Aiuto Biblico

Quando torniamo a Dio, Dio opera

Giosuè 8:1-29

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 10 novembre 2021, – cmd ve–

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Ripasso

Come c’entra Giosuè e la storia di Israele nel piano di Dio per noi? Ricordate che ogni libro della Bibbia riguarda noi, la nostra salvezza e la nostra crescita. Riguarda come Dio ha preparato tutto per mandare Gesù Cristo per salvarci dai nostri peccati.

Dio ha scelto Abrahamo per dare una discendenza. Questa discendenza sarebbe diventatail popolo di Dio da cui sarebbe nato il Cristo. Dio aveva detto ad Abrahamo che avrebbe mandato la sua discendenza in Egitto per 400 anni. Dio ha fatto questo tramite i figli di Giacobbe/Israele. Ha mandato per primo Giuseppe e Dio ha gestito tutto perfettamente per stabilire il popolo di Israele in Egitto, per moltiplicarli grandemente e farli diventare schiavi. Poi, Dio ha mandato Mosè per liberarli, portarli fuori dall’Egitto, farli diventare il Suo popolo e per fare il patto con loro nel deserto dopo l’esodo dall’Egitto. Dio ha dato a loro la legge e così diventarono il Suo popolo. Dopo di che entrarono nel paese per diventare una nazione dove sarebbe nato Gesù come Giudeo e l’adempimento della legge.

Allora, visto che la generazione che è uscita dall’Egitto aveva peccato contro Dio, tutti gli adulti tranne Giosuè e Caleb dovevano morire nel deserto. Girarono a vuoto nel deserto per 40 anni finché non fosse morta tutta la generazione che aveva peccato. Mosè morì e Dio diede la guida del popolo a Giosuè.

Dio disse a Giosuè: “Sii forte e coraggioso”. E Dio dice a noi di essere forti e coraggiosi e di non temere perché Dio sarà con noi se noi ubbidiamo, come Giosuè, e se camminiamo dove Dio ci dice di camminare. Se noi viviamo la nostra vita e chiediamo a Dio di benedire i nostri piani, questo non è quello che Dio ci chiama a fare e Dio non ci benedice. Dio non sta lì per timbrare le nostre richieste. Dio non sta lì per benedire quello che noi vogliamo fare. Dio ci dà la via in cui camminare. Ricordate in Efesini 2:8-10 dice che Dio ci ha salvati non per le opere ma per grazia e per la fede e che Lui ha preparato le buone opere affinché camminiamo in esse. Dio ci ha salvati per camminare nelle buone opere che ha precedentemente preparato per noi. Dio ci ha salvati affinché proclamiamo le Sue virtù e affinché siamo luce in questo mondo di tenebre; affinché usiamo i nostri doni spirituali per edificare gli uni gli altri e per portare altri alla salvezza e far crescere il regno di Dio nel mondo. Se noi camminiamo nella via che Dio ci ha dato, Dio ci darà grande vittoria e sarà con noi. Se invece noi siamo come quel servo nella parabola dei talenti, che ha sepolto il suo talento che il suo padrone gli aveva dato, perché voleva vivere per sé, Dio non sarà con noi. Quanto è importante che viviamo compiendo quello che Dio ci dà da fare, come fa Giosuè. Che esempio meraviglioso abbiamo in Giosuè.

Abbiamo anche visto che Dio ha rinforzato la fede di Giosuè con questo immenso incarico.

Poi, Dio ha detto di santificare il popolo e Giosuè ha ordinato al popolo di santificarsi.

Poi Dio ha compiuto un grande miracolo dividendo il fiume Giordano affinché potessero passare sull’asciutto. Questo non era solo per farli attraversare ma per far capire a loro la Sua potenza e che era con loro. E anche per mostrare ai nemici che Dio, il vero Dio, era con il Suo popolo. Dovevano stabilire una colonna di pietre prese dal letto del fiume come ricordo dell’opera di Dio perché Dio non sempre opera nello stesso modo. Dio non sempre opera in modo potente e visibile e dobbiamo ricordare quello che Dio ha fatto nel passato per avere fede quando non vediamo quello che Dio sta facendo oggi.

