Aiuto Biblico

Grande gioia in cielo -- per la salvezza

Luca 15:1-24

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 29 ottobre 2023, – cmd dp –
Descrizione: Dio trova immensa gioia nella savlezza di ogni peccatore che viene salvato. Questa può essere una fonte di gioia per noi.
parole chiave: evangelizzare, salvezza, gioia, cuore di Dio, Gesù il buon Pastore

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Che cosa ci dà gioia? Ogni gioia è una vera gioia, una gioia che dura?

L’uomo è stato creato per avere gioia. La Bibbia dichiara che siamo stati creati ad immagine di Dio, e Dio è un Dio che ha grande gioia.

Quindi, vediamo che tutto intorno a noi gli uomini cercano gioia. Un altro modo per descrivere la gioia sarebbe avere un cuore soddisfatto.

Gli uomini cercano di avere il cuore soddisfatto, cercano la gioia, in tante cose. Per esempio, si cerca la gioia in una vittoria nello sport. Avete visto quanto tante persone hanno grande eccitazione quando la loro squadra vince un campionato?

Si cerca gioia nel vedersi bene. Quanto spesso ci si impegna a vedersi bene davanti agli altri. Si cerca gioia vedendosi forti, o bravi, o belli, o più potenti degli altri. In altre parole, si cerca la gioia innalzandosi.

Si cerca la gioia nel divertimento, nei viaggi, in un hobby.

Però, tutte queste cose hanno in comune il fatto che sono tutte cose che finiscono. E poi, in realtà, non hanno un vero, grande valore.

Se uno prende un lavoro che paga tanto, in realtà, sembra una bella cosa, ma non sarà quello che darà una vera e profonda gioia nella vita. Se uno si innalza, e viene visto molto bene, questo comunque non può soddisfare il suo cuore a fondo. È per questo motivo che cerca ancora. Se uno ottiene una vittoria sportiva, alla luce della vita, vale poco.

Uso un esempio: le ricchezze. Gesù ci racconta di un ricco agricoltore, che voleva costruire nuovi granai. La sua gioia si è trasformata in terrore, perché è morto e non era pronto per il giudizio, lasciando tutto quello che era il suo tesoro. In 1 Timoteo 6, leggiamo che il desiderio di arricchirsi porta a tanti altri peccati. E quindi, ci fa del male, non del bene.

Il mondo celebra anche il fatto di ricevere approvazione e gloria dagli altri. Di natura, tutti vogliamo essere visti bene dagli altri. Ma quanto vale veramente la gloria che gli altri possono darti? Quanto ti cambia la vita? Se tanti ti vedono bene, questo ti dà una vita benedetta? Il fatto di essere visto bene ti dà la vera gioia? Ti dà pace nel cuore? Ti risolve i problemi con le altre persone? Se siamo onesti, la risposta a tutte queste domande è no. Desiderare di essere innalzati dagli uomini ci inganna, e peggio ancora, ci allontana da Dio, come dichiara Gesù in Giovanni 5:44.

“Come potete voi credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?” (Giovanni 5:44 LND)

Cercare gloria dagli altri in realtà ci allontana da Dio. E perciò, in realtà, ci ostacola dall'avere la vera gioia.

Le cose terrene possono portare una gioia parziale, ma mai una gioia profonda, perché dentro sappiamo che non durano. E ci ostacolano da quello che dà vera gioia, la gioia che dura, per la vita e per l’eternità.

Considerate: che cosa rende qualcosa veramente meravigliosa e degna di essere celebrata?

Primo, deve avere un vero valore, un valore così grande che cambia la vita. Secondo, deve durare. Cioè se qualcosa ha un certo valore, ma dura ben poco, in realtà non ha un grande valore. Per essere meravigliosa, per celebrare veramente qualcosa, quella cosa deve essere veramente grande, ma deve anche durare.

Oggi, voglio parlare della cosa “più meravigliosa” possibile: la salvezza di un peccatore. La salvezza è la cosa più grande possibile nella vita di una persona. Per prima cosa, nella salvezza, Dio ci perdona il nostro peccato. La nostra grande colpa nei confronti di Dio viene tolta. Questo fa sì che siamo liberati dalla condanna eterna, la punizione per tutta l'eternità nel lago di fuoco. E non solo, la salvezza non solo ci salva dal tormento eterno, ma ci porta anche a vivere nella presenza di Dio stesso, nella gioia assoluta, perché saremo nella presenza di Dio, godendoLO per sempre.

