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La compassione e il potere di Cristo - Matteo 14:13-20

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 22 agosto 2018, – cmd es –
Parole chiavi: miracolo, miracoli, compassione, cuore di Gesù, pane e pesci

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La tecnologia moderna ci permette di fare tante cose che i nostri nonni o bisnonni non potevano nemmeno immaginare. Ci sono stati grandi progressi nella scienza, nel trasporto, nella medicina. A tanti sembra che l’uomo sia capace di fare quasi tutto.

Però, in realtà, le cose non sono cambiate così tanto. Per esempio, al tempo di Mosè, più di 3.000 anni fa, l’età normale media raggiunta dall’uomo era fra i settanta e gli ottant’anni. Leggiamo il Salmo 90:10, scritto da Mosè.

I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni e per i più forti a ottanta ma quel che costituisce il loro orgoglio non è che travaglio e vanità, perché passa in fretta e noi ce ne voliamo via.” (Salmo 90:10 LND)

Dopo più di 3.000 anni, non è cambiato più di tanto. Quindi, in realtà, le cose non sono cambiate molto per l’uomo. Inoltre, con tutto il suo progresso, dopo migliaia di anni, l’uomo non è stato capace di fare cessare le guerre, anzi, sono diventate ancora più terribili. Pensiamo poi a quanti divorzi ci sono, e ognuno di essi provoca una sofferenza terribile. Pensiamo a quante persone fanno uso di psicofarmaci, perché non riescono a risolvere i loro problemi. Le carceri sono piene, nonostante la stragrande maggioranza dei reati non porti mai ad una sentenza.

A livello personale, ognuno di noi ha problemi che non riesce a risolvere da solo. Quindi, l’uomo non è così forte come vorrebbe credere. Abbiamo bisogno di qualcuno più potente.

Sarebbe bello conoscere qualcuno capace di fare l’impossibile. Però, il fatto che uno sia capace di fare tutto non vuol dire che avrebbe voglia di prendersi cura di noi.

Amici, abbiamo bisogno di qualcuno potente da fare l’impossibile, ma che abbia anche un cuore per noi, che voglia prendersi cura di noi, ma anche con la sapienza di capire sempre quale sia la cura giusta. Non sarebbe meraviglioso se ci fosse uno così?

C’è UNO così. È Gesù Cristo. Gesù è capace di risolvere ogni nostro problema, ha la sapienza di sapere qual è la cura giusta, e ha il cuore di volerci curare, sempre nel modo migliore, che non è sempre come pensiamo noi. Oggi, voglio considerare insieme a voi un brano che ci aiuta a conoscere meglio il Signore Gesù Cristo, e la cura che Egli ha per chi si affida a Lui con tutto il cuore. Trovate Matteo 14.

Il brano che vogliamo considerare è Matteo 14:13-21. Prima di leggere questo brano, vi spiego brevemente il suo contesto. Gesù ormai era molto conosciuto per i suoi miracoli e anche per il suo insegnamento. Ovunque andava, grandi folle venivano a cercarLo. I suoi discepoli erano appena tornati dalla missione in cui predicavano due a due, erano stanchi, ed era importante per Gesù trovarsi da solo con loro per un periodo. Inoltre, Gesù aveva appena ricevuto la notizia che Erode aveva ucciso Giovanni il battista. Anche per questo, Gesù desiderava un tempo tranquillo per meditare sugli avvenimenti. Con questo contesto, vogliamo ora leggere il brano. Le parole che troviamo all’inizio, “udito ciò”, si riferiscono al fatto che Giovanni il battista era stato ucciso. Leggiamo Matteo 14 dal verso 13 a 16.

“13 E quando Gesù ebbe udito ciò, partì di là su una barca e si ritirò in disparte, in un luogo deserto. E le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. 14 E Gesù, smontato dalla barca, vide una grande folla e ne ebbe compassione, e ne guarì gli infermi. 15 Poi, facendosi sera, i suoi discepoli gli si accostarono, e gli dissero: "Questo luogo è deserto, ed è già tardi; licenzia dunque le folle affinché vadano per i villaggi a comprarsi da mangiare". 16 Ma Gesù disse loro: "Non è necessario che se ne vadano, date voi a loro da mangiare".” (Matteo 14:13-16 LND)

Udita la notizia della morte di Giovanni, Gesù si ritirò verso un luogo deserto, in disparte, con i suoi discepoli. Ricordiamo che Gesù, pur essendo Dio, era anche pienamente uomo.

