Aiuto Biblico

Come i Puritani vedevano le prove

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org, per domenica, 3 gennaio, 2010
parole chiave: prove, prova, afflizione, afflizioni, difficoltà, Puritani

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Un bambino piccolo è capace da solo a capire i benefici di un'iniezione di un farmaco, o di un intervento? Sicuramente no. Eppure, essi, possono essere estremamente utili per aiutarlo a crescere meglio, a volte addirittura per salvargli la vita. Solo quando cresce e altri gli spiegano questa cosa può iniziare a capire quanto gli sono utili.

Similmente, di natura, noi non siamo in grado di capire quanto le afflizioni e le prove della vita, sono usate da Dio per il nostro bene. Abbiamo bisogno di uomini di Dio più maturi di noi, che possano aiutarci a comprendere come le afflizioni siano strumenti preziosi nelle mani di Dio.

Purtroppo, spesso, non ci rendiamo conto del nostro bisogno di avere questi uomini maturi nella nostra vita. Viviamo in un'epoca in cui ognuno vuole dire la sua. Però, ci servono uomini più maturi, uomini che hanno una profonda conoscenza della Parola di Dio e un cammino integro. Non occorre sempre che siano uomini ancora in vita. A volte, possiamo trarre grande beneficio anche da uomini fisicamente morti, che ci parlano tramite i loro scritti. Uomini così sono i nostri antenati spirituali.

Qui in Italia, non abbiamo un ricco patrimonio di uomini di Dio dai secoli passati, come hanno certi paesi, soprattutto nel nord Europa. Questo è perché dopo la Riforma negli anni 1500, la Chiesa Cattolica di Roma cercava di distruggere l’opera di Dio della Riforma con la Controriforma. Tristemente, la Controriforma, qua in Italia ha maggiormente privato la nostra nazione di quel patrimonio spirituale, che invece è andato via via costituendosi in varie altre nazioni dell' Europa.

Nel XVI secolo, nelle nazione dove si predicava la dottrina biblica della salvezza solo per grazia, Dio ha suscitato un potente risveglio ed una riforma della chiesa. Questa, la riforma della chiesa, portava alla riscoperta di tutte le dottrine bibliche, che è stata seguita da una profonda riflessione sulle dottrine bibliche e dall’impegno appassionato per praticare ciò che Dio aveva concesso al suo popolo di conoscere.

Così, in questi paesi, si è andato accumulando un tesoro spirituale costituito dalle riflessioni e dalle esperienze dei credenti più maturi. Questo patrimonio è stato raccolto, conservato e reso disponibile mediante una ricchissima produzione letteraria.

Forse uno dei periodi più ricchi spiritualmente è stato il XVI secolo. In quel periodo, i credenti più devoti alla dottrina biblica furono chiamati “Puritani”, in quanto la loro vita rispecchiava molto più la santità, ovvero la purezza, di quanto era normale in molte chiese dell'epoca le quali non erano fedeli alle Scritture.

Questi uomini di Dio, pur essendo morti fisicamente, ci parlano ancora tramite i loro scritti. Come dichiara Ebrei 11:4 “benché morti parlano ancora.”. (Ebrei 11.4)

Qui nella nostra chiesa, abbiamo ricevuto molto dai Puritani. Io, il vostro pastore, ho personalmente ricevuto molto insegnamento, direttamente e indirettamente dai Puritani, sia leggendo i loro scritti, sia leggendo gli scritti di altri, che sono stati molto influenzati dagli stessi Puritani. Ringrazio Dio per questa ricca eredità. Inoltre, come chiesa, abbiamo nella biblioteca della chiesa tanti ottimi libri da autori Puritani. Avvaliamoci di questi uomini, attraverso i loro scritti.

Le afflizioni e le prove

Ora vogliamo considerare come le prove e le afflizioni servano per il nostro bene, alla luce di quello che Dio ha permesso a tanti pastori Puritani di capire. Spesso, questi uomini, erano molto più arricchiti dalle verità bibliche di quanto lo siamo noi oggi. Perciò, capivano molto meglio di noi la vita, alla luce della verità di Dio.

