Aiuto Biblico

Come confessare il peccato

Nehemia 9

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 19 agosto 2018, – cmd dm –
Descrizione: Come dobbiamo confessare i nostri peccati? Con umiltà, riconoscendo la cura di Dio.
parole chiavi: confessione, confessare il peccato, cura di Dio, umiltà, come confessare.

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Se si pecca contro una persona che non si conosce, è grave. Se uno pecca contro i propri genitori, che gli hanno dato la vita, e lo hanno curato tutta la vita, e lo amano, e hanno mostrato tanta bontà nei suoi confronti, è molto più grave.

Più siamo in debito con qualcuno, più grave è il fatto di peccare contro quella persona, anziché dare l’onore e l’ubbidienza dovuti.

Allora, i nostri peccati contro Dio sono estremamente terribili, perché abbiamo ricevuto tutto da Dio, e Dio è totalmente degno di onore e ubbidienza e ringraziamento da noi.

Perciò, abbiamo bisogno di confessare il nostro peccato a Dio. Ma cosa vuol dire confessare il peccato? Come dovrebbe essere il nostro cuore, quando confessiamo il peccato?

Dio ci ha dato vari brani nella Bibbia che ci aiutano a capire cosa vuol dire confessare di cuore il peccato. Uno è Esdra 9, poi Nehemia 9, poi Daniele 9, e poi Salmo 51.

Questi capitoli ci mostrano il cuore che Dio richiede da noi quando confessiamo il peccato. Se vuoi capire se stai confessando i tuoi peccati in un modo che Dio accetta, leggi e medita su questi capitoli.

Allora oggi, leggiamo e consideriamo insieme Nehemia 9. Ci mostra cosa vuol dire confessare il nostro peccato in modo che Dio lo accetterà, per ricevere il dono meraviglioso del perdono.

Per ravvederci, dobbiamo capire quanto il peccato è grave. Per capire quello, dobbiamo riconoscere meglio quello che Dio ha fatto per noi. Nehemia 9 ci mostra come considerare quello che Dio ha fatto per noi. Nehemia parla dal punto di vista del popolo di Israele. I principi che troviamo qua si applicano direttamente a noi, come figli di Dio.

In questo capitolo, ci troviamo al tempo di Nehemia, vari anni dopo che i Giudei erano ritornati a Gerusalemme dopo l’esilio. Nehemia fu guidato da Dio ad organizzare il popolo per ricostruire le mura. Inoltre, guidava il popolo a riconoscere e a confessare i loro peccati a Dio.

In questo capitolo, vediamo un esempio del vero ravvedimento, e di veramente confessare peccati a Dio. Dio ci ha dato questo capitolo per aiutarci a riconoscere se noi siamo veramente ravveduti. Quindi, consideriamo attentamente quello che troviamo qui.

Prima di tutto, voglio leggere i versetti 1 a 3, che ci mostrano molto di quello che era il cuore di queste persone. Questo è il cuore che Dio desidera in noi quando abbiamo peccato. Seguite mentre leggo.

“1 Il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figli d’Israele si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di terra. 2 Quelli che appartenevano alla stirpe d’Israele si separarono da tutti gli stranieri e si presentarono per confessare i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 Quindi si alzarono in piedi al loro posto e lessero il libro della legge dell’Eterno, il loro DIO, per la quarta parte del giorno, e per un’altra quarta parte fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti all’Eterno, il loro DIO.” (Nehemia 9:1-3 LND)

Vediamo subito che venivano a Dio con cuori afflitti, facendo grande cordoglio per il loro peccato. Facevano digiuno, erano vestiti di sacco e coperti di terra. Questo descrive un cuore terribilmente afflitto per il proprio peccato contro il santo Dio.

