Aiuto Biblico

Storia 33: Finalmente liberi!
Esodo 11, 12 e 13

Questa storia (33) è una traduzione dal libro: The Bible Story Told to our Children, di John Vreugdenhil, che racconta la Bibbia in forma di storie per bambini, da Genesi ad Apocalisse, Volume 1.
Questa storia viene da www.aiutobiblico.org. --- cmd ag---

Ricordate che stiamo seguendo gli avvenimenti dei discendenti di Giacobbe in Egitto? Sono schiavi, e tramite Mosè, Dio sta mostrando la sua grande potenza agli Egiziani. Ormai, nove piaghe sono già venute sull'Egitto. Il loro fiume era diventato un fiume pieno di sangue, e tutto il pesce era morto. Allo stesso modo anche quasi tutte le loro pecore e capre e i loro cavalli erano morti. I loro campi di orzo e grano, farro e lino erano stati distrutti. Eppure ancora il Faraone e i suoi servi continuavano ad essere ostinati. Non mollano. Rifiutano di inchinarsi davanti al potente Dio d'Israele.

È vero, il Signore aveva tolto dal Faraone la grazia di inginocchiarsi davanti a lui, ma il Faraone rimaneva comunque responsabile delle sue azioni. E non è che Dio era stato molto buono con il Faraone? Spesso aveva messo in guardia il Faraone prima che la piaga arrivasse. Quando poi arrivavano le punizioni e il Faraone chiedeva ancora una volta a Mosè di pregare per la liberazione da esse, il Signore immediatamente lo ascoltava e toglieva la punizione. Più volte, appena il Faraone aveva chiesto, Dio aveva tolto la piaga.

Quindi adesso, di chi è la colpa di tutta la miseria e la povertà? Non era colpa sua? Non era perché lui non aveva voluto inginocchiarsi davanti a Dio e perché non aveva voluto obbedirGli?

Bambini, il Signore è così buono anche con voi. Vi da tutto ciò di cui avete bisogno, come: una famiglia che vi ama, cibo e acqua, vestiti, una casa in cui vivere, sì, troppo cose per nominarle tutte. Inoltre, Egli vi dà anche la Bibbia, che è la Parola di Dio. Il Signore vi avverte che non dovete essere cattivi e disobbedienti e che dovete convertirvi. Non una volta, non dieci volte, ma Egli vi ammonisce centinaia di volte.

Domenica dopo domenica il pastore vi insegna la Parla di Dio. Anche a casa sentite tante cose di Dio.

E...cosa ne fate? La ascoltate? Obbedite al Signore?... Probabilmente voi direte, “Non riusciamo ad ubbidire sempre.”

Ma vi chiederò qualcosa.

“Voi chiedete spesso a Dio di istruirvi su ciò che dovete fare? L'avete supplicato che vi desse un nuovo cuore e vi convertisse?”

Oh, bambini, non gettate via da voi queste cose, se no fareste lo stesso del Faraone; come lui non ascoltate gli ammonimenti del Signore.

Ora, torniamo alla storia.

Un grande trambusto ed eccitamento prevale tra gli Israeliti. Tutti gli uomini e le donne sono felici e allegri perché... non manca tanto che saranno liberi. Dio, il Signore, l'ha detto. Deve ancora venire una piaga e poi... poi saranno liberi e potranno andarsene. Tutti i loro beni sono ammassati per il lungo viaggio; tutto è pronto.

Stanno lavorando?... Stanno costruendo mattoni?... Non ci pensano più. Non c'era più bisogno di pensarci, perché avevano altro da fare.

Le loro pecore, le mucche e il resto del bestiame sono portati tutti insieme vicino alle case. Essi vanno alle case degli Egiziani e chiedono loro argento e oro. Era stato il Signore che aveva detto loro di fare questo. Gli Egiziani non osavano rifiutarsi. Tutto quello che gli Israeliti chiedevano, essi glielo davano. Gli Egiziani erano pieni di timore.

Ogni famiglia degli Israeliti, o ogni due famiglie se erano piccole, aveva nelle loro dimore o in un angolo delle loro stalle, un agnello, di un anno esatto. Quattro giorni fa hanno dovuto sceglierlo e metterlo da parte.

Ora è arrivato l'ultimo giorno.

Le donne prendono la farina e la impastano. Cuociono del pane, del pane azzimo, che vuol dire senza lievito: preparano delle erbe, erbe amare. La sera gli uomini vanno alle stalle e uccidono l'agnello. Mettono il sangue in un catino.

Guardate, escono fuori con il sangue. Hanno un mazzetto di issopo in mano. L'issopo è una pianta con foglie larghe e pelose. Essi intingono queste foglie nel sangue e spruzzano il sangue sui due stipiti e sugli architravi delle porte. Non lo spruzzano sulla soglia.

Ma perché lo fanno? Cosa significa? Perché il Signore ha comandato di farlo. Durante la notte che sta per arrivare succederà qualcosa di tremendo. Un angelo attraverserà tutto l'Egitto e in ogni casa il più vecchio, quindi il primogenito di ogni famiglia morirà, non solo tra le persone ma anche tra gli animali. Ovunque il sangue è sparso sugli stipiti della porta l'angelo passerà oltre quella casa. Il primogenito di quella casa non sarà ucciso; per questo motivo gli Israeliti dipingono gli stipiti delle loro porte di rosso con il sangue dell'agnello.

