Aiuto Biblico

Grande gioia in cielo

Luca 15:1-24

Sermone di Marco de Felice, www.aiutobiblico.org per domenica, 22 febbraio 2015 ---- cmd dp ----
Descrizione del sermone: Dio trova immensa gioia nella salvezza di ogni peccatore che viene salvato. Questa può essere una fonte di gioia per noi.
parole chiave: evangelizzare, salvezza, gioia, cuore di Dio, Gesù il buon Pastore.

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Domanda: ha più senso celebrare qualcosa di pochissima importanza, oppure celebrare qualcosa di grande importanza?

È una domanda semplice. Certamente, le cose da celebrare sono le cose di più grande importanza. Allora, quali sono le cose più grandi e meravigliose della vita? Anzi, qual è la cosa più grande e meravigliosa della vita?

Se guardiamo la società in cui viviamo, che cosa viene celebrato? E quindi, quali sono le cose più importanti per la società?

La nostra società celebra le ricchezze e le cose materiali. Ma in realtà, quanto vale la ricchezza? In Luca 12, parlando del ricco stolto, Gesù ci fa capire la stoltezza di aggrapparsi alle ricchezze, perché alla morte, saranno totalmente perse. E al giudizio che arriva subito dopo la morte, le ricchezze terrene non valgono niente! Ma anche mentre uno è sulla terra le ricchezze non possono veramente dare una vita benedetta. Sono un terribile inganno. In 1Timoteo 6:9-10 leggiamo:

“9 Ma coloro che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione, nel laccio e in molte passioni insensate e nocive, che fanno sprofondare gli uomini in distruzione e perdizione. 10 L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori.” (1Timoteo 6:9-10 LND)

Il mondo innalza e celebra ricevere approvazione e gloria dagli altri. Di natura, tutti vogliamo essere visti bene dagli altri. Ma quanto vale veramente, la gloria che gli altri possono darti? Quanto ti cambia la vita. Se tanti ti vedono bene, questo ti dà una vita benedetta? Il fatto di essere visto bene ti dà la vera gioia? Ti dà pace nel cuore? Ti risolve i problemi con le altre persone? Se siamo onesti, la risposta a tutte queste domande è no. Il fatto di essere innalzati dagli uomini ci inganna, e peggio ancora, ci allontana da Dio, come dichiara Gesù in Giovanni 5:44.

“Come potete voi credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?” (Giovanni 5:44 LND)

Il mondo celebra anche le esperienze, per esempio, realizzare quello che è un tuo sogno, come un viaggio, o qualche altro sogno. Ma queste esperienze, per quanto sono belle, possono trasformare la vita? Danno la vera gioia che dura, anche nelle prove? No, non hanno l'importanza che il mondo gli dà.

Allora, cosa rende una cosa meravigliosa e degna di essere celebrata?

Prima, deve avere un vero valore, un valore così grande che cambia la vita. Secondo, deve durare. Cioè se c'è qualcosa che ha un grande valore, ma dura ben poco e dopo ci sono solo cose cattive, la cosa bella non vale quasi niente, perché viene dimenticata nel dolore. Quindi, per essere meravigliosa, una cosa deve essere veramente grande, ma deve anche durare.

Ora oggi, vorrei parlare della cosa “più meravigliosa” possibile. Vorrei parlare della salvezza di un peccatore. La salvezza è la cosa più grande possibile nella vita di una persona. Prima, perché libera dal peccato. Di natura, siamo schiavi del nostro peccato. Nella salvezza, Dio ci libera del peccato. Secondo, nella salvezza, Dio ci perdona il nostro peccato. La nostra grande colpa nei confronti di Dio viene tolta. Questo fa sì che siamo liberati dalla condanna eterna, la punizione per tutta l'eternità nel lago di fuoco. E non solo, la salvezza non solo ci salva dal tormento eterno, ci porta a vivere nella presenza di Dio stesso, nella gioia assoluta, perché saremo nella presenza di Dio, godendoLO per sempre.

E tutto questo, che supera qualunque altra cosa, è infinitamente più grande e meraviglioso di qualsiasi altra cosa della vita, dura per sempre. Cioè, mentre tutte le cose belle sulla terra finiranno, la benedizione della salvezza durerà per tutta l'eternità.

Quindi, la cosa più grande e meravigliosa di tutto è la salvezza di una persona, in cui i peccati di quella persona vengono perdonati, presi da Gesù Cristo, e la persona viene liberata dal peccato, e dalla condanna eterna, e diventa un figlio di Dio, amato, con la promessa della vita eterna con Dio.