Essendo uomo, Gesù può comprenderci in ogni tentazione e prova. Leggo Ebrei 4:15.

“Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.” (Ebrei 4:15 LND)

Gesù è stato tentato come noi in ogni cosa. In altre parole, Gesù ha dovuto affrontare ogni tipo di prova e difficoltà. Perciò, Gesù può veramente simpatizzare con noi in ogni nostra debolezza. Alle volte, le persone intorno a noi non capiscono i nostri problemi, come noi non capiamo i problemi degli altri. In realtà, questo accade meno spesso di quanto pensiamo, perché nessuna tentazione ci ha colti che non sia umana. Comunque, ci saranno volte in cui certe persone possono non comprenderci pienamente. Invece, Gesù è stato tentato come noi in ogni cosa, e perciò, Gesù può veramente comprenderci in ogni nostra difficoltà e tentazione. Gesù può veramente simpatizzare con noi in ogni nostra debolezza. Che meravigliosa consolazione questa verità! Se tu accogli Gesù nella tua vita come Signore e Salvatore, allora, Egli sarà con te in ogni istante, per mezzo del suo Spirito, e comprenderà ogni tua situazione, e chi ha Cristo può trovare in Lui un aiuto sempre pronto.

Tornando al brano, Gesù, nella sua umanità, era stanco, aveva il cuore rattristato per la morte di Giovanni. Stava andando nel deserto con loro, per avere un tempo tranquillo per parlare con loro. Però, il suo cuore di buon Pastore lo spinse a cambiare progetto.

Gesù ebbe compassione

Leggiamo ancora i vv.13 e 14.

“13 Quando Gesù ebbe udito ciò, partì di là su una barca e si ritirò in disparte, in un luogo deserto. E le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. 14 E Gesù, smontato dalla barca, vide una grande folla e ne ebbe compassione, e ne guarì gli infermi.” (Matteo 14:13,14 LND)

Mentre Gesù partiva, le folle capirono dove stava andando, e lo seguirono a piedi. Gesù pensava sempre agli altri, ma solitamente, nessuno pensava a Gesù. Egli aveva un grandissimo bisogno di un po’ di tranquillità, ma le folle non si preoccupavano delle necessità di Gesù.

Eppure, Gesù ebbe compassione. Gesù non è come siamo noi a volte, Gesù non ha visto la folla come un grande fastidio, né come una invasione del suo meritato tempo di riposo. Piuttosto, Gesù ebbe compassione della folla.

La compassione di Gesù è un suo attributo assolutamente essenziale per chiunque cerca in Lui la salvezza. Certamente, Gesù è onnipotente, essendo Dio. Però, senza la sua compassione, noi uomini peccatori Lo conosceremmo solamente come giudice severo. Senza la sua compassione, il suo potere servirebbe solamente per punirci eternamente! Invece, per mezzo della sua grande compassione, Gesù è disposto ad operare in nostro favore, riversando la sua grazia su di noi quando cerchiamo la salvezza in Lui con umiltà.

Vi leggo qualche altro brano in modo da considerare di più la sua compassione. Leggiamo prima la descrizione nel Vangelo di Marco di questo stesso avvenimento.

“E Gesù, sbarcato, vide una grande folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore, e prese a insegnare loro molte cose.” (Marco 6:34 LND)

Gesù vedeva le persone come pecore sperdute. Leggiamo anche in Matteo 9 per capire meglio il cuore di Gesù.

35 E Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità fra il popolo. 36 Vedendo le folle, ne ebbe compassione perché erano stanche e disperse, come pecore senza pastore.” (Matteo 9:35-36 LND)

Gesù vedeva le persone come pecore che non hanno pastore, pecore stanche e sfinite, ed aveva compassione di loro.

La parola “stanche” nell’originale indica l’essere affaticato, l’essere maltrattato, descrive pecore ferite dalle spine. La parola “sfinite” vuol dire cadute a terra, per quanto grande è la stanchezza, e incapaci di alzarsi e proseguire il cammino.

