Aiuto Biblico

Il giudizio sta arrivando

Malachia 3 - 4

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.aiutobiblico.org, per domenica 14/05/2023
Descrizione: il giudizio sta per arrivare, viviamo tenendo questo in mente, e vivendo in modo irreprensibile davanti a Dio.
parole chiave: giudizio, peccato, amore, misericordia, parole dure, rubare, derubare Dio, abbondanza, prosperità

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Introduzione

Se tu sei come me, la tua vita è piena. Ci sono cose da fare che non finiscono, impegni, responsabilità, persone da curare... La vita è piena. E se la vita non è piena, spesso cerchiamo di riempirla. Anche un non credente cerca di riempire la propria vita, per cercare di avere un senso nella vita.

Ma quando la vita è piena è facilissimo essere presi con le cose di questa vita, e perdere di vista l’eternità, e quello che ci sta davanti. E così abbiamo una prospettiva falsa, e distorta, guardando all’oggi, ma non a quello che ci sta davanti.

Siamo arrivati alla fine del libro di Malachia, e negli ultimi capitoli Dio ci parla del giudizio che sta per arrivare.

Fratelli e sorelle, il giudizio STA per arrivare. E il fatto che Dio ci parla di questo, e che ci avverte per tempo, è un’altra dimostrazione della grazia, della misericordia e dell’amore di Dio per noi.

Il giudizio di Dio

Nei capitoli 3 e 4, Dio parla a Israele annunciando loro il giudizio che sta per arrivare. Questo serviva a loro, come serve anche a noi, oggi.

Spesso siamo così presi con l’oggi, o con le cose da fare, o con quello che il peccato ci promette, o con i divertimenti, e non teniamo in mente quello che ci sta davanti. Il Signore sta per ritornare a giudicare il mondo. Tutto quello che è legato a questa vita finirà.

Questa verità, se la teniamo in mente, deve cambiare il modo in cui viviamo, pensiamo e agiamo.

Seguite mentre leggo Malachia 3, dal versetto 1. È Dio che parla al suo popolo annunciando il giudizio che sta per arrivare.

“1 "Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E il Signore, che voi cercate, verrà improvvisamente nel suo tempio, l’angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 3:1 LND)

Questa è una profezia del ritorno di Gesù Cristo per giudicare il mondo. Notate che parla di un messaggero che Dio avrebbe mandato. Questa è una profezia della venuta di Giovanni Battista, e ne troviamo anche un’altra nel capitolo 4. Giovanni Battista aveva il ruolo di messaggero, colui che doveva preparare la via per Gesù Cristo, quando sarebbe venuto sulla terra.

Notate che Dio parla in modo quasi sarcastico con Israele. Loro dicevano di cercare Dio e di prendere piacere in Lui, ma non avevano un cuore puro e giusto. Stavano peccando gravemente contro Dio, in vari modi, per cui il loro desiderio di cercare Dio, e il loro prendere piacere in Dio, non era veramente di cuore, ma solo esteriore. Possiamo dire questo sulla base dei peccati per cui Dio li stava riprendendo.

Non possiamo cercare Dio veramente di cuore mentre restiamo nel peccato. Le due cose non vanno insieme. Volevano vedersi bene e molto spirituali, ma in realtà, il loro cuore era duro, e il loro cuore era lontano da Dio.

Infatti, Dio va avanti. Notate cosa dice al suo popolo. Leggo dal versetto 2.

“2 "Ma chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Perché egli è come un fuoco d’affinatore, come la soda dei lavandai. 3 Egli siederà come chi affina e purifica l’argento; purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento, perché possano offrire all’Eterno un’oblazione con giustizia. 4 Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradevole all’Eterno, come nei tempi passati, come negli anni di prima. 5 Così mi avvicinerò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli stregoni, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che frodano il salario all’operaio, che opprimono la vedova e l’orfano, e che pervertono il diritto dello straniero, e non temono me", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 3:2-5 LND)

Il giudizio sarà terribile. Cristo ritornerà per giudicare, e sarà come il fuoco dell’affinatore, e come la soda dei lavandai. Cristo siederà come un affinatore che affina e purifica l’argento. L’argento si purifica portandolo ad altissima temperatura, al punto che diventa liquido e le scorie si separano dall’argento puro. Cristo verrà per purificare e affinare il suo popolo. Verrà per giudicare e togliere quello che c’è di scoria e di marcio in mezzo al suo popolo.