Questa è la cosa più grande, nulla è paragonabile, e perciò, la salvezza di un peccatore è da celebrare più di qualsiasi altra cosa.

Luca 15:1-10

Oggi, consideriamo un brano che ci aiuta a capire che la salvezza è così grande che Dio stesso ne gioisce. Leggiamo Luca 15:1-10.

“1 Or tutti i pubblicani e i peccatori, si accostavano a lui per udirlo. 2 E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". 3 Allora egli disse loro questa parabola: 4 "Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova? 5 E quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; 6 e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta 7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. 8 O quale donna, se ha dieci dramme, e ne perde una, non accende la lampada, non spazza la casa e non cerca accuratamente finché non la ritrova? 9 E quando l’ha trovata, chiama insieme le amiche e le vicine, dicendo: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta". 10 Allo stesso modo vi dico, vi sarà gioia presso gli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede".” (Luca 15:1-10 LND)

Il cuore degli uomini e quello di Gesù

Questo brano inizia narrando che tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a Gesù. Ricordiamo che i pubblicani erano coloro che avevano l'incarico di riscuotere le tasse e, solitamente, erano persone molto disoneste. Anche se il versetto usa il termine “tutti”, come tante altre volte nella Bibbia, non vuol dire letteralmente “ogni persona”, ma significa che peccatori di tutti i tipi si avvicinavano a Gesù. Quindi, tantissimi peccatori andarono da Gesù. Tutti gli uomini sono peccatori, ma questi sono coloro i cui peccati sono visibili agli altri.

Notiamo il motivo per cui quei peccatori venivano da Gesù. Leggiamo ancora il versetto 1.

“Or tutti i pubblicani e i peccatori, si accostavano a lui per udirlo.” (Luca 15:1 LND)

Quei peccatori si avvicinavano a Gesù per udirlo, cioè per prendere a cuore quello che Gesù diceva. Venivano per ascoltare Gesù parlare del peccato, del giudizio, e dell'offerta del perdono, per poter entrare nel regno di Dio. Questo era il messaggio di Gesù.

Chi andava a Cristo per Vedersi Bene

Però, non tutti coloro che si accostavano a Gesù andavano da lui per ascoltarlo Alcuni ci accostano a Gesù per giustificare loro stessi, cercando di mettere Gesù in una brutta luce, come leggiamo in Matteo 16:1.

“Poi si accostarono a lui i farisei, e i sadducei e, per tentarlo, gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo.” (Matteo 16:1 LND)

Questi uomini religiosi, i farisei e i sadducei si accostavano a Gesù per metterlo alla prova, per tentarlo cercavano di farlo cadere. Questo per giustificare loro stessi. Infatti, il loro forte impegno per le cose di Dio non era per glorificare veramente Dio, ma per vedersi bene.

A volte, anche noi possiamo cercare le cose di Dio perché vogliamo giustificarci e vederci bene. Questo è un grave peccato.

Chi Andava a Cristo per Avere Aiuto

Ancora altri si accostano a Gesù per ricevere da Lui quello che vogliono loro, non il perdono. Per esempio, in Giovanni 6, Gesù aveva moltiplicato il pane e il pesce. Il giorno dopo, tante persone lo cercavano, non per il perdono, ma per avere aiuto materiale. Leggo di questo in Giovanni 6:24-26

“24 La folla, come vide che Gesù non era più là e neppure i suoi discepoli, salì anch’essa su quelle barche e venne a Capernaum, alla ricerca di Gesù. 25 Avendolo trovato di là dal mare, gli dissero: "Maestro, quando sei venuto qui?". 26 Gesù rispose loro e disse: "In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati.” (Giovanni 6:24-26 LND)

Ognuno di noi dovrebbe valutare con cuore umile il motivo per cui cerca Cristo.

Parlando dei peccatori che venivano per udire Gesù, questo vuol dire che lo ascoltavano con un cuore aperto, con umiltà. Lo ascoltavano per capire come potevano trovare il perdono e la salvezza, che sapevano di non avere.

Ogni persona che si avvicina a Gesù dovrebbe esaminarsi per capire quale sia la motivazione per la quale si avvicina a Gesù. Perché tu ascolti Gesù? Lo ascolti con fede e con umiltà, per capire come arrivare a Dio, come facevano quei peccatori, o, se tu sei già salvato, Lo ascolti con umiltà, per riconoscere il tuo peccato in modo da poter crescere?

Oppure, ascolti le parole di Cristo per giustificare te stesso, come facevano i farisei?

Gesù parlava con questi peccatori delle cose di Dio, perché era quello che faceva sempre.

