Aiuto Biblico

Confidiamo in un Dio perfetto

Giobbe

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 26 giugno 2022, – cmd dp –
Descrizione: in Giobbe, impariamo che i disegni di Dio sono perfetti, e possiamo confidare per Chi è Dio
parole chiavi: Satana, male, controllo di Dio, sovrano, integro, confidare in Dio, prove

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Ultimamente, ho sentito delle cose veramente brutte che sono successe a persone che conosco. So che anche fra noi, ci sono situazioni pesanti, spesso ingiuste, che ci arrivano. Come possiamo stare bene in queste situazioni?

La chiave è capire chi è Dio, e confidare in Lui.

Se la vita cristiana fosse solo seguire della dottrina, sarebbe molto pesante. Ma non è seguire la dottrina. È conoscere Dio, sempre di più, e poi, confidare in Lui. Come un bambino piccolo confida nel suo buon padre, così possiamo noi confidare nel nostro Padre celeste, che ci ama perfettamente.

Per aiutarci in questo, guardiamo l’esempio di Giobbe. Guardiamo al suo peccato, e poi guardiamo a come Dio lo aiuta ad avere pace nelle prove. Trovate con me il libro di Giobbe.

Prima di tutto, notiamo che Giobbe era un uomo integro. Temeva Dio. Camminava in santità. Leggo Giobbe 1:1-12

“1 C’era nel paese di Uz un uomo chiamato Giobbe. Quest’uomo era integro e retto, temeva DIO e fuggiva il male. 2 Gli erano nati sette figli e tre figlie. 3 Inoltre possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e un grandissimo numero di servi. Così quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali. 4 I suoi figli solevano andare a banchettare in casa di ciascuno, nel suo giorno, e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. 5 Quando la serie dei giorni di banchetto era terminata. Giobbe li andava a chiamare per purificarli, si alzava al mattino presto e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro, perché Giobbe pensava: "Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano bestemmiato DIO nel loro cuore". Così faceva Giobbe ogni volta. 6 Un giorno avvenne che i figli di DIO andarono a presentarsi davanti all’Eterno e in mezzo a loro andò anche Satana. 7 L’Eterno disse a Satana: "Da dove vieni?". Satana rispose all’Eterno e disse: "Dall’andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù". 8 L’Eterno disse a Satana: "Hai notato il mio servo Giobbe? Poiché sulla terra non c’è nessun altro come lui, che è integro retto, tema DIO e fugga il male". 9 Allora Satana rispose all’Eterno e disse: "E’ forse per nulla che Giobbe teme DIO?" 10 Non hai tu messo un riparo tutt’intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. 11 Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia". 12 L’Eterno disse a Satana: "Ecco, tutto ciò che possiede è in tuo potere non stendere però la mano sulla sua persona". Così Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno.” (Giobbe 1:1-12 LND)

Giobbe era estremamente integro, temeva Dio e camminava in santità. Dio stesso disse che non c’era nessuno come Giobbe in tutta la terra. Questo vuol dire che in quel periodo, Giobbe era l’uomo più santo di tutti gli uomini che esistevano.

Satana diceva a Dio che Giobbe temeva Dio perché la provvidenza di Dio aveva dato a Giobbe una vita bella, con tante benedizioni. Allora, Dio diede a Satana il permesso di togliere tutto a Giobbe, ma che non poteva toccare il suo corpo.

Andando avanti, scopriamo che Satana istigava i Sabei e i Caldei, popoli della zona, ad uccidere i servi di Giobbe e rubare i suoi animali. Inoltre, un fuoco di Dio ha ucciso le pecore e quei servi, e poi, un forte vento ha fatto cadere la casa sui figli di Giobbe, uccidendoli tutti. In un solo giorno, Giobbe perse tutti i suoi animali, quasi tutti i suoi servi, e peggio ancora, tutti i suoi figli.

Satana non può fare quello che vuole

Un punto fondamentale da notare: Satana non può scegliere quello che vuole fare. Egli può fare SOLO quello che Dio gli permette di fare.

