Aiuto Biblico

Gioite nel Signore

Studio di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per mercoledì, 8 ago 2012 --- cmd dv –
parole chiavi: gioia, ubbidienza, confessare peccato

Vivere una Vita Sprecata

Esistono tante persone che vivono sprecando la loro vita. E infatti, nella vita, vediamo tanti esempi di persone che perdono grandi benefici, perché non usano quello che hanno.

Immagina di essere per lungo tempo, per un mese, in un paese estero. È impossibile contattare l'Italia. Scopri di avere pochi soldi, servono 50 Euro al giorno per vivere normalmente, perciò, 50 per 30 = 1.500 Euro. Guardando nel portafoglio, scopri di avere solo 300€, ovvero, solo 10 Euro al giorno anziché 50€ al giorno. Perciò, per un mese, mangi poco e dormi per strada sotto qualche portico. Hai freddo, hai spesso fame, e non dormi mai bene, perciò, vivi come un miserabile. Inoltre, non riesci a fare tutte le cose che avevi programmato di fare, perché non hai i soldi necessari. Devi solo aspettare che il mese passi, per poi poter usare il biglietto di ritorno.

Però, al ritorno, mentre stai pulendo bene lo zaino, scopri che nella tasca interna c'era una busta che un amico ti aveva dato, e che non avevi mai aperto. Apri la busta, e dentro ci sono 2.000 Euro.

Hai vissuto malissimo, hai sofferto la fame e il freddo, quando in realtà, avevi tutto quello che serviva per vivere molto bene. La tua sofferenza è stata tutta inutile.

In realtà, spesso nella vita facciamo questo. Spesso, Dio ci provvede qualcosa che non usiamo. Viviamo male, a volte molto male, quando invece potremmo vivere bene.

Che triste, soffrire inutilmente. Eppure, a noi tutti capita di soffrire quando si potremmo evitarlo.

Cari fratelli e sorelle, quanto spesso soffriamo inutilmente perché non utilizziamo i mezzi che Dio ci dà. Inoltre, soffriamo quando lasciamo il peccato nella nostra vita.

Esempi da Israele:

Soffrivano sotto la mano dei nemici, perché non tornavano a Dio. Avrebbero avuto vittoria e pace, invece, erano afflitti.

Soffriamo perché non guardiamo a Dio, e non chiediamo il giusto aiuto da Dio.

Giacomo 4:1-7

“1 Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? non provengono forse dalle passioni che guerreggiano nelle vostre membra? 2 Voi desiderate e non avete, voi uccidete e portate invidia, e non riuscite ad ottenere; voi litigate e combattete, e non avete, perché non domandate. 3 Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 Adulteri e adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5 Pensate che la scrittura dica invano: "lo Spirito che abita in noi ci brama fino alla gelosia"? 6 Ma egli dà una grazia ancor più grande; perciò dice: "Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili" 7 Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.” (Giacomo 4:1-7 LND)

Non chiediamo. A volte, anzi spesso, soffriamo inutilmente, perché non chiediamo, e perché non utilizziamo quello che Dio ci ha dato.

Quanta gioia manchiamo, perché non riconosciamo le benedizioni che abbiamo.

Che senso ha, avere una casa con riscaldamento, avere soldi in abbondanza, e poi passare l'inverno senza accendere il riscaldamento, con la casa gelida, soffrendo terribilmente il freddo?

Che senso ha, avere tante benedizioni che possono darci tanta gioia, e rifiutare di guardare alle benedizioni?

Il danno del peccato non confessato

Parlando di perdere le benedizioni di Dio, è importante capire che un modo in cui manchiamo tante benedizioni, e tanta gioia, è avere peccati non confessati.

Un peccato non confessato ci allontana da Dio. Vuol dire che non siamo ripieni dello Spirito Santo.

Il peccato ci danneggia, moltissimo.

Porta tanto male nella nostra vita, e contamina le persone che amiamo.