La Bibbia parla molto delle prove. Leggo per esempio Giacomo 1:2-4

“2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.” (Giacomo 1:2-4 LND)

Dobbiamo considerare che è una grande gioia il fatto di trovarsi di fronte a delle prove. Noi non vediamo le cose così, naturalmente, ma i Puritani avevano imparato a vedere le prove e le afflizioni in questo modo.

Che cosa dicevano i Puritani per quanto riguarda le afflizioni, e come dovremmo rispondere noi alle afflizioni? Il loro modo di vedere le afflizioni era molto diverso dal modo in cui noi le vediamo oggi. Essi non desideravano avere meno afflizioni, piuttosto, le volevano utilizzare per il loro bene spirituale.

I Puritani cercavano di vedere la vita dal punto di vista di Dio, e perciò essi vedevano la vita cristiana simile al modo in cui un orologiaio vede un orologio. Se hai visto qualche volta all'interno di un orologio di una volta, la composizione della sua meccanica, avrai visto tanti piccoli ingranaggi e piccole ruote, alcuni-e che girano in una direzione, altri-e nella direzione opposta. Sembra che ci sia tanta confusione. Però, se giri l’orologio, e guardi dall’altro lato, vedi le lancette delle ore e dei minuti perfettamente al loro posto, e la lancetta dei secondi che gira perfettamente secondo il giusto tempo.

È proprio così che i Puritani comprendevano il modo in cui Dio opera nella vita di un credente. Dal nostro punto di vista, una ruota va in una direzione, e l’altra ruota va nell’altra direzione. La Provvidenza sembra che contraddica le promesse di Dio. Questo porta a chiederci, in certe situazioni: perché le cose succedono in questo modo?

Se potessimo vedere la vita dal punto di vista di Dio, potremmo osservare la parte davanti all’orologio, e allora potremmo dire: “Tutto gira perfettamente secondo la volontà di Dio.”

Romani 8:28

Questo infatti è il punto di Paolo in Romani 8:28.

“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.” (Romani 8:28 LND)

È facile capire che tutte le cose buone collaborano al nostro bene. Tutti gli attributi di Dio collaborano insieme per il nostro bene: la gloria di Dio, le promesse di Dio, l’opera di Cristo Gesù sulla croce, il Nuovo Patto, e tutti i benefici della salvezza. Tutte queste buone cose collaborano assieme al nostro bene. Questo è facile da capire.

Però, anche tutte le cose che sembrano sbagliate, negative e sfavorevoli collaborano al nostro bene. Per esempio, anche le tentazioni, le afflizioni e le prove, perfino le nostre cadute, tutto viene usato da Dio per il nostro bene, in modi che solo Dio può compiere.

Dichiarazione di Fede

Nei secoli, tante chiese hanno scritto quella che viene chiamata “dichiarazione di fede”, oppure “dichiarazione dottrinale”, in cui vengono elencate le dottrine principali, che la chiesa crede e insegna. Una dichiarazione di fede è un documento molto importante e molto utile. Ovviamente, dovrebbe essere fondato completamente sulla Bibbia, e dovrebbe mostrare come ogni insegnamento viene dalla Bibbia. È utile perché tante dottrine della Bibbia sono sparse qua e là nella Bibbia appunto, e non sono facili da trovare. In una dichiarazione di fede, si possono raggruppare, per argomento, le dottrine principali. Inoltre, in essa si possono anche contraddire le dottrine sbagliate più diffuse in quell'epoca.

In una di queste dichiarazione di fede, dell' epoca dei Puritani, leggiamo riguardo all’afflizione: “Dio opera in tal modo, che ogni male che mi manda, in questa valle di lacrime viene usato per il mio bene. Dio è capace di fare ciò, essendo Egli onnipotente. Dio è disposto a fare questo, perché Egli è un Padre fedele.”

Forse qualcuno potrebbe dire: “non diresti così se tu conoscessi le mie afflizioni. Io ho afflizioni più pesanti di quanto riesco a sopportare.”

Caro amico, sbagli, perché Dio ha promesso che non ti darà più afflizioni di quanto sei in grado di sopportare. Ricordate 1Corinzi 10:13

“Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere.” (1Corinzi 10:13 LND)

Dio manterrà questa sua promessa. Non permetterà che che tu sia tentato oltre le tue forze.

