Aiuto Biblico

Motivo di gioia -- Colossesi 1:3-8

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 4 settembre, 2011 ---- cmd ag -----
Parole chiave: motivi di gioia, motivi di ringraziamento, ringraziare Dio, frutto di vera salvezza, Colossesi

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Immagina che sei stato terribilmente perseguitato per la tua fede in Gesù Cristo. Coloro che ti odiano hanno cercato di ucciderti. Ti hanno battuto, flagellato, e ora ti trovi in carcere a causa della tua fede. Come sarebbe il tuo stato di animo?

L'apostolo Paolo aveva subito tutto quelle cose, e nel brano che vedremo oggi, si trovava in carcere per la sua fede, eppure, non era scoraggiato. Infatti, nonostante le sue terribili difficoltà, Paolo abbondava di gioia e di ringraziamento a Dio. Vogliamo considerare una parte di quello che egli scrisse ai credenti di Colosse, che troviamo in Colossesi 1:3-8.

Questo brano ci spiega il motivo per cui Paolo traboccava di ringraziamento a Dio per questi credenti. Se abbiamo occhi aperti vedremo che anche noi abbiamo motivo di gioire profondamente e di ringraziare Dio per le stesse cose. In questo brano, troviamo degli esempi da seguire.

Leggiamo Colossesi 1:3-8, in cui Paolo spiega la sua preghiera per loro, e il perché pregava quelle cose. Ricordate che egli era in carcere per la sua fede mentre stava scrivendo ciò che sto per leggere.

“3 Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, 5 a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo, 6 che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo e porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno in cui udiste e conosceste la grazia di Dio in verità, 7 come avete imparato da Epafra, nostro caro compagno, il quale è un fedele ministro di Cristo per voi, 8 e che ci ha anche dichiarato il vostro amore nello Spirito.” (Colossesi 1:3-8 LND)

La preghiera di Paolo (v.3)

La prima cosa che possiamo notare in questo brano è che Paolo ringraziava Dio per questi credenti, pregando continuamente per loro. Leggo il v.3

“3 Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi,"

Paolo è un esempio per noi. In mezzo a tante sofferenze, ed ora trovandosi in carcere, Paolo rendeva grazie a Dio per questi credenti, pregando continuamente per loro.

Paolo pregava continuamente per questi credenti. Paolo era un uomo con tantissimi impegni. Aveva un ministero che lo portava in tanti paesi diversi. Aveva decine e decine di collaboratori che dirigeva, curava tante chiese che aveva fondato. Eppure, Paolo pregava continuamente per questi credenti, e da ciò che comprendiamo da altre lettere, anche per altri credenti e altre chiese. Paolo era un uomo di preghiera. Si potrebbe dire che più che trovare il tempo per pregare, Paolo prendeva tempo per pregare.

Già prima di considerare il contenuto della preghiera di Paolo, il fatto stesso che egli era così costante nelle sue preghiere è un esempio per noi. Dio mi sta facendo capire che tra tutto ciò che posso fare, pregare è una delle cose più importanti. Se credo di non avere tempo per pregare, vuol dire che le mie priorità non sono allineate con le priorità di Dio. Quindi, prego che possiamo diventare un popolo che sa sempre di più il valore della preghiera.

Perché ringrazia Dio per loro?

Ma che cosa pregava Paolo? Paolo ringraziava Dio moltissimo per questi credenti. Troviamo il motivo per cui Paolo ringraziava Dio così tanto per questi credenti nel versetto 4. Leggo i versetti 3 e 4.

“3 Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi,”

Prima di notare i motivi, notiamo che Paolo aveva appreso delle notizie riguardo a questi credenti. Per Paolo, era molto importante avere notizie delle varie chiese che aveva fondato. Vediamo tanti esempi in cui Paolo mandava in viaggio degli uomini appositamente per sentire la situazione di questa o di quell'altra chiesa. Ricordate che mandare qualcuno in viaggio a quell'epoca era un impegno grande, che richiedeva tempo e soldi. Però, avere delle notizie era estremamente importante per Paolo.

