Aiuto Biblico

Morto per noi, risorto per noi

Isaia 53

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 2 giugno 2018, – cmd es –
Descrizione: Consideriamo il sacrificio di Cristo, e la sua risurrezione, come profetizzati in Isaia 53.
parole chiavi: Isaia, profezia, morte di Gesù, risurrezione, sacrificio di Gesù Cristo

Audio:

La Bibbia è centrata su Gesù Cristo. L’Antico Testamento è pieno di profezie che parlano di Cristo. Per esempio, in 1Pietro 1:10-12, impariamo che era lo Spirito di Cristo che parlava ai profeti dell'Antico Testamento, annunciando in anticipo la sua morte e risurrezione. Leggo.

“10 Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi, 11 cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite. 12 A loro fu rivelato che, non per se stessi ma per noi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato l’evangelo, mediante lo Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano riguardare addentro.” (1Pietro 1:10-12 LND)

Notate che era lo spirito di Cristo che era nei profeti che attestava anticipatamente delle sofferenze che Cristo avrebbe subito, anche delle glorie che le avrebbero seguite. Cioè, lo spirito di Gesù Cristo rivelava ai profeti nel tempo dell'Antico Testamento delle sofferenze che Cristo avrebbe subito, e rivelava anche delle glorie che avrebbero seguito quelle sofferenze. Ovvero, rivelava anche della risurrezione e la glorificazione di Gesù Cristo. Quindi, Cristo stesso ha rivelato ai profeti della croce e della risurrezione.

In Giovanni 5:39,40, Gesù dichiara che le Scritture, che a quel punto erano l'Antico Testamento, testimoniano di Lui. Ve lo leggo.

“39 Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita.” (Giovanni 5:39-40 LND)

La predicazione di Paolo ai Giudei era di mostrare dalle Scritture, dall'Antico Testamento, che il Cristo doveva soffrire e risuscitare. Leggo Atti 17:1-3.

“1 Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era la sinagoga dei Giudei. 2 E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti tratti dalle Scritture, 3 dichiarando e dimostrando loro, che era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti, e dicendo: "Questo Gesù che vi annunzio è il Cristo".” (Atti 17:1-3 LND).

Il punto da capire è che ripetutamente nel Nuovo Testamento vediamo commenti che ci dichiarano che l'Antico Testamento parlava della sofferenza e della risurrezione di Gesù Cristo. Cioè, nell'Antico Testamento troviamo profezie che il Cristo doveva soffrire e morire, come sacrificio per il peccato. Questo è il piano che Dio aveva stabilito per salvare degli uomini, ed era tutto profetizzato. Non è successo per caso, era il piano di Dio dall'inizio. Infatti, nel piano di Dio, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo furono stabilite prima della fondazione del mondo. Vi leggo Apocalisse 13:8. In questo brano, stiamo guardando in cielo.

“E l’adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello, che è stato immolato fin dalla fondazione del mondo.” (Apocalisse 13:8 LND)

La morte e la risurrezione di Gesù Cristo erano il piano di Dio prima che avesse fondato il mondo. Quindi, non è stata una reazione di Dio, perché Dio non reagisce. Dio non è influenzato dagli avvenimenti, Dio ha determinato dentro di sé quello che farà. E la morte di Gesù Cristo, insieme alla sua risurrezione, è sempre stata il piano di Dio.

Oggi, vorrei considerare insieme alcuni aspetti della morte e della risurrezione di Gesù Cristo, non dal punto di vista storico, ma dal punto di vista profetico. Cioè, voglio considerare insieme una profezia della morte di Gesù sulla croce come sacrificio per il peccato, e anche della sua risurrezione. Perciò, trovate con me un brano ben conosciuto, Isaia 53. Inizieremo in Isaia 52:13, che tanti dicono che sarebbe stato il punto migliore per iniziare il capitolo.

Brano

Iniziamo con Isaia 52:13-15.

Questo brano inizia con “ecco”. Dio vuole che guardiamo, che prendiamo nota di questo. Questo brano parla del Cristo, che doveva venire, ed è venuto nella persona di Gesù, parla del Cristo descrivendoLo come il Servo di Dio. Cioè, in questo brano Dio parla, e chiama il Cristo suo servo.