Sapendo questo, è molto utile capire in che modo le afflizioni collaborano al nostro bene.

Chiaramente, nessuno, nemmeno i Puritani, trova piacere nell’afflizione in sé. Un pastore puritano disse: “l’afflizione è la coda, la testa è il peccato.”

I Puritani ritenevano necessario “esercitare” l’afflizione prima che potesse portare benefici. Se non viene esercitata, l’afflizione porta il male. L’afflizione che non viene esercitata per il bene, produce amarezza e risentimento. Perciò, carissimi, quello che ci serve, quello di cui abbiamo bisogno, è afflizione che viene esercitata e santificata dallo Spirito di Dio.

Ma in che modo lo Spirito di Dio esercita e santifica l’afflizione? Vi spiego come era, tipicamente, la comprensione dei Puritani. Notiamo come il loro modo di vedere le prove era tanto diverso da come vengono viste oggi da noi. Quanto questo modo di vedere le afflizioni era diverso da come l’afflizione viene comunemente compresa oggi. Quando vediamo le afflizioni così, come le vedevano i Puritani, per fede, allora, avremo pace, mentre Dio compie la sua opera in noi tramite esse.

Perciò, ora vogliamo vedere sei modi in cui Dio utilizza le prove e le afflizioni, per compiere la sua buon'opera in noi.

1. L’afflizione ci aiuta ad essere umili

Un primo modo in cui Dio usa le prove e le afflizioni nella nostra vita è per aiutarci ad essere più umili. Infatti, spesso, sono proprio le prove e le afflizioni che ci fanno capire veramente il peccato nel nostro cuore. Quando Dio ci porta nella fornace dell’afflizione, e nella prigione sotterranea dell’afflizione, solo allora vediamo come stiamo veramente, quanto siamo veramente corrotti e malvagi, e lo vediamo solo per la grazia di Dio. Questo ci aiuta ad essere umili.

Il Pastore Puritano Richard Sibbes disse che l’afflizione toglie il cibo che nutre il nostro orgoglio. Leggo Deuteronomio 8:15-16.

“15 (l'Eterno)...ti ha condotto attraverso questo grande e terribile deserto, luogo di serpenti ardenti e di scorpioni, terra arida senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; 16 che nel deserto ti ha nutrito di manna che i tuoi padri non conoscevano, per umiliarti e per provarti e per farti alla fine del bene.” (De 8:15-16 LND)

Il deserto dell'afflizione ci mostra lo stato del nostro cuore, e ci induce a farci tornare a Dio. Il nostro nemico peggiore non è il Diavolo, ma piuttosto il nostro peccato, e soprattutto il nostro orgoglio. Quindi, per crescere in santità, più di qualsiasi altra cosa dobbiamo vedere il nostro peccato, così possiamo confessarlo, e crescere nell'umiltà, sottomettendoci completamente a Dio, alla Sua Parola, e alla Sua Volontà.

Oggi, c’è molta enfasi nella società per aiutare molte persone ad avere una grande stima di sé. Nella società di oggi, l'orgoglio è premiato. Però, il vero problema dell'uomo non è una mancanza di stima di sé, ma piuttosto, è avere troppa stima di sé; questo è orgoglio.

Tramite l’afflizione, Dio ci toglie il nostro brutto orgoglio, e ci aiuta a capire le priorità giuste. Quel credente che soffre molte afflizioni non sarà una persona superficiale che tratta la vita con leggerezza. Invece, sarà una persona umile, formata e modellata secondo l’immagine di Cristo.

I Puritani dicevano che gli alberi più carichi di frutti erano i più utili, perché i loro rami, appesantiti dai frutti, erano più vicini alla terra. Quando un credente è afflitto, è abbassato, più vicino alla terra, e in quel momento, la sua vita è più piena di frutto.

Quindi, l’afflizione ci aiuta ad essere umili.