Vediamo questo in tutta la Bibbia. Certamente, Satana istiga il male. Ma poi, volta dopo volta, scopriamo dopo che quel male era gestito da Dio per portare avanti il suo piano. Qua, era Satana che istigava i Sabei e i Caldei. Ma, in realtà, era tutto un piano di Dio. Satana non poteva scegliere in senso autonomo quello che voleva fare a Giobbe.

Ed è importante capire che Satana pensava di fare del male a Giobbe, per fargli rigettare Dio. Però vedremo che Dio usava queste prove allo scopo di fortificare la fede di Giobbe. Vediamo questo in tutta la Bibbia.

Satana istigò i fratelli di Giuseppe, figlio di Giacobbe, a venderlo come schiavo. Ma, in realtà, era un piano di Dio, per portare tutti i fratelli in Egitto. Quando Satana li istigò, non aveva alcuna idea di quello che Dio avrebbe fatto.

Vediamo i Babilonesi che, spinti da Satana, distrussero Gerusalemme e portarono i Giudei in esilio. Sembrava una vittoria per Satana. Ma era esattamente quello che Dio aveva profetizzato, ed era il piano di Dio per togliere l’idolatria dal suo popolo.

Quindi, in un certo senso, Satana manda il male. Ma Satana può mandare SOLO il male che Dio approva, e il male che Satana manda è quello che serve per il nostro bene, per portare avanti l’opera di Dio in noi.

Giuda tradisce Gesù, e la Bibbia dichiara specificamente che Satana entrò in lui. Però, Gesù dichiara che era il piano di Dio, e vediamo che era un passo essenziale per Gesù di essere crocifisso proprio durante la Pasqua. Chiaramente, Satana fa tutto il male che Dio gli permette di fare. Ma Satana non conosce il futuro, non sa quello che Dio farà con il male che gli permette di fare. Non sa che il male che fa è in realtà parte dell’opera di Dio.

Prima prova: Giobbe perde i suoi beni e i figli

Tornando a Giobbe, nei versetti 13-16, leggiamo che dei servi arrivano per dirgli che i Sabei aveva ucciso i suoi servi e rubato i buoi e le asine, un fuoco di Dio aveva ucciso le pecore e quei servi. Riprendiamo il brano dal v.17.

“17 Egli stava ancora parlando, quando giunse un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via, e hanno passato a fil di spada i servi. Io solo sono scampato per venire a dirtelo". 18 Egli stava ancora parlando, quando giunse un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, 19 quand’ecco un vento impetuoso, venuto dal deserto, ha investito i quattro angoli della casa che è caduta sui giovani, ed essi sono morti. Io solo sono scampato per venire a dirtelo". 20 Allora Giobbe si alzò, si stracciò il suo mantello e si rase il capo; poi cadde a terra e adorò, 21 e disse: "Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. L’Eterno ha dato e l’Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell’Eterno". 22 In tutto questo Giobbe non peccò e non accusò DIO di alcuna ingiustizia.” (Giobbe 1:17-22)

Che immensa fede. Nonostante tutto questo male, Giobbe continua ad avere fede in Dio. Non si lamenta. Che esempio per noi.

Notate che Giobbe dichiara: “L’Eterno ha dato e l’Eterno ha tolto.”

Apparentemente era Satana che aveva causato questo. Ma Giobbe capiva che dietro tutto quello che succede, c’è il Signore che è all’opera. La pace di Giobbe era fondata sulla verità che Dio è in controllo di tutto. Si serve di Satana, ma in fin dei conti, è Dio che gestisce tutto. Sapere e ricordare questo, permetteva a Giobbe di avere pace, nonostante il suo dolore.

Giobbe è un esempio: tutto il bene che abbiamo viene da Dio, è una grazia, non è qualcosa che meritiamo. Similmente, se Dio toglie un bene, è un suo diritto, ed Egli sa quello che sta facendo, e possiamo fidarci di Lui.