Secondo, la salvezza libera dalla schiavitù del peccato. Di natura, siamo schiavi del nostro peccato. Nella salvezza, Dio ci libera dal peccato. Possiamo ancora peccare, ma non siamo più schiavi. Che immenso dono da Dio. Questo è da celebrare!!

A differenza di tutte le benedizione terrene, la salvezza dura per sempre. Cioè, mentre tutte le cose belle sulla terra finiranno, la benedizione della salvezza durerà per tutta l'eternità.

Quindi, la cosa più grande e meravigliosa di tutto è la salvezza di una persona, in cui i peccati di quella persona vengono perdonati, presi da Gesù Cristo, e la persona viene liberata dal peccato, e dalla condanna eterna, e diventa un figlio di Dio, amato, con la promessa sicura della vita eterna con Dio.

Questa è la cosa più grande, nulla è paragonabile, e perciò, la salvezza di un peccatore è da celebrare più di qualsiasi altra cosa.

Luca 15:1-10

Oggi, consideriamo un brano che ci aiuta a capire che la salvezza è così grande che Dio stesso ne gioisce. Leggiamo Luca 15:1. Sta parlando di Gesù, e le persone che andavano ad ascoltarlo.

“Or tutti i pubblicani e i peccatori si accostavano a lui per udirlo.” (Luca 15:1 LND)

Il cuore degli uomini e quello di Gesù

Questo brano inizia narrando che tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a Gesù. I pubblicani erano coloro che avevano l'incarico di riscuotere le tasse e avevano la reputazione di essere persone molto disoneste. Questo, insieme alla parola “peccatori”, e il fatto che dice “tutti”, indica che peccatori di tutti i tipi si avvicinavano a Gesù. Quindi, tantissimi peccatori andavano per ascoltare Gesù. Tutti gli uomini sono peccatori, ma questi sono coloro i cui peccati sono più visibili agli altri.

Notiamo il motivo per cui quei peccatori venivano da Gesù. Leggiamo ancora il versetto 1.

“Or tutti i pubblicani e i peccatori si accostavano a lui per udirlo.” (Luca 15:1 LND)

Quei peccatori si avvicinavano a Gesù per udirlo, cioè per prendere a cuore quello che Gesù diceva. Di cosa parlava Gesù? Sappiamo che Gesù parlava del peccato, del giudizio, del ravvedimento e dell'offerta del perdono per poter entrare nel regno di Dio. Questo era il messaggio di Gesù. Queste persone, grandi peccatori, venivano a Gesù per ascoltare Gesù parlare di queste cose. Venivano per sentire che erano peccatori, che dovevano ravvedersi.

I farisei e gli scribi

C’erano là anche dei farisei e degli scribi, ma non erano là per sentire dei loro peccati. Erano là, come al solito, per cercare qualcosa da criticare in Gesù.

Questi farisei e scribi, uomini religiosi, si consideravano a posto con Dio. Si consideravano dei giusti, e spiritualmente superiori a coloro che erano palesemente peccatori. Perciò, questi uomini religiosi si sentivano troppo buoni per avere contatti con coloro che consideravano spiritualmente inferiori a loro. Non volevano avere contatti con quei peccatori che andavano a Gesù per ascoltarlo.

Perciò, questi uomini religiosi criticavano Gesù. Leggo il v.2.

“E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro"” (Luca 15:2 LND)

Questi uomini religiosi si ritenevano giusti e superiori agli altri. Criticavano Gesù per il fatto che parlava e mangiava con i peccatori. Notate, però, che la loro critica non si basava sulla Bibbia. Spesso, le persone criticano, ma non riescono a mostrare specifici peccati, perché le loro critiche non sono fondate, ma sono fatte in realtà per nascondere i loro peccati.

Nella sua misericordia, Gesù fa un appello al cuore di questi uomini, parlando con loro del cuore di Dio.

Gesù racconta loro tre parabole, per aiutarli a capire il cuore di Dio, in modo che potessero riconoscere il loro peccato, per potersi ravvedere e ricevere il perdono. Solo vedendo il nostro peccato possiamo ravvederci per ricevere il perdono.

