Aiuto Biblico

Il cuore di Gesù

Luca 7:11-16

studio di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per mercoledì, 30 giugno 2021, – cmd dp –
parole chiave: compassione, vedova, cuore di Gesù, la morte, potere di Cristo

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Sia se lo sappiamo che se non lo sappiamo, abbiamo bisogno della salvezza. Di natura, siamo separati da Dio. Più di qualsiasi cosa, ci serve la salvezza.

Per avere la salvezza, dobbiamo vedere la nostra condizione di peccatori, separati da Dio, e POI, dobbiamo vedere in Gesù Cristo Colui che può e che vuole salvarci. Dobbiamo vedere la potenza di Cristo, e dobbiamo vedere il CUORE di Cristo.

Per aiutarci a vedere più di Cristo, vorrei leggere e considerare insieme l’avvenimento di quando Gesù risuscitò il figlio morto della vedova di Nain. Trovate con me Luca 7:11-16.

Prima di leggere questo brano, ricordate che solitamente, la vita di una vedova, in quell'epoca, era molto difficile. Era estremamente difficile economicamente, e poi, per una vedova con un figlio unico, era estremamente difficile anche per quanto riguarda la solitudine. Tenendo questo in mente, leggiamo questo brano, e cerchiamo di capire il cuore di Gesù Cristo.

“11 E il giorno seguente avvenne che egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. 12 E, quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. 13 Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". 14 Poi, accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: "Giovinetto, io ti dico, alzati!". 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. 16 Allora furono tutti presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: "Un grande profeta è sorto fra noi" e: "Dio ha visitato il suo popolo". E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all’intorno.” (Luca 7:11-17 LND)

la tristezza della morte

Come dicevo, è importante capire quanto era difficile la vita di una vedova in quella società. Essendo senza marito, una vedova era indifesa e povera. Perciò, avere un figlio grande in casa era un immenso aiuto. Questa vedova aveva un unico figlio, evidentemente ancora in casa con lei, perciò, in lui lei aveva un grande appoggio e aiuto. Però, questo giovane muore. La povera donna rimane veramente sola. Le sue speranze, e l’unica persona a lei rimasta, le vengono tolte. Che brutto colpo!

il potere della morte

La morte è un nemico che nessuno riesce a superare. L’uomo più potente, la persona più ricca, chi comanda grandi eserciti, non può scappare dalla morte. Non può ostacolare la morte, né la propria morte, né la morte dei suo cari. Infatti, negli Evangeli troviamo persone povere, come questa vedova, e persone benestanti e potenti, come l’ufficiale romano con il servo ammalato, che non potevano salvare le persone a loro care.

Anche oggi, con tutta la tecnologia della medicina moderna, quando arriva la morte, l’uomo non può fare più nulla. Nessun uomo può ridare vita ad un morto. Muoiono i ricchi, e muoiono i poveri. Muoiono in ogni nazione e in ogni epoca. Quando Adamo ed Eva hanno scelto di ribellarsi contro Dio, come Dio aveva preavvertito loro: la morte è entrata nel mondo. E da allora, ogni persona è soggetta alla morte. Anche quando la medicina salva una vita, in realtà, non era ancora arrivato il momento stabilito da Dio. Quando arriva il momento stabilito da Dio, la morte arriva. La morte è più potente di tutti. Nessun uomo ha potere sulla morte. Nessuno, tranne Gesù.

La morte chiude la porta alla possibilità della salvezza. Cioè, se uno non riceve la salvezza in Gesù Cristo prima della morte fisica, dopo la porta alla salvezza sarà chiusa per sempre.

Ognuno di noi deve riconoscere che la morte arriverà sicuramente. Non sappiamo quando, ma arriverà. Se non siamo pronti, sarà troppo tardi. Possiamo essere salvati in questa vita, ma al momento della morte, la porta della salvezza viene chiusa, come leggiamo in Ebrei 9:27

“...è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio,” (Ebrei 9:27 LND)

Quindi, la morte toglie ogni speranza di perdono a chi non è già perdonato da Dio, e la morte toglie via la persona dai viventi per sempre, senza la possibilità di ricontattarli.