Chi potrà sostenere il giorno della venuta di Cristo? Chi potrà rimanere in piedi quando apparirà? Nelle proprie forze, per il proprio merito, nessuno può.

Il ritorno di Cristo per giudicare sarà un giorno tremendo. Sarà terribile. Sarà qualcosa che non possiamo veramente afferrare fino in fondo. Le nostre menti sono troppo limitate per comprendere a fondo quanto è grande la santità di Dio e quando è grave il peccato davanti a Lui. Possiamo avere un’idea di come sarà il giudizio, ma non è niente in confronto alla grandezza dell’ira di Dio per il peccato, che sarà visibile in quel giorno.

Cristo tornerà per giudicare e giudicherà il suo popolo. Cristo toglierà dal suo popolo tutti coloro che dicono di essere di Cristo, ma che in realtà non sono suoi. Nel versetto 5 c’è un elenco simbolico di peccati che Cristo giudicherà, e chi li avrà commessi sarà mandato al tormento eterno. Cristo giudicherà ciascuno che è mai vissuto, e se uno non sarà trovato scritto nel libro della vita, ma piuttosto sarà trovato ancora coperto con i propri peccati, sarà mandato al tormento eterno.

Fratelli e sorelle, c’è un pericolo, però, per noi che conosciamo queste verità da tanto tempo. Possiamo essere così abituati a queste verità che non ci rendiamo conto che, effettivamente, Cristo STA per ritornare, presto, e che il giudizio è veramente dietro l’angolo. Fratelli, non viviamo come i pagani, che vivono come se non ci fosse il giudizio e l’eternità. I pagani vivono focalizzando sull’oggi, sugli impegni, sulle difficoltà della vita, sugli affanni di ogni giorno. Non viviamo così. Piuttosto, viviamo guardando in avanti, al giudizio e all’eternità, rimaniamo aggrappati a Cristo che ci ha salvati, e viviamo in modo da avere tanto frutto da presentare a Cristo quando ritornerà.

Il cuore di Dio: pronto a perdonare

Cristo sta per ritornare, presto. E qui, in Malachia 3, Dio sta avvertendo il suo popolo, e anche noi, in modo che siamo pronti per il ritorno di Cristo.

Questo è un altro chiaro esempio del cuore di Dio per noi. Dio avrebbe dovuto solo distruggere il suo popolo per i loro peccati. Quante volte aveva già ripreso loro! Quante volte li aveva già disciplinati! Malachia è stato scritto dopo i settant’anni di cattività. E nonostante che il popolo avesse già subito la durissima disciplina di Dio, ancora avevano peccato contro Dio. Dio avrebbe dovuto stancarsi di loro e distruggerli.

E lo stesso vale anche per noi. Anche noi, come Israele, abbiamo ricevuto tanti avvertimenti, tanta correzione e tanta disciplina da Dio. Ma ancora pecchiamo contro di Lui. Ancora cadiamo. Anche con noi Dio dovrebbe solo stancarsi e distruggerci.

Ma Dio non lo fa. Questo è il suo cuore. Dio ha un cuore di misericordia e di grazia verso di noi. Notate il cuore di Dio mentre leggo i versetti 6-7.

“6 "Poiché io sono l’Eterno, non muto; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati. 7 Fin dai giorni dei vostri padri vi siete allontanati dai miei statuti e non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi", dice l’Eterno degli eserciti. "Ma voi dite: "In che cosa dobbiamo tornare?".” (Malachia 3:6-7 LND)

Dio è sempre lo stesso, non muta, cioè, non cambia. Dio non cambia mai. Il suo cuore è sempre lo stesso. Dio continua a mostrare misericordia e grazia verso il suo popolo, e nonostante fossero caduti ancora nel peccato, ancora una volta Dio li chiama a tornare a sé. Questo è il cuore di Dio, anche per noi!

