Aiuto Biblico

Mariti, amate le vostre mogli

Malachia 2:10-17

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.aiutobiblico.org, per domenica 30/04/2023
Descrizione: Dio riprende il popolo per il peccato di disubbidienza sposando donne straniere, poi l’idolatria e il divorzio. Infine, Fio li riprende per gli insegnamenti falsi che c’erano.
parole chiave: disubbidienza, matrimonio misto, idolatria, divorzio, amare la moglie, mariti

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Introduzione

Stiamo studiando il libro di Malachia, che è un libro molto potente. Malachia ci parla dei peccati di Israele, e ci rivela alcuni peccati che possiamo avere anche noi, nella nostra vita, e ci mostra quanto sono gravi agli occhi di Dio. Però, ci rivela anche più di chi è Dio, più della sua santità e più del suo cuore pieno di amore per noi.

Nell’ultimo sermone abbiamo studiato la prima parte di Malachia 2. Nella prima parte del capitolo 2 abbiamo visto il peccato dei sacerdoti di Israele, che si erano sviati dalla via di Dio e non stavano vivendo il loro ruolo di sacerdoti come Dio intendeva. Abbiamo visto che quei sacerdoti non avevano le caratteristiche che Dio aveva stabilito che i sacerdoti dovessero avere. Ma, se ricordate, abbiamo anche visto che le varie caratteristiche che dovevano avere i sacerdoti, sono le stesse caratteristiche che dobbiamo avere anche noi.

E ci siamo lasciati ricordando l’amore di Dio, che parlava ai sacerdoti per mostrare loro i loro peccati, affinché potessero ravvedersi e tornare a Lui. E Dio ha lo stesso amore anche verso di noi.

Oggi, con l’aiuto di Dio, studieremo l’ultima parte del capitolo 2. Anche qua troviamo altri peccati che il popolo stava commettendo, e che sono tutti peccati in cui anche noi possiamo cadere.

Disubbidienza e Idolatria

Quindi, dopo essersi rivolto ai sacerdoti, nella prima parte del capitolo 2, nella seconda parte del capitolo Dio si rivolge di nuovo al popolo, e riprende loro per altri peccati che avevano.

Seguite mentre leggo da Malachia 2:10.

“10 Non abbiamo tutti uno stesso Padre? Non ci ha creati uno stesso Dio? Perché dunque agiamo con perfidia l’uno verso l’altro, profanando il patto dei nostri padri? 11 Giuda ha agito con perfidia, e un’abominazione è stata commessa in Israele e in Gerusalemme, perché Giuda ha profanato il luogo santo dell’Eterno, che egli ama, e ha sposato la figlia di un dio straniero. 12 L’Eterno sterminerà dalle tende di Giacobbe colui che fa questo, chi veglia e chi risponde, e chi offre un’oblazione all’Eterno degli eserciti.” (Malachia 2:10-12 LND)

C’era grave peccato in Israele, un peccato che stava macchiando il popolo e che li stava trascinando lontani da Dio.

Il popolo aveva disubbidito al comandamento di Dio di non mescolarsi con gli altri popoli intorno, e stavano prendendo in moglie donne dei popoli vicini. Già questo era grave, ma questo primo peccato ha aperto la porta ad un altro peccato ancora più grave. Infatti, queste donne straniere non conoscevano il Dio d’Israele, che è l’unico vero Dio. Piuttosto, tutti questi altri popoli intorno ad Israele servivano falsi dèi, o idoli. Sposando donne che appartenevano a questi popolo, e perciò anche loro servivano falsi dèi, il popolo ha portato l’idolatria dentro al popolo di Dio. Questo era proprio il motivo per cui Dio aveva dato il comandamento di non mescolarsi con gli altri popoli, proprio per mantenere puro il suo popolo.

La disubbidienza iniziale, quella di sposare non credenti, ha portato il popolo a peccare gravemente nell’idolatria, o come dice il versetto 11, hanno “profanato il luogo santo dell’Eterno”. Questo è un peccato gravissimo agli occhi di Dio.

