Aiuto Biblico

Imitare le persone giuste - Filippesi 3:17-19

filename:50-0317.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone di Marco deFelice, per RO, 21-gennaio-2001, ventiseiesimo sermone in una serie su Filippesi; oggi Fil 3:16-4:1

Intro: ogni persona imita

Perchè i bambini parlano con lo stesso accento dei loro genitori, e poi, se hanno amici che parlano con un altro accento, imparano anche quello?

Nella vita, ogni persona imita gli altri, molto più di quanto ci rendiamo conto.

Esempio evidente: i bambini. Imparano quasi tutto tramite l’imitazione. All’inizio, i loro genitori. Il parlare, i modi di fare.

Poi: gli altri bambini. Una grande e spesso brutta sorpresa per tanti genitori è constatare quante cose negative imparano i bambini quando iniziano l’asilo o la scuola, perché imitano gli altri bambini, e di solito, imitano le cose peggiori.

Giovani: spesso, per i giovani, non essere come gli altri è considerato un tormento! C’è un fortissimo desiderio di imitare gli altri.

Adulti: questo riguarda anche noi adulti, in modo meno palese, ma non meno forte. Per esempio, nella società, oltre alle cose più visibili, come ad esempio la moda del vestire, riguarda anche le cose più profonde. Spesso, infatti, i genitori imitano “la maggioranza” degli altri genitori nel modo di allevare i figli. Frequentemente, ho sentito dire che non si possono fare certe cose, perché non è il modo di fare di oggi. In pratica, è una posizione che consiste nell’imitare la massa.

Concetti della bellezza: basta guardare le foto di persone di 10, 20, 30 e 40 anni fa, per vedere chiaramente che in ogni periodo, la società stabilisce certi parametri di bellezza. Si può seguire o questa o quell’altra moda. Certamente, ci sono mode diverse, per età diverse e gusti diversi. Però, la stragrande maggioranza delle persone segue una di queste mode. Perciò, guardando le foto, si può individuare abbastanza precisamente il periodo in cui è stata scattata, a causa della tendenza di imitare gli altri.

Nel campo della religione: spesso, si sente dire che bisogna conformarsi a quello che fanno “gli altri.” C’è la tendenza ad imitare la massa. Tantissime cose che si fanno, si fanno non tanto per convinzione, ma per imitare gli altri.

Ho letto di missionari che sono andati a lavorare in mezzo a delle tribù che non avevano mai sentito parlare di Cristo. Dopo vari anni di lavoro, Dio ha benedetto l’opera, ed è nata una chiesa. Un giorno, per la prima volta, il missionario alza lo sguardo durante una preghiera, e si rende conto che l’uomo che sta pregando ha un piede su una sedia, con il braccio che riposa sul ginocchio, e la fronte appoggiata sulla mano. Il missionario si rende conto che egli stesso è solito pregare esattamente così, e che a sua insaputa, i giovani credenti lo avevano osservato e avevano imitato esattamente il suo modo di pregare.

Qual è il punto in tutti questi esempi? Voglio aiutarvi a capire quanto anche noi abbiamo la tendenza ad imitare gli altri.

è giusto imitare?

Prima di continuare questo argomento, dovremmo chiederci se è giusto imitare gli altri.

Cosa succederebbe se ognuno facesse ogni cosa a modo suo? Se ognuno decidesse come guidare? Come comportarsi in ogni situazione? La società sarebbe un disastro. In sé, l’imitazione non è bene o male. Infatti, in tante cose, è molto positiva. La cosa importante non è se imitare o no, perché ogni persona imita. La cosa importante è capire CHI imitare. Dobbiamo capire da Dio CHI dovremmo imitare, e chi NON dovremmo imitare.

Il brano in Filippesi che vogliamo studiare oggi ci aiuta a capire la volontà di Dio per noi riguardo chi dovremmo imitare e chi non dovremmo imitare.