Certamente, Dio ci insegna che la sua pazienza avrà una fine, che sarà al giorno del giudizio. Allora non ci sarà più pazienza, allora non ci sarà più misericordia. Ma per ora, Dio ci chiama a ravvederci e a tornare a Lui.

Grazie a Dio per questo cuore che ha verso di noi! Cosa abbiamo fatto noi, cos’hai fatto tu, per meritare questa grazia da Dio?

E la risposta è che noi non abbiamo fatto NULLA per meritare tutto questo. È solo la grazia di Dio.

Il popolo si giustifica

Da un lato è incredibile e meraviglioso vedere il cuore di Dio per il suo popolo. Ma dall’altro lato è triste vedere il cuore del popolo verso Dio.

Dio aveva mostrato loro chiaramente i loro peccati. Ma nonostante questo, comunque si giustificavano e non volevano riconoscere la loro colpa davanti a Dio. Volevano vedersi bene. Volevano vedersi spirituali. Ma stavano peccando contro Dio. E, se ricordate gli ultimi sermoni, il popolo aveva vari peccati gravi.

Derubare Dio

Nei prossimi versetti Dio menziona un altro peccato che commettevano. Ma in questi versetti notate soprattutto il cuore di Dio. Dio non stava bastonando il suo popolo, piuttosto, notate quanta grazia e amore aveva verso il suo popolo, desiderando che tornassero a Lui per benedirli di nuovo. Parla dei loro peccati, affinché lasciassero i loro peccati e tornassero a Lui.

Seguite mentre leggo dal versetto 7.

“7 Fin dai giorni dei vostri padri vi siete allontanati dai miei statuti e non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi", dice l’Eterno degli eserciti. "Ma voi dite: "In che cosa dobbiamo tornare?". 8 Un uomo deruberà DIO? Eppure voi mi derubate e poi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?". Nelle decime e nelle offerte. 9 Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, sì, tutta quanta la nazione. 10 Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo", dice l’Eterno degli eserciti, "se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione, che non avrete spazio sufficiente ove riporla. 11 Inoltre sgriderò per voi il divoratore, perché non distrugga più il frutto del vostro suolo, e la vostra vite non mancherà di portar frutto per voi nella campagna", dice l’Eterno degli eserciti. 12 "E tutte le nazioni vi proclameranno beati, perché sarete un paese di delizie", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 3:7-12 LND)

Il popolo stava peccando contro Dio. Stavano derubando Dio nelle decime e nelle offerte. Stavano tenendo per loro stessi invece di dare a Dio tutto quello che spettava a Dio. In questo senso, stavano cercando di auto-benedirsi. Questo è un grave peccato, fratelli. Non perché Dio abbia bisogno di qualcosa da noi, piuttosto, perché questo peccato rivela un cuore che non si fida di Dio. Dare a Dio tutto quello che lui richiedeva nelle decime e nelle offerte voleva dire dare a Lui quello che sembrava servire per loro stessi e per le loro famiglie. Dare a Dio la decima del raccolto voleva dire fidarsi pienamente di Dio, che sarebbe stato Lui a benedire la famiglia. Ed era anche un modo di mostrare un cuore per la gloria di Dio e per la crescita del suo regno.

Invece, cosa faceva il popolo? Tenevano per loro stessi quello che dovevano dare a Dio, pensando di potersi auto-benedire. Ma solo Dio può veramente benedire.

Fratelli e sorelle, anche noi possiamo commettere lo stesso peccato molto facilmente. Noi non offriamo le decime a Dio, e non offriamo offerte in un tempio terreno. Però, anche noi abbiamo da dare a Dio.

Dio ci ricolma di benedizioni tutti i giorni. Noi qua sappiamo che siamo ricchi, non ci manca nulla, sia in senso pratico, sia in senso spirituale. Quello che per i giudei era dare a Dio le decime e le offerte nel tempio, oggi vuol dire dare cose materiali, soldi, e soprattutto, del nostro TEMPO, per promuovere il Regno di Dio.

