Aiuto Biblico

Ruth: un esempio per noi

Ruth 1

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.aiutobiblico.org, per domenica 22/05/22
Descrizione: Due esempi: Naomi, un esempio da non seguire, Ruth, un esempio da imitare. La fede di Ruth è un esempio e uno stimolo per noi a cercare Dio con tutto il cuore, costi quel che costi.
parole chiave: Ruth, fede, perdere tutto, sofferenze, afflizioni, amarezza

Audio:

Introduzione

La vita cristiana è un cammino di fede, giorno per giorno, con il nostro Dio. Per questo cammino, Dio ci ha dato la sua Parola, che ci mostra la via in cui dobbiamo camminare. E Dio stesso è il nostro Buon Pastore che ci guida nei sentieri della vita.

Un modo in cui Dio ci guida, tramite la sua Parola, è dandoci esempi della vita di altri uomini e donne. Nella Parola troviamo buoni esempi, da seguire e imitare, e troviamo anche brutti esempi, da NON seguire e NON imitare.

Oggi, con l’aiuto di Dio, inizieremo a studiare il libro di Ruth. Questo libro è prezioso e molto ricco, perché ci mostra di più di cos’è la vera fede, e ci mostra più di Cristo, tramite Boaz, che è un tipo di Cristo.

Oggi guarderemo insieme il capitolo 1, in cui troviamo due esempi per noi, un esempio brutto, da non seguire, e un esempio buono, da imitare.

Aprite le vostre Bibbie con me a Ruth 1.

Il contesto storico

Capire un po’ del contesto storico della storia di Ruth ci aiuta a capire meglio alcuni dettagli, e ci aiuta ad afferrare di più il significato di quello che stiamo leggendo. Seguite mentre leggo da Ruth 1:1 e notate il contesto che l’autore ci descrive.

“1 Or, al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò ad abitare nel paese di Moab con la moglie e i suoi due figli. 2 Il nome dell’uomo era Elimelek, il nome di sua moglie Naomi e il nome dei suoi due figli Mahlon e Kilion, Efratei da Betlemme di Giuda. Essi andarono nel paese di Moab e vi si stabilirono. 3 Poi Elimelek, marito di Naomi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. 4 Essi sposarono delle donne moabite, di cui una si chiamava Orpah e l’altra Ruth; e là dimorarono circa dieci anni. 5 Poi anche Mahlon e Kilion morirono entrambi, e così la donna rimase priva dei suoi due figli e del marito. 6 Allora si levò con le sue nuore per tornare dal paese di Moab, perché nel paese di Moab aveva sentito dire che l’Eterno aveva visitato il suo popolo dandogli del pane. 7 Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dove si trovava; ed esse si misero in cammino per tornare nel paese di Giuda.” (Ruth 1:1-7 LND)

Ci troviamo in Giuda, al tempo dei Giudici, quando una grave carestia spinge questo uomo, Elimelek, a lasciare il paese per andare nel paese di Moab. Moab non faceva parte di Israele, era una nazione pagana che non seguiva l’Eterno. Elimelek portò con sé la sua famiglia: sua moglie Naomi e i suoi due figli. Dopo un po’ di tempo Elimelek morì, lasciando Naomi vedova. I due figli si sposarono con donne moabite, Ruth e Orpah, e rimasero nel paese di Moab circa dieci anni. Poi, nella provvidenza di Dio, anche i due figli di Naomi morirono. Perciò, Naomi, Ruth e Orpah rimasero tutte e tre vedove, in Moab.

Nella società di allora, non esisteva la previdenza sociale, perciò, una donna che si trovava ad essere vedova, se non aveva figli che potevano mantenerla, doveva mettersi da fare per avere cibo da mangiare. Questo era il caso di Naomi, che aveva perso sia il marito che i figli, ed era anche il caso di Ruth e Orpah che erano rimaste vedove. Perciò, Naomi, avendo sentito che in Israele la carestia era passata, decise di ritornare al suo paese per iniziare là una nuova vita, con il suo popolo, che adorava il vero Dio.