Poi, Dio ha dato loro ordini per come conquistare Gerico, la prima città che trovavano, e loro hanno seguito alla lettera gli ordini. Dio fece crollare le mura in modo che potevano entrare nella città. Ma Dio aveva ordinato loro di non prendere nulla di bottino e di distruggere tutto. Però c’era un uomo, Akan, che ha preso dell’oro, dell’argento e un mantello per sé, e Dio ha punito tutto il popolo. Non sapevano che Akan avesse fatto questo, ma erano contaminati.

Quindi, quando sono andati a combattere contro una piccola città, Ai, invece di vincere sono stati sconfitti e parecchi sono morti e Giosuè era disperato e ha chiesto al Signore cosa stava succedendo. Era prostrato a terra, pregando tutto il giorno, e Dio gli disse di alzarsi e di purificare l’accampamento perché c’era peccato nel campo.

Da questo avvenimento abbiamo visto che siamo individui davanti a Dio ma che Dio ci guarda come chiese, come in Corinzi oppure in Apocalisse dove leggiamo le lettere alle sette chiese. Se noi in chiesa abbiamo peccato e non affrontiamo questo peccato per purificarci, Dio non solo disciplina o punisce la persona che ha peccato ma disciplina tutta la chiesa. Dio vuole che ci teniamo puri. Loro hanno riconosciuto e hanno trovato chi era, Akan, e lo hanno ucciso.

Fine capitolo 7

Allora, prima di leggere il nostro brano di oggi, voglio leggere quello che abbiamo visto l’ultima volta in Giosuè 7:24-26. Seguite mentre leggo:

“24 Allora Giosuè, e tutto Israele con lui, prese Akan, figlio di Zerah, l’argento, il mantello, il lingotto d’oro, i suoi figli e le sue figlie, i suoi buoi, i suoi asini, le sue pecore, la sua tenda e tutto ciò che gli apparteneva, e li fece salire nella valle di Akor. 25 E Giosuè disse: “Perché ci hai tu messi nei guai? L’Eterno metterà nei guai te questo giorno!”. E tutto Israele lo lapidò con pietre; e, dopo averli lapidati con pietre, li bruciarono col fuoco. 26 Poi eressero sopra di lui un gran mucchio di pietre, che dura fino al giorno d’oggi. L’Eterno si placò del furore della sua ira. Perciò quel luogo è stato chiamato fino al giorno d’oggi valle di Akor.” (Giosuè 7:24-26 LND)

Potrebbe sembrare molto severo ma noi dobbiamo capire quanto Dio è santo e quanto il nostro peccato è grave. Dovevano purificarsi da questo peccato.

Allora, Dio non ci chiama a mettere a morte le persone nella chiesa ma dobbiamo togliere di mezzo a noi chi rifiuta di ravvedersi.

Giosuè 8

Il popolo ormai si è purificato e su questa base vogliamo andare avanti in Giosuè 8 e vedere quello che Dio fa. Dio aveva stabilito per il Suo popolo di conquistare il paese compresi gli abitanti.

Seguite mentre leggo Giosué 8:1-2:

1 Poi l’Eterno disse a Giosuè: “Non aver paura e non sgomentarti. Prendi con te tutti gli uomini di guerra, levati e sali contro Ai. Vedi, io ti do nelle mani il re di Ai, il suo popolo, la sua città e il suo paese. 2 E tu farai ad Ai e al suo re come hai fatto a Gerico e al suo re; prenderete per voi unicamente il suo bottino e il suo bestiame. Tendi un’imboscata contro la città dietro ad essa”.