Anziché vedere le persone come un disturbo, Gesù le vedeva così. Si tratta di una condizione spirituale. Queste persone avevano i farisei e gli scribi come guide, e quindi non dei veri pastori; non venivano guidate nella via di Dio, ma piuttosto, venivano caricate con grandi pesi di tradizioni religiose, impossibili da portare. Erano aggravate dai loro peccati, senza modo di esserne liberate. Erano maltrattate da coloro che avrebbero dovuto curarle spiritualmente.

Gesù, riconoscendo questo, ebbe compassione di loro.

Però, Gesù vedeva più di questo. Gesù sapeva che la maggior parte della folla non Lo cercava per dei motivi buoni, ma piuttosto, perché voleva un Messia comodo, che poteva risolvere i loro problemi materiali, non spirituali. Infatti, in Giovanni 6, che racconta questo stesso miracolo, leggiamo che il giorno dopo questo avvenimento, queste stesse persone mormorarono contro Gesù. Gesù sapeva quello che c’era nel cuore dell’uomo. Perciò, avrebbe potuto rifiutare di interrompere il suo tempo in disparte con i discepoli. Invece, Gesù ebbe compassione.

La parola usata per “compassione” è la parola più forte che esiste in greco per descrivere compassione. Il suo senso è letteralmente “viscere commosse”. Per i Greci, le viscere, gli organi interni, erano la fonte dei sentimenti più profondi. Infatti, quando uno è fortemente toccato da una situazione, lo sente nelle sue viscere. Riconosciamo questo quando succede qualcosa di molto grave, e perdiamo l’appetito.

Immaginiamo un genitore, il cui bambino piccolo è gravemente malato, e piange a causa del forte dolore. Quel genitore proverebbe commozione fino alle viscere, non avrebbe appetito. Se fosse possibile, vorrebbe poter scambiarsi di posto con suo figlio, soffrendo al posto suo. Quel genitore avrebbe una profonda compassione.

Questa è la parola che la Bibbia usa per descrivere la compassione di Gesù verso la folla, che non erano discepoli suoi.

In realtà, è stata questa compassione a portare Gesù a prendere realmente su di Sé la sofferenza per il peccato, in modo da salvarsi un popolo. Gesù è pieno di compassione.

Quando ci sentiamo schiacciati dai nostri problemi, quando ci sentiamo soli, quando ci sentiamo scoraggiati, se abbiamo riconosciuto il nostro peccato e ci siamo ravveduti e abbiamo veramente creduto in Cristo, possiamo avere gioia e grande sollievo ricordando che Gesù Cristo è pieno di compassione verso coloro che credono veramente in Lui!

Potremmo fermarci e parlare solo di questo oggi, e vi incoraggio a pensare molto alla compassione di Cristo. Però visto che questo brano ci insegna altre meravigliose verità, proseguiamo ancora.

Gesù guariva e insegnava

Seguendo il brano in Matteo, impariamo che Gesù guariva tante persone.

“E Gesù, smontato dalla barca, vide una grande folla e ne ebbe compassione, e ne guarì gli infermi.” (Matteo 14:14 LND)

In Marco e Luca, impariamo inoltre che Gesù insegnava alla folla molte cose.

“Ma quando le folle lo vennero a sapere, lo seguirono; ed egli le accolse e parlava loro del regno di Dio, e guariva coloro che avevano bisogno di guarigione.” (Luca 9:11 LND)
“E Gesù, sbarcato, vide una grande folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore, e prese a insegnare loro molte cose.” (Marco 6:34 LND)

Probabilmente, le persone erano venute a Gesù prevalentemente per essere guarite da malattie fisiche, ma Gesù sapeva che il loro vero bisogno era spirituale. Molto spesso, abbiamo la tendenza a cercare l’aiuto di Dio per i nostri problemi materiali e fisici. Quando è secondo la sua perfetta saggezza Dio ci aiuta anche in questi campi, però, l’aiuto più grande che Dio dà riguarda i nostri problemi spirituali. Perciò, Gesù parlava loro del regno di Dio. In altre parole, parlava loro del fatto che erano peccatori, e di come potevano essere salvati. Questo è il messaggio di Cristo anche per noi.

