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La morte di Gesù: Pasqua 8 - Matteo 27:51-61

filename: pasqua08.k03 di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone sulle sofferenze di Cristo, mini-serie per pasqua, 2003, per RO, di Marco deFelice, per domenica, 02 novembre, 2003 >

Ripasso

Oggi, voglio riprendere gli avvenimenti intorno alla crocifissione del nostro Signore Gesù Cristo.

Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato la crocifissione in sé, sia il terribile dolore fisico, sia il modo in cui Gesù fu disprezzato dalle persone intorno a Lui, e peggio di tutto, come doveva subire la terribile ira di Dio contro il peccato.

Gesù fu abbandonato dal Padre, durante quella sofferenza, e perfino il sole fu oscurato, per non darGli la sua luce.

Quando Gesù ebbe pagato l’intero prezzo per il peccato, verso le tre del pomeriggio, gridò: “è compiuto”, ovvero, “è pagato.” Il prezzo della condanna del peccato fu pagato, una volta per sempre.

Avendo pagato il prezzo della salvezza, e avendo compiuto ogni cosa per cui era stato mandato, Egli disse:

“Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirò.” (Luca 23:46 NRV)

Avendo compiuto l’opera per cui era venuto, Gesù tornò da suo Padre, da dove era venuto. La salvezza era ormai una realtà.

i primi risultati della morte di Gesù

A quel punto, Gesù aveva realmente compiuto la salvezza. Dio mandò subito dei chiari segni, per dimostrare che l’opera di Gesù era stata accettata. Seguiamo il racconto nei Vangeli, per capire meglio come Dio manifestò il fatto che Gesù aveva realmente pagato il prezzo della salvezza. Leggiamo Matteo 27:51-53.

“E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. 51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 52 le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 53 e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.” (Matteo 27:50-53 NRV)

Consideriamo brevemente questi avvenimenti, iniziando con il fatto che la cortina del Tempio si squarciò in due. Per capire il significato di questo atto dobbiamo ricordare che il Tempio, come il Tabernacolo prima, fu costruito secondo il modello che Dio aveva mostrato a Mosè sul Monte Sinai. Nel Tabernacolo, e nel Tempio, che erano basati sullo stesso progetto, c’era un recinzione esterna. Poi, c’era il Tabernacolo stesso, che aveva il Luogo Santo, e il Luogo Santissimo. Il Luogo Santissimo rappresentava la presenza di Dio. Solamente i sacerdoti potevano entrare nel Luogo Santo, per offrire sacrifici a Dio. Però, nel Luogo Santissimo, nessuno poteva entrare, tranne il sommo sacerdote, e questo comunque poteva avvenire solamente una volta all’anno. Non c’era libero accesso a Dio.

Un velo di pesante stoffa, la cortina, separava il Luogo Santissimo dal Luogo Santo. Quindi, la Cortina rappresentava una barriera, per ricordare a tutti che la via a Dio era ostacolata, dai peccati. I peccati degli uomini li tenevano separati dal SIGNORE santo.

Il sacrificio di Gesù tolse la separazione fra gli uomini e Dio, aprendo la via a Dio. Per manifestare questo al mondo, quando Gesù ebbe finito da pagare il prezzo del peccato, Dio fece squarciare in due la cortina. Notiamo che essa si squarciò da cima a fondo, perché era un’opera di Dio, per dimostrare che Gesù aveva tolto la barriera fra Dio e gli uomini. Da quel giorno in avanti, per mezzo di Gesù, l’uomo può avvicinarsi liberamente a Dio. Quello che era impossibile, è ora una realtà. Questa è la meravigliosa realtà del Vangelo, come leggiamo in Ebrei 10.

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, 20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, 21 e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, 22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.” (Ebrei 10:19-22 NRV)

Fermiamoci qua per considerare: esiste un qualsiasi privilegio nel mondo che sia minimamente paragonabile al privilegio di avere libero accesso a Dio, il Creatore di tutto? Consideriamo la maestà di Dio, consideriamo la sua gloria, la sua potenza, la sua santità assoluta. In realtà, non c’è alcun privilegio né benedizione nel mondo che sia paragonabile alla benedizione di avere libero accesso a Dio per mezzo di Cristo Gesù.

Infatti, avere la vita eterna vuol dire conoscere veramente Dio, in modo personale, e stare nella sua presenza per tutta l’eternità, come dichiara Gesù nella sua preghiera in Giovanni 17:

“3 Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.” (Giovanni 17:3 NRV)

In Apocalisse, impariamo che la cosa più meravigliosa del cielo è il fatto di stare con Dio. Chi sarà in cielo starà nella presenza di Dio stesso.