Allora, in questi versetti noto varie cose. Prima di tutto, Dio rincuora Giosuè. Il popolo aveva perso la prima battaglia contro Ai e aveva perso coraggio. Non credevano di potercela fare e quindi, Dio inizia dicendo di non aver paura e non sgomentarsi. Sono purificati e Dio vuole che sappiano che Lui è di nuovo con loro. Infatti, dice: “Vedi, io ti do nelle mani il re di Ai, il suo popolo, la sua città e il suo paese.” Io, Dio, ti do. Non sgomentarti, non avere paura, io sono con te, io ti darò vittoria. Grazie a Dio per il Suo cuore nei nostri confronti. Aveva disciplinato severamente il Suo popolo ma si erano ravveduti e purificati e Dio ricorda loro che è con loro e che gli darà la vittoria quando seguono la Sua volontà. E Dio dice la stessa cosa a noi quando pecchiamo e ci ravvediamo e confessiamo di cuore il nostro peccato, Dio ci perdona. Grazie a Dio.

Da notare anche che Dio dà l’ordine di quello che devono fare. “Prendi con te tutti gli uomini di guerra, levati e sali contro Ai.” E più avanti dice: “E tu farai ad Ai e al suo re come hai fatto a Gerico e al suo re”. Dio sta dicendo che devono andare a conquistare Ai e distruggere la città così come avevano distrutto Gerico.

Piu avanti non dovevano distruggere le città ma potevano tenerle per poterci vivere. Quindi, conquistando varie città potevano già avere le città con case e con mura. Ma questa volta dovevano distruggere la città perché Ai aveva conquistato loro in quella prima battaglia e quindi, dovevano distruggerla completamente. Però questa volta, diversamente da Gerico, potevano tenere il bottino e bestiame e Dio lo specifica. Dio può dirci che questa volta una data cosa va bene e un’altra volta no. Noi dobbiamo dire: “va bene, Signore, quello che ci dici Tu.” Così, Dio dà i Suoi ordini e permette loro di tenere il bottino e bestiame.

E poi, Dio dà anche il comando di come dovevano fare quando dice: “Tendi un’imboscata contro la città dietro ad essa”. Dio ci spiega come andare avanti.

Ma uno potrebbe dire che Dio non gli parla così. No, ma Dio ci dà chiari principi. Giosuè aveva i primi cinque libri di Mosè e nient’altro. Noi abbiamo tutta la Bibbia. Dio ci insegna come vivere. Grazie a Dio.

Vogliamo andare avanti. Dio ha incoraggiato Giosuè, ha promesso di dare a lui la città e gli ha spiegato come fare.

Adesso leggo i versetti dal 3 all’8 che sono gli ordini che Giosuè dà al popolo per seguire quello che Dio ha comandato a lui.

3 Così Giosuè e tutti gli uomini di guerra si levarono per salire contro Ai. Egli scelse trentamila uomini, guerrieri valorosi, e li fece partire di notte, 4 e comandò loro, dicendo: “Ecco, voi starete in agguato contro la città, proprio dietro la città; non allontanatevi troppo dalla città, ma state tutti pronti. 5 Poi io e tutta la gente che è con me ci avvicineremo alla città; e, quando essi usciranno contro di noi come la prima volta, noi ci daremo alla fuga davanti a loro. 6 Essi usciranno ad inseguirci finché noi li avremo tirati lontani dalla città, perché diranno: "Fuggono davanti a noi come la prima volta". E, mentre noi fuggiremo davanti a loro, 7 voi uscirete dall’agguato e prenderete la città, perché l’Eterno, il vostro DIO, la darà nelle vostre mani. 8 Come avrete preso la città, darete alle fiamme la città; farete come l’Eterno ha comandato. Fate attenzione, questo è l’ordine che io vi do”.

Ci sono ottime lezioni qua per noi.

Una delle lezioni è che Giosuè è un ottimo esempio di come deve essere una guida. Ogni marito è una guida. Ogni genitore è una guida. Ogni pastore e anziano è una guida. Poi, tanti hanno ruoli di guida nella vita, al lavoro o in qualche altra attività. Giosuè ci mostra come guidare perché spiega in modo chiaro quello che devono fare.