Notate poi che quelli che erano veramente d'Israele si separarono da tutti gli stranieri. Questo descrive una separazione dal mondo. Non possiamo andare a Dio e restare attaccati al peccato del mondo. O stiamo con Dio, oppure stiamo con il mondo. Loro si separarono dagli stranieri. Poi, si presentarono a Dio per confessare i loro peccati e le iniquità dei loro padri. Qui c'è un punto molto importante. Viviamo in un'epoca in cui tendiamo a vederci come individui. Abbiamo perso in gran parte quel senso di appartenere ad un popolo, ad una comunità. Quindi, non riconosciamo più che come parte di un popolo, siamo responsabili insieme agli altri di quello che fa questo popolo o questa comunità. Nella Bibbia, vediamo spesso che Dio condanna non solo individui, ma popoli interi, o a volte anche città intere. Quindi, anche noi dobbiamo riconoscere che facciano parte di un popolo, e di una chiesa. Una comunità o una chiesa può avere peccati, come anche gli individui. E quando una chiesa è nel peccato, in un certo senso tutti i membri devono riconoscere la loro parte in quello.

E quindi, qui, vediamo che questi Giudei riconoscevano che erano colpevoli insieme ai loro antenati per quello che avevano compiuto come popolo. Riconoscevano che avevano ereditato il cuore dei loro antenati. E perciò, stavano confessando anche questi peccati.

Inoltre, riconoscendosi come parte del popolo di Dio, riconoscevano che la cura che Dio aveva dato ai loro antenati era anche per loro. Questo è vero anche per noi. Per esempio, Dio ha fatto sì che i miei antenati hanno sentito l'evangelo. Questo, che era già tanti anni fa, comunque è una benedizione che ha raggiunto anche me. E quindi, io sono un beneficiario della cura spirituale che Dio ha dato ai miei antenati. Siamo tutti beneficiari del fatto che Dio ha fatto arrivare la Bibbia nella nostra lingua. Siamo beneficiari di tantissime benedizioni dei secoli passati. E quindi, quando consideriamo quello che Dio ha fatto per noi, dobbiamo tener conto anche di quello che ha fatto per i nostri antenati, sia fisici che antenati spirituali.

Quindi, in questi versetti, questi Giudei si incontrano con cuori afflitti, separandosi dal mondo, per confessare in modo specifico e dettagliato i loro peccati.

Poi, notate che hanno letto della Parola di Dio per una quarta parte della giornata. Questo vuol dire per circa tre ore. Hanno letto dalla Parola di Dio per tre ore! Prima di parlare dei loro peccati, volevano essere saturati con le verità di Dio, perché così, la luce della parola avrebbe evidenziato ancora di più i loro peccati.

Infatti, vedremo in quello che dicono nel resto di questo capitolo che era preso da quello che avrebbero letto in quelle ore.

Poi, mi colpisce che hanno confessato i loro peccati per circa tre ore. Inoltre, si prostrarono davanti all'Eterno, il loro Dio!

Loro non hanno solo detto a Dio "abbiamo peccato". Piuttosto, hanno preso circa tre ore per confessare i loro peccati. Questo vuol dire che hanno elencato i loro peccati in modo dettagliato. Hanno riconosciuto a fondo, e in modo dettagliato i loro tanti peccati. Questi peccati riguardavano anche i loro antenati.

La guida prega in nome di tutti

Dopo tre ore di lettura dalla Parola di Dio, e tre ore di confessare i loro peccati, sotto la guida degli uomini stabiliti da Dio, hanno adorato Dio, e hanno raccontato del cuore di Dio e delle opere di Dio. Leggo i versetti 4 a 6.

“4 Poi Jeshua, Bani e Kadmiel, Scebaniah, Bunni, Scerebiah, Bani e Kenani salirono sulla tribuna dei Leviti e gridarono ad alta voce all’Eterno, il loro DIO. 5 I Leviti Jeshua, Kadmiel, Bani, Hashabneiah, Scerebiah, Hodijah, Scebaniah e Pethahiah dissero: "Alzatevi e benedite l’Eterno, il vostro DIO, d’eternità in eternità! Si benedica il nome tuo glorioso, che è esaltato al disopra di ogni benedizione e lode! 6 Tu solo sei l’Eterno! Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi in vita tutte queste cose, e l’esercito dei cieli ti adora.” (Nehemia 9:4-6 LND)

In questo brano, la guida parla in nome di tutto il popolo. Nel brano precedente, da come è scritto, si presume che tutti quanti confessavano i loro peccati, e i peccati con cui si identificavano. Ma qui, è la guida che parla in nome di tutti. Notate che glorificano Dio. Troppo spesso nelle nostre preghiere manchiamo di glorificare Dio. Notate che parlano di Dio come Dio d'eternità in eternità. Dio è l'unico che è eterno, ed è da glorificare per questo. Poi, parlano del fatto che il suo nome è glorioso. Dichiarano che è esaltato al di sopra di ogni benedizione e lode. Cioè, innalzano Dio, al di sopra di tutto e di tutti. È importante che noi preghiamo così!