Chi dovremmo imitare

Leggiamo Fil 3:17 – 4:1

17 Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi. 18 Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l’ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), 19 la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l’animo alle cose della terra. 20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. 1 Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti! (Filippesi 3:17-4:1)

Questo brano parla prima al v.17 di chi dovremmo imitare, poi ai vv.18,19 parla di chi NON dovremmo imitare, poi ai vv.20,21 parla della nostra cittadinanza, e finalmente Paolo riassume tutto con un’esortazione finale al v. 4:1.

Iniziamo questo brano considerando il v.17, che parla di chi dovremmo imitare.

Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi. (Filippesi 3:17)

Paolo inizia chiamandoci a imitare lui, e anche coloro che vivono come lui.

“Siate miei imitatori, fratelli.” Questa frase è un comandamento di imitare Paolo.

cos’è e cosa non è imitare qualcuno

Prima di spiegare meglio questo comandamento, vorrei considerare cos’è e cosa non è imitare qualcuno.

In una società influenzata dalla chiesa Cattolica Romana, c’è una grande confusione riguardo cosa vuol dire imitare. La chiesa romana propone dei cosiddetti “santi” come esempi da imitare. Però, dà l’idea che queste persone avessero una vita che è irraggiungibile da una persona nomale. Non solo, ma insegna che queste persone hanno accumulato meriti nei confronti di Dio con le loro buone opere e i loro sacrifici. In più, insegna che queste persone possono intercedere per noi per farci ottenere da Dio quello che non potremmo ottenere per conto nostro.

Ognuno di questi concetti è falso. Innanzitutto, non esiste una classe di super-credenti, che arrivano ad un livello tanto superiore al quale i credenti normali non possono arrivare. Siamo tutti chiamati allo stesso livello di santità davanti a Dio. Abbiamo tutti accesso alla stessa grazia. Abbiamo tutti gli stessi comandamenti da seguire, e lo stesso Spirito Santo che opera in noi.

Poi, nessuno potrà mai accumulare meriti nei confronti di Dio. Nessuno potrà mai arrivare al livello di pagare il proprio debito di peccato. Chi è salvato, è salvato per grazia, mai per meriti. Non solo, ma quello che si riesce a compiere per il Signore una volta salvati, è sempre per grazia. Ascoltiamo le parole di Paolo, mentre parla degli Apostoli di Gesù Cristo, e il fatto che egli era stato scelto come ultimo apostolo, però, aveva fatto più di tutti loro:

9 perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. 10 Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me. (1 Corinzi 15:9-10)

Paolo aveva faticato più di tutti gli altri Apostoli. Perciò, secondo il ragionamento della chiesa di Roma, egli avrebbe accumulato più meriti di tutti. Invece, Paolo dichiara che non era lui, ma era la grazia di Dio che era con lui. Nessuno può mai accumulare meriti davanti a Dio. Tutto quello che ognuno riesce a fare è per grazia.

Poi c’è il pensiero che i cosiddetti “santi” possono intercedere per noi. Invece, la Bibbia insegna chiaramente in 1 Timoteo 2:5

Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo. (1 Timoteo 2:5)

Esiste UN SOLO Mediatore, Cristo Gesù. Nessun’altro è mediatore. Gesù Cristo stesso prega per i figli di Dio e intercede per loro.

Perciò, quando parliamo di imitare qualcuno, NON intendiamo che si debba mettere quella persona su un piedistallo. NON intendiamo che si debba credere che quella persona può farci ottenere qualcosa da Dio. NON intendiamo che quella persona abbia un accesso più diretto a Dio di quello che abbiamo noi.

Queste sono alcune cose che NON fanno parte dell’imitare. Allora, cosa vuol dire imitare, come intende Dio?

Per comprenderlo, vorrei che leggessimo degli altri versetti che parlano di come dovremmo imitare gli altri credenti. Vedremo che questo insegnamento viene ripetuto spesso. Ovviamente, è molto importante.

Alcuni di questi versetti parlano a coloro che dovrebbero essere d’esempio, da imitare. Altri parlano a coloro che dovrebbero imitare gli esempi che Dio pone nella chiesa. Alcuni usano le parole “imitare” ed “esempio”. Altri parlano di “osservare” e “considerare”, che sono aspetti dell’imitare.