Magari quelle donne straniere erano belle, e attraenti per gli uomini. L’idea di sposarle sembrava di portare belle cose. Il peccato promette sempre belle cose.

Fratelli e sorelle, il peccato ci promette tanto, promette di darci un cuore soddisfatto. Ma, lo fa veramente? Veramente soddisfa il nostro cuore? No, assolutamente no! Piuttosto, ci ruba le benedizioni di Dio, e ci lascia con le conseguenze amare del peccato. Il peccato di sposare non credenti ha contaminato il popolo, in modo che si sono allontanati da Dio e sono caduti in tanti peccati, e nello specifico nell’idolatria.

Nel versetto 12, Dio annuncia quali sarebbero state le conseguenze per il peccato del popolo. Rileggo il versetto 12.

“12 L’Eterno sterminerà dalle tende di Giacobbe colui che fa questo, chi veglia e chi risponde, e chi offre un’oblazione all’Eterno degli eserciti.” (Malachia 2:12 LND)

Notate qual era la conseguenza del peccato: sterminio. Dio avrebbe sterminato, avrebbe ucciso e distrutto chi aveva peccato contro di Lui. Il peccato di idolatria è gravissimo agli occhi di Dio, è un disprezzo a Dio, ed è ancora più grave quando trasciniamo altri lontani da Dio, nell’idolatria. Dio è geloso della sua gloria, per questo odia quando attribuiamo a falsi dèi quello che solo Lui fa, o quello che solo Lui è.

Però, notate anche un altro aspetto nel versetto 12. Chi è che Dio sterminerà? Chi veglia, chi risponde e chi offre un’oblazione all’Eterno degli eserciti. Queste erano modi in cui i Giudei adoravano Dio. In sé, vegliare, rispondere e offrire oblazioni potevano essere cose buone. Allora, perché Dio dice che sterminerà chi fa queste cose?

Dio sta parlando a chi, pur avendo peccato, e pur essendo un idolatra, comunque continua a portare la facciata di “vivere per Dio”. In altre parole, Dio odia quando diciamo di vivere per Lui, e ci impegniamo a fare tanto per Dio, ma con un cuore contaminato e con le mani sporche di peccato. Quando facciamo così, effettivamente, stiamo peccando cercando di essere notati, stiamo cercando gloria per noi stessi, ci stiamo vedendo come spirituali, quando in realtà siamo lontani da Dio, e stiamo portando una maschera da “buon credente”. Dio odia questo.

Non viviamo così, fratelli! Piuttosto, viviamo avendo un cuore umile e sensibile, pronto a confessare e ad abbandonare ogni peccato appena Dio ce lo mostra.

Applichiamo a noi

Fratelli e sorelle, il popolo di Dio aveva peccato gravemente, e Dio era adirato con loro. Dio stava per mandare durissima disciplina al suo popolo, proprio a causa dei loro peccati. Vedete quanto il peccato è un inganno? Il peccato promette tanto, ma alla fine non dà nulla, anzi, ci toglie le benedizioni che Dio ci ha dato.

Però, fratelli, non puntiamo il dito contro Israele troppo presto.

Non è che anche noi, a volte, facciamo la stessa cosa? Non è che anche noi pecchiamo contro Dio allo stesso modo, trasgredendo i suoi comandamenti, che sono per il nostro bene? Non è che anche noi, a volte, ci tiriamo addosso dolori e sofferenze inutili, a causa della nostra stoltezza?

Loro sposavano donne straniere, donne non credenti. Così, avevano molto contatto con il peccato. Oggi possiamo avere molto contatto con il peccato proprio in casa nostra, tramite la televisione o Internet. In quell’epoca, era sposare una donna straniera che ti dava contatto con il peccato. Oggi possiamo contaminarci anche stando in casa, tramite gli schermi, e anche tramite amicizie strette con non credenti. Quanto è importante che capiamo che la brutta compagnia, in una forma o nell’altra, corrompe i buoni costumi!

