Aiuto Biblico

Non seguire l'esempio di Amatasiah

2 Cronache 25

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 18 febbraio 2024, – cmd dp –
Descrizione: La Bibbia contiene esempi buoni da seguire, e esempi brutti da evitare. Consideriamo la vita del re Amatsiah di Giuda, che agì con grande stoltezza. parole chiavi: Amatsiah, Amatsia, Giuda, re di Giuda, ubbidienza, conseguenze, fede in Dio, benedizioni

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Se vuoi le benedizioni della salvezza, devi fidarti di Dio. La vita cristiana è una vita di fede. Però, spesso, ci sono situazioni in cui il nostro ragionamento ci spinge a non credere a quello che Dio ci dice. Se valutiamo con i nostri occhi, e con i nostri ragionamenti, sembra che NON conviene fidarci di Dio. Eppure, in realtà, la via di Dio è sempre l’unica via giusta, anche quando a noi non sembra così.

Oggi, vogliamo considerare insieme un avvenimento nella vita di un re di Giuda, di nome Amatsiah. Nonostante visse tanti anni fa, in realtà, nella sua vita, possiamo vedere molto di noi stessi. Quindi, tramite il suo peccato, possiamo imparare a non vivere così.

La storia che vogliamo considerare è dal libro di 2 Cronache nell’Antico Testamento. Mentre i libri di 1° e 2° Re raccontano della vita di tutti i re, sia di Giuda che di Israele, i libri di 1° e 2° Cronache raccontano soltanto dei re di Giuda. Giuda era il regno in cui i discendenti di Davide regnavano, e perciò, era tramite Giuda che doveva arrivare il Messia, il Cristo.

La storia di questi re serve come esempio per noi, esempi buoni da seguire, e brutti esempi da evitare. Oggi, vedremo un brutto esempio, e poi, vedremo che possiamo fidarci di Dio, anche quando va contro il nostro ragionamento.

Ora, trovate con me 2Cronache 25.

Contesto storico

Prima di leggere questo brano, un po’ di contesto storico.

Quando Dio ha portato il suo popolo fuori dall'Egitto, era formato da 12 tribù, unite in un unico popolo. Quando entrarono nella terra promessa, erano tutti uniti. Però, a causa del peccato di Salomone, dopo la sua morte, la nazione fu divisa in due: Giuda a sud, e Israele a nord.

Il primo re di Israele, cioè, delle dieci tribù a nord, fu Geroboamo. Egli peccò terribilmente, stabilendo idoli e introducendo variazioni a quello che Dio aveva comandato.

Alcuni dei re di Israele seguivano Dio parzialmente, altri vivevano pienamente nell’idolatria. Ma nessuno dei re di Israele seguiva Dio con tutto il cuore.

Anche nel regno di Giuda, i re non erano uguali. Alcuni erano molto fedeli a Dio, altri ancora seguivano Dio, ma non bene, altri seguivano idoli. Il re che vogliamo considerare oggi, Amatsiah, seguiva Dio, ma non bene.

Infatti, nella vita di Amatsiah, vediamo un forte esempio di quello che succede quando scegliamo di seguire i nostri ragionamenti, anziché quello che Dio ci comanda. Vedremo che Dio, nella sua bontà, ferma il re Amatsiah, per farlo tornare a Dio. Dio ama benedirci, e opera per farci lasciare i nostri peccati. Dio ferma Amatsiah mandando qualcuno da lui per fargli vedere che stava peccando contro Dio. È una benedizione quando Dio ci manda qualcuno a parlare al nostro cuore.

Come vedremo, l’ubbidienza era costosa per Amatsiah, ma è un prezzo che vale sempre la pena.

Per capire gli avvenimenti in questo brano, dobbiamo capire che visto che il regno di Israele era pieno di idolatria, i re di Giuda non dovevano unirsi ad Israele nelle loro battaglie. Non dovevano collaborare con Israele, non dovevano chiedere aiuto ad Israele. Dio è santo, e ci comanda a non essere sotto il giogo con non credenti.

Perciò, i re di Giuda non dovevano cercare aiuto militare da Israele. Piuttosto, dovevano confidare solo in Dio. Dio è geloso, e chi si fida di Dio, deve tenersi separato da chi non cammina per fede. Dio può dare la vittoria, come può anche portare alla sconfitta.

