Aiuto Biblico

Isaia profetizza il sacrificio di Cristo

Isaia 53

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 17 aprile 2022, – cmd dp –
Descrizione: Consideriamo il sacrificio di Cristo, e la sua risurrezione, come profetizzati in Isaia 53.
parole chiavi: Isaia, profezia, morte di Gesù, risurrezione, sacrificio di Gesù Cristo (era 23-53.18f.odt)

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Cosa è più importante nella vita? Per aiutarci a capire la vita e l’eternità, in Luca 16 Gesù ci racconta di un uomo ricco, e di un povero di nome Lazzaro. Gesù non descrive il ricco come se fosse particolarmente malvagio. Infatti, vediamo che credeva in Dio e conosceva le Scritture. Però, il suo tesoro non era Dio. Gesù spiega che dopo la morte, quell'uomo si trovava in un terribile tormento e, per lui, non era più possibile uscire dal quel tormento. Avendo capito la sua situazione, più di ogni altra cosa quell'uomo voleva aiutare i suoi fratelli per non farli andare in quel luogo di tormento. Lui ha capito, troppo tardi, che nulla nella vita è importante, se dopo c’è quel tormento, che è per chi vede le altre cose come più importanti di Dio.

Fratelli e sorelle, ognuno di NOI merita quel luogo di tormento. Ognuno di noi ha peccato, ripetutamente, contro il nostro santissimo Signore. La condanna giusta, quello che noi meritiamo, è di essere respinti dalla presenza di Dio per tutta l’eternità, separati da Dio e da ogni benedizione, in un luogo di tormento. Questo è quello che meritiamo.

Dio è pienamente giusto quando manda una persona al tormento eterno. Essendo giusto, Dio non può chiudere l’occhio al peccato. Deve punire il peccato, perché questo è giusto.

E visto che ogni persona è un peccatore, ogni persona merita la condanna eterna. IO merito la condanna eterna, TU meriti la condanna eterna. Non riusciamo a salvare noi stessi.

Ma Dio non è solo giusto. Dio è anche misericordioso. E perciò, Dio ha provveduto in Gesù Cristo quello che l’uomo peccatore non avrebbe mai potuto ottenere con i propri meriti. Dio ha provveduto una via per essere perdonati e riconciliati con Dio. Dio ha provveduto una via per NOI per essere perdonati e riconciliati con Dio.

Impariamo dall’uomo ricco di cui Gesù ci ha parlato. Quando lui ha capito il tormento, quando ha capito che sarebbe durato per sempre, egli ha capito che nulla in questa vita aveva importanza, se non c’era il perdono, per non dover subire il tormento eterno.

Quel perdono c’è, ed è un dono, pagato da Dio.

Un dono non costa a chi lo riceve. Ma costa a chi lo dà.

Oggi, vogliamo considerare il costo del dono del perdono e della salvezza in Gesù Cristo. Voglio considerare insieme quello che il nostro Signore Gesù Cristo ha pagato per poterci salvare

Incredibilmente, leggiamo del sacrificio di Cristo non solo nel Nuovo Testamento, che è stato scritto dopo che Gesù era morto e risuscitato, ma leggiamo del suo sacrificio anche nell’Antico Testamento. Dio ha profetizzato per secoli della morte che il Cristo avrebbe subito per pagare la condanna dei nostri peccati.

Fermiamoci a pensare a questo. È stato il piano di Dio, da sempre, quello di mandare suo Figlio a prendere forma umana, per andare alla croce, per caricarsi dei nostri peccati, per poter salvare peccatori come noi. Così Dio poteva agire sia con giustizia, punendo il peccato, ma allo stesso tempo, con amore, salvando uomini peccatori come noi. Era l’unico modo per salvare uomini peccatori come noi.

Quando l’Apostolo Paolo predicava ai Giudei, che conoscevano le Scritture, ovvero, l’Antico Testamento, mostrava dalle Scritture che il Cristo doveva soffrire e risuscitare. Leggo Atti 17:1-3.

“1 Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era la sinagoga dei Giudei. 2 E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti tratti dalle Scritture, 3 dichiarando e dimostrando loro, che era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti, e dicendo: "Questo Gesù che vi annunzio è il Cristo".” (Atti 17:1-3 LND).