Questo mi fa pensare: quanto ci impegniamo ad avere notizie di altri credenti? Parliamo prima di tutto della tua chiesa. Tu ti impegni a capire veramente la condizione spirituale degli altri credenti? Quando ti trovi con un altro credente, oppure durante la settimana per telefono o per qualche altro mezzo, ti impegni a sapere veramente come sta tuo fratello? Se non conosciamo la situazione gli uni degli altri, non possiamo né ringraziare Dio per le benedizioni che hanno, nei pregare per la grazia che serve loro per superare bene le loro difficoltà e prove.

Però, è buono non solamente informarci dei credenti della nostra chiesa, ma avere anche un cuore che ci spinge ad informarci di credenti altrove. Se ci limitiamo a vedere solamente la piccola parte del regno di Dio che è intorno a noi, avremo poco per cui ringraziare Dio. Se invece alziamo lo sguardo molto al di là del nostro piccolo mondo, avremo tanta gioia vedendo l'opera di Dio altrove, e avremo anche tanti motivi per cui pregare. Quindi Paolo aveva appreso delle notizie di questi credenti, e già in questo egli è un buon esempio per noi.

Quello che Paolo aveva sentito dire di loro lo spingeva a ringraziare molto Dio per loro. Allora, qual era la buona notizia che Paolo aveva sentito di questi credenti? Abbiamo appena letto il versetto 4, in cui Paolo dichiara che aveva sentito parlare della loro fede in Cristo Gesù, e del loro amore verso tutti i santi. Consideriamo queste due condizioni, entrambe delle quali sono un buon frutto dell'opera di Dio in una persona.

la vostra fede in Cristo Gesù

La prima cosa per cui Paolo ringrazia Dio per questi credenti è per la loro fede in Cristo Gesù. La fede è il mezzo per il quale siamo salvati! Una vita piena di fede in Dio per mezzo di Cristo è una vita benedetta. La Bibbia dice in Romani 8 che il giusto vivrà per fede. Quello che Dio desidera in una persona è la vera fede.

Notate che la loro fede era fede in Cristo Gesù! Uno può avere fede in qualunque cosa. Uno può fidarsi della proprie capacità e intelligenza. Ci si può fidare dei soldi, o della forza. Uno può fidarsi della sua religione o di qualche santo. Ma la fede che serve, la fede che vale, la fede che salva è la fede in Cristo Gesù.

È importante capire che non è la fede in sé che ci salva, è Dio che ci salva per i meriti di Gesù Cristo. Siamo salvati per mezzo della fede in Cristo Gesù. La fede non è in una dottrina, per quanto la dottrina giusta e vera ci fa vedere Gesù. La fede non è in una chiesa o in un'istituzione, anche se appartenere a Cristo ci fa essere parte della chiesa universale di Gesù Cristo, e dovrebbe farci diventare parte di una chiesa locale insieme ad altri che hanno vera fede in Cristo. La fede che salva è la fede in Gesù Cristo, che significa vedere in Lui l'Unico che può salvarti. La fede in Gesù Cristo vuol dire non fidarti di alcuna cosa che tu potresti fare, ma sapere che tutto dipende dall'opera di Cristo.

Questi credenti avevano tanta fede in Gesù Cristo, al punto che Paolo ringraziava Dio perché aveva sentito parlare della loro fede.

Come si può sentire parlare della fede di qualcuno, visto che la fede è qualcosa che è dentro l'anima di quella persona?

Infatti, la vera fede in sé non è visibile. Però, la vera fede produce frutti che sono visibili. Paolo aveva sentito parlare dei frutti della loro fede, dei cambiamenti che la loro fede aveva prodotto in loro.