Nel versetto 6, parlano del fatto che Dio solo è l'eterno e che non ci sono altri dei. Questa non è solo una verità da conoscere, ma è una verità da dichiarare!

Poi, parlano di Dio come il grande creatore di tutto, in cielo e sulla terra. Dio ha creato tutto, non solo la terra, ma tutto quello che è sulla terra e nei mari. Anche qui, noi conosciamo questo fatto, ma è importante fermarci e ricordare questo, per aiutarci a ricordare la grandezza e la gloria del nostro Dio. Questa è una parte importante della loro preghiera. Questo è importante perché essendo Dio creatore di tutto, Dio è il loro creatore, ed è Lui che ha creato tutto quello di cui hanno bisogno. Quindi, tutto il mondo, e loro stessi, appartengono a Dio. E questo vuol dire che hanno un dovere assoluto nei confronti di Dio, questo è vero per loro, e questo è vero per noi.

Dio sceglie Abramo

Iniziando nel versetto 7, parlano di come Dio ha scelto Abramo, e da lui ha creato una discendenza che è il popolo di Dio. Parlano del fatto che è Dio che ha scelto Abramo, quindi, era una scelta per grazia. Parlano del fatto che Dio ha stabilito un patto con Abramo, dandogli il nome Abrahamo. Parlano della fedeltà di mantenere la sua parola, perché Dio è giusto. Seguite mentre leggo i versetti 7 e 8.

“7 Tu sei l’Eterno, il DIO che ha scelto Abramo; lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e gli hai dato il nome di Abrahamo. 8 Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai stabilito un patto con lui, per dare alla sua discendenza il paese dei Cananei, degli Hittei, degli Amorei, dei Perezei, dei Gebusei e dei Ghirgasei; tu hai adempiuto la tua parola, perché sei giusto.” (Nehemia 9:7,8 LND)

È importante per noi ricordare che Dio ha scelto noi. Noi siamo salvati per l'opera e la scelta di Dio. E quindi, siamo totalmente debitori a Dio. Adesso continuo e leggo i versetti 9 ad 11.

“9 Tu hai visto l’afflizione dei nostri padri in Egitto e hai udito il loro grido presso il Mar Rosso. 10 Hai operato miracoli e prodigi contro il Faraone, contro tutti i suoi servi e contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con insolenza. Così ti sei fatto un nome che rimane anche oggi. 11 Tu hai diviso il mare davanti a loro, ed essi sono passati in mezzo al mare sull’asciutto, mentre invece tu precipitavi nell’abisso i loro inseguitori come una pietra in acque impetuose.” (Nehemia 9:9-11 LND)

Qui, parlano in modo dettagliato della cura che Dio aveva dato al popolo d'Israele, i loro antenati. Ricordate che facendo questo, si identificano con i loro antenati, e perciò riconoscono che la cura che Dio aveva dato al popolo al tempo di Mosé, era comunque cura anche per loro. Anche noi dobbiamo riconoscere questa realtà nella nostra vita. Non dobbiamo vedere solo la nostra vita in questo momento, pensando solamente a quello che Dio sta facendo per noi attualmente. Piuttosto, dobbiamo vederci come parte di qualcosa di molto più grande di solo la nostra vita.

Notate alla fine del versetto 10 che dicono che Dio si è fatto un nome che rimane anche oggi. Qui, parlano della grandezza di Dio, e delle sue grandi opere. Andiamo avanti, leggendo da 12 a 15. Continuano a parlare in modo molto specifico della grande cura di Dio per il suo popolo. Leggo.

