Aiuto Biblico

Le Parabole

Matteo 13

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per mercoledì, 30 dicembre 2015, – cmd es –
parole chiavi: parabola, parabole, parabole del seminatore

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Importanza di capire le Parabole:

Quando leggiamo i vangeli, Matteo, Marco e Luca, notiamo che spesso Gesù parla in Parabole. Infatti, ci sono almeno 38 diverse parabole in questi vangeli, più altri insegnamenti che potrebbero essere considerate parabole. Alcuni studiosi contano fino a 60 parabole.

Una Parabola è una storia dalla vita comune che comunica una verità spirituale. La parabola non dev'essere vista come un insegnamento in cui ogni dettaglio rappresenta qualcosa. Vederle così porta a tanti dottrine sbagliate. Purtroppo, durante la storia, le parabole sono state usate per fare dire alla Bibbia tante cose che non dice. Perciò, è importante che capiamo come capire e interpretare le parabole correttamente.

Perché Gesù usava parabole? Per capire, notate che in Matteo, nei primi 12 capitoli di Matteo, Gesù non usava parabole. Inizia ad usare parabole solo nel capitolo 13, che vogliamo considerare oggi. Da questo punto nel suo ministero, fino alla croce, principalmente usava parabole quando parlava con le folle, e parlava in modo diretto solo con i suoi discepoli. Questo fatto ci aiuta a capire il senso delle parabole.

Quindi, consideriamo questa sua prima parabola, in Matteo 13:1-9. Gesù insegna la parabola alla folla, e poi, la spiega ai suoi discepoli. Leggo Matteo 13:1-9.

“1 Ora, in quello stesso giorno Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso il mare. 2 E grandi folle si radunarono intorno a lui, così che egli, salito su una barca, si pose a sedere; e tutta la folla stava in piedi sulla riva. 3 Ed egli espose loro molte cose in parabole, dicendo: "Ecco, un seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. 5 Un’altra cadde in luoghi rocciosi, dove non c’era molta terra, e subito germogliò perché il terreno non era profondo 6 ma, levatosi il sole, fu riarso e, dato che non aveva radice, si seccò. 7 Un’altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. 8 E un’altra cadde in buona terra e portò frutto dando, chi il cento, chi il sessanta, e chi il trenta per uno. 9 Chi ha orecchi da udire, oda!".” (Matteo 13:1-9 LND)

Questa è la parabola. Aspettiamo fino al versetto 18, e Gesù stesso ci darà il suo significato. Per il momento, consideriamo il motivo per cui Gesù insegnava in parabole, che Gesù stesso ci spiega.

Nel versetto 10, i discepoli chiedono a Gesù perché insegnava in parabole. Come ho già detto, fino a questo punto, non aveva usato parabole. Vogliono capire il motivo per cui adesso, usa parabole, che non sono chiare, anziché insegnare in modo diretto, come aveva fatto finora.

Leggo la loro domanda a Gesù, nel versetto 10.

“Allora i discepoli, accostatisi, gli dissero: "Perché parli loro in parabole?".” (Matteo 13:10 LND)

Vogliamo capire perché Gesù aveva iniziato ad usare parabole, visto che erano insegnamenti più difficili da capire. Nei versetti 11 a 17, Gesù spiega a loro e anche a noi, la risposta.

“ 11 Ed egli, rispondendo, disse loro: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12 Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell’abbondanza, ma a chiunque non ha, gli sarà tolto anche quello che ha. 13 Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano. 14 Così si adempie in loro la profezia d’Isaia, che dice: "Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete". 15 Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non comprendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca 16 Ma, beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono. 17 Perché in verità vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro, e udire le cose che voi udite e non le udirono!” (Matteo 13:11-17 LND)

Questa risposta è estremamente importante per ogni credente. Ci aiuta a capire l'immensità della grazia di Dio verso di noi che crediamo. Consideriamo le verità in questa risposta di Gesù.

La grazia di Dio

Prima di tutto, è importante notare alcune parole chiave in questo brano.