2. L'afflizione ci aiuta a vedere il nostro peccato

Un secondo uso dell’afflizione nelle mani di Dio è quello di farci riconoscere più chiaramente il carattere del nostro peccato. Quando parliamo del “carattere del peccato,” intendiamo non tanto le conseguenze del peccato, ma la natura del peccato, quanto esso corrompe e sporca tutto quello che tocca.

Thomas Watson, un altro Pastore Puritano, disse: “Il peccato ha il Diavolo come padre, la vergogna come compagno, e la morte come il suo salario.” Il peccato attacca il cuore stesso, e attacca gli attributi di Dio. Scopriamo la realtà del nostro peccato tramite le nostre afflizioni.

John Bunyan, che languì in prigione, in Inghilterra, tanti anni per la sua fede, disse: “il peccato sfida la giustizia di Dio, violenta il potere di Dio, disprezza il suo amore e schernisce la sua pazienza.”

Quando soffriamo l'afflizione, è come se lo Spirito Santo venisse dentro di noi con una candela, per esaminare ogni angolo e fessura dei nostri cuori, ed Egli trascina fuori, alla luce, peccati di cui non ci rendevamo conto prima. Egli ci rivela, tramite l’afflizione, le motivazioni sbagliate che ci spingono a peccare, ci mostra il peccato di non amare Dio sopra ogni altra cosa, e il peccato di non amare il nostro prossimo come noi stessi.

Come nidi di uccelli

Il Pastore William Bridge disse: “i peccati del popolo di Dio sono come i nidi di uccelli. Finché ci sono foglie sull'albero, durante i momenti di prosperità, non si vedono. Ma nell'inverno delle afflizioni, quando tutte le foglie cadono, allora, i nidi diventano visibili-manifesti.”

Quando Dio usa l’afflizione per santificarci, i nostri peccati diventano evidenti, e impariamo ad odiarli.

Il Puritano Daniel Cawdrew disse “Afflizione è il cane del pastore, che viene mandato non per divorare le pecore, ma per morderle alle calcagna e per farle tornare nella via giusta.”

Nel Salmo 119:67 Davide dice:

“Prima di essere afflitto andavo errando, ma ora osservo la tua parola.” (Salmo 119:67 LND)

Le afflizioni ci fanno abbandonare i nostri peccati. Perciò, ogni credente ha bisogno degli inverni di afflizioni, per poter avere le fioriture di primavera, la crescita dell’estate, e la mietitura dell’autunno.

George Swinnock disse: “un’afflizione santificata è come un campana d’argento. Più forte la botta che il credente riceve, più bello il suono che produce.”

Il Pastore Puritano Stephen Charnock aggiunge: “impariamo di più sotto la verga di Dio che ci affligge, che dal bastone che ci conforta.”

Il pastore Richard Baxter disse: “Il Buon Pastore non annega le pecore quando le lava, né le ammazza quando le tosa. I lavaggi sono necessari per purificarle, esse hanno bisogno di essere tosate, e la disciplina provvede ad essenziali lezioni che servono al loro bene.

Quindi, il secondo modo in cui Dio usa le afflizioni è per aiutarci a vedere il nostro peccato.

3. L'afflizione ci conforma all’immagine di Cristo

Un terzo modo in cui Dio si serve delle afflizioni e delle prove è per conformarci di più all’immagine di Cristo, facendoci diventare più santi. Impariamo questo in Ebrei 12:10

“Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene affinché siamo partecipi della sua santità.” (Ebrei 12:10 LND)

Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma Egli lo fa sempre per il nostro vero bene, affinché siamo partecipi della sua santità. Le afflizioni ci santificano.

Il pastore Puritano John Trapp ci ricorda: “Dio ha un Figlio senza peccato, ma nessun figlio senza afflizione.” Tomas Watson aggiunge: “il nostro Padre celeste usa la verga dell’afflizione come una matita, per disegnare su di te l’immagine di Cristo in modo sempre più chiaro.”