Qui voglio aggiungere solo un commento. Chi ha gestito che Elimelek morisse e lasciasse Naomi vedova? Chi ha gestito in modo che anche i figli di Elimelek morissero? Chi ha gestito che tutto questo succedesse esattamente quando è successo? Era tutto per caso? È solo capitato?

Fratelli e sorelle, DIO ha gestito ogni dettaglio nella vita di Naomi, e anche di Ruth e Orpah, e Dio volendo in questo libro vedremo una parte del piano di Dio per loro, e come Lui ha gestito tutte le circostanze in modo da portare avanti il suo piano perfetto nella vita di queste donne. E, certamente, questo non valeva solo per Naomi e Ruth, questo vale anche per noi oggi.

Qual è la prova che ti sembra troppo grande per te? Qual è il peso che ti affligge e che non capisci perché Dio te l’abbia dato? Se tu sei un figlio di Dio, Dio sta gestendo tutto, anche quella prova, o quel peso, per il tuo vero bene eterno. Il libro di Ruth è una forte lezione per noi, per aiutarci a comprendere di più che anche il male che Dio permette nella nostra vita è per il nostro vero bene, e per la sua gloria.

Naomi ritorna in Giuda

Quindi, Naomi decise di ritornare in Giuda, nel suo paese, per iniziare una nuova vita là. Seguite mentre leggo dal versetto 7.

“7 Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dove si trovava; ed esse si misero in cammino per tornare nel paese di Giuda. 8 Ma Naomi disse alle sue due nuore: "Andate, tornate ciascuna a casa di sua madre; l’Eterno sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti e con me! 9 L’Eterno dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa del proprio marito!". Poi ella le baciò, ed esse piansero ad alta voce, 10 e le dissero: "No, noi torneremo con te al tuo popolo". 11 Ma Naomi rispose: "Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho forse ancora dei figli in grembo che possano diventare vostri mariti? 12 Tornate indietro, figlie mie, andate, perché sono troppo vecchia per rimaritarmi; e anche se dicessi: "Ho ancora speranza"; anche se andassi a marito stasera e partorissi dei figli, 13 aspettereste voi finché fossero grandi? Vi asterreste voi per questo dal maritarvi? No, figlie mie, perché la mia condizione è più amara della vostra, poiché la mano dell’Eterno si è stesa contro di me". 14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; poi Orpah baciò la suocera, ma Ruth rimase stretta a lei.” (Ruth 1:7-14 LND)

È chiaro che Ruth e Orpah erano ancora giovani e potevano ancora risposarsi e quindi avere una nuova famiglia e una nuova vita. Agli occhi di Naomi, avevano ancora speranza di avere una cosiddetta “bella vita”. Perciò, Naomi spinge le sue nuore a lasciarla e a tornare in Moab e a farsi una nuova vita.

Orpah decide di lasciare Naomi e di tornare in Moab. Ruth, invece, sceglie di rimanere con Naomi. Seguite mentre leggo dal versetto 14 a 18.

“14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; poi Orpah baciò la suocera, ma Ruth rimase stretta a lei. 15 Allora Naomi disse a Ruth: "Ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dei; torna indietro anche tu, come tua cognata!". 16 Ma Ruth rispose: "Non insistere con me perché ti abbandoni e lasci di seguirti, perché dove andrai tu andrò anch’io, e dove starai tu io pure starò, il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo DIO sarà il mio DIO; 17 dove morirai tu morirò anch’io, e là sarò sepolta. Così mi faccia l’Eterno e anche peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te!". 18 Quando Naomi si rese conto che Ruth era decisa a seguirla, smise di parlare con lei.” (Ruth 1:14-18 LND)

Orpah ha scelto di tornare in Moab, alla sua famiglia, e di riiniziare una vita lì. Ruth, al contrario, era ostinata a rimanere con Naomi e a tornare con lei in Giuda. Perché Ruth aveva questa fortissima posizione? Perché ha scelto di lasciare la sua famiglia e di andare con sua suocera in un paese che non conosceva?