Osserva l’uomo integro e considera l’uomo retto, perché l’uomo di pace avrà una discendenza. (Salmi 37:37)
Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi. (Filippesi 4:9)
16 Vi esorto dunque: siate miei imitatori. 17 Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa. (1 Corinzi 4:16-17)
Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, (1 Tessalonicesi 1:6)
Infatti, fratelli, voi siete diventati imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea; poiché anche voi avete sofferto da parte dei vostri connazionali le stesse tribolazioni che quelle chiese hanno sofferto da parte dei Giudei, (1 Tessalonicesi 2:14)
7 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; 8 né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi. 9 Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste. (2 Tessalonicesi 3:7-9)
Nessuno disprezzi la tua giovane età; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza. (1 Timoteo 4:12)
Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede. (Ebrei 13:7)
1 Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: 2 pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. (1 Pietro 5:1-3)

È chiaro che nel piano di Dio, imitare i credenti maturi è molto importante. Avendo questi versetti, cerchiamo di spiegare meglio cosa vuol dire imitare, e poi, consideriamo CHI dovremmo imitare.

La prima cosa importante per poter imitare le persone giuste è osservare! Imitare vuol dire copiare, vuol dire pensare e parlare e comportarci come fa un’altra persona. Dobbiamo OSSERVARE una persona per poter imitarla. La Bibbia usa la parola “osservare” e anche “considerare” per indicare questo. Leggiamo ancora Fil 3:17

Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi. (Filippesi 3:17)

Questo versetto ci comanda, oltre che imitare Paolo, di guardare a quelli che camminano come Paolo. La parola tradotta con “guardare” viene tradotta altrove come “stare attento”, e come “tenere d’occhio qualcuno”, e anche come “avere lo sguardo intento alle cose che non si vedono”, e anche come “badare bene a qualcosa”. Cioè, il suo senso va molto oltre un semplice guadare fisicamente. Vuol dire osservare veramente e considerare attentamente quelle persone.

Quindi, il primo aspetto dell’imitare consiste nell’osservare attentamente qualcuno.

Quando osserviamo qualcuno, che tipo di cose dobbiamo osservare? Ascoltiamo ancora quello che Paolo dichiara in Filippesi 4:9 e 1 Tim 4:12

Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele;. (Filippesi 4:9)
Nessuno disprezzi la tua giovane età; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza. (1 Timoteo 4:12)

In Fil. 4:9, Paolo parla di quello che avevano imparato da lui, ricevuto da lui, udito da lui e visto in lui. La vita di Paolo rispecchiava il suo insegnamento.

Quando Paolo parla a Timoteo, lo chiama ad essere d’esempio nel modo di parlare, nel modo di comportarsi, nell’amore, nella fede, e nella purezza.

Quindi, quando imitiamo qualcuno, non solo dobbiamo ascoltare il suo insegnamento, ma dobbiamo anche osservare e imitare il suo comportamento, il suo parlare, il suo cuore.

Paolo ci comanda di guardare, ovvero, notare attentamente, coloro che camminano secondo l’esempio suo e di Timoteo. Questo comandamento è ancora molto valido oggi.

Paolo sapeva che i credenti non avrebbero avuto né lui né Timoteo sempre con loro, e che servono degli esempi. Perciò, egli gli insegna a riconoscere quelli che in mezzo a loro seguono l’esempio di Paolo, in modo da poter seguire l’esempio di quelle persone.

perché ci servono degli esempi?

Una domanda importante è: perché ci servono gli esempi? Non basterebbe solamente guardare a Cristo come Esempio? Potrebbe sembrarci che non sia giusto imitare altri.

Ovviamente, Cristo è l’Esempio perfetto, da imitare in tutto il nostro comportamento.

Però, la Scrittura è molta chiara sul fatto che siamo chiamati ad imitare altri. Perciò, sappiamo che questa è la volontà di Dio. Non è solamente un parere umano.