Il concetto dei Puritani, che secondo me è molto più biblico di quanto sia quello moderno, è che in ogni afflizione, dobbiamo fermarci e pensare: “il nostro Salvatore è già passato per questa via, prima di me. Egli è stato tentato e provato in ogni cosa come noi. Egli ha vinto. Egli ha santificato la via dell’afflizione per noi, quando ha scelto la vita della croce per sé. Tramite la sua vita, possiamo avere la certezza che nessuna afflizione, né alcuna prova potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, il nostro Signore. Perciò, quando ci troviamo nell’afflizione, possiamo rallegrarci e considerare l’afflizione come motivo di gioia. Cristo ci chiama a portare il suo giogo, perché esso è dolce e leggero.”

Non so quanti di voi abbiano letto il libro “il Pellegrinaggio del Cristiano,” di John Bunyan. Come ho detto prima, Bunyan era un credente in Inghilterra che fu messo in prigione per tanti anni in condizioni di grande sofferenza, separato da sua moglie e dai suoi figli, a causa della sua fede in Gesù Cristo. Scrisse questo libro mentre era in prigione. Un predicatore che Dio ha usato per raggiungere decine e decine di migliaia di persone, George Whitfield, descrive il libro così: “sento l’odore della prigione nelle sue pagine, perché dalla prigione esce il soave profumo di Cristo”. Fratelli, è proprio così che dovremmo vedere leafflizioni che Dio manda nella nostra vita. Esse sono la prigione in cui Dio ci inonda con la dolce fragranza di Cristo.

Come facciamo a lamentarci delle croci leggere che dobbiamo portare, nel momento in cui pensiamo alla croce pesante che Cristo ha portato per noi, per la nostra salvezza ? Egli soffrì come innocente, mentre noi, per conto nostro, siamo peccatori colpevoli. Come possiamo lamentarci quando Dio si serve delle nostre sofferenze per conformarci di più all’immagine di Cristo?

Dio usa la nostra afflizione anche per un altro scopo importante: per riavvicinarci a Lui, e per tenerci in stretta comunione con Lui. Leggiamo di questo in Osea 5:15, quando Dio spiega perché manda afflizione sul suo popolo Israele:

“Me ne ritornerò al mio luogo, finché non si riconosceranno colpevoli e cercheranno la mia faccia, nella loro avversità mi cercheranno con diligenza".” (Osea 5:15 LND)

Il pastore Puritano Thomas Brooke spiega così questa cosa, parlando di quando Stefano, in Atti 7, fu lapidato e ucciso per la sua fede in Cristo: “Tutte le pietre che gli arrivarono addosso non facevano altro che spingerlo più vicino a Cristo, la pietra angolare.” Un altro puritano disse, parlando di Manasse, un re di Giuda che fu incatenato: “le catene di Manasse gli erano più utili di quanto lo era la sua corona, perché lo legavano più a Dio.”

Quindi, un terzo scopo della nostra afflizione è di conformarci di più all’immagine di Cristo e di portarci più vicini a Dio.

4. Le afflizioni ci fanno conoscere il conforto di Dio, e aumentano la nostra gioia

Un quarto modo in cui Dio si serve delle nostre afflizioni è questo: delle, lo Spirito Santo di Dio, le usa per darci modo di riconoscere e di godere del Suo conforto spirituale, cosi che possiamo avere una gioia più profonda..In cielo, non serviranno più né la tristezza, né la sofferenza, né la notte. In cielo non ci servirà più neanche l’afflizione. Però qua, in questa terra, queste cose ci servono ancora. Il pastore Puritano George Swinnock disse: “Dio ci dà dei doni affinché possiamo amarLo, e ci dà lividure affinché possiamo avere un santo timore di Lui e, spesso, Egli mischia le sue percosse con i suoi sorrisi secondo il nostro bisogno.”

Nel Salmo 30.5, Davide disse:

“perché la sua ira dura solo un momento, ma la sua benignità dura tutta una vita. Il pianto può durare per una notte, ma al mattino erompe un grido di gioia.” (Salmo 30:5 LND)

Gesù disse ai suoi discepoli in Giovanni 16.20

“In verità, in verità vi dico: voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione sarà mutata in gioia.” (Giov 16:20 LND)

In Osea 2.14 Dio dichiara:

“"Perciò, ecco, io l’attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.” (Osea 2:14 LND)

Il senso spirituale di queste parole è questo: nel deserto, c’è l'afflizione, ma là, in mezzo alle afflizioni, l'uomo ascolta Dio con vero cuore.