Gli Israeliti peccavano tenendo per sé, o tutto o solo in parte, quello che dovevano offrire a Dio. Ma anche noi possiamo fare la stessa cosa. Dio mette davanti a ciascuno di noi opportunità di essere usati per il Regno di Dio. Può essere dando soldi, per l’opera di Dio, o aprendo le nostre case, o servendo con i nostri doni… ma soprattutto, possiamo dare il nostro TEMPO per il Regno di Dio.

Tutto quello che abbiamo viene da Dio. I nostri soldi, i nostri beni materiali, le nostre capacità e il nostro tempo, tutto viene da Dio, e dobbiamo usarlo non per noi stessi ma per la gloria di Dio. Quando usiamo queste cose per noi stessi, e le teniamo per noi stessi, invece di metterle al servizio del Regno di Dio, stiamo peccando contro Dio. In sé, il fatto stesso di non adoperarci per il Regno è grave, come per Israele era grave il fatto di non dare a Dio quello che gli spettava. Ma, ancora più grave, è il peccato di non avere fede in Dio e di volerci auto-benedire. Quando tu non metti quello che hai al servizio del Regno di Dio, stai credendo la menzogna che puoi essere più benedetto se tieni le cose per te.

Per esempio, se tu sai che un fratello ha bisogno di essere incoraggiato, e tu hai del tempo che potresti dedicargli, ma piuttosto scegli di usare quel tempo per le tue cose, o per la tua famiglia, tu stai peccando contro Dio. Sia perché non stai dando a quel fratello l’incoraggiamento di cui ha bisogno, sia perché non ti stai fidando di Dio ma stai credendo la menzogna che, se spendi per te quel tempo, le tue cose andranno meglio, che vorrebbe dire, che sarai più benedetto.

E lo stesso vale per tutte quelle opportunità che Dio ci mette davanti, in cui possiamo usare quello che Dio ci ha dato, per investire nel suo Regno.

Quando non investiamo per il Regno di Dio quello che Dio ci ha dato, stiamo derubando Dio. Questo è un grave peccato.

Dio è pronto a benedire

Però, fratelli, nonostante questo sia un grave peccato, di nuovo, notate il cuore di Dio verso il suo popolo, e verso di noi. Dio era pronto a ricolmare ancora il suo popolo di benedizioni, se si fossero ravveduti e fossero tornati a dare a Dio tutte le decime e le offerte che gli spettavano. Rileggo il versetto 10.

“10 Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo", dice l’Eterno degli eserciti, "se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione, che non avrete spazio sufficiente ove riporla.” (Malachia 3:10 LND)

Se ci fidiamo di Dio, e se diamo a Lui tutto quello che gli spetta, Dio è pronto a benedirci.

Allora, questa verità è una verità che può essere facilmente girata per farle dire quello che non sta dicendo.

Questo brano non ci sta spiegando come possiamo “comprare” benedizioni da Dio. Non sta dicendo che più tu dai a Dio di cose materiali e più Lui ti benedice materialmente; così che, se vuoi diventare ricco, basta che dai a Dio tanti soldi e Lui te ne darà tanti in più, al punto che non saprai più dove metterli.

Tristemente, ci sono tanti che usano questo brano per fargli dire quello che, in realtà, non sta dicendo. E tristemente, tanti credenti, veri o solo di nome, cadono nel credere all’evangelo della prosperità, che è un falso evangelo. Mentre la Bibbia ci insegna di pensare alle cose di lassù, non alle cose terrene, e mentre la Bibbia ci insegna di essere contenti se abbiamo il minimo necessario per nutrici e per coprirci, il falso evangelo della prosperità spinge a desiderare cose materiali.

Il senso di questo brano è molto chiaro. Dio sta riprendendo il suo popolo perché tenevano per sé stessi quello che avrebbero dovuto dare a Dio. Ma Dio, riprendendoli per questo peccato, dice anche che, se si fossero ravveduti, e se fossero tornati a dare a Lui quello che gli spettava, sarebbe stato Lui stesso a benedirli grandemente. Loro stavano cercando di benedire loro stessi. Ma Dio stava spingendo il popolo a smettere di cercare di auto-benedirsi, ma piuttosto di dare a Lui prima e di lasciare che fosse Lui a benedirli.