Il dolore di questa donna

Consideriamo di più questa donna. Lei era una vedova con solo un figlio. Non aveva nessun altro. Perciò, perdere suo figlio era una grande tragedia. Era forse la cosa peggiore che a lei poteva succedere. Solitamente, sono i genitori che muoiono prima. Ma in questo caso, questa povera vedova, che aveva solo questo figlio, vede morire suo figlio. Che terribile colpo, che profondo dolore nel suo cuore. E immagino, che peso, chiedendosi come avrebbe vissuto senso l’aiuto di suo figlio.

Possiamo immaginare che gli amici della vedova le avessero fatto le loro condoglianze, ma non potevano ridare la vita a suo figlio. Non c’è speranza dopo la morte.

Infatti, nel nostro brano, vediamo che c’era una grande folla della città con lei. Le persone della sua città capivano quanto grave era la sua situazione. Capivano qualcosa del suo dolore. Quindi, tante persone erano con lei, per piangere questa morte con lei.

Però, prima di arrivare a questo, seguiamo il brano dall’inizio, per capire la situazione, per meglio capire il cuore di Gesù. Lo scopo di leggere la Bibbia non è solo di capirla intellettualmente, ma è di conoscere Gesù, per poter avere fede in Lui.

Nel nostro brano in Luca, Gesù sta camminando con molti dei suoi discepoli. A causa dei suoi miracoli, e anche per i suoi insegnamenti, Gesù era molto ricercato. Vediamo che spesso, la motivazione non era sempre pura. Però, la gente voleva stare vicino a Gesù.

Tutti volevano stare vicino a Gesù, tutti volevano sentire quello che aveva da dire. C’era un'atmosfera gioiosa ed entusiasta. Gesù era al centro dell'attenzione. Leggo di nuovo il versetto 12.

“11 E il giorno seguente avvenne che egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. (Luca 7:12)

Gesù si sta recando alla città di Nain. È seguito dai suoi discepoli, ma anche da una grande folla. Gesù era il centro dell’attenzione.

Fermatevi a pensare: se TU fossi al centro dell’attenzione, noteresti una povera vedova? Quello che succede ci aiuta a capire il cuore di Gesù. Quindi, tenete in mente che Gesù sta andando a Nain, circondato da una grande folla.

Quando arrivano vicino alla porta della città di Nain, vanno incontro ad un'altra grande folla, un corteo funebre, che sta accompagnando la salma di un giovane al cimitero.

Appena Gesù vide questa folla, e la vedova che aveva perso suo figlio, ebbe compassione di lei.

La compassione di Gesù

Leggiamo quello che succede quando Gesù è arrivato vicino alla porta della città.

12 E, quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. 13 Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". (Luca 7:12,13)

Ecco Gesù, circondato dalla folla, che vede questa grande folla uscire dalla città con questa vedova. Quello che mi colpisce è che appena la vide, il Signore ebbe compassione di lei. Appena Gesù vide che questo era un funerale, capì che la vedova era la mamma, e subito, ne ebbe compassione. Gesù non conosceva questa donna. Probabilmente non l'aveva mai vista nella vita. Eppure, subito ne ebbe compassione.

Che cosa ti dice questo del cuore di Gesù? Cosa vediamo del suo cuore con questo?

Certamente, Gesù è potente, Gesù è santo, viene chiamato il santo di Dio. Gesù è il Signore dei signori. Quando Gesù vedeva gli uomini nel tempio che frodavano le persone, fu pieno d'ira. Ma in quest'occasione, vedendo a questa vedova, vedendo lei che accompagnava la barra di suo figlio, Gesù ne ebbe compassione. Questo è il cuore di Gesù Cristo. Gesù ha un grande cuore per quelli che sono umili di cuori che soffrono.

Poi, non solo a compassione di lei, ma le disse:

“non piangere!” (Luca 7:13)

Pensate a questo. Era appena morto il figlio unico di questa donna. Questa povera donna era vedova, non aveva nessun altro. Adesso, è morto il suo unico figlio. Certamente, aveva un grande motivo per piangere. Quando una persona a noi cara muore, è giusto avere grande dolore e tristezza. È giusto piangere. Eppure, Gesù dice alla donna: non piangere.