Seconda prova: Giobbe perde la sua salute

Andando avanti, Satana parla ancora con Dio, chiedendo il permesso di fare del male a Giobbe fisicamente. Fino a questo punto, Giobbe era ancora spiritualmente integro. Leggo Giobbe 2:1-6.

“1 Un giorno avvenne che i figli di DIO, andarono a presentarsi davanti all’Eterno, e in mezzo a loro andò anche Satana a presentarsi davanti all’Eterno. 2 L’Eterno disse a Satana: "Da dove vieni?". Satana rispose all’Eterno: "Dall’andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù". L’Eterno disse a Satana: 3 "Hai notato il mio servo Giobbe? Poiché sulla terra non c’è nessun altro come lui, che sia integro, retto, tema DIO e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità, nonostante tu mi abbia istigato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo". 4 Allora Satana rispose all’Eterno e disse: "Pelle per pelle! Tutto ciò che possiede, l’uomo è disposto a darlo per la sua vita. 5 Ma stendi la tua mano e tocca le sue ossa e la sua carne e vedrai se non ti maledice in faccia". 6 L’Eterno disse a Satana: "Eccolo in tuo potere; risparmia però la sua vita".” (Giobbe 2:1-6 LND)

Satana vuole distruggere la fede di Giobbe. Così, chiede il permesso di fare del male a Giobbe fisicamente. Quello che Satana non sa, perché non conosce il piano di Dio, è che tramite questa prova, Giobbe avrà una fede più forte che mai, e conoscerà Dio molto di più.

Così, avendo il permesso da Dio, Satana manda un grave male a Giobbe. Ricordate che in realtà, questa era la volontà di Dio. Leggo i vv.7,8

“7 Così Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno e colpì Giobbe di un’ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo. 8 Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.” (Giobbe 2:7-8 LND)

Questo male terribile veniva da Satana. Però, faceva parte del piano perfetto di Dio per Giobbe.

La moglie di Giobbe viene usata da Satana per fargli perdere la fede in Dio. Leggo il v.9.

“Allora sua moglie gli disse: "Rimani ancora fermo nella tua integrità? Maledici DIO e muori!".” (Giobbe 2:9 LND)

Nonostante questa provocazione, Giobbe guarda ancora a Dio con fede. Notate la sua risposta alla moglie:

“Ma egli disse a lei: "Tu parli come parlerebbe una donna insensata. Se da DIO accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?". In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.” (Giobbe 2:10 LND)

Notiamo che Giobbe riconosceva che anche il male veniva da Dio. Giobbe comprendeva che Dio gestisce tutto. Certamente, Satana porta il male, ma è sempre quello scelto da Dio, al momento determinato da Dio, per portare avanti il piano di Dio.

Poi arrivano tre amici di Giobbe, per consolarlo. Almeno, questo era il loro scopo dichiarato. Leggo i versetti 11-13.

“11 Quando tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte queste sciagure che si erano abbattute su di lui, vennero ciascuno dal suo paese, Elifaz di Teman, Bildad di Shuah e Tsofar di Naamath; essi infatti si erano messi d’accordo per venire a fargli le condoglianze e a consolarlo. 12 Alzarono gli occhi da lontano ma non lo poterono riconoscere; allora si misero a piangere a gran voce, e ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere gettandola verso il cielo. 13 Poi si sedettero accanto a lui per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una sola parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.” (Giobbe 2:11-13)

La condizione di Giobbe era terribile. All'inizio, guardava a Dio. Questi amici non dicevano nulla. Mostravano con le loro azioni quanto era terribile la condizione di Giobbe.

Ma non dicevano nulla per aiutarlo a continuare a guardare a Dio. Aiutavano Giobbe solo a vedere quanto la sua condizione era terribile.

Giobbe cade nel peccato

Da Giobbe 3:1 in poi, vediamo che Giobbe toglie gli occhi da Dio. Non confida più nella provvidenza di Dio. In realtà, Giobbe comincia ad accusare Dio ad avere agito male nella sua provvidenza.

