Aiuto Biblico

Pace quando c'è ingiustizia - Salmo 73

Descrizione: Come possiamo avere gioia in mezzo alle ingiustizie? La soluzione è di guardare dalla prospettiva giusta, ricordando la benedizione di appartenere a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 16 marzo 2016, – cmd si –
parole chiavi: ingiustizie, prove, difficoltà, benedizioni, pace nelle prove, gioia

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La vita è piena di ingiustizie. Spesso, le ingiustizie della vita possono aggravarci molto. Come possiamo avere pace davanti alle ingiustizie?

Dio si è servito di Asaf per scrivere un Salmo che tratta di questa domanda, il Salmo 73. Asaf era un uomo di Dio nel tempo di Davide. È menzionato più di 30 volte nella Bibbia, ed era un uomo molto timorato di Dio. Dio ha guidato Asaf a scrivere 12 Salmi della nostra Bibbia. Questo tratta proprio di tale argomento, di come avere pace davanti alle ingiustizie della vita.

Prima di leggere il Salmo 73, vi chiedo di notare, quando lo leggiamo, che nei primi 12 versetti, tranne nel versetto 1 in cui dà un pensiero a Dio, Asaf guarda altrove. Notate dove guarda e su cosa si focalizza mentre leggo Salmo 73:1-12.

“1 «Salmo di Asaf.» Certamente DIO è buono verso Israele, verso quelli che sono puri di cuore. 2 Ma quanto a me, quasi inciampavano i miei piedi, e poco mancò che i miei passi sdrucciolassero. 3 Poiché portavo invidia ai vanagloriosi, vedendo la prosperità dei malvagi. 4 Perché non vi sono dolori nella loro morte, e il loro corpo è pingue. 5 Essi non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini. 6 Perciò la superbia li cinge come una collana e la violenza li avvolge come una veste. 7 I loro occhi escono fuori per il grasso e le immaginazioni perverse del loro cuore traboccano. 8 Essi scherniscono e tremano perfidamente di opprimere, e parlano con arroganza. 9 Dirigono la loro bocca contro il cielo, e la loro lingua percorre la terra. 10 Perciò la loro gente si volge da quella parte e beve copiosamente alle loro acque, 11 e dice: "Come è possibile che DIO sappia ogni cosa e che vi sia conoscenza nell’Altissimo?". 12 Ecco, costoro sono empi, eppure essi sono sempre tranquilli ed accrescono le loro ricchezze.” (Salmo 73:1-12 LND)

Ditemi voi: dove guardava Asaf a questo punto?

Asaf guardava alle ingiustizie. Quello che lo circondava riempiva i suoi pensieri. E perciò, in questo Salmo, sta riconoscendo il suo peccato, un peccato di invidia, un peccato di non cercare in Dio la sua pace. Notate che parla del suo peccato nei versetti 2 e 3. Li leggo di nuovo.

2 Ma quanto a me, quasi inciampavano i miei piedi, e poco mancò che i miei passi sdrucciolassero. 3 Poiché portavo invidia ai vanagloriosi, vedendo la prosperità dei malvagi.

Asaf aveva il peccato di invidia nella sua vita. Questa fu causata dal fatto che egli vedeva la prosperità dei malvagi intorno a sé, anziché guardare a Dio.

Nonostante Asaf fosse un grande uomo di Dio, quando scelse di focalizzarsi sulle ingiustizie intorno a sé, ne fu aggravato.

Anche noi saremo turbati e agitati ogni volta che sceglieremo di focalizzarci sulle ingiustizie intorno a noi, anziché su Dio. Perciò, consideriamo attentamente quello che è successo ad Asaf, per capire come risolvere questo problema, visto che è un problema anche per noi.

Vv. 3-9 – Consideriamo la situazione

Consideriamo ancora meglio la situazione.

Asaf era turbato dalle ingiustizie che vedeva intorno a sé. Cioè, vedeva che gli uomini malvagi, uomini che non avevano alcun timore di Dio, stavano molto meglio di tanti altri, e sicuramente meglio di lui. Questo non era giusto, e lo turbava tantissimo.

