Aiuto Biblico

Storia 16: Giacobbe ed Esaù
Genesi 25

Questa storia (16) è una traduzione dal libro: The Bible Story Told to our Children, di John Vreugdenhil, che racconta la Bibbia in forma di storie per bambini, da Genesi ad Apocalisse, Volume 1.
Questa storia viene da www.aiutobiblico.org. --- cav ag ---

Le nostre estati possono essere molto calde specialmente a mezzogiorno. Ma nella terra di Canaan fa molto più caldo che nel nostro paese. Per questo motivo la gente preferisce lavorare alla mattina presto e nel tardo pomeriggio oppure alla sera. Quando è mezzogiorno preferisce riposarsi.

Una grande tenda si trovava all’ombra di alcuni alberi. E in uno di questi giorni caldi un giovanotto stava cucinando le lenticchie nella tenda. Queste lenticchie sono come piselli ma hanno un colore marrone rosso o rossastro. Il ragazzo sta cucinando la zuppa di lenticchie con l’intenzione di mangiarla più tardi con il pane. Improvvisamente il lembo della tenda si alza ed entra suo fratello. Era stato a caccia e molto probabilmente aveva inseguito degli animali. Ed aveva fatto questo con il caldo intenso! Egli arriva a casa affamato, tutto sudato, stanco e debole. Affaticato, cade giù su una panchina. Non è più in grado di fare niente perché completamente esausto.

Chi sono questi due ragazzi?

Sono i figli di Isacco e Rebecca. Avete sentito nella storia precedente che Eliezer portò Rebecca fuori dalla Mesopotamia e che Isacco la sposò. Isacco amava grandemente sua moglie. Molti anni erano passati. Essi vissero felicemente insieme in tutti questi anni. Il Signore benedisse Isacco nello stesso modo in cui benedisse suo padre Abrahamo, poiché anche lui possedeva molto bestiame.

Così come era stato per tanti anni per Abrahamo e Sara, anche Isacco e Rebecca non potevano avere figli. Ma sapete che cosa faceva spesso Isacco? Pregava molte volte per avere figli. Ogni volta che si sedeva a tavola per mangiare Isacco pregava ad alta voce. Chiedeva benedizioni sul cibo ma anche di potere avere figli.

Sembrava che il Signore non lo sentisse, perché le sue preghiere erano rimaste così a lungo senza risposta. Già erano passati venti anni, non avevano avuto figli e perciò temevano che fosse troppo tardi per averne.

Ma Isacco non avrebbe dovuto preoccuparsi di questo, perché il Signore gli aveva promesso che sarebbe diventato una grande nazione.

Finalmente dopo venti anni di matrimonio arrivarono due figli, due bambini, gemelli, ma non identici!

Il più vecchio, il primo nato, si chiamava Esaù. Il secondo ragazzo si chiamava Giacobbe.

Il Signore aveva risposto alle preghiere di Isacco. Isacco non aveva pregato invano.

Erano molto felici e potete essere certi che Isacco aveva ringraziato il Signore.

Il vecchio Abrahamo, che era ancora vivo, aveva gioito anche lui. E quando Esaù e Giacobbe crebbero andavano con il nonno a passeggiare. Abrahamo raccontava loro tutte le belle storie dei giorni passati, ma anche tutte le promesse del Signore. Esaù interrompeva i racconti perché non li capiva molto bene, mentre Giacobbe ascoltava in silenzio attentamente. Posso immaginare che Giacobbe pensava a quanto sarebbe stato bello avere la promessa di essere l'antenato di una grande nazione, ed essere l'antenato del Cristo.

Quando entrambi i ragazzi ebbero quindici anni il nonno Abrahamo morì. Abrahamo aveva 175 anni quando morì, e morì senza paura, perché con la fede aveva visto che il Signore Gesù sarebbe venuto un giorno per riscattarlo dai suoi peccati. I suoi figli, Isacco e suo fratellastro Ismaele, il figlio di Hagar, seppellirono Abrahamo.