Però i farisei, essendo pieni di orgoglio, criticavano Gesù perché Egli parlava delle cose di Dio con i peccatori. Questo per vedersi bene spiritualmente, come se fossero vicini a Dio. Spesso, persone che sono lontane da Dio vogliono credere di essere vicine a Dio.

Leggo il v.2.

“E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro".” (Luca 15:2 LND)

Quanto questi farisei ingannavano loro stessi, credendo di camminare bene, quando in realtà erano lontani da Dio.

Essendo pieni di orgoglio, criticavano Gesù per il fatto che parlava e mangiava con i peccatori. Notate, però, che non avevano alcuna critica basata su un chiaro insegnamento della Bibbia. Spesso, persone fanno critiche, ma non riescono a mostrare peccati specifici, perché le loro critiche non sono fondante, ma sono fatte per nascondere il proprio peccato.

Nella sua misericordia, Gesù ha fatto un appello ai cuori di questi uomini, parlando con loro del cuore di Dio.

Insegnò loro tre parabole, per aiutarli a capire il cuore di Dio, e così riconoscere il loro peccato, per potersi ravvedere e ricevere il perdono. Nonostante che quegli uomini fossero ipocriti, odiavano Gesù, ed avevano un cuore duro, Gesù desiderava il loro ravvedimento. O che possiamo avere anche noi un cuore simile, che desidera la salvezza anche di persone che ci fanno del male o che ci odiano. Così avremo un cuore più simile a quello di Gesù.

La pecora perduta e trovata

Leggiamo la prima parabola che Gesù insegna loro, per capire meglio il cuore di Dio. Qualche spiegazione ci aiuterà a capire meglio la parabola. Nella parabola, il pastore che va in cerca della pecora perduta è Gesù Cristo. La pecora perduta rappresenta una persona scelta da Dio, che è ancora persa nel suo peccato, lontana da Dio. Leggiamo questa parabola, ricordando che Gesù la usa per mostrare la gioia che ha Dio quando un peccatore viene salvato. Leggo Luca 15:1-7.

“1 Or tutti i pubblicani e i peccatori, si accostavano a lui per udirlo. 2 E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". 3 Allora egli disse loro questa parabola: 4 "Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova? 5 E quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; 6 e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta 7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:1-7 LND)

Avete visto quanto ogni pecora era preziosa a quel pastore? Così ogni pecora di Dio è preziosa a Dio.

La pecora era perduta. Chi conosce le pecore, sa che una pecora perduta non sarebbe mai in grado di tornare da sola all'ovile. Sarebbe perduta per sempre. O morirebbe di fame, o sarebbe sbranata da qualche animale feroce.

L'amore dell'uomo lo spinge ad andare in cerca della pecora finché non la trova. In altre parola, è lui che si mette a cercare la pecora, con grande impegno e perseveranza. Quando finalmente la trova, se la mette sulle spalle e la porta fino a casa. L'iniziativa e l'impegno appartengono esclusivamente al proprietario della pecora. La pecora viene salvata perché il buon pastore si impegna di cuore a salvarla.

Questa parabola ci insegna che quando Dio salva una persona, non è perché la persona per prima è andata in cerca di Dio, ma perché Gesù Cristo è andato in cerca della persona perduta. Gesù stesso dichiara questo più volte, come leggiamo in Luca 19:10:

“Perché il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".” (Luca 19:10 LND)

Gesù Cristo è venuto, dal cielo, per cercare, e per salvare ciò che era perduto. Proprio come il pastore nella parabola è andato in cerca della pecora perduta, Gesù è venuto dal cielo per cercare e salvare ciò che era perduto.

Mentre spiego questo punto, voglio incoraggiare te che sei un figlio di Dio a renderti conto che ciò che Gesù ha fatto, lo ha fatto per te.

Gesù è venuto dal cielo per cercarti e per salvarti. Per poter venire sulla terra, Gesù doveva spogliarsi della sua gloria e indossare l'umiltà. Mentre in cielo era adorato dagli angeli, doveva accettare di essere disprezzato e odiato dagli uomini. Mentre prima comandava su tutto l'universo, in terra doveva diventare ubbidiente al Padre, ubbidiente fino alla morte in croce.

Tutto questo Gesù lo ha fatto per poter cercare e salvare quelli che erano perduti, tra cui tanti fra di noi.

Allora, di chi è l'iniziativa e l'impegno che porta una persona alla salvezza? Dal nostro punto di vista, sembra che sia l'uomo a cercare Dio. E, infatti, l'uomo deve cercare Dio. È un comandamento.