“Ed egli, rispondendo, disse loro: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.” (Matteo 13:11 LND)

Notate le parole ai discepoli: “a voi è dato”. Quando riusciamo a capire la Parola di Dio, non è per qualche merito nostro, ma è perché Dio ci ha dato di capire quella verità. Ovvero, comprendiamo le verità di Dio perché Dio ci ha aperto gli occhi a capire quelle verità. Non abbiamo mai un merito nostro.

Questo è vero soprattutto per quanto riguarda capire la Parola di Dio.

Capire le verità di Dio è un dono di Dio, perché di natura, né vogliamo né possiamo capire le verità di Dio. Di natura, siamo quello che la Bibbia chiama “uomini e donne naturali.” Occorre un'opera di Dio per aprirci il cuore, affinché possiamo capire le verità di Dio, dallo Spirito di Dio. Leggiamo 1Cor. 2:14:

“14 Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente. 15 Ma colui che è spirituale giudica ogni cosa ed egli non è giudicato da alcuno.” (1Corinzi 2:14-15 LND)

Solo se Dio opera nel cuore, si può veramente comprendere spiritualmente le verità di Dio. Cioè, una persona può capire intellettualmente, ma non può afferrare il vero senso e la vera importanza delle verità di Dio senza l’opera di Dio nel suo cuore. Di natura siamo accecati. Quindi, quando riusciamo a capire qualche verità della Parola di Dio, è perché Dio ha avuto la grazia di toccare il nostro cuore. È da ringraziarLo, ed è di rimanere veramente umili nei suoi confronti.

Nel caso delle parabole, sono verità che sono date in modo da nasconderle dalle persone che Dio non illumina. Quindi, capire queste verità non è per alcun merito, è un dono di Dio. Se tu comprendi il senso di una parabola, questo fatto dovrebbe spingerti ad essere molto umile.

In realtà, non solo il fatto di poter capire le verità della Bibbia è un dono di Dio, ma ogni capacità e bene che abbiamo viene da Dio, come leggiamo in 1Corinzi 4:7:

“Chi infatti ti rende diverso? Che cos'hai tu che non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Corinzi 4:7 LND)

Alla luce di questo, è importante per noi di capire che tutto quello che abbiamo, le nostre capacità, la salute, la nostra intelligenza, il successo che otteniamo, e tutto quello che riusciamo a capire delle verità di Dio, viene tutto da Dio, tutto ci è stato dato, ed è un dono per grazia. Non dovremmo mai gloriarci in noi stessi, non dovremmo mai innalzarci per alcuna capacità o successo che abbiamo. Tutto viene da Dio, a LUI solo la gloria. Quanto è importante che tutto ci è stato dato.

La responsabilità dell’uomo, v. 12-15

Mentre il versetto 11 insegna la sovrana, unilaterale grazia di Dio che opera in chi vuole, i versetti 12-15 ci mostrano che comunque, l'uomo è responsabile davanti a Dio. Leggo Matteo 13:12.

“Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell’abbondanza, ma a chiunque non ha, gli sarà tolto anche quello che ha.” (Matteo 13:12 LND)

Non è possibile essere neutrale con Dio. O una persona crede e vive quello che Dio le dà, e cresce, oppure, non vive secondo quello che Dio le dà, e perderà quel poco di verità che aveva ricevuto.

Nella preghiera di Gesù in Giovanni 17, poco prima della croce, Gesù ci fa capire che i veri discepoli avevano osservato la sua parola. Leggo le sue parole in questa preghiera, leggendo Giovanni 17:6:

Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola. (Giovanni 17:6)

Cioè, nonostante le loro tante cadute, i veri discepoli di Gesù avevano osservato la sua parola. È ovvio che la loro fede era mista con dubbi, con errori, e con tanti sbagli. Però, credevano e seguivano Gesù. Osservavano la sua parola. Usavano quello che avevano ricevuto da Dio.