Gli pesava il fatto che spesso, era proprio la malvagità di questi uomini che portava loro dei benefici. Per uno che si impegnava a vivere con timore di Dio camminando in giustizia, avendone poi tanti problemi, sembrava insopportabile osservare ciò.

Però, posso pensare che qui Asaf stava credendo in una menzogna. Lui vedeva la prosperità dei malvagi. Vedeva che stavano benissimo. E certamente, possiamo presumere che c'erano tanti malvagi che stavano bene. Però, anche i malvagi hanno i loro problemi. In questo mondo, tutti hanno i loro problemi. Tutti hanno i loro pesi. Però spesso tendiamo a non guardare tutto.

E come il ragazzino che dice ai suoi genitori: "tutti i miei amici hanno un motorino!" In realtà, non tutti quanti hanno un motorino. Magari vari amici, forse anche la maggioranza. Ma assolutamente non tutti. Però, al momento contano solo quelli che hanno un motorino. E così se ne sente privato. Non sta guardando a tutto in modo onesto. Si autoinganna.

Quanto spesso cadiamo nella trappola di vedere la nostra situazione in modo distorto. A quel punto, non solo non guardiamo a Dio, ma non vediamo in modo reale e vero la nostra situazione. Probabilmente, questa era una parte del problema di Asaf.

Notiamo come Asaf vedeva queste persone:

v.3 prepotenti, vanagloriosi, malvagie

v.6 superbe, violente

v.7 con il cuore traboccante di immaginazioni perverse.

v.8 che scherniscono, tramano di opprimere, parlano con arroganza.

v.9 parlano contro il cielo, quindi, non hanno nessun timore di Dio. La lingua percorre la terra, erano pronte a disprezzare chiunque.

Asaf notava gli apparenti vantaggi che avevano:

v.3 la loro prosperità

v.4 non ci sono dolori, corpi pingui, ovvero, corpi fin troppo nutriti

v.5 Non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini.

v.7 Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso; dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.

Quando leggiamo i versi 1,2,3, possiamo capire che per Asaf, la vita non era così facile come lo era per questi malvagi. Quindi, era molto facile essere tentati ad invidiare queste persone.

Vv. 10, 11 – Rapportiamo il tutto a noi oggi

Se rapportiamo tutto questo alla nostra vita di oggi, possiamo dire che in un certo senso, poco è cambiato. La vita oggi è molto simile alla vita di allora. Ci sono tanti malvagi che umanamente parlando, hanno una bella vita. Non hanno alcun timore di Dio, eppure, vivono con il meglio del mondo.

Nei versetti 10 e 11, leggiamo che la maggioranza delle persone segue questi malvagi. Vediamo esattamente la stessa cosa oggi. Ci sono quelli che hanno raggiunto un certo livello di fama o di successo. La grande maggioranza delle persone non ha raggiunto quel successo, e perciò, ha una certa stima di quelle persone, e vuole imitarle. Se consideriamo tanti atleti, tanti cantanti, attori e attrici, e altre persone famose, tantissimi hanno una vita lontanissima dalla santità. Tanti disprezzano Dio palesemente, e vivono immersi palesemente nei peccati. Eppure, vengono innalzati da tanti come eroi. Sono stimati da tantissimi. Tante persone pendono dalle loro labbra. Come era ai tempi di Asaf, così è oggi. Le persone corrono dietro a chi è ricco e famoso.

Vv. 12-14

Dal versetto 12, comprendiamo che Asaf non era tranquillo. Voglio leggere i versetti 12-14, e comprendiamo l'invidia di Asaf, dovuta al fatto che lui non era tranquillo come a lui sembrava che fossero loro. Lui aveva tante prove e difficoltà, che non vedeva in loro. Leggo questi versetti.

“12 Ecco, costoro sono empi, eppure essi sono sempre tranquilli ed accrescono le loro ricchezze. 13 Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell’innocenza. 14 Poiché sono colpito tutto il giorno e castigato ogni mattina.” (Salmo 73:12-14 LND)

È fondamentale notare quello che lui dichiara nel versetto 13. Il suo ragionamento è tutto storto. Notate che lui dichiara: "invano ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell'innocenza."