In Apocalisse 13:8, in cui lo sguardo è rivolto al cielo, impariamo che Cristo, l’Agnello, viene descritto come immolato fin dalla fondazione del mondo. Leggo.

“E l’adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello, che è stato immolato fin dalla fondazione del mondo.” (Apocalisse 13:8 LND).

La morte e la risurrezione di Gesù Cristo era il piano di Dio prima della fondazione del mondo. La morte di Gesù Cristo, insieme alla sua risurrezione, è sempre stata il piano di Dio.

Oggi, voglio leggere insieme a voi una profezia della morte di Gesù, e anche della sua risurrezione, scritta circa 700 anni prima di quando Gesù era sulla terra. Questa profezia spiega chiaramente il motivo per cui Gesù Cristo è andato alla croce, e quello che ha compiuto, e parla anche della sua risurrezione.

Brano

Questa profezia è alla fine di Isaia 52 e poi in Isaia 53.

Mentre leggiamo questi versetti, tenete in mente che stiamo leggendo una profezia scritta circa 700 anni prima degli avvenimenti, eppure, è molto dettagliata. Seguite mente leggo Isaia 52:13-15.

“13 Ecco, il mio servo prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato. 14 Come molti erano stupiti di te, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e la sua sembianza più di quella dei figli dell’uomo, 15 così egli aspergerà molte nazioni; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, perché vedranno ciò che non era mai stato loro narrato e comprenderanno ciò che non avevano udito.” (Isaia 52:13-15 LND)

Qua, Dio chiama Cristo il suo servo. In Ebrei 10, Cristo si presenta come il servo di Dio, che è venuto nel mondo per fare la volontà di Dio. In quel senso, Cristo Gesù, il Figlio di Dio, pienamente divino, è il Servo di Dio, per salvare noi.

Cristo prospererà e sarà innalzato. Questo avverrà dopo la risurrezione, e l’assunzione in cielo di Cristo, dove ora è alla destra di Dio in gloria. Egli prospera in tutto quello che fa, perché per mezzo suo, Dio sta salvando persone in tutto il mondo, edificando la Chiesa, di cui Gesù Cristo è il capo. Gesù sarà ancora più innalzato quando ritornerà alla fine del mondo, perché ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui, e ogni lingua dichiarerà che Egli è il Signore.

Poi Isaia scrive dell’umiliazione di Cristo, quando è andato alla croce per salvare uomini peccatori come noi. Era sfigurato più di alcun uomo.

Continuando nel Isaia 53, Isaia ci spiega il motivo per cui è morto sulla croce. Leggo Isaia 53:1-3.

“1 Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell’Eterno? 2 Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura, né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. 3 Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.” (Isaia 53:1-3)

Iniziando in 53:1, leggiamo che Gesù è venuto come un uomo umile, non come un uomo importante. Gesù non è venuto come un grande imperatore, pur essendo il Signore di tutto. Gesù non è venuto come un grande maestro, anche se era il più grande maestro mai vissuto. Gesù non è venuto come un grande generale o soldato, nonostante è l'Onnipotente. Gesù non è venuto come un uomo ricchissimo, anche se tutto quello che c'è nel mondo appartiene a Lui. Gesù è venuto come un uomo semplice, un uomo povero, un uomo senza potere politico. Non aveva figura né bellezze da attirare i nostri sguardi, né apparenze da farcelo desiderare. Non c'era niente di particolare in Gesù, per quanto riguarda le cose naturali, nulla di quelle cose che l'uomo naturale tende ad innalzare.

Piuttosto, Gesù era disprezzato e rigettato dagli uomini. Ricordate quanto era odiato dai farisei e dai capi religiosi? Anche la gente comune disprezzava Gesù mentre era appeso alla croce. Ha subito tutto questo per me e per te, per salvarci.

Gesù era anche l'uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza. In Ebrei 4:15, leggiamo che Gesù è stato tentato, ovvero provato, in ogni cosa. Leggo quel versetto.

“Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.” (Ebrei 4:15 LND).