Non era solo Israele che era capace di peccare così, anche noi lo facciamo. Ed è triste e grave quando pecchiamo. Ma grazie a Dio abbiamo il perdono per mezzo di Cristo, SE ci umiliamo e ci ravvediamo dal nostro peccato.

Altro peccato: non amare la moglie

Nel resto del capitolo 2 Dio va avanti a riprendere il popolo per un altro loro peccato. Questo peccato riguarda noi mariti, e come trattiamo le nostre mogli. In Israele c’era un peccato molto diffuso, e cioè che i mariti non stavano amando per niente le loro mogli come dovevano, e usavano il divorzio per liberarsi delle loro mogli. Dio odia il divorzio.

Seguite mentre leggo dal versetto 13.

“13 Voi fate anche quest’altra cosa: coprite l’altare dell’Eterno di lacrime, di pianto e di lamenti, perché Egli non riguarda più con favore la vostra offerta e non la riceve più con piacere dalle vostre mani. 14 Eppure dite: "Per quale ragione?".” (Malachia 2:13-14 LND)

Piangevano, facevano lamenti, perché capivano che Dio non riguardava più con favore la loro offerta. All’esterno erano molto aggravati per questo, ma lo erano veramente, di cuore?

Loro dicevano: “Per quale ragione?”, come se Dio avesse smesso di accettare le loro offerte, ma senza mostrare loro il motivo. Dio non fa così. Dio ci mostra i nostri peccati, SE abbiamo un cuore che vuole vedere i nostri peccati. Dio non vuole che abbiamo confusione e non è che ci tiene a distanza finché abbiamo indovinato qual è il nostro peccato. Dio non fa così. Non è questo il cuore di Dio. Se vogliamo veramente vedere il nostro peccato, Dio ci mostra SEMPRE qual è il nostro peccato, non ce lo nasconde. Dio desidera la nostra santificazione molto più di quando la desideriamo noi, e desidera che stiamo in comunione stretta con Lui.

Perciò, è chiaro che il popolo si stava auto-ingannando, volevano vedersi come “spirituali”, piangevano e facevano lamenti perché Dio non accettava le loro offerte, però rifiutavano di vedere il loro peccato. E Dio riprende loro duramente per il loro peccato.

Il divorzio

Riprendo a leggere, dal versetto 14. Notate qual era il loro peccato, per cui Dio li riprende così duramente.

“14 Eppure dite: "Per quale ragione?". Poiché l’Eterno è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale ti sei comportato perfidamente, benché ella sia la tua compagna e la moglie del tuo patto. 15 Ma non li fece Dio uno e nondimeno lo spirito rimase in lui? E perché mai uno? Poiché egli cercava una discendenza da DIO. Badate dunque al vostro spirito e nessuno si comporti perfidamente verso la moglie della sua giovinezza. 16 “Poiché l’Eterno, il DIO d’Israele, dice che egli odia il divorzio e chi copre di violenza la propria veste", dice l’Eterno degli eserciti. Badate dunque al vostro spirito e non comportatevi perfidamente.” (Malachia 2:14-16 LND)

Dio riprende severamente il popolo, e in modo specifico i mariti, perché stavano peccando gravemente contro Dio peccando contro le loro mogli.

Stavano peccando comportandosi perfidamente contro le loro mogli e usando il divorzio per lasciare la moglie e prendere un’altra donna.

Comportarsi “perfidamente” vuol dire “con cattiveria, con malvagità”, ed è il contrario di amare la moglie come Dio ci comanda. Dio comanda a noi mariti di amare le nostre mogli teneramente, e di onorarle. Ma in Israele era molto diffuso il peccato, da parte dei mariti, di comportarsi perfidamente contro le loro mogli, e di divorziare.

Dio ha creato il matrimonio, e l’ha creato per essere il rapporto più stretto tra i rapporti su questa terra. Il matrimonio è un rapporto creato per durare per tutta la vita. Non è un rapporto temporaneo. Dio intende che il matrimonio vada avanti anche quando ci sono difficoltà e scontri, e non che si rompa facilmente. Certamente, la società di oggi è molto lontana da Dio, e non vive il matrimonio minimamente come Dio vuole. Nella società, divorziare è normalissimo e relativamente facile.