Nonostante che questi uomini erano ipocriti, odiavano Gesù, ed avevano un cuore duro, Gesù desiderava il loro ravvedimento. O che possiamo avere anche noi un cuore così, che desidera la salvezza anche di persone che ci fanno del male o che ci odiano. Così avremo un cuore più simile a quello di Gesù.

La pecora perduta e trovata

Leggiamo la prima parabola che Gesù insegna loro, per capire meglio il cuore di Dio. Qualche spiegazione ci aiuterà a capire meglio la parabola. Nella parabola, l’uomo che va in cerca della pecora perduta rappresenta Gesù Cristo. La pecora perduta rappresenta una persona scelta da Dio, che è ancora nel suo peccato, lontana da Dio. Ricordate che Gesù usa la parabola per mostrare la gioia che ha Dio quando un solo peccatore viene salvato. Leggo Luca 15:3-7.

“3 Allora egli disse loro questa parabola: 4 "Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova? 5 E, quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; 6 e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. 7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:3-7 LND)

Questa parabola ci mostra quanto ogni pecora è preziosa all’uomo della parabola, per mostrarci quanto ogni pecora è preziosa a Dio.

Nella parabola, la pecora era perduta. Come animale, una pecora perduta non sarebbe in grado di tornare da sola all'ovile. Sarebbe perduta per sempre. O morirebbe di fame, o sarebbe sbranata da qualche animale feroce.

L'amore dell'uomo in questa parabola lo spinge ad andare in cerca della pecora finché non la trova. In altre parole, è lui che si mette a cercare la pecora, con grande impegno e perseveranza. Quando finalmente la trova, se la mette sulle spalle e la porta fino a casa. L'iniziativa e l'impegno appartengono esclusivamente al proprietario della pecora. La pecora viene salvata perché il buon pastore si impegna di cuore a cercarla e salvarla.

Questa parabola ci insegna che, quando Dio salva una persona, non è perché la persona è andata per prima in cerca di Dio, ma perché Gesù Cristo è andato in cerca della persona perduta. Gesù stesso dichiara questo più volte, come leggiamo in Luca 19:10:

“Perché il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".” (Luca 19:10 LND)

Gesù Cristo è venuto, dal cielo, per cercare, e per salvare ciò che era perduto. Proprio come l’uomo nella parabola è andato in cerca della pecora perduta, Gesù è venuto dal cielo per cercare e salvare ciò che era perduto.

Mentre consideriamo questa parabola, ad ognuno di voi che è un figlio di Dio dico: considera che ciò che Gesù ha fatto, lo ha fatto per te.

Gesù è venuto dal cielo per cercarti e per salvarti. Per poterci salvare, Gesù doveva spogliarsi della sua gloria e indossare l'umanità. Mentre in cielo era adorato dagli angeli, in terra era disprezzato e odiato dagli uomini, come vediamo con questi farisei e scribi. Mentre in cielo regnava, quando era sulla terra era un servo di tutti, ed era ubbidiente al Padre, ubbidiente fino alla morte in croce.

Tutto questo Gesù lo ha fatto per poter cercare e salvare quelli che erano perduti, tra cui tanti di noi. Questo è motivo di grande gioia.

La salvezza viene da Dio

Allora, di chi è l'iniziativa e l'impegno che porta una persona alla salvezza? Dal nostro punto di vista, sembra che sia l'uomo a cercare Dio. E, infatti, l'uomo deve cercare Dio. È un comandamento.

Però, Gesù ci rivela che in realtà, dietro le quinte, è Cristo stesso che cerca l'uomo. Dio deve operare nel cuore di una persona, prima che questa andrà a Gesù. Infatti, in Giovanni 6 Gesù dichiara la verità:

“43 Allora Gesù rispose e disse loro: "Non mormorate fra di voi. 44 Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.” (Giovanni 6:43-44 LND)

Nessuno può andare da Gesù, se Dio Padre prima non lo attira.

Certamente, una persona deve andare a Gesù per essere salvata, ma il cuore di ogni uomo per natura è così duro che nessuno ci va, se prima Cristo non cerca quella persona e Dio non tocca il suo cuore.

Solo quando Dio opera nel cuore di una persona, quella persona inizia a cercare Gesù. Perciò, è sempre Dio che opera per primo. Dio non solo cerca la persona e tocca il suo cuore, ma Gesù Cristo è andato alla croce, per rendere possibile la salvezza.

