra di voi, è rimasto chiuso; non c’è stata rugiada e la terra ha trattenuto il suo prodotto. 11 Io ho chiamato la siccità sul paese, sui monti, sul grano, sul vino, sull’olio, su tutto ciò che il suolo produce, sugli uomini, sul bestiame e su tutto il lavoro delle mani”. (Aggeo 1:10-11 NRV)

Questi Giudei si impegnavano molto nei loro lavori, e si aspettavano molto. Invece, avevano ricevuto poco. Dio aveva chiuso il cielo, o come spiega, aveva chiamato la siccità sul loro paese, e su tutti i loro lavori, in modo che la loro economia andasse molto male.

Troppo spesso, si sentono alcune persone parlare del male che succede, come se esso fosse accaduto contro la volontà di Dio, o al massimo, come se Dio avesse solo permesso questo male. Ma, in questo passo, Dio dichiara che era Lui a chiamare la siccità. Dio è buono, ma la sua bontà non consiste nel dare all’uomo tutto quello che potrebbe rendere comoda la sua vita ma, piuttosto, di fare quello che dimostra all’uomo la gloria di Dio e spinge l’uomo a cercarLo.

Quindi, il bene che Dio fa all’uomo non è sempre quello che è più comodo per noi. Il nostro vero bene è quello che ci fa avvicinare di più a Dio. Quanto è importante ricordare questo principio. Il vero bene non è quello che ci fa stare comodi in questa vita, il vero bene è quello che ci porta a conoscere Dio maggiormente ed a stare in più stretta comunione con Lui.

Consideriamo: la ragione per cui non avevano ripreso la costruzione del Tempio era che essi erano impegnati nelle loro faccende, volevano stabilirsi meglio, possedere una buona posizione. In altre parole, avevano la mentalità di non potersi impegnare nelle cose di Dio in quel momento, perché dovevano preoccuparsi delle loro faccende. Una volta che le loro cose sarebbero andate meglio, allora, averbbero avuto la possibilità di impegnarsi nelle cose di Dio.

Però, le cose che erano considerate così importanti per costoro, i loro campi e il loro bestiame, anziché andar bene, andavano male. Infatti, loro si lamentavano di come tali cose andassero male. Si aspettavano molto, ma ricavavano poco.

Visto che costoro consideravano le loro questioni così importanti da trascurare le cose del Signore, il Signore mandava a loro la sua disciplina. Proprio le cose che essi cercavano di ottenere, andavano male. Non possiamo da noi stessi far andare bene le nostre cose. Solo Dio può benedire.

Vediamo questo principio espresso nel Salmo 127:1,2

1 Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie. 2 Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono. (Salmi 127:1-2 NRV)

Aggeo fu mandato da Dio per ricordare il suo popolo che è stoltezza trascurare le cose di Dio per cercare di far andare meglio le proprie faccende, perché se il SIGNORE non benedice, non possiamo da noi stessi far andare bene le nostre cose.

La vera saggezza è mettere Dio al primo posto, perché Egli ci ha creati per Se stesso.

Per l’uomo naturale, questo principio sembra pazzia. Per un uomo senza Dio, l’idea di trascurare le proprie cose per cercare prima il regno di Dio sembra assolutamente assurdo, perché non riesce a vedere il valore della comunione con Dio, e anche perché egli pensa che le cose dipendano da se stesso, e magari da un po’ di fortuna.

Invece l’uomo spirituale, ovvero quella persona che per grazia è stata perdonata e che ora appartiene a Dio, ha lo Spirito Santo. Quella persona sa, anche se qualche volta se ne dimentica, che solamente il SIGNORE può benedire, e dare vero successo alle imprese umane. Quindi, l’uomo spirituale dimostra vera saggezza quando sceglie di camminare per fede, confidando in Dio, anziché in se stesso, il risultato sarà che egli cercherà prima il regno la giustizia di Dio. Poi sarà Dio stesso a prenderesi cura di lui

la bontà di Dio nella disciplina

La disciplina che Dio aveva mandato su questi Giudei era veramente dura. Essa, però, era anche un atto di grande bontà e amore. Come si può vedere la bontà di Dio in questa dura disciplina?

Per prima cosa, vediamo la bontà di Dio dal fatto che questi Giudei meritavano una punizione maggiore. Dio avrebbe potuto farli andare di nuovo in esilio come schiavi, o avrebbe potuto inviare un nemico ad ucciderli. Questa disciplina era molto minore di quanto meritavano.

Perciò, anziché punirli duramente, Dio inviò loro due profeti, Aggeo e Zaccaria, e mandò loro la disciplina, in modo da risvegliare i loro cuori. Così potevano godere di nuovo la comunione con Dio e le sue benedizioni.

Oh, che noi possiamo riconoscere la bontà di Dio anche quando Egli manda su di noi la sua disciplina.