Sono salvi dietro quel sangue.

Era il sangue di un animale che li proteggeva? Assolutamente no! Ma questo sangue indicava il Signore Gesù. Un giorno anche il Suo sangue sarebbe stato sparso sulla terra.

Quando ebbero finito di spargere il sangue, iniziarono a pulire l'agnello e ad arrostirlo. Comunque, non era loro permesso di tagliarlo a pezzi, ma avrebbe dovuto rimanere intero. Non un solo osso dell'agnello doveva essere rotto; e neanche un solo osso del Signore Gesù.

Finalmente, tutto è pronto. In quell'istante il sole cala e si fa buio. Gli Egiziani vanno a dormire, ma gli Israeliti restano svegli. Neanche i bambini vengono portati a letto.

Guardate, ogni Israelita è attorno alla tavola: i grandi come gli adulti: papà, mamme, bambini e bambine. Stanno mangiando l'agnello arrosto. Prendono il pane e lo inzuppano nelle erbe amare. Tutte le facce sono serie. Ognuno comprende che questo è qualcosa di inusuale. Anche il più piccolo bimbo sta in silenzio. Non capiscono bene cosa sta succedendo. È tutto così strano e così diverso dalle altre notti!

Essi chiamarono questo pasto la Pasqua, che è una parola ebraica che vuol dire “passare oltre”, e l'agnello fu chiamato “l'agnello pasquale”. Da quel momento in poi gli Ebrei dovettero celebrare la Pasqua, ovvero il “Passare oltre”, ogni anno. Quell'agnello era un tipo, che vuol dire simbolo, del Signore Gesù. Quell'agnello era stato ucciso e un giorno anche il Signore Gesù sarebbe stato ucciso e crocifisso. Quell'agnello era morto affinché essi potessero vivere. Anche il Signore Gesù sarebbe morto affinché il suo popolo potesse vivere per sempre.

Noi non celebriamo più la festa del “Passare oltre”, come gli Israeliti.

Sento già che dite, “Sì. Ma non celebriamo la Pasqua?”

È vero, ma noi ricordiamo qualcosa legato, ma diverso dagli Israeliti. Noi ricordiamo la risurrezione del Signore Gesù a Pasqua, ma quel giorno gli Israeliti ricordavano la fuga dall'Egitto, e il fatto di essere stati salvati dalla morte per mezzo del sangue dell'agnello.

Inoltre, la Pasqua (il “Passare oltre”) degli Israeliti era qualcosa di diverso. Era un sacramento. Nel capitolo undici vi ho spiegato della circoncisione. Anche quello era un sacramento. Quindi gli Israeliti avevano due sacramenti: la circoncisione e la Pasqua(il “Passare oltre”). Noi non abbiamo sacramenti, ma abbiamo due avvenimenti che Dio ci ha comandato: abbiamo il battesimo quando uno viene salvato, e abbiamo la “Cena del Signore”. Gli Israeliti dovevano celebrare la festa della Pasqua una volta all'anno; noi celebriamo la Cena del Signore ogni settimana al culto. Nella Pasqua veniva ucciso un agnello; quindi scorreva del sangue. Il sangue non scorre quando noi commemoriamo la Cena del Signore, ma usiamo succo d'uva, perché ci ricorda del sangue. Il sangue dell'agnello della Pasqua era un simbolo del sangue del Signore Gesù che SAREBBE venuto. Anche il vino della Cena del Signore indica il Signore Gesù che è già venuto.

Forse queste cose sono difficile da capire, bambini. Forse non potete comprenderlo adesso, ma cercate di ricordarvene qualcosa. Più avanti riuscirete a comprenderlo, se il Signore vi salva.

Così gli Israeliti mangiarono la loro prima Pasqua.

Quando il pasto finì, tutto era tranquillo nella terra di Goshen. Nessuno andò a dormire; e neppure nessuno andò fuori. Era stato loro vietato di uscire, e neppure osavano farlo. Ognuno aspetta, aspetta. Che cosa?...

È mezzanotte in punto. Ovunque c'è un silenzio come di morte. La quiete della notte prevale. La luna splende con la sua dolce luce sopra le case degli Egiziani. Splende attraverso i rami spogli che erano stati lasciati senza foglie dalle locuste. Proietta i suoi raggi sui campi e sui pascoli rovinati. In ogni casa c'è tranquillità e calma; gli Egiziani sono addormentati.

Improvvisamente una madre Egiziana si sveglia. Si alza dal letto per andare a vedere come stanno i suoi bambini.

Piano, cammina fino al letto dove sta dormendo il figlio più grande. Quando arriva fino a lui, egli è steso, pallido e immobile. La mamma si piega su suo figlio e improvvisamente lancia un grido di paura.