Applicando questo a noi, prego che riconosciamo che la nostra salvezza non è dovuta al nostro grande impegno di cercare Cristo, ma al grande impegno di Cristo a cercare noi ed a pagare il debito per il nostro peccato.

Noi siamo salvati per l'opera di Cristo. Questo è motivo di vera gioia.

La gioia in cielo

Oltre alla verità meravigliosa che è stato Cristo a cercarci, questa parabola ci insegna un'altra verità, una verità grandissima, che è importantissima da conoscere e da ricordare. Mentre leggo dal v.5 al v.7, notate qual è la reazione in cielo quando un peccatore si ravvede per ricevere la salvezza.

“5 E, quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; 6 e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. 7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:5-7 LND)

In questi versetti, troviamo per ben tre volte le parole greche “gioire” o “gioia”. Se traducessimo letteralmente avremmo le espressioni seguenti: “E trovatala, se la mette sulle spalle gioendo”; poi nel v.6, l'uomo dice agli amici: “Gioite con me”; e, nel v.7, dichiara: “ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede...”. Gioendo, gioite, e gioia.

Il punto sottolineato da Gesù è molto chiaro, ed è una verità incredibile. Quando Dio salva un peccatore, c'è grande gioia in cielo, il che vuol dire che Dio stesso prova una grande gioia. Dio, il Creatore di tutto, ha gioia per la salvezza di una persona.

Questo è incredibile! Pensiamo a chi è Dio. Dio è il Sovrano Creatore e Signore di tutto l'universo, Colui che sostiene tutto l'universo, Colui che dà vita e sostiene ogni creatura, Colui che è tre volte santo, elevato infinitamente al di sopra delle sue creature. Questo grande e maestoso Dio prova una grande gioia per ogni persona che viene salvata.

La donna con le monete

Per farci capire ancora di più la gioia di Dio per la salvezza di una persona, Gesù racconta una seconda parabola. Vi leggo Luca 15:8-10.

“8 O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lampada, non spazza la casa e non cerca accuratamente finché non la ritrova? 9 E, quando l’ha trovata, chiama insieme le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. 10 Allo stesso modo vi dico, vi sarà gioia presso gli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede".” (Luca 15:8-10 LND)

In questa parabola, Gesù descrive una donna che aveva dieci monete e che ne perde una. Queste monete sono estremamente importanti per lei, e perciò cerca con grande cura in tutta la casa finché non ritrova la moneta perduta. Quando la ritrova, è così gioiosa che chiama le amiche e le vicine per gioire insieme a lei. In altre parole, la sua gioia era così immensa che doveva per forza gioire insieme ad altre persone.

Gesù usa anche questa parabola per insegnare che c'è un'immensa gioia in cielo per ogni singolo peccatore che si ravvede e riceve il perdono e la salvezza.

Un commento solo: in questo passo, Gesù afferma: v'è gioia presso gli angeli di Dio. Chi sta presso gli angeli di Dio? Dio stesso. Dio stesso prova una gioia immensa per un solo peccatore che si ravvede e viene salvato. La salvezza di un peccatore è così grande che Dio stesso ne trova grande gioia. La salvezza è la cosa che può dare a NOI più gioia di qualsiasi altra cosa.

Il Figlio Prodigo

Gesù continua, per rendere ancora più chiaro quanto è grande la gioia del Padre quando un peccatore si ravvede. Nella prossima parabola, Gesù mostra il grande cuore di Dio, che gioisce quando un peccatore viene salvato. Notate che in questa parabola, Gesù spiega che la persona che viene salvata è aggravata per il proprio peccato.

Leggiamo Luca 15:11-24, che forse è la parabola più conosciuta della Bibbia. Notate specificatamente quanto è grande la gioia del padre quando il figlio prodigo si ravvede e torna a casa.

“11 Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. 12 E il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. E il padre divise fra loro i beni. 13 E pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in viaggio in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. 14 Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia ed egli cominciò ad essere nel bisogno. 15 Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16 Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te; 19 e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati”. 20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma, mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. 22 Ma il padre disse ai suoi servi: “Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. 23 E portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare grande festa. ” (Luca 15:11-24 LND)

Questa parabola mette in evidenza tante verità importanti. Ci mostra la ribellione e la stoltezza di noi uomini, in quanto per natura scegliamo di allontanarci da Dio e cerchiamo la nostra contentezza nel mondo. Quando Dio opera, la persona si rende conto di essere schiava del peccato, in condizioni pietose, e pensa alla bontà del Padre, che rappresenta Dio, e così rientra in sé, si ravvede, e torna al suo Creatore.