Come mai? Come può Gesù dire a questa povera vedova, che ha appena perso il suo unico figlio, come può dirle di non piangere?

Gesù può dire questo a lei perché la compassione di Gesù era così grande che Lo spingeva ad usare il suo potere per compiere un grande miracolo, mostrando a queste due folle che lui è il Cristo, Dio incarnato. Gesù sapeva quello che stava per fare. E perciò, sapeva che non servivano le lacrime di questa donna, perché solo fra qualche momento avrebbe riavuto suo figlio.

Io vedo una potente lezione in questo. Gesù le dice di non piangere, ma lei non sapeva quello che Gesù avrebbe fatto. Infatti, prima viene il comandamento di non piangere, e solo dopo viene il miracolo. In realtà, più volte vediamo Gesù che comanda alla persona di avere fede in lui, prima che la persona sappia quello che Gesù farà. Vediamo Gesù che dice in altre occasioni: solo credere. Quando parlava con i discepoli che avevano pescato tutta la notte, comandò loro di gettare la rete dall'altro lato. Volta dopo volta vediamo Gesù che vuole che le persone semplicemente credano in lui. È solo dopo aver creduto, Gesù rivela quello che farà.

E perciò, vediamo Gesù, pieno di compassione per questa vedova, che le disse: non piangere.

La tristezza della donna era dovuta sicuramente al fatto che essendo vedova, perdendo il suo unico figlio, era rimasta veramente sola. Non aveva più famiglia per consolarla, per aiutarla, per curarla. Era sola.

Però, era anche un grande problema per come avrebbe potuto vivere. Per capire meglio questo avvenimento, è utile comprendere capire come era la vita per le vedove in quell'epoca. Non esisteva alcun tipo di assistenza sociale. Le donne solitamente non lavoravano fuori casa. Perciò, una vedova che non aveva figli che la potessero aiutare, si trovava in condizioni di grande bisogno.

Per questo, volta dopo volta nella Bibbia, troviamo comandamenti di curare le vedove, proprio perché erano persone estremamente bisognose, e a causa di questa, nella Bibbia, rappresentano persone veramente umili.

Quindi, in questo avvenimento, Gesù mostra un grande cuore nei confronti di questa donna umile e bisognosa.

Applicare questo per noi

Prima di andare avanti, è importante capire qualcosa: perché questo avvenimento è nella Bibbia?

Quello che troviamo nella Bibbia è lì proprio per aiutarci a conoscere il cuore di Gesù. Gesù ha lo stesso cuore adesso che aveva nella Bibbia.

Gesù aveva compassione allora, e Gesù ha compassione oggi. Il cuore di Gesù non è cambiato. Non sempre risponde dello stesso modo, ma ha sempre lo stesso cuore. Gesù ha compassione per coloro che soffrono che sono umili di cuore. La sua cura non è sempre uguale, ma possiamo sempre fidarci di quello che farà.

Andiamo avanti nel brano, per vedere quello che Gesù fa, per questa vedova, e anche per aiutare le persone e noi, a capire che Gesù è il Cristo. Leggiamo i versetti 14,15.

14 Poi, accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: "Giovinetto, io ti dico, alzati!". 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. (Luca 7:14,15)

Questo giovane è morto. Gesù lo risuscita. Ma prima di considerare la risurrezione, consideriamo la morte. Perché esiste la morte? Per quale motivo c'è la morte nel mondo? Per quale motivo tutti muoiono?

Anche se non conosci bene la Bibbia, tu sai che la morte esiste a causa del peccato. In Genesi 3, l'uomo scelse di peccare contro Dio, e a causa di questo, Dio condannò l'uomo alla morte. La morte è la conseguenza del fatto che siamo tutti peccatori. Quindi, la morte è direttamente legata al peccato. Siamo soggetti alla morte perché siamo peccatori.