Quali sono alcuni frutti visibili della fede? Un frutto è di continuare a guardare a Cristo e di camminare nella sua via anche in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni causate dalla fede. È facile dire di credere in Cristo quando è una fede che viene approvata dagli altri. Invece, quando la fede in Cristo porta a sofferenza, si comincia a riconoscere se veramente è una fede fondata o no. Ricordate la parabola del seminatore che ha seminato in quattro terreni diversi? Il seme che è caduto sulla roccia ha iniziato a crescere, ma quando sono arrivate le difficoltà a causa del Vangelo, non avendo radice, è arso. Vediamo delle evidenze di una vera fede quando uno continua a guardare a Cristo anche in mezzo alle sofferenze dovute alla fede in Cristo.

Un altro frutto della vera fede è quando vediamo un impegno per la gloria di Dio che cambia la direzione della vita. Delle belle parole non sono una chiara conferma della vera fede, invece, una vita trasformata rende più chiara la veracità della fede in Cristo. Quando uno ha poco tempo per il Signore, e poco impegno per il SIGNORE, malgrado qualunque cosa egli possa dire, è evidente che quel tale ha poca fede in Cristo.

Ci sono altri modi con i quali si può vedere la fede vera, ma il punto è chiaro. Paolo aveva sentito parlare della loro fede in Cristo Gesù, il che vuol dire che la loro fede aveva prodotto dei veri cambiamenti nella loro vita, dei cambiamenti che si potevano vedere e raccontare ad altri. Ringraziava Dio per questo chiaro frutto della loro salvezza.

Quanto è importante che anche noi abbiamo questo chiaro frutto della salvezza nella nostra vita! Preghiamo per avere frutti della fede. Ringraziamo Dio quando li vediamo negli altri.

il loro amore per tutti i santi

Paolo non aveva solo sentito parlare della loro fede in Cristo Gesù, ma aveva anche sentito parlare del loro amore verso tutti i santi. Paolo ringraziava il Signore per questo loro amore. Anche in questo caso, sentire delle notizie sull'amore di qualcuno vuol dire sentire delle notizie del frutto visibile di quell'amore.

Quando c'è la vera salvezza, ci sarà vero amore per gli altri. Si potrebbe dire che non si può avere la vera salvezza senza avere un vero amore per gli altri. Come credenti possiamo amare con un vero amore perché Dio ci ha amato per primo, come leggiamo in 1Giovanni 4:19

“noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1Giovanni 4:19 LND)

Tutto quello che abbiamo da dare, lo abbiamo ricevuto per primo da Dio. Questo comprende anche l'amore. Avendo ricevuto l'amore di Dio, possiamo e dobbiamo amare gli uni gli altri. Il vero amore è visibile agli altri.

Quando a Gesù fu chiesto qual è il comandamento più grande, una parte della sua risposta fu di amare il prossimo. Vi leggo Marco 12:28-31.

“28 allora uno degli scribi che aveva udita la loro discussione, riconoscendo che egli aveva loro risposto bene, si accostò e gli domandò: "qual è il primo comandamento di tutti?". 29 E Gesù gli rispose: "il primo comandamento di tutti è: "ascolta, Israele: il Signore Dio nostro è l’unico Signore," 30 e: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Questo è il primo comandamento. 31 E il secondo è simile a questo: "ama il tuo prossimo come te stesso". non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi".” (Marco 12:28-31 LND)

Un vero amore per il prossimo è un aspetto fondamentale della vera vita cristiana. Non amare il prossimo in realtà significa non amare Dio, come leggiamo in 1Giovanni 4:20

chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” (1Giov 4:20 LND)

Il vero amore per il prossimo non è solamente un sentimento o delle parole, ma è un vero impegno per il bene di quella persona, come leggiamo in 1Giovanni 3:16-18.

“16 da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 17 Ora, se uno ha dei beni di questo mondo e vede il proprio fratello che è nel bisogno e gli chiude le sue viscere, come dimora in lui l’amore di Dio? 18 Figlioletti miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma a fatti e in verità.” (1Giovanni 3:16-18 LND)

Il vero amore è costituito di fatti e in verità. Ecco perché il vero amore è visibile agli altri.