Però, Gesù ci rivela che in realtà, dietro le quinte, è Cristo stesso che cerca l'uomo. Infatti, in Giovanni 6 Gesù dichiara a questo proposito:

“43 Allora Gesù rispose e disse loro: "Non mormorate fra di voi. 44 Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.” (Giovanni 6:43-44 LND)

Nessuno può andare da Gesù, se Dio Padre non lo attira.

Certamente, gli uomini devono andare da Gesù per essere salvati, ma il cuore di ogni uomo è così duro di natura che ci vanno solamente dopo che il Padre li ha attirati. Solo quando Dio opera nel cuore di una persona, quella persona inizia a cercare Gesù. Perciò, è sempre Dio che opera per primo. Per trovare le pecore perdute, Gesù doveva perfino arrivare alla croce. Quindi, pagò tutto per trovare e salvare le pecore.

Se applichiamo questa verità ad ogni persona che è salvata, prego che capiremo che la nostra salvezza non è dovuta al nostro grande impegno di cercare Cristo, ma al grande impegno di Cristo a cercare noi. Egli ha lasciato il cielo, è venuto per compiere la salvezza, e poi ha mandato lo Spirito Santo per trovarci e per attirarci a Sé. Noi siamo salvati per l'opera di Cristo.

La gioia in cielo

E' importante capire la verità che siamo stati salvati per l'opera di Cristo. Oh che possiamo sempre ricordare che è stato Cristo a venire in cerca di noi! Però, questa parabola ci insegna un'altra verità, una verità grandissima, che è importantissima da conoscere e ricordare. Leggiamo dal v.5 al v.7. Notiamo qual è la reazione in cielo quando un peccatore si ravvede per ricevere la salvezza.

“5 E quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; 6 e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta 7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:5-7 LND)

In questi versetti, incontriamo per ben tre volte parole greche che hanno il significato di “gioia” e “gioire”. Se traducessimo letteralmente avremmo le espressioni seguenti: “E trovatola, se la mette sulle spalle gioendo”; poi nel v.6, l'uomo dice agli amici: “Gioite con me”; e, nel v.7, dichiara: “ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede...”. Gioendo, gioite, e gioia.

Il punto sottolineato da Gesù è molto chiaro, ed è una verità incredibile. Quando Dio salva un peccatore, c'è una grande gioia in cielo, il che vuol dire che Dio stesso prova una grande gioia. Dio, il Creatore di tutto, ha gioia per la salvezza di una persona.

Questo è incredibile. Pensiamo a chi è Dio. Dio è il Sovrano Creatore e Signore di tutto l'universo, Colui che sostiene tutto l'universo, Colui che dà vita e sostiene ogni creatura, Colui che è tre volte santo, elevato infinitamente al di sopra delle sue creature. Questo grande e maestoso Dio prova una grande gioia per ogni persona che viene salvata.

La donna con le monete

Per farci capire ancora di più la gioia di Dio per la salvezza per una persona, Gesù racconta una seconda parabola. Vi leggo Luca 15:8-10.

“8 O quale donna, se ha dieci dramme, e ne perde una, non accende la lampada, non spazza la casa e non cerca accuratamente finché non la ritrova? 9 E quando l’ha trovata, chiama insieme le amiche e le vicine, dicendo: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta". 10 Allo stesso modo vi dico, vi sarà gioia presso gli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede".” (Luca 15:8-10 LND)

In questa parabola, Gesù descrive una donna con dieci monete, probabilmente in una collana, che ne perde una. Queste monete sono estremamente importanti per lei, e perciò cerca con grande cura in tutta la casa finché non ritrova la moneta perduta. Quando la ritrova, è così gioiosa che chiama le amiche e le vicine, a gioire insieme a lei. In altre parole, poiché la sua gioia era immensa lei doveva per forza gioire insieme ad altre.

Gesù usa anche questa parabola per insegnare che c'è un'immensa gioia in cielo per ogni singolo peccatore che si ravvede e riceve il perdono e la salvezza.

Un commento solo: in questo passo, Gesù afferma: v'è gioia davanti agli angeli di Dio. Chi sta davanti agli angeli di Dio? Dio stesso. Dio stesso prova una gioia immensa per un solo peccatore che si ravvede, che viene salvato.

Il Figlio Prodigo

Gesù continua, per rendere ancora più chiaro quanto è grande la gioia del Padre quando un peccatore si ravvede. Nella prossima parabola, Gesù mostra il grande cuore di Dio, che gioisce quando un peccatore viene salvato. Nelle prime due parabole, Gesù non parlava di chi viene salvato. In questa parabola, dimostra che solo chi è aggravato per i propri peccati viene salvato.