Un altro fatto storico importante da capire. In quell'epoca, era comune per gli uomini offrirsi come soldati anche ad altre nazioni, come mercenari. Fare la guerra allora era come un lavoro. Tante guerre duravano solo alcune settimane o pochi mesi, e chi vinceva portava a casa un bel bottino. Inoltre, quando uno faceva il soldato come mercenario, veniva pagato prima di partire, e così, poteva lasciare alla famiglia una bella cifra. Poi, sperava di tornare a casa con il bottino. Perciò, tanti uomini in quell’epoca facevano i mercenari come lavoro stagionale. Andavano a fare la guerra per vari mesi, e poi tornarono ai loro lavori normali. Il bottino poteva valere di più della paga. Questo ci aiuta a capire questo brano.

Il brano: 2Cronache 25:1-6

Ora, andiamo al brano, 2 Cronache 25, e leggo i versetti 1-6.

“1 Amatsiah aveva venticinque anni, quando iniziò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Jehoaddan, di Gerusalemme. 2 Egli fece ciò che è giusto agli occhi dell’Eterno ma non di tutto cuore. 3 Ora, quando ebbe consolidato il suo regno, egli uccise i suoi servi che avevano assassinato il re, suo padre. 4 Tuttavia non mise a morte i loro figli, ma fece come è scritto nella legge nel libro di Mosè, a cui l’Eterno comandò, dicendo: "I padri non saranno messi a morte per colpa dei figli, né i figli saranno messi a morte per colpa dei padri, ma ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato". 5 Inoltre Amatsiah radunò quelli di Giuda e costituì su di loro capi di migliaia e capi di centinaia, secondo le loro case paterne, per tutto Giuda e Beniamino, fece quindi il censimento di quelli dai vent’anni in su e trovò che erano trecentomila uomini scelti, atti alla guerra e capaci di maneggiare la lancia e lo scudo. 6 Assoldò pure centomila uomini d’Israele, forti e valorosi, per cento talenti, d’argento.” (2Cronache 25:1-6 LND)

Notiamo alcuni punti importanti.

Il versetto 2 dichiara la valutazione più importante della vita di Amatsiah, ed è la valutazione più importante della vita di ogni persona. Spiega la sua vita dal punto di vista del suo cuore per Dio. La cosa più importante della tua vita e della mia vita è quanto viviamo con un cuore pienamente fedele a Dio. Leggo ancora la valutazione di Dio della vita di Amatsiah, in 2Cronache 25:2.

“2 Egli fece ciò che è giusto agli occhi dell’Eterno ma non di tutto cuore.” (2Cronache 25:2 LND)

Agli occhi dell’eternità, si può riassumere la nostra vita in poche parole: o facciamo ciò che è giusto agli occhi di Dio, o facciamo ciò che è male. Questa è l’unica cosa che importa veramente nella nostra vita.

Nei versetti 3 e 4, impariamo che egli metteva a morte coloro che avevano ucciso suo padre, ma non metteva a morte i loro figli, ubbidendo così a quello che Dio aveva comandato tramite Mosè. In questo, si fidava dei comandamenti di Dio.

Nel versetto 5, impariamo che organizzò bene l’esercito, e che aveva trecentomila uomini capaci di fare la guerra.

Per aiutarci a capire il valore di un esercito di trecentomila uomini, è utile sapere che circa 60 o 70 anni prima di Amatsiah, il re Giosafat di Giuda aveva un esercito di circa unmilionecentosessantamila uomini. Però, visto che vari dei re di Giuda dopo di lui avevano peccato contro Dio, Dio aveva reso Giuda molto meno forte. Ecco perché Amatsiah aveva solo trecentomila uomini.

Nel versetto 6, troviamo un avvenimento molto importante che è una chiave per capire questo brano. Lo leggo.

“6 Assoldò pure centomila uomini d’Israele, forti e valorosi, per cento talenti, d’argento.” (2Cronache 25:6 LND)

Amatsiah ha peccato grandemente qua, perché voleva provvedere per conto suo, con i soldi, a quello che Dio non gli aveva provveduto. Anziché fidarsi di Dio, voleva essere forte per conto proprio. Amatsiah sapeva che non doveva usare i soldati da Israele, visto che non seguivano Dio. Però, non si fidava di Dio, voleva cercare la vittoria per conto proprio.