Parlando di questo avvenimento, Giovanni ci racconta che mentre la folla stava ancora arrivando, Gesù chiese a Filippo da dove avrebbero comprato cibo per una folla così grande. Leggiamo Giovanni 6:5,6.

“5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una grande folla veniva da lui, disse a Filippo: "Dove compreremo del pane perché costoro possano mangiare?". 6 Or diceva questo per metterlo alla prova, perché egli sapeva quello che stava per fare.” (Giovanni 6:5-6 LND)

Lo scopo della domanda di Gesù non era di capire come risolvere un problema, ma era di stimolare Filippo ad avere più fede e a riconoscere la potenza di Dio in una situazione umanamente impossibile.

Ascoltiamo la risposta di Filippo a Gesù:

“Filippo gli rispose: "Duecento denari di pane non basterebbero per loro, perché ognuno di loro possa avere un pezzetto".” (Giovanni 6:7 LND)

Filippo stava facendo dei conti secondo la logica umana per capire quanto ci sarebbe voluto per dare da mangiare ad una folla così grande. Un denaro era la paga di un operaio per una giornata, e perciò, 200 denari era lo stipendio di un uomo per circa otto mesi, e quindi, era una cifra molto grande. Molto probabilmente i discepoli non avevano così tanti soldi. Perciò, Filippo stava riconoscendo che era umanamente impossibile per loro provvedere qualcosa da mangiare a questa grande folla.

Dopo quella conversazione, Gesù insegnava e guariva, probabilmente per varie ore. Poi, la giornata cominciò a volgersi al termine. I Giudei usavano un sistema in cui si contava come sera già tra le quindici e le diciotto, considerando il tramonto alle diciotto. Quindi, si stava avvicinando il tardo pomeriggio. C’era poco tempo per la folla di andare nei villaggi vicini per cercare cibo. Leggiamo di questo in Matteo 14:15

“Poi, facendosi sera, i suoi discepoli gli si accostarono, e gli dissero: "Questo luogo è deserto, ed è già tardi; licenzia dunque le folle affinché vadano per i villaggi a comprarsi da mangiare".” (Matteo 14:15 LND)

Ricordiamo che Gesù aveva già chiesto a Filippo dove avrebbero potuto comprare del pane per la folla. Quindi, i discepoli avevano in mente il bisogno della folla di mangiare. Erano in un luogo desolato. Per i discepoli, la soluzione era quella di mandare via le persone.

Questa non è l’unica volta in cui i discepoli volevano liberarsi di un problema, mandando via le persone. Per esempio, in Matteo 15, Gesù e i discepoli erano nella zona di Sidone, e una donna cananea stava implorando Gesù di aiutare sua figlia. In quell’occasione, i discepoli dissero a Gesù:

“...E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: "Licenziala, perché ci grida dietro".” (Matteo 15:23 LND)

Volevano liberarsi da un problema, non aiutare gli altri.

È ovvio che in certe situazioni difficili, i discepoli avevano la tendenza a volersi liberare del problema, senza pensare al bene degli altri.

Amici, Dio non fa così! Egli si prende cura perfino dei suoi nemici. Chi siamo noi per fare meno di così? Un brano che parla dell’atteggiamento che dovremmo avere è Matteo 5:43.

“43 Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". 44 Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46 Perché, se amate coloro che vi amano, che premio ne avrete? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? 47 E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? 48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli".” (Matteo 5:43-48 LND)

Dobbiamo ricordare che per natura, ogni persona nasce e cresce un peccatore, un nemico di Dio. Quindi, il fatto che Dio ha mandato Gesù Cristo per poter offrire il perdono e la salvezza, dimostra la grande compassione di Dio.

Date voi da mangiare a loro

Nel nostro brano, i discepoli non avevano compassione. Volevano mandare via le persone. Notate la risposta che Gesù diede loro. Leggiamo il versetto 16.