“1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.” (Apocalisse 21:1-3 NRV)

Finché Gesù non aveva pagato il prezzo del nostro peccato sulla croce, non c’era questo meraviglioso accesso alla presenza di Dio. Ma da quel momento, fu aperta una via a Dio, per mezzo di Cristo. Per manifestare questo al mondo, Dio squarciò la cortina nel tempio, che rappresentava il fatto che gli uomini non potevano entrare nella presenza di Dio. Anche noi credenti godiamo di questo meraviglioso privilegio.

la terra tremava

Andiamo avanti a considerare il resto di quei versetti in Matteo.

“51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 52 le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 53 e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.” (Matteo 27:51-53 NRV)

Quando Gesù ebbe concluso la sua opera, Dio, oltre a squarciare la cortina, fece tremare la terra, e fece schiantare le rocce. La morte di Gesù fu l’atto più importante della storia. Egli pagò la condanna del peccato, rendendo possibile la salvezza, e inoltre, permetteva a Dio di creare una nuova terra e nuovi cieli. Il terremoto, così come il sole che si era oscurato prima, dimostrava che Gesù non era semplicemente un uomo che era appena morto, ma che era veramente il Figlio di Dio.

La terra che tremò e le rocce che si schiantarono erano la primizia di quella che sarà l’opera di Dio alla fine del mondo, quando Egli distruggerà questo mondo, e creerà un nuovo mondo e una nuova terra.

Il mondo attuale è soggetto alla condanna a causa del peccato di Adamo ed Eva. In Genesi 2, Dio aveva condannato la terra, insieme a loro. La terra, ovvero, la creazione, è in attesa di essere fatta nuova e gloriosa.

“18 Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo. 19 Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; 20 perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, 21 nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. 22 Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio;” (Romani 8:18-22 NRV)

Il fatto che Dio fece schiantare le rocce quando Gesù ebbe compiuta l’opera della salvezza, era una primizia della piena redenzione della terra. Questo atto serve per fortificare la nostra fede.

Allo stesso tempo, le tombe di certi santi si aprirono, probabilmente a causa di quel terremoto miracoloso. Ricordiamo che secondo la Bibbia, i santi sono tutte le persone che hanno vissuto per fede. Quindi, diversi santi che erano morti vicino a Gerusalemme furono risuscitati, e poi, dopo la risurrezione di Gesù, queste persone risuscitate entrarono in Gerusalemme e apparvero a molte persone.

Questa risurrezione era la primizia della risurrezione di tutti i credenti che avverrà quando Gesù ritornerà. Quello che Dio fece in modo parziale quel giorno, lo farà in modo totale al ritorno di Cristo.

Quindi, subito dopo la morte di Gesù, Dio compì tre miracoli, che manifestano il significato della morte di Gesù per tutti i figli di Dio. Prima, squarciò la cortina, per dimostrare che ora abbiamo libero accesso a Dio per mezzo di Cristo. Poi, fece tremare la terra, per indicare il nuovo mondo che ci sarà per merito di Cristo. E infine, i santi che furono risuscitati erano le primizie della risurrezione di tutti i salvati che avverrà quando Gesù Cristo ritornerà al mondo. Con questi segni, Dio manifestò la grandezza dell’opera di Cristo sulla croce.

il Centurione

Questi miracoli, insieme al fatto che il sole era stato oscurato per tre ore, erano visibili a tutti. Quando mai la natura si cura della sofferenza di un uomo? Eppure, era chiaro che la natura aveva reagito alla morte di Gesù. I soldati che avevano crocifisso Gesù e che erano là presenti furono spaventati da questi avvenimenti.

Leggiamo Matteo 27:54

“Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio».” (Matteo 27:54 NRV)

Questi soldati avevano visto il comportamento di Gesù quando l’avevano oltraggiato e frustato. Avevano visto come si era comportato mentre lo inchiodavano alla croce, e anche in queste ore mentre era appeso fra terra e cielo. Avevano visto il miracolo del sole che si era oscurato per tre ore, e ora, quando Gesù aveva gridato “è compiuto” e aveva reso lo spirito al Padre, avvenne il terremoto e le tombe si aprirono. Vedendo tutto questo, essi furono presi da grande spavento. Capirono che Gesù non era un semplice uomo, e che la sua non era una morte normale. Allora, il Centurione dichiarò: costui era Figlio di Dio.

In Luca, leggiamo un altro dettaglio:

“Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest’uomo era giusto».” (Luca 23:47 NRV)

Questo uomo capiva che Gesù era da Dio. Possiamo presumere che non conosceva gli insegnamenti di Gesù, e forse non sapeva dei miracoli di Gesù. Però, quello che aveva visto in quelle ore gli bastavano per fargli capire che Gesù era il Figlio di Dio.