Ruth aveva posto la sua fede nel Dio di Israele, nell’Eterno, l’UNICO vero Dio. E la fede in Dio l’ha spinta a seguire Naomi. La fede in Dio ha spinto Ruth a fare quello che umanamente non aveva alcun senso, ma che ha portato Ruth ad essere grandemente benedetta.

E notate anche il cuore di Ruth verso Naomi. Naomi era vedova e non aveva figli, se Ruth fosse tornata in Moab come Orpah, Naomi sarebbe rimasta da sola. Ruth amava Naomi e per amore, a grande costo, non voleva abbandonare sua suocera. Che cuore!

La reazione di Naomi

Quindi, Ruth e Naomi fecero insieme il viaggio per tornare a Betlemme, che era la città dove Naomi aveva vissuto con suo marito prima di andare in Moab. Quando arrivarono a Betlemme, le donne riconobbero Naomi. La reazione di Naomi e quello che disse a queste donne sono una grande lezione per noi. Seguite mentre leggo dal versetto 19 a 22. Per capire il senso di quello che Naomi dice, tenete in mente che il significato del nome “Naomi” è “mia delizia”.

“19 Così fecero il viaggio assieme fino a che giunsero a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in agitazione per loro. Le donne dicevano: "È questa Naomi?". 20 Ella rispose loro: "Non chiamatemi Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza. 21 Io partii nell’abbondanza e l’Eterno mi ha riportato a casa spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l’Eterno ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?". 22 Così Naomi tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dal paese di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.” (Ruth 1:19-22 LND)

Avete notato la reazione di Naomi alle sofferenze che Dio ha permesso nella sua vita? Come ha reagito?

Vi rileggo anche i versetti 12-13, che abbiamo visto prima, perché anche lì si vede il suo cuore.

“12 Tornate indietro, figlie mie, andate, perché sono troppo vecchia per rimaritarmi; e anche se dicessi: "Ho ancora speranza"; anche se andassi a marito stasera e partorissi dei figli, 13 aspettereste voi finché fossero grandi? Vi asterreste voi per questo dal maritarvi? No, figlie mie, perché la mia condizione è più amara della vostra, poiché la mano dell’Eterno si è stesa contro di me".” (Ruth 1:12-13 LND)

Come ha reagito Naomi a quello che Dio ha permesso nella sua vita?

Naomi ha preso molto male la provvidenza di Dio. Naomi è arrivata a dubitare il cuore di Dio verso di lei, infatti, nel versetto 13, dice “la mano dell’Eterno si è stesa contro di me”, che vuol dire “Dio non mi ama più, mi sta facendo del male. Dio non è CON me, Dio è CONTRO di me!”.

Ma era vero? Dio aveva abbandonato Naomi? Aveva smesso di amare Naomi e aveva cominciato a mandare del male nella sua vita, solo per farla soffrire? Certo che no! Dio stava operando nella sua vita, TRAMITE il male che aveva permesso. Però, Naomi, invece di fidarsi di Dio, invece di confidare pienamente nel cuore pieno di amore di Dio, credeva che l’Eterno fosse contro di lei perché aveva permesso nella sua vita situazioni che lei non avrebbe voluto. Dio aveva permesso che suo marito e i suoi figli morissero, e certamente questa era stata una botta per lei. Però, piuttosto di fidarsi di Dio, della sua cura e del suo amore, Naomi ha cominciato a credere che Dio fosse contro di lei, e ha cominciato ad accusare Dio.

Notate nel versetto 20, quando Naomi dice: “l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza”. Pensate: era vero? DIO ha riempito Naomi di amarezza? O non è che, piuttosto, LEI ha scelto di essere piena di amarezza invece di abbondare nel ringraziamento ed essere mansueta e avere fede in Dio? Fratelli e sorelle, anche noi, come Naomi, possiamo commettere lo stesso peccato. Fratelli, è terribile quando pecchiamo e subiamo le conseguenze del nostro peccato, ma diamo la colpa a Dio per le conseguenze del nostro peccato. Non pecchiamo così, fratelli! In questo senso, Naomi è un esempio per noi, da non seguire.