In 2Corinzi 1:5, L’apostolo Paolo dichiara, parlando delle afflizioni:

“Poiché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda pure la nostra consolazione.” (2Cor 1:5 LND)

Quindi, un quarto beneficio delle afflizioni è che esse ci aiutano a riconoscere la cura, la consolazione e la gioia che riceviamo da Dio. È la notte più buia che ci fa vedere meglio lo splendore delle stelle.

5. Aumenta la nostra fede

Un quinto scopo dell’afflizione è che, essa, aumenta la nostra fede. Ci aiuta a camminare per fede, e non per visione. Un vero credente cammina per fede, come dichiara Corinzi 5:7

“Camminiamo infatti per fede, e non per visione.” (2Cor 5:7 LND)

Come sarebbe se non avessimo le afflizioni? Come sarebbe la vita di un credente se fosse fatta solamente di piaceri? Sicuramente, se la nostra vita fosse così, allora, vivremmo per godere questa vita, e non per le cose eterne. Come gli uomini di Dio di una volta dicevano: Se non avessimo afflizioni in questa vita, i pioli della nostra vita sarebbero messi troppo profondi nella terra di questo mondo. (Se non avessimo afflizioni, anziché vederci come solo inquilini in questa terra, cercheremo di costruirci una fissa dimora su questa terra. Anziché cercare “la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio”, come dice Ebrei 11:10, cercheremo di vivere la nostra vita per le cose di questo mondo.”

È proprio tramite l’afflizione che il popolo di Dio impara cosa vuol dire veramente vivere per fede. John Flavel, un Puritano, parlando di quando alcuni compagni suoi erano stati messi in prigione a causa della loro fede, disse che Dio dava a loro così tanta grazia che non volevano lasciare la prigione. Flavel disse: “Guardate all'interno delle vostre afflizioni, non all’esterno.” Vista dall’esterno, un' afflizione può essere una cosa spaventosa e terribile. Invece, dobbiamo imparare a guardare dentro le nostre afflizioni. Dobbiamo guardare alle cose invisibili,, vedendo dentro alle nostre afflizioni per mezzo della fede. In questo modo possiamo vedere cosa DIO intende compiere in noi tramite la nostraafflizione. Quando facciamo così, allora, le nostre afflizioni diventano inni di lode sui ceppi della prigione. In definitiva, il quinto modo in cui Dio usa le nostre afflizioni è per aumentare la nostra fede.

6. L'afflizione ci divezza dal mondo

Infine, un sesto modo in cui Dio usa l'afflizione è per divezzarci da questo mondo. E sappiamo bene quanto abbiamo bisogno di essere divezzati da questo mondo.

Thomas Watson disse al riguardo: “Un cane non morde quelli di casa sua, ma solamente gli estranei.” L’afflizione spesso morde i credenti perché vivono come stranieri nella casa di Dio, invece come fossero di casa.”. Fratelli, siamo troppo presi con la vita del mondo. Watson disse: “Dio vuole che viviamo in questo mondo senza per questo sentirci a casa quaggiù.”

Perciò, l’afflizione ci è utile in quanto ci prepara alla nostra eredità eterna. L’afflizione ci aiuta a tenere le nostre anime sulle cose di cielo. L’afflizione toglie ostacoli dalla nostra vita, affinché possiamo continuare a camminare verso la gloria eterna. Ricordate che le afflizioni di questa vita sono momentanee e leggere, alla luce del peso di gloria che ci aspetta. Leggo 2Corinzi 4:17.

“Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria;” (2Corinzi 4:17 LND)

I Puritani capivano che le afflizioni sono preparate in modo perfetto per ogni credente. Dio è il nostro Sarto, ed Egli crea ogni afflizione in modo personale per ogni credente. Un Pastore Puritano disse: Il Signore non misura le nostre afflizioni in base alle nostre mancanze, ma in base alla nostra forza. Egli non considera quello che meritiamo, ma quello che siamo capaci di sopportare. Quindi, oltre a tutto il resto, le afflizioni ci divezzano dal mondo.