A chi ha, gli sarà dato di più. Cioè, chi usa quello che ha da Dio, gli sarà dato di più. Se Dio apre gli occhi a qualcuno a capire alcune verità, e quella persona vive secondo quello che ha capito fino a quel punto, e cerca Dio di più, le sarà dato di più. Comprenderà ancore più verità di Dio. Allora, chi ha ricevuto un po’ di conoscenza di Dio, e per fede vive secondo quello che Dio gli ha dato, a lui sarà dato di più.

Però, il contrario a questo è anche vero. Gesù dichiara che in contrasto a questo, chi non ha, gli sarà tolto quello che ha. In altre parole, se Dio apre gli occhi di qualcuno a capire certe verità, ma la persona non accoglie quelle verità nel cuore, e non si sottomette a quelle verità, e quindi, non cammina secondo quelle verità, Dio non le darà altre verità, ma ancora peggio, prima o poi, le sarà tolto quel po’ di luce che aveva ricevuto prima. Cioè, se una persona arriva ad avere un certo livello di conoscenza di Dio, e magari un livello di riconoscere e apprezzare le cose del Signore, ma poi rifiuta di ravvedersi e di ricevere Cristo come Signore personale, allora, gli sarà tolta anche quello che aveva.

Con quello, leggiamo Matteo 13:12-15.

“12 Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell’abbondanza, ma a chiunque non ha, gli sarà tolto anche quello che ha. 13 Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano. 14 Così si adempie in loro la profezia d’Isaia, che dice: "Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete". 15 Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non comprendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca” (Matteo 13:12-15 LND)

Dio sceglie di rivelare la sua volontà ad alcuni, e indurisce gli altri. Gesù insegnava in parabole, affinché solo le persone a cui era dato da Dio potevano comprendere le sue verità. In un certo senso, potremmo dire che Dio non spreca le sue verità più ricche e profonde con coloro che non sanno apprezzarle. Gesù insegna questa verità ai discepoli in Matteo 7:6.

“Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con i piedi e poi si rivoltino per sbranarvi.” (Matteo 7:6 LND)

Quindi, come Gesù dichiara, citando la profezia data tramite Isaia, Dio non rivela le sue verità a coloro che hanno il cuore chiuso, affinché non vengono salvati.

Vediamo un esempio di questo nel Faraone in Egitto, al tempo di Mosè. Leggiamo in vari versetti che il cuore del Faraone si indurì. (Esodo 7:22; 8:15,19,32; 9:7). Poi dice che allora il Signore indurì il cuore di Faraone (Esodo 9:12).

In Proverbi 29:1 leggiamo:

L’uomo che irrigidisce il collo quando è ripreso, sarà improvvisamente spezzato senza alcun rimedio.” (Proverbi 29:1 LND)

Se Dio riprende un uomo, ovvero, gli mostra il suo peccato, e quel uomo irrigidisce il collo, sarà punito severamente per questo.

Quindi, quando una persona indurisce il suo cuore verso Dio, Dio indurisce il cuore di quella persona. In altre parole, ognuno è responsabile per come risponde alle verità che Dio gli dà. Quando una persona sceglie di non dare ascolto a Dio, Dio indurisce quella persona in modo che non sente più da Dio. Quindi, è estremamente pericoloso ascoltare le verità di Dio, per poi rifiutare di accogliere quelle verità e di vivere secondo esse. Chi fa così rischia di perdere tutto quello che aveva ricevuto fino a quel punto.

Tornando a considerare le parabole, nei primi dodici capitoli di Matteo, Gesù aveva insegnato apertamente, chiamando le persone a ravvedersi e a credere in Lui. Gesù aveva compiuto miracoli, che confermavano il suo insegnamento. Ma tante persone, per esempio, tanti dei farisei e gli scribi, avevano rifiutato di credere in Lui. Perciò, da questo punto in avanti, quando Gesù parla con le folle, parla principalmente in parabole, per non rivelare altre verità alle persone che non si erano ravvedute. Non voleva sprecare insegnamenti più profonde con persone che si erano rifiutate a ravvedersi. Nascondeva queste verità a loro, insegnando in parabole.

