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Introduzione ad Aggeo: un panorama della storia di Israele

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 10 giugno 2018, – cmd si –
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Oggi, con l’aiuto di Dio, vogliamo iniziare lo studio del libro di Aggeo, uno dei profeti minori. Sono chiamati profeti minori, non perché siano minori di importanza, ma perché sono libri più brevi rispetto a quelli dei profeti maggiori come Isaia e Geremia. Ogni libro della Bibbia è ispirato da Dio, ed è utile per la nostra crescita. Ci sono delle verità importanti in questo piccolo libro.

A volte, i libri profetici possono essere più difficili da capire in confronto ad altri libri, come i libri di storia, gli Evangeli, o le Epistole. È di grande aiuto capire il contesto storico, per comprendere meglio il messaggio che Dio ci dà tramite un libro profetico.

Quindi, oggi, voglio spiegare il contesto di Aggeo, che è anche il contesto di Zaccaria. Entrambi erano profeti che Dio aveva mandato a parlare ai Giudei che erano tornati dall’esilio in Babilonia. Capire il contesto storico ci aiuterà a capire meglio i principi che troviamo in Aggeo. Sono principi estremamente validi anche per noi, e che possono aiutarci a conoscere meglio Dio, e a vivere in modo da portare gloria a Lui.

Per capire il contesto del libro di Aggeo, torniamo all’inizio della storia del popolo di Israele. Tanti secoli prima degli avvenimenti di Aggeo, Dio aveva scelto Abraamo, per pura grazia, e aveva promesso di far diventare la discendenza d Abraamo un popolo numeroso, di dare loro la terra promessa, e cosa più importante di tutte, di far nascere il Messia dalla sua discendenza.

Dio operava potentemente nella vita di Abraamo nel portare avanti il Suo piano in lui. Fece nascere miracolosamente suo figlio Isaaco, nonostante la moglie di Abraamo fosse vecchia e sterile. Diede ad Isaaco due figli, Esaù e Giacobbe. Fu tramite Giacobbe che Dio portò avanti il suo piano.

Giacobbe aveva dodici figli maschi, che nel piano di Dio sarebbero diventati i padri delle dodici tribù della nazione. Dio portò Giacobbe al punto di non potersi più fidare di se stesso. In quella condizione, Dio incontrò Giacobbe, e gli diede il nome di Israele. È da lui che il popolo e la terra di Israele prendono il loro nome.

Giacobbe amava suo figlio Giuseppe più degli altri figli. Dio gestì gli avvenimenti in modo che l’odio che gli altri fratelli avevano per Giuseppe li portò a venderlo come schiavo, mandandolo in Egitto. Là in Egitto, Dio gestì tutto per innalzare Giuseppe al secondo posto nel regno, sotto il faraone. Avvertito da Dio, Giuseppe raccolse tanto cibo nei sette anni di abbondanza. Poi, Dio mandò una carestia, che colpì anche la terra promessa, dove vivevano Giacobbe e i suoi altri figli. Dio usò tutto questo per portare Giacobbe e i suoi figli in Egitto, dove si stabilirono.

In Egitto, Dio benedisse grandemente questi discendenti di Abraamo, ed essi si moltiplicarono oltremodo. Però, secondo il piano di Dio, diventarono schiavi degli egiziani.

Dopo quattrocento anni, Dio mandò Mosè per liberare il Suo popolo dall’Egitto. Dio mostrò la Sua divina potenza tramite le piaghe e il passaggio del Mar Rosso.

Liberati dall’Egitto, Dio li portò nel deserto, e, al Monte Sinai, diede loro la Sua Legge, e stabilì un patto con loro, per farli essere il Suo popolo particolare, e per mostrare loro come camminare con Lui, in santità. Però, i sacrifici, che erano una parte centrale della legge, mostravano che erano peccatori e che serviva il vero sacrificio, compiuto dal Salvatore che Dio doveva mandare.