“12 Tu li hai guidati di giorno con una colonna di nuvola e di notte con una colonna di fuoco per illuminare loro la via su cui camminare. 13 Sei pure disceso sul monte Sinai, hai parlato loro dal cielo e hai dato loro giusti decreti e leggi veraci, buoni statuti e comandamenti. 14 Hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandamenti, statuti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15 Tu hai pure dato loro pane dal cielo per la loro fame, e hai fatto scaturire acqua dalla roccia per la loro sete; , e comandasti loro di andare a prendere possesso del paese che avevi giurato di dare loro.” (Nehemia 9:12-15 LND)

In questi versetti, parlano della cura di Dio, la protezione di Dio, e poi, parlano dell'immensa benedizione che Dio ha dato loro dandogli la Parola di Dio. Quanto è importante per noi di riconoscere che avere la Parola di Dio è una benedizione immensa. La Parola di Dio insieme allo Spirito Santo sono una delle benedizioni più grandi che abbiamo. Quando consideriamo le benedizioni di Dio, non dimenticate la Parola di Dio. La Parola di Dio ci fa conoscere Dio, ci fa conoscere il nostro peccato, e ci fa conoscere il perdono che c'è in Gesù Cristo. Per loro, faceva conoscere loro il loro peccato e i sacrifici che Dio aveva stabilito come simboli di Gesù Cristo.

In questo brano, parlano anche della cura pratica di Dio. Là, nel deserto, Dio aveva provveduto per loro la manna e l'acqua. Dio cura anche noi. È importante ricordare tutto quello che Dio fa per noi.

Alla luce di tutto questo, è evidente che loro avrebbero dovuto ubbidire a Dio in tutto, in ogni cosa, in ogni aspetto della vita, e in ogni istante. Dovevano ubbidire a Dio, dovevano ringraziare Dio, e dovevano glorificare Dio. Invece, come si sono comportati? Iniziando nel versetto 16 parlano dei loro peccati. Notate che dicono "i nostri padri". Si identificano con i loro padri, prendendo anche la loro responsabilità. Leggo i versetti 16 e la prima parte del versetto 17.

“16 Ma essi e i nostri padri si comportarono con superbia, indurirono il loro collo e non ubbidirono ai tuoi comandamenti. 17 Si rifiutarono di ubbidire e non si ricordarono delle tue meraviglie che tu avevi compiuto in mezzo a loro; indurirono invece il loro collo e nella loro ribellione si scelsero un capo per tornare alla loro schiavitù.” (Nehemia 9:16,17 LND)

Qua, parlano della superbia, uno dei nostri peccati peggiori. Poi parlano del cuore duro, della ribellione, e notate che parlano del peccato di non ricordare delle meraviglie di Dio.

Quando noi pensiamo al peccato, spesso pensiamo agli atti malvagi che si commettono. Ma anche il fatto di non ricordare le opere di Dio è un grave peccato. Quanto spesso anche noi siamo colpevoli di questo peccato. La loro descrizione dei peccati dei loro padri non è una descrizione vaga o generica, ma è una descrizione chiara e molto pesante. Anche noi dobbiamo confessare i nostri peccati così.

Il cuore di Dio

Iniziando con la seconda parte del versetto 17, descrivono il cuore, la bontà, la misericordia e la compassione di Dio. Consideriamo attentamente quello che dichiarano, perché questo cuore di Dio è il motivo per cui noi non siamo stati distrutti per i nostri peccati. Leggo la seconda parte del versetto 17 fino al versetto 19. Notate che nonostante la bontà di Dio, essi peccarono ancora, ma Dio ha agito con misericordia per farli tornare a Lui. Leggo.

“Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e di grande benignità. Tu non li hai abbandonati, 18 neppure quando si fecero un vitello di metallo fuso e dissero: "Questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dall’Egitto!"; fecero così cose blasfeme. 19 Tuttavia nella tua grande misericordia non li hai abbandonati nel deserto, la colonna di nuvola non si allontanò da loro durante il giorno per guidarli nel cammino, e la colonna di fuoco durante la notte per illuminare loro la via su cui camminare.” (Nehemia 9:17-19 LND)

Mi colpisce che il brano dichiara che quello che facevano erano cose blasfeme. Spesso, non ci rendiamo conto, ma anche i nostri peccati arrivano ad essere blasfemi, terribilmente offensivi ad un Dio tre volte santo. Eppure, Dio ha avuto misericordia per continuare a guidarli verso di lui. Dio guidava loro, e Dio guida noi. Seguiamo la guida di Dio? Quando Dio ti parla, e ti mostra il tuo peccato, tu, lo ascolti? Andando avanti, leggo da 20 a 25, in cui leggiamo molto della cura di Dio per loro, dando loro tutto quello che serviva, perfino vittorie su nemici. Dio aveva dato loro tanto di buono, benedizioni che non meritavano, come anche per noi. È tutto per grazia. Seguite mentre leggo.