La Benedizione di Capire, v.16

Quindi, uno scopo delle parabole era che l’insegnamento fosse nascosto da quelli che non credevano. L’altro scopo era che l’insegnamento fosse chiaro per chi viene toccato da Dio per poter vedere di cuore le verità di Dio nascoste nelle parabole. Leggiamo v.16

Ma, beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono.” (Matteo 13:16 LND)

Quando vediamo le verità che Gesù insegna, e che oggi abbiamo nella Bibbia, è perché siamo beati da Dio. Dio benedice, toccando il cuore, in modo che comprendiamo quello che ascoltiamo. Prego che possiamo vedere questa stupenda verità.

La parola “beato” indica che Dio sceglie di operare il bene nella vita di quella persona. Non dipende dall'intelligenza di quella persona, né dalle sue capacità. Non è qualcosa che la persona può fare per se stessa. È Dio che benedice, aprendo gli occhi a vedere le verità della parabola.

E quindi, le Parabole sono date da Dio per nascondere le verità a chi ha il cuore indurito, e per rivelare le verità a chi viene toccato da Dio. Sono storie che sono facili da ricordare, in modo che possiamo meditare sulle verità in essa. Quando noi prendiamo gli insegnamenti delle parabole con cuori umili ed aperti, anche noi saremo beati.

Il grande valore dell’insegnamento, v.17

L’insegnamento che troviamo in queste parabole è di immenso valore. Ascoltiamo quello che Gesù ne dice nel v.17

“Perché in verità vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro, e udire le cose che voi udite e non le udirono!” (Matteo 13:17 LND)

Le verità in queste parabole sono così preziose che tanti uomini di Dio nei secoli prima di Gesù desideravano profondamente di sentire queste cose, ma non furono dato questo privilegio. Noi abbiamo l'immenso privilegio di avere queste verità di Dio.

Ci sono altri brani che parlano del privilegio che abbiamo di avere ricevuto queste verità, come per esempio Ebrei 11:13,39,40; e poi 1Pietro 1:10,11 In Ebrei 11, leggiamo di uomini giusti, ovvero, uomini che vivevano per fede, senza vedere le verità che noi abbiamo nel Nuovo Testamento. Leggo quello che Ebrei 11:13 dichiara di loro. Notate che non avevano ricevuto le verità che sono state rivelate a noi. Ve lo leggo.

“Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.” (Ebrei 11:13 LND)

Tanti uomini di Dio vivevano per fede, senza aver mai visto come Dio avrebbe adempiuto le promesse di mandare il Cristo. Dio ha stabilito per noi di ricevere questa verità, questa stupenda notizia. Leggo Ebrei 11:39-40.

“39 Eppure tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza mediante la fede, non ottennero la promessa, 40 perché Dio aveva provveduto per noi qualcosa di meglio, affinché essi non giungessero alla perfezione senza di noi.” (Ebrei 11:39-40 LND)

Noi siamo benedetti, perché noi abbiamo la verità che loro dovevano aspettare, senza mai vederla arrivare. Nemmeno i profeti che scrivevano le profezie nel Antico Testamento capivano a fondo quello che scrivevano. Invece noi abbiamo queste verità rivelate pienamente nel Nuovo Testamento. Leggiamo 1Pietro 1:10,11, che dichiara questo.

“10 Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi, 11 cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite.” (1Pietro 1:10-11 LND)

Chi erano questi profeti e giusti, e cos’è che i discepoli avevano visto e udito? I profeti e i giusti erano tutti quelle persone dal tempo dell’Antico Testamento che erano state salvate per fede, persone come Noè, Abrahamo, Samuele, e Isaia. Essi aspettavano il Messia, il Cristo, ma non Lo avevano ancora visto. I profeti avevano scritto del Messia, ma non ebbero il privilegio di conoscerLo e di sapere come sarebbe.

Invece, i discepoli di Gesù hanno potuto vedere e ascoltare il Messia. Hanno sentito i suoi insegnamenti, Lo hanno visto sulla croce, e poi, Lo hanno visto risuscito.