Nonostante l’opera di Dio per loro, peccarono gravemente contro Dio. Come conseguenza, Dio li fece rimanere nel deserto per quarant’anni, finché quella generazione ribelle fosse morta. Poi, fece entrare i loro figli nella terra promessa.

Nella terra promessa, Dio continuò a benedirli. Scacciò i malvagi abitanti della terra, e diede numerose vittorie al Suo popolo.

Dio fece loro tutto questo bene nonostante il fatto che, da quando erano usciti dall’Egitto, continuavano a peccare contro di Lui. I Giudei meritavano i Suoi castighi, invece Dio li ricolmò con innumerevoli benedizioni.

Ricordate che la più grande benedizione che possiamo avere è la comunione con Dio, e questa benedizione dipende da un cammino santo e da un santo timore verso Lui. Visto che spesso peccavano, volta dopo volta Dio mandava loro dei profeti, per avvertirli che il loro peccato avrebbe provocato una dura disciplina. Lo scopo di Dio nel mandare i profeti era spingerli a ravvedersi e ritornare a Dio.

Visto che spesso, continuavano a peccare contro Dio, più volte Dio mandò la Sua disciplina, per farli tornare a Lui. Per esempio, durante il periodo dei giudici, circa quattrocento anni, più volte Dio li diede nelle mani di qualche nemico, che regnava su di loro, trattandoli duramente. Nonostante fosse doloroso per loro, era un atto d’amore da parte di Dio, per farli tornare a Lui.

Dopo il periodo dei giudici, Dio diede un re alla nazione. Per primo, ci fu Saul, che non seguiva Dio in tutto. Dopo Saul regnò Davide, un uomo che aveva un cuore per Dio. Tramite lui, Dio rinnovò il patto di mandare il Messia come Salvatore. Dopo Davide,ci fu suo figlio Salomone, che iniziò bene, ma poi peccò gravemente contro Dio, costruendo templi per adorare falsi dèi.

A causa di questo peccato, dopo la morte di Salomone, Dio tolse dieci tribù dal figlio di Salomone, e formò il regno di Israele, lasciando ai discendenti di Salomone solamente le tribù di Giuda e di Beniamino. Da quel punto, si parla di Giuda, al sud, e Israele, al nord.

Nessuno dei re di Israele, al nord, seguiva Dio con tutto il cuore, come aveva fatto Davide, e solo alcuni dei re di Giuda. Spesso Dio mandava loro dei profeti, per farli tornare a Dio, e per avvertirli della disciplina che avrebbe usato verso loro.

Dio usava tanta pazienza con loro, ma quanto restavano nel peccato, di volta in volta Dio usò disciplina nei loro riguardi, per far capire loro quanto è importante camminare nelle vie del Signore.

Nonostante questo, il popolo di Dio continuò a peccare, soprattutto il regno al nord, Israele. Perciò, alla fine, nel 722 A.C. Dio mandò l’Assiria a distruggere il regno di Israele e a portare gli Israeliti in esilio.

Dopo questi avvenimenti si sarebbe pensato che i Giudei, avendo visto la dura disciplina di Dio suoi loro fratelli d’Israele, si sarebbero ravveduti per camminare veramente secondo la Legge di Dio.

Invece, i Giudei continuarono a peccare gravemente contro Dio. Dio mandò altri profeti, per avvertirli, ma non Gli diedero ascolto.

Perciò, dopo tanti avvertimenti, intorno a 600 A.C., Dio mandò i Babilonesi per portare in esilio alcuni dei Giudei. Quando i Giudei rimasti si ribellarono contro i Babilonesi, i Babilonesi distrussero Gerusalemme e il tempio. Così, iniziarono i settant’anni di Esilio che Dio aveva annunciato tramite il profeta Geremia.