Prima di leggere questo brano, vorrei considerare alcune verità che esso ci mostra. Prima di tutto, questo brano è chiaramente un brano profetico. Sta parlando del Messia, del Cristo. Fu scritto secoli prima di Gesù Cristo. Viene citato o almeno usato come base di vari commenti nel Nuovo Testamento. Quindi, è chiaro che sta parlando di Gesù Cristo. È chiaro che è genuino, perché i Giudei non avrebbero mai messo un brano così nella Bibbia, in quanto va contro il loro concetto del Messia. Loro volevano un Messia vittorioso, che avrebbe dato la vittoria a Israele e vinto sui suoi nemici. È interessante che i Giudei, dal tempo di Cristo, dicono che questo brano è difficile da comprendere, e che non si capisce a chi si riferisca. Questo è perché hanno rifiutato Gesù come il Cristo, e aspettano un altro tipo di Messia. Perciò, sono accecati e non riescono a capire il chiaro senso di questo brano.

Notate che la sofferenza descritta in questo brano sono descritte nel passato, mentre quello che riguarda la sua gloria è scritto nel tempo futuro. Chiaramente, per Isaia che ha scritto questa profezia il tutto era futuro. Però, l'adempimento del sacrificio di Gesù Cristo sarebbe sulla croce ad un punto che ormai per noi è passato. Invece, l'adempimento della pienezza della gloria di Cristo riguarda il suo ritorno, che sarà alla fine del mondo. Con quello, seguite mentre leggo Isaia 52:13-15. Notate che questi versetti iniziano parlando della gloria che Cristo avrà, ma subito dopo inizia a parlare della sua umiliazione. Seguite mentre leggo.

“13 Ecco, il mio servo prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato. 14 Come molti erano stupiti di te, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e la sua sembianza più di quella dei figli dell’uomo, 15 così egli aspergerà molte nazioni; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, perché vedranno ciò che non era mai stato loro narrato e comprenderanno ciò che non avevano udito.” (Isaia 52:13-15 LND)

Dio chiama Cristo il suo servo. In Ebrei 10, Cristo si presenta come il servo di Dio, che è venuto nel mondo per fare la volontà di Dio. In quel senso, Cristo Gesù, il Figlio di Dio, pienamente divino, è il Servo di Dio.

Cristo prospererà e sarà innalzato. Ora, perché viviamo nel periodo dopo la risurrezione, Gesù è stato innalzato, e sta alla destra di Dio. Lui sta prosperando, perché per mezzo suo Dio sta salvando persone in tutto il mondo, edificando la Chiesa, di cui Gesù Cristo è il capo. Però, Gesù sarà ancora più innalzato quando ritornerà alla fine del mondo, perché ogni ginocchio si piegherà davanti a lui, e ogni lingua riconoscerà che egli è il Signore.

Però, quando Isaia ha scritto questo, Cristo doveva prima essere umiliato, doveva essere sfigurato, doveva essere ucciso sulla croce al posto di uomini peccatori.

Adesso, leggo dal Isaia 53:1-3.

“1 Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell’Eterno? 2 Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura, né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. 3 Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.” (Isaia 53:1-3 LND)

Iniziando in 53:1, leggiamo che Gesù è venuto come un uomo umile, non come un uomo importante. Gesù non è venuto come grande imperatore, pur essendo il Signore di tutto. Gesù non è venuto come grande maestro, anche se era il più grande maestro mai vissuto. Gesù non è venuto come grande generale o soldato, nonostante che è onnipotente. Gesù non è venuto come uomo ricchissimo, anche se tutto il mondo è tutto quello che il mondo contiene appartiene a lui. Gesù è venuto come uomo semplice, uomo povero, uomo senza potere politico, uomo senza grandi studi. Non aveva figura né bellezze da attirare i nostri sguardi, né apparenze da farcelo desiderare. Non c'era niente di particolare in Gesù, per quanto riguarda le cose naturali, e quello che l'uomo tende a innalzare.

Piuttosto, Gesù era disprezzato e rigettato dagli uomini. Pensate come veniva visto dai farisei, gli uomini importanti dell'epoca. I farisei e altri capi religiosi erano gli uomini stimati, erano gli uomini onorati. Erano gli uomini che gli altri vedevano come portavoce di Dio. Erano considerati gli uomini scelti da Dio per rappresentarLo nel mondo, e per guidare gli altri. Si alzavano al di sopra degli altri, e disprezzavano coloro che erano sotto di loro.