In realtà, andando avanti nel libro, vediamo che quello che Dio ha fatto era per benedire Naomi, e anche per portare avanti il suo piano di provvedere il Cristo al mondo. Certamente Naomi non poteva sapere quello che Dio stava facendo. Ma avrebbe potuto fidarsi di Dio. E anche noi possiamo fidarci di Dio. Tristemente, lei non lo faceva in questo esempio.

Il peccato di fondo

Però, notate anche un’altra cosa. Il fatto che Naomi era agitata e amareggiata per quello che Dio aveva permesso nella sua vita era un peccato. Ed era un peccato anche il fatto che Naomi dubitasse il cuore di Dio verso di lei. Però, c’era un altro peccato di fondo, nascosto sotto questi peccati, e che era la causa di questi peccati.

Seguite mentre rileggo i versetti 20 e 21, e notate qual era il peccato di fondo di Naomi.

“20 Ella rispose loro: "Non chiamatemi Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza. 21 Io partii nell’abbondanza e l’Eterno mi ha riportato a casa spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l’Eterno ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?".” (Ruth 1:20-21 LND)

Naomi era arrabbiata con Dio perché Dio le aveva tolto marito e figli, non aveva gioia e pace nel cuore.

Naomi si era aggrappata alle benedizioni di questa vita: famiglia, figli, marito… In sé, erano tutte cose sane, erano benedizioni terrene da Dio, ma Naomi era troppo attaccata a queste benedizioni terrene.

Nel versetto 21 dice “L’Eterno mi ha resa infelice”. Ma, pensate: era Dio che l’aveva resa infelice, oppure era lei che era scontenta con quello che Dio ha mandato nella sua vita? Non è stato Dio che l’ha resa infelice, cioè, non è Dio che le ha tolto la pace e la gioia, piuttosto, quello era il frutto del suo peccato. La forte reazione di Naomi dimostra che le benedizioni terrene erano un idolo per lei, e questo era il peccato di fondo che ha suscitato, poi, il peccato di non fidarsi di Dio e di dubitare il cuore di Dio.

Applichiamo a noi

Fratelli e sorelle, è facile riconoscere questi peccati nel cuore di Naomi. Però, solo riconoscere i peccati di Naomi, in sé non ci aiuta. In un caso così dobbiamo fermarci a valutare la nostra vita. Abbiamo noi il peccato di Naomi?

È facile accettare da Dio le cose belle, che ci piacciono. È facile accettare le benedizioni che Dio ci manda. Ma quando Dio manda le sofferenze e i dolori? Come reagisci quando il piano di Dio per te comprende dolori e sofferenze? Accetti anche quell’aspetto della provvidenza di Dio?

Dio manda nella nostra vita cose belle, che ci piacciono e che godiamo, e anche cose che ai nostri occhi sono brutte, che NON ci piacciono, che ci affliggono e che nella carne non vorremmo. Il perfetto piano di Dio per noi comprende sia le cose che ai nostri occhi sono piacevoli, sia le cose che NON sono piacevoli. Dio ha un piano perfetto per noi, un piano eterno, e si serve di tutti i mezzi necessari per portare avanti il suo piano nelle nostre vite. A volte, quando è necessario, Dio permette che abbiamo sofferenze e afflizioni, perché sono per il nostro vero bene eterno.

Altre volte, fratelli, il male che subiamo sono le conseguenze dei nostri peccati. Ma anche in quel caso, il nostro Buon Padre ci lascia subire solo le conseguenze giuste per i nostri peccati, che sono solo le conseguenze che cooperano per il nostro vero bene.

In questo capitolo di Ruth, abbiamo visto che Naomi ha reagito male alle sofferenze e alle difficoltà che Dio aveva mandato nella sua vita. Naomi ha peccato contro Dio non fidandosi di Lui e dubitando il suo cuore per lei. E tu? Come reagisci quando Dio permette tempeste e dolori profondi nella tua vita? Accetti con mansuetudine tutto quello che Dio ti manda, fidandoti di Lui e aggrappandoti al suo amore per te?