L'amore di questi credenti a Colosse per i santi era costituito di impegni, e Paolo aveva sentito parlare del loro impegno nel fare del bene agli altri credenti. In 1Tessalonicesi, Paolo parla della fatica dell'amore:

“2 noi rendiamo del continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre preghiere, 3 ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio, nostro Padre,” (1Tess 1:2-3 LND)

Il vero amore costa fatica e richiede impegno. Si riconosce il vero amore dall'impegno per gli altri. Dire di amare qualcuno ma non trovare tempo per quella persona non è vero amore.

Paolo trovava grande gioia, e ringraziava Dio per loro continuamente, proprio perché avendo sentito parlare del loro impegno per gli altri, che mostrava il loro amore per gli altri.

A questo punto, è giusto che noi ci chiediamo: possono gli altri ringraziare Dio per noi perché vedono in noi un chiaro frutto della salvezza? Le persone intorno a te vedono chiari esempi del tuo amore per gli altri? Se non è così, è un brutto segno, e dovresti pregare Dio di cambiare il tuo cuore. Il vero amore non è limitato a quando hai tanto tempo. Il vero amore prende tempo per fare del bene agli altri.

il motivo per cui avevano fede e amore

Leggendo dei credenti a Colosse, potremo credere che fossero diversi da noi, che la vita a quel tempo era più facile, che avevano qualche vantaggio che noi non abbiamo, per cui per loro era più facile avere una fede così visibile e un amore così profondo per gli altri. Ma non erano diversi di noi! Quello che avevano che permetteva loro di avere una fede e un amore così, ce l'abbiamo anche noi! Quindi, consideriamo attentamente il motivo per cui riuscivano ad avere una fede e un amore così forte. Leggo ancora i versetti 3-5.

“3 Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, 5 a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo,

I credenti di Colosse avevano una fede così forte e un amore così reale a motivo della speranza che era riposta per loro nei cieli. Cioè, loro guardavano alla speranza che era riservata per loro, e questo li permetteva di avere una fede così forte, ed un amore così visibile.

Grazie a Dio, anche noi abbiamo la stessa speranza che avevano loro. Consideriamo qual è la nostra speranza, che è uguale alla loro.

La Bibbia parla molto della speranza che noi che siamo salvati abbiamo in Gesù Cristo in cielo. Viene chiamata una viva speranza. È la realtà futura che è riservata per noi. È importante tenere in mente che è una realtà, anche se è ancora futura.

Se un padre chiama i figli a casa e annuncia loro che ha comprato un nuovo cane per la famiglia, e descrive com'è, è già una realtà che quel cane esiste, ma i figli devono aspettare il ritorno del padre per poterlo godere.

Similmente, ma in modo assolutamente più sicuro, la realtà della salvezza eterna è una cosa certa, che è riservata per noi. Per esempio, ascoltiamo attentamente le parole di 1Pietro 1:3-5

“3 benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi 5 che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi.” (1Piet 1:3-5 LND)

Dio ci ha rigenerati ad una viva speranza. È qualcosa di certo e sicuro, anche se dobbiamo aspettare per averla. Non è ancora nelle nostre mani, ma è già nostra. Questa viva speranza è la nostra eredità incorruttibile, e anche incontaminata, e immarcescibile. Questa eredità non può cambiare, non può diminuire, non può essere persa. Questa nostra eredità è conservata nei cieli per noi. Chi è che la conserva? È conservata da Dio stesso, dalla sua potenza divina! Quindi, è assolutamente sicura. Forse uno potrebbe pensare che mentre l'eredità è sicura, noi siamo deboli e soggetti a fallire. Questo brano continua e dichiara che noi siamo custoditi dalla potenza di Dio mediante la fede! Siamo custoditi, curati, protetti, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi. Siamo custoditi dalla potenza di Dio, e perciò siamo sicuri in Lui!

Pensare a questa viva speranza, produce gioia in noi, come leggiamo continuando quel brano in 1Pietro.

“A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po' di tempo, dovete essere afflitti da varie prove,” (1Pietro 1:6 LND)

A motivo di questa viva speranza, la nostra eredità riservata per noi in cielo, gioiamo! Gioiamo anche se al presente, per un po' di tempo è necessario essere afflitti da svariate prove.