“Ma Gesù disse loro: "Non è necessario che se ne vadano, date voi a loro da mangiare".” (Matteo 14:16 LND)

Dicendo questo, Gesù mette in evidenza il loro cuore, che sbagliavano a volersi solo liberare da un problema. Questo, nonostante che era ovvio che i discepoli non avevano i mezzi per risolvere questo problema. Quindi, il fatto che Gesù gli comandava di dare da mangiare alla folla implica chiaramente che nel piano di Dio, dovevano rivolgersi a Gesù per avere l’aiuto che serviva. Avevano già visto Gesù trasformare l’acqua in vino, e Lo avevano visto compiere tanti altri miracoli. Avrebbero dovuto capire il loro bisogno di rivolgersi a Gesù.

Amici, finché ci limitiamo a fare quello che riusciamo a fare da soli, non vedremo la potenza di Dio all’opera in noi. La vita di fede è una vita in cui ci impegniamo a fare per Dio quello che non potremmo mai fare da soli. Questo ci spinge a rivolgerci a Lui per compiere la sua volontà.

In questo caso, Gesù diceva ai suoi discepoli di dare pane materiali alle persone. Ma dopo, dovevano dare pane spirituale al mondo, proclamando Gesù Cristo. Chi ha Cristo è chiamato a proclamare Cristo agli altri.

Gli apostoli volevano liberarsi da un problema, Gesù li comanda a risolvere il problema. A volte, noi ci troviamo con davanti a noi una persona con bisogni spirituali, che siamo incapaci a risolvere da soli. In questi casi, la soluzione più facile è quella di cercare in qualche modo di mandare via la persona. Probabilmente abbiamo tutti cercato di evitare qualcuno per non doverlo aiutare. Come gli apostoli, abbiamo la tendenza di voler evitare problemi.

Eppure, Gesù chiede l’impossibile anche da noi. Anche a noi Gesù comanda: date voi da mangiare a loro! Ma è impossibile, come possiamo fare questo, come possiamo dare più di quello che abbiamo?

Seguiamo la storia, per capire che cosa dobbiamo fare in questi casi.

portiamo il nostro tutto a Cristo

Il vangelo di Marco aggiunge un dettaglio qui che ci aiuta a seguire la storia. Vi leggo Marco 6:37,38

“37 Ma egli, rispondendo, disse loro: "Date voi a loro da mangiare". Ed essi gli dissero: "Dobbiamo andare noi a comperare del pane per duecento denari e dare loro da mangiare?". 38 Ed egli disse loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". Ed essi, accertatisi, dissero: "Cinque e due pesci".” (Marco 6:37-38 LND)

Quando i discepoli rispondono a Gesù: “andremo noi a comprare del pane per 200 denari e daremo loro da mangiare?” stanno dicendo a Gesù che quello che egli ha detto loro di fare è impossibile. Quante volte anche noi pecchiamo così, dicendo a Dio che quello che ci comanda di fare è impossibile. Questo significa contestare Dio.

Amici, questo è un grave peccato. Quando Dio ci comanda di fare qualcosa, non spetta a noi dirgli che è impossibile. Piuttosto dobbiamo avere fede, e chiedere a Dio di provvedere.

Gesù ignora le loro obiezioni, e chiede loro di vedere quanti pani avevano a disposizione. Leggiamo ancora da Matteo 14:17,18.

“17 Ed essi gli dissero: "Noi non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci". 18 Ed egli disse: "Portatemeli qua".” (Matteo 14:17-18 LND)

Portatemeli qua! Non preoccupatevi che è una quantità assurda se si considera quante persone ci sono da cibare. Voi, portatemi quello che avete, anche se è pochissimo.

Chiaramente, ai discepoli, sembrava un comandamento assurdo. Però, ubbidirono a Gesù. Poi Gesù diede loro un altro comando che sembra altrettanto assurdo. Leggiamo il versetto 19.

“Comandò quindi che le folle si sedessero sull’erba; poi prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse; spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli, alle folle.” (Matteo 14:19 LND)

Prima Gesù comandò ai discepoli di dargli quel poco che avevano. Poi ordinò alla folla di accomodarsi sull’erba. Luca 9:14,15 aggiunge un altro dettaglio.