Che triste contrasto con la fede di Giobbe nei capitoli 1 e 2. Leggo Giobbe 3:1-15.

“1 Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita. 2 Così Giobbe prese la parola e disse: 3 "Perisca il giorno in cui nacqui e la notte che disse: E’ stato concepito un maschio!". 4 Quel giorno sia tenebre, non se ne curi Dio dall’alto, né splenda su di esso la luce! 5 Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, si posi su di esso una nube, la tempesta del giorno lo spaventi! 6 Quella notte se la prenda l’oscurità non sia inclusa nei giorni dell’anno, non entri nel conto dei mesi! 7 Sì, quella notte sia notte sterile, non penetri in essa alcun grido di gioia. 8 La maledicano quelli che maledicono il giorno, quelli esperti nell’evocare Leviathan. 9 Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce, ma non ne abbia alcuna e non veda lo spuntar del giorno 10 perché non chiuse la porta del grembo di mia madre e non celò il dolore ai miei occhi. 11 Perché non sono morto nel grembo di mia madre? Perché non spirai appena uscito dal suo ventre?” (Giobbe 3:1-11 LND)

Mentre prima Giobbe confidava in Dio, qui, si arrabbia con la provvidenza di Dio. Maledice il giorno della sua nascita. Critica duramente la provvidenza di Dio, ovvero, quello che Dio ha scelto di fare nella sua vita.

A questo punto, con un cuore così, Giobbe non aveva più alcuna gioia né alcuna pace. Stava malissimo. Quando togliamo gli occhi da Dio, quando guardiamo ai problemi, anche noi perderemo la pace. Anche noi perderemo ogni gioia. Anche noi staremo male.

Gli amici lo accusano

Inizia un lunghissimo dibattito fra Giobbe e i suoi amici, in cui gli amici accusano Giobbe di essere nel peccato. Effettivamente, dichiarano che il male arriva solo a chi fa del male, mai a chi cammina bene. Leggo Giobbe 4:3-8, in cui uno degli amici parla.

“3 Ecco tu ne hai ammaestrati molti e hai fortificato le mani stanche, 4 le tue parole hanno sorretto i vacillanti, e hai rinfrancato le ginocchia che si piegavano. 5 Ma ora che il male succede a te, vieni meno; ha colpito te, e sei tutto smarrito. 6 La tua pietà non è forse la tua fiducia, e l’integrità della tua condotta, la tua speranza? 7 Ricorda: quale innocente è mai perito, e quando mai furono distrutti gli uomini retti? 8 Come io stesso ho visto, quelli che arano iniquità e seminano guai, ne raccolgono i frutti.” (Giobbe 4:3-8)

Il loro ragionamento è falso. Il male non arriva solo a chi fa del male. Il male è uno strumento che Dio usa per compiere la santificazione in noi. Quindi, il pensiero di questi amici era falso.

Stavano accusando Giobbe di aver ricevuto quel male come punizione per qualche suo grave peccato. Ma non era così. Il terribile male che Giobbe aveva ricevuto, NON era come conseguenza dei suoi peccati. Il male che Giobbe aveva ricevuto era il piano di Dio per lui.

A questo punto, Giobbe aveva già tolto gli occhi da Dio, maledicendo il giorno in cui era nato. Ora, con questa accusa degli amici, diventa un lungo dibattito in cui Giobbe si agita sempre di più.

Giobbe va di male in peggio. Quando iniziamo a non confidare più nella saggezza e nel cuore di Dio e nella provvidenza, diventiamo sempre più amareggiati.

Giobbe comincia ad accusare Dio. Come esempio leggo Giobbe 30:19-21. Giobbe sta parlando di Dio.

“19 Egli mi ha gettato nel fango e sono diventato come polvere e cenere. 20 Io grido a te, e tu non mi rispondi; ti sto davanti, ma tu mi stai ad osservare. 21 Sei divenuto crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.” (Giobbe 30:19-21 LND)

Mentre prima Giobbe mostra fede in quello che Dio fa, qua, accusa Dio di essere crudele.