Allora, in questi versetti, vediamo che Gesù, solo con la parola, risuscita questo giovane. Il nemico più grande che ha l'uomo, quello che nessun uomo può vincere, Gesù vince solo con la parola. Nessun uomo in tutta la storia al mondo ha avuto poteri sulla morte. Qua, come altre volte, Gesù, solamente con sua parola, vince completamente la morte.

Fermatevi a considerare questo. A livello scientifico, è assurdo comandare ad un morto di fare qualcosa. Un morto è morto, quello che rimane è solo un guscio vuoto. Non può sentire, e non può fare nulla. Che assurdo comandare qualcosa ad un morto, se non sei il Principe della vita, il Signore Gesù Cristo. Egli ha il potere di comandare i morti, perché le sue parole danno vita.

Solamente il SIGNORE Gesù Cristo, il Principe della vita, può comandare ad un morto di tornare in vita.

Gesù ha potere sulla morte. In questo esempio, Gesù mostra il suo potere sulla morte fisica. Ma la meravigliosa notizia è che Gesù ha anche il potere sulla morte spirituale!

Allora, visto che la morte è dovuta al peccato, e visto che Gesù ha pieno potere sulla morte, cosa possiamo capire dal fatto che Gesù risuscita questo giovane con sua parola?

Gesù non solo ha potere sulla morte, ma Gesù ha anche potere sul peccato. Gesù non può solo liberare dalla morte, Gesù può anche liberare dal peccato!

Gesù può liberare me e te dai nostri peccati. I nostri peccati sono il nostro problema più grande in assoluto. E Gesù Cristo ha potere sul peccato, come ha potere sulla morte.

Torniamo a questo avvenimento. Solo con una parola, Gesù risuscita questo giovane della morte. Rileggo, e notiamo quello che fa.

14 Poi, accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: "Giovinetto, io ti dico, alzati!". 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. (Luca 7:14,15)

Il giovane, risuscitato dalla morte, si mise a sedere e cominciò a parlare. In questo modo, era assolutamente visibile a tutti che fu risuscitato dalla morte. Nessuno poteva dubitare che era in vita. In un attimo, tutti vedevano che Gesù solo con la parola, lo aveva risuscitato dalla morte.

Poi, e qui vediamo il cuore di Gesù, Gesù lo consegnò a sua madre. Ricordate che pochi momenti prima, Gesù aveva visto la scena, aveva avuto compassione per lei, e poi, le aveva detto: non piangere!

Adesso, consegnando a lei suo figlio vivente, capiamo il motivo per cui Gesù aveva detto a lei di non piangere.

Di nuovo, vediamo il cuore di Gesù, un cuore pieno di compassione. La Bibbia ci insegna che Dio è vicino a chi ha un cuore umile. E ne vediamo un chiaro esempio in questo avvenimento.

Prego che possiamo capire meglio il cuore di Gesù.

Il fatto che Gesù dà la vita a questo morto, ci ricorda che Gesù dà la vita spirituale ai morti spirituali. Infatti, Gesù parla di questo in Giovanni 5:19-21.

19 Allora Gesù rispose e disse loro: "In verità, in verità vi dico che il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio. 20 Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa; e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché voi ne siate meravigliati. 21 Infatti, come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole. (Giovanni 5:19-21)

Gesù ha il potere di dare la vita a chi vuole. Gesù dà la vita a chi non ha la vita. Allora, in questo caso, non stiamo parlando della vita fisica. Stiamo parlando della vita spirituale. Gesù dà la vita spirituale a dei morti. Come risuscitò questo giovane dalla morte fisica, e gli diede la vita fisica, oggi, Gesù dà la vita spirituale. Che meraviglia. Fisicamente, quel ragazzo è morto di nuovo. Ma quando Gesù dà la vita spirituale, quella persona non muore mai. La vita spirituale dura per tutta l'eternità, e viene chiamata la vita eterna, ed è di vivere con Dio per sempre.

La reazione della folla

È importante notare la reazione della folla a questo miracolo di Gesù. I miracoli di Gesù servivano per aiutare le persone ad avere fede in Gesù come Signore e Salvatore.

Leggo ancora il brano, aggiungendo il v.16.