Gesù Cristo è stato tentato in ogni cosa, è stato provato in ogni cosa. Conosce ogni tipo di dolore. Gesù Cristo è stato tradito, è stato abbandonato, è stato disprezzato ingiustamente, è stato odiato. È stato maltrattato. Conosceva la fame, conosceva la stanchezza, conosceva ogni tipo di dolore. Infatti, si può dire di Gesù e di Gesù solo che è stato tentato in ogni cosa, senza però mai commettere peccato.

Nessun altro è mai stato tentato in ogni cosa, e nessun altro è mai stato tentato senza mai peccare. Solo Gesù Cristo. Così, Egli poteva prendere la nostra condanna, per poterci salvare.

Il brano poi dichiara che nonostante Gesù Cristo era disprezzato, noi non ne facemmo stima alcuna. Consideriamo questa triste verità. Gesù Cristo è il glorioso Cristo, il Salvatore, il Redentore. Eppure, prima che Dio ci salvasse, non onoravamo Cristo, non Lo stimavamo. Non riconoscevamo la grandezza del suo sacrificio e della sua umiliazione per poter essere salvati. Nessuno di noi considerava in realtà quello che Gesù aveva fatto sulla croce per noi. Nessuno di noi considerava che le sofferenze di Gesù erano per noi. Continuavamo nei nostri peccati, e così, disprezzavamo il Salvatore.

La cosa incredibile è che nonostante il nostro peccato, Gesù Cristo ha sofferto per NOI, per pagare il NOSTRO peccato.

Gesù portava i nostri peccati

Il punto principale di tutto questo capitolo è che Gesù Cristo portava i nostri peccati. Gesù è andato alla croce per TE, e per ME, per pagare la NOSTRA condanna.

Il versetto 4 dichiara questo in modo chiaro, che nella sua sofferenza sulla croce portava le nostre malattie, ovvero il nostro peccato. Eppure, lo vedevamo come percosso da Dio, anziché riconoscere che sulla croce stava portando la nostra colpa. Leggo il versetto 4.

“4 Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato.” (Isaia 53:4)

Oh che Dio ci aiuti a capire ancora di più che Gesù soffriva l’ira di Dio per pagare la condanna per i nostri peccati, che qua vengono descritti come le nostre malattie e i nostri dolori. Andando avanti in questo capitolo vedremo questa realtà volta dopo volta. Però, finché lo Spirito Santo non ci ha aperto gli occhi, non riuscivamo a capire che Cristo è morto per noi. Lo vedevamo colpito, percosso da Dio ed umiliato. Andavamo avanti con la nostra vita, dando spazio al nostro orgoglio, non riconoscendo il sacrificio di Gesù Cristo.

Il brano continua, e continua a dichiarare il fatto che Gesù è morto sulla croce per le nostre trasgressioni, per il nostro peccato, e che questo è il sacrificio che ci ha comprato la salvezza e la pace con Dio. Leggo il versetto 5.

“5 Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.” (Isaia 53:5)

Il versetto 4 dice che lui portava le nostre malattie e i nostri dolori. Qua, dice in modo diretto che è stato trafitto per le nostre trasgressioni, e schiacciato per le nostre iniquità. Con questo, è chiaro che malattie e dolori descrivono i nostri peccati davanti a Dio. Gesù è stato punito per le nostre trasgressioni.

Chi ha trafitto Gesù?

Fermiamoci qua per considerare CHI ha trafitto Cristo per le nostre trasgressioni. Certamente, non è stato trafitto dagli uomini per le nostre trasgressioni. Né i Giudei, né Pilato, né i romani hanno trafitto Gesù per le nostre trasgressioni. Non stavano pensando minimamente ad un sacrificio per i nostri peccati per pagare la nostra colpa davanti a Dio. No, non è stato trafitto da loro per i nostri peccati. Piuttosto, è stato trafitto da Dio per i nostri peccati, per le nostre trasgressioni. Dio ha stabilito la crocefissione per punire Gesù Cristo al posto di coloro che avrebbe salvato, quindi comprende noi che siamo salvati. Sulla croce, Gesù è stato punito dal Padre per il nostro peccato.

La sofferenza di Gesù, sia fisica che soprattutto spirituale, era terribile. Questo brano parla di essere trafitto, e di essere schiacciato. Parla del castigo. Questi termini descrivono una punizione terribile, che era sia fisica, e molto di più spirituale. Gesù è stato schiacciato dal Padre, l'ira di Dio per pagare la condanna dei nostri peccati è caduta su di Lui.