Il peccato ci allontana da Dio, e rende impossibile godere pienamente la gioia di Dio. Giovanni 15:9-11

“9 come il Padre ha amato me, così io ho amato voi; dimorate nel mio amore. 10 se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. 11 vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia piena.” (Giovanni 15:9-11 LND)

Allora, quando pecchiamo, ovvero quando non osserviamo i comandamenti di Dio, non dimoriamo nell'amore di Dio. In questo caso, la gioia di Cristo non dimorerà in noi, e la nostra gioia non sarà piena.

In altre parole, quando noi lasciamo un peccato non confessato nella nostra vita, il nostro cammino con Cristo viene rovinato. Vuol dire che non saremo ripieni dello spirito Santo, non avremo il frutto dello spirito in noi. Non avremo la gioia, l'amore, e la pace. Per quanto possiamo impegnarci, il nostro cuore non sarà tranquillo, e sarà arido, finché non confesseremo e abbandoneremo il nostro peccato.

Peccati subdoli

Perché non confessiamo certi peccati?

Certi peccati sono facili da riconoscere come peccati, e in un certo senso, sono relativamente facili da confessare. Per esempio, ci sono peccati che noi tutti sappiamo essere tali, come l'adulterio, il rubare, o l'odiare.

Certamente, si può arrivare ad avere uno di questi peccati ben radicato nella vita, e ci sarà un combattimento per abbandonarlo. Però, sono peccati così evidenti che è facile riconoscerli, e aggrappandoci a Dio, è relativamente facile abbandonarli.

Però, ci sono altri peccati, che sono molto più difficili da riconoscere e abbandonare.

I peccati che ho menzionato prima, per esempio l'adulterio, o il rubare, sono peccati di azione, e anche tanti non credenti riconoscono queste azioni come peccati.

Invece, ci sono peccati che non sono azioni in sé, ma piuttosto fanno parte del carattere di una persona. Per questo, sono più difficili da riconoscere. Inoltre, sono aspetti del carattere che non sono visti come peccati dalla società. Questo vuol dire che è facile anche per noi non riconoscerli come peccati, ma vederli solamente come parte del carattere.

Ci sono tanti esempi di questo tipo di peccati.

Prima di parlare specificamente di alcuni esempi di questi peccati, vi faccio una domanda. L'adulterio è un peccato? Certamente, mi direte di sì. Ma perché mi dite di sì? Mi dite di sì perché Dio comanda di non commettere adulterio. E perciò, l'adulterio è un peccato. Il rubare è un peccato? Certamente mi direte. E anche qui, il motivo per cui il rubare è un peccato è perché Dio comanda di non rubare.

Ed è così per ogni peccato. Ciò che rende peccato un peccato è il fatto che Dio comanda di fare o di non fare quella cosa. Fare quello che Dio comanda di non fare è un peccato. Non fare quello che Dio comanda di fare è un peccato.

Allora, consideriamo alcuni peccati che non sempre riconosciamo come peccati. È un peccato non amare il tuo prossimo? Assolutamente! Infatti, quando a Gesù fu chiesto qual è il comandamento più grande, egli rispose parlando prima del comandamento di amare Dio con tutto il cuore, tutto la mente, tutto l'anima, e tutta la forza. Poi, subito dopo aggiunse come secondo comandamento quello di amare il tuo prossimo come te stesso.

Perciò, non amore il tuo prossimo come te stesso è un peccato, come commettere adulterio è un peccato. Noi non abbiamo il diritto di dire che un peccato sia meno grave di altri peccati.

È molto importante che comprendiamo questa verità. Quando pensiamo ai peccati, spesso tendiamo a pensare a quelle azioni che identifichiamo subito come peccato, come commettere adulterio, rubare, uccidere e mentire. Certamente, questi sono tutti gravi peccati.