14 Poi, accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: "Giovinetto, io ti dico, alzati!". 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. 16 Allora furono tutti presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: "Un grande profeta è sorto fra noi" e: "Dio ha visitato il suo popolo". E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all’intorno.” (Luca 7:14-17 LND)

A motivo di questo miracolo, le persone hanno riconosciuto che Gesù veniva da Dio. In realtà, potevano riconoscere che Gesù è Dio, perché solo Dio può dare la vita.

Questo miracolo serviva per rendere visibile la divinità di Gesù Cristo, tramite il suo potere divino di fare ciò che l'uomo non potrebbe mai fare. Facendo questo miracolo, Gesù Cristo si rivela il Cristo, Dio incarnato.

Dio vuole che riconosciamo che Gesù è il Cristo, che può salvare, che può liberare dalla morte spirituale, Colui che ha potere sul peccato.

In Gesù Cristo, c’è il perdono, c’è la liberazione dal peccato. Chi riconosce la sua condizione di essere peccatore, e viene a Gesù, riconoscendo che Egli è il Salvatore e Signore, sarà perdonato.

E questo non è vero solo per chi passa da essere un non credente ad un credente. In Gesù, noi che siamo già salvati abbiamo perdono, quando ci umiliamo, confessiamo di cuore i nostri peccati e veniamo a Dio per mezzo di Gesù Cristo, il nostro Avvocato. Leggiamo di questo in un brano che conosciamo molto bene, 1 Giovanni 1:8 a 2:2.

8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi. 2:1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il giusto. 2 Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. (1Giovanni 1:8 – 2:2)

Gesù Cristo ebbe compassione di quella vedova, e diede vita al suo figlio morto. Gesù Cristo ha compassione di noi oggi, e se ci umiliamo e abbiamo vede, dà la vita a noi, e ci ottiene il perdono, ogni volta che ci umiliamo davanti a Dio e confessiamo di cuore i nostri peccati.

Lezioni per noi

La cosa più importante da vedere in questo brano è vedere di più il cuore di Gesù Cristo. La salvezza è per fede. Il giusto vivrà per fede. La fede è fondamentale per tutto quello che riguarda la vita cristiana. Ma per avere fede, dobbiamo conoscere il Signore Gesù Cristo. Non possiamo avere fede più di quanto conosciamo Gesù. E perciò, quando leggiamo la Bibbia la leggiamo per conoscere il nostro Signore.

Se tu non conosci Gesù Cristo come il tuo Signore e Salvatore, ti esorto, con tutto il mio cuore, a leggere attentamente, per vedere e riconoscere il cuore di Gesù Cristo. E mentre leggiamo, ricordiamo che quello che vediamo del cuore di Gesù nella Bibbia, è il cuore di Gesù oggi. Il cuore di Gesù è uguale oggi a quello che era allora. Gesù è pieno di compassione oggi, per coloro che sono umili. Gesù è potente oggi, come era potente allora. Gesù dà vita spirituale oggi, molto più spesso di quanto dava vita fisica allora.

Il problema più grande che esiste è la morte. In Gesù Cristo, c'è la vittoria sulla morte fisica, perché chi crede in Gesù a vittoria sulla morte. E c'è anche la vittoria sulla morte spirituale. In Gesù Cristo c'è la vera vita.

E grazie a Dio, in Gesù Cristo c'è la vittoria sul peccato. Il nostro temibile nemico, il peccato, è più grande di noi. Ma in Gesù Cristo c'è vittoria sul peccato, per coloro che si umiliano e confessano i loro peccati, ponendo la fede in Gesù Cristo.

La mia preghiera e che possiamo tutti leggere la Bibbia per conoscere il cuore di Gesù Cristo. Così, vedremo l'amore di Dio in Gesù Cristo, e questo creerà amore in noi per Dio.

La vita cristiana non deve essere una vita di ubbidienza come un pesante dovere. Piuttosto, la vita cristiana e una vita di ubbidienza a Dio, come il frutto del nostro amore per Dio, vedendo l'amore di Dio per noi. Vediamo questo amore soprattutto in Gesù Cristo.