Dio è pronto a benedirci, vuole benedirci. Certamente Dio ci dà benedizioni materiali, ma molto, molto di più, ci dà benedizioni spirituali. Le benedizioni spirituali di Dio valgono infinitamente di più di quelle materiali. Ma Dio ci benedice solo quando camminiamo nelle sue vie e quando viviamo per il suo Regno. L’unica vita veramente benedetta è la vita vissuta camminando nelle vie di Dio, e adoperandosi per il Suo Regno. Questa è l’unica vita veramente benedetta, perché è l’unica vita che Dio benedice. Solo Dio può veramente benedire, e le Sue benedizioni sono quello che il nostro cuore desidera.

Parlare contro Dio

Dio è pronto a perdonare e a benedire di nuovo chi si umilia e torna a Lui, ravvedendosi dai propri peccati. Ma Israele non si stava ravvedendo. Avevano vari peccati, e uno di questi era il peccato di parlare contro Dio.

Questo peccato è molto diffuso anche oggi, ed è il peccato di disprezzare quello che Dio dice, effettivamente dichiarando che le cose non stanno così, che Dio sbaglia. Seguite mentre leggo i versetti 13 a 18.

“13 "Avete usato parole dure contro di me", dice l’Eterno. "Eppure dite: "Che cosa abbiamo detto contro di te?". 14 Avete detto: "È vano servire DIO; quale guadagno c’è nell’osservare i suoi ordinamenti e ad andare vestiti a lutto davanti all’Eterno degli eserciti? 15 Perciò noi proclamiamo beati i superbi. Non solo gli operatori d’iniquità prosperano, ma essi tentano pure DIO e sfuggono"". 16 Allora quelli che temevano l’Eterno si sono parlati l’un l’altro. L’Eterno è stato attento ed ha ascoltato, e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l’Eterno e onorano il suo nome. 17 "Essi saranno miei", dice l’Eterno degli eserciti, "nel giorno in cui preparo il mio particolare tesoro, e li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lo serve. 18 Allora vedrete nuovamente la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve DIO e colui che non lo serve".” (Malachia 3:13-18 LND)

È possibile che in Israele ci fossero vari che veramente dicevano che è vano servire Dio. Ma è anche possibile che non fosse qualcosa che dicevano a parole, ma qualcosa che pensavano o che dimostravano con i fatti.

Questo è un brutto peccato. Infatti, dichiarare che è vano seguire Dio vuol dire, effettivamente, dichiarare che Dio è un bugiardo, che la vita cristiana non è veramente una vita benedetta, che Dio non dà la pace e la gioia che promette di dare. E, alla fine, vuol dire dichiarare che vivere per Dio è tutto inutile. Ma non è così.

In Israele stavano peccando perché non avevano visione, e non avevano una prospettiva eterna. Come Asaf, nel Salmo 73, guardavano solo all’oggi, a come prosperavano quelli che peccavano contro Dio. Non guardavano all’eternità, non ricordavano la fine eterna di quelli che non hanno Dio. E perciò, a loro seguire Dio sembrava duro e inutile, mentre la vita degli empi sembrava benedetta e desiderabile. Quanto facilmente possiamo avere una visione falsa e tutta distorta della realtà.

Facendo questo, o con le parole, o con le azioni, o anche solo nei loro pensieri, hanno peccato contro Dio. Hanno usato parole dure contro Dio. Se ci pensate, in questo hanno anche dimostrato che non avevano timore di Dio. Chi ha vero timore di Dio, non può parlare contro Dio.

Fratelli e sorelle, anche noi possiamo commettere lo stesso peccato. Anche noi, magari non a parole, magari solo nel nostro cuore, ma anche noi possiamo arrivare a vedere la vita cristiana, o certi aspetti della vita cristiana, come pesanti e inutili, e possiamo arrivare a desiderare di fare la stessa vita dei pagani intorno a noi.

Però, fratelli, notate cosa dice Dio di chi teme Dio e persevera nel cammino. Rileggo i versetti 16 a 18.