Nel 539 Dio diede a Ciro, re di Persia, la vittoria sui Babilonesi. L’anno seguente, nel 538 A.C., quando si furono conclusi i settant’anni che Dio aveva annunciato tramite Geremia, Dio toccò il cuore di Ciro, il quale fece un editto, permettendo ai Giudei di tornare nella loro terra per ricostruire il tempio di Gerusalemme. Così, esattamente come Dio aveva dichiarato prima, l’esilio durò settant’anni. Anche in questo, Dio mostrò la Sua potenza e la Sua misericordia. Dio adempie sempre la Sua parola e le Sue promesse, anche nelle nostre vite. Possiamo confidare in Dio.

In un certo modo, questo ritorno fu simile alla liberazione dall’Egitto. Sia in Egitto che in Babilonia, il popolo di Dio era soggetto ad un altro popolo. In entrambi i casi, la liberazione venne da Dio. In entrambi i casi, li portò nella terra promessa. Lo scopo era prepararsi un popolo consacrato a Dio, in modo che potessero adorare Dio senza impedimenti e senza ostacoli, e da cui poteva nascere il Messia.

Il ritorno da Babilonia fu un atto di grande grazia da parte di Dio, che il popolo non meritava. Anche per questo, avrebbero dovuto vivere interamente per la gloria di Dio. Questi G, liberati dalla Babilonia, tornati nella terra promessa, avevano ogni motivo di adorare Dio e vivere per la Sua gloria.

Gli avvenimenti

Quando Ciro fece il suo editto, permettendo ai Giudei di tornare a Gerusalemme per ricostruire il tempio, circa 50.000 Giudei accettarono l’offerta e tornarono a Gerusalemme. Questo primo ritorno dall'esilio avvenne nel 538 a.C. Tornarono ad una città distrutta ed abbandonata da settant’anni.

Essi dovettero subito stabilirsi nelle proprie città per poter vivere. Poi, sette mesi dopo il loro ritorno, ricostruirono l’altare, per poter adorare Dio nel modo in cui Egli aveva stabilito. Tutto questo fa parte del contesto del libro di Aggeo, e ci aiuterà a capire il messaggio che Dio ci dà tramite lui. Leggiamo di questi avvenimenti nel libro storico di Esdra. Trovate Esdra con me, un po’ prima dei Salmi e prima di Giobbe. Leggo Esdra 3:1-7.

“1 Come giunse il settimo mese e i figli d’Israele erano nelle loro città, il popolo si radunò come un sol uomo a Gerusalemme. 2 Allora Jeshua, figlio di Jotsadak, assieme al suoi fratelli sacerdoti e a Zorobabel, figlio di Scealtiel con i suoi fratelli, si levarono e costruirono l’altare del DIO d’Israele, per offrirvi olocausti, come sta scritto nella legge di Mosè, uomo di DIO. 3 Ristabilirono l’altare sulle sue basi, benché avessero paura a motivo dei popoli delle terre vicine, e su di esso offrirono olocausti all’Eterno, gli olocausti del mattino e della sera. 4 Celebrarono pure la festa delle Capanne, come sta scritto, e offersero giorno per giorno olocausti, in base al numero richiesto per ogni giorno. 5 In seguito offersero l’olocausto perpetuo, gli olocausti dei noviluni e di tutte le feste stabilite dall’Eterno, e quelli di chiunque faceva un’offerta volontaria all’Eterno.” (Ed 3:1-5 LND)

Questi Giudei avevano le priorità giuste. C’erano tante cose ancora da fare, ma per loro, la cosa più importante era mettere Dio al primo posto. Volevano adorare Dio, il che, in quel periodo, richiedeva l’altare per fare sacrifici. Cercavano per primo il regno e la gloria di Dio, come Gesù Cristo ci comanda in Matteo 6:33.

“Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte.” (Matteo 6:33 LND)

Quindi appena fu possibile, dopo il ritorno, ricostruirono l’altare, e iniziarono ad adorare Dio, celebrando la festa di Capanne, come stabilito nella Legge di Dio.