Troppe volte diverse persone negli anni non mi hanno spiegato chiaramente quello che dovevo fare per compiere o fare qualche lavoro ed è estremamente frustrante. E quindi, in tutti i ruoli in cui sono guida, ho chiesto al Signore di aiutarmi a spiegare bene e in modo chiaro a chi ascolta. Questo è quello che fa una buona guida e questo è quello che Giosuè sta facendo qui. Spiega in modo chiaro quello che devono fare e come andrà, cosa devono aspettarsi e come devono agire.

Poi, c’è una cosa bellissima da notare quando lui spiega tutto. Si trova in versetto 7 dove dice:

voi uscirete dall’agguato e prenderete la città, perché l’Eterno, il vostro DIO, la darà nelle vostre mani.

Lui dice che, se fanno quello che sta comandando, il Signore darà la città nelle loro mani. Lui ricorda loro che la vittoria viene dall’Eterno. Dobbiamo impegnarci, lavorare, ubbidire a Dio e fare come Lui ci comanda, ma la vittoria verrà dall’Eterno. Non dobbiamo mai vantarci quando Dio ci dà la vittoria, perché viene da Lui. Anche se ci siamo impegnati, la vittoria viene da Dio.

Leggiamo adesso in versetti 9 a 13:

9 Così Giosuè li mandò, ed essi andarono al luogo dell’agguato e si fermarono fra Bethel e Ai, dal lato ovest di Ai; ma Giosuè rimase quella notte in mezzo al popolo. 10 Giosuè si alzò quindi al mattino presto, passò in rivista il popolo e salì con gli anziani d’Israele alla testa del popolo contro Ai. 11 Tutti gli uomini di guerra che erano con lui salirono e si avvicinarono; così giunsero di fronte alla città e si accamparono a nord di Ai. Tra loro ed Ai c’era una valle. 12 Allora egli prese circa cinquemila uomini e li mise in agguato fra Bethel ed Ai, a ovest della città. 13 Essi misero in posizione il popolo: tutto l’esercito era a nord della città e gli uomini in agguato a ovest della città, Giosuè quella notte si spinse avanti in mezzo alla valle.

C’è una cosa importante da notare qui. Dopo aver letto con cura i versetti 3 ad 8 e adesso questi versetti da 9 a 13, uno potrebbe pensare che c’è un errore perché prima parla di trentamila e poi, cinquemila. Ma questo dimostra la stoltezza di chi pensa così. Questo avvenimento è successo circa 3500 anni fa. Noi siamo lontani da quel tempo e non conosciamo neanche la zona in cui si trovavano. Presumere che noi abbiamo capito e l’autore ha sbagliato, è stoltezza. Piuttosto, essendo così lontani dobbiamo dire che non capiamo esattamente come si mette insieme e riconoscere che l’autore era lì. È Lui che ha scritto. Non dovrei presumere che sia una contraddizione ma che c’è qualcosa che non capisco, ma non importa perché lui sapeva quello di cui parlava.

Non cambia niente. Non è che non posso essere edificato se non capisco ogni dettaglio della battaglia. Io sto capendo come Dio opera. Perciò quando leggi qualcosa nella Bibbia e non riesci a capire, lascia stare. È da dire: “Signore, non capisco i dettagli, non ero lì, per me non è chiarissimo come è stato scritto. Sicuramente però riguarda anche me. Prendo quello che posso capire e cerco di capire i principi di Dio.” Con un atteggiamento così puoi essere edificato da ciò che leggi.

Il punto è che loro, secondo gli ordini di Dio, si sono organizzati con cuore e con cura. Hanno seguito quello che Dio aveva comandato. Hanno fatto precisamente come Dio aveva comandato tramite Giosuè. Questo è il punto importante.

Dio ha ordinato cosa fare e Giosuè, colui che Dio aveva stabilito come capo, spiega a loro cosa fare e loro lo fanno.

Certamente a questo punto dobbiamo chiederci se noi facciamo quello che Dio ci dice di fare. Facciamo precisamente ciò che Dio ci ordina direttamente dalla Bibbia o tramite gli uomini che Dio ha stabilito come guide nella chiesa? Voglio seguire l’esempio del popolo di Dio e Giosuè che stavano seguendo Dio in modo giusto.