Ci sono tanti altri brani che parlano della ricchezza della benedizione che avremo in cielo. Quello che volevo notare per quanto riguarda il nostro brano in Colossesi è che era il fatto di sapere di questa viva speranza che permetteva a questi credenti di avere la fede e l'amore che avevano. Sapendo quello che era riposto per loro nei cieli, sapendo quello che li aspettava, le immense gioie nella presenza di Dio, quella speranza li stimolava ad avere fede e ad amare profondamente tutti i santi.

Anche noi abbiamo la stessa viva speranza, e perciò, anche noi abbiamo ciò che serve per avere una fede come loro, e un amore per tutti i santi.

Il messaggio del Vangelo

Voglio rileggere Colossesi 1:3-5. Notiamo come questi credenti sapevano della speranza che era riposta per loro nei cieli.

“3 Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, 5 a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo,

I colossesi avevano sentito parlare della speranza che era riposta per loro in cielo dalla parola della verità dell'evangelo. In altre parole, erano stati evangelizzati. Qualcuno aveva predicato loro il Vangelo. Questo Vangelo è la buona notizia che c'è perdono per i nostri peccati, e la riconciliazione con Dio che ci porta ad avere la viva speranza dell'eternità con Dio in cielo, ricolmi della sua gioia. Questa è la buona notizia del Vangelo per coloro che si ravvedono e che pongono la fede in Gesù Cristo.

Il Vangelo dà vera vita a coloro che lo accolgono. Invece, per coloro che lo rifiutano, annuncia la condanna eterna. Ma Paolo stava scrivendo a dei credenti, e per chi è credente, per chi ha accolto il Vangelo, il Vangelo è la buona notizia della nostra viva speranza per tutta l'eternità con Dio!

il progresso del Vangelo

Leggo ancora i vv.5 e 6. Notate il progresso del Vangelo:

5 a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo, 6 che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo e porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno in cui udiste e conosceste la grazia di Dio in verità, (Colossesi 1:5,6)

Il Vangelo che aveva portato la salvezza a questi credenti, era giunto a loro, come pure in tutto il mondo, e portava frutto e cresceva, come fa tuttora.

A volte, può sembrare che pochi vengano salvati. Infatti, Dio salva relativamente pochi in Italia. Però, Dio sta ancora salvando. In certi posti, sta salvando più persone, e in altri posti, meno. La salvezza è un'opera divina di Dio. Tocca a noi predicare il Vangelo, e pregare, ma è Dio che dà vita e fa crescere. E Dio sta salvando e santificando!

Nulla ostacolerà l'opera di Cristo. Gesù Cristo ha dichiarato:

“... sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere.” (Matteo 16:18 LND)

Gesù Cristo sta edificando la sua chiesa, e non mancherà di salvare ogni vera pecora.

Quindi, il Vangelo arriva a persone in tutto il mondo, e porta frutto e cresce. Possiamo gioire in questo. Ognuno di noi che è salvato è frutto della potenza del Vangelo.

Perciò, ringraziamo Dio per la potenza del Vangelo, come dichiara Paolo in Romani 1:16

“infatti io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco.” (Romani 1:16 LND)

Il Vangelo è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. Perciò, impegniamoci a proclamare il Vangelo. Se non ci stanchiamo, ci sarà frutto. Dio non ha smesso di salvare! Grazie a Dio, anche noi facciamo parte di coloro che Dio sta salvando. Non dovremo mai smettere di ringraziare Dio che il Vangelo è giunto anche a noi!

Chi ha predicato a loro

Quando pensiamo al fatto che il Vangelo è giunto a noi, è giusto ricordare che è giunto per mezzo di qualcuno. Paolo ricorda a questi credenti chi aveva loro annunciato il Vangelo. Leggo i vv. 5-7.