Se questo Centurione poteva capire che Gesù è il Figlio di Dio, quanto di più gli uomini di oggi che sanno i fatti storici di Gesù sono responsabili di riconoscerLo come Figlio di Dio. Dio ha reso manifesto che Gesù è il Signore. Chi Lo rifiuta come tale è senza scusa.

le donne che guardavano

I vangeli raccontano un altro dettaglio che riguarda la crocifissione di Gesù. Leggiamo Matteo 27:55,56.

“55 C’erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; 56 tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.” (Matteo 27:55-56 NRV)

Queste donne avevano seguito Gesù dalla Galilea, per assisterlo. Ora, erano presenti alla sua morte. Matteo dice che erano lontane. Però, ovviamente, non sono rimaste lontane. Leggiamo da Giovanni 19.

“Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena.” (Giovanni 19:25 NRV)

Evidentemente, all’inizio, guardavano da lontano, e poi si avvicinarono. Matteo dice che c’erano molte donne, e poi, ci dà il nome di alcune di loro. C’era Maria Maddalena, la donna che Gesù aveva liberata da sette demoni. C’era anche Maria, madre di Giacomo e di Giuseppe. Di lei non sappiamo molto, tranne che era presente anche quando Gesù fu sepolto, e che era anche fra le donne che andarono alla tomba presto la domenica mattina. Inoltre, c’era la madre dei figli di Zebedeo, ovvero, di Giovanni e Giacomo.

Queste donne avevano grande coraggio. Da quello che sappiamo, nessuno dei discepoli era alla croce, tranne Giovanni. Però queste donne vennero per stare vicino a Gesù. Avevano seguito Gesù dalla Galilea, quindi, la loro fede in Gesù portava dei chiari frutti. Lo avevano assistito durante il suo ministerio, sostenendoLo economicamente per permetterGli di dedicarsi totalmente al suo ministerio. Quindi, avevano mostrato grande amore e lealtà a Gesù, a causa della loro fede in Lui.

Infine, queste donne erano testimoni della morte, del seppellimento e della risurrezione di Gesù Cristo. Per questo, avevano un ruolo molto importante nella prima generazione della chiesa, come testimoni oculari degli avvenimenti che hanno reso possibile la salvezza.

il Seppellimento di Gesù

Ormai, al punto dove siamo arrivati, Gesù aveva già compiuto la salvezza. Aveva reso il suo spirito. Doveva aspettare il terzo giorno per poter risuscitare. Il suo corpo morto era appeso alla croce. Riprendiamo gli avvenimenti, leggendo Matteo 27:57-61.

“57 Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58 Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, 60 e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. 61 Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.” (Matteo 27:57-61 NRV)

Per capire meglio chi era Giuseppe di Arimatea, leggiamo anche da Marco e da Luca.

“venne Giuseppe d’Arimatea, illustre membro del Consiglio, il quale aspettava anch’egli il regno di Dio; e, fattosi coraggio, si presentò a Pilato e domandò il corpo di Gesù.” (Marco 15:43 NRV)
“50 C’era un uomo, di nome Giuseppe, che era membro del Consiglio, uomo giusto e buono, 51 il quale non aveva acconsentito alla deliberazione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatea, città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52 Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53 E, trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto. 54 Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare il sabato.” (Luca 23:50-54 NRV)

Da questi brani, sappiamo che Giuseppe era un membro del Consiglio, ossia, del Sinedrio, però, non aveva acconsentito alla deliberazione in cui avevano condannato Gesù. Era un uomo retto, che temeva Dio. Ciò che è più importante, è che era diventato un discepolo di Gesù.

Ricordiamo che il Sinedrio aveva stabilito che chiunque avesse scelto di seguire Gesù sarebbe stato scomunicato. Quanto più severa sarebbe stata la punizione di un membro del Sinedrio che avesse scelto di seguire Gesù. Fino a questo punto, quindi, è quasi certo che Giuseppe aveva seguito Gesù in segreto. Però, a questo punto, fattosi coraggio, egli andò apertamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Sarebbe stato impossibile tenere questo fatto segreto. Perciò, Giuseppe stava prendendo una chiara posizione come seguace di Gesù, sapendo che gli avrebbe costato la sua carriera.

Cari, credere veramente in Gesù richiede sempre una scelta fra quello che era importante per noi prima, e Cristo. Solamente quando Gesù è il nostro tesoro possiamo veramente averLo come il nostro Signore e Salvatore.

Tornando a Giuseppe, leggiamo che egli prese il corpo di Gesù, e lo mise in una tomba nuova. Questo fatto adempie la profezia in Isaia 53:

“Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c’era stato inganno nella sua bocca.” (Isaia 53:9 NRV)

Gesù, essendo stato crocifisso come un malfattore, avrebbe dovuto essere sepolto fra gli empi. Però, in conformità a questa profezia, fu messo nella tomba di un ricco, Giuseppe di Arimatea. Giuseppe fece questo fra le tre e le sei di pomeriggio, perché Gesù doveva essere già nella tomba entro il tramonto.

le donne guardano

Leggiamo ancora il brano, notando qualche altro dettaglio.