Essi portarono il corpo di Abrahamo nella grotta di Macpelah dove Sarai sua moglie era stata seppellita. Così i due furono sepolti insieme nella stessa tomba.

Giacobbe ed Esaù sentirono sicuramente molto la mancanza del loro nonno. Ma la morte non fa distinzione, tutti muoiono.

Tornando a Esaù e Giacobbe, c’era una grande differenza tra di loro. Esaù, il primogenito, divenne un cacciatore. Era grande, forte e robusto. Le sue mani e il suo collo erano pieni di peli. Esaù non aveva mai paura quando andava a caccia. Era molto coraggioso e raramente pensava alla morte. Nei suoi pensieri non si fermava mai a valutare che egli potesse morire. Siete anche voi così spensierati? I bambini e i ragazzi sconsiderati si arrischiano a fare qualsiasi cosa e pensano anche di potere fare tutto. Siete così anche voi?

I bambini e i ragazzi sconsiderati spesso dicono anche parole cattive e ruvide e inoltre sono orgogliosi di ciò. È così anche con voi?

Giacobbe, il più giovane dei fratelli, era completamente differente. Non era così grosso e robusto. Invece di essere coperto di peli, le sue mani e il suo collo erano lisci. A Giacobbe non piaceva andare a caccia, preferiva stare nella tenda con la madre. Era molto calmo e silenzioso. Non era sconsiderato, era proprio l’opposto di Esaù. Però, non per questo non era peccatore. Siamo tutti peccatori, anche se spesso abbiamo peccati diversi gli uni dagli altri.

Per quanto Isacco e Rebecca fossero buoni genitori, avevano un grande problema. Isacco amava di più Esaù, e Rebecca amava di più Giacobbe. Questo non è buono, avrebbero dovuto amarli ugualmente. Invece, Isacco amava più Esaù, perché gli piaceva come egli andava a fare la caccia. Infatti, spesso, Esaù portava al padre qualche buona selvaggina, che gli piaceva tanto. Invece Giacobbe era sempre in casa, e passava molto tempo con la mamma, e l'aiutava. Per questo, Rebecca amava di più Giacobbe.

Quando i genitori fanno così, spesso, si crea una certa gelosia fra i fratelli.

Il comportamento di Isacco e Rebecca non era giusto. Giacobbe ed Esaù erano entrambi figli loro ed essi dovevano amarli nello stesso modo. Isacco non doveva amare Esaù più di Giacobbe e Rebecca non doveva amare Giacobbe più di Esaù. Quando voi diventerete genitori, ricordate di non peccare in questo modo.

Comunque, quel giorno caldo, Esaù, tornando a casa dalla caccia esausto, affamato e assetato vide un piatto di zuppa di lenticchie che Giacobbe aveva cucinato e gli disse:

“Dammi da mangiare, ti prego, quella zuppa rossa, perché sono molto stanco.”

Esaù era così affamato e stanco che voleva solo mangiare. Non pensava a niente altro che alla sua stanchezza e alla sua fame.

Che cosa fece Giacobbe? Certamente diede subito la zuppa a Esaù, non è così? No, Giacobbe non gliela diede. Ricordate che c'era gelosia fra di loro.

Improvvisamente nella sua mente si affacciò un brutto pensiero. Sua madre gli aveva detto che il Signore aveva affermato che egli avrebbe ricevuto una grande benedizione, ma Esaù era il primogenito e perciò era a lui che andava la grande benedizione. E ora Giacobbe pensava fra sé: “Aspetta, cercherò di comprare la sua primogenitura, la grande benedizione, da Esaù.”. Continuò con il suo lavoro e non guardò Esaù, ma rispose casualmente: “Tu puoi averla, ma io allora devo avere la tua primogenitura. Me la devi vendere.”

Sì, ma sicuramente Esaù non lo avrebbe fatto, vero? Vendere quella grande benedizione, la promessa di Dio! Vendere la promessa di Dio per una insulsa zuppa di lenticchie! Sicuramente non lo avrebbe mai fatto, vero?

Tristemente, bambini, Esaù lo fece.

Egli rispose a Giacobbe: “Se non posso aver cibo, allora morirò e allora non avrò niente.”.