Nel secondo anno dopo il loro ritorno, i Giudei iniziarono a ricostruire il tempio. Ricordate che prima della croce di Cristo, il tempio era centrale nell’adorazione di Dio. Dopo la croce di Cristo, non serve più un tempio di pietre, perché i credenti sono il tempio di Dio. Ma prima, il tempio fatto di pietre era fondamentale per adorare Dio. Quindi, era estremamente importante.

Perciò, i Giudei, conoscendo l’importanza del tempio, iniziarono a ricostruirlo nel secondo anno dopo il ritorno dall'esilio. Leggiamo di questo in Esdra 3:6-13.

“6 Dal primo giorno del settimo mese cominciarono a offrire olocausti all’Eterno, ma le fondamenta del tempio, dell’Eterno non erano ancora state gettate. 7 Diedero quindi denaro ai tagliapietre e ai falegnami, e viveri, bevande e olio a quelli di Sidone e di Tiro perché portassero legname di cedro dal Libano, secondo la concessione ottenuta da parte di Ciro, re di Persia. 8 Nel secondo mese del secondo anno del loro arrivo alla casa di DIO in Gerusalemme, Zorobabel figlio di Scealtiel Jeshua figlio di Jotsadak, gli altri loro fratelli sacerdoti e Leviti e tutti quelli che erano tornati dalla cattività a Gerusalemme diedero inizio ai lavori, e incaricarono i Leviti dai vent’anni in su di dirigere i lavori della casa dell’Eterno. 9 Allora Jeshua con i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmiel con i suoi figli e i figli di Giuda si levarono come un sol uomo per dirigere quelli che lavoravano alla casa di DIO; lo stesso fecero i figli di Henadad con i loro figli e i loro fratelli, i Leviti. 10 Quando i costruttori gettarono le fondamenta del tempio dell’Eterno, erano presenti i sacerdoti vestiti dei loro paramenti con trombe e i Leviti, figli di Asaf, con cembali per lodare l’Eterno, secondo le istruzioni di Davide, re d’Israele. 11 Essi cantavano, celebrando e lodando l’Eternò, "Perché egli è buono, perché la sua benignità verso Israele dura in eterno". Tutto il popolo mandava alte grida di gioia, lodando l’Eterno, perché erano state gettate le fondamenta della casa dell’Eterno. 12 Molti sacerdoti, Leviti e capi delle case paterne, anziani, che avevano visto il primo tempio, piangevano ad alta voce mentre si gettavano le fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi. Molti altri invece alzavano forti grida di allegrezza, 13 cosicché la gente non poteva distinguere il rumore delle grida di allegrezza da quello del pianto del popolo, perché il popolo lanciava alte grida, e il rumore si udiva da lontano.” (Esdra 3:6-13 LND)

Con questo impegno, il popolo di Dio mostrava un cuore ben disposto. Iniziarono a ricostruire il tempio di Dio. Essi stavano seguendo la volontà di Dio. Dovremmo esaminarci spesso, per vedere se anche noi stiamo mettendo Dio al primo posto, camminando nella via del Signore.

Arriva l’opposizione

Molto spesso quando stiamo cercando di camminare nella via del Signore, Egli permette che ci sia opposizione. L’opposizione e le difficoltà mettono alla prova la nostra fede, servono per purificarla, e ci aiutano ad avere ancora più fede. Però, in questi momenti di prova, siamo tentati di guardare ai problemi, e non a Dio. Facendo così, vacilliamo.

Anche nel caso dei Giudei tornati da Babilonia, il SIGNORE permise che ci fosse grande opposizione contro di loro, opposizione che veniva dal popolo del posto, gli antenati dei Samaritani.

Un po’ di storia, per ricordare chi erano queste persone, che dopo furono chiamate Samaritani.

Quando gli Assiri sconfissero Israele nel 722 a.C., portarono in esilio tanti Israeliti, e in seguito inviarono altri popoli a ripopolare il paese. Queste persone si mischiarono con quegli Israeliti che erano rimasti, e formarono una religione mista, con alcune componenti di religioni pagane, ed alcuni elementi di verità.