“57 Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58 Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, 60 e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. 61 Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.” (Matteo 27:57-61 NRV)

Notiamo che Giuseppe avvolse il corpo di Gesù in un lenzuolo. Inoltre, rotolò una grande pietra contro l’apertura del sepolcro. C’erano Maria Maddalena, e l’altra Maria, là a guardare tutto. Quindi, queste donne sapevano esattamente dove fu messo il corpo di Gesù, per poi tornare alla tomba presto la domenica mattina.

Ogni dettaglio era sotto il controllo di Dio.

conclusione

Amici, è facile trascurare un po’ i dettagli che abbiamo considerato oggi. Però, in realtà, essi sono di grandissima importanza. Manifestano delle meravigliose verità, che possono fortificare la nostra fede, in modo che possiamo restare saldi in mezzo alle prove.

Ricordiamo che quando Gesù Cristo morì, Dio squarciò la cortina del tempio in due, mostrando così al mondo che la morte di Gesù aveva aperto una via verso Dio. Questa via è aperta a NOI. Per mezzo di Gesù Cristo, NOI abbiamo libero accesso a Dio, per essere soccorsi in ogni situazione. Quindi, anziché essere un semplice fatto storico, questo atto è un meraviglioso ricordo per noi, che ci parla del libero accesso che abbiamo verso Dio, un tesoro che vale più di qualsiasi tesoro del mondo.

Il terremoto, e le rocce che schiantarono, ci ricordano che anche il mondo sarà liberato dalla corruzione nella quale giace. Passeremo l’eternità nella nuova terra e nel nuovo cielo nella presenza di Dio. Quindi, abbiamo questa meravigliosa promessa che può incoraggiarci.

I santi che furono risuscitati erano la primizia della NOSTRA risurrezione. Quando moriremo, lasceremo questo corpo, che ritornerà ad essere polvere, mentre noi andremo in spirito a stare con il Signore. Però quando Gesù Cristo ritornerà, ci sarà la risurrezione di tutti i salvati. I nostri corpi saranno risuscitati, e trasformati in corpi nuovi e gloriosi. Quindi, non dobbiamo mai essere scoraggiati per problemi fisici, perché lasceremo questi nostri corpi, e poi un domani, saranno risuscitati e trasformati. Pensiamo alla risurrezione di quei santi, quel giorno, e ricordiamo che era la primizia della nostra risurrezione.

Gli avvenimenti intorno alla morte di Gesù erano così miracolosi che il Centurione capì che Gesù è Figlio di Dio. Aveva molta meno rivelazione di quanto ne abbiamo noi oggi. Perciò, chi non riconosce Cristo come il Figlio di Dio è senza scusa. Però, come Dio aveva aperto il cuore di questo uomo, Egli apre il cuore di altri uomini tuttora. Grazie a Dio che Egli ha aperto il nostro cuore e i nostri occhi.

In Giuseppe di Arimatea, abbiamo visto che seguire veramente Gesù è molto, molto costoso, dal punto di vista di quello che il mondo considera di grande valore. Giuseppe infatti era una persona importante, faceva parte del Sinedrio. Però, fu disposto a perdere tutto, pur di poter veramente seguire Gesù, e trovare la salvezza in Lui. Anche oggi, chi vuole la salvezza in Cristo Gesù, deve essere disposto a perdere tutto. Non si può avere alcun tesoro al posto di Gesù Cristo.

Ricordiamo anche le donne che guardavano Gesù. Queste donne avevano seguito Gesù dalla Galilea. Avevano provveduto economicamente per lui. Il loro amore per Cristo le spingeva a rimanere vicino a Gesù anche alla sua morte. Fu una donna ad essere la prima a vedere Gesù risorto. O che possiamo noi avere un tale amore per Cristo, da essere disposti a seguirLo ovunque va. Ricordiamo che il nostro amore non consiste in belle parole, ma in fatti. Gesù dichiara che chi Lo ama, ubbidisce ai suoi comandamenti.

Quando consideriamo la crocifissione di Gesù, non dobbiamo mai dimenticare che Gesù è morto per salvare peccatori come noi. La sua morte e risurrezione ci apre la porta a Dio, ora e per l’eternità.

Ricordiamo le parole di Gesù in Giovanni 14:

“Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6 NRV)

Gesù è l’unica via che porta al Padre, e per mezzo di Gesù, anche il più grande peccatore può essere salvato. Grazie a Dio per il nostro Salvatore e Signore, Gesù Cristo.