In altre parole, Asaf sta dicendo che nonostante lui avesse confessato i suoi peccati di cuore, e si comportasse in modo puro e santo, che sarebbe il senso di “lavare le mani nell'innocenza”, era tutto vano. Cioè, non gli aveva dato alcun beneficio.

Fermatevi a considerare quello che sta dicendo. Purtroppo, anche noi cadiamo nel credere a questo ragionamento distorto. Asaf sta dichiarando che secondo il suo ragionamento, il fatto che camminava in santità avrebbe dovuto dargli dei benefici che lui non vedeva. Si confrontava con gli uomini malvagi, e vedeva che stavano meglio di quanto stesse lui per quanto riguarda le benedizioni terrene. E per questo, a lui sembrava vana la sua vita di ubbidienza a Dio.

Però, considerate il metro che stava usando, lo stesso metro che a volte anche noi usiamo. Lui stava dicendo che visto che camminava in santità e ubbidiva a Dio, Dio avrebbe dovuto fargli avere una vita facile con pochi problemi. In altre parole, lui stava pensando che la vera benedizione era una vita facile, con pochi problemi. Alcuni uomini malvagi avevano questo, mentre Asaf non aveva quella vita, e perciò, aveva invidia. A lui sembra vano seguire il Signore.

Però, dobbiamo considerare se la vera benedizione è una vita con pochi problemi pratici, e una certa ricchezza materiale. Cioè, una vita facile e con pochi problemi è veramente una vita benedetta? Chi pensa così ha una prospettiva molto distorta. Infatti, Asaf stesso riconosce il suo grave errore. Seguiamo questo Salmo, pregando che anche noi riconosceremo la stoltezza di quel ragionamento, che facilmente abbiamo anche noi.

Vv. 15,16 – Asaf cerca una soluzione

Asaf capiva che il suo ragionamento era sbagliato. Cioè, nonostante avesse questi pensieri, sapeva che erano sbagliati. Prego che anche noi possiamo riconoscere quando i nostri ragionamenti sono sbagliati, e se non da soli, che ascolteremo altri credenti che ci aiutano a capire che i nostri pensieri sono sbagliati.

Leggo i suoi pensieri nei versetti 15 e 16.

“15 Se avessi detto: "Parlerò anch’io così," ecco, avrei rinnegato la generazione dei tuoi figli. 16 Allora ho cercato di comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto difficile.” (Salmo 73:15-16 LND)

Asaf capiva che i suoi ragionamenti erano sbagliati, ma non capiva perché. Sapeva che sarebbe stato sbagliato rinunciare a Dio per vivere come gli altri. Ma non riusciva a comprendere perché la vita era così, con i malvagi che vivevano bene, dal suo punto di vista, e lui che aveva tanti problemi.

Non poteva rinnegare la sua salvezza, ma era confuso.

Non vedeva una soluzione. Non capiva perché la vita era così.

Però, se ci fermiamo a considerare quello che abbiamo letto finora, possiamo capire perché era così. Dove guardava Asaf? Dove era focalizzato? Che tipo di benedizioni considerava?

Asaf stava guardando solamente alle benedizioni terrene. Non stava tenendo a mente le benedizioni spirituali, né considerava minimamente le promesse di Dio.

Ogni volta che noi scegliamo di focalizzarci sulle benedizioni terrene, e a non considerare le promesse di Dio, anche noi arriveremo ad essere come Asaf, tutti abbattuti, confusi, e scoraggiati.

La soluzione non è mai in noi stessi. La soluzione è fissare i nostri pensieri sulle verità che Dio ci dichiara nella Sua Parola.

Vv. 17-20 – la soluzione

Leggiamo i versetti 16 a 20.