Però, dobbiamo riconoscere che anche i peccati di carattere sono ugualmente peccati per Dio. E quando noi non riconosciamo e non confessiamo i peccati frutto del nostro carattere, non dimoriamo nell'amore di Gesù Cristo, e non avremo la sua gioia.

Consideriamo alcuni comandamenti, tenendo in mente che non ubbidire a questi comandamenti è peccato.

Ringraziare in ogni cosa

Ci sono tanti brani che in ci insegnano che Dio ci comanda di ringraziare in ogni cosa. Leggiamo solo alcuni di questi brani.

“in ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Tessalonicesi 5:18 LND)
“19 parlandovi gli uni gli altri con salmi inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore, 20 rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio e Padre nel nome del signor nostro Gesù Cristo” (Efesini 5:19-20 LND)
“non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento.” (Filippesi 4:6 LND)
“E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui.” (Colossesi 3:17 LND)

Il punto di questi versetti è chiaro. Dio ci comanda di ringraziare in ogni situazione. Allora, è un peccato non ringraziare in ogni situazione. Nello stesso modo in cui commettere adulterio o rubare sono peccati, non ringraziare Dio in ogni situazione è anch'esso un peccato. Non osservare un comandamento ci fa mancare la gioia di Cristo tanto quanto il non osservare qualsiasi altro comandamento. Questo è vero anche per quanto riguarda il comandamento di ringraziare in ogni occasione.

Perciò, a questo punto, è giusto che ognuno di noi esamini se stesso. Tu sei veramente grato a Dio in ogni situazione? Cioè, si può descriverti come una persona che proprio come carattere ringrazia Dio in ogni situazione? Le tue richieste a Dio sono accompagnate dal ringraziamento anche nelle prove?

Se la risposta a queste domande è no, allora, tu sei nel peccato. Come un adultero devi riconoscere e confessare il tuo peccato, e poi abbandonarlo; anche tu hai bisogno di riconoscere e confessare questo peccato, per poi abbandonarlo.

Infatti, per tanti credenti, la mancanza di vera gratitudine verso Dio, e il non abbondare in ringraziamento è un peccato molto comune, che danneggia moltissimo la vita di quel credente. Infatti, è per la mancanza di vero ringraziamento che tanti credenti hanno poca gioia.

Non Lamentarsi

Un altro comandamento è quello di non lamentarsi. Chiaramente, lamentarsi è il contrario di ringraziare. Perciò, fare una delle due cose rende impossibile fare l'altra contemporaneamente. Una persona che è veramente riconoscente non può lamentarsi, così come una persona che si lamenta non può essere veramente riconoscente.

Un versetto che ci comanda di non lamentarci è Filippesi 2:14.

“fate ogni cosa senza mormorare e senza dispute,” (Filippesi 2:14 LND)

In Esodo, leggiamo che i figli di Israele mormoravano per i seri problemi che avevano. A volte non avevano acqua, a volte non avevano cibo, quindi, mormoravano per problemi gravi. Nonostante questo, il loro mormorare era un grave peccato, che Dio odia. Leggo un brano che ci dimostra questo. Mosé sta parlando con il popolo.

“7 e al mattino vedrete la gloria dell’Eterno, poiché egli ha udito le vostre mormorazioni contro l’Eterno; ma noi che cosa siamo perché mormoriate contro di noi?". 8 Mosè disse ancora: "questo avverrà quando l’Eterno vi darà carne da mangiare alla sera e pane a sazietà al mattino, poiché l’Eterno ha udito le vostre mormorazioni che avete fatto contro di lui. Ma noi che cosa siamo? le vostre mormorazioni non sono contro di noi, ma contro l’Eterno".” (Esodo 16:7-8 LND)

È chiaro, lamentarsi è un grave peccato, come l'adulterio è un grave peccato, o ancora rubare, o uccidere. Perciò anche in questo caso, è giusto che ognuno esamini se stesso. Tu, ti lamenti? Quando le cose sono difficili, quando sono pesanti, escono dalla tua bocca dei lamenti? Se è così, allora non stai osservando i comandamenti di Cristo, e per questo non stai dimorando nel suo amore, e la sua gioia non sarà in te.