Per loro, Gesù non era nessuno. Non era uno studioso. Non aveva potere. Era un semplice falegname. E perciò, era disprezzato e rigettato dagli uomini.

Ma Gesù era anche l'uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza. In Ebrei 4:15, leggiamo che Gesù è stato tentato in ogni cosa. Leggo quel versetto.

“Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.” (Ebrei 4:15 LND)

Gesù Cristo è stato tentato in ogni cosa, è stato provato in ogni cosa. Conosce ogni tipo di dolore. Gesù Cristo è stato tradito, è stato abbandonato, è stato disprezzato ingiustamente, è stato odiato. È stato maltrattato. Conosceva la fame, conosceva la stanchezza, conosceva ogni tipo di dolore. Infatti, si può dire di Gesù e di Gesù solo che è stato tentato in ogni cosa, senza però commettere peccato.

Mi spezza il cuore quando sento persone che innalzano altri al posto di Cristo. Per esempio, ci sono coloro che dicono che la Madonna è la nostra madre, che ci comprende nelle nostre sofferenze. Questo implica che lei ci comprende più di Gesù Cristo. Che terribile menzogna. Prima di tutto, la Madonna non è Maria che ha partorito Gesù Cristo. È tutto un altro personaggio. Secondo, lei non è la nostra madre. Numero tre, nei secoli si è creato un modo di vedere questa cosiddetta Madonna che la mette al posto di Gesù Cristo. Lei viene falsamente presentata come avvocatessa, quando Cristo è il nostro unico Avvocato. Lei viene dichiarata come fonte della grazia di Dio, come chi ci comprende. Invece, Gesù Cristo, e solamente Gesù Cristo è tutto quello. Quindi, nessuno può comprenderci come Gesù Cristo. Dire che c'è qualcuno che ci comprende in ogni nostra sofferenza che non è Gesù Cristo nega a Gesù un suo ruolo, e una parte della sua gloria. Questo è un insegnamento falsissimo. Gesù Cristo è uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza. Gesù Cristo è colui che può comprenderci in ogni sofferenza. Solamente Gesù Cristo ha quel ruolo. Gesù Cristo può comprenderci perfettamente, e perciò, non serve nessun altro, e non c'è nessun altro.

Il brano poi dichiara che nonostante che Gesù Cristo era disprezzato, noi non ne facemmo stima alcuna. Consideriamo questa verità triste. Gesù Cristo è il glorioso Cristo, il Salvatore, il Redentore. Eppure, anziché essere onorato, anziché essere riconosciuto nella sua gloria, anziché riconoscere la grandezza del suo sacrificio, e la sua umiliazione per poter salvarci, lo abbiamo disprezzato, e non ne facemmo stima alcuna.

Ognuno di noi, prima che Dio ci salvasse, disprezzava Gesù Cristo, e quello che aveva fatto. Nessuno di noi stimava Cristo e il suo sacrificio come dovevamo. Nessuno di noi considerava in realtà quello che Gesù aveva fatto sulla croce per noi. Nessuno di noi considerava che le sofferenze di Gesù erano per noi.

Il brano continua con il versetto 4, e spiega che nonostante che non stimavamo Gesù, che in realtà, nella sua sofferenza sulla croce portava le nostre malattie, ovvero il nostro peccato. Eppure, lo vedevamo come percorso da Dio, anziché chi era sulla croce al posto nostro. Leggo il versetto quattro.

“4 Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato.” (Isaia 53:4 LND)

Questo brano, come tutta la Bibbia, rende chiaro che quando dichiara che Gesù portava le nostre malattie, e i dolori, sono i nostri peccati. Vediamo questo già nel versetto 6 di questo capitolo, quando dichiara che l'Eterno ha fatto ricadere su di lui le iniquità di noi tutti. Cioè Gesù si è caricato della nostra iniquità, del nostro peccato. Perciò, quando leggiamo che egli portava le nostre malattie e si è caricato dei nostri dolori, sta parlando della nostra iniquità, il nostro peccato contro Dio.

Cioè nonostante che noi disprezzavamo Gesù, e non stimavamo le sue sofferenze per salvarci, erano i nostri peccati che lui portava quando è andato alla croce.

