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Introduzione alla lettera ai Filippesi

filename: 50-0000.doc - sermone di Marco deFelice, per RO, 7-5-2000, inizio di una seria su Filippesi

Intro:

Oggi, vogliamo iniziare un avventura, un avventura ricca di benedizioni. Vogliamo iniziare lo studio della lettera ai Filippesi.

Questa lettera fu scritto da Paolo nel 61 o 62 D.C. circa, quando si trovava in carcere a Roma per la prima volta. In questo stesso periodo, egli scrisse anche ai Colossesi e a Filemone. Queste tre lettere hanno molto in comune.

La città di Filippi

Per capire meglio questa lettera, consideriamo qualche aspetto della città di Filippi, poi considereremo l’inizio della chiesa dei Filippesi, e quindi, brevemente, la vita di Paolo.

Nel quarto secolo A.C. Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, cambiò il nome della piccola città di “Crenides” e la chiamò Filippi. Era stata una città di poca importanza che nel l secondo secolo A.C. era diventata parte della provincia romana di Macedonia.

Per circa due secoli, la città rimase poco conosciuta ma nel 42 A.C., proprio vicino alla città, ci fu una battaglia molto importante nella storia di Roma. dell' impero Romano. L’esercito di Antonio e Ottaviano sconfisse l’esercito di Bruto e Cassio. Questo portò a termine la Repubblica Romana e segnò l’inizio dell' Impero Romano. Come risultato di tale famosa battaglia, Filippi divenne una colonia Romana, uno stato legale che dava alla città dei grandi vantaggi. Era una piccola Roma. Tanti soldati romani andavano in pensione a Filippi, come pure altri Romani, in modo che tanti dei suoi cittadini erano romani. Essendo colonia, era autonoma dal governo provinciale, e rispondeva direttamente a Roma, i suoi cittadini erano cittadini romani ed essendo sotto la legge romana, era essente da certe tasse. A Filippi, si parlava latino come lingua ufficiale. C’era una forte culto dell' imperatore, che fra altro, conduceva una dura persecuzione dei i primi credenti, poichè questi si rifiutavano di adorare l’Imperatore.

I cittadini di Filippi erano molto fieri di essere cittadini romani e ciò ci aiuta a capire certi commenti che Paolo fa in questa lettera. Per esempio, in Filippesi 3:20, Paolo osserva che siamo cittadini del cielo.

“La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo,” (Fl 3:20 LND)

Questo parallelo era molto appropriato per queste persone che sapevano di essere cittadini di una città distante, cioè, Roma, e consideravano quella cittadinanza molto importante.

la Chiesa a Filippi

Ora, consideriamo la chiesa a Filippi. La Chiesa a Filippi fu fondata da Paolo durante il suo secondo viaggio missionario, cioè, nel periodo dal 51 al 54 circa D.C. durante il quale Paolo era accompagnato da Silo e Timoteo.

Leggere Atti 16:12-40.

Visto che Paolo non andò in una sinagoga, come faceva nelle altre città in quel periodo, possiamo dedurne che a Filippi non vi era una sinagoga. e questo significa che non vi era il numero minimo di uomini giudei necessari per formare una sinagoga, cioè, non ve ne erano dieci. Perciò, la gran parte dei credenti che Dio salvò a Filippi non erano Giudei. Visto che non c’era una sinagoga, Paolo e gli altri avvicinarono un gruppo di donne che si incontravano fuori della città, sulla riva del fiume per pregare il Dio di Israele e diverse di queste donne credettero in Cristo. Una di loro, Lidia, era una donna benestante che veniva dall' Asia. Lei, una volta salvata, li invitò ad essere ospiti in casa sua.

Ovviamente, dopo poco, anche alcuni uomini vennero salvati mentre. Paolo e Sila continuavano a proclamare il vangelo. Un giorno, mentre Paolo si dirigeva al solito luogo di preghiera, una serva posseduta da uno spirito di divinazione cominciò a seguirlo. Spinta dallo spirito maligno in lei, cominciò a gridare: «Questi uomini sono servi del Dio altissimo, e vi annunziano la via della salvezza». E così faceva giorno dopo giorno finchè. Paolo, infastidito per come ella ostacolava la predicazione del vangelo, un giorno, si voltò, e nel nome di Gesù, agendo con il suo potere apostolico, scacciò il demone da lei. In un istante, la ragazza ne fu liberata.