5 a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo, 6 che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo e porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno in cui udiste e conosceste la grazia di Dio in verità, 7 come avete imparato da Epafra, nostro caro compagno, il quale è un fedele ministro di Cristo per voi, 8 e che ci ha anche dichiarato il vostro amore nello Spirito.”

Notate che Paolo menziona il nome di Epafra, evidentemente il fratello che aveva predicato loro il Vangelo e che poi li aveva curati con degli insegnamenti. Paolo raccomanda Epafra a loro. È buono e importante che ricordiamo di coloro che ci hanno predicato il Vangelo. La gloria va tutta a Dio, ma Dio si serve di strumenti, che sono da riconoscere.

Per ricordare ai colossesi di essere riconoscenti per Epafra, Paolo dichiara che Epafra era un caro compagno suo, e che era anche un fedele ministro di Cristo per loro. Tristemente, non tutti coloro che predicono il Vangelo sono sempre fedeli ministri. Ma Epafra lo era, e per questo Paolo lo raccomanda.

Anche noi dovremmo ringraziare Dio per le persone che Egli ha messo nella nostra vita che ci hanno predicato il Vangelo e che ci hanno curato con insegnamenti fedeli alla Parola.

Amare nello Spirito

Epafra non solo aveva annunciato il Vangelo ai colossesi, ma aveva anche dichiarato a Paolo e ai suoi collaboratori l'amore di quei credenti nello Spirito. Amare nello Spirito è un tipo di amore che non è come un amore naturale. Di natura, amiamo qualcuno per le sue qualità umane. Amare nello Spirito è amare qualcuno per motivi spirituali, per la presenza e per l'opera dello Spirito Santo in quella persona.

Quando Dio salva una persona, lo Spirito Santo inizia a dimorare in quella persona. Da' a quella persona la capacità di amare nello Spirito. Nei primi versetti, Paolo aveva menzionato che ringraziava Dio del continuo per il loro amore verso tutti i santi. Questi credenti erano capaci di amare tanti altri credenti, tanti dei quali non avevano neanche conosciuto, solamente perché avevano un amore dallo Spirito Santo.

Il loro amore nello Spirito era così visibile che Epafra poteva raccontarlo a Paolo. Il nostro amore è così visibile? È qualcosa che le persone intorno a noi vedono? Se non è così, non siamo in buona salute spirituale. Oh che possiamo avere un amore che è visibile!

lezione per noi

Ringrazio Dio per le verità di questo brano. Per prima cosa, ci ricorda l'importanza di pregare. Pregare è un ministero importantissimo. Quando preghiamo di cuore, quella preghiera ci prepara a riconoscere l'opera di Dio, ci prepara ad essere strumenti per Dio, e dà la gloria a Dio. Impariamo a pregare senza stancarci!

Questo brano ci ricorda che la salvezza e la crescita negli altri sono motivi per cui possiamo abbondare nel ringraziamento a Dio. Spesso, tendiamo a ringraziare Dio per le benedizioni terrene che saranno perse. Quanto è buono ringraziare Dio per la sua opera di salvezza e di santificazione in altri! Se ringraziamo Dio per questo, nulla può toglierci la gioia!

Inoltre, questo brano ci ricorda che la vera fede produce frutti visibili. Produce una vita che guarda in avanti, che guarda all'eternità con Cristo. La vera fede produce amore per gli altri, un amore che non è un semplice sentimento, ma che è un impegno per il loro vero bene. Il bene più grande che possiamo fare è di proclamare il Vangelo e di aiutare chi è già salvato a guardare sempre di più a Cristo. Viviamo così, con vera fede e vero amore!

Possiamo vivere così perché il Vangelo è giunto anche a noi. Dio ha portato qualcuno nella nostra vita che ci ha parlato di Dio. Ringraziamo Dio per la sua opera in noi! Ringraziamo Dio per chi ci ha proclamato il Vangelo, e per chi ci insegna. Preghiamo di essere quel tipo di persona per altri! Grazie a Dio per la salvezza, in noi, e in altri! Preghiamo continuamente Dio, con ringraziamento per la sua opera, in noi e in altri!