Naomi era troppo attaccata alle benedizioni terrene, al marito e ai figli, e perciò, quando Dio le ha tolto queste benedizioni, è andata in crisi e ha dubitato profondamente il cuore di Dio. Naomi non era attaccata a Dio come suo unico tesoro, piuttosto, era attaccata alle benedizioni di questa vita, e cercava lì la sua soddisfazione. Perciò, quando Dio le ha tolto quelle benedizioni, la sua gioia e pace sono sparite, perché non erano fondate in Cristo.

Oh fratelli e sorelle, quando Dio sceglie di togliere una certa benedizione dalla nostra vita, oppure permette un certo male nella nostra vita, se ci agitiamo, e la nostra pace e gioia spariscono, questo è sempre un campanello di allarme che deve farci fermare a valutare: dove sto cercando la mia pace e gioia? Spesso vedremo che quella cosa che Dio ci ha tolto, che può essere anche solo avere una vita tranquilla, in realtà, era un idolo per noi.

L’importanza di abbondare nel ringraziamento

C’è un altro aspetto che voglio notare nella reazione di Naomi, che è una grande lezione per noi.

Quando Naomi era tutta amareggiata e credeva che Dio fosse contro di lei, e non aveva pace e gioia, mentre si trovava in quella condizione, quanto stava abbondando nel ringraziamento a Dio?

Il testo non lo dice, ma dal frutto possiamo capire che stava ringraziando Dio poco o niente. Naomi aveva motivi per ringraziare Dio? Pensiamo alla nuora che aveva. Ruth aveva un grandissimo amore per Naomi. Poteva facilmente abbandonarla e tornare alla sua famiglia, ma ha scelto di restare con sua suocera, a grande costo. Ruth voleva onorare e amare Naomi. E poi, più importante di tutto, Ruth, che era pagana, aveva mostrato di voler seguire di cuore il Dio d’Israele. Naomi aveva tanto per cui poteva essere grata a Dio; un motivo fra tanti era Ruth stessa. Ma piuttosto di focalizzarsi sulle benedizioni che aveva e di ringraziare Dio, ha scelto di focalizzarsi su quello che le era stato tolto. Non stava abbondando nel ringraziamento.

Come Naomi, anche noi possiamo essere scontenti, amareggiati, e essere ciechi alle benedizioni che abbiamo, lamentandoci piuttosto per quello che NON abbiamo. Nella sua Parola Dio ci comanda di abbondare nel ringraziamento. Questo dà gloria a Dio ed è una buona medicina per l’anima. Quando siamo tutti presi da una situazione che ci pesa, e questo ci consuma nei nostri pensieri, spesso è un segno che non stiamo abbondando nel ringraziamento per tutte le benedizioni che abbiamo.

Non viviamo così, fratelli! Piuttosto, quando riconosci questo peccato nel tuo cuore, ravvediti e confessalo, e poi torna ad abbondare nel ringraziamento. Oh quanta gioia e pace avremo nel cuore quando abbondiamo nel ringraziamento!

La grazia di Dio

Voglio notare anche un altro punto grandissimo, che vediamo indirettamente qua. In realtà, Naomi stava peccando contro Dio, ma qual è stata la reazione di Dio a questo? Dio avrebbe fatto bene ad abbandonarla, o a farla morire. Invece, come vedremo andando avanti in questo libro, Dio scelse di benedirla grandemente. Il punto da vedere qui è che nulla ostacola Dio da portare avanti il suo buon piano. I nostri peccati possono ostacolarci da avere la gioia di Dio, e la pace di Dio. Ma perfino i nostri peccati non possono ostacolare l’opera di Dio in noi e tramite noi.

Che buon ricordo, che ci aiuta a capire che possiamo sempre confidare in Dio.