I suoi padrone non la ritennero una cosa bella, in quanto essa rappresentava la fonte del loro guadagno. Perciò, presero Paolo e Sila e li trascinarono in piazza, davanti alle autorità e accusarono Paolo e Sila di aver turbato la città. Notiamo quello che si dice in Atti 16:20-22

20 e, presentatili ai pretori, dissero: «Questi uomini, che sono Giudei, turbano la nostra città, 21 e predicano riti che a noi Romani non è lecito accettare né praticare». 22 La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe.

Notiamo che gli accusatori si chiamavano “noi Romani”, e parlavano di Paolo e Sila come “questi uomini, che sono Giudei”. Circa un anno prima di questi eventi, l’Imperatore a Roma aveva preso una posizione dura contro i Giudei, ed aveva cacciato molti Giudei da Roma. Vi era perciò un clima ostile nei confronti dei Giudei anche in questa città romana ed è forse per questo che pochi Giudei vi abitavano.

Credo che sappiamo tutti la storia di quello che è successo dopo. Paolo e Sila vennero battuti con le verghe, e poi messi in prigione. Dio mandò un terremoto, e le porte della prigione si aprirono. Il carceriere, pensando che tutti i prigionieri fossero scappati, stava per uccidersi ma Paolo lo fermò. Dio aprì il cuore di questo uomo, e Paolo e Sila spiegarono il vangelo a lui e alla sua famiglia, e tutti credettero e furono battezzati. Al mattino, Paolo e Sila vennero liberati dal carcere, e lasciarono Filippi, tranne Luca, che era stato con loro, e che rimase a Filippi. Molto probabilmente Luca, questo zelante uomo di Dio, ebbe una grande influenza sulla giovane chiesa. Abbiamo anche visto che Lidia nutriva molto zelo per l’opera di Dio, come pure il carceriere. Perciò, sappiamo che Dio provvide delle persone zelanti per fortificare la chiesa dopo la partenza di Paolo.

Questo fu il turbolente inizio della chiesa dei Filippesi che però, tramite queste esperienze, videro e conobbero di più la potenza di Dio.

Per capire questa chiesa, dobbiamo ricordare che la chiesa dei Filippesi mandò più volte sostegno economico a Paolo.

La prima volta che inviò soldi fu quando Paolo si trovava a Tessalonica. Paolo e Sila sono andati a Tessalonica subito dopo aver lasciato Filippi, in quanto, era la prossima, grande città grande lungo tale strada. Ben due volte, la giovane chiesa dei Filippesi inviò denaro a Paolo per aiutarlo nel suo ministerio e in seguito, quando Paolo andò a Corinto, di nuovo i giovani credenti di Filippi gli mandarono soldi. Leggiamo di questo in Filippesi 4:15,16

“15 Or sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione dell’evangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna chiesa mi fece parte di alcuna cosa, per quanto al dare e al ricevere, se non voi soli 16 poiché anche a Tessalonica mi avete mandato, non solo una volta ma due, di che provvedere al mio bisogno.” (Fl 4:15-16)

Avevano anche inviato sostegno ai credenti a Gerusalemme, che si trovarono in grande bisogno economico.

“1 Ora, fratelli, vi facciamo conoscere la grazia di Dio, che è stata data alle chiese della Macedonia, 2 e cioè, che in mezzo a molte prove di afflizione, l’abbondanza della loro gioia e la loro estrema povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità. 3 Poiché io rendo testimonianza che essi hanno dato volentieri, secondo le loro possibilità e anche al di là dei loro mezzi, 4 pregandoci con molta insistenza di accettare il dono e di partecipare a questa sovvenzione per i santi.” (2Co 8:1-4)

Sappiamo di due altre visite da parte di Paolo a Filippi durante i suoi viaggi. Leggiamo della prima visita in 2Corinzi 8:1-5, visita che ebbe luogo all' inizio del suo terzo viaggio missionario.

Poi, visitò Filippi ancora verso la fine di questo terzo viaggio missionario. Leggiamo di questa visita in Atti 20:6

“Ma noi partimmo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e in cinque giorni li raggiungemmo a Troas, dove dimorammo sette giorni.” (At 20:6)

una cronologia

Vorrei cercare di mettere tutto questo in ordine più chiaramente.

Probabilmente, Paolo fu salvato intorno al 33-36 D.C. Per tre anni, visse a Damasco e nel deserto intorno a Damasco. Poi andò a Gerusalemme, ma a causa dell’opposizione da parte dei Giudei, si portò a Tarsus, dove era cresciuta. Barnaba, che aveva aiutato Paolo a Gerusalemme, lo invitò a a Antiochia per aiutare ad insegnare nella chiesa. Là si stabilì per circa un anno.