Amatsiah aveva pagato questi mercenari da Israele cento talenti di argento, che era circa 3.400 kg di argento, un'enorme quantità di soldi. Amatsiah facendo questo, ha peccato gravemente. Alcuni dei re di Giuda prima di lui avevano assoldato soldati da Israele, ed era stato un grave errore. Quando prendiamo le nostre decisioni basandoci sui nostri ragionamenti, anziché su quello che Dio comanda, perché manchiamo fede in Dio, pecchiamo, e così non avremo le benedizioni di Dio.

vv.7,8

Amatsiah peccava contro di Dio in questo, ma Dio continua a voler benedire Amatsiah e il popolo di Dio. Perciò, Dio manda un uomo di Dio per avvertirlo del suo peccato, incoraggiandolo così a ravvedersi. Leggo i versetti 7,8.

“7 Ma un uomo di DIO venne a lui e gli disse: "O re, l’esercito d’Israele non venga con te, perché l’Eterno non è con Israele, né con alcuno dei figli di Efraim! 8 Ma se vuoi andare, va’ pure; e sii valoroso in battaglia; tuttavia DIO ti farà cadere davanti al nemico, perché DIO ha il potere di soccorrere e di far cadere".” (2Cronache 25:7-8 LND)

Dio mandò un uomo di Dio per avvertire Amatsiah che il fatto che aveva assoldato questi uomini d’Israele era un peccato, e che non doveva andare avanti con questo progetto.

L’uomo di Dio diceva inoltre che se avesse insistito ad andare avanti con questo suo progetto, anche se fosse stato valoroso in battaglia, Dio lo avrebbe fatto cadere davanti al nemico.

Qui vediamo una verità molto importante. La vittoria non dipende da quanto siamo valorosi, ma da se Dio è con noi o no. Se insistiamo ad andare avanti nel nostro peccato, Dio non sarà con noi.

Il fatto che Dio manda questo uomo di Dio ad Amatsiah ci mostra il cuore di Dio, che ci avverte del nostro peccato, in modo che possiamo ravvederci e cambiare direzione, per tornare a Dio. Dio ama benedirci.

Se Dio ti fa vedere che il tuo comportamento è peccato, cosa devi fare? Devi fermarti immediatamente, e tornare a Dio e all’ubbidienza. Devi fidarti di Dio, che la sua via è l’unica via.

Solo Dio ha il potere di soccorrerci e di farci cadere. Confidiamo in Dio, non nei nostri progetti e nel nostro intendimento.

Senza l’aiuto di Dio, la sconfitta era garantita. Dio ha il potere di soccorrere e di abbattere. Non importa la grandezza dell'esercito, Dio dà la vittoria o la sconfitta.

Il padre di Amatsiah, Joas, aveva seguito Dio per tanti anni. Poi, cominciò a peccare, e Dio lo aveva punito.

Amatsiah sapeva benissimo quello che era successo a suo padre, ed ai suoi nonni e bis-nonni, re di Giuda. Sapeva che la vittoria non dipendeva da fattori umani, ma dalla presenza e l’aiuto dell’Eterno. Eppure, come troppo spesso facciamo noi, in questa situazione, non si fidava di Dio ma del suo ragionamento. Dio lo avverte, per farlo tornare a Dio.

vv.9 il problema

Dopo che l’uomo di Dio aveva parlato con Amatsiah, egli capiva che non doveva andare in battaglia con questi mercenari di Israele. Capiva che sarebbe stato peccato. Però...

Però, umanamente parlando, aveva un grande problema. Spiegò il suo problema all’uomo di Dio. Voleva giustificare il peccato. Leggo il versetto 9.

“Amatsiah allora disse all’uomo di DIO: "Ma che farò dei cento talenti che ho dato all’esercito d’Israele?". L’uomo di DIO rispose: "L’Eterno può darti molto più di questo".” (2Cronache 25:9 LND)

Ricordate che era necessario pagare i mercenari in anticipo. Perciò, Amatsiah aveva già speso tanti soldi, pagando in anticipo quei soldati di Israele. Era preoccupato per quei soldi. Sapeva che ubbidendo a Dio, avrebbe perso tutti quei soldi.

Nella nostra vita, ci sono tante occasioni in cui l’ubbidienza può costarci cara. Questa è una prova della nostra fede. Se l’ubbidienza non ci costa nulla, non richiede vera fede. Vediamo la realtà della nostra fede quando siamo pronti ad ubbidire a qualsiasi costo.