Andiamo avanti leggendo da versetto 14 a 17:

14 Quando il re di Ai si accorse di questo, gli uomini della città si alzarono in fretta al mattino presto e uscirono a combattere contro Israele, il re e tutto il suo popolo, al punto convenuto di fronte all’Arabah; ma il re non sapeva che c’era un agguato contro di lui dietro la città. 15 Allora Giosuè e tutto Israele, fingendo di essere battuti di fronte a loro, fuggirono in direzione del deserto. 16 Tutto il popolo che era nella città fu chiamato a raccolta per inseguirli; così inseguirono Giosuè e furono attirati lontano dalla città. 17 Non ci fu uomo in Ai e in Bethel, che non uscisse dietro a Israele. Lasciarono così la città aperta e inseguirono Israele.

Dio sta operando per dare a loro la vittoria.

Notate che Dio si è servito dell’orgoglio del re di Ai. Questo re era sicuro di sé. Avevano vinto la prima volta contro un gruppo di soldati di Israele molto più piccolo. Ma adesso erano molti di più. Invece di riconoscere il bisogno di stare in guardia, visto che gli Israeliti erano molto più numerosi, erano convinti di poter batterli anche questa volta. Questo è orgoglio e fidarsi di sé stesso. Questo è avere grande fede in sé stesso. E Dio si è servito dell’orgoglio di questo re per farlo cadere e per dare la vittoria ad Israele. Così questo re chiama tutti per prenderli nonostante il fatto che c’erano molto più soldati di Israele questa volta. Così tutti gli uomini escono dalla città lasciandola aperta e senza difesa, una cosa che non bisogna mai fare.

Il nostro orgoglio ci porta a metterci in posizioni che ci porteranno grande male e pericolo.

Umanamente si potrebbe dire che tutto è andato secondo un piano ma tutto è andato così perché Israele stava ubbidendo a Dio per fede, ubbidendo precisamente a quello che Dio aveva ordinato. In un caso così, certo tutto va secondo un piano perché Dio benedice quando noi seguiamo quello che ci comanda.

Quindi, la città è aperta e tutti gli uomini sono usciti. Tutti quanti seguivano la massa di soldati di Israele.

Adesso vado avanti con versetto 18:

18 Allora l’Eterno disse a Giosuè: “Stendi la lancia che hai in mano verso Ai, perché io te la darò nelle mani”. E Giosuè stese la lancia che aveva in mano verso la città.

Vediamo qui che Dio dà un ordine preciso, li sta guidando, e Giosuè ubbidisce. Quando noi camminiamo nella via di Dio, Dio ci guiderà. Quanto è importante per noi di seguire la Sua guida. Dio ci guiderà.

A Giosuè Dio parlava e a noi Dio dà la Parola e ci manda persone che ci aiutano a capire la sua volontà, ma quando capiamo è importante che ubbidiamo.

Leggiamo adesso versetti 19 a 22. In questi versetti vediamo la conclusione di questa guerra. Adesso Dio li guida a prendere la città. Alzare la lancia era un simbolo, un segno, che tutti potevano vedere. Giosuè ubbidisce e adesso leggiamo quello che succede.

19 Come egli ebbe steso la mano, gli uomini in agguato si levarono in fretta dal loro posto, entrarono nella città, la presero, e si affrettarono a darla alle fiamme. 20 Quando gli uomini di Ai si voltarono indietro, ecco, essi videro il fumo della città che saliva al cielo; e non vi fu per loro alcuna possibilità di fuggire né da una parte né dall’altra, perché il popolo che fuggiva in direzione del deserto si voltò contro quei che lo inseguivano. 21 Infatti, quando Giosuè e tutto Israele videro che gli uomini in agguato avevano preso la città e che il fumo della città si alzava in alto, tornarono indietro e batterono gli uomini di Ai. 22 Anche gli altri uscirono dalla città contro di loro; così quei di Ai si trovarono intrappolati in mezzo alle forze d’Israele, avendo gli uni da un lato e gli altri dall’altro; e li batterono finché non rimase più alcun superstite o fuggiasco.