Sono state le nostre iniquità che Gesù ha pagato con la sua sofferenza. Infatti, nel versetto 5 leggiamo: “per le sue lividure noi siamo stati guariti”. Noi eravamo coperti con i nostri peccati, ammalati spiritualmente con una malattia che portava alla morte eterna. È stata la sofferenza di Cristo Gesù sulla croce, sofferenza fisica ma molto di più sofferenza spirituale, che ci ha guarito, che ci ha dato la vita eterna, che ha tolto la nostra condanna.

Eravamo tutti perduti

Il versetto 6 è una delle verità “più meravigliose” nella Bibbia. Seguite mentre lo leggo.

!6 Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.” (Isaia 53:6)

Questo brano descrive quello che eravamo prima della salvezza. Eravamo tutti erranti, ognuno di noi seguiva la propria via. Essendo peccatori, la propria via è la via del peccato. Il peccato si presenta in tante forme, ma è sempre la via del peccato anziché la via di Dio. E ognuno di noi seguiva la propria via, lontani da Dio. La tua via di peccato era diversa dalla mia via, ma era sempre una via sbagliata, una via lontana da Dio, una via di peccato. Eravamo colpevoli nel nostro peccato. Quanto grave era la nostra condizione e la nostra colpa davanti a Dio!

Eppure, l’Eterno, nella sua grande compassione, in base alla sua grande misericordia, spinto dal suo grande amore, ha fatto ricadere su Gesù Cristo le iniquità di noi tutti. Noi eravamo colpevoli, Gesù Cristo è il Santo di Dio, assolutamente puro e senza colpa. Ma per poterci salvare, per poter mantenere la sua giustizia che richiede che i nostri peccati vengano puniti, l'Eterno ha fatto ricadere su Gesù Cristo la nostra iniquità. Gesù Cristo ha preso la nostra iniquità, per essere punito da Dio al nostro posto. Questo era l'unico modo possibile per poterci salvare. Dio è un giusto giudice, e doveva punire il nostro peccato per poterci perdonare. Per il suo amore per noi, lo ha fatto punendo Gesù Cristo al nostro posto. Prego che saremo meravigliati da questa realtà.

Il Cuore di Cristo

Che cosa fai tu quando sei accusato falsamente? Come sta il tuo cuore quando vieni accusato per qualcosa che non hai fatto? Poche cose ci aggravano quanto essere accusati falsamente.

Abbiamo appena letto che Dio ha caricato su Gesù Cristo la nostra iniquità. Quindi, Gesù è stato punito per qualcosa che non aveva fatto, per cui era innocente. Però Gesù ha accettato questo, per poterci salvare. Inoltre, Gesù fu accusato falsamente dagli uomini. Ma non si è difeso, perché voleva andare alla croce per salvarci.

Seguite mentre leggo il versetto 7, che descrive come Gesù non si è difeso, nonostante era innocente.

“7 Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori, egli non aperse bocca.” (Isaia 53:7)

Pur essendo assolutamente innocente, Gesù Cristo non si difendeva. Davanti al Sinedrio, davanti a Pilato, davanti a Erode, Gesù non si difendeva. Non si difendeva, perché voleva portare la nostra colpa.

Quanto spesso noi combattiamo per difenderci anche quando in realtà siamo colpevoli. Invece Gesù, per poterci salvare, per poter pagare il nostro debito, Gesù, il Santo, innocente, non ha aperto bocca. Accettava tutta l'ingiustizia per poterci salvare. Riflettiamo su questo.

Il versetto 8 ci ricorda ancora che la morte di Gesù Cristo era per pagare il peccato di coloro che Dio voleva salvare.

“8 Fu portato via dall’oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi rifletté che era stato strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo?” (Isaia 53:8)

Cristo fu portato via dall'oppressione e dal giudizio e messo sulla croce. Fu portato via dal giudizio perché era totalmente innocente. Pilato aveva capito la sua innocenza, ma per timore del popolo lo aveva consegnato per la condanna a morte accontentando i Giudei. Gesù fu portato alla croce, dove Dio lo ha caricato con i nostri peccati. Gesù è stato strappato dalla terra dei viventi e colpito da Dio per le trasgressioni del popolo di Dio, di tutti coloro che Dio avrebbe mai salvato in tutta la storia.