Nel capitolo 31, Giobbe dichiara la sua giustizia, e quindi, implica che Dio sbaglia, permettendo che gli succeda tutto questo male. Cioè, accusa Dio di agire in modo ingiusto.

“1 "Io avevo stretto un patto con i miei occhi; come potevo quindi fissare lo sguardo su una vergine? 2 Qual è la sorte assegnatami da Dio da lassù, e l’eredità dell’Onnipotente dai luoghi eccelsi? 3 Non è forse la sventura per il perverso e la calamità per chi fa il male? 4 Non vede egli le mie vie e non conta tutti i miei passi? 5 Se ho agito con falsità, o il mio piede si è affrettato a seguire la frode, 6 mi pesi pure con una giusta bilancia, e Dio riconoscerà la mia integrità.” (Giobbe 31:1-6 LND)

Giobbe sta dicendo che le sue prove non erano giuste. Secondo Giobbe, Dio aveva sbagliato nei suoi confronti.

Alla fine di Capitolo 31, Giobbe arriva a sfidare Dio. Secondo Giobbe, Dio lo sta trattando ingiustamente. Leggo Giobbe 31:34-40.

“34 Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Il mio avversario scriva un documento, 35 e io lo porterei certamente sulle mie spalle e lo cingerei come un diadema; 36 gli renderei conto di tutti i miei passi, presentandomi a lui come un principe. 37 Se la mia terra grida contro di me e i suoi solchi piangono insieme ad essa, 38 se ho mangiato il suo frutto senza pagare, se ho fatto esalare l’ultimo respiro ai suoi padroni, 39 invece di grano crescano spine, ed erbacce al posto dell’orzo". 40 <31-39> Qui terminano le parole di Giobbe.” (Giobbe 31:34-40)

Che terribile caduta in Giobbe. Per Giobbe, quello che Dio aveva fatto era ingiusto. Non confidava più nella provvidenza di Dio. In un certo senso, sfidava Dio a giustificarsi. Mentre prima Giobbe confidava in tutto quello che Dio faceva, per fede, è arrivato ad accusare Dio ed a chiedere a Dio di giustificarsi nei suoi confronti.

Fratelli e sorelle, questo è malvagio. Ma, non è che anche noi cadiamo in questo terribile peccato, quando la provvidenza di Dio ci porta a grandi sofferenze?

La risposta di Dio

Come risponde Dio alle accuse di Giobbe? Che giustificazioni gli dà?

La risposta di Dio inizia nel capitolo 38, e continua per vari capitoli. Seguite mentre leggo Giobbe 38:1-3.

“1 Allora l’Eterno rispose a Giobbe di mezzo alla tempesta e disse: 2 "Chi è costui che oscura il mio disegno con parole prive di conoscenza? 3 Orsù, cingiti i lombi come un prode; io ti interrogherò e tu mi risponderai. (Giobbe 38:1-3)

Dio condanna Giobbe duramente, con la frase: “Chi è costui che oscura il mio disegno con parole prive di conoscenza?”.

È importante notare che tutto quello che era successo a Giobbe faceva parte del disegno di Dio per Giobbe. Satana era uno strumento, ma Dio era l’autore di quello che era successo. Era il suo disegno.

E Dio ha condannato Giobbe che oscurava il disegno di Dio. In altre parole, Giobbe dubitava che era giusto.

Così, Dio inizia un lungo discorso, in cui mostra a Giobbe che non doveva assolutamente confrontarsi con Dio, come se fosse in grado di valutare e giudicare i piani di Dio.

Un paragone molto, molto piccolo è quello di un bambino se dovesse condannare la cura scelta da un grande dottore. Un bambino non è minimamente in grado di dire che il dottore ha sbagliato.

Eppure, entrambi sono umani. Il dottore potrebbe sbagliare. Dio NON è un uomo. Dio non può sbagliare.