Chiaramente, agli occhi di Dio, questa è una grande abominazione. Non si può piacere a Dio con una religione composta da un po’ di verità e un po’ di menzogna. Dio è Verità, ed Egli cerca adoratori che Lo adorino in spirito e in verità. Dio aveva espressamente e ripetutamente vietato al Suo popolo di mischiarsi con altri popoli, proprio per non contaminare la vera religione.

Quindi, questi persone non seguivano veramente Dio, e la loro religione era molto offensiva nei Suoi riguardi.

Quando i Giudei ritornati dall’esilio cominciarono a ricostruire il tempio, questi popoli misti si offrirono di aiutarli. Tale collaborazione sarebbe stata un’offesa per un Dio santo. Perciò, i Giudei rifiutarono la loro offerta. Sapevano che un Dio santo non vuole l’aiuto di uomini che non Lo seguono.

Ben presto i popoli del posto manifestarono che le loro vere intenzioni non erano mai state buone. Visto che non potevano avere parte nel lavoro, cominciarono ad ostacolarlo quanto più possibile.

Leggiamo questo, in Esdra 4:1-5

“1 Quando i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che quelli che erano stati in cattività stavano ricostruendo il tempio all’Eterno, il DIO d’Israele, 2 si avvicinarono a Zorobabel, e ai capi delle case paterne e dissero loro: "Lasciateci costruire con voi, perché anche noi cerchiamo il vostro DIO, come voi; a lui abbiamo offerto sacrifici dal tempo di Esar-Haddon, re di Assiria, che ci condusse qui". 3 Ma Zorobabel, Jeshua e gli altri capi delle case paterne d’Israele risposero loro: "Non avete alcun diritto di costruire con noi una casa al nostro DIO, ma noi soli la costruiremo all’Eterno, il DIO d’Israele, come ci ha comandato il re Ciro, re di Persia". 4 Allora la gente del paese si mise a scoraggiare il popolo di Giuda e a spaventarli, perché non costruissero. 5 Inoltre assoldarono alcuni consiglieri contro di loro per frustrare il loro intento, e ciò per tutto il tempo di Ciro, re di Persia, fino al regno di Dario, re di Persia.” (Esdra 4:1-5 LND)

Notiamo che prima dell’offerta di aiuto, i popoli locali erano già nemici dei Giudei. La loro motivazione, quindi, non era buona. Fu per questo che cercarono di ostacolare il lavoro. Si presentarono come amici, ma in realtà, erano nemici del popolo di Dio.

Anche oggi, ci sono tante persone che si presentano come se volessero collaborare nell’opera di Dio, ma in realtà, sono nemici della verità.

Anche oggi, accade spesso che gli uomini vogliono impegnarsi in opere religiose, mostrando un apparente zelo per Dio. Però, spesso, questo apparente zelo nasconde una posizione che in realtà NON è sottomesso a Dio. Per esempio, ci sono persone che sembrano molto zelanti per le cose di Dio, ma non vedono Gesù Cristo come l’Unico Mediatore fra Dio e gli uomini, nonostante la Bibbia dichiari categoricamente che Gesù è l’Unico Mediatore. Leggo 1Timoteo 2:5.

“Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo,” (1Timoteo 2:5 LND)

Chi crede che ci sia un altro mediatore o mediatrice si fa nemico di Dio. Ci sono tanti altri esempi di come alcune persone dicono di seguire Dio, ma in realtà non seguono Dio. Ci sono persone che rifiutano di accettare i comandamenti di Dio che riguardano i ruoli di uomini e donne. Ci sono persone che rifiutano vari insegnamenti, e ci sono tanti che sono attaccati alle tradizioni, anziché alla Parola di Dio. In tutti questi casi, le persone dicono di seguire Dio, ma in realtà il loro cuore è lontano da Lui. Gesù dichiara questo in Marco 7, parlando con uomini religiosi che in realtà seguivano le loro tradizioni religiose anziché i comandamenti di Dio. Leggo Marco 7:5-9.