“16 Allora ho cercato di comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto difficile. 17 Finché sono entrato nel santuario di DIO e ho considerato la fine di costoro. 18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli e così li fai cadere in rovina. 19 Come sono distrutti in un momento spazzati via consumati con improvvisi terrori! 20 Come un sogno al risveglio, così tu, o Signore, quando ti risveglierai, disprezzerai la loro vana apparenza.” (Salmo 73:16-20)

La soluzione è alzare gli occhi, e anziché guardare alle benedizioni terrene, guardare alle promesse di Dio, e a ciò che ci aspetta dopo la morte.

Infatti, vediamo questo quando nel versetto 17 Asaf dichiara:

“17 Finché sono entrato nel santuario di DIO e ho considerato la fine di costoro.” (Salmo 73:17)

Quello che serve per superare il nostro turbamento è stare in silenzio davanti a Dio, e poi, considerare attentamente quello che ci dichiara nella Sua Parola.

Un altro Salmo che ci dà questo stesso consiglio per quando siamo agitati per la malvagità intorno a noi è il Salmo 37. Leggo Salmo 37:7.

“Sta’ in silenzio davanti all’Eterno e aspettalo; non affliggerti per colui che prospera nelle sue imprese, per l’uomo che segue i suoi malvagi disegni.” (Salmo 37:7)

Anziché agitarci, dobbiamo metterci davanti all'Eterno e aspettare Lui. Dio ha i Suoi tempi, e poi, come leggiamo nel nostro Salmo, arriva, alla fine, il giudizio. Il giudizio è quando Dio giudicherà ogni ingiustizia, il giudizio sarà quando la fede sarà premiata, il peccato sarà punito. Il giudizio darà senso a tutto quello che finora non sembrava aver senso.

Se guardiamo solo alle circostanze intorno a noi, e non teniamo conto dell'eternità che ci sta davanti, e del giudizio, e dal tormento eterno per chi è senza Cristo, e per le gioie eterne per chi è in Cristo, se guardiamo solo ad oggi, certamente il nostro cuore sarà turbato e non avremo pace.

Ma quando guardiamo al tutto, allora, come Asaf, possiamo avere pace, possiamo vedere la vera condizione di quelli che sono intorno a noi, tenendo conto della loro eternità. E possiamo considerare la nostra vera condizione, alla luce anche della nostra eternità.

Poi nei versetti da 18 a 20, Asaf considera quanto sarà terribile per coloro che non sono salvati l'arrivo del giudizio di Dio. Leggo ancora i versetti da 18 a 20.

“18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli e così li fai cadere in rovina. 19 Come sono distrutti in un momento spazzati via consumati con improvvisi terrori! 20 Come un sogno al risveglio, così tu, o Signore, quando ti risveglierai, disprezzerai la loro vana apparenza.” (Salmo 73:18-20)

Quando consideriamo il giudizio di Dio, e quanto sarà terribile la sofferenza di tutto coloro che non hanno Cristo, certamente, i vantaggi che hanno ricevuto in questa vita non valgono nulla. Come diceva Gesù, che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua. Qui, la chiave per capire la situazione è tener conto non solo della situazione al momento, ma anche dell'eternità.

Vv. 21, 22 – Il peccato di Asaf

Quando Asaf considera tutto questo, torna a riconoscere la gravità del suo peccato. Vediamo allora quanto era stato stolto quando aveva smesso di pensare all'eternità. Leggo i versetti 21 e 22.

“21 Quando il mio cuore era inacerbito e mi sentivo trafitto internamente 22 io ero insensato e senza intendimento; davanti a te ero come una bestia.” (Salmo 73:21-22 LND)

Con grande umiltà, Asaf riconosce quanto era stolto quando era turbato, dichiara che era insensato e senza intendimento, come una bestia.

Un frutto del camminare veramente bene davanti a Dio è ravvederci veramente e riconoscere pienamente il nostro peccato, senza scuse e senza giustificazioni. Asaf era così, e in questo vediamo che era un vero uomo di Dio.

A questo punto, chiedo a ciascuno di voi: anche noi cadiamo nel peccato, anche noi arriviamo ad avere pensieri distorti; la domanda è se siamo pronti, come Asaf, a riconoscere veramente la stoltezza dei nostri ragionamenti distorti? Questo è un frutto dell' aver veramente riconosciuto e abbandonato quei pensieri.