Nel Nuovo Testamento, vediamo che ci sono solo due casi in cui Dio permette il divorzio. Uno è in caso di fornicazione, cioè quando uno dei due coniugi è infedele all’altro. Gesù parla di questo in modo molto chiaro in Matteo 5:31-32. Ve lo leggo.

“31 È stato pure detto: "Chiunque manda via la propria moglie, le dia l’atto del divorzio". 32 Ma io vi dico: chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa colei che è stata mandata via, commette adulterio.” (Matteo 5:31-32 LND)

Qui è chiaro che in caso di fornicazione è ammesso il divorzio. Questo non esclude la possibilità del ravvedimento e il perdono, ma è permesso il divorzio in caso di fornicazione, ovvero, di adulterio.

Il secondo caso in cui è ammesso il divorzio è nel caso di un matrimonio misto, tra un credente e un non credente, ma solo se è il non credente che vuole andarsene. Leggiamo di questo in 1Corinzi 7, quando parla del matrimonio tra un credente e un non credente, e dice:

“Ma, se il non credente si separa, si separi pure; in tal caso il fratello o la sorella non sono più vincolati; ma Dio ci ha chiamati alla pace.” (1Corinzi 7:15 LND)

Perciò, se il coniuge non credente vuole lasciare l’altro coniuge e divorziare, in quel caso il divorzio è permesso.

In tutti gli altri casi il divorzio è vietato. E, se ci pensate, ha senso.

Cristo e la chiesa

Dio ha stabilito il matrimonio come un rapporto speciale, il più speciale tra i rapporti sulla terra, ed è fatto per simboleggiare il rapporto che c’è tra Cristo e la Chiesa. Il rapporto tra Cristo e la Chiesa non è un rapporto temporaneo, che dura finché tutto va bene, ma che si può rompere quando arriva qualche difficoltà. Piuttosto, il rapporto che abbiamo con Cristo è un rapporto eterno. Lui ci ha salvati, ci ha comprati a Dio, ha dato sé stesso per noi, e noi adesso siamo uno con Lui. La chiesa, la vera chiesa, composta da coloro che sono veramente salvati, è la sposa di Cristo, e non ci sarà MAI un divorzio tra i due. Similmente, anche nel matrimonio terreno, che rispecchia il matrimonio tra Cristo e la chiesa, anche nel matrimonio terreno non deve esserci divorzio. I casi che abbiamo visto sono eccezioni, che dovrebbero essere rare, e che sono sempre estremamente dolorose.

Questo è quello che Dio intende per il matrimonio e per il divorzio. Ma in Israele non stavano seguendo quello che Dio intende per il matrimonio, piuttosto, avevano cominciato a divorziare facilmente. Era un peccato diffuso che i mariti divorziassero dalle loro mogli, per motivi che non erano validi.

Questa era solo una brutta conseguenza del fatto che questi uomini non stavano amando le proprie mogli. Il divorzio è il risultato di vivere con egoismo il rapporto. È un peccato che rivela tanti altri peccati. E per questo, allontana da Dio.

E quale conseguenza ha portato questo grave peccato? Dio non stava più riguardando con favore le loro offerte, e non le stava più ricevendo con piacere. In altre parole, il peccato del popolo aveva creato un muro tra loro e Dio. Non avevano più il favore di Dio, perché gli avevano voltato le spalle.

Fratelli e sorelle, la condizione del popolo di Israele era terribile! Erano gravemente nel peccato.

Applichiamo a noi

Fermiamoci un attimo. Riconoscere e vedere il peccato di Israele, in sé, non ci aiuta. Quello che ci aiuta è valutare la nostra vita per vedere se anche noi abbiamo lo stesso peccato, anche se in forma diversa.

Nel nostro brano questo peccato riguarda più i mariti, però per noi riguarda anche le mogli.