Perciò:

Avete iniziato a capire quanto cambia la vita quando vediamo le nostre afflizioni in questo modo, come strumenti preziosi nelle mani di Dio, anziché come qualcosa di male da cui scappare al più presto possibile? I Puritani capivano i grandi benefici delle afflizioni e delle prove. Sapevano che potevano fidarsi completamente di Dio riguardo alle loro afflizioni, perché sapevano che le afflizioni non sono il vero pericolo per un credente.

Disse un Puritano: “L’avversità ha ucciso i suoi mille, ma la prosperità ha ucciso i suoi diecimila». La prosperità è molto più pericolosa per un credente di quanto lo sia l’avversità.

Un altro Puritano, John Downey, disse: Non dobbiamo pensare male per il fatto che Dio mette tanto peso sulle nostre spalle. Se Dio fa questo vuol dire che sa bene quanto peso possono sopportare le nostre spalle di uomini. Ciò, per l'uomo, è un motivo di onore, e non di sconfitta.

Oh caro fratello, oh cara sorella, Dio non metterà mai, più peso sulle tue spalle, di quanto sei capace di portare. Dio è fedele, e non permetterà che siamo tentati, ovvero, provati, oltre le nostre forze. Non dobbiamo avere paura dell’afflizione. Piuttosto, dobbiamo avere paura di peccare. L'afflizione non ci fa del male, piuttosto il nostro peccato ci fa tanto male.

Perciò, prego che oggi ciascuno di noi abbia capito meglio l'importanza e l'utilità delle nostre afflizioni, e come esse vengano usate da Dio per produrre un bene eterno per noi.

Prego che abbiate visto che abbiamo molto da imparare da questi antenati nostri, i Puritani, per ciò che riguarda le afflizioni. Come popolo, essi hanno sofferto molto le persecuzioni per il loro impegno a rimanere fedeli alla Bibbia. Quando parlano di sofferenza e di afflizione, parlano sia attraverso una ricca conoscenza della Bibbia, sia attraverso una ricca esperienza personale della cura che Dio ha avuto per loro, in mezzo alle afflizioni.

Prego che possiamo imparare a riconoscere l’afflizione come un caro amico che ci aiuta, e come uno strumento prezioso nelle mani amorevoli di Dio, che Egli usa per completare la sua buona opera in noi.

Perciò, ricordiamo i sei modi in cui Dio usa le afflizioni e le prove nelle nostre vite. Ci possono essere anche altri modi, ma per ora ricordiamo questi:

LE AFFLIZIONI

1. Ci aiutano ad essere umili

2. Ci aiutano a vedere il nostro peccato

3. Ci conformano all’immagine di Cristo

4. Ci fanno conoscere il conforto di Dio, e aumentano la nostra gioia

5. Aumentano la nostra fede

6. Ci divezzano dal mondo

Grazie a Dio che Egli usa le nostre afflizioni. Perciò, non sono sprecate, non arrivano per caso, e non sono mai inutili! Questo è un motivo di grande consolazione e anche gioia.

Quanto è diverso per chi non ha la salvezza in Gesù Cristo. Chi è senza Cristo può trarre solamente un unico beneficio dalle afflizioni, ma comunque un bene stupendo, se ne viene afferrato il vero significato. Le afflizioni, in chi non ha Cristo, possono spingerlo a capire che è senza Dio e fargli capire il bisogno e l'urgenza di cercare Cristo Se le afflizioni spingono una persona a Cristo, allora esse, sono di grande valore.

Se invece una persona non cerca Cristo, allora, le sofferenze più terribili, sono solo un piccolo preavviso di quello che lo aspetterà per tutta l’eternità.

Quindi, se non hai Cristo, ti esorto: cerca Cristo, ravvediti, credi in Cristo, finché c'è ancora tempo.

Invece per chi è un figlio di Dio, grazie a Dio, per la fede in Cristo. L’afflizione è uno strumento nelle mani di Dio che ci prepara per la nostra ineffabile eternità con Lui. Quindi, riconosciamo che le afflizioni sono uno strumento prezioso, che Dio usa per portarci ad un bene eterno!

“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.” (Romani 8:28 LND)