È giusto chiederci, a questo punto: a quale gruppo apparteniamo noi? Siamo come i profeti e i giusti dell’AT, che solo aspettavano il Messia, senza poter conoscerLo, oppure, facciamo parte dei discepoli che hanno visto e udito il Messia?

Per la grazia di Dio, anche noi abbiamo visto e sentito il Messia. Noi, tramite le pagine della Bibbia, possiamo vedere e ascoltare Gesù mentre insegna, mentre cammina, mentre compie miracoli, quando muore e poi quando risuscita dalla morte. Per la grazia di Dio, anche noi, come quei primi discepoli, abbiamo questo privilegio di vedere e ascoltare il Messia, il Cristo, tramite la Parola di Dio. Quindi, siamo estremamente benedetti. Utilizziamo questa benedizione?

Quindi

Quindi, le parabole sono molto importanti. Ricordiamo che è assolutamente essenziale vivere le verità che abbiamo visto finora. È molto pericoloso ricevere verità da Dio, ovvero, comprendere delle verità, ma poi, non vivere quelle verità. Chi non continua a cercare Dio sempre di più, mettendo in pratica le verità che ha già ricevuto, rischia di perdere le verità che ha già ricevuto. Invece, chi mette in pratica le verità che ha già ricevuto da Dio, a lui sarà dato di più.

Ricordiamo che è una grande benedizione potere leggere e comprendere gli insegnamenti di Gesù, compreso le parabole. Abbiamo il privilegio di ascoltare le parole di Gesù. Non sprechiamo questo privilegio. Siamo veramente beati da Dio.

Come capire le parabole

Visto che le parabole sono così importanti, come possiamo comprenderle in modo giusto? Prima, dobbiamo evitare gli sbagli di vedere più insegnamento di quanto c’è. Questo è molto pericoloso, e può facilmente portare ad una dottrina sbagliata.

Invece, bisogna capire l’insegnamento di ogni parabola in base a quello che Gesù dichiara. Se Gesù spiega cosa rappresenta ogni aspetto di una parabole, allora possiamo accettare quello. Ma quando Gesù parla solamente ad un punto centrale per una parabola, limitiamoci alla verità che Gesù dichiara.

In genere, le parabole non sono da prendere come se ogni dettaglio avesse un significato.

Il Seminatore, v. 18-23

Gesù ci spiega il significato della parabola che abbiamo letto all'inizio, nei versetti 1-9, che parla del seminatore che semina, e il semi cadde in quattro tipi di terra. Solo quello che cadde in buona terra produce frutto. Leggiamo la spiegazione di questa parabola che Gesù stesso dà ai suoi discepoli nei versetti 18-23. Siamo privilegiati di avere questa spiegazione.

“18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore. 19 Quando qualcuno ode la parola del regno e non la comprende, il maligno viene e porta via ciò che era stato seminato nel suo cuore. Questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. 20 E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia 21 ma non ha radice in sé, ed è di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa della parola, ne è subito scandalizzato. 22 E quello che ha ricevuto il seme fra le spine è colui che ode la parola, ma le sollecitudini di questo mondo e l’inganno delle ricchezze soffocano la parola; ed essa diviene infruttuosa. 23 Quello invece che riceve il seme nella buona terra, è colui che ode la parola, la comprende e porta frutto; e produce uno il cento, un altro il sessanta e un altro il trenta per uno".” (Matteo 13:18-23 LND)

Il seme che viene seminato è la parola del regno, ovvero, l'Evangelo della salvezza in Gesù Cristo. È quello che io sto proclamando a voi ogni settimana. Questa è la proclamazione più importante della vita. Però, non viene accolto lo stesso da tutti. Infatti, in linea generale, viene accolto in quattro modi diversi.

Il Seme sul Sentiero

Se uno sente la parole, ma non gli entra nulla, allora, Satana, il maligno, viene per potare via quello che è stato seminato. Quando la Parola di Dio viene annunciata, tante persone non capiscono niente al livello di cuore. Da loro viene tolta via quello che avevano sentito.