Se questo è il tuo caso, ti incoraggio con tutto il mio cuore a riconoscere che questo è un grave peccato, e a confessarlo veramente a Dio, per ottenere il perdono, e per iniziare a vivere una vita in cui abbondi nel ringraziamento anziché lamentarti.

Gioite sempre

Un altro comandamento è il comandamento di gioire sempre. Certamente, c'è un aspetto in cui la gioia è il frutto dello spirito Santo. Però, è anche vero che più volte la Bibbia ci comanda di gioire sempre nel Signore. Un esempio di questo sarebbe Filippesi 3:1, e anche 1Tessalonicesi 5:16. In questi due brani, il verbo è identico, ed è la parola gioire; quindi si potrebbe, anzi si dovrebbe tradurre in tutti e due i brani con la parola gioire.

“per il resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore; per me certo non è gravoso scrivervi le stesse cose, e per voi è una salvaguardia.” (Filippesi 3:1 LND)
“16 siate sempre allegri.” (1Tessalonicesi 5:16-17)

Si potrebbe tradurre così: 'gioite nel Signore'. E poi: 'gioite sempre'. Dio ci comanda di gioire sempre, nel Signore. Perciò, non gioire nel Signore è un peccato, come mentire o rubare sono peccati.

È importante notare che il comandamento è di gioire nel Signore. Qualunque siano le circostanze, c'è grande motivo di gioire nel Signore.

Ognuno esamini se stesso.

Voglio leggervi una porzione di un sermone di Spurgeon, ma prima leggo alcuni commenti di un pastore che conosco.

Ci sono alcuni che dicono di essere seguaci di Gesù Cristo ma sono persone con hanno il muso lungo, e sono abbastanza miserabili. Sono talmente focalizzate sui problemi che la gioia, che è un frutto dello spirito, in loro evidentemente è un frutto molto macchiato e sciupato. Certamente, è importante piangere con chi piange, e ricordiamo che Dio raccoglie le lacrime dei suoi cari in bottiglie, e tiene conto di ogni tristezza.

Ma considerate questo: quanto è superficiale la fede di uno che non trova riposo, né rifugio, e né grande gioia nelle cose di Dio, ma piuttosto si lamenta di quanto terribile sia il mondo, quanto mancanti sono gli altri, e trova motivi per criticare in ogni circostanza. Colui che dice di essere sempre negativo solo per il fatto di aver molto discernimento dovrebbe prendere quel cosiddetto dono e seppellirlo.

Quanto è stancante e faticoso sentire sempre parole di lamentela, critiche , e accuse. Chi è così farebbe scappare il diavolo stesso, se non fosse per il fatto che egli ama le tenebre, prova piacere nel rubare la gioia, ed è il contrario di colui che è la pienezza di gioia!

Se tu sei una persona che è spesso abbattuta, o con il muso lungo, o negativa, voglio leggerti alcune parole del nostro amico pastore C.H. Spurgeon. Mentre leggo queste parole di Spurgeon, ricordate che lui soffriva molto di depressione, di malattie gravi, è anche grande persecuzione. Adesso, ascoltate le parole di Spurgeon.

Se tu sei triste, non farlo sapere al mondo. Parla a Dio. Fa sì che solo la tua cameretta veda i tuoi sospiri e lacrime, ma non lasciarli vedere al mondo. Naturalmente le persone non hanno piacere in ciò che è triste, e se vedono un credente che è sempre abbattuto, diranno che non vogliono avere nulla a che fare con una religione che rende l'uomo così triste. Io sono convinto che un cristiano che nel cammino della vita ha sempre il muso lungo e tristezza, disonora Dio. Cerco di ricordare questo ogni volta che mi trovo depresso. So che è molto difficile sembrare gioiosi quando il cuore è abbattuto e triste. Ci saranno volte che non sarai capace di mostrare gioia. Questo lo conosco molto bene. Eppure, un vero cristiano dovrebbe vivere, per quanto riesca, davanti al mondo mostrando la gioia di Dio. È vero che ad un certo punto Cristo fu triste, ma era perché portava i tuoi peccati e i miei peccati su di sé. Stava soffrendo per te, egli diventò triste affinché tu potessi avere gioia. Egli non vuole che tu imiti la sua tristezza.