“5 Poi i farisei e gli scribi gli domandarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli anziani, ma prendono il cibo senza lavarsi le mani?". 6 Ma egli, rispondendo, disse loro: "Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. 7 Ma invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini" 8 Trascurando infatti il comandamento di Dio, vi attenete alla tradizione degli uomini: lavatura di brocche e di coppe; e fate molte altre cose simili". 9 Disse loro ancora: "Voi siete abili nell’annullare il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.” (Marco 7:5-9 LND).

Quindi, come quando i Giudei tornarono a Gerusalemme e c’erano persone che dicevano che volevano collaborare nell’opera di Dio, ma in realtà non seguivano Dio, anche oggi ci sono tanti che dicono di voler vivere per Dio, ma in realtà seguono le loro tradizioni, anziché i comandamenti di Dio.

Due lezioni da questo: la lezione più grande è che ognuno di noi dovrebbe esaminarsi, per vedere se sta veramente seguendo Dio, oppure, se sta seguendo tradizioni che sono dagli uomini.

Secondo, dovremmo evitare di collaborare con chi segue tradizioni anziché i comandamenti di Dio. Certamente, dobbiamo esaminare bene, per non giudicare qualcuno prima di capire veramente la sua posizione.

Tornando alla situazione dei Giudei che erano tornati dall’esilio, nel brano che abbiamo appena letto, ossia Esdra 4, leggiamo al versetto 5 che l’opposizione dei popoli locali durò fino al regno di Dario, re di Persia. In altre parole, tale opposizione durò circa 20 anni.

Abbandono dell’opera

I Giudei, anziché andare avanti nonostante l’opposizione, ben presto abbandonarono il lavoro, e cessarono di ricostruire il tempio. Scelsero di percorrere la via più facile.

Si potrebbe pensare che questo fosse giustificato dal contrasto dei popoli locali. Invece, era mancanza di fede in Dio. Dio aveva protetto il Suo popolo volta dopo volta nella storia, quando erano fedeli a Lui. Loro sapevano questo. Avrebbero dovuto fidarsi di Dio e continuare a ricostruire il tempio. Invece, abbandonarono l’opera del tempio, e si impegnarono nelle loro faccende.

Persero lo zelo per le cose di Dio che avevano avuto all’inizio. Si impegnarono a stare meglio materialmente, con i loro campi, e con le loro case. Cominciarono a edificare case belle e comode, mentre il tempio di Dio rimaneva in rovina.

Era in questo contesto che Dio inviò il profeta Aggeo a parlare al popolo.

Aggeo

Chi era Aggeo? Per certi profeti, Dio ci dà molte informazioni. In altri casi, come per Aggeo, sappiamo ben poco. Egli viene menzionato solamente in Esdra 5:1 e 6:14. vi leggo questi due brani.

“Ma i profeti Aggeo e Zaccaria, figlio di Iddo, profetizzarono ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme nel nome del Dio d’Israele, che era su di loro.” (Esdra 5:1 LND)
“Così gli anziani dei Giudei continuarono a costruire e a far progressi, sostenuti dalle parole ispirate del profeta Aggeo e di Zaccaria figlio di Iddo. Essi terminarono la costruzione secondo il comando del Dio d’Israele e secondo l’ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re di Persia.” (Esdra 6:14 LND)

Oltre a questi brani, non sappiamo nulla di Aggeo, tranne quello che troviamo nel libro di Aggeo stesso, che è poco. Non sappiamo a quale tribù apparteneva, non sappiamo la sua età. Però sappiamo precisamente le date delle sue profezie, perché egli ce le dichiara nel suo libro. Il libro di Aggeo contiene quattro profezie, tutte fatte durante un periodo di quattro mesi nel corso del ventesimo anno dopo il primo ritorno dall’esilio da Babilonia, che era il secondo anno del re Dario.

Possiamo notare queste date in Aggeo 1:1; 2:1; 2:10 e 2:20.