Tramite quest'uomo di Dio, troviamo una meravigliosa verità. Leggo di nuovo l’ultima parte del versetto 9.

… L’uomo di DIO rispose: "L’Eterno può darti molto più di questo".” (2Cronache 25:9 LND)

La fede guarda a Dio, confidando in Dio per ogni suo bisogno. Dio può provvedere per ogni nostro bisogno. Quando quest'uomo di Dio dichiara che Dio può darti molto più di questo, non vuol dire che Dio ci darà sempre più soldi. Dio può chiamarci a rinunciare a qualcosa di materiale, e poi, darci una gioia nella povertà che vale molto, molto di più. Può chiederci di sacrificare quello che per noi è comodo, ma può darci grande gioia di vedere Dio portare frutto tramite noi. Dio può darci molto di più di quello a cui rinunciamo per Dio. Questa è la verità da capire qua.

l’ubbidienza di Amatsiah

Nel v.10 leggiamo che Amatsiah agisce per fede, e manda a casa i centomila soldati di Israele. Leggo.

“Allora Amatsiah congedò le schiere che erano venute a lui da Efraim, perché tornassero a casa loro; ma la loro ira si accese grandemente contro Giuda e tornarono a casa fortemente adirati.” (2Cronache 25:10 LND)

Amatsiah, nonostante la perdita di 100 talenti di argento, e nonostante l’ira di questi 100.000 uomini, li mandò a casa, fidandosi dell’Eterno.

Questa è l’ubbidienza che Dio richiede da noi. Non valutiamo il costo, valutiamo il grande valore di fidarci di Dio e di agire per fede.

In questo, Amatsiah è un esempio da seguire.

vv.11, 12 la vittoria

Così Amatsiah, pur avendo 100.000 soldati meno del previsto, andò in battaglia, fidandosi di Dio. E cosa fece l’Eterno? L’Eterno gli diede la vittoria. Uccisero 20.000 nemici. Non leggiamo di nessuna perdita dei suoi soldati. Questa fu una grande vittoria.

“11 Amatsiah quindi, fattosi animo, si mise alla testa del suo popolo, andò nella valle del Sale e uccise diecimila uomini di Seir. 12 Or i figli di Giuda ne catturarono vivi altri diecimila e, condottili in cima alla rupe, li precipitarono giù dall’alto della rupe; e tutti si sfracellarono.” (2Cronache 25:11-12 LND)

Nonostante che Giuda avesse un numero molto inferiore di soldati, Dio diede loro una grande vittoria.

Quando camminiamo per fede, ubbidendo a Dio, Dio ci darà la vittoria secondo il suo piano perfetto per noi. Sarà Dio a decidere quale vittoria darci, ma sarà sempre la vittoria giusta.

v.13 Conseguenze del peccato

Spesso, succede che quando pecchiamo, anche se lasciamo il peccato, e torniamo ad essere benedetti da Dio, ci saranno comunque delle conseguenze dai nostri peccati. Questo succede ad Amatsiah. I mercenari di Israele che Amatsiah aveva mandato a casa erano pieni di ira, perché nonostante che potevano tenere l’argento con il quale erano già stati pagati, non andando in guerra, non potevano ricevere il bottino che si poteva prendere in una guerra, che spesso era molto più della paga. Perciò erano molto adirati.

E perciò, evidentemente mentre Amatsiah era lontano a combattere gli uomini di Seir, questi mercenari di Israele andarono in Giuda e fecero una strage, per ricavare un bottino. Leggo il versetto 13.

“Ma gli uomini dell’esercito, che Amatsiah aveva licenziato perché non andassero con lui a combattere, piombarono sulle città di Giuda, da Samaria, fino a Beth-Horon, uccidendo tremila abitanti e portando via un grande bottino.” (2Cronache 25:13 LND)

Le città di Giuda in quel periodo adoravano idoli. Perciò, come disciplina, Dio permise a questi soldati d’Israele di sconfiggere alcune delle città di Giuda. I Giudei avevano peccato, prendendo uomini d’Israele come mercenari, e Dio si è servito di questo per disciplinare duramente Giuda.

Pensate: Giuda aveva peccato, cercando aiuto da Israele, anziché da Dio. Il loro peccato creò una situazione in cui proprio i soldati dai quali avevano cercato aiuto furono quelli che fecero molto male a Giuda.