Mi rivolgo a te, che sei un marito. In Israele vari mariti avevano smesso di amare e curare e trattare con tenerezza le loro mogli, e questo portava al divorziarle. Forse tu non hai divorziato da tua moglie in modo ufficiale, ma hai già divorziato nel tuo cuore?

Come ti stai comportando con tua moglie? La stai amando e curando teneramente? Rileggo il versetto 14, che è molto potente.

“14 Eppure dite: "Per quale ragione?". Poiché l’Eterno è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale ti sei comportato perfidamente, benché ella sia la tua compagna e la moglie del tuo patto.” (Malachia 2:14 LND)

Qui c’è la domanda che devi fare a te stesso: come mi sto comportando con la moglie della mia giovinezza? La sto veramente amando e curando come Dio mi comanda?

Fratelli, noi tutti che siamo mariti sappiamo quanto è una fatica e un impegno costante amare le nostre mogli. All’inizio del matrimonio, spesso è facile amare la propria moglie. Ma poi, man mano che si vive insieme, più passa il tempo, più i peccati dell’uno e dell’altro vengono fuori, e più diventa difficile amare la propria moglie. E lo stesso vale per la moglie verso il marito.

Amare le nostre mogli è una fatica, è un combattimento giorno per giorno, è una lotta all’ultimo sangue contro la nostra carne. La nostra carne non vuole amare. La carne non vuole sacrificarsi. La carne vuole vivere per sé, vuole usare gli altri per ottenere vantaggi per sé. La carne vuole tranquillità, vuole raggiungere i propri traguardi. Ma la carne non può benedirci.

Se tu ami tua moglie, se veramente ami tua moglie, sei pronto a sacrificarti per lei, proprio come Cristo si è sacrificato per la chiesa.

Allora, alla luce di questo, ti chiedo ancora: stai veramente amando tua moglie?

Anche altri rapporti

In questo brano Dio parla ai mariti, però, il principio dietro si applica anche agli altri rapporti, non solo al matrimonio.

I mariti devono amare le proprie mogli. Questa è la base del matrimonio e la parte fondamentale del ruolo di marito.

Forse tu non sei un marito, e forse non sei sposato. In generale, nei rapporti che hai, vivi i ruoli che Dio ti ha dato come Dio ti comanda?

Oh che possiamo subito riconoscere quando non stiamo vivendo come Dio ci comanda, per poterci ravvedere e tornare a Dio. Fratello, sorella, se Dio ti sta parlando in questo campo, non trascurare, non lasciare andare, ascolta la voce di Dio che ti chiama a ravvederti.

Il cuore di Dio: viene incontro

Dio è buono, ed è pieno di amore per il suo popolo. Seppure la condizione del popolo di Israele era grave, e si erano allontanati da Dio, ancora una volta vediamo il cuore di Dio che continua ad avere amore verso il suo popolo e continua a chiamarli a ravvedimento.

Seguite mentre rileggo i versetti 15-16. Notate che dice due volte “badate al vostro spirito”. “Badare” è un verbo attivo, e significa dedicarsi assiduamente, con grande impegno e dedizione. Dio comanda al suo popolo, ai mariti, di stare in guardia e non peccare. Seguite mentre leggo.

“15 Ma non li fece Dio uno e nondimeno lo spirito rimase in lui? E perché mai uno? Poiché egli cercava una discendenza da DIO.
Badate dunque al vostro spirito e nessuno si comporti perfidamente verso la moglie della sua giovinezza. 16 “Poiché l’Eterno, il DIO d’Israele, dice che egli odia il divorzio e chi copre di violenza la propria veste", dice l’Eterno degli eserciti.
Badate dunque al vostro spirito e non comportatevi perfidamente.” (Malachia 2:15-16 LND)

Fratelli e sorelle, nella vita cristiana dobbiamo “badare al nostro spirito”. Dobbiamo stare in guardia e combattere contro la nostra carne per non peccare contro Dio. Non basta avere il desiderio di camminare bene nelle vie di Dio, dobbiamo anche impegnarci, attivamente, stando in guardia per non peccare. Questo, alla fine, è il cuore di chi ha vero timore di Dio.