Nonostante questo, noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio, ed umiliato. Finché lo Spirito Santo non ci aprì gli occhi, non vedevamo che Cristo stava morendo per noi. Lo vedevamo colpito, percosso da Dio ed umiliato. Andavamo avanti con la nostra vita, dando spazio al nostro orgoglio, non riconoscendo il sacrificio di Gesù Cristo. Il brano continua, e martella sul fatto che Gesù è morto sulla croce per le nostre trasgressioni, per il nostro peccato, e che questo è il sacrificio che ci ha comprato la salvezza. Leggo il versetto 5.

“5 Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.” (Isaia 53:5 LND)

Nel versetto 4, diceva che lui portava le nostre malattie, e i nostri dolori. Qua, dice in modo diretto che è stato trafitto per le nostre trasgressioni, e schiacciato per le nostre iniquità. Questo conferma quello che ho appena detto, che con malattie e dolori intende il nostro peccato davanti a Dio. Gesù è stato punito per le nostre trasgressioni.

Fermiamoci qua per considerare da chi è stato trafitto per le nostre trasgressioni. Certamente, non è stato trafitto dagli uomini per le nostre trasgressioni. Né i Giudei, né Pilato e i romani hanno trafitto Gesù per le nostre trasgressioni. Non stavano pensando minimamente ad un sacrificio per i nostri peccati per pagare la nostra coppa davanti a Dio. No, non è stato trafitto da loro per i nostri peccati. Piuttosto, è stato trafitto da Dio per i nostri peccati, per le nostre trasgressioni. Dio si è servito della crocefissione per punire Gesù Cristo al posto di noi che Dio avrebbe salvato. Sulla croce, Gesù è stato punito dal padre per il nostro peccato.

Pensate a quanto era terribile quello che queste parole rappresentano. Parla di essere trafitto. Parla di essere schiacciato. Parla del castigo. Queste parole così forti descrivono una punizione dolorosa e terribile, che andava oltre una punizione fisica, e arrivano ad una punizione spirituale. Gesù è stato schiacciato dal Padre, l'ira di Dio è caduta su di lui, per pagare la condanna dei nostri peccati. Sono state le nostre iniquità che Gesù ha pagato con la sua sofferenza. Infatti, nel versetto cinque leggiamo: per le sue lividure noi siamo stati guariti. Eravamo coperti con i nostri peccati, malati spiritualmente con una malattia che portava alla morte eterna. È stata la sofferenza di Cristo Gesù sulla croce, non solo la sofferenza fisica, ma molto di più la sofferenza spirituale dal Padre, che ci ha guarito, che ci ha dato la vita eterna, che ha tolto la nostra condanna.

Il versetto 6 è uno delle verità più meravigliose nella Bibbia. Seguite mentre lo leggo.

“6 Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.” (Isaia 53:6 LND)

Cosa dice questo brano di noi? Dichiara che noi tutti eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via. In altre parole, ogni essere umano segue la propria via anziché la via di Dio. Ogni essere umano è un peccatore, che di natura non segue Dio, ma piuttosto segue una via sbagliata, segue la propria via. Una persona segue una via, un'altra persona segue un'altra via. Ognuno segue la propria via. Ma la propria via non è la via di Dio. Di natura, siamo tutti ribelli. Di natura, siamo tutti erranti, sulla via che porta al tormento eterno.

Nella sua grande compassione, in base alla sua grande misericordia, spinto dal suo grande amore, l'Eterno ha fatto ricadere su Gesù Cristo le iniquità di noi tutti. Noi eravamo colpevoli, Gesù Cristo è il Santo di Dio, assolutamente puro e senza colpa. Ma per poterci salvare, per poter mantenere la sua giustizia che richiede che i nostri peccati vengano puniti, l'Eterno ha fatto ricadere su Gesù Cristo la nostra iniquità. Gesù Cristo ha preso la nostra iniquità, per essere punito da Dio al nostro posto. Questo era l'unico modo possibile per poterci salvare. Dio è un giusto giudice, e doveva punire il nostro peccato. Per amore di noi, lo ha fatto ponendo Gesù Cristo al nostro posto. Prego che saremmo meravigliati da questa realtà.

Il Cuore di Cristo

Che cosa fai tu quando sei accusato falsamente? Come sta il tuo cuore quando viene accusato per qualcosa che qualcun altro ha fatto? Se vuoi vedere un bambino aggravato, accusalo o puniscilo per qualcosa che qualcun altro ha fatto. Se vuoi vedere un operaio o un dipendente amareggiato, dagli delle conseguenze negative per qualcosa che non ha fatto, ma che è stato fatto da un collega. Quando siamo accusati per qualcosa che ha fatto qualcun altro, ci turba terribilmente.