Quando noi non teniamo a mente le verità di Dio, quando i nostri ragionamenti sono umani, allora siamo come bestie, siamo veramente degli stolti. Quanto è importante che teniamo sempre presente nella nostra mente le verità di Dio!

Quanto siamo stolti e insensati quando dubitiamo di Dio, solamente perché non abbiamo quello che volevamo o aspettavamo. Dio ha promesso di curarci, e questo vuol dire che in qualunque condizione ci troviamo, Dio ci sta curando, nel migliore dei modi. Dobbiamo tenere a mente che Dio non ci promette una vita facile, piuttosto ci promette ricche benedizione spirituali, anche nelle prove terrene più difficili. Oh che possiamo essere pronti ad abbandonare i nostri ragionamenti sbagliati, e ad aggrapparci a Dio!

Vv. 23, 24 – La cura di Dio

Asaf era stato insensato. Spesso, anche noi siamo insensati. Invece, com’è Dio? Asaf ci dà la risposta in vv.23,24.

“23 Ma pure io sono sempre con te; tu mi hai preso per la mano destra. 24 Tu mi guiderai col tuo consiglio e poi mi porterai nella gloria.” (Salmo 73:23-24 LND)

NOI stiamo stati insensati, stolti, duri di cuore. Noi abbiamo dubitato di Dio, quando Dio era fedele. Ma nonostante la nostra stoltezza e il nostro peccato, DIO è rimasto fedele. Dio non ci abbandona, Dio resta sempre con noi, così possiamo dire, come Asaf, che noi siamo sempre con Dio.

Prego che possiamo comprendere la fedeltà di Dio, e così, i nostri cuori saranno ancora più colpiti dall’amore di Dio.

Infatti è fondamentale comprendere e ricordare che Dio rimane sempre con noi. Ci sono tanti versetti che parlano di questo. Leggo Deuteronomio 31:6,8; Isaia 41:10 e poi Ebrei 13:5.

“Siate forti e coraggiosi, non abbiate paura, non spaventatevi di loro, perché l’Eterno il tuo DIO, è lui stesso che cammina con te egli non ti lascerà e non ti abbandonerà".” (Deuteronomio 31:6 LND)
“Inoltre l’Eterno stesso cammina davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non aver paura e non sgomentarti".” (Deuteronomio 31:8 LND)

Poi Isaia 41:10.

“Non temere, perché io sono con te non smarrirti, perché io sono il tuo DIO. Io ti fortifico e anche ti aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia.” (Isaia 41:10)

Infine, Ebrei 13:5, che cita Deuteronomio 31:6.

“Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò".” (Ebrei 13:5 LND)

Dio non smette mai di curare i Suoi figli perfettamente. Dio è con te, se tu sei un figlio di Dio. E Dio ti guiderà con il Suo consiglio. Quanto è importante che noi seguiamo il consiglio di Dio!

Dio ci consiglia tramite la Parola di Dio. Essa ci mostra tutto ciò che è necessario per la vita e la pietà. Ci insegna tutto ciò che dobbiamo conoscere di Dio. Ci insegna le Sue promesse. Ci insegna come vivere in ogni situazione della vita.

Dio usa lo Spirito Santo per guidarci. A volte, Egli ci guida direttamente, spingendo il nostro cuore nella direzione giusta. In tanti casi, lo Spirito parla tramite altri credenti. Per esempio, lo Spirito Santo dà doni spirituali, tipo, l’insegnamento, il dono di ammonire, di esortare, di consolare. Quanto è importante che ascoltiamo la guida dello Spirito Santo che ci arriva tramite altre persone.

Nella seconda parte del versetto 24, troviamo una promessa meravigliosa. Leggo di nuovo il versetto 24.