Vedete in questo il cuore di Dio, che sprona il suo popolo a camminare nelle Sue vie? Questo è l’amore di Dio che mostra il peccato, spinge a ravvedimento, e incoraggia nel cammino. Sarebbe stato giusto se Dio avesse solo ucciso tutti quelli che avevano peccato divorziando. Ma non l’ha fatto. Piuttosto, si è servito di Malachia per parlare loro.

Allo stesso modo, se tu oggi riconosci di avere peccato come marito, o in generale, nei rapporti con altri, non disprezzare la voce di Dio che ti parla. Piuttosto, ravvediti, accetta il perdono, e poi bada al tuo spirito per non peccare più.

Falsi insegnamenti

Nell’ultimo versetto del capitolo, Dio parla contro i falsi insegnanti e insegnamenti che c’erano già all’epoca. C’erano alcuni che insegnavano cose false, e che stancavano Dio con il loro peccato.

Seguite mentre leggo il versetto 17.

“17 Voi stancate l’Eterno con le vostre parole, eppure dite: "In che cosa lo abbiamo stancato?". Perché voi dite: "Chiunque fa il male è gradito all’Eterno, ed Egli si compiace in loro", oppure: "Dov’è il DIO del giudizio?".” (Malachia 2:17 LND)

Fratelli e sorelle, questo è un peccato che possiamo facilmente commettere anche noi, se non stiamo in guardia e se non abbiamo timore di Dio.

Per esempio, è facile dire “la nostra”, piuttosto di dire solo quello di cui siamo sicuri che è così nella Bibbia. E così, possiamo anche noi peccare essendo portavoci di false dottrine.

Fratelli e sorelle, stiamo in guardia, non diciamo mai del nostro, ma solo quello che dice la Parola di Dio, e solo quando siamo sicuri di cosa dice la Parola riguardo a un argomento o a una situazione. Non stanchiamo Dio con le nostre parole!

Conclusione

In questi pochi versetti abbiamo visto tre peccati che il popolo di Dio stava commettendo, e per cui Dio li stava riprendendo.

Israele stava peccando essendo disubbidiente a Dio, e poi camminando nell’idolatria a causa della loro disubbidienza. Hanno sposato donne straniere, che Dio aveva comandato di non sposare, e così hanno portato l’idolatria all’interno del popolo. Tu, in qualche modo, stai portando del peccato nella tua vita? Può essere una compagnia sbagliata, un rapporto che non ti edifica, un modo in cui scegli di spendere il tuo tempo.

Ma nel popolo di Israele c’era anche un altro peccato, che riguardava i mariti, ed era il peccato di non amare le loro mogli e di divorziare. Tu che sei un marito, stai amando tua moglie come Dio ti comanda? E tu che sei moglie, o genitore, o figlio, stai vivendo il tuo ruolo in tutto come Dio ti comanda?

E per ultimo, abbiamo visto anche il peccato di stancare Dio con le nostre parole. Cosa esce dalla tua bocca? Esce solo la verità di Dio? Oppure escono anche falsi insegnamenti, cose che tu dici ma che non sono veramente così nella Parola di Dio?

Fratelli e sorelle, oh prego che ciascuno di noi esamini il proprio cuore per vedere se c’è qualcuno di questi peccati in noi. E se c’è, per la grazia di Dio abbiamo il perdono in Gesù Cristo, se ci umiliamo e confessiamo i nostri peccati.

Dio ha mandato Malachia per chiamare a ravvedimento il popolo. Se Dio ha chiamato a ravvedimento te, oggi, tramite la sua Parola, non ignorare la sua voce. Riconosci il peccato che c’è da riconoscere, e corri a Cristo per avere il perdono e per tornare in comunione con Dio. Grazie a Dio per il dono del perdono che Dio ci ha dato, solo per grazia!

Viviamo queste verità, camminando fedelmente con il nostro Dio, e saremo veramente benedetti.