Allora, abbiamo appena letto che Dio ha caricato su Gesù Cristo la nostra iniquità. Quindi, Gesù è stato punito per qualcosa che non aveva fatto, in quel senso, era ingiusto. Era giusto perché era la volontà di Dio, e Gesù lo ha accettato volontariamente. Ma non era il suo peccato per cui è stato punito. Qual è stato il cuore di Gesù mentre subiva quella punizione nonostante che era innocente? Leggiamo il versetto 7.

“7 Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori, egli non aperse bocca.” (Isaia 53:7 LND)

Pur essendo assolutamente innocente, Gesù Cristo non si difendeva. Davanti il Sinedrio, davanti a Pilato, davanti a Erode, Gesù non si difendeva.

Quanto spesso noi combattiamo per difenderci anche quando in realtà siamo colpevoli. Per poterci salvare, per poter pagare il nostro debito, Gesù, il Santo, innocente, non aperse bocca. Accettava tutta l'ingiustizia per poter salvarci. Riflettiamo su questo.

Leggo il versetto 8 che ancora ci ricorda che la morte di Gesù Cristo era per pagare il peccato di coloro che Dio voleva salvare.

“8 Fu portato via dall’oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi rifletté che era stato strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo?” (Isaia 53:8 LND)

Cristo fu portato via dall'oppressione e dal giudizio e messo sulla croce. La sua causa era totalmente ingiusta. Pilato aveva capito la sua innocenza, ma per timore del popolo lo aveva consegnato alla morte per accontentare i Giudei. Gesù fu portato alla croce, dove Dio lo ha caricato con i nostri peccati. Gesù è stato strappato dalla terra dei viventi è colpito da Dio per le trasgressioni del popolo di Dio, di tutti coloro che Dio avrebbe mai salvato in tutta la storia.

Ma in quel giorno, nessuno capiva questo fino a dopo la risurrezione, i suoi discepoli stessi non capivano quello che Dio stava facendo in Gesù Cristo sulla croce. Ma noi siamo salvati per quel sacrificio.

Visto che Gesù era innocente, e dopo aver pagato la condanna dal peccato fu giustificato da Dio, Dio gestiva quello che è successo dopo la sua morte. Leggo il versetto 9.

“9 Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca.” (Isaia 53:9 LND)

Le autorità avevano previsto per Gesù la sepoltura con gli empi. Ma Dio, che controlla ogni cosa, gestiva le cose in modo che fosse posto nella tomba di un uomo ricco. Se ricordate, quando Gesù morì, Giuseppe, di Arimatea, lo mise nella sua tomba. Leggo Matteo 27:57-60.

“57 Poi verso sera giunse un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale era pure discepolo di Gesù. 58 Costui si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse consegnato. 59 E Giuseppe, preso il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito; 60 e lo mise nel suo sepolcro nuovo, che egli si era fatto scavare nella roccia; poi, dopo aver rotolato una grande pietra all’ingresso del sepolcro, se ne andò.” (Matteo 27:57-60 LND)

Dio gestiva perfino questo dettaglio per mostrare che Gesù era pienamente innocente, sia con le sue azioni che con le sue parole. Non aveva commesso alcuna violenza e non c'era stato alcun inganno dalla sua bocca. Gesù non aveva mai peccato, e perciò, Dio ha gestito tutto affinché fosse sepolto nella tomba di un ricco.

Nel versetto 10 troviamo di nuovo le dichiarazioni che era Dio che puniva Gesù mentre era sulla croce. Mentre consideriamo questa verità profondissima, prego che possiamo inginocchiarci davanti al nostro signore, riflettendo su quello che ha fatto Gesù Cristo, su quello che ha subito Gesù Cristo, mentre era sulla croce per i nostri peccati. Leggo il versetto 10.

“10 Ma piacque all’Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire...” (Isaia 53:10 LND)

Non dobbiamo mai dimenticare che Dio Padre percuoteva Gesù mentre era sulla croce. Dio lo ha fatto soffrire. È inconcepibile per noi di capire come Dio poteva percuotere e far soffrire il suo unigenito Figlio, Gesù Cristo, pur amandolo con amore perfetto ed eterno. Era a causa del piano di Dio di salvare uomini peccatori, perché non c'era alcun altro modo di poter salvarli, pur mantenendo la sua giustizia che doveva punire il peccato.