Quando volgiamo le spalle a Dio, e cerchiamo benedizioni altrove, molto spesso, Dio dirige le cose in modo che, quello in cui cercavamo aiuto o del bene, diventa per noi una fonte di male.

vv.14-16 la stoltezza di Amatsiah

Dio aveva dato ad Amatsiah una vittoria sugli Edomiti. Era chiaro che la vittoria veniva da Dio. Nonostante questo, Amatsiah agì con grande stoltezza, peccando contro Dio. Leggiamo il v. 14

“14 Or, dopo essere tornato dalla strage degli Edomiti, Amatsiah, si fece portare gli dèi dei figli di Seir, li stabilì come suoi dèi, si prostrò davanti a loro e offerse loro incenso.” (2Cronache 25:14 LND)

Che immensa stoltezza! Amatsiah aveva visto che Dio gli aveva dato la vittoria sugli Edomiti di Seir, eppure, scelse di adorare gli idoli del popolo che aveva sconfitto. Anziché adorare il vero Dio che gli aveva dato la vittoria, adorò gli idoli degli Edomiti. Quanto siamo stolti quando cerchiamo il peccato come fonte di benedizione!

Dio mandò un profeta per fargli abbandonare questo peccato. Seguite mentre leggo del suo cuore orgoglioso. Leggo i versetti 15-16.

“15 Per questo l’ira dell’Eterno si accese contro Amatsiah e gli mandò un profeta per dirgli: "Perché hai cercato gli dèi di questo popolo, che non sono stati capaci di liberare il loro popolo dalla tua mano?". 16 Ma, mentre stava ancora parlando a lui il re gli disse "Ti abbiamo forse fatto consigliere del re? Smettila! Perché vorresti essere ucciso?". Allora il profeta smise, ma disse: "Io so che DIO ha deciso di distruggerti, perché hai fatto questo e non hai dato ascolto al mio consiglio".” (2Cronache 25:14-16 LND)

Che cuore stolto e duro. Amatsiah aveva visto la potenza di Dio, eppure scelse di ribellarsi.

Peggio ancora, quando fu rimproverato, anziché umiliarsi, reagì con orgoglio. Tramite questo profeta, Dio dichiara di distruggerlo, ma Amatsiah rimane duro.

Amatsiah non era disposto ad abbandonare i suo idoli. Non era disposto ad umiliarsi e ravvedersi.

Piuttosto, Amatsiah minacciava di uccidere quel profeta.

Fratelli e sorelle, c’è una forte lezione per noi qua. Quando rifiutiamo di ravvederci da un peccato, questo ci porta a peccare ancora di più.

Dio, tramite questo profeta, annuncia la distruzione di Amatsiah.

vv.17-28 Dio è sovrano

Nei vv.17-28, vediamo la sovranità di Dio. Non ci si può ribellare contro Dio e vincere. Seguite mentre leggo i versetti 17-28. Vedete che Amatsiah, ormai lontano da Dio, era pieno di orgoglio, e perciò, Dio gestì le cose per umiliarlo terribilmente, facendogli subire una vergognosa sconfitta dalle mani di Joas, re di Israele. Leggo da 17 a 28.

“17 Allora Amatsiah, re di Giuda, dopo essersi consigliato, mandò a dire a Joas, figlio di Jehoahaz, figlio di Jehu, re d’Israele: "Vieni, affrontiamoci l’un l’altro in battaglia". 18 Ma Joas, re d’Israele, mandò a dire ad Amatsiah, re di Giuda: "La spina del Libano mandò a dire al cedro del Libano: "Da’ tua figlia in moglie a mio figlio". Ma una bestia selvaggia del Libano passò e calpestò la spina. 19 Tu hai detto: "Ecco, ho sconfitto Edom, e il tuo cuore ti ha inorgoglito fino a farti vantare. Resta a casa tua. Perché vorresti provocare una sciagura, mandando in rovina te e Giuda con te?".” (2Cronache 25:17-19 LND)

Amatsiah agiva con grande orgoglio. Si consigliava con qualcuno, ma non con Dio. E perciò, nel suo orgoglio, voleva fare una cosa stolta, facendo guerra ad Israele. Joas, il re di Israele, cercava di fermarlo dalla sua stoltezza. Ma Amatsiah non ascoltava. Leggo il v.20.