“20 Hai dato il tuo buono Spirito per istruirli; non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro acqua per la loro sete. 21 Per quarant’anni li hai nutriti nel deserto, e non mancò loro nulla; le loro vesti non si logorarono e i loro piedi non si gonfiarono. 22 Hai inoltre dato loro regni e popoli assegnando loro le regioni più lontane, cosi essi entrarono in possesso del paese di Sihon, del paese del re di Heshbon e del paese di Og, re di Bashan. 23 Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo e li hai introdotti nel paese in cui avevi detto ai padri loro di entrare per possederlo. 24 Così i loro figli entrarono e presero possesso del paese; tu hai umiliato davanti a loro gli abitanti del paese, i Cananei, e li hai dati nelle loro mani con i loro re e con i popoli del paese, perché ne facessero quel che a loro piaceva. 25 Essi si impadronirono di città fortificate e di una terra fertile ed entrarono in possesso di case piene di ogni bene, di cisterne già scavate, di vigne, di uliveti e d’alberi fruttiferi in abbondanza; mangiarono, si saziarono, ingrassarono e vissero nelle delizie per la tua grande bontà.” (Nehemia 9:20-25 LND)

Per questione di tempo, non possiamo fermarci per considerare tutto quello che stanno dicendo qui. Ma il punto è chiaro, il cuore di Dio è tenero e buono nei loro confronti, e hanno ricevuto tante benedizioni da Dio, tutto per grazia.

Ed è così con noi. Anche noi riceviamo benedizione dopo benedizione, ed è tutto per grazia. Prego che possiamo veramente riconoscere questo, e dichiarare questo nelle nostre preghiere.

Ancora si ribellano

Iniziando dal versetto 26, e andando fino al 31, leggiamo un altro lungo elenco di quanto loro peccavano contro Dio, e quanto Dio era paziente con loro. Leggiamo ripetutamente della durissima disciplina di Dio. Chi conosce bene la Bibbia sa che quella disciplina era terribile. Ma lo scopo non era di punire, lo scopo era di farli tornare a Dio. Leggiamo che a volte, tornarono a Dio a causa del dolore, ma poi, quando le cose andavano bene, di nuovo tornarono al peccato.

Troppo spesso, questo rispecchia il nostro cuore. Il nostro peccato è veramente abominevole. Leggo da 26 a 31.

“26 Ciò nonostante essi furono disubbidienti, si ribellarono contro di te, gettarono la tua legge dietro le spalle, uccisero i tuoi profeti che li esortavano a ritornare a te e commisero cose blasfeme. 27 Perciò tu li desti nelle mani dei loro nemici, che li oppressero; ma al tempo della loro sventura essi gridarono a te, e tu li ascoltasti dal cielo e, nella tua grande misericordia, tu desti loro dei liberatori, che li salvarono dalle mani dei loro nemici. 28 Quando però avevano riposo, essi ricominciavano a compiere il male davanti a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, che li dominavano; tuttavia, quando tornavano a gridare a te, tu li ascoltavi dal cielo, così, nella tua misericordia molte volte li hai liberati. 29 Tu li esortavi per farli tornare alla tua legge, ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, e peccavano contro i tuoi decreti per mezzo dei quali, se uno li mette in pratica, vivrà; ritraevano le loro spalle dal giogo, indurivano il loro collo e rifiutavano di ubbidire. 30 Tuttavia, tu pazientasti con loro per molti anni, esortandoli mediante il tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti, ma essi non vollero prestare orecchio; allora tu li desti nelle mani dei popoli dei vari paesi. 31 Però nella tua grande compassione non li hai interamente distrutti e non li hai abbandonati, perché sei un Dio clemente e misericordioso.” (Nehemia 9:26-31 LND)