Dio dice che è il momento e mettono in atto il piano stabilito da Lui. Hanno una vittoria totale perché stavano ubbidendo a Dio perfettamente in quello che Dio aveva stabilito. La vittoria viene da Dio quando camminiamo nella via stabilita da Dio. Così riescono a vincere tutti senza perdere un soldato e riescono ad uccidere tutti quanti i soldati di Ai e di Bethel. Non rimase nemmeno uno in vita, se non il re, che poi uccidono.

Oh quanto è importante che ubbidiamo a Dio, nel piano di Dio e non nei nostri piani, e così Dio ci darà la vittoria.

Leggiamo della conclusione della battaglia nei versetti 23 a 26:

23 Ma il re di Ai lo presero vivo e lo condussero da Giosuè. 24 Quando Israele ebbe finito di uccidere tutti gli abitanti di Ai nella campagna e nel deserto dove essi lo avevano inseguito, e furono tutti passati a fil di spada finché furono tutti sterminati, tutto Israele tornò verso Ai e la mise a fil di spada. 25 Tutti quei che caddero in quel giorno, uomini e donne, furono dodicimila, tutta la gente di Ai. 26 Giosuè non ritirò la mano che brandiva la lancia, finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti di Ai.

Qui leggiamo la conclusione della battaglia e che hanno ucciso tutti, sia fuori città che dentro la città. Hanno anche bruciato la città e portato il re a Giosuè.

Dio aveva ordinato loro di sterminare tutti. Voglio menzionare un’altra volta che non spetta a noi chiedere perché dovevano uccidere donne e bambini. Semplicemente lo hanno fatto perché Dio lo aveva ordinato. La vita appartiene a Dio. Nessuno ha diritto alla vita. La vita è un dono che Dio dà e toglie quando vuole Lui. E Dio è sempre giusto in tutto quello che fa. Dio non è ingiusto se fa morire giovani come se avessimo il diritto di arrivare ad una certa età. Dio è giusto in tutto quello che fa. Qui Dio ha detto che era giusto per tutti quelli di Ai di morire. Abbassiamo la testa e accettiamo la volontà di Dio perché sa quello che fa ed è giusto in quello che fa. Così furono tutti quanti sterminati, come Dio aveva ordinato.

Notate anche che “Giosuè non ritirò la mano che brandiva la lancia, finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti di Ai.” Dio aveva ordinato di sterminare tutti e la lancia tenuta in altro era un simbolo, un segno, per i soldati di Israele di andare avanti nella battaglia finché lui dava l’ordine.

Quanto è importante per noi di non lasciar stare nessun aspetto del compito di Dio ma di andare fino in fondo di tutto quello che Dio ci comanda di fare. Molto spesso è facile fare una grande parte e poi stancarci e lasciar stare qualche cosa. Non viviamo così. Andiamo avanti anche quando la battaglia o l’opera è faticosa. Completiamo tutto quello che Dio ci comanda di fare come fanno qui.

Leggiamo versetto 27 dove Dio aveva promesso che potevano prendere il bottino e così lo fanno:

27 Israele prese per se soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l’ordine che l’Eterno aveva dato a Giosuè.

Se ricordate a Gerico non fu permesso di prendere nulla. Qui dovevano distruggere la città, non potevano viverci, ma potevano prendere il bottino e il bestiame.

Più avanti Dio avrebbe lasciato loro anche vivere nelle città che conquistavano ma non qui. Loro ubbidivano precisamente a quello che Dio diceva.

Si potrebbe dire che sarebbe comodo avere una città già costruita con le case e ci si potrebbe chiedere perché questo farebbe male. Certo che sarebbe stato comodo ma Dio aveva detto di non farlo. Il bottino e il bestiame, sì.

Fratelli e sorelle, ubbidiamo a Dio quando ci è comodo e quando non ci è comodo e avremo la vera vittoria.