Ma in quel giorno, nessuno capiva questo, nemmeno i suoi discepoli. Solo dopo la risurrezione i suoi discepoli hanno capito quello che Dio stava facendo in Gesù Cristo sulla croce. Noi siamo salvati per mezzo di quel sacrificio.

Visto che Gesù era innocente, dopo che aveva pagato la condanna del peccato, dopo la morte di Gesù, Dio guidava gli avvenimenti per mostrare la sua innocenza. Leggo il versetto 9.

“9 Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca.” (Isaia 53:9)

Le autorità avevano previsto per Gesù una sepoltura con gli empi. Ma Dio, che controlla ogni cosa, gestiva le cose in modo che Gesù fu posto nella tomba di un uomo ricco. Se ricordate, quando Gesù morì, Giuseppe di Arimatea, un uomo ricco, lo mise nella propria tomba. Leggo Matteo 27:57-60.

“57 Poi verso sera giunse un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale era pure discepolo di Gesù. 58 Costui si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse consegnato. 59 E Giuseppe, preso il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito; 60 e lo mise nel suo sepolcro nuovo, che egli si era fatto scavare nella roccia; poi, dopo aver rotolato una grande pietra all’ingresso del sepolcro, se ne andò.” (Matteo 27:57-60 LND).

Dio ha gestito perfino questo dettaglio per mostrare che Gesù era pienamente innocente, sia con le sue azioni che con le sue parole. Non aveva commesso alcuna violenza e non c'era stato alcun inganno dalla sua bocca. Gesù non aveva mai peccato, e perciò, Dio ha gestito tutto affinché fosse sepolto nella tomba di un ricco.

Nel versetto 10 troviamo di nuovo scritto che era Dio che puniva Gesù mentre era sulla croce.

Voglio ripetere questo, perché è molto importante. DIO stesso puniva suo Figlio, Gesù Cristo, mentre era sulla croce. Dio puniva Gesù, punendo Gesù al posto NOSTRO, per i peccati che NOI abbiamo commesso, per i tuoi peccati, per i miei peccati.

Consideriamo questa verità profondissima, e inginocchiamoci davanti al nostro Signore, riflettendo su quello che ha ha subito Gesù Cristo, mentre era sulla croce per i nostri peccati. Leggo il versetto 10.

“10 Ma piacque all’Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire...” (Isaia 53:10)

Non dobbiamo mai dimenticare che Dio Padre percuoteva Gesù mentre era sulla croce. Dio lo ha fatto soffrire. È inconcepibile per noi capire come Dio poteva percuotere e far soffrire il suo unigenito Figlio, Gesù Cristo, pur amandolo con amore perfetto ed eterno. Dio ha punito il suo unigenito Figlio per poter salvare uomini peccatori come noi, perché non c'era alcun altro modo per poterci salvare, così ha mantenuto la sua giustizia, secondo la quale doveva punire il peccato.

Troppo spesso siamo così immersi nei nostri piccoli problemi, e nei piccoli piaceri e nei piccoli sogni delle cose terrene che ci è difficile meditare sull'immensità del sacrificio di Gesù Cristo. Gesù Cristo è il Santo di Dio, assolutamente puro e senza peccato, l'uomo Dio, pieno di gloria. Eppure, è andato alla croce al posto nostro. Dio ha percosso Gesù Cristo per i miei peccati e per i tuoi peccati. Alla luce di questo, non dobbiamo mai lamentarci di qualunque difficoltà in questa vita, perché nessun dolore di questa vita è paragonabile al tormento eterno che ci aspettava, e che Gesù Cristo ha subito al posto nostro. Nessuna sofferenza o difficoltà in questa vita è minimamente paragonabile a quello che avremmo dovuto subire per tutta l'eternità, ma che Gesù Cristo ha subito al posto nostro.

Una profezia della risurrezione

Quando una persona muore, tutti i suoi progetti sulla terra finiscono. Non potrà mai più compiere alcuna cosa. Non vedrà più alcun frutto. Finisce tutto. Ma non con Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Questo capitolo non solo parla della croce, ma parla anche della risurrezione.