Quindi, per tutto il capitolo 38 e poi tutto il capitolo 39, Dio elenca vari esempi per mostrare Giobbe che lui non è nulla nei confronti di Dio. Solo per esempio leggo 38:4-13

4 Dov’eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. 5 Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai, o chi tracciò su di essa la corda per misurarla? 6 Dove sono fissate le sue fondamenta, o chi pose la sua pietra angolare, 7 quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di DIO mandavano grida di gioia? 8 O chi rinchiuse il mare con porte, quando proruppe, come se uscisse dal grembo materno, 9 quando gli diedi le nubi per vestito e per fasce l’oscurità? 10 Quando gli tracciai un limite e gli misi sbarre e porte, 11 e dissi: “Tu arriverai fin qui, ma non oltre; qui si arresteranno le tue onde superbe!”? 12 Da quando vivi hai mai comandato al mattino o insegnato all’aurora il suo posto, 13 perché essa afferri le estremità della terra e ne scuota via i malvagi? (Giobbe 38:4-13)

L’uomo è nulla davanti a Dio. Dio continua, e dà a Giobbe altri esempi per mostrargli quanto è piccolo, ed incapace a valutare o giudicare i disegni di Dio.

Giobbe risponde in Giobbe 40. Leggo i commenti di Dio, e poi di Giobbe, e poi nuovamente quelli di Dio.

“1 L’Eterno continuò a rispondere a Giobbe e disse: 2 "Colui che contende con l’Onnipotente, vuole forse correggerlo? Colui che rimprovera Dio, risponda a questo".

Questo è potente. Dio riprende Giobbe ancora per il fatto che aveva dubitato del disegno di Dio preparato per lui, come se Dio potesse sbagliare.

Giobbe si ravvede, riconoscendo la sua stoltezza. Dichiara che non parlerà più, ovvero, che mai più dubiterà del disegno di Dio per la sua vita, qualsiasi sia. Leggo i versetti 3-5.

3 Allora Giobbe rispose all’Eterno e disse: 4 "Ecco, sono così meschino, che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca. 5 Ho parlato una volta, ma non parlerò più; sì, due volte, ma non aggiungerò altro".

Dio continua, nei vv.6-8, per mostrare il peccato di Giobbe.

6 L’Eterno allora rispose a Giobbe di mezzo alla tempesta e disse: 7 "Orsù, cingiti i lombi come un prode; io ti interrogherò e tu mi risponderai. 8 Vorresti proprio annullare il mio giudizio, condannare me per giustificare te stesso?

Quando noi ci lamentiamo per quello che la provvidenza di Dio porta nelle nostre vite, stiamo condannando Dio per cercare di giustificare noi stessi. Stiamo dicendo che quello che ci è successo non è giusto. Ma questo implica che Dio abbia sbagliato. Stiamo annullando il giudizio di Dio, implicando che Egli sbaglia. Che terribile peccato! Perciò, come aveva fatto nei capitoli 38 e 39, Dio continua a dare esempi a Giobbe per mostrare quanto Dio è grande, sovrano e giusto in tutto quello che fa, e che Giobbe non è nulla, e non è in grado di giudicare Dio. Leggo alcuni versetti per mostrare la grandezza di Dio.

9 Hai tu un braccio come quello di Dio e puoi tuonare con una voce pari alla sua? 10 Adornati dunque di maestà e di magnificenza, e rivestiti di gloria e di splendore. 11 Da’ libero sfogo ai furori della tua ira; guarda a tutti i superbi e abbassali, 12 guarda a tutti i superbi e umiliali, e schiaccia i malvagi ovunque si trovino. (Giobbe 40:1-12)

Dio, e Dio solo, è glorioso. Nessun altro è glorioso. Non c’è nessuno come Dio. Satana non è nulla, assolutamente nulla, in confronto a Dio. Tutti gli angeli sono semplici creature. Gli uomini non sono nulla. Dio è Dio, nulla e nessuno è paragonabile a Lui.

Giobbe si ravvede

Quando Dio finisce il suo discorso, Giobbe è pienamente ravveduto. Ha visto a fondo il suo peccato. Ha capito che Dio è glorioso e perfetto in tutto quello che fa, e che noi non siamo in grado di capire i disegni di Dio.