Egli, insieme a Barnaba, fece il primo viaggio missionario dal 46 al 48 D.C. circa, ovvero, quasi 10 o 12 anni dopo la sua conversione. Questo viaggio durante il quale fondò chiese durò circa 3 anni.

Paolo fece un altro viaggio per fondare chiese, questa volta insieme a Sila, dal 50 al 53 circa, cioè, durante un periodo di cerca 3 o 4 anni.

Fece quindi un terzo viaggio dal 54 al 58 circa.

Alla fino di quest'ultimo viaggio, andò a Gerusalemme e là fu arrestato, e tenuto in carcere a Cesarea per due anni.

Nel 60 circa fu infine portato a Roma, dove fu tenuto sotto guardia per due anni.

La Bibbia non lo dice esplicitamente ma lo si può intuire da vari brani che Paolo fu liberato, e potè svolgere ancora qualche altro anno di ministerio, prima di essere di nuovo arrestato e poi messo a morte a Roma.

Allora, calcolando più o meno quando Paolo fece ogni viaggio, possiamo capire che egli venne per la prima volta a Filippi nel 50 D.C. circa e la chiesa li fu stabilita durante quella prima visita. In seguito egli vi tornò verso l’anno 53, e ancora nell' anno 57, circa.

Dal 58 al 62 circa, Paolo si trovò in prigione, prima a Cesarea, poi a Roma. Verso la fine del tempo che trascorse a Roma, cioè, verso il 62 D.C., che cioè sarebbe stato circa 4 o 5 anni dopo l’ultima sua visita a Filippi, mentre Paolo si trovava in prigione a Roma, a causa del vangelo, la chiesa di Filippi gli inviò un gruppo di delegati, per provvedergli sostengo economico e per curarlo.

Filippesi 2:25 Però ho ritenuto necessario mandarvi Epafròdito, mio fratello, mio compagno di lavoro e di lotta, inviatomi da voi per provvedere alle mie necessità;

Epafrodito era fra questi uomini. Leggiamo del sostegno economico in 4:10.

“Or mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché finalmente le vostre cure per me si sono ravvivate; in realtà già ci pensavate, ma ve ne mancava l’opportunità.” (Fl 4:10)

In realtà, c’era molto contatto fra la chiesa dei Filippesi e Paolo durante questo tempo mentre egli era a Roma. Seguiamo l’ordine di come sono andate le cose.

1) un credente che era a Roma viaggia a Filippi per informare la chiesa che Paolo è in prigione.

2) I credenti di Filippi raccolgono un' offerta per aiutare Paolo, e la mandano a Paolo a Roma per mezzo di Epafrodito.

3) Epafrodito si ammala gravemente mentre è a Roma con Paolo. Qualcuno da Roma va a Filippi per dare la notizia della sua malattia alla chiesa.

4) Qualcuno da Filippi viene a Roma e dice a Paolo e a Epafrodito che la chiesa è molto preoccupata per la salute di Epafrodito.

5) A questo punto, Paolo decide di far tornare Epafrodito a casa, per tranquillizzarli. Paolo scrive la lettera ai Filippesi da inviare alla chiesa dei Filippesi, per mezzo di Epafrodito..

È utile tenere presente tutto questo mentre studiamo questa lettera. Paolo stava scrivendo alla chiesa dalla quale aveva ricevuto molto amore e cura. Quella dei Filippesi, più di qualsiasi altra chiesa, si era impegnata a provvedere economicamente per i bisogni di Paolo. Il rapporto fra loro e lui era molto stretto e positivo.

Questa lettera contiene meno insegnamento teologico di altre lettere. Questo è perché la chiesa era più stabile e ne aveva meno bisogno. Invece, è piena di insegnamento pratico che riguarda la vita cristiana. Un eccezione a questo è il brano Filippesi 2:5-11, che ci insegna molto sulla persona e l’opera di Gesù Cristo. Nonostante che Paolo si trovasse in prigione, parlava molto della gioia. (Filippesi 1:4,18,25,26; 2:2,16-18, 28; 3:1,3; 4:1,4,10). La gioia dovrebbe essere una caratterista fondamentale della nostra vita in Cristo.

Adesso, iniziamo lo studio di questa lettera. Gli insegnamenti per loro sono anche insegnamenti per noi.

inizio della lettera: Saluti vv.1,2

1 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi, 2 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. (Filippesi 1:1-2)

Oggi, quando si scrive una lettera, di solito si inizia con il nome del destinatario, forse un breve saluto, e poi il contenuto. Alla fine si fanno i saluti e poi si chiude con il nome del mittente.

Invece, al tempo del NT, il modo normale di scrivere lettere era diverso. Prima, si metteva il nome dell’autore della lettera, poi, il nome o i nomi dei destinatari, seguiti da un saluto. Poi c’era un ringraziamento, poi una preghiera per la persona, e poi il corpo della lettera. Dopo il corpo della lettera, si agiungeva qualche parola di saluto e di benedizione.

Questo era il modo normale di scrivere lettere al tempo del NT e quindi, le lettere nel NT sono lettere scritte nella forma normale di quell' epoca. Tuttavia gli autori biblici, guidati dallo Spirito Santo, hanno esaltato quella forma con un contenuto ispirato da Dio. Studiamo attentamente questa lettera, che è stata ispirata da Dio, come tutti gli altri libri della Bibbia.

L’autore di questa lettera, come di tante altre delle lettere del NT, è l’Apostolo Paolo. Se ricordate, prima della sua conversione, Paolo aveva il nome “Saulo” che è un nome ebraico. Saulo era uno zelante fariseo, un Giudeo che odiava i seguaci di Gesù Cristo. Mentre egli stava andando a Damasco per arrestare i seguaci di Cristo, Gesù Cristo gli apparse lungo la via. Saulo fu salvato, e fu mandato a predicare il vangelo ai Gentili, cioè, ai non Giudei, chiamati anche Greci. Perciò, quando iniziò questo suo ministerio, Saulo cambiò il suo nome, e divenne Paolo. Questo nuovo nome, un nome Greco e Romano, era più adatto per il mondo in cui egli predicava Cristo.

Consideriamo alcuni aspetti della vita di Paolo che ci aiuteranno a capire meglio quello che egli scrive. Paolo è stato divinamente preparato per il suo ministerio, sia nella sua educazione, nelle scuole che ha fatto, e grazie alle sue capacità.

la sua preparazione religiosa

Umanamente parlando, è davvero strano che Paolo abbia scritto a questa chiesa. Perché lo dico? Perché questa chiesa era una chiesa formata principalmente da gentili, pagani, persone non giudee che avevano creduto in Cristo Gesù.

Invece Paolo era un vero giudeo fra i giudei.

“1 Per il resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore; per me certo non è gravoso scrivervi le stesse cose, e per voi è una salvaguardia. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. 3 I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù senza confidarci nella carne, 4 benché io avessi di che confidare anche nella carne; se qualcuno pensa di avere di che confidare, io ne ho molto di più: 5 sono stato circonciso l’ottavo giorno, sono della nazione d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei quanto alla legge, fariseo, 6 quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile, 7 Ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo.” (Fl 3:1-7)

Ecco il Paolo che Cristo ha scelto di salvare. Più giudeo di così non si può.

Leggiamo Atti 22:1-5

1 "Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa". 2 Nell’udire che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse: 3 "In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella rigorosa osservanza della legge dei padri, pieno di zelo di Dio, come oggi lo siete voi tutti; 4 io ho perseguitato fino alla morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, 5 come mi sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il sinedrio, degli anziani, dai quali avendo anche ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti. (At 22:1-5)

Paolo è stato educato sotto Gamaliele, il più famoso dottore dei giudei di allora. Paolo ebbe il migliore insegnamento possibile sulla religione giudaica.. Nessuno conosceva i giudei e le loro tradizioni, e le Scritture, come Paolo. Egli aveva avuto più ammaestramento nel giudaismo di tutti gli altri apostoli. Perciò, quando è diventato necessario difendere il vangelo contro gli attacchi dei giudei che cercavano di sostenere che la salvezza non era solamente per grazia, ma che vi erano certi riti, o sacramenti, necessari per la salvezza, è stato Paolo a difendere la fede. È stato Paolo a riprendere Pietro davanti a tutti quando Pietro cominciò cominciava a cedere sotto l’influenza dei giudei che erano venuti ad Antiochia (Galati 2).

In Col. 2, Paolo difende la fede contro l’insegnamento dei giudei che si chiamavano anche cristiani, perché il loro insegnamento non era veramente da Dio.

Oltre ad essere giudeo dei giudei, Paolo era anche molto ben istruito nella cultura greca. Era nato a Tarso di Cilicia, che era una delle tre città più erudita e con più cultura greca del mondo, insieme ad Alessandria e Atene.

Paolo aveva una profonda conoscenza della cultura greca. Più volte, egli cita i poeti greci, e anche i filosofi greci. Cioè, conosceva sia le Scritture che la cultura greca. Atti 17:28; Tito 1:12.

Conosceva almeno il greco e l’ebraico. (Atti 21:37-40)

Oltre all' educazione che Paolo aveva ricevuto, era un cittadino romano. Infatti, non era un tale cittadino perché ne aveva semplicemente comprato la cittadinanza, ma era nato cittadino romano. Questo fatto gli è stato molto utile durante i suoi anni di ministerio. (Atti 16:37; 22:25-28; 23:27)

Consideriamo un altro aspetto della vita di Paolo, quello più importante, per quanto riguarda il suo ministerio come Apostolo. Paolo, come gli altri Apostoli, non aveva ricevuto il vangelo da nessun uomo. In altre parole, nessun uomo aveva insegnato il vangelo a Paolo. Invece, è stato Gesù Cristo stesso a rivelare il vangelo a Paolo, come agli altri Apostoli. Infatti, questo è uno delle qualifiche che lo rende un vero Apostolo.

Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine con gioia la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio. (Atti 20:24)
Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, (Romani 1:1)
Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, (1 Corinzi 11:23)
Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, (Galati 1:1)
11 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è opera d’uomo; 12 perché io stesso non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo. (Galati 1:11-12)
2 Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; 3 come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; 4 leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo. (Efesini 3:2-4)

Perciò, mentre studiamo questa prima lettera scritta da Paolo ai Filippesi, ricordiamo che Paolo era un vero Apostolo, in quanto ha visto Gesù risorto, e ha ricevuto il suo vangelo direttamente da Cristo.

Avendo considerato alcuni degli aspetti della vita di Paolo, vorrei sottolineare qualcosa di importante. Dio si è servito di tutte le capacità e la preparazione di Paolo. Certamente, quando Paolo è stato salvato, ha ricevuto tanti doni spirituali, che ha usato per il progresso del vangelo. Ma Dio si è anche servito delle capacità e le esperienze che Paolo aveva sin da prima di essere stato salvato. Cosa impariamo da questo?

Galati 1:15 Ma Dio che m’aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia

Dio aveva scelto Paolo dal seno di sua madre per diventare un Apostolo. Perciò, Dio ha diretto le circostanze della vita di Paolo, per prepararlo al servizio che avrebbe svolto anni più tardi. È stato Dio a fare in modo che Paolo nascesse cittadino romano. È stato Dio a provvedere in modo che Paolo ricevesse l’educazione giudaica più profonda possibile. Dio ha operato in modo che Paolo avesse anche una grande cultura greca, che lo ha reso idoneo a viaggiare in tutto l’impero romano.

È importante riconoscere il fatto che l’opera di Dio in una persona inizia molto prima che Dio la salvi. Tutto quello che abbiamo, tutto quello che siamo, è dovuto a Dio. Non possiamo vantarci di nessuna delle nostre capacità. Notiamo 1 Corinzi 4:7.

“Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Co 4:7)

Quindi, ci sono doni spirituali che riceviamo quando siamo salvati, e Dio ci insegna ad usare i nostri doni per il bene del corpo, cioè, per il bene reciproco. Ma abbiamo anche altre capacità pratiche di vita, che dovremmo usare per la gloria di Dio e il progresso del vangelo.

Considerando Paolo, se pensiamo a quanto egli era stato zelante come giudeo, quanto egli aveva odiato i cristiani e i pagani, ci appare cosa incredibile pensare a questo Paolo che scrive questa lettera con tanto amore ai Filippesi, a questa chiesa che era composta maggiormente di pagani che erano stati salvati. Questo è proprio un esempio della potenza di Dio.

Quindi, quando leggiamo questo libro, ricordiamo che l’autore, Paolo, era stato preparato da Dio da ancor prima della sua nascita. Quando Dio si è servito degli uomini per scrivere la Bibbia, ha lavorato servendosi delle capacità che Lui aveva dato loro. Perciò, riconosciamo la personalità diversa di ogni autore. Nonostante le personalità diverse, il messaggio della Parola di Dio è unico. Vediamo, attraverso le diversità di stile, un autore dietro gli autori, vediamo un messaggio, dal nostro Signore, rivolto a noi.

conclusione

Allora oggi, con l’aiuto di Dio, iniziamo questa avventura. Iniziamo a scoprire i tesori che Dio ci dà nella lettera ai Filippesi. Ogni volta che andiamo a scavare nella Parola di Dio con cuore aperto, possiamo essere sicuri di trovare dei tesori. O che Dio ci aiuti ad avere cuori umili ed aperti, per imparare quello che ha per noi in questa lettera.