Poi, ci sono due altre categorie di persone che ascoltano molto più volentieri, però, senza arrivare alla salvezza.

Sulla Terra Rocciosa

Fra questi, il primo gruppo sono quelli che sono semi che cadono in luoghi rocciosi.

Quando c'è poca terra, un seme germoglia subito. Però, una piantina così non ha radice. Questo rappresenta una persona che è subito attirato alla Parola di Dio, ma senza radice. Non è un interessamento radicato e profondo. L'Evangelo suona bene a questa persona, ma poi, quando arriva qualche prova o difficoltà a causa della Parola, è subito scandalizzata, ovvero, abbandona la Parola. Finché tutto va bene, una persona così è contenta. Ma quando seguire Cristo crea qualche difficoltà o persecuzione, si ritira. Una persona così non ha mai creduto di cuore in Gesù, non ha mai visto il proprio peccato e il giudizio, e Cristo come l'unico Salvatore. La sua fede era solo l'apparenza di fede.

Con questo esempio, Gesù ci insegna a valutare bene il vero valore di Cristo. Dobbiamo capire che senza Cristo, ci sarà il tormento eterno. Chi non capisce questo, considera il costo di camminare con Cristo troppo alto. Si ritira da Cristo, mostrando il suo vero cuore.

Fra le Spine

Poi, c'è il seme che cadde far le spine. Gesù ci spiega che sono persone che sono interessate nelle cose di Dio, forse molto interessante. Però, sono talmente prese con le cose del mondo che la verità di Dio in loro vengono soffocate.

Come esempio delle cose che soffocano la Parola in loro, Gesù menziona i pesi e impegni di questa vita, oppure, l'inganno delle ricchezze, che può indicare qualsiasi tipo di piacere che il mondo offre.

Quindi, lasciarsi prendere con i problemi della vita soffoca le verità di Dio. Lasciarsi essere preso con tutti gli impegni può soffocare la Parola di Dio in noi.

Essere preso con le cose belle che il mondo offre soffoca la Parola di Dio in noi.

Quindi, con questo esempio, Gesù ci spiega che chi si lascia prendere con le cose del mondo, o le cose pesante, o le cose piacevoli, non arriva veramente alla salvezza e perciò, al giorno di giudizio, si troverà senza Cristo.

La Buona Terra

L'ultimo tipo di terra è la buona terra. Gesù spiega che in queste persone, il seme arriva nel cuore, fa radice, e cresce. Questa persona veramente riceve Cristo e la salvezza. Chiunque veramente riceve Cristo, porterà frutto per Cristo, chi di più, chi di meno, ma ogni persona che veramente riceve la salvezza porterà frutto.

Chi Ha Orecchie da Udire, Oda

Gesù conclude con un comandamento importante, che troviamo nel versetto 9. Lo leggo ancora:

“9 Chi ha orecchi da udire, oda!".” (Matteo 13:9 LND)

Quando Dio ci parla, che fa ogni giorno dalla sua parola, e anche tramite l'insegnamento, è importantissimo che ascoltiamo di cuore. È fondamentale che ascoltiamo con un cuore aperto. La nostra eternità dipende da come ascoltiamo la Parola di Dio.

Il vero ascolto, quello che Gesù intende, non è solo sentire, ma è ascoltare con il cuore, che porta a vivere quello che sentiamo. Se non mettiamo in pratica le verità che abbiamo sentito, non abbiamo veramente ascoltato.

Quanto è importante che ascoltiamo la Parola di Dio, ogni giorno, con cuori aperti, e con cuori pronti a mettere in pratica quello che impariamo.

È anche importante che quando parliamo con altri della Parola di Dio, che esortiamo loro di ascoltare di cuore. Esortiamo con tutto il nostro cuore, perché se qualcuno non accoglie la Parola di Dio, ha davanti a sé il tormento eterno. Quindi, è giusto proclamare con grande forza.