“14 Erano infatti circa cinquemila uomini. Ma egli disse ai suoi discepoli: "Fateli accomodare a gruppi di cinquanta". 15 Essi fecero così e fecero accomodare tutti.” (Luca 9:14-15 LND)

Gesù ordinò che le persone si sedessero in gruppi di cinquanta. Agli occhi dei discepoli, questo sembrava un comandamento assurdo. Non c’era cibo per questa folla. Ormai era tardi, che senso aveva farli sedere in gruppi? Amici, tante volte nemmeno noi comprendiamo il senso di quello che Dio ci comanda di fare. Ma la domanda importante è se stiamo ubbidendo o no.

Anche se i discepoli non capivano, ubbidivano. E perciò, videro un incredibile miracolo. Noi abbiamo sentito parlare di questo miracolo fin da quando eravamo bambini, e per questo forse non ci colpisce tanto. Però, se ci fermiamo a considerarlo, è incredibile! Gesù moltiplicò una piccola quantità di cibo, in modo che i discepoli potevano dare da mangiare a cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini.

C’è un dettaglio qui estremamente importante. Chi è che ha dato a queste persone da mangiare? Non era Gesù, erano i discepoli. Gesù ha dato il cibo ai discepoli, e i discepoli hanno dato il cibo alla folla.

Quindi, quando Gesù aveva detto prima: “date voi a loro da mangiare” sembrava un comandamento impossibile. Però, Gesù stesso ha reso possibile che i discepoli ubbidissero al suo comandamento.

Qua, vediamo un principio molto importante. 1 Giovanni 5:3 dichiara:

“Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:3 LND)

I comandamenti di Dio non sono gravosi. A volte, possono sembrare impossibili. Quando Dio comandò ad Israele di marciare intorno a Gerico in silenzio per sei giorni, e poi il settimo giorno di marciare intorno gridando, sembrava una cosa assurda. Sembrava impossibile che l’ubbidienza avrebbe in qualche modo portato a sconfiggere la città. Invece, la loro ubbidienza aprì la porta per far manifestare a Dio la sua gloria, e dare a loro la vittoria.

Quando, dopo la risurrezione di Gesù, i discepoli stavano pescando sul mare di Galilea, e Gesù apparve sulla riva, e comandò loro di gettare la rete dall’altra parte della barca, sembrava un comandamento assurdo. Però, ubbidirono per fede, e presero così tanti pesci che la rete quasi si rompeva.

Amici, non spetta a noi valutare quali dei comandamenti di Dio ci sembrano ragionevoli. Chi siamo noi per dire a Dio quello che è ragionevole? Dio non è minimamente legato ad operare in un modo che a noi sembri ragionevole. Quello che importa è la nostra ubbidienza.

Tornando alla storia di oggi, Gesù aveva comandato ai discepoli di dare da mangiare al popolo, e quando i discepoli ubbidirono a Gesù, fu Gesù a rendere possibile quello che aveva comandato a loro. Gesù farà lo stesso con noi, quando ubbidiamo per fede.

tutti mangiarono a sazietà

Leggiamo il versetto 20 per capire il resto della storia.

“E tutti mangiarono e furono saziati; poi i discepoli raccolsero i pezzi avanzati in dodici ceste piene.” (Matteo 14:20 LND)

Tutti mangiarono, e furono saziati. Ogni persona in quella grande folla di cinquemila uomini, più donne e bambini, fu saziata. Gesù moltiplicò miracolosamente quella piccola quantità di cibo in una grandissima quantità di cibo. Calcolando solo quattrocento grammi di cibo a persona, per un minimo di 6.000 persone sarebbero 2400 chilogrammi di cibo.

Dio può fare l’impossibile. Quando provvede, può provvedere infinitamente di più di ciò che chiediamo o immaginiamo. Come leggiamo in Efesini 3:

“20 Or a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli. Amen.” (Efesini 3:20-21 LND)

Dio può fare infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo! Quante volte riceviamo meno di quello che avremmo potuto ricevere, perché manchiamo di fede, e quindi non ubbidiamo quando Dio ci comanda di fare qualcosa.

Voglio notare l’ultima parte del versetto: “poi i discepoli raccolsero i pezzi avanzati in dodici ceste piene.”

Dopo che tutti furono saziati, i discepoli raccolsero i pezzi avanzati, e ne ottennero dodici ceste piene. Dodici discepoli, dodici ceste piene. I discepoli erano convinti che era impossibile avere abbastanza cibo, invece, Gesù moltiplicò il cibo perché diventasse esattamente la quantità giusta per saziare tutti e avanzare anche dodici ceste piene.