Non era la verità. Esaù non sarebbe morto subito, egli poteva tagliare il pane per mangiarlo, ma non gli importava di farlo. Egli voleva questo piatto di zuppa di lenticchie perché gli piaceva così tanto che rispose: “Bene, io ti venderò la mia primogenitura. Puoi avere la grande benedizione. Dammi subito da mangiare.”.

Giacobbe stava agendo con peccato, non confidava in Dio. Egli avrebbe dovuto dare il cibo a Esaù invece di venderlo. A questo punto Giacobbe era soddisfatto? No, perché pensava: “Più tardi Esaù potrebbe cambiare idea.”. Perciò gli disse: “Bene, però mi devi promettere con giuramento che mi darai la primogenitura.”.

Allora Esaù rispose: “Io giurerò, te la darò con giuramento.”. Sapete che cosa significa? Era come se Esaù avesse detto: “Il Signore vede e ascolta. Se io non ti darò la primogenitura allora il Signore mi potrà punire.”.

Oh Esaù com’è terribile! Preferisti un piatto di cibo al posto della benedizione del Signore. Non è orribile?

Giacobbe era soddisfatto. Tagliò il pane e glielo diede con il piatto di zuppa di lenticchie. Esaù mangiò tutto. Era così affamato ed era così squisito!

Giacobbe era contento, perché si vedeva furbo, e credeva di aver provveduto per se stesso, con la sua furbizia, una grande benedizione.

Però, non funziona così. Non possiamo noi prendere le benedizioni di Dio per noi stessi. Devono arrivare da Dio. Infatti, spesso, pecchiamo quando cerchiamo di creare benedizioni che in realtà possono solo venire da Dio. Per esempio, rubare è cercare noi qualcosa anziché aspettare che il Signore ce lo dia. Mentire è cercare di evitare problemi o ottenere qualcosa noi con il peccato, anziché fidarci di Dio. Quando siamo egoisti, stiamo cercando di benedire noi stessi.

Non funziona. Non possiamo benedire noi stessi. Le benedizioni arrivano da Dio.

Giacobbe avrebbe dovuto aspettare i tempi di Dio, per ottenere le benedizioni di Dio. Questo suo peccato gli porterà tanti dolori nel futuro, che vedremo, Dio volendo, nelle storie man mano che andiamo avanti.

Tornando alla nostra storia, quando Esaù finì di mangiare si alzò e uscì fuori. Non era più stanco né affamato.

Certo, Esaù, non hai più fame al momento, ma tu hai perso la primogenitura; hai perso la benedizione del Signore. Hai disprezzato queste cose, ma non hai pensato a queste cose in quel momento.

Applicazioni

Bambini, pensiamo ai peccati di Giacobbe e di Esaù.

Giacobbe voleva le benedizioni di Dio, ma non voleva aspettare per i tempi di Dio. Questo gli ha provocato tanti dolori dopo nella vita. E qualunque volta che noi vogliamo cercare di ottenere benedizioni noi, senza aspettare i tempi di Dio, avremo del male.

Pensate anche al peccato di Esaù. Egli preferiva una benedizione terrena, in questo caso un piatto di minestra, anziché una benedizione spirituale, con valore eterno. Questa era vera stoltezza. Per questo, Esaù è morto senza il perdono, e senza Dio. Esaù era veramente stolto!

Però, Esaù non era l'unico ad essere stolto. Anche noi possiamo essere stolti. Quando voi siete più presi con le cose di questo mondo anziché le cose spirituali, siete come Esaù.

Questo vi porterà grande tristezza nel futuro!

Domande

Come possiamo cercare noi benedizioni, anziché aspettare i tempi e i modi di Dio?

---- rubare, mentire, ingannare, essere egoisti

Come possiamo peccare come Esaù, e desiderare le cose di questa vita anziché le cose di Dio?

---- non avere al cuore le cose di Dio, ma piuttosto avere al cuore i piaceri della vita: giocare, qualche oggetto, qualche divertimento, libertà di fare quello che vogliamo noi...