Ruth e Naomi: il punto principale

In questo capitolo si parla principalmente di Naomi. Però, il nome del libro è Ruth. Perché? Perché Ruth è la figura centrale. Dobbiamo tenere gli occhi su Ruth, che è un esempio da seguire.

Vediamo in Naomi una donna credente, che toglie gli occhi da Dio quando ci sono grandi sofferenze.

Quanto volte NOI abbiamo fatto la stessa cosa!

Però, cosa vediamo di Ruth? Vediamo una donna cresciuta in una società pagana, che sente del vero Dio. Arriva a capire che il Dio d’Israele è il vero Dio. Da chi aveva sentito di quel Dio? Quasi sicuramente da Naomi. E perciò, quando i figli di Naomi morirono, e Naomi scelse di tornare in Giuda, dove aveva parenti e una casa, Ruth voleva andare con lei. Voleva andare dove si adorava il vero Dio.

Considerate questo. Naomi era una vedova, senza mezzi per guadagnare. Non aveva nulla di terreno da offrire a Ruth. Invece là in Moab, Ruth aveva una famiglia, e avrebbe potuto tornare da loro per essere curata, e quasi sicuramente avrebbe potuto anche trovare un marito. Infatti, sua cognata scelse di fare così.

Ma il cuore di Ruth non era fissata sulle cose della terra. Ruth aveva conosciuto il vero Dio, e Ruth voleva più del vero Dio. Ruth era disposta a rischiare tutto delle cose materiali, per avere più di Dio. Lei sapeva che nel suo paese, un paese pagano, nessuno parlava del vero Dio. Sapeva che era Naomi che parlava con lei del vero Dio. E perciò, era pronta a lasciare tutto, e a perdere le speranze terrene, dal punto di vista umano, per seguire Dio. E così, scelse di seguire Naomi, costi quel che costi.

Cari, questo è un esempio per noi. Nella vita, seguire Dio vuol dire prendere delle decisioni, decisioni che spesso possono essere costose. A volte, ci porta ad abbandonare quello che era una parte importante della nostra vita. In realtà, seguire Dio è sempre una scelta, giorno per giorno, nelle piccole e nelle grandi cose.

Ruth è un esempio di cosa vuol dire scegliere Dio. E andando avanti in questo libro vedremo che Ruth fu pienamente accolta da Dio. Chi confida nel Signore sarà accolto e curato da Dio. Teniamo questo in mente mentre leggiamo questo libro. Teniamo in mente che stiamo leggendo di una donna pagana che ha creduto in Dio, e che poi, cammina per fede.

Conclusione

Così, in questo primo capitolo di Ruth, troviamo queste due donne: Naomi e Ruth. Naomi, una credente, giudea, ma amareggiata per le sofferenze che Dio aveva permesso nella sua vita. E Ruth, una pagana che è ora una credente nel vero Dio.

Naomi è un esempio per noi, un esempio da non seguire. Lei era tutta amareggiata e abbattuta per le sofferenze e i dolori che Dio aveva mandato nella sua vita. Naomi non si stava fidando di Dio, e non si stava aggrappando a Lui. Tu, come reagisci alle sofferenze, alle cose brutte, a quello che Dio manda nella tua vita ma che tu non vorresti?

E poi c’è Ruth, l’esempio per noi da questo brano. Ruth è un esempio da seguire. Da questa donna possiamo imparare cos’è la vera fede e veramente camminare seguendo Dio, non contando il costo. Ruth ci mostra che la vera fede segue la volontà di Dio ovunque. Ruth ha rischiato moltissimo per poter seguire l’unico vero Dio, e Dio ha onorato questo cuore. Dio ha benedetto Ruth oltremodo, con benedizioni che non erano minimamente paragonabili a quelle che avrebbe avuto restando in Moab.

Da Ruth impariamo anche cos’è il vero amore, vedendo il suo amore per Naomi.

Mentre leggiamo e studiamo questo libro, notiamo il cuore di Ruth. Ruth è un esempio da Dio per noi, un esempio da seguire.