Arrivando ai versetti dal 10 al 12, vediamo una chiara profezia della risurrezione, e del fatto che il sacrificio di Gesù Cristo porterà frutto che dura per l'eternità. Leggo dal 10 al 12.

“...Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà dell’Eterno prospererà nelle sue mani. 11 Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. 12 Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i trasgressori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.” (Isaia 53:10-12 LND)

Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, Gesù vedrà una progenie. Dopo la croce, dopo la morte, Gesù vedrà una progenie. Questa è una profezia della risurrezione, perché parla di Gesù che vede una progenie dopo la sua morte. La morte e la risurrezione di Gesù Cristo hanno compiuto quello che era necessario per Dio per far diventare figli, una progenie, tante persone. Se siamo stati salvati, se siamo in Cristo, anche noi siamo diventati figli di Dio, e per questo, ora anche noi, facciamo parte della progenie di Cristo.

Il brano dichiara che Cristo prolungherà i suoi giorni. Normalmente, quando uno muore i suoi giorni finiscono. Invece, dopo la croce e la risurrezione, i giorni di Cristo non avranno mai fine.

Poi il brano dichiara che la volontà dell'Eterno prospererà nelle sue mani. Dopo la sua morte e risurrezione Gesù continua ad operare, e la sua opera prospererà. Anche questo sta descrivendo la vita gloriosa di Gesù Cristo dopo la sua risurrezione.

Gesù Cristo è morto sì, ma poi, è risorto, è salito in cielo, regna e ritornerà. L'opera di Gesù Cristo è di edificare la sua Chiesa, e quell'opera va avanti, e nulla può fermarla. Leggo le parole di Gesù Cristo in Matteo 16. Sta parlando con i discepoli, dopo che Pietro aveva riconosciuto per la prima volta che Gesù è il Cristo. Cristo edifica la sua Chiesa sulla roccia della verità che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Leggo Matteo 16:18.

“Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere.” (Matteo 16:18 LND).

Cristo ha pieno successo in tutto quello che sta facendo. Dopo la sua morte e la sua risurrezione, edifica la sua Chiesa. Per la grazia di Dio, noi ne facciamo parte.

Il brano continua dichiarando che Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto. Cristo è morto per salvare i peccatori, ed Egli trova grande gioia oggi, vedendo che quell'opera ha prodotto il frutto desiderato, ha prodotto persone salvate.

Poi, nell’ultima parte del versetto 12 leggiamo:

Per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti perché si caricherà delle loro iniquità.

Questo vuol dire che peccatori vengono giustificati in Gesù Cristo. Questo è il senso di “renderà giusti molti”. Quando una persona crede in Gesù come il Cristo, i peccati di quella persona vengono caricati sul conto di Gesù, e così, quella persona viene giustificata.

Alleluia. Grazie a Dio per questa verità che sta descrivendo come noi siamo stati giustificati. Questo ci dice che in Cristo Gesù noi, che eravamo sotto la condanna, ora siamo giustificati.

Questo brano conclude parlando del premio che ha Cristo. Ripete di nuovo che Cristo ha versato la sua vita fino a morire e che ha portato il peccato di molti, e che ha interceduto per i trasgressori. Questo brano, che è una profezia scritta secoli prima della venuta di Cristo in terra, ripete volta dopo volta dopo volta che la morte di Cristo è stata necessaria per pagare il prezzo del peccato. Dichiara in modo chiaro che la salvezza è per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Questo passo è una profezia, che è stata pienamente adempiuta quando il Figlio di Dio è venuto in terra come uomo, è morto e risuscitato, per salvare peccatori come noi.

La CHIAVE della vita cristiana è quella di comprendere e tenere sempre in mente che la morte di Gesù Cristo ha pagato i nostri peccati. Quello che Gesù Cristo ha compiuto sulla croce ha pagato il nostro debito con Dio. Siamo perdonati, siamo riconciliati con Dio, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, e la sua risurrezione.

Prego che oggi, ed ogni giorno, possiamo tenere questo sempre in mente. Oh che possiamo avere cuori che abbondino in ringraziamento per il perdono e la salvezza che abbiamo in Cristo. La sua morte per noi è stata profetizzata, e poi, si è compiuta. Pensiamo sempre a questo, fino a quel giorno in cui vedremo Gesù Cristo, faccia a faccia.

Grazie, o Padre.