Egli non disciplina coloro che non sono veramente suoi figli. Permette tanti mali a costoro, ma non nel senso di disciplina. Leggiamo della disciplina di Dio in Ebrei 12.

4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, 5 e avete dimenticato l’esortazione rivolta a voi come a figli: “Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da lui ripreso; 6 perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli”. 7 Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? 8 Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. 9 Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? 10 Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. 11 É vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa. (Ebrei 12:4-11 NRV)

Quindi, la disciplina di Dio è un atto di amore e di bontà verso di noi.

La Soluzione del problema

Dopo aver parlato del loro problema, tramite Aggeo Dio diede loro la soluzione, nei vv.7,8. Dovevano AGIRE, non solamente pensare e pregare. Notiamo i tre verbi di azione.

7 Così parla il SIGNORE degli eserciti: “Riflettete bene sulla vostra condotta! 8 Salite nella regione montuosa, portate del legname e ricostruite la casa: io me ne compiacerò e sarò glorificato”, dice il SIGNORE.

Serviva per loro un cambiamento di cuore che producesse un cambiamento di comportamento. Dovevano Salire sulle montagne, Portare del legname, e Ricostruire la Casa di Dio. Dovevano Agire.

Quando stiamo peccando, una PARTE della soluzione è di riconoscere e confessare il nostro peccato a Dio, però questa è solamente una parte. Dobbiamo anche AGIRE, che vuol dire abbandonare il peccato, e se il peccato consiste nel non aver fatto qualcosa di buona, dobbiamo compiere il bene che finora abbiamo trascurato. Il vero ravvedimento è un cambiamento di cuore che produce un cambiamento di comportamento.

Vediamo questo principio nella predicazione di Giovanni il Battista. Egli predicava il battesimo di ravvedimento, ovvero, chiamava le persone ad essere battezzate come segno del loro ravvedimento.

5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutto il paese intorno al Giordano accorrevano a lui; 6 ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Ma vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l’ira futura? 8 Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento. 9 Non pensate di dire dentro di voi: “Abbiamo per padre Abraamo”; perché io vi dico che da queste pietre Dio può far sorgere dei figli ad Abraamo. 10 Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco. (Matteo 3:5-10 NRV)

Il messaggio di Dio non cambia. Quando Dio ci fa vedere i nostri peccati, lo fa affinché possiamo ravvederci, che vuol dire avere un cambiamento di cuore che produce un cambiamento di comportamento. Se non c’è il cambiamento di comportamento, non c’è il vero ravvedimento.

Applicazione

Consideriamo i paralleli fra la situazione di questi Giudei e la nostra situazione.

Questi Giudei erano stati in esilio a causa del loro peccato. Meritavano di rimanere per sempre in Babilonia. Invece, per grazia, Dio apriva loro la porta di essere liberati per tornare a Gerusalemme.

Lo SCOPO del ritorno era che potessero ricostruire il Tempio, per adorare Dio, e per essere una luce della gloria di Dio al mondo.

Noi eravamo in cattività a causa dei nostri peccati. Dio ci ha liberati, con grande potenza, e grazia. Egli ci ha salvato per proclamare la sua gloria, e le sue virtù, come leggiamo in 1Pietro 2:9.

9 Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; 10 voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia. (1 Pietro 2:9-10 NRV)

Dovremmo dedicarci all’opera di Dio, portare gloria a Dio nel nostro mondo. Questo è lo scopo per cui Dio ci ha salvato.

Invece molto spesso, come i Giudei nel tempo di Aggeo, trascuriamo l’opera di Dio per impegnarci nelle nostre cose terrene. Oh, che possiamo imparare anche noi dal messaggio di Aggeo.

Abbiamo visto che Dio chiamava loro a riflettere bene sulla loro condotta. Anche noi dobbiamo fare la stessa cosa.

Ci sono delle volte che non crediamo di aver tempo per Dio. Pensiamo di avere troppo da fare per poter dedicarci alle cose di Dio. In questi casi, il nostro ragionamento è spesso identico a quello di questi Giudei: pensiamo che non sia ancora venuto il tempo in cui dobbiamo adoperarci per il regno di Dio. Oh, che possiamo riflettere bene per capire che tutto il nostro impegno non può portarci il vero bene di cui abbiamo bisogno. Solo Dio può benedirci. Solo Dio può soddisfare il nostro cuori. Riflettiamo bene, per riconoscere se stiamo mettendo Dio al primo posto. Il più grande bene è uno stretto rapporto con Dio.

A ciascuno dico: se hai trascurato le cose di Dio nella tua vita, ascolta il messaggio di Aggeo. Ravvediti, ma poi, Agisci diversamente. Cambia il tuo comportamento, prendi tempo per Dio, metti Dio veramente al primo posto.