Troppo spesso viviamo immersi nei nostri piccoli problemi, e nei piccoli piaceri e piccoli sogni delle cose terrene e non meditiamo sull'immensità del sacrificio di Gesù Cristo. Gesù Cristo è il Santo di Dio, assolutamente puro e senza peccato, l'uomo Dio. Eppure, è andato alla croce al posto nostro. Dio ha percosso Gesù Cristo per i miei peccati e per i tuoi peccati, non dobbiamo mai lamentarci di qualunque difficoltà in questa vita, perché Gesù Cristo ha subito la condanna terribile che spettava a noi, e non dovremo mai subire noi quella condanna. Nessuna sofferenza o difficoltà qui è minimamente paragonabile a quello che dovevamo subire per tutta l'eternità, che Gesù Cristo ha subito.

Continuando nel brano, vediamo una chiara profezia della risurrezione, e del fatto che il sacrificio di Gesù Cristo porta frutto che dura in eternità. Leggo il resto del brano.

“ ...Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà dell’Eterno prospererà nelle sue mani. 11 Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. 12 Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i trasgressori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.” (Isaia 53:10-12 LND)

Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, Egli vedrà una progenie. Dopo la croce, dopo la morte, Gesù vedrà una progenie. Prima di tutto, parla della vita di Cristo dopo la sua morte. Poi, parla di una progenie, infatti, la morte della risurrezione di Gesù Cristo ha provveduto per Dio di far diventare suoi figli tante persone. Noi siamo figli di Dio se siamo in Cristo, e perciò, noi facciamo parte della progenie di Cristo.

Il brano dice che prolungherà i suoi giorni. Naturalmente, quando uno muore i suoi giorni finiscono. Invece, dopo la croce e la risurrezione i giorni di Cristo non hanno mai fine. Poi il brano dice che la volontà dell'Eterno prospererà nelle sue mani. Dopo la sua morte Gesù prospererà. Questo parla della risurrezione. Gesù Cristo è morto sì, ma poi, è risorto, e salito in cielo, e regna, e ritornerà. L'opera di Gesù Cristo è di edificare la sua Chiesa, e quell'opera va avanti, e nulla può fermarla. Leggo le parole di Gesù Cristo e Matteo 16. Sta parlando con i discepoli, e fu appena dichiarato da Pietro che Gesù è il Cristo. Su questa verità, la verità che Gesù è il Cristo, Cristo edifica la sua Chiesa. Leggo Matteo 16:18.

“Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere.” (Matteo 16:18 LND)

Cristo ha pieno successo in tutto quello che sta facendo.

Il brano continua e dichiara che Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto. Cristo è morto per salvare i peccatori, Egli trovò grande gioia vedendo che quell'opera ha prodotto il frutto desiderato.

Per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusto molti che si caricherà delle loro iniquità. Questo brano sta dichiarando che peccatori vengono giustificati in Gesù Cristo. Questo è il senso di “renderà giusti molti”. Avendo preso i loro peccati, quelli che arrivano a veramente conoscere Lui, per la sua conoscenza, vengono giustificati. Alleluia. Grazie a Dio per questa verità che sta descrivendo come noi siamo giustificati. Questo sta parlando del fatto che in Cristo Gesù noi che eravamo sotto la condanna ora siamo giustificati.

Conclude parlando sia del premio che ha Cristo, che ripetendo di nuovo che ha versato la sua vita fino a morire e che ha portato il peccato di molti, e ha interceduto per i trasgressori. Questo brano ripete volta dopo volta dopo volta che la morte del Cristo sarebbe stata per pagare per il peccato di peccatori. Dichiara in modo chiaro che la salvezza è per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Questo passo è una profezia, che è stata pienamente adempiuta quando il figlio di Dio è venuto in terra come uomo, è morto e risuscitato.

La vita cristiana più di qualsiasi altra cosa è pensare e ricordare e credere nella morte e della risurrezione di Gesù Cristo. Cercare di vivere la vita cristiana senza tenere ben presente in mente la morte e la risurrezione di Gesù Cristo diventa un'impresa ardua e scoraggiante. Invece, ricordando costantemente il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce per noi, insieme alla sua risurrezione e ascensione in cielo, ci dà gioia e la forza per continuare il cammino, aspettando il suo ritorno.

Ringraziamo Dio per il sacrificio di Gesù Cristo.