“Tu mi guiderai col tuo consiglio e poi mi porterai nella gloria.” (Salmo 73:24 LND)

Asaf, nonostante i suoi peccati, avendo fede in Dio, sapeva che Dio lo avrebbe portato nella gloria. Asaf, non per merito suo, ma per merito di Dio, sapeva di essere salvato e di avere davanti a se l’eternità con Dio. Quanto di più noi possiamo avere questa speranza, avendo la Parola di Dio e la guida dello Spirito Santo, e sapendo che Gesù Cristo è la nostra giustizia. Se siamo in Cristo, Dio porterà anche noi nella gloria. Non importa quanto questa vita è difficile o che non riprovi, ma sarà velocemente, e poi, essendo in Cristo, Dio ci porterà nella gloria per sempre.

Vv. 25, 26 – Il dono più grande è Dio stesso

Ora che Asaf era tornato ad avere buon senso, ora che stavo vedendo di nuovo la realtà delle cose, capiva che la vera benedizione non era una vita facile, una vita che gli altri uomini potevano invidiare, ma era essere in comunione con Dio. Noi sappiamo che quella comunione è per mezzo di Gesù Cristo. Leggiamo quello che Asaf dichiara, per quanto riguarda il riconoscere che Dio è il Tesoro più grande di tutti. Leggo i versetti 25 e 26.

“25 Chi ho io in cielo fuor di te? E sulla terra io non desidero altri che te. 26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma DIO è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno.” (Salmo 73:25-26 LND)

La più grande benedizione della vita cristiana è arrivare a capire che Dio è la più grande benedizione. Ora noi comprendiamo che Dio stesso è la gioia della vita cristiana, allora, arriviamo a non desiderare più niente sulla terra se non Dio. Arriviamo a capire che tutte le altre cose non importano, basta che abbiamo Dio. Questa è la vera benedizione. Dio è la rocca del nostro cuore, è la nostra parte in eterno. In altre parole, Dio è la vera benedizione, tutto quello che avremo per l'eternità.

Le benedizioni che Dio ci dà su questa terra possono essere belle, ma passeranno. Invece, il nostro rapporto con Dio e la benedizione di essere in Cristo non passerà mai. Quindi, il modo di avere la piena gioia della salvezza è riconoscere che Dio è quella gioia. Come leggiamo nel Salmo 37:4

"Prendi il tuo diletto nell'Eterno ed egli ti darà i desideri del tuo cuore." (Salmo 37:4)

Se tu vuoi la vera gioia della salvezza, in qualunque circostanza della vita, trova il tuo diletto nell'Eterno.

Perciò (conclusione)

Concludo ricordando le verità principali che Dio ci mostra in questo Salmo. Quanto è importante che non guardiamo alle nostre circostanze per cercare la pace e la gioia! Le nostre circostanze non sono la misura dell'amore di Dio per noi e la cura di Dio per noi.

Ci sono ingiustizie in questa vita, ma sono solo temporanee. Cioè, Dio ha stabilito di giudicare il mondo, e ogni ingiustizia sarà tolta di mezzo. Quindi, visto che Dio giudicherà ogni male, non è una vera ingiustizia, è solo la situazione el momento, finché non arriverà il giorno stabilito da Dio.

E quindi, per poter avere la gioia della salvezza e la pace, dobbiamo vivere con un punto di vista eterno. Questo è l'unico punto di vista secondo verità. Se noi non teniamo conto della verità, e del giudizio finale, e del fatto che tutti quelli senza Cristo saranno puniti per l'eternità, mentre coloro che sono in Cristo avranno gioie eterne, se non teniamo tutto questo in mente, certamente potremo essere agitati e turbati. Ma sarà perché non stiamo ricordando la verità. Quindi, forse, la lezione più grande di questo Salmo è quanto è importante trovare in Dio il nostro Tesoro, e vivere per l'eternità con Dio, e non agitarci per le circostanze di adesso.

Quando vediamo quelle che sembrano ingiustizie, ricordiamo che Dio ha tutto sotto controllo, e giudicherà tutti.

E soprattutto, ricordiamo che avendo Dio, in Cristo Gesù, abbiamo quello che supera qualsiasi altra benedizione che esiste. Troviamo grande gioia nel fatto di essere in Cristo Gesù, e avere libero accesso a Dio stesso. Noi passeremo l'eternità con Dio, Dio stesso abiterà con noi e noi con Dio. Gioiamo in questa verità.