La Bibbia non spiega il perché, ma possiamo capire perché è utile imitare altri. Tanti insegnamenti, finché non li vediamo vissuti davanti ai nostri occhi, sono difficili da riconoscere. Per esempio, finché non vedo un esempio di cosa vuol dire non mormorare, potrei pensare che quello che faccio non è mormorare, e perciò, non applicare quell’insegnamento a me stesso. Delle volte, solo leggere o ascoltare un insegnamento non ci colpisce abbastanza per farci capire quanto siamo mancanti. Invece, quando Dio ci provvede un esempio di quell’insegnamento vissuto davanti ai nostri occhi, diventa più chiaro come siamo mancanti, o come dovremmo comportarci.

Forse ci sono anche altri motivi. La cosa importante da ricordare è che ci è comandato di imitare coloro che camminano bene. Dobbiamo osservare attentamente le loro vite, e notare in che modo vivono diversamente da noi, e come si comportano diversamente, e come parlano diversamente, e imitarli. Per esempio, forse il nostro modo di parlare può non sembrarci sbagliato. Però, dovremmo guardare coloro i quali sono avanti a noi nel cammino verso Cristo. Se notiamo che non parlano come parliamo noi, dovremmo adattare il nostro modo di parlare a imitarli di più. Se notiamo che evitano certe attività che per noi vanno bene, sarebbe saggio imitarli.

Se io passo dieci minuti al giorno leggendo la Bibbia, e vede persone più mature di me che la leggono per quaranta minuti, dovrei valutare se posso modificare la mia giornata per leggerne di più.

Ci sarebbero tanti altri esempi, ma il punto centrale di questo versetto è che dovremmo imitare coloro che vivono come insegna la Bibbia.

Chi NON imitare vv.18,19

Il v.17 ci insegna chi dovremmo imitare. Al contrario, i vv.18,19 ci insegnano chi NON dovremmo imitare. Ascoltiamo.

17 Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi. 18 Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l’ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), 19 la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l’animo alle cose della terra. (Filippesi 3:17-19)

Quando Paolo parla dei molti che camminano come nemici della croce di Cristo, probabilmente, egli sta parlando di coloro che si chiamano credenti, ma in realtà non seguono Cristo. Egli sta parlando di persone che sono nella chiesa. Non bisogna seguire chiunque si definisce credente. Dobbiamo stare molto attenti a seguire coloro che seguono realmente Cristo. Tristemente, ci sono tanti che si presentano come credenti, e che in realtà sono nemici della croce di Cristo.

Cosa vuol dire essere un nemico della croce di Cristo? In questo contesto, non si tratta di coloro che sono al di fuori della chiesa, che odiano Cristo. Non si tratta di coloro che negano le dottrine di Cristo. Invece, nel contesto del brano, si tratta di coloro che dicono di seguire Cristo, ma il loro cammino non rispecchia Cristo. Possono credere in dottrine giuste, ma come dice Paolo qui, camminano da nemici della croce di Cristo. Il loro cammino non è conforme a Cristo. Perciò, anziché essere una luce di Cristo nel mondo, allontanano le persone da Cristo, perché il loro cammino non corrisponde alle loro parole.

Chi vive così avrà una terribile fine nel giorno di giudizio. Paolo dichiara che la loro fine è la perdizione. Infatti, Gesù dichiara che non chiunque dichiara “Signore Signore” appartiene a Lui, ma solamente coloro che fanno la volontà di Cristo.

Paolo parla di queste persone con lacrime. Quanto è triste pensare a persone che proclamano il nome di Cristo ma in realtà non camminano con Lui. Quanto è triste pensare al loro giudizio. Quanto è triste pensare al danno che fanno alla chiesa. Una persona così all’interno la chiesa può fare più danno che cinquanta nemici fuori dalla chiesa.

Queste persone hanno come loro vero dio il proprio ventre. Cioè, seguono gli appetiti carnali. Cercano ciò che soddisfa la carne. Il primo esempio è chi vive per il piacere del mangiare e del bere. Però, questa descrizione comprende qualunque tipo di piacere carnale. Tante persone oggi vivono per i piaceri. Anzi, nel mondo di oggi, il piacere è diventato un idolo, davanti al quale tanti si inginocchiano. Quando uno vive per il piacere, il piacere diventa il suo dio.