Suo figlio è...morto! Suo marito si sveglia, corre da lei e anche lui vede che cosa terribile è successa. Il padre del bimbo corre fuori e va a bussare alla porta del suo vicino per svegliarlo. Trova che anche in casa sua c'è stata una morte, perché il suo figlio maggiore è steso sul suo letto. È così è successo per tutta la terra d'Egitto.

In certe case c'è anche più di un morto; se il padre è il più vecchio fra i suoi fratelli, anche lui è morto. Quindi ci sono due morti – il padre e il figlio maggiore. Chiunque era il primogenito era morto!

Non passa molto tempo che una luce brilla in ogni case degli Egiziani; sono tutti svegli. Ovunque si sente qualcuno singhiozzare e piangere. Molte migliaia di Egiziani morirono improvvisamente quella notte – giovani e vecchi, grandi e piccoli morirono. Che terribile era!

Com'era potuto succedere così improvvisamente?

Bene, bambini, l'angelo di Dio andò attraverso la terra d'Egitto a mezzanotte. Quest'angelo era l'angelo della distruzione e andò in ogni casa degli Egiziani uccidendo il primogenito di ogni famiglia velocemente e silenziosamente.

Questa fu la decima piaga che Dio mandò sull'Egitto.

Anche il Faraone, il re, si sveglia a causa del tumulto che sente dall'esterno. Noi leggiamo nella Bibbia, “che si alzò nella notte.” Quindi lui era andato a letto come al solito; anche se sapeva cosa sarebbe accaduto, perché era stato avvertito. Mosè e Aaronne glielo avevano detto prima che lui li facesse mandare via l'ultima volta. Non li aveva ascoltati; probabilmente non ci aveva neanche creduto, perché era andato a letto come al solito. Come aveva potuto restare così indifferente? Ma adesso che si è svegliato, va immediatamente al letto del suo figlio maggiore, il principe ereditario, che avrebbe dovuto essere re dopo la morte di suo padre. E, oh il terrore, lì è steso il suo caro figlio, pallido e morto. Anche questo principe è stato ucciso dall'angelo della distruzione.

Anche i primogeniti del bestiame sono stati uccisi.

Tutto l'Egitto è ripieno di pianti di tristezza.

È tutto molto tranquillo nella terra di Goshen, così tranquillo, che neanche un cane abbaia; ma i figli d'Israele non stanno dormendo, no, sono tutti svegli e stanno aspettando. L'angelo della distruzione era passato oltre le loro case.

Perché?... Vedete quelle strisce rosse sugli stipiti delle porte? Quelle strisce sono il sangue dell'Agnello Pasquale. Ovunque il sangue era stato spruzzato, l'angelo era passato oltre quella casa.

Ma l'agitazione presto comincia a spandersi nella terra di Goshen. Mosè e Aaronne vengono chiamati ed essi devono andare immediatamente dal Faraone.

“Andate! Andate!” dice il Faraone, “Alzatevi! Prendete tutte le vostre cose con voi. Prendete le vostre mogli e i vostri figli. Le vostre pecore e le vostre capre, i vostri mobili e tutto ciò che possedete. Prendete tutto, sì, tutto con voi e benedite anche me.”

Tutte le porte degli Israeliti sono aperte. Gli Egiziani sono pieni di dolore e lutto, ma gli Israeliti sono felici. Le pecore, le mucche e tutto il bestiame vengono tirati fuori dalle stalle. Anche gli Egiziani li aiutano.

“Sbrigatevi! Sbrigatevi!” dicono in continuazione gli Egiziani, “altrimenti moriremo tutti quanti.”

Gli Israeliti viaggiano sulla strada verso il deserto. Camminano in larghe righe, uno di fianco all'altro.

Guardate a quel gruppetto di Israeliti che sta portando una cassa. A cosa gli servirà? Cosa c'è li dentro? Forse oro o argento?... Oh, no, lì dentro c'è un cadavere. Un cadavere?... Di chi?... È il cadavere di Giuseppe che era stato il viceré d'Egitto. I suoi fratelli gli avevano promesso che avrebbero fatto questo dopo la sua morte e ora i loro discendenti stanno adempiendo questa promessa. Non l'hanno dimenticata in tutto il trambusto. Giuseppe voleva essere sepolto in Canaan tra la sua gente, che egli aveva amato, e non in Egitto.

Lunghe linee di persone escono dall'Egitto stendendosi a vista d'occhio. C'erano seicentomila uomini sopra i vent'anni, senza contare le donne e i più giovani. Probabilmente in tutto erano più di 2 milioni di persone. Anche alcuni Egiziani andarono con loro, perché leggiamo che una moltitudine molto mista andò con loro.

Non era enorme questa nazione disprezzata e schiava? Quando Giacobbe venne in Egitto, erano solo 70. Ora sono più di 2 milioni. Il Signore si era curato di questo popolo in modo meraviglioso. I malvagi piani del Faraone erano stati un fallimento, un completo fallimento.

Finalmente, finalmente, erano liberi. Quando il sole sorse quel mattino non era rimasto un solo Israelita nella terra di Goshen. Ogni casa e ogni fienile erano vuoti; tutto era come morto e deserto. Il popolo d'Israele era sulla strada verso... Canaan, la terra promessa. Dio aveva vinto, come vince sempre.