Anche se Gesù poteva moltiplicare il cibo in modo miracoloso, era importante non sprecare nulla. Questo è un principio importante per noi. Dobbiamo gestire bene quello che Dio ci dà, e non sprecare nulla. Questo richiede organizzazione e impegno, ma rispecchia i principi di Dio.

Inoltre, notiamo che Gesù fece sedere tutti in gruppi ordinati di cinquanta. Dio è un Dio di ordine, vediamo questo in tutta la creazione. È importante anche per noi avere una vita ordinata, e anche essere una chiesa ordinata nel modo di fare le cose.

applicazioni

Il racconto di questo miracolo è molto semplice, ma il miracolo è molto grande. Questo brano ci insegna delle lezioni importanti.

Prima, abbiamo visto che Gesù era un vero uomo. Gesù era stanco, aveva sentito una notizia triste, e voleva ritirarsi dalla folla. Gesù era vero uomo, ed è stato provato in ogni cosa come noi, pur senza mai peccare. Quindi, Gesù può comprenderci in qualunque situazione in cui ci troviamo.

Abbiamo visto la compassione di Gesù. Nonostante che voleva tempo solo con i suoi discepoli, quando vedeva la folla, ne aveva compassione. Gesù ha un cuore di compassione, non solo verso di loro, ma grazie a Dio, anche verso di noi. Che meravigliosa verità. Il Creatore di tutto ha compassione per noi. Se tu ti umili davanti a Dio, puoi essere sicuro che Dio avrà compassione di te.

Abbiamo visto il peccato di voler solo liberarsi di un problema. I discepoli volevano liberarsi di un problema. Gesù comandò loro di risolvere il problema. Perciò, avrebbero avuto bisogno di Gesù. Dobbiamo camminare per fede, non per calcoli umani.

Dobbiamo agire per fede, perché spesso Dio ci comanda quello che umanamente è impossibile. Quando Dio ci comanda qualcosa che a noi sembra impossibile, la soluzione non è rifiutare il comandamento, ma piuttosto rivolgerci a Dio nella preghiera, chiedendo a Lui di fare l’impossibile. Egli richiederà tutto quello che abbiamo, anche se non potrebbe mai bastare per risolvere il problema. Dobbiamo camminare per fede, in ubbidienza, e poi sarà Dio stesso a fare la sua opera in noi, come Cristo aveva preso il cibo che i discepoli avevano, e lo aveva moltiplicato.

A ciascuno chiedo:

Qual è il comandamento di Dio che ti sembra impossibile in questo momento? Marito, forse per te, sembra impossibile guidare la tua famiglia come Dio vuole. Forse sembra impossibile riservare del tempo per le cose di Dio, perché premono le altre responsabilità della vita. Forse ti sembra impossibile amare tua moglie come Dio ti comanda.

Moglie, forse a te sembra impossibile essere veramente sottomessa a tuo marito. Genitori, forse vi sembra impossibile essere costanti nella disciplina dei vostri figli. Forse vi sembra impossibile risolvere certi problemi di famiglia.

Forse per te, sembra impossibile amare una certa persona. Forse sembra impossibile agire come Dio ti comanda.

Forse hai un peccato che ti è impossibile superare con le tue forze.

Che Dio ci aiuti a ricordare con CHI abbiamo a che fare! Colui che ci comanda come dobbiamo vivere è il Signore Gesù Cristo. Egli ha compassione di noi, e se noi siamo sottomessi a Lui, Egli renderà possibile per noi di ubbidire in tutto quello che ci comanda.

Quando Dio ci chiama a fare qualcosa, ma secondo i nostri conti è impossibile, non dobbiamo rifiutare di ubbidire. Piuttosto, offriamo a Dio quel poco che abbiamo, e poi, sarà Dio a fare quello che vuole con quello che gli diamo. Infatti, quando Dio ci comanda di fare l’impossibile, se camminiamo per fede, ubbidendo a Dio, Egli farà l’impossibile in noi. Grazie a Dio che serviamo un Dio così potente, e così pieno di compassione.

Camminiamo per fede.