Leggo quello che Giobbe dichiara all’Eterno nel 42:1-6.

“1 Allora Giobbe rispose all’Eterno e disse: 2 "Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito. 3 Chi è colui che offusca il tuo consiglio senza intendimento? Per questo ho detto cose che non comprendevo, cose troppo alte per me che non conoscevo. (Giobbe 42:1-3)

Giobbe ha riconosciuto quello che noi dobbiamo riconoscere: che Dio può tutto, che tutto quello che Dio fa, tutti i suoi disegni, sono perfetti, anche se spesso non riusciamo a capire.

Giobbe confida pienamente in Dio. Poi Giobbe dichiara la grande lezione che ha imparato. Leggo i versetti 4-6.

4 Deh, ascolta, e io parlerò; io ti interrogherò e tu mi risponderai. 5 Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora il mio occhio ti vede. 6 Perciò provo disgusto di me stesso e mi pento sulla polvere e sulla cenere". (Giobbe 42:4-6)

Giobbe non aveva visto Dio fisicamente, ma Giobbe, riflettendo sulla creazione, ha visto chi è Dio. E per questo, ha visto quanto era grave il suo peccato di aver dubitato del disegno di Dio.

Il disegno di Dio in Giobbe

Allora, qual era il disegno di Dio in Giobbe?

Perché tutto quel terribile male? Giobbe era un uomo estremamente integro. Ma Dio sapeva che attraverso quelle prove, sarebbe venuto su del peccato che era ancora nel cuore di Giobbe. Il disegno di Dio era quello di usare tutto quel male, compreso la stolta dichiarazione della moglie, e le false accuse degli amici, per far emergere il suo peccato, per santificarlo.

Ed il suo peccato è uscito, e Giobbe l’ha visto, e Giobbe fu pienamente ravveduto. E in più, Giobbe ha conosciuto Dio molto più di prima. Il disegno di Dio era perfetto. Tutto quello che Dio fa è perfetto, nella vita di Giobbe, e nella tua vita e nella mia vita.

E noi?

E quindi, Dio ci ha dato questo esempio di Giobbe per insegnarci delle lezioni importantissime.

Prima di tutto: Tutto il male che ci arriva è gestito da Dio. Può servirsi di Satana, può servirsi di persone che peccano contro di noi, ma dietro le quinte, Dio gestisce tutto per portare avanti il suo disegno perfetto nelle nostre vite. Quindi, non dobbiamo temere Satana.

Secondo: parlando di Satana, Satana non sa quello che Dio vuole fare. Satana vuole solo farci del male. Satana credeva che facendogli del male, Giobbe avrebbe perso la sua fede in Dio. Invece, Dio usava quella prova per fortificare la fede di Giobbe. Quindi, Satana può fare solo il male che Dio permette, e non sa che Dio userà quel male per il nostro vero bene.

Infine, la lezione più grande di questo brano è che spesso non capiamo quello che Dio sta facendo, ma possiamo confidare pienamente in Dio. Avere fede NON dipende dal fatto di capire i disegni di Dio. Non siamo in grado di capire tutti i disegni di Dio. Basta capire che Dio è Dio, che non può sbagliare, che è perfetto in tutto quello che fa, e che è pienamente in controllo. Conoscendo Dio così, possiamo avere pace, non perché capiamo quello che Dio sta facendo, ma perché conosciamo chi è Dio. Dio usa le prove per santificarci e per fortificare la nostra fede.

Concludo con Giacomo 1:2-4.

2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

Possiamo avere gioia nelle prove, quando ricordiamo che Dio usa le prove per produrre in noi una fede più forte, e ci rende perfetti, ovvero più maturi, in nulla mancanti.

Il nostro Dio, il nostro buon Dio, il nostro Dio sovrano, il nostro Dio amorevole, il nostro Dio saggio, è in controllo, pieno controllo.

Confidiamo in Lui.