“16 Allora quelli che temevano l’Eterno si sono parlati l’un l’altro. L’Eterno è stato attento ed ha ascoltato, e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l’Eterno e onorano il suo nome. 17 "Essi saranno miei", dice l’Eterno degli eserciti, "nel giorno in cui preparo il mio particolare tesoro, e li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lo serve. 18 Allora vedrete nuovamente la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve DIO e colui che non lo serve".” (Malachia 3:16-18 LND)

In questa vita, se guardiamo la vita con occhi terreni, seguire Dio sembra invano. Guardando così, sembra tutto vano e assurdo. Ma non è vano e assurdo. Dobbiamo guardare in avanti, all’eternità, con occhi di fede. Dio tiene conto di chi lo teme e onora il suo nome. E questi faranno parte del suo particolare tesoro. Chi vive per Dio, guardando all’eternità, è visto come uno stolto in questa vita, nella società. Ma, in realtà, chi vive così fa parte del tesoro particolare di Dio. Cosa vale di più, l’approvazione di Dio o l’approvazione degli uomini?

Fratelli e sorelle, al momento non è così visibile, ma c’è una grande differenza tra il giusto e l’empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. E questa differenza sarà chiara al giudizio. Non viviamo guardando a oggi! Non stanchiamoci di vivere per Dio! Piuttosto, camminiamo con perseveranza, guardando in avanti all’eternità, perché il giudizio sta per arrivare, e arriverà presto.

Il giudizio di Dio

Il giudizio di Dio sta per arrivare. Cristo sta per ritornare a giudicare. E quel giorno sarà terribile. Seguite mentre leggo i primi versetti del capitolo 4, in cui Dio ci dà una descrizione di come sarà il giorno del giudizio.

“1 "Poiché ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; allora tutti i superbi e tutti quelli che operano empiamente saranno come stoppia; il giorno che viene li brucerà", dice l’Eterno degli eserciti, "in modo da non lasciar loro né radice né ramo.” (Malachia 4:1 LND)

In questa vita sembra che i superbi e gli empi se la passino bene. Ma, in realtà, è solo un’apparenza. Quando Cristo ritornerà per giudicare, allora tutti i superbi e tutti quelli che operano empiamente, cioè empiamente secondo il metro di Dio, ovvero coloro che non hanno timore di Dio, tutti questi saranno consumati come la stoppia consumata dal fuoco. In un attimo saranno distrutti, mandati al tormento eterno per sempre, in totale agonia e tormento per tutta l’eternità.

Tutti coloro che oggi vivono lontani da Dio, anche se sono religiosi, ma che in realtà cercano il meglio dalla vita, saranno tutti distrutti.

Come sarà per chi teme Dio

Ma per chi teme Dio non sarà così. Infatti, per chi teme Dio, il giudizio sarà il momento in cui giustizia sarà fatta. Seguite mentre leggo i versetti 2-3.

“2 Ma per voi che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali, e voi uscirete e salterete come vitelli di stalla. 3 E calpesterete gli empi, perché saranno cenere sotto la pianta dei vostri piedi nel giorno che io preparo", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 4:2-3 LND)

Che versetti meravigliosi e pieni di speranza!

Per chi teme l’Eterno al giudizio sorgerà il sole della giustizia. Cioè, giustizia sarà fatta. Oggi non c’è giustizia. Gli empi prosperano, e chi teme Dio è afflitto. Ma al giudizio sarà fatta giustizia, e ci sarà guarigione per ciascuno che teme Dio.

E ci sarà grande gioia, una gioia perfetta, per noi che siamo in Cristo, e totale libertà. Non ci sarà più peccato, non ci sarà più pianto, ci sarà solo gioia e intima comunione con il nostro Signore. Avremo un cuore soddisfatto, in un modo che non avremo mai sperimentato in questa vita.