Adesso leggiamo versetti 28-29 dove arriviamo alla fine di questo capitolo e avvenimento:

28 Così Giosuè arse Ai e la ridusse a un cumulo di rovine per sempre, una desolazione fino a questo giorno. 29 Fece quindi appendere il re di Ai ad un albero e ve lo lasciò fino alla sera; al tramonto del sole, Giosuè ordinò che il suo cadavere fosse calato dall’albero, fosse gettato all’ingresso della porta della città, e vi ammassarono sopra un grande mucchio di pietre, che rimane fino ad oggi.

Qui concludiamo notando che la città fu totalmente distrutta. Non doveva mai essere ricostruita. Poi, uccisero il re, appendendolo ad un albero, che era un segno di grande disonore. Hanno dimostrato la vittoria totale di Dio e che coloro che avevano vinto Israele all’inizio furono distrutti totalmente perché la vittoria apparteneva a Dio per non lasciare ombra di dubbio che Dio era chi comandava e vinceva.

Questa vittoria non era dovuta al fattoche erano forti e bravi. Dio aveva reso loro forti ma la vittoria veniva da Dio. E quando Dio ci rende forti e quando ci dà le capacità di avere successo in quello che Lui ci dà da fare non dobbiamo minimamente vantarci o prendere la gloria per noi. Dobbiamo dire che per l’aiuto e la forza di Dio, Colui che ha operato in noi, abbiamo la vittoria. Dobbiamo sempre riconoscere che la vittoria viene da Dio. Dobbiamo fare tutta la volontà di Dio per metterci dove Dio vuole. La vittoria viene da Dio. Quando pecchiamo, come il popolo di Dio aveva peccato oppure quando solo una persona come Akan, e lui solo peccò, quando prese le cose da Gerico, Dio ritira la Sua benedizione dal Suo popolo.

Quando noi pecchiamo Dio ritirerà la Sua benedizione da noi. E quando in chiesa il peccato viene lasciato, Dio ritira la Sua benedizione dalla chiesa. Ma quando ci umiliamo, confessiamo il peccato, togliamo di mezzo il peccato e torniamo a Dio e camminiamo dove, come, quando e nel modo in cui Dio ci comanda, Dio ci darà la vittoria e tutta la gloria va a Lui.

E se una volta non ci lascia avere niente e un’altra volta il bottino e un’altra volta le case, per modo di dire, accettiamo quello che Dio ci dà.

Visto che Dio ci comanda a pagare le tasse avremo meno soldi di chi non paga le tasse, se non è che Dio sceglie di farmi avere ancora di più, ma quelli sono affari di Dio. Lui può fare quello che vuole. Dobbiamo fidarci di Dio.

Oh che possiamo essere un popolo che non cerca di combattere le nostre battaglie ma piuttosto combattiamo le battaglie del Signore.

Oh che possiamo non vivere per noi stessi ma che possiamo vivere per il Signore, dove Dio ci mette.

Oh che possiamo vivere capendo che lo scopo della vita non è di avere una vita comoda o avere una vita con i piaceri del mondo. Non è di evitare problemi ma è di conquistare per il Signore.

Non stiamo conquistando terreni o popoli o soldi. Siamo in una battaglia per conquistare anime. Siamo in una battaglia per essere usati da Gesù Cristo per edificare la Sua chiesa. Non dobbiamo sgomentarci o avere paura. Dobbiamo piuttosto camminare in avanti, compiendo quello che Dio ci dà da fare, non usando armi da guerra ma armi spirituali. Dobbiamo adoperare i nostri doni spirituali e proclamare in un mondo di tenebre la luce, la salvezza in Gesù Cristo, e il giudizio, per cui c’è bisogno di Gesù Cristo. Dobbiamo essere soldati per il Signore in una battaglia contro il male e per salvare le anime dalle tenebre. Dio salva ma si serve di uomini e di donne come noi.

Oh che possiamo combattere le battaglie del Signore quando e dove Dio ci comanda e avremo la vittoria.

Oh che possiamo seguire l’esempio che abbiamo visto qui in Giosuè 8.

Preghiamo.