Parlando del figlio prodigo, che rappresenta l’uomo peccatore, prima di ravvedersi, non aveva mai veramente amato il padre. Voleva solo ricevere quanto poteva dal padre, non voleva comunione con il padre.

Questa è la condizione naturale dell'uomo, che vuole che Dio gli conceda il maggior numero possibile di benedizioni, senza però volere Dio stesso nella propria vita. Questo modo di vedere Dio equivale a disprezzare Dio.

Alla luce di quest'immensa offesa contro Dio, del terribile peccato di disprezzare Dio, l'uomo peccatore non merita assolutamente il perdono di Dio. Sarebbe giusto se Dio rifiutasse di perdonare l'uomo, mandandolo semplicemente nel tormento eterno.

Invece, Dio offre all'uomo la possibilità di ravvedersi e ricevere il perdono e la salvezza. Non solo, ma Dio prova un'immensa gioia quando un peccatore si ravvede e torna a Lui.

La Gioia del Padre

Infatti, anche in questa terza parabola, Gesù sottolinea l'immensa gioia che Dio ha ogni volta che un peccatore si ravvede. Rileggiamo questa parte della parabola, dal v.20 a 24, notando il cuore del Padre.

“20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma, mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. 22 Ma il padre disse ai suoi servi: “Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. 23 E portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare grande festa.” (Luca 15:20-24 LND)

Il Padre era così pieno di gioia che non poteva aspettare che il figlio pentito arrivasse a casa. Mentre il figlio era ancora lontano, corse ad incontrarlo. Non solo, ma poi lo baciò e ribaciò. Chiamò subito i servi per ordinare che si facesse una bellissima festa, tanto era grande la sua gioia.

In queste tre parabole, Gesù insegna che Dio ha una gioia immensa per la salvezza di un solo peccatore. Ogni singola persona che Dio salva è immensamente importante per Dio.

Ogni figlio di Dio è amato e prezioso agli occhi di Dio. Volta dopo volta leggiamo che siamo amati da Dio. Per esempio, leggiamo in Efesini 5:1, dove in italiano troviamo la parola “carissimi”, ma sarebbe meglio tradurre: “amati”

“Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi,” (Efesini 5:1 LND) (la parola “carissimi” nel greco è “amati”).

Siamo figli amati da Dio. Dio ha dato il suo Unigenito Figlio, Gesù, per poterci salvare. Ora, essendo amati da Dio, nulla può separarci dall'amore di Dio per noi in Cristo Gesù. Questo è motivo per gioire.

Applicazione

Oh carissimi, quanto è importante che comprendiamo sempre di più la meravigliosa verità che la salvezza di ogni credente è estremamente preziosa per Dio! Dio stesso prova un'immensa gioia per la salvezza di una persona. C'è una grande gioia in cielo per ogni persona che Dio salva.

Quindi, anche noi che siamo salvati possiamo avere una grande gioia, sapendo di essere preziosi per Dio. Tu, credente, sei prezioso agli occhi di Dio! Celebriamo la salvezza, non per un giorno solo, ma per tutta la vita, e per tutta l'eternità, perché vale più di ogni altra cosa!

Capendo poi che ogni peccatore che si ravvede è un motivo di grande gioia in cielo, seguiamo l'esempio di Cristo. Impegniamoci a proclamare le verità di Dio al maggior numero possibile di peccatori, ricordando che anche noi eravamo peccatori perduti. Come Gesù, dovremmo essere talmente impegnati a parlare di Dio che i peccatori si avvicineranno a noi per ascoltarci.

Per seguire l'esempio di Gesù, parliamo con tutti di Dio. In ogni rapporto, parliamo di Dio, perché questo è amare il nostro prossimo.

Dobbiamo essere luce per chi sta nelle tenebre, dobbiamo desiderare vivamente la salvezza delle persone intorno a noi.

Oh che possiamo anche noi gioire quando Dio salva qualcuno! Non c'è nulla in questa vita che sia grande quanto la salvezza. La salvezza non è una benedizione che dura solamente per questa vita, la salvezza è una benedizione che durerà per tutta l'eternità.