“20 Amatsiah però non gli diede ascolto; la cosa infatti veniva da DIO affinché fossero dati in mano del nemico, perché avevano cercato gli dèi di Edom.” (2Cronache 25:20 LND)

Dio aveva deciso di punire Amatsiah e Giuda severamente, e perciò, Dio fece sì che non ascoltasse il buon consiglio di Joas. Spinto dal suo orgoglio, e non solo spinto, ma accecato, Amatsiah voleva a tutti i costi combattere contro Joas. Leggiamo il risultato, dal versetto 21.

“21 Così Joas, re d’Israele, salì contro Giuda; e lui e Amatsiah, re di Giuda, si affrontarono l’un l’altro a Beth-Scemesh che apparteneva a Giuda. 22 Giuda fu sconfitto da Israele, e ognuno fuggì alla propria tenda. 23 Joas, re d’Israele, a Beth-Scemesh catturò Amatsiah, re di Giuda, figlio di Joas, figlio di Jehoahaz; lo condusse a Gerusalemme e fece una breccia di quattrocento cubiti, nelle mura di Gerusalemme, dalla porta di Efraim alla porta dell’Angolo.” (2Cronache 25:21-23 LND)

Che grande sconfitta. Quella breccia nelle mura di Gerusalemme era di circa duecento metri. Era un breccia immensa, che lasciava la città indifesa. Che immensa umiliazione per Amatsiah. Però, non bastava questo. Joas fece ancora di più per indebolire e umiliare Amatsiah. Leggo dal versetto 24.

“24 Prese tutto l’oro e l’argento e tutti gli oggetti che si trovavano nella casa di DIO, affidati a Obed-Edom, i tesori del palazzo reale e alcuni ostaggi, e poi ritornò in Samaria.” (2Cronache 25:24 LND)

Amatsiah era stato terribilmente umiliato, e non poteva mai più avere il potere di prima. Dio lo lasciò in vita. Ma senza gloria. Leggo dal 25.

“25 Amatsiah, figlio di Joas, re di Giuda, visse ancora quindici anni dopo la morte di Joas, figlio di Jehoahaz, re d’Israele. 26 Il resto delle gesta di Amatsiah, dalle prime alle ultime, non si trova forse scritto nel libro dei re di Giuda e d’Israele? 27 Dopo che Amatsiah si era allontanato dall’Eterno, fu ordita contro di lui una congiura a Gerusalemme; egli fuggì a Lakish, ma lo fecero inseguire fino a Lakish e là lo uccisero.” (2Cronache 25:25-27 LND)

Amatsiah fu ucciso dal suo popolo, che è il significato di una congiura. Con i suoi peccati ed il rifiuto di ravvedersi, aveva perso la benedizione di Dio. La sua vita era rovinata. Così, morì, in modo umiliante.

“28 Lo caricarono quindi su dei cavalli e lo seppellirono con i suoi padri nella città di Giuda.” (2Cronache 25:28 LND)

Fu sepolto, la sua vita sulla terra finisce là, nell’umiliazione.

Lezioni per Noi

Ci sono tante lezioni importanti per noi in questo brano.

Prima di tutto, esiste solo un modo per essere benedetti, ed è di fidarci di Dio, e perciò, di camminare nella via del Signore, in ubbidienza. Spesso, ci troviamo in una situazione in cui a nostro parere, seguire quello che Dio ci comanda non sembra la risposta migliore. Vogliamo fidarci del nostro intendimento. Ma facendo così, ci allontaniamo da Dio. La lezione dalla vita di Amatsiah è di fidarci di Dio e camminare in ubbidienza. La vittoria giusta verrà da Dio.

Spesso, l’ubbidienza sarà costosa. Sarà un atto di fede. Però, è l’unica via saggia. Anche se ci costa, confidiamo in Dio. L’unica valutazione della nostra vita che vale veramente è se abbiamo avuto un cuore per Dio.

Quando pecchiamo, umiliamoci a torniamo a Dio, Dio ritornerà a benedirci. Ricordate: la benedizione più grande è di essere in comunione con Dio, per avere pace con Dio, e per portare frutto che dura nell’eternità.

Ricordiamo anche che camminare per fede non è solo qualcosa da fare per un certo periodo. Che stoltezza, iniziare bene, e poi, tornare indietro al peccato.

Leggiamo la Bibbia per imparare dagli esempi che ci dà, esempi buoni da seguire, ed esempi brutti da evitare. Grazie a Dio che parla ai nostri cuori.