Fratello, sorella, se tu sei in Cristo, è questo che ti sta davanti! Quello che vedi in questa vita non è tutta la realtà. Guarda in avanti, guarda all’eternità, non guardare solo a oggi! Puoi avere pace nel tuo cuore sapendo che Cristo ritornerà per giudicare e fare giustizia. E mentre aspetti il suo ritorno, vivi temendo Dio, con costanza, portando frutto per la gloria di Dio, frutto che dura per tutta l’eternità.

Ultima esortazione e profezia di Giovanni Batista

Negli ultimi versetti di questo capitolo Dio ci dà un’ultima esortazione e una profezia della venuta di Giovanni Battista.

Seguite mente leggo i versetti 4-6.

“4 "Ricordatevi della legge di Mosè, mio servo, al quale in Horeb ordinai statuti e decreti per tutto Israele. 5 Ecco, io vi manderò Elia, il profeta, prima che venga il grande e spaventevole giorno dell’Eterno. 6 Egli farà ritornare il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai padri, affinché io non venga a colpire la terra di completo sterminio”.” (Malachia 4:4-6 LND)

Dio ci esorta a ricordarci della legge di Mosè. In altre parole, mentre aspettiamo il ritorno di Cristo dobbiamo vivere ricordandoci dei comandamenti di Dio e vivere seguendoli.

Noi, oggi, non siamo più sotto la legge di Mosè, ma sotto la legge di Cristo. E dobbiamo attenerci alla legge di Cristo. Chi teme Dio ed è un seguace di Cristo, deve anche seguire la legge di Cristo, non come elenco di doveri, ma come risultato di un cuore cambiato.

In questa esortazione vediamo di nuovo il cuore di Dio, che ancora chiama il suo popolo a camminare nelle Sue vie.

E vediamo il cuore di Dio anche nella profezia di Giovanni Battista che troviamo nei versetti 5 e 6. Dio aveva già stabilito che sarebbe venuto Elia, Giovanni Battista, e aveva già stabilito che sarebbe stato lui a preparare la via per il Cristo.

Per la grazia di Dio, Giovanni è già venuto, annunciandoci l’arrivo di Cristo. E poi Cristo è già venuto, è venuto per pagare la nostra condanna, per liberarci dalla condanna eterna. Questo vuol dire che, adesso, non abbiamo più niente davanti se non il ritorno di Cristo.

Conclusione

Fratelli e sorelle, in Malachia Dio rinfaccia al suo popolo una serie di peccati in cui loro erano caduti. E, visto che Malachia è nella Parola di Dio, Dio sta parlando anche a noi, perché questi sono peccati in cui anche noi possiamo cadere. Pensate anche solo ai due peccati che abbiamo visto in questo brano: il peccato di derubare Dio, e il peccato di parlare con parole dure contro Dio, che è quello che facciamo quando ci lamentiamo. Quanto facilmente possiamo anche noi cadere in questi peccati!

Ma in tutto Malachia, e specialmente in questi ultimi due capitoli, si vede chiaramente il cuore di Dio per il suo popolo, e quindi anche per noi. Dio è così pieno di amore, e di grazia, verso di noi, che non ci distrugge subito quando pecchiamo, ma piuttosto ci mostra i nostri peccati, così che possiamo umiliarci, ravvederci e tornare a Lui. Fratelli e sorelle, che cuore ha il nostro Dio verso di noi!

E vediamo il cuore di Dio anche nel fatto che ha già annunciato, da molto tempo, il giudizio che sta per arrivare.

Fratello, sorella, se tu sei in Cristo, non vivere come se fosse tutto qua, in questa vita. Guarda in avanti, tieni in mente l’eternità, ricordati che sarà fatta giustizia, e perciò, datti da fare a vivere per Dio, avendo timore di Dio.

E se tu non sei un figlio di Dio, ravvediti finché c’è tempo. Tu non sai quando Cristo ritornerà. Potrebbe essere oggi, o domani. Non trascurare, non rimandare, umiliati oggi, lascia il tuo peccato che ti inganna, e corri a Cristo per avere il perdono e la riconciliazione con Dio. Corri a Cristo, finché c’è tempo.

Cristo sta per ritornare, presto. Viviamo in modo da non essere trovati impreparati, ma aspettiamo con pazienza il nostro Signore.