Dio ti comanda di gioire. Gioite sempre, lo ripeto gioite! Gioite sempre, pregate senza cessare, in ogni cosa rendete grazie Dio perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù per voi. Avere il muso lungo equivale a non dare una buona testimonianza del tuo Cristo. Non sarai usato da Dio per attirare le persone a Cristo se vedono in te un muso lungo. L'uomo gioioso nella sua fede è l'uomo che Dio usa per portare altri a Cristo.

Se tu sei cristiano, allora hai un grande motivo per essere gioioso, perché i tuoi peccati sono tutti perdonati! Cerca di promuovere la fede in Gesù Cristo per mezzo di un cuore gioioso che si veda dalla tua faccia.

Qua conclude la citazione di Spurgeon. Il suo punto è decisamente vero ed è molto importante. Vivere con il muso lungo è un peccato, perché Dio ci comanda di gioire sempre, e ci dà tanti grandi motivi per gioire. Possiamo gioire perché i nostri peccati sono perdonati. Possiamo gioire perché i nostri nomi sono scritti nel libro della vita.

Vivere con il muso lungo, abbattuto dai problemi di questa vita, vuol dire in un certo senso disprezzare l'immenso valore del perdono e la vita eterna che abbiamo in Gesù Cristo.

Immaginiamo una persona ammalata, che ha una malattia che provoca una terribile sofferenza, e poi la morte. Dove abita, l'unica cura possibile è a pagamento, e quest'uomo non ha i soldi necessari. Non ha alcun mezzo per ottenere la cura. È destinato a soffrire terribilmente e poi morire. Poi un uomo benestante e anche pieno di bontà sente della sua situazione, e paga un'immensa cifra per farlo entrare in un grande ospedale dove può essere curato. Riceve tutte le cure, e comincia veramente a guarire.

Però, a lui non piace il cibo dell'ospedale. Inoltre, non gli piace il suo compagno di stanza. Nonostante l'immensità del dono che ha ricevuto, nonostante sia stato guarito da questa malattia terribile, tutti i giorni egli si lamenta per il cibo e per il compagno di stanza.

Il suo lamentarsi è un forte disprezzo all'immensità del dono che ha ricevuto da quell'uomo benestante. Similmente, quando noi che siamo stati liberati dalla nostra condanna, perdonati da tutti i nostri peccati, e adottati da Dio come i figli preziosi, ci lamentiamo dei problemi di questa vita, disprezziamo terribilmente Dio, come se la nostra salvezza valesse ben poco.

Se questo rispecchia la tua vita, se tu spesso ti lamenti, voglio invitarti a riconoscere che questo è un peccato. È un peccato contro Dio, e inoltre stai mancando la gioia della tua salvezza. Ti invito a riconoscere questo, e a ravvederti, per iniziare ad onorare Dio con la tua vita, e a gioire nella tua salvezza!

i Suoi Comandamenti non Sono Gravosi

Ci sarebbero tanti altri peccati da menzionare, ma vorrei concludere con un peccato molto comune che sarebbe il peccato di chiamare Dio bugiardo. Voglio leggere due versetti.

Prima di tutto, leggiamo 1Giovanni 5:3:

“questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:3 LND)

I comandamenti di Dio non sono gravosi. Quando il modo in cui parliamo di un comandamento lo fa sembrare gravoso, stiamo chiamando Dio bugiardo. Stiamo brontolando proprio contro quello che Dio ha stabilito per il nostro bene. Questo è un grave peccato. Non dobbiamo vedere i comandamenti di Dio come difficili o gravosi. Piuttosto, dobbiamo ricordare la verità che troviamo in Filippesi 4:13.