Quando consideriamo la gloria di Dio, e che dipendiamo da Dio per tutto, e poi, tutto quello che Dio ha fatto per noi, tutto per grazia, e quindi che Dio merita tutto da noi, e consideriamo la nostra ribellione, certamente Dio avrebbe ogni diritto di distruggerci per sempre, di mandarci al tormento eterno. Invece, vediamo volta dopo volta che Dio non ci distrugge, ma piuttosto, ci ammonisce, e quando rimaniamo nel peccato, Dio ci disciplina, per farci tornare a Lui. In tutto questo, vediamo la grande compassione di Dio, e la sua grande misericordia. Vediamo il cuore di Dio, tutto per grazia.

Solo a questo punto, avendo elencato i motivi per cui dovevano glorificare Dio, e ubbidire a Dio, e ringraziare Dio, e avendo parlato di quanto avevano peccato contro Dio come popolo, fanno una richiesta. Riconoscendo Dio come grande e maestoso, riconoscendo che potevano avvicinarsi a Dio solo per mezzo del patto che Dio aveva stabilito, riconoscendo il loro bisogno della misericordia di Dio, chiedono a Dio di tener conto delle loro sofferenze. Leggo il versetto 32.

“32 Ora dunque, o DIO nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni il patto e la misericordia, non sembri poca cosa davanti a te la sciagura che è venuta su di noi, sui nostri re, sui nostri principi, sui nostri sacerdoti, sui nostri profeti, sui nostri padri e su tutto il tuo popolo, dal tempo dei re di Assiria fino al giorno d’oggi.” (Nehemia 9:32 LND)

In questo versetto, chiedono a Dio di non considerare poca cosa la loro sciagura. Questa è una richiesta umile di aiuto. Però, notate che anche facendo questa richiesta, dichiarano quanto Dio è grande e potente e tremendo, che è un Dio che mantiene il patto, e la sua misericordia. Quindi, fanno questa richiesta alla luce di chi è Dio.

Quanto è importante che quando preghiamo, quando confessiamo i nostri peccati, che ci presentiamo davanti a Dio con grande umiltà, e anche riconoscendo la grandezza di Dio, la potenza di Dio e il cuore di Dio. Non dobbiamo solo presentarci con le nostre richieste, ma dobbiamo riconoscere chi è Dio. E dobbiamo riconoscere che l'unica via per cui possiamo arrivare a Dio con le nostre richieste è per mezzo del patto che ci lega a Dio, comprato con il sacrificio di Gesù Cristo.

Quindi, tenete conto che in questo versetto chiedono a Dio di considerare la loro condizione. Stanno chiedendo misericordia a Dio. Quello che mi colpisce è quello che dicono subito dopo. Cioè, prima di questo avevano parlato moltissimo della bontà di Dio e della gravità del loro peccato contro Dio. Adesso, chiedono aiuto da Dio, ma poi, notate quello che dicono dei versetti 33 a 38. Seguite mentre leggo.

“33 Tuttavia tu sei stato giusto in tutto quello che ci è accaduto, perché tu hai agito fedelmente, mentre noi abbiamo agito empiamente. 34 I nostri re, i nostri principi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge né hanno ubbidito ai tuoi comandamenti e ai tuoi precetti con cui li esortavi. 35 Persino quando si trovavano nel loro regno, nella grande prosperità che tu avevi loro largito e nel vasto e fertile paese che avevi messo a loro disposizione, non ti servirono e non abbandonarono le loro opere malvagie. 36 E oggi eccoci schiavi! Siamo schiavi nel paese che avevi dato ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 Così i suoi abbondanti prodotti vanno ai re che tu hai stabilito sopra di noi, a causa dei nostri peccati; essi signoreggiano sui nostri corpi e sul nostro bestiame come vogliono; e noi siamo in grande angoscia. 38 A motivo di tutto questo, noi prendiamo un fermo impegno e lo mettiamo per scritto; e i nostri principi, i nostri Leviti, e i nostri sacerdoti vi metteranno il loro sigillo".” (Nehemia 9:33-38 LND)

Avete notato che dopo che chiedono a Dio aiuto, elencano che tutta la dura disciplina che avevano ricevuto era giusta. Dicono che Dio aveva agito fedelmente, mentre loro avevano agito empiamente. Quindi, non nascondono in alcun modo la loro colpa, ma si presentano prendendo la piena responsabilità per il loro peccato. Non cercano di nascondere in alcun modo quanto avevano peccato contro Dio. È chiaro che Dio era giusto nel male che avevano ricevuto.