“Nel secondo anno del re Dario, il sesto mese, il primo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, a Zorobabel, figlio di Scealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figlio di Jehotsadak sommo sacerdote, dicendo:” (Aggeo 1:1 LND)
“Nel settimo mese, il ventunesimo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo:” (Aggeo 2:1 LND)
“Nel ventiquattresimo giorno del nono mese, il secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo:” (Aggeo 2:10 LND)
“La parola dell’Eterno fu rivolta per la seconda volta ad Aggeo il ventiquattresimo giorno del mese, dicendo:” (Aggeo 2:20 LND)

Quindi, sappiamo precisamente quando Aggeo ricevette le sue profezie dall’Eterno.

Lezioni per noi

Con questo contesto storico, siamo pronti a considerare il libro di Aggeo. Però, ancora prima, quali lezioni possiamo imparare dal contesto che abbiamo considerato?

Prima di tutto, abbiamo visto che Dio è fedele nel portare avanti il Suo piano. Quello che Dio stabilisce, Dio fa. Possiamo confidare in Dio.

C’è un esempio da evitare nel popolo di Dio. Il popolo di Dio aveva iniziato bene, dopo il ritorno dall’esilio, ma quando sono sorti degli oppositori, abbandonarono il lavoro che Dio aveva dato loro da fare. Tolsero lo sguardo da Dio. Si erano impegnati a cercare tesori terreni, anziché tesori celesti.

Alla luce di come Dio aveva benedetto loro, permettendo loro di tornare nella terra promessa, era veramente un grave peccato l’aver abbandonato il lavoro di ricostruzione del tempio. Dio avrebbe potuto disciplinarli duramente.

Però, invece di disciplinarli, Dio mandò loro due profeti: Aggeo e Zaccaria. Dio è lento all’ira, preferisce spingerci a ravvederci e a tornare a cercare la gloria di Dio. Dio ama benedirci, con un rapporto più stretto con Lui.

Nell’Antico Testamento, Dio parlò al Suo popolo tramite i profeti, che furono guidati dallo Spirito di Dio.

Oggi, lo Spirito di Dio ci parla direttamente tramite la Bibbia, che Dio ha ispirato. Ci parla indirettamente tramite gli insegnamenti e le esortazioni che sono fedeli alla Bibbia. Ascoltiamo quando Dio ci parla.

Quindi, mentre iniziamo il nostro studio del libro di Aggeo, tenete a mente che la situazione dei Giudei in quel periodo è spesso la situazione nelle nostre vite. Spesso, iniziamo bene, ma poi, togliamo gli occhi da Dio. Come Dio parlava con loro tramite i profeti, così Dio parla a noi, tramite la Bibbia, per esortarci a ravvederci e a mettere Dio al primo posto. Quanto è importante che ascoltiamo!

Vedremo che il messaggio nel libro di Aggeo si applica anche a noi. È un messaggio estremamente necessario anche oggi.

Conclusione

Ringrazio Dio profondamente per la Sua preziosa e potente Parola. In Essa, Dio ci parla, ci guida, ci consola, ci riprende e ci insegna. Beato chi ascolta e segue Dio tramite la Sua Parola.

Prego che il ripasso storico ci aiuterà a capire meglio il messaggio di Aggeo, che stiamo per studiare, e anche Zaccaria, che appartiene allo stesso tempo e situazione. Prego che ricorderemo che Dio è sempre fedele nel fare quello che promette. Chi confida in Dio non sarà mai deluso. Ricordiamo che è facile iniziare bene e finire male. Perciò, impegniamoci non solo a iniziare bene, ma anche a finire bene.

Ricordiamo che ogni libro della Bibbia è importante per conoscere meglio Dio, per riconoscere il nostro peccato, per conoscere le verità che ci servono per vivere secondo la volontà di Dio. Quindi, è sempre un vero privilegio studiare un libro della Parola di Dio. Che Dio ci guidi a scoprire le verità che Egli ha in serbo per noi nel libro di Aggeo. Oh, che possiamo conoscere Dio sempre di più, in Gesù Cristo!