“io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:13 LND)

Gesù Cristo mi fortifica. Se tu sei un figlio di Dio, Gesù Cristo ti fortifica, e tu puoi ubbidire ad ogni comandamento per mezzo della forza di Gesù che opera in te. Allora, brontolare dicendo che questo o quell'altro comandamento sono difficili è un modo di negare la presenza di Dio e la sua fedeltà che operano in noi per portare avanti la sua opera. Brontolare per un comandamento di Dio è negare la verità che noi possiamo ogni cosa in Cristo che ci fortifica. Parlare di quanto sia difficile ubbidire è un modo per escludere Cristo dai nostri pensieri.

Fratelli e sorelle, non fate questo! E se avete fatto questo, riconoscetelo come peccato, e confessatelo a Dio.

Questo è vero per ogni comandamento. Questo è vero per i comandamenti che riguardano come vivere come mariti e come mogli. Questo è vero per i comandamenti che riguardano come essere genitori. Questo è vero per i comandamenti che riguardano come comportarci anche davanti alle ingiustizie.

Un esempio pratico

Domenica ho insegnato su Efesini 6:4. In questo brano, Dio comanda ai padri, e per estensione anche alle madri, di non provocare i figli all'ira. Abbiamo esaminato il senso e vari applicazioni di questo comandamento.

Vorrei chiedere a ciascun genitore: come hai reagito a questo insegnamento? In che modo hai parlato con altri di questo insegnamento? Hai parlato di quanto è difficile? Facendo così, hai indirettamente affermato che i comandamenti di Dio sono gravosi. Dicendo così hai escluso Gesù Cristo e la sua forza che opera in te. Parlare di quanto sia difficile un comandamento è un modo di lamentarci.

Certamente, ci sono situazioni nelle quali possono essere difficili', ma non sono mai gravosi. Perciò, quando parliamo di una situazione così, se voglio dare gloria a Dio in una situazione di questo tipo, il giusto modo è quello di di ringraziare Dio per il fatto che egli è con me e che con il suo aiuto posso ubbidire e darGli gloria. Posso ringraziare Dio che egli è con me, e che non mi abbandonerà. Posso ringraziare Dio per il privilegio di poter osservare i suoi comandamenti, perché sono stato liberato dalle catene del male.

Conclusione

A questo punto, vorrei tornare al mio discorso iniziale. Quanto spesso viviamo una vita in cui manchiamo la gioia del Signore. Manchiamo la gioia perché non osserviamo i suoi comandamenti. Scegliamo di ignorare qualche comandamento, o qualche peccato in noi. Oppure, riconosciamo ma non vogliamo abbandonarlo, non vogliamo umiliarci.

Cari fratelli, ognuno di noi vorrebbe stare bene, ma l'unico modo per stare veramente bene è camminare umilmente per fede in ubbidienza a Dio!

Perciò, voglio invitare ciascuno di voi ad esaminare la propria vita, sia alla luce dei comandamenti che ho menzionato in questo studio, sia alla luce di tutti i comandamenti di Dio. State veramente camminando nella luce, in ubbidienza a Dio? Non c'è alcun altra via che porta alla gioia che ognuno di noi desidera avere.

Grazie a Dio, per mezzo di Gesù Cristo c'è perdono, vero perdono, perdono completo ogni volta che che ci umiliamo e confessiamo i nostri peccati senza scuse a Dio.

Fratelli, non sprechiamo questa preziosa vita che Dio ci ha dato in Cristo. Viviamo godendo la gioia della nostra salvezza, osservando i comandamenti di Dio, in modo da dimorare nell'amore di Cristo e avere la sua gioia completa in noi.