Leggiamo Luca 15:11 al 24, forse la parabola più conosciuta della Bibbia. Notate specificamente quanto è grande la gioia del padre quando il figlio prodigo si ravvede a torna a casa.

“11 Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". E il padre divise fra loro i beni. 13 Pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. 14 Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia ed egli cominciò ad essere nel bisogno. 15 Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16 Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati 20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. 23 Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E si misero a fare grande festa.” (Luca 15:11-24 LND)

Questa parabola mette in evidenza tante verità importanti. Ci mostra la ribellione e la stoltezza di noi uomini, in quanto per natura scegliamo di allontanarci da Dio e di cercare la nostra contentezza nel mondo. Quando Dio opera, la persona si rende conto di essere schiava del peccato, in condizioni pietose, e pensa alla bontà del Padre, che rappresenta Dio, e così rientra in sé, si ravvede, e torna al suo Creatore.

Prima di ravvedersi, il figlio della parabola, che rappresenta l'uomo peccatore, non aveva mai veramente amato il padre. Voleva solo ricevere quanto poteva dal padre, non voleva comunione con il padre.

Questa è la condizione naturale dell'uomo, che vuole che Dio gli conceda il maggior numero possibile di benedizioni, senza però volere Dio stesso nella propria vita. Questo modo di vedere Dio equivale a disprezzare Dio.

Alla luce di quest'immensa offesa contro Dio, del terribile peccato di disprezzare Dio, l'uomo peccatore non merita assolutamente il perdono di Dio. Dio sarebbe giusto se rifiutasse di perdonare l'uomo mandandolo semplicemente nel tormento eterno.

Invece, Dio offre all'uomo la possibilità di ravvedersi e ricevere il perdono e la salvezza. Non solo, ma Dio prova un'immensa gioia quando un peccatore si ravvede e torna a Lui.

La Gioia del Padre

Infatti, anche in questa terza parabola, Gesù sottolinea l'immensa gioia che Dio ha ogni volta che un peccatore si ravvede. Rileggiamo questa parte della parabola, dal v.20 a 24, notando il cuore del Padre.

“20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. 23 Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E si misero a fare grande festa.” (Luca 15:20-24 LND)

Il Padre era così pieno di gioia che non poteva aspettare che il figlio pentito arrivasse a casa. Mentre il figlio era ancora lontano, corse ad incontrarlo. Non solo, ma poi lo baciò e ribaciò. Chiamò subito i servi per ordinare che si facesse una bellissima festa, tanto era grande la sua gioia.

Quindi, in ben tre parabole, Gesù insegna che Dio ha una gioia immensa per la salvezza di un peccatore. Ogni singola persona che Dio salva è immensamente importante per Dio.

Ogni figlio di Dio è amato e prezioso agli occhi di Dio. Volta dopo volta leggiamo che siamo amati da Dio. Per esempio, leggiamo in Efesini 5:1:

“Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi,” (Efesini 5:1 LND) (la parola “carissimi” nel greco è “amati”).

Siamo figli amati da Dio. Dio ha dato il suo Unigenito Figlio, Gesù, per poterci salvare. Ora, essendo amati da Dio, nulla può separarci dall'amore di Dio per noi in Cristo Gesù.

Applicazione

Oh carissimi, quanto è importante che comprendiamo sempre di più la meravigliosa verità che ogni credente è estremamente prezioso per Dio! Dio stesso prova un'immensa gioia per la salvezza di una persona. C'è una grande gioia in cielo per ogni persona che Dio salva.

Quindi, ogni persona che Dio ha salvato può avere una grande gioia, sapendo di essere preziosa per Dio. Tu, credente, sei prezioso agli occhi di Dio! Celebriamo la salvezza, non solo un giorno, ma per tutta la vita, e tutta l'eternità!

Capendo poi che ogni peccatore che si ravvede è un motivo di grande gioia in cielo, seguiamo l'esempio di Cristo. Impegniamoci a proclamare le verità di Dio al maggior numero possibile di peccatori, ricordando che anche noi eravamo peccatori perduti. Come Gesù, dovremmo essere talmente impegnati nel parlare di Dio che i peccatori si avvicineranno a noi per ascoltarci.

Per seguire l'esempio di Gesù, parliamo con tutti di Dio. In ogni rapporto, parliamo di Dio, perché questo è amare il nostro prossimo.

Dobbiamo essere luce per chi sta nelle tenebre, dobbiamo desiderare vivamente la salvezza delle persone intorno a noi.

Oh che possiamo anche noi gioire quando Dio salva qualcuno! Non c'è nulla in questa vita che sia grande quanto la salvezza. La salvezza non è solamente una benedizione che dura per questa vita, la salvezza è una benedizione che durerà per tutta l'eternità.