Dichiarano che loro e i loro antenati e i loro capi avevano disubbidito a Dio, e che anche quando erano grandemente benedetti da Dio, avevano scelto la ribellione.

Facendo così, stanno riconoscendo che meritano pienamente tutto il male che era caduto addosso a loro.

In questo, vediamo un grande esempio per noi. Questo capitolo ci insegna come confessare i nostri peccati a Dio. Prego che possiamo capire e seguire l’esempio che Dio ci dà qua.

Ricordiamo alcuni dei punti principali che abbiamo visto. È così che dobbiamo noi confessare i nostri peccati.

Prima di tutto, si sono umiliati grandemente davanti a Dio. Non è che prendevano pochi minuti per poi tornare ad altri impegni. Hanno lasciato tutto per presentarsi davanti a Dio, con grande umiliazione e con cuore afflitto per il proprio peccato. Questo è l'unico modo in cui possiamo presentarci a Dio per confessare i nostri peccati.

Abbiamo visto che hanno letto la Parola di Dio, perché volevano avere ben chiari in mente i loro peccati. Quando confessiamo il peccato, non basta solo dire che abbiamo fatto male. Non basta confessare il peccato in modo generico. È importante elencare i nostri peccati in modo specifico. I comandamenti di Dio sono santi, ed è importante che conosciamo specificamente come abbiamo peccato contro Dio.

In questo brano, hanno preso tre ore per confessare i loro peccati. Quello che comprendiamo da questo è che hanno confessato i loro peccati in modo specifico e dettagliato. Non era un breve e veloce scusarsi, piuttosto hanno elencato precisamente come avevano peccato. Ed è così che noi dobbiamo confessare i nostri peccati.

Poi, abbiamo visto che hanno glorificato Dio grandemente. Hanno parlato della grandezza di Dio, e della gloria di Dio, e della fedeltà di Dio, e poi, hanno parlato delle opere di Dio, e hanno elencato tutto quello che Dio aveva fatto per loro, compreso per i loro antenati. Così facendo, mostravano ancora di più quanto i loro peccati erano gravi.

Hanno parlato in modo chiaro, e anche duro, dei loro peccati. Usavano termini forti. Quando confessiamo i nostri peccati, è importante dichiarare quanto sono terribili e abominevoli.

Solo dopo aver reso estremamente chiara la gravità dei loro peccati, e la giustizia della disciplina di Dio, hanno chiesto misericordia a Dio, però, anche in quel caso hanno dichiarato che meritavano la disciplina. Perciò, con quello stavano dichiarando che anche se Dio non avesse tolto la sofferenza, sarebbe stato giusto.

In tutto questo vediamo che Dio richiede umiltà, serietà, chiede che Lo glorifichiamo, chiede che riconosciamo la sua grandezza e la sua misericordia, e la gravità del nostro peccato.

Dio è misericordioso, Dio ama perdonare, ed è pronto a perdonare e ad avere compassione. Ma Dio ci chiama a riconoscere i nostri peccati, ad umiliarci davanti a Lui, confessando i nostri peccati con il cuore che vediamo in questo capitolo.

Quando consideriamo la gravità dei nostri peccati, alla luce della santità di Dio, e alla luce di tutto quello che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo, è incredibile che Dio è disposto a perdonarci. Ma quel perdono è disponibile, ed è disponibile per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. In Gesù Cristo c'è perdono. Se noi confessiamo i nostri peccati, in Gesù Cristo Dio è pronto a perdonarci. Ringrazio Dio per questo. Chiudo leggendo 1Giovanni 1:8 a 2:2.

“8 Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi.
2:1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il giusto. 2 Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.” (1Giovanni 1:8-2:2 LND)