Paolo continua, e dichiara: “la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna.” Cioè, oggi uno può gloriarsi in qualche peccato, ma nel giorno di giudizio, quel peccato diventerà motivo di grande vergogna, quando saranno aperti i libri per dichiarare le opere di ciascuno. Il peccato che oggi sembra così importante, domani sarà motivo di terribile angoscia, perché sarà il motivo per cui si verrà respinti per sempre dalla presenza di Dio.

Le persone che si chiamano credenti ma in realtà sono nemici della croce di Cristo non hanno l’animo alle cose del cielo. Come Paolo dice qui, hanno l’animo alle cose della terra.

Non dobbiamo imitare chi non cammina secondo l’insegnamento biblico. Perché dico questo? Ci saranno vari motivi, ma posso dirvene uno. Quando abbiamo un certo comportamento che non vogliamo cambiare, spesso diventa facile cercare qualcuno che si dichiara credente, che si comporta similmente. Cerchiamo di giustificare il nostro comportamento perché quella persona fa quello che non vogliamo smettere di fare. Però questo è sbagliato. Dobbiamo osservare attentamente coloro che si chiamano credenti, ed imitare solamente coloro che seguono l’insegnamento biblico.

Applicazione

C’è altro da vedere in questo brano. Per utilizzare il giusto tempo, per oggi fermiamoci a questo punto, e riprendiamo la prossima settimana, Dio volendo.

Per ora, vorrei considerare quello che abbiamo visto finora in questo brano.

Abbiamo visto che Dio vuole che imitiamo quei credenti intorno a noi che camminano bene. Come possiamo mettere in pratica l’insegnamento che Dio ci dà in questo brano? Come possiamo imitare le persone che Dio ci dice di imitare?

1) Impariamo ad osservare più attentamente. Osserviamo altri credenti, notiamo coloro che hanno delle qualità o pratiche in cui noi manchiamo. Per esempio, qualcuno riesce a pensare di più alle cose di Dio. Qualcuno ha più zelo, più conoscenza, più fede, più pace, più amore, o prega di più.

Poi, notiamo gli aspetti della loro vita che non abbiamo nella nostra vita.

Prima di darvi qualche esempio, vorrei menzionare che principalmente dobbiamo guardare alle persone che possiamo vedere personalmente. Però, possiamo anche osservare persone per mezzo di libri. Per esempio, la Bibbia spesso ci insegna molto di vari uomini e donne di Dio. Possiamo imparare dal loro esempio. In più, possiamo imparare dalle biografie della vita di uomini di Dio. Dobbiamo cercare di imparare il più possibile dalle persone che Dio mette nella nostra vita. Dio ci ha mandato vari uomini e donne di Dio qui, come Dennis e Janis, come Rick ed Ann, come Paul.

Quando notiamo persone che rispecchiano Cristo più di quanto noi Lo rispecchiamo, allora, diamoci da fare per seguire il loro esempio. Imitiamo loro, come loro imitano Cristo.

Parlando di imitare gli altri, è importante menzionare che ciascuno di noi è anche un esempio che altri imitano. Chiaramente, ognuno di voi che è un genitore è imitato molto dai figli. Però, non solo. Ci saranno persone che ci imiteranno. Molto spesso, non ci rendiamo conto di quando qualcuno sta osservando la nostra vita per imitarci.

Perciò, è molto importante, anche per questo motivo, che viviamo in un modo che onori Cristo. È molto importante che siamo coerenti in tutto il nostro comportamento.

GENITORI: che esempio siete per i vostri figli? Che esempio date nel vostro parlare? Con gentilezza? Con onore? Con rispetto? Con grazia? Con saggezza?

TUTTI: che esempio siamo per quelli che sono intorno a noi? Possono seguire la nostra vita e il nostro esempio ed arrivare a Cristo? Vedono in noi una vita di fede? Vedono umiltà, e gentilezza, e onestà?

Ringraziamo Dio per le persone che mette nella nostra vita. Una delle cose che mi hanno aiutato più di altre cose sono